SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  93
Télécharger pour lire hors ligne
Marzo 2012
Marzo 2012
Check up Mezzogiorno marzo 2012




Il disegno in copertina è di Domenico Rosa




Il rapporto è stato realizzato dall’Area Mezzogiorno di Confindustria e da SRM-Studi e Ricerche per il
Mezzogiorno.

Gli autori:
Area Mezzogiorno Confindustria: Giuseppe Rosa (Direttore), Massimo Sabatini.
SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno: Massimo Deandreis (Direttore Generale), Alessandro Panaro,
Salvio Capasso, Luca Forte, Dario Ruggiero, Agnese Casolaro.
Ha collaborato: Carmine Michael Nappi

Coordinamento grafico: Alessandra Caporali




Check up Mezzogiorno è stato chiuso con le informazioni disponibili al 12 marzo 2012.
Check up Mezzogiorno marzo 2012




                                                                     SOMMARIO


Uno sguardo d’insieme................................................................................................................................. 2
Focus Crisi ..................................................................................................................................................... 5
1.     L’indice di sviluppo e gli obiettivi di Europa 2020 ........................................................................... 16
2.     I dati macroeconomici ..................................................................................................................... 19
3.     Le imprese: aspetti reali e finanziari................................................................................................ 23
4.     Le dinamiche creditizie .................................................................................................................... 35
5.     Le esportazioni................................................................................................................................. 39
6.     Il mercato del lavoro........................................................................................................................ 47
7.     Formazione e innovazione............................................................................................................... 54
8.     Turismo ............................................................................................................................................ 66
9.     Demografia e qualità della vita........................................................................................................ 71
10. Spesa pubblica e politiche di sviluppo ............................................................................................. 76
11. Le infrastrutture .............................................................................................................................. 80
Principali fonti utilizzate ............................................................................................................................. 90




                                                                                                                                                                 1
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Uno sguardo d’insieme
Sono ormai trascorsi quattro anni dall’inizio della crisi economica mondiale ed è opportuno fare un bilancio
dei valori “persi” – e in alcuni casi non ancora recuperati – dall’economia meridionale in questo lasso di
tempo. L’anno più acuto della crisi è stato il 2009, mentre i segnali di ripresa registrati in Europa e in Italia
nel corso del 2010 hanno alimentato speranze di una crescita vigorosa del Prodotti Interno Lordo che
avrebbe consentito di ritornare rapidamente sui valori pre-crisi, speranze che la successiva crisi dei debiti
sovrani ha presto vanificato. Sotto molti aspetti la recessione ha inciso più profondamente nel Mezzogiorno
rispetto al resto del Paese: nel periodo 2007-2010 il Prodotto Interno Lordo si è ridotto del 6,1% nel
Mezzogiorno e del 5% nel Centro-Nord; tra il 2007 e il 2011 l’occupazione è calata di 300mila unità nel
Mezzogiorno mentre il saldo nel Centro-Nord è risultato positivo (+50mila unità); nel 2011 l’utilizzo della
Cassa integrazione si è ridotto di appena l’1,6% nel Mezzogiorno rispetto all’anno record del 2010, mentre
nel Centro-Nord la riduzione è stata del 25,2%; la variazione del numero di imprese attive tra il 2007 e il
2011 è negativa per il Mezzogiorno (-0,3%) e positiva per il Centro-Nord (+3%); la redditività delle imprese
misurata dal RoE è risultata in calo del 5% per le imprese manifatturiere meridionali e del 4,2% per quelle
centro-settentrionali; infine, i tempi di riscossione dei crediti commerciali dalla PA sono mediamente più
lunghi nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (quelli delle ASL, ad esempio, risultano più che doppi nel
Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord).
Il gap di sviluppo del Mezzogiorno con le altre aree del Paese e con i Paesi dell’Unione Europea non
accenna, quindi, a ridursi: il Pil pro capite del Mezzogiorno - a parità di potere di acquisto - è del 31,2%
inferiore alla media dell’UE a 27; la produttività nel 2010, fatto 100 l’indice per il Centro-Nord, nel
Mezzogiorno è pari al 83,2, valore in calo rispetto al 2009.
D’altro canto, la crisi ha favorito l’inizio di una fase di selezione del mercato, con l’espulsione delle imprese
meno competitive (con una riduzione netta del numero di imprese attive) e un aumento delle società di
capitali segno, tutto sommato, di un rafforzamento del tessuto produttivo meridionale: nel 2011, queste
imprese sono cresciute del 4,3% nel Mezzogiorno e del 2,1% nel Centro-Nord. Si tratta di un rafforzamento
ancora numericamente contenuto: secondo l’indagine annuale condotta da OBI ed SRM (Rapporto 2011
Impresa e Competitività) negli ultimi 4 anni (2008-2011) si è progressivamente ridotta la percentuale di
imprese che ha effettuato investimenti (dal 37,4% al 16,5%); è un dato che preoccupa ancora di più se si
considera che dalla stessa indagine emerge che le imprese che investono realizzano perfomance
mediamente migliori rispetto a quelle che non investono.
Segnali positivi vengono dai dati più recenti sull’andamento dell’export: nel 2011 hanno ripreso a crescere
nel Mezzogiorno (in particolare nei primi nove mesi del 2011) le esportazioni manifatturiere, che sono
aumentate del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2010 ad un ritmo superiore rispetto al Centro-Nord
(+13,4%); tuttavia, è ancora bassa – seppur in crescita – la capacità di penetrazione delle imprese
meridionali sui mercati più dinamici (Brics) che incidono per una quota del 3,7% sul complesso delle

                                                                                                               2
Check up Mezzogiorno marzo 2012


esportazioni del Mezzogiorno (8,4% la quota di export verso i Brics nel Centro-Nord), mentre migliora il
posizionamento delle imprese meridionali nei Paesi del bacino del Mediterraneo, dove la progressiva
stabilizzazione degli assetti politici potrebbe favorire uno sviluppo ulteriore dei traffici commerciali.
Accesso al credito e adeguate dimensioni sono due aspetti fondamentali in grado di favorire una più diffusa
presenza delle imprese meridionali sui mercati internazionali. Per quanto riguarda il primo aspetto, gli
impieghi nel terzo trimestre 2011 sono risultati in leggero aumento nel Mezzogiorno (+0,4%); inoltre, anche
se una buona percentuale di imprese percepisce un peggioramento delle condizioni di accesso al credito,
una quota altrettanto elevata continua a giudicare positivamente i servizi offerti dalle banche. Per quel che
concerne l’aspetto dimensionale, la ridotta dimensione media delle imprese italiane (e ancor più
meridionali) è un aspetto strutturale del sistema produttivo nazionale: nel 2009, l’81,9% delle imprese
manifatturiere italiane conta meno di 9 addetti, mentre nell’UE a 27 tale percentuale risulta essere
dell’80,8% (del 60,5% in Germania); il dato del Mezzogiorno raggiunge l’88,6%. Occorre, quindi,
incoraggiare la volontà delle imprese italiane e meridionali di cercare di superare i limiti dimensionali
ricorrendo a nuove forme di collaborazione con altre imprese: secondo i dati di Unioncamere e
dell’Osservatorio Retimpresa di Confindustria, i contratti di rete in Italia sono passati da 104 di fine luglio
2011 a 214 di fine novembre con un numero di imprese aderenti cresciuto da 354 a 1061 (di cui 269
localizzate nel Mezzogiorno).
Altro fattore strategico è rappresentato dal capitale umano. Nel Mezzogiorno, dopo 3 anni consecutivi di
contrazione della base occupazionale, i dati al terzo trimestre 2011 segnalano un aumento degli occupati
(+0,4% sul 2010), appena inferiore al dato medio italiano. Tuttavia, resta grande il divario con il Centro-
Nord per quanto riguarda il tasso di disoccupazione che, nella componente giovanile (38,8%) e femminile
(15,7%), assume proporzioni preoccupanti. Al di là del calo dell’occupazione e delle conseguenze
economico-sociali che ne derivano, un problema grave per l’Italia – e per il Mezzogiorno in particolare –
riguarda lo “spreco” di capitale umano, con riferimento, in particolare, alla componente giovanile e
femminile: i dati al 2010 segnalano che in Italia il 22,1% dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni non
lavora né studia (i cosiddetti Neet - Not in Education, Employment or Training) contro una media dell’UE a
27 pari a 15,3%; nel Mezzogiorno la quota dei Neet è del 31%.
Lo sviluppo del Mezzogiorno non può prescindere da un miglioramento della dotazione infrastrutturale:
l’area meridionale mostra una dotazione infrastrutturale, in termini di collegamenti stradali, superiore a
quella del Centro-Nord (fatto 100 il dato relativo all’Italia, nel Mezzogiorno risulta pari a 107,2), mentre per
le altre infrastrutture presenta valori ampiamente al di sotto della media italiana. In quest’ottica va valutato
positivamente il Piano di Azione Coesione del Governo che ha stanziato 6,5 miliardi di euro per migliorare le
infrastrutture ferroviarie nelle regioni meridionali. Occorre, però, che i relativi progetti trovino una rapida
attuazione, con una decisa riduzione dei tempi di realizzazione delle infrastrutture, che per le regioni
meridionali sono in media superiore a quelli registrati nel resto del Paese. Per quanto concerne le


                                                                                                              3
Check up Mezzogiorno marzo 2012


infrastrutture energetiche, elementi positivi emergono con riferimento al settore delle rinnovabili, visto che
il Mezzogiorno produce circa il 35% della potenza nazionale proveniente da fonte solare, il 32% di quella
bioenergetica e ben il 98% di quella eolica.
I dati del Check up confermano, pertanto, il forte dualismo tra il Nord ed il Sud del Paese, non solo sotto
l’aspetto economico, ma anche infrastrutturale e sociale. Ciò emerge chiaramente anche dall’indice
sintetico di sviluppo elaborato nel 2010 dall’Area Mezzogiorno di Confindustria, secondo cui le province
meridionali presentano mediamente un ritardo di circa il 40% rispetto a quelle centro-settentrionali.
Se la disponibilità di risorse nazionali necessarie per colmare il divario tra le due aree del Paese è scarsa e in
riduzione (anche se recentemente il CIPE è tornato ad assegnare risorse FAS alle infrastrutture) quelle
europee potrebbero essere meglio utilizzate, innanzitutto migliorando la capacità di spesa dei fondi
disponibili. In totale per il 2007-2013 il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale
Europeo mettono a disposizione oltre 43 miliardi di euro per le regioni dell’Area Convergenza, di cui solo il
19,8 % è stato effettivamente speso.
Se lo scenario attuale è fatto di molte ombre, ma anche di qualche luce, come l’andamento recente
dell’export, l’ispessimento del tessuto produttivo generato dalla crescita del numero di società di capitali e
la leadership nel campo delle energie rinnovabili, le prospettive di lungo periodo scontano previsioni
demografiche nerissime per il Mezzogiorno. Secondo gli ultimi dati previsionali sulla demografia del Paese
(pubblicati dall’Istat a fine dicembre 2011), l’Italia meridionale risulterà essere sempre meno attrattiva,
specie nei confronti dei giovani: le previsioni al 2065 stimano un calo complessivo della popolazione
meridionale dagli attuali 20,9 milioni di persone a 16,7 milioni, in controtendenza rispetto al dato italiano. Il
Mezzogiorno, che oggi rappresenta la macro-area con l’età media più bassa (41,9 anni), nel 2065
presenterà, invece, la popolazione mediamente più anziana (51,6 anni di media) e un indice di dipendenza
della popolazione (cioè il rapporto tra giovani e anziani) che da 27,2 del 2011 (il livello più basso tra le
macroaree italiane) salirebbe a 69,4 – circa 10 punti in più della media nazionale.
E’ necessario intervenire rapidamente per evitare che tali previsioni trovino conferma in futuro. La
riduzione della popolazione di oltre 4 milioni di persone da qui a 50 anni e la crescita dell’età media di quasi
10 anni significano, infatti, la perdita della risorsa più preziosa per il Mezzogiorno: il capitale umano.
Per invertire il trend è necessario creare le condizioni affinché al Sud si possa restare e vivere bene e
affinché imprese e imprenditori ne siano attratti.
Occorre cioè puntare sui settori in grado di esaltare le caratteristiche e le potenzialità del territorio: da un
lato, su una logistica che crei valore aggiunto sfruttando il posizionamento del Mezzogiorno al centro del
Mediterraneo; dall’altro, sul consolidamento del triangolo Turismo-Agricoltura-Cultura, tre settori in grado
di alimentarsi a vicenda e capaci di generare effetti virtuosi in settori contigui (agroalimentare) e in
comparti apparentemente distanti come l’edilizia che, dopo la pesante crisi degli ultimi anni, potrebbe
ritrovare nuovo slancio da una massiccia opera di riqualificazione del territorio. Il tempo stringe.


                                                                                                                4
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                                                      Focus Crisi
Quanto abbiamo perso rispetto al 2007?

Graf. I – 2007/2010: variazioni di alcune variabili economiche nel Mezzogiorno

                     5
                                                                                                                                        1,9
                                                          0,2                                                                                 0,9
                     0
                                                                -0,3
                     -5                                                                -2,8                              -3,5
                                                                                                                                -4,8
                             -6,3 -6,1                                                                        -6,1
                    -10

                                           -11,7-10,8
                    -15
                                                                               -14,5

                    -20

                    -25
                                                                                                      -26,1
                    -30
                                Pil       Investimenti    Imprese              Fatturato                Export          Occupazione Famiglie povere

                                                          Var % 2009 su 2007                  Var % 2010 su 2007


* Per le imprese sono state confrontate variazione 2010 su 2007 e variazione 2011 su 2007
* Per le famiglie povere è stata fatta la differenza tra l’incidenza delle famiglie in condizione di povertà assoluta nel 2009 rispetto al
2007 e nel 2010 rispetto al 2007
Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie

Tab. I - Differenza in valore tra 2007 e 2010 di alcune variabili economiche nel Mezzogiorno
                                                                                                                                                         Cassa
                                          Investimenti                                   Fatturato                     Export          Occupazione
                          Pil (miliardi                         Imprese                                                                              integrazione
                                           (miliardi di                                 (miliardi di                 (miliardi di       (migliaia di
                               di €)                            (unità)*                                                                                (milioni
                                                €)                                         euro)                       euro)            lavoratori)
                                                                                                                                                         ore)*
 Diff. 2010 su 2007          -18,7              -7,5            -4.507,0                       -1,7                     -2,6              -314,7         159,2
* La differenza è stata calcolata tra i valori del 2011 e quelli del 2007
Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie

La crisi finanziaria mondiale del 2008 ha avuto un impatto forte sull’economia meridionale: nel biennio
2008-2009 il Pil si è ridotto del 6,3%, gli investimenti fissi lordi hanno subito una riduzione ancora più
intensa (-11,7%), il fatturato delle imprese manifatturiere si è ridotto di quasi il 15%, l’export del 26%, gli
occupati del 3,5%; solo il numero di imprese attive è rimasto invariato nel periodo considerato. Il 2010 ha
visto una leggera ripresa dei principali indicatori economici; tuttavia, i valori del 2010 risultano ancora
inferiori a quelli del 2007.
Nel complesso, nel 2010 il Pil meridionale è risultato inferiore di circa 19 miliardi di euro rispetto al valore
registrato nel 2007, gli investimenti di 7,5 miliardi (differenza calcolate su valori concatenati); il fatturato
complessivo delle imprese manifatturiere meridionali risultava nel 2010 di quasi 2 miliardi inferiore a quello
del 2007, l’export di 2,6 miliardi, mentre sul fronte occupazionale la perdita di posti di lavoro tra il 2007 e il
2010 è stata di oltre 300 mila unità; il ricorso della Cassa Integrazione è stato massiccio, ed in aumento nel
corso dell’anno: 159 milioni di ore di cassa integrazione in più nel 2011 (222 milioni) rispetto al 2007 (63
milioni). In calo, infine, anche il numero di imprese attive tra il 2007 e il 2011 (-0,3%). .




                                                                                                                                                                 5
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                        Focus Crisi
Il Mezzogiorno ancora al di sotto dei valori del 2007

Graf. II - Un indice sintetico sull’andamento dell’economia meridionale tra il 2007 e il 2010

                  620

                                                         603,0
                                  600
                  600



                  580
                                                                                                      569,4

                  560


                                                                                 538,5
                  540



                  520



                  500
                                 2007                    2008                     2009                2010

               Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie



Graf. III – La composizione dell’indice

                120

                                                                 100,2
                100                                                                97,2                          95,2
                                93,9                                                           93,9
                                                 89,2

                 80


                 60


                 40


                 20


                  0
                          Pil           Investimenti       Imprese          Fatturato     Export         Occupazione
                                                        2007     2008    2009     2010

             Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie

La lettura dei due grafici che qui si presentano conferma che il recupero dei valori “persi” per effetto della
crisi, nel 2010 non era ancora avvenuto. Nei due grafici il 2007 è preso come anno base (con indice pari a
100) per 6 variabili osservate (Pil, Investimenti, Imprese, Fatturato, Export, Occupazione) nel periodo tra il
2007 e il 2010; la somma degli indici così calcolati ci fornisce un indicatore di sintesi presentato nel Grafico
II, mentre l’andamento delle 6 variabili di base è riportata nel Grafico III. L’indicatore di sintesi, pari a 600
nel 2007, ha registrato un incremento nel 2008 (grazie soprattutto al contributo delle esportazioni) e un
drastico calo nel 2009 a 538 punti circa (per la riduzione dei valori di tutte le variabili ad eccezione del
numero di imprese attive). Nel 2010 l’indice sintetico riprende a salire ma risulta ancora lontano dai valori
registrati nel 2007.



                                                                                                                                  6
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                             Focus Crisi
L’impatto sociale: aumentano le famiglie in condizioni di povertà assoluta

Graf. IV – Percentuale di famiglie in condizioni di povertà assoluta nelle macro-aree italiane
        9
                                                                                   7,9     7,7
        8

        7                                                                                        6,7
                                                                            5,8
        6

        5                                                                                                       4,6   4,7   4,6
                                                                                                          4,1
                            3,6   3,6                         3,8
        4       3,5
                      3,2
                                           2,9   2,9   2,7
        3

        2

        1

        0
                       Nord                       Centro                          Mezzogiorno                    Italia

                                                       2007         2008   2009          2010

      Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su Istat (rapporto sulle condizioni economiche delle famiglie)



La crisi, oltre al forte peggioramento delle principali variabili macroeconomiche, ha colpito molto
duramente le fasce più povere della popolazione meridionale. Infatti, nel 2007 le famiglie che versavano in
condizione di povertà assoluta (tale si intende la condizione di chi non riesce a sostenere la spesa mensile
minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali a conseguire uno standard
di vita “minimamente accettabile”) erano il 5,8% del totale nel Mezzogiorno, salite al 6,7% nel 2010..




                                                                                                                                      7
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                                      Focus Crisi

Tab. II – Andamento del Pil dall’inizio della crisi al 2010 (valori concatenati, anno base 2000; milioni di euro)
                                                                                                                                      Var % 2010 su
                                       2007                      2008                 2009                         2010
                                                                                                                                          2007

 Centro-Nord                         983.320                 971.663              919.263                      934.453                    -5,0
 Mezzogiorno                         304.432                 299.126              285.301                      285.782                    -6,1
 Italia                             1.288.953               1.271.897            1.205.537                    1.221.159                   -5,3

 Abruzzo                              23.693                 23.578                   22.209                      22.713                  -4,1
 Molise                               5.325                  5.236                    5.014                       4.985                   -6,4
 Campania                             80.677                 78.134                   74.569                      74.124                  -8,1
 Puglia                               57.763                 57.641                   54.553                      54.424                  -5,8
 Basilicata                           9.127                  8.974                    8.375                       8.263                   -9,5
 Calabria                             27.982                 27.143                   25.819                      26.087                  -6,8
 Sicilia                              71.922                 71.131                   69.487                      69.574                  -3,3
 Sardegna                             27.942                 27.303                   25.299                      25.637                  -8,3
Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez

Graf. V – Differenza del Pil tra il 2007 ed il 2010 (valori concatenati, anno base 2000; milioni di euro)
                                                                                                           -980         Abruzzo
                                                                                                            -340        Molise
                                                                                                -6.553                  Campania
                                                                                                    -3.340              Puglia
                                                                                                            -864        Basilicata
                                                                                                         -1.896         Calabria
                                                                                                     -2.348             Sicilia
                                                                                                     -2.305             Sardegna


                                                                            -18.651                                     Mezzogiorno
                                -48.867                                                                                 Centro-Nord

                    -60.000        -50.000        -40.000         -30.000     -20.000          -10.000              0

                 Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez

A partire dal 2007 il prodotto interno lordo italiano è risultato in calo, fino a raggiungere il livello minimo di
1.206 miliardi di euro circa nel 2009, con una leggera ripresa nel 2010, più marcata nel Centro-Nord; le
stime per il 2011 segnalano, per il Mezzogiorno, un anno di stagnazione (Pil in crescita dello 0,1%* ).Tra il
2007 e il 2010 la riduzione del Prodotto Interno Lordo è stata del 5% nel Centro-Nord e del 6,1% nel
Mezzogiorno (-18,7 miliardi di euro).
Tra le regioni meridionali, Basilicata, Sardegna e Campania hanno fatto registrare i risultati peggiori.




*Stima Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo


                                                                                                                                                      8
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                  Focus Crisi

Tab. III – Andamento degli Investimenti fissi lordi tra il 2007 ed il 2010 (valori concatenati, anno base 2000;
milioni di euro)
                                                                                                 Var % 2010 su
                                                   2007           2008      2009       2010
                                                                                                     2007
Centro Nord                                      205.710         197.848   171.878    177.164        -13,9
Mezzogiorno                                      69.141          66.487    61.078     61.643         -10,8
Italia                                           274.851         264.336   232.956    238.808        -13,1

              Mezzogiorno
Agricoltura, Silvicoltura e Pesca                 3.096          3.054     2.638       2.735         -11,7
Industria in senso stretto                        13.685         12.874    10.551      10.440        -23,7
Costruzioni                                       2.867          2.665     2.158       2.076         -27,6
Servizi                                           49.486         47.878    45.672      46.323         -6,4
Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez



La crisi economica globale ha particolarmente inciso sugli investimenti, in costante riduzione fino al 2009,
con una leggera ripresa nel 2010; tra il 2007 e il 2010 gli investimenti sono risultati in calo del 10,8% nel
Mezzogiorno e del 13,9% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, l’impatto del calo degli investimenti è stato
particolarmente intenso nelle costruzioni (-27,6%) e nell’industria in senso stretto (-23,7%)




                                                                                                                 9
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                  Focus Crisi

Tab. IV – Andamento delle imprese attive dal 2007 al 2011
                                                                                                 Var % 2011 su
                                 2007             2008         2009        2010        2011
                                                                                                     2007
Abruzzo                         131.496         132.511      132.460     132.873     133.066           1,2
Molise                          32.708          32.789       32.513      32.576      32.152           -1,7
Campania                        460.245         473.117      476.229     474.134     472.526           2,7
Puglia                          340.694         342.636      338.598     340.150     338.332          -0,7
Basilicata                      55.397          55.674       55.287      55.060      54.320           -1,9
Calabria                        155.075         157.191      156.923     157.373     156.995           1,2
Sicilia                         394.498         394.116      388.372     383.098     380.715          -3,5
Sardegna                        150.145         150.947      149.275     148.429     147.645          -1,7

Centro-Nord                    3.454.663       3.577.123     3.553.874   3.558.241   3.559.764        3,0
Mezzogiorno                    1.720.258       1.738.981     1.729.657   1.723.693   1.715.751       -0,3
Italia                         5.174.921       5.316.104     5.283.531   5.281.934   5.275.515        1,9
Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Movimprese



Anche l’andamento del numero di imprese attive nel Mezzogiorno (costantemente in crescita fino al 2008) è
risultato negativo a partire dal 2009 e per i due anni successivi; il saldo del numero di imprese attive tra il
2007 e il 2011 risulta negativo, nel Mezzogiorno, per circa 4.500 unità. Viceversa, nel Centro-Nord tra il
2007 e il 2011 le imprese attive sono aumentate di oltre 100 mila unità (+3%). La regione che ha registrato il
miglior saldo positivo tra il 2007 e il 2011 è la Campania (+2,7 %): la regione con il peggior saldo negativo (-
3,5 %) è la Sicilia, che ha perso tra il 2007 e il 2009 circa 14.000 imprese.




                                                                                                             10
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                              Focus Crisi

Tab V. - Andamento del fatturato delle imprese manifatturiere tra il 2007 ed il 2010
                                                       Var % 2009 su 2007                     Var % 2010 su 2007
Abruzzo                                                        -22,8                                  -11,8
Basilicata                                                      -4,9                                  -12,3
Calabria                                                        -3,1                                   -2,8
Campania                                                        -6,5                                    0,0
Molise                                                         -26,2                                  -23,9
Puglia                                                         -10,3                                   -5,6
Sardegna                                                       -25,7                                  10,0
Sicilia                                                        -10,8                                   -0,7

Mezzogiorno                                                    -14,5                                  -2,8
Centro-Nord                                                    -16,0                                  -5,6
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su SRM-Rassegna Economica 1 2011 (elaborazioni su dati AIDA/BVDEP)

Tab. VI – Andamento del RoE delle imprese manifatturiere tra il 2007 ed il 2010
                                                                                                               Differenza
                                      2007             2008              2009                2010
                                                                                                              2010 su 2007

Abruzzo                                8,7               1,7              1,6                 5,8                 -2,9
Basilicata                             3,5              -1,8              8,2                 7,7                  4,2
Calabria                               2,8               6,7              4,0                -4,8                 -7,5
Campania                               2,1               3,1             -2,0                 2,0                 -0,1
Molise                                -2,5               2,9              2,7                 3,7                  6,2
Puglia                                 2,1              -0,1              0,0                 0,0                 -2,1
Sardegna                              16,6               6,3             -9,9                -9,6                -26,2
Sicilia                                7,4               3,8              1,7                 0,6                 -6,8

Mezzogiorno                            6,5              2,5              -0,5                 1,4                 -5,0
Centro-Nord                            8,7              5,0               0,8                 4,5                 -4,2
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su SRM-Rassegna Economica 1 2011 (elaborazioni su dati AIDA/BVDEP)



Le elaborazioni sui dati di bilancio delle imprese manifatturiere italiane evidenziano che tra il 2007 ed il
2010 il fatturato è risultato in calo sia nel Mezzogiorno (-2,8%) che nel Centro-Nord (-5,6%); Tra le regioni
meridionali, I risultati peggiori si registrano per le aziende manifatturiere di Molise (-23,9%) e Basilicata (-
12,3%); positivo il dato relativo alle imprese manifatturiere in Sardegna.
La redditività delle imprese manifatturiere meridionali è progressivamente peggiorata tra il 2007 ed il 2009,
con una ripresa nel 2010. Nel complesso, tra il 2007 ed il 2010 il Return on Equity (RoE) nel comparto
manifatturiero meridionale è peggiorato di 5 punti percentuali e del 4,2% nel Centro-Nord. La regione
meridionale che ha subito il peggioramento maggiore del RoE nel periodo 2007-2010 è la Sardegna (-
26,2%), ma l’andamento risulta molto influenzato dalla volatilità del prezzo del petrolio (settore molto
presente in regione).




                                                                                                                         11
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                 Focus Crisi
Tab VII – Tempi di pagamento delle aziende sanitarie locali (giorni); 2007-2010
                                                                                                                  var. 2007-
                                2007             2008              2009             2010           Posizione
                                                                                                                    2010
Centro-Nord                     244               206              186               189                -            -55
Piemonte                        284               269              258               241               9             -44
Valle d’Aosta                   112               117              122               127               17            15
Lombardia                       232               172              129               118               18           -114
Trentino A. A.                  100                95               91               96                19            -4
Veneto                          254               236              232               249               8             -5
Friuli V.G.                      92                80               79               87                20            -5
Liguria                         272               203              174               170               13           -102
Emilia Romagna                  373               320              270               273               7            -101
Toscana                         178               190              204               226               11            48
Umbria                          198               165              139               155               14            -44
Marche                          305               168              134               130               16           -175
Lazio                           524               454              400               398               4            -126
Mezzogiorno                     445               401              401               431                -            -14
Abruzzo                         345               277              200               193               12           -152
Molise                          882               726              627               755               2            -128
Campania                        679               577              625               661               3             -18
Puglia                          295               352              390               349               5             54
Basilicata                      215               172              184               150               15            -66
Calabria                        527               564              700               793               1             267
Sicilia                         306               290              221               240               10            -66
Sardegna                        307               250              260               308               6              1
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su Ufficio Studi Confartigianato; dati Corte dei Conti e Assobiomedica



Un elemento che contribuisce a generare crisi di liquidità nelle aziende è il ritardo dei pagamenti da parte
della Pubblica Amministrazione. In particolare, i tempi di pagamento delle aziende sanitarie locali (ASL),
nonostante la generale riduzione avvenuta tra il 2007 ed il 2010, restano molto elevati specie con
riferimento alle regioni meridionali che occupano le prime posizioni nella graduatoria nazionale dei ritardi
dei tempi di pagamento. La Calabria, regione che ha registrato un aumento considerevole dei tempi medi di
pagamento delle ASL nel corso dei 4 anni esaminati, nel 2010 registra un valore medio di 793 giorni (valore
quasi 10 volte superiore a quello del Friuli Venezia Giulia, regione più virtuosa in quest’ambito); molto
elevati anche i tempi medi di pagamento in Molise (755 giorni) ed in Campania (661 giorni).




                                                                                                                               12
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                       Focus Crisi
Tab. VIII – Andamento delle esportazioni tra il 2007 ed il 2011 (valori in miliardi di euro)

                                                                Var % 2010 su     2011 (primi    Var % 2011 su 2007
                   2007        2008          2009       2010
                                                                    2007          nove mesi)      (primi nove mesi)

Centro-Nord        316,5       318,7         255,4      294,4       -7,0             244,0               3,7
Mezzogiorno        41,5        43,4          30,7       39,0        -6,1             32,3                6,3
Italia             364,7       369,0         291,7      337,3       -7,5             279,7               3,4

Abruzzo             7,3          7,6          5,2        6,3        -13,5             5,5                0,3
Molise              0,6          0,6          0,4        0,4        -33,7             0,3               -32,8
Campania            9,4          9,4          7,9        8,9         -5,4             7,0                1,4
Puglia              7,2          7,4          5,7        6,9         -3,8             6,1               16,8
Basilicata          2,1          2,0          1,5        1,4        -31,3             1,1               -29,1
Calabria            0,4          0,4          0,3        0,3        -20,0             0,3               -20,5
Sicilia             9,7         10,0          6,2        9,3         -3,9             8,1               14,5
Sardegna            4,7          5,9          3,3        5,3         11,6             4,0               16,3
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat



Il crollo del commercio mondiale ha avuto un forte impatto sulle esportazioni italiane: nel 2009 sono calate
del 20,9% rispetto al 2008 in Italia e del 29,3% nel Mezzogiorno, mentre la ripresa del 2010 non è stata
sufficiente a recuperare i valori persi nell’anno precedente. Le ultime stime indicano che solo a fine 2011 il
valore delle esportazioni, si sta ravvicinando ai livelli pre-crisi del 2007. Gli ultimi dati regionali disponibili (al
terzo trimestre 2011) indicano, tuttavia, che in tre regioni del Mezzogiorno (Molise, Basilicata e Calabria) il
valore dell’export risulta ancora molto inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2007.




                                                                                                                    13
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                                  Focus Crisi
Tab. IX – Andamento degli occupati tra il 2007 ed il 2011 (valori in migliaia)

                                                                                                                                 Var % 2011 su
                                  2007              2008        2009                2010                 2011*
                                                                                                                                     2007

Abruzzo                            502               518         494                 494                    506                       0,7
Molise                             112               114         111                 108                    107                      -4,7
Campania                          1.719             1.681       1.612               1.584                  1.570                     -8,6
Puglia                            1.284             1.287       1.238               1.223                  1.235                     -3,8
Basilicata                         195               196         191                 185                    188                      -3,3
Calabria                           602               595         586                 573                    570                      -5,3
Sicilia                           1.488             1.480       1.464               1.440                  1.433                     -3,8
Sardegna                           613               611         592                 593                    606                      -1,1

Mezzogiorno                      6.516              6.482      6.288                6.201                6.216                       -4,6
Centro-Nord                      16.706             16.923     16.737               16.671               16.756                       0,3
Italia                           23.222             23.405     23.025               22.872               22.972                      -1,1
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat
* media degli occupati dei primi tre trimestri
Graf. VI – Differenza tra gli occupati del 2011 e del 2007 (valori in migliaia)
                                                                                              4                     Abruzzo
                                                                                     -5                             Molise
                                                     -149                                                           Campania
                                                                        -48                                         Puglia
                                                                                     -7                             Basilicata
                                                                              -32                                   Calabria
                                                                      -56                                           Sicilia
                                                                                     -7                             Sardegna


                       -300                                                                                         Mezzogiorno
                                                                                                      50            Centro-Nord

                -350      -300     -250      -200       -150   -100         -50           0         50        100

             Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat



Mentre nel Mezzogiorno il numero di occupati ha registrato un calo già a partire dal 2008, con una perdita
di posti di lavoro di circa 300mila unità nell’arco del periodo 2007-2011, nel Centro-Nord l’occupazione inizia
a diminuire solo a partire dal 2009 registrando, nel periodo 2007-2011, un saldo positivo pari a circa 50mila
unità. Tra le regioni meridionali, la Campania è quella che ha subito la perdita maggiore di posti di lavoro:
nell’arco di tempo considerato circa la metà dell’occupazione persa nel Mezzogiorno ha riguardato la
Campania.




                                                                                                                                                 14
Check up Mezzogiorno marzo 2012


                                                                                                                     Focus Crisi
Tab. X – Andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) tra il 2007 ed il 2011 (milioni di ore)

                            2007                          2008                  2009               2010               2011

 Abruzzo                     7,4                           6,4                  35,3               33,3               29,3
 Molise                      1,0                           1,0                   2,9               4,8                 4,9
 Campania                   20,5                          23,0                  44,5               59,1               61,2
 Puglia                     13,2                          15,6                  40,6               71,3               52,1
 Basilicata                  3,2                           5,9                   8,8               11,1               11,3
 Calabria                    4,5                           4,0                   6,4               11,0               17,0
 Sicilia                     8,8                           8,7                  15,5               22,2               25,8
 Sardegna                    4,6                           5,9                  10,1               13,3               20,9

 Centro-Nord               120,4                          157,3                 750,0              977,6             731,0
 Mezzogiorno               63,3                           70,4                  164,1              226,1             222,5
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Inps

Graf. VII – Differenza tra le ore di Cassa Integrazione Guadagni nel 2010 e nel 2007 (milioni di ore)

                     Abruzzo                       21,9
                      Molise          3,9
                   Campania                                    40,6
                       Puglia                              38,9
                    Basilicata          8,2
                     Calabria               12,5
                        Sicilia               16,9
                    Sardegna                  16,3


                 Mezzogiorno                                                                                 159,2

                                  0           20          40          60   80          100   120     140   160       180

              Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Inps



Ad arginare in parte l’emorragia occupazionale ha contribuito il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni
(CIG) che tra il 2007 ed il 2010 ha registrato una crescita esponenziale del numero di ore autorizzate, fino ad
oltre un miliardo di ore in Italia nel 2010 (contro 180 milioni circa nel 2007); nel 2011 il ricorso alla CIG si
riduce, in modo più netto nel Centro-Nord, ma solo marginalmente nel Mezzogiorno (-1,6% rispetto ai valori
record del 2010). Nel complesso, tra il 2007 ed il 2011, nel Mezzogiorno c’è stato un aumento di circa 159
milioni di ore autorizzate, con Campania (+40,6 milioni) e Puglia (+39 milioni circa) ai primi due posti.




                                                                                                                             15
Check up Mezzogiorno marzo 2012


1. L’indice di sviluppo e gli obiettivi di Europa 2020
Tab. 1.1 - L’indice sintetico di sviluppo provinciale*


                                                                                                                      Indice
                                            Indice sintetico                                                       sintetico di
    Provincia            Graduatoria           di sviluppo                            Provincia      Graduatoria     sviluppo
                                              (Italia = 100)                                                         (Italia =
                                                                                                                       100)

Milano                         1                 145,16                         Vercelli                 28          109,64
Rimini                         2                 139,14                         Padova                   29          109,27
Trieste                        3                 136,87                         Belluno                  30          108,98
Verona                         4                 135,29                         Biella                   31          108,78
Ravenna                        5                 134,33                         Livorno                  32          108,08
Aosta                          6                 131,96                         Forlì-Cesena             33          108,00
Bologna                        7                 125,83                         Bolzano/Bozen            34          107,69
Parma                          8                 122,35                         Varese                   35          107,68
Reggio Emilia                  9                 122,04                         Cremona                  36          107,33
Mantova                       10                 121,81                         Genova                   37          105,77
Brescia                       11                 121,76                         Gorizia                  38          105,32
Modena                        12                 121,06                         Pordenone                39          105,14
Udine                         13                 117,25                         Arezzo                   40          104,51
Novara                        14                 117,19                         Pavia                    41          104,48
Firenze                       15                 116,10                         Lecco                    42          104,24
Roma                          16                 116,02                         Terni                    43          104,24
Vicenza                       17                 116,00                         Perugia                  44          103,65
Trento                        18                 114,74                         Venezia                  45          103,63
Alessandria                   19                 114,48                         Pesaro e Urbino          46          103,11
Torino                        20                 112,61                         Como                     47          102,35
Treviso                       21                 112,05                         Verbania                 48          101,51
Lucca                         22                 111,88                         Savona                   49          101,30
Ancona                        23                 110,70                         Sondrio                  50          100,20
Cuneo                         24                 110,66                         Cagliari                 51          100,09
Siena                         25                 110,20                         Prato                    52          99,41
Bergamo                       26                 109,90                         Ferrara                  53          99,10
Piacenza                      27                 109,83                         Siracusa                 54          98,96
* L’indice è stato costruito a partire da 15 variabili economico sociali di base
Fonte: Confindustria, Indicatori Economici e sociali regionali e provinciali, SIPI, Roma, 2010




                                                                                                                            16
Check up Mezzogiorno marzo 2012




Tab. 1.1 - L’indice sintetico di sviluppo provinciale*                                                     Segue Tab. 1.1


                                                                                                                      Indice
                                            Indice sintetico                                                       sintetico di
    Provincia            Graduatoria           di sviluppo                            Provincia      Graduatoria     sviluppo
                                              (Italia = 100)                                                         (Italia =
                                                                                                                       100)

Pisa                          55                  98,78                         Rieti                    82          77,43
Pistoia                       56                  98,76                         Nuoro                    83          76,55
Chieti                        57                  98,17                         Messina                  84          75,32
Asti                          58                  98,01                         Catania                  85          74,90
Lodi                          59                  97,99                         Potenza                  86          74,75
Carbonia-Iglesias             60                  97,03                         Salerno                  87          72,90
Rovigo                        61                  95,90                         Lecce                    88          72,48
Massa Carrara                 62                  95.69                         Reggio Calabria          89          72,40
Ascoli Piceno                 63                  95,42                         Oristano                 90          72,06
La Spezia                     64                  95,16                         Avellino                 91          71,81
Macerata                      65                  95,06                         Napoli                   92          70,33
Teramo                        66                  92,64                         Matera                   93          69,72
Imperia                       67                  91,99                         Palermo                  94          69,43
Pescara                       68                  91,02                         Trapani                  95          69,21
Grosseto                      69                  90,86                         Cosenza                  96          67,13
Latina                        70                  90,13                         Ogliastra                97          67,07
Olbia Tempio                  71                  87,55                         Catanzaro                98          66,78
L'Aquila                      72                  87,22                         Medio Campidano          99          66,40
Frosinone                     73                  84,84                         Benevento                100         66,15
Sassari                       74                  84.83                         Foggia                   101         65,39
Brindisi                      75                  81,55                         Caltanissetta            102         65,37
Taranto                       76                  80,32                         Agrigento                103         63,76
Viterbo                       77                  80,16                         Caserta                  104         62,07
Bari                          78                  80,07                         Crotone                  105         62,07
Campobasso                    79                  78,55                         Vibo Valentia            106         61,36
Isernia                       80                  78,16                         Enna                     107         61,24
Ragusa                        81                  78,09
* L’indice è stato costruito a partire da 15 variabili economico sociali di base
Fonte: Confindustria, Indicatori Economici e sociali regionali e provinciali, SIPI, Roma, 2010



L’indice sintetico di sviluppo calcolato dall’Area Mezzogiorno di Confindustria con riferimento ai dati del
2009, che sintetizza il livello di sviluppo di un territorio sulla base di un set di indicatori economici e sociali,
evidenzia come le prime posizioni della graduatoria siano coperte tutte da province settentrionali, e che per
trovare la prima provincia del Mezzogiorno bisogna spingersi al 51° posto occupato da Cagliari con un indice
pari a 100,09 (di poco superiore alla media nazionale Italia =100). Ben 15 province del Mezzogiorno
presentano valori dell’indicatore inferiori di 30 punti rispetto alla media nazionale, e di 45 punti rispetto alla
media del Centro-Nord. Il ritardo complessivo del Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord è di poco inferiore ai
40 punti percentuali.




                                                                                                                             17
Check up Mezzogiorno marzo 2012



Tab. 1.2 - Gli obiettivi italiani di Europa 2020: la situazione attuale in Italia e nel Mezzogiorno (2010)

                                                      Europa 2020 -
                                                                                Obiettivo Italia            Italia           Mezzogiorno
                                                       Obiettivo
Tasso di occupazione (%)                                     75                       67-69                  61,1                 47,7
Spesa in Ricerca e Sviluppo (% del PIL)                     3,00                       1,53                  1,26                 0,9 *
Emissioni di Co2 (1990 = 100)                                80                         87                   95 *                 n.d.
Incidenza delle energie rinnovabili sul
                                                             20                        17,0                  8,9 *                n.d.
consumo totale di energia (2009) (%)
Intensità dell'energia (Chilogrammi di
petrolio equivalente per mille euro -                        -20                      -13,4                 -5,4                  n.d.
Variazione %)
Giovani che abbandonano
                                                            10,0                      15-16                 18,8                  22,3
prematuramente gli studi (%)
Popolazione in età 30-34 anni che ha
conseguito un titolo di studio                               >40                      26-27                  19,8                 15,6
universitario (%)
Persone a rischio povertà o esclusione
                                                          -20.000                     -2.200                14.742              8.463*
sociale (migliaia di persone)
Fonte: Elaborazioni SRM e Confindustria Mezzogiorno su dati Istat, Eurostat e Commissione Europea
*2009

Tab. 1.3 - Obiettivi di crescita intelligente e solidale nel Mezzogiorno: la situazione delle Regioni (2010)

                                        Spesa in
                       Tasso di                                Giovani che              Popolazione in età 30 -34     Persone a rischio
                                        Ricerca e
                     occupazione                            abbandonano                  con un titolo di studio     povertà o esclusione
                                        Sviluppo
                   (età 20-64) (%)                            gli studi** (%)              universitario (%)          sociale (migliaia)*
                                       (% del PIL)*
Europa 2020 -
                           75                  3                    10                              >40                      -20.000
Obiettivo
Obiettivo
                          67-69              1,53                  15-16                            26-27                    -2.200
Italia
Mezzogiorno               47,7                0,9                   22,3                            15,6                      8.464
Abruzzo                   59,7                1,0                   13,5                            20,9                       347
Molise                    55,2                0,5                   13,5                            24,4                       112
Campania                  43,7                1,3                   23,0                            12,9                      2.487
Puglia                    48,2                0,8                   23,4                            15,4                      1.454
Basilicata                51,3                0,7                   15,1                            19,8                       246
Calabria                  46,1                0,4                   16,2                            19,2                       842
Sicilia                   46,6                0,8                   26,0                            14,6                      2.486
Sardegna                  54,6                0,7                   23,9                            16,8                       490
Fonte: elaborazioni SRM e Confindustria Mezzogiorno su dati Istat, Eurostat e Commissione Europea

(*) 2009
(**)Popolazione 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione di
durata superiore ai 2 anni

Il percorso dell’Italia verso il raggiungimento degli 8 obiettivi di Europa 2020 è ancora lungo, e i vincoli
stringenti sul bilancio dello Stato ne determineranno probabilmente un rallentamento; in alcuni casi gli
obiettivi sono già stati ridimensionati per il nostro Paese rispetto al disegno originario. Per quanto concerne
il Mezzogiorno, gli obiettivi di crescita solidale (gli unici, insieme al target di spesa in Ricerca e Sviluppo, per i
quali è possibile il calcolo degli indicatori a livello sub-nazionale), sono ancora più lontani rispetto al valore
Italia. In particolare, il tasso di occupazione fa registrare un valore inferiore di circa 20 punti rispetto
all’obiettivo italiano. Tra le regioni meridionali la Campania è quella più lontana dai target nazionali di
Europa 2020 per 2 dei 4 indicatori tasso di occupazione e quota di laureati nella fascia di popolazione tra i
30 e i 34 anni) mentre esprime la quota più alta tra le regioni meridionali relativamente alla spesa in Ricerca
e Sviluppo sul Pil.



                                                                                                                                            18
Check up Mezzogiorno marzo 2012


2. I dati macroeconomici
Tab. 2.1 - Pil per abitante in PPA* (Indice Ue27=100): confronto tra regioni italiane e Paesi UE (valori
Percentuali)

Paese/area                        2007        2008         Paese/area                          2007        2008
Ue-27                             100,0       100,0        Provincia Autonoma Bolzano/Bozen    134,8       136,7
Lussemburgo                       274,4       278,9        Lombardia                           134,8       133,5
Olanda                            132,4       133,5        Emilia-Romagna                      128,0       127,1
Irlanda                           147,2       132,7        Lazio                               122,4       122,7
Austria                           122,8       123,9        Provincia Autonoma Trento           122,0       122,3
Danimarca                         122,4       122,7        Veneto                              121,6       121,5
Svezia                            124,4       122,3        Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste        119,6       120,7
Finlandia                         117,2       117,5        Friuli-Venezia Giulia               116,8       116,3
Germania                          115,6       115,5        Piemonte                            113,6       113,5
Belgio                            115,6       114,7        Toscana                             113,2       113,5
Regno Unito                       116,0       114,3        Liguria                             106,8       108,0
Francia                           108,0       106,4        Marche                              105,6       105,6
Italia                            103,6       103,6        Umbria                               96,8       97,2
Spagna                            104,8       103,2        Abruzzo                              85,2       85,3
Cipro                             92,4         97,2        Molise                               78,4       80,1
Grecia                            91,6         93,6        Sardegna                             78,4       78,5
Slovenia                          88,4         90,8        Basilicata                           75,2       76,1
Repubblica Ceca                   79,6         80,5        Puglia                               67,2       67,3
Malta                             77,2         77,7        Sicilia                              66,0       66,1
Portogallo                        78,4         77,7        Campania                             66,0       65,3
Slovacchia                        68,0         72,1        Calabria                             66,0       65,3
Estonia                           69,2         67,7
Ungheria                          62,4         64,5        Mezzogiorno                          68,9       68,8
Lituania                          58,8         61,0        Centro Nord                         122,3       122,1
Lettonia                          55,6         56,2
Polonia                           54,4         56,2
Romania                           41,6         46,6
Bulgaria                          40,4         43,4
* Parità di Potere di Acquisto
Fonte. Elaborazione Confindustria e SRM su dati Eurostat



Nel 2008 il Pil per abitante in Italia è stato pari al 103,6% della media UE a 27, restando sostanzialmente
invariato rispetto all’anno precedente. Resta forte la distanza tra Centro-Nord e Sud con indicatori
rispettivamente pari a 122,1% e 68,8%. Continua invece il processo di convergenza di alcuni paesi europei
(Slovacchia, Ungheria, Lituania etc.) i cui valori si avvicinano ormai a quello registrato nel Mezzogiorno. Per
quanto riguarda le singole regioni meridionali, cresce il Pil pro capite in Abruzzo, Molise, Sardegna,
Basilicata, Puglia e Sicilia, mentre scende in Campania e Calabria che presentano anche i valori più bassi tra
le regioni italiane (65,3%).




                                                                                                              19
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf.2.1 - Andamento del Pil per abitante nel Mezzogiorno (indice Centro-Nord e UE 27 = 100)
                  76                                                                                                                  60


                  75
                                                                                                                                      59

                  74

                                                                                                                                      58
                  73


                  72                                                                                                                  57


                  71
                                                                                                                                      56

                  70

                                                                                                                                      55
                  69


                  68                                                                                                                  54
                        1997   1998   1999   2000   2001    2002     2003      2004    2005     2006    2007     2008   2009   2010
                                                Mezz/ UE 27 (scala sinistra)          Mezz / CN (scala destra)

               * Centro Nord (prezzi correnti); UE27 (prezzi correnti)
               Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Eurostat ed Istat; dati Svimez per il 2010



Tab 2.2 - Principali indicatori economici nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno nel 2010

                                                                        Mezzogiorno                                     Centro-Nord
                                                                                   Tasso medio di                                Tasso medio di
                                                               Valore             variazione 2001-                Valore        variazione 2001-
                                                                                        2010                                          2010
Pil (milioni di euro)                                         364.998                         0,0                1.182.403                 0,4
Popolazione al 31 dicembre (migliaia)                          20.913                         0,2                 39.714                   0,9
Pil per abitante (euro)                                        17.466                         -0,2                29.869               -0,5
Investimenti fissi lordi (milioni di euro)                     78.110                         0,0                223.176                   0,0
Consumi delle famiglie (milioni di euro)                      252.836                         -0,1               688.674                   0,5
Produttività* (euro)                                           50.214                         0,1                 60.336               -0,1
*Valore aggiunto / Unità di lavoro
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez



Il Pil pro capite del Mezzogiorno, fatto cento quello medio dell’Unione Europea a 27, nel 2010 si attesta a
quota 71,6; dopo essere aumentato tra il 2007 ed il 2009, l’indicatore subisce una nuova flessione nel 2010.
Nel complesso il gap fra il Pil pro capite del Mezzogiorno e quello dell’ UE a 27 è cresciuto nel corso
dell’intero periodo esaminato. Al contrario, si assiste ad una riduzione della distanza dalle regioni centro-
settentrionali (con l’indicatore passato dal 56 nel 1997 a 58,5 nel 2010), soprattutto grazie al differente
andamento della popolazione , che al Sud cresce solo dello 0,2 % nel periodo, mentre al Centro Nord cresce
dello 0,9%. Così, mentre il Pil pro capite del Mezzogiorno si è ridotto in media dello 0,2% tra il 2001 e il 2010,
nel Centro-Nord c’è stata una riduzione dello 0,5%. Anche la produttività nel Mezzogiorno ha subito un
andamento meno negativo nel periodo considerato; tuttavia, il gap resta elevato, segnando un valore
aggiunto di 50 mila euro per unità lavorativa nel Mezzogiorno e di circa 60 mila euro nel Centro-Nord. Nel
complesso, tra il 2001 e il 2010 non ci sono state variazioni di rilievo nei principali indicatori economici
meridionali segnalando, così, una perdurante fase di stagnazione.




                                                                                                                                                   20
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf. 2.2 - Tasso di crescita del Pil (*) nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno, 1996-2010 valori percentuali

   6

   4

   2

   0

  -2

  -4

  -6
         1996      1997        1998     1999         2000      2001        2002     2003         2004     2005        2006     2007        2008   2009

                                 Mezzogiorno                 Centro Nord             Differenziale di crescita (Mezzogiorno-Italia)

(*) Elaborazione su valori concatenati
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat

Graf.2.3 – Produttività del Mezzogiorno, 1995-2010 (Centro-Nord=100)
                   84
                                                                                                                             83,5
                                                                                                                                    83,2

                   83

                                                                                                                      82,0
                   82
                                                      81,2                                              81,2   81,3
                                                             81,0
                   81                                                                            80,8
                                       80,6
                                                                    80,5           80,4   80,5
                                80,2          80,2
                                                                            80,1
                   80
                        79,5


                   79



                   78



                   77
                        1995    1996   1997   1998   1999    2000   2001   2002    2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010
                                                                           Mezzogiorno

                Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez



La dinamica del Pil nel corso del periodo analizzato evidenzia per il Mezzogiorno due diversi diverse fasi: si
rileva, in generale, un differenziale di crescita positivo rispetto al Centro-Nord fino al 2001, anno a partire
dal quale diventa costantemente negativo fino al 2007. Nel 2008 e nel 2009 il Pil delle regioni meridionali e
quello delle regioni centro-settentrionali presentano variazioni negative: in particolare, nel 2009 il Pil del
Mezzogiorno si riduce del 4,3%, quello del Centro-Nord del 5,3%. I dati del 2010 evidenziano una ripresa più
spinta nelle regioni del Centro-Nord (+1,7%) che in quelle del Mezzogiorno.
Per quanto concerne la produttività del lavoro del Mezzogiorno, dopo il calo verificatosi tra il 1999 e il 2002,
l’indice (fatto 100 il Centro-Nord) è tornato a crescere portandosi a 83,5 nel 2009, con un miglioramento di
circa 3 punti rispetto al 2002: l’indice, tuttavia, torna a scendere nel 2010.




                                                                                                                                                         21
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf. 2.4 – Investimenti fissi lordi totali per ripartizione, 1995-2010 (valori concatenati, Indice 1995=100)
                       140

                       135

                       130

                       125

                       120

                       115

                       110

                       105

                       100

                        95

                        90
                             1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
                                                     Mezzogiorno    Centro Nord   Italia

                    Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez


Tab. 2.3 – Investimenti fissi lordi per branca proprietaria nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord (2000-2010)

                                                         Mezzogiorno                                     Centro-Nord

                                              Valore al 2010                                Valore al 2010
                                             (milioni di euro      Var % sul 2000*         (milioni di euro     Var % sul 2000*
                                                correnti)                                     correnti)

Agricoltura, Silvicoltura e Pesca                  3.485                  -13,3                 7.231                  -13,1
Industria in senso stretto                        12.897                  -29,4                59.661                  -10,1
Costruzioni                                        2.555                  -30,3                 7.179                  -6,7
Servizi                                           59.174                  12,7                149.105                  3,4
Totale                                            78.110                  -0,8                223.176                  -1,6
* Variazione calcolata su valori concatenati (anno di riferimento 2000)
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Svimez



A partire dal 1997 e fino al 2001, gli investimenti fissi lordi nel Mezzogiorno sono cresciuti ad un ritmo
maggiore rispetto a quelli del Centro-Nord; successivamente a tale data e fino al 2007 la crescita è stata
invece inferiore. Tra il 2007 ed il 2009 in entrambe le aree si osservano gli effetti della crisi con un indice che
per il Mezzogiorno si è portato da 133,6 a 118, valore inferiore a quello registrato nel 2000 (119,6). Sia nel
Mezzogiorno che nel Centro-Nord gli investimenti fissi lordi tornano a crescere nel 2010. L’analisi per
branca proprietaria evidenzia che, tra il 2000 ed il 2010, il Mezzogiorno ed il Centro-Nord hanno registrato
un calo simile degli investimenti nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (circa -13%). Per quanto
riguarda l’Industria in senso stretto e le costruzioni, gli investimenti fissi lordi hanno, invece, manifestato
una riduzione molto più marcata nelle regioni meridionali che in quelle centro-settentrionali; al contrario,
maggiore è stata la crescita degli investimenti nel settore dei servizi nel Mezzogiorno (+12,7% a fronte di
+3,4% nel Centro-Nord).




                                                                                                                                  22
Check up Mezzogiorno marzo 2012


3. Le imprese: aspetti reali e finanziari
Tab. 3.1 - Imprese per classi di addetti nel 2009: confronto tra regioni italiane e Paesi dell’UE a 27 (valori
percentuali)


                                                   250 e                                          50-   250 e
                      1-9      10-49    50-249                                     1-9    10-49
                                                   oltre                                          249   oltre
Ue-27                80,8      14,7       3,7       0,8    Piemonte                81,0   15,9    2,6    0,5
Austria              71,9      20,6       5,8       1,8    Valle d'Aosta           88,7   10,0    1,0    0,3
Belgio*              81,3      14,1       3,6       0,9    Lombardia               76,9   19,5    3,2    0,5
Bulgaria             73,0      20,0       5,9       1,0    Liguria                 87,0   11,7    1,1    0,2
Cipro                87,6      10,6       1,6       0,2    Trentino-Alto Adige     81,7   15,4    2,5    0,4
Croazia              85,2      11,3       2,8       0,7    Veneto                  76,3   20,3    3,1    0,4
Danimarca*           70,8      21,4       6,5       1,4    Friuli-Venezia Giulia   75,8   20,3    3,4    0,5
Estonia              69,2      21,9       7,7       1,1    Emilia-Romagna          78,1   18,6    2,8    0,5
Finlandia            82,0      13,3       3,7       1,0    Toscana                 84,3   14,3    1,2    0,1
Francia              84,1      12,2       3,0       0,8    Umbria                  81,8   15,9    2,0    0,3
Germania             60,5      28,4       8,9       2,2    Marche                  78,3   19,2    2,3    0,2
Grecia               95,1       3,8       0,9       0,2    Lazio                   88,4   10,2    1,2    0,2
Irlanda              49,6      36,1      11,3       3,0    Abruzzo                 83,5   14,3    1,9    0,3
Italia               81,9      15,6      2,1        0,3    Molise                  88,3   10,2    1,3    0,1
Lettonia             75,5      18,4       5,4       0,7    Campania                87,4   11,3    1,1    0,1
Lituania             76,9      16,8       5,4       0,8    Puglia                  86,9   12,1    0,9    0,1
Lussemburgo          64,1      23,8       9,2       3,0    Basilicata              89,1   9,8     1,0    0,1
Norvegia             80,3      15,1       3,8       0,7    Calabria                93,2   6,4     0,4    0,0
Olanda               77,9      16,5       4,8       0,8    Sicilia                 91,3   8,2     0,5    0,0
Polonia              87,5       8,0       3,6       0,9    Sardegna                91,1   8,2     0,6    0,1
Portogallo           81,8      14,9       3,0       0,3
Regno Unito          75,4      18,2       5,2       1,2    Centro-Nord             79,7   17,4    2,5    0,4
Repubblica Ceca      91,5       6,0       2,0       0,5    Mezzogiorno             88,6   10,4    0,9    0,1
Romania              73,4      19,4       5,9       1,4
Slovacchia           48,8      35,6      12,2       3,4
Slovenia             87,1       9,0       3,1       0,7
Spagna               81,1      15,9       2,6       0,5
Svezia               87,2       9,4       2,6       0,7
Ungheria             85,4      10,8       3,1       0,7
* dati del 2008
Fonte: Elaborazione SRM su dati Eurostat e Istat



La distribuzione delle imprese per classi di addetti nel 2009 rimarca ancora una volta la vasta presenza in
Italia di imprese di piccola dimensione (81,9%, in aumento rispetto all’81,3% del 2008) anche con
riferimento del valore medio dell’UE a 27 (79,1%). Nel Mezzogiorno le imprese si distribuiscono con una
quota maggiore nella classe tra 1 e 9 addetti (88,6%, rispetto al 79,7% del Centro Nord). Particolarmente
sottodimensionate sono le imprese in Calabria (il 93,2% si colloca nella classe 1-9) e in Sicilia (91,3%).




                                                                                                           23
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf. 3.1 – Tassi di crescita delle imprese 2005-11(*): confronto fra Mezzogiorno e Centro-Nord
  4                                                          3,5

  3                                                                      2,7


  2
        1,2 1,0 1,1                                                1,1
                         0,9         0,8
  1                            0,5          0,5
                                                     0,3
                                                                                                 0,1              0,04
  0
                                                  -0,1                                                    -0,03          -0,1
                                                                               -0,6 -0,5 -0,6          -0,3          -0,5
 -1
             2005           2006               2007            2008               2009             2010              2011
                                             Centro Nord      Mezzogiorno          Italia
(*) Imprese attive
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese



Tab. 3.2 - Imprese attive e società di capitali nelle regioni meridionali, 2010 e 2011 (valori assoluti e
variazioni percentuali)
                                           Imprese attive                                       Società di capitali
                           2010                 2011         Variazione %            2010              2011         Variazione %
Abruzzo                   132.873             133.066             0,1               17.742            18.743             5,6
Molise                    32.576               32.152            -1,3               3.287             3.495              6,3
Campania                  474.134             472.526            -0,3               81.596            83.495             2,3
Puglia                    340.150             338.332            -0,5               40.859            42.935             5,1
Basilicata                55.060               54.320            -1,3               4.956             5.413              9,2
Calabria                  157.373             156.995            -0,2               15.268            16.139             5,7
Sicilia                   383.098             380.715            -0,6               41.504            43.931             5,8
Sardegna                  148.429             147.645            -0,5               17.275            17.924             3,8

Centro-Nord              3.558.241           3.559.764             0,04            706.853             721.874           2,1
Mezzogiorno              1.723.693           1.715.751             -0,5            222.487             232.075           4,3
Italia                   5.281.934           5.275.515             -0,1            929.340             953.949           2,6
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese



La dinamica del tasso di crescita del numero di imprese attive evidenzia un progressivo rallentamento tra il
2005 ed il 2006 sia nel Mezzogiorno che nel resto dell’Italia, seguito poi nel 2008 da una netta ripresa
(+3,5% nel Centro-Nord e +1,1% nel Mezzogiorno). In contrazione risulta, invece, l’andamento del numero di
imprese attive nel 2009, nel 2010 e nel 2011, anno in cui si registra una riduzione dello -0,5% per il
Mezzogiorno e una invarianza per il Centro-Nord.
Ciò è dovuto in modo particolare alle riduzioni che si sono verificate in Sicilia (-0,6%), in Campania (-0,3%) e
in Puglia (-0,5%). Si registra viceversa, un trend positivo per le società di capitali che mostrano tassi di
variazione positivi in tutte le regioni del Mezzogiorno e superiori a quelli registrati in media nel Centro-Nord.




                                                                                                                                24
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf. 3.2 – Composizione delle imprese per forma giuridica, 2011 ( valori percentuali)
  100                    2,1                                 3,0                              2,4

   80
                        58,3                                                                  62,5
   60                                                        71,2


   40
                        19,3                                                                  17,1
   20                                                        12,4
                        20,3                                 13,5                             18,1
    0
                   Centro Nord                           Mezzogiorno                          Italia
              Società di Capitali        Società di Persone      Ditte Individuali    Altre Forme Giuridiche
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese



I dati sulla forma giuridica delle imprese attive al IV trimestre del 2011, confermano la forte prevalenza di
ditte individuali nel Mezzogiorno (71,2% rispetto al 58,3% del Centro-Nord) e un’incidenza delle società di
capitali che non va oltre il 13,5% (20,3% nel Centro-Nord).




                                                                                                               25
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Tab. 3.3 - Unità locali e dimensione media nei settori manifatturieri (2009)

                                                                   Mezzogiorno                             Italia
                                                                          Dimensione                            Dimensione
                       Settori                           Unità locali     media delle       Unità locali        media delle
                                                                         unità locali (*)                       unità locali
Alimentare, bevande e tabacco                               27.896            4,5             64.417                 6,7
Tessile, abbigliamento e concia                             14.794            5,7             75.203                 7,2
Mobili ed industria del legno                               14.498            3,7             60.131                 5,3
Industria della carta                                        5.852            4,7             23.616                 7,7
Chimico e farmaceutico                                       1.354            12,9            6.919                 26,3
Prodotti in petrolio, gomma e plastica                       2.463            12,8            13.835                14,9
Prodotti da minerali non metalliferi                        10.632            5,5             28.678                 8,1
Metallurgia e prodotti in metallo                           20.519            6,0             89.612                 8,2
Macchine ed apparecchiature elettriche e
                                                             4.828            11,6            47.089                16,1
meccaniche
Mezzi di trasporto                                          1.310             53,8            6.715                 41,0
Altre industrie manifatturiere                             16.292             3,4            73.431                  4,0
Totale Manifatturiero                                      120.438            5,8            489.646                 8,5
                            Var. % 2009 su 2008              -6,3              -               -5,3                   -
 (*) Numero medio di addetti per unità locale
Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat (archivio ASIA)



Nel 2009, le unità locali del manifatturiero meridionale presentano una dimensione media (5,8 addetti per
unità locale) notevolmente inferiore a quella rilevata a livello nazionale (8,5). I settori con gli stabilimenti in
media più grandi sono quello dei mezzi di trasporto (53,8 addetti contro un valore medio italiano di 41, il
chimico-farmaceutico (12,9; 26,3 per l’Italia) e quello dei prodotti derivanti dal petrolio (12,8 addetti; 14,9 in
Italia). Nel complesso il numero delle unità locali nel manifatturiero è calato del 6,3% nel Mezzogiorno e del
5,3% nel Centro-Nord nel 2009 rispetto al dato del 2008; la dimensione media è, viceversa, rimasta stabile.




                                                                                                                           26
Check up Mezzogiorno marzo 2012


Graf. 3.3 –Specializzazioni settoriali nel Mezzogiorno rispetto agli addetti nelle unità locali (2009) (*)

                    2,0
                    1,8   1,7

                    1,6            1,5     1,5
                    1,4
                    1,2                            1,1
                                                           1,0     1,0                                   Italia = 1
                    1,0                                                    0,9     0,9       0,9
                    0,8
                                                                                                   0,6
                    0,6
                                                                                                             0,4
                    0,4
                    0,2
                    0,0




            (*) Indice costruito calcolando il rapporto tra l’incidenza percentuale degli addetti del settore nel manifatturiero
           meridionale ed il medesimo valore nel manifatturiero italiano. Valori maggiori di 1 indicano una specializzazione in
           quel settore.
           Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat (archivio ASIA)



Il Mezzogiorno presenta una specializzazione occupazionale molto elevata nel settore alimentare con un
indice pari a 1,7; seguono l’industria di prodotti non metalliferi (1,5) e quella dei mezzi di trasporto (1,5). Il
mobilio e il metallurgico incidono allo stesso modo sul totale degli addetti in Italia e nel Mezzogiorno. Il
manifatturiero meridionale, infine, è meno specializzato nel chimico-farmaceutico (indice pari a 0,6) e nella
costruzione di macchine e apparecchiature (0,4).




                                                                                                                             27
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo
Check up mezzogiorno  marzo 2012-completo

Contenu connexe

Tendances

Scenari economici di Confindustria
Scenari economici di ConfindustriaScenari economici di Confindustria
Scenari economici di ConfindustriaBNL Mestiere Impresa
 
Siderweb smo febbraio2013
Siderweb smo febbraio2013Siderweb smo febbraio2013
Siderweb smo febbraio2013Siderweb
 
L’indice dell’apocalisse finanziaria
L’indice dell’apocalisse finanziariaL’indice dell’apocalisse finanziaria
L’indice dell’apocalisse finanziariaCarlo Favaretti
 
Siderweb Outlook Obiettivo Forge
Siderweb Outlook Obiettivo ForgeSiderweb Outlook Obiettivo Forge
Siderweb Outlook Obiettivo ForgeSiderweb
 
Congiuntura+flash 150420 confindustria
Congiuntura+flash 150420 confindustriaCongiuntura+flash 150420 confindustria
Congiuntura+flash 150420 confindustriaGinevraBartolucci
 
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013Alessia Di Raimondo
 
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italiano
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italianoLe incursioni della BCE sul mercato del lavoro italiano
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italianoMassimo Resce
 
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-MetOsservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-MetCRIBIS D&B
 
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013BNL Mestiere Impresa
 
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...Istituto nazionale di statistica
 
Rapporto confcommercio cernobbio 2013
Rapporto confcommercio cernobbio 2013Rapporto confcommercio cernobbio 2013
Rapporto confcommercio cernobbio 2013BNL Mestiere Impresa
 
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionale
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionaleICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionale
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionaleAlessandro Fichera
 

Tendances (20)

Srm
SrmSrm
Srm
 
Scenari economici di Confindustria
Scenari economici di ConfindustriaScenari economici di Confindustria
Scenari economici di Confindustria
 
Siderweb smo febbraio2013
Siderweb smo febbraio2013Siderweb smo febbraio2013
Siderweb smo febbraio2013
 
L’indice dell’apocalisse finanziaria
L’indice dell’apocalisse finanziariaL’indice dell’apocalisse finanziaria
L’indice dell’apocalisse finanziaria
 
Scenari economici 19
Scenari economici 19Scenari economici 19
Scenari economici 19
 
Siderweb Outlook Obiettivo Forge
Siderweb Outlook Obiettivo ForgeSiderweb Outlook Obiettivo Forge
Siderweb Outlook Obiettivo Forge
 
Congiuntura+flash 150420 confindustria
Congiuntura+flash 150420 confindustriaCongiuntura+flash 150420 confindustria
Congiuntura+flash 150420 confindustria
 
270 andamento del mercato del lavoro
270   andamento del mercato del lavoro270   andamento del mercato del lavoro
270 andamento del mercato del lavoro
 
Scenari economici - Confindustria
Scenari economici - ConfindustriaScenari economici - Confindustria
Scenari economici - Confindustria
 
Consuntivo 2014 dell'economia regionale
Consuntivo 2014 dell'economia regionaleConsuntivo 2014 dell'economia regionale
Consuntivo 2014 dell'economia regionale
 
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013
Speciale Startup di Banca&impresa - Giugno2013
 
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italiano
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italianoLe incursioni della BCE sul mercato del lavoro italiano
Le incursioni della BCE sul mercato del lavoro italiano
 
BNL Focus #22
BNL Focus #22BNL Focus #22
BNL Focus #22
 
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-MetOsservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
 
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013
Analisi mensile del Centro Studi Confindustria - Ottobre 2013
 
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...
R. Monducci: La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statis...
 
Rapporto confcommercio cernobbio 2013
Rapporto confcommercio cernobbio 2013Rapporto confcommercio cernobbio 2013
Rapporto confcommercio cernobbio 2013
 
Datatur 2011
Datatur 2011Datatur 2011
Datatur 2011
 
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionale
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionaleICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionale
ICE - PROMETEIA: Evoluzione del commercio internazionale
 
BNL Focus #41
BNL Focus #41BNL Focus #41
BNL Focus #41
 

Similaire à Check up mezzogiorno marzo 2012-completo

La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italianaKevin Tempestini
 
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...Istituto nazionale di statistica
 
Estratto dal Dossier Caritas 2014
Estratto dal Dossier Caritas 2014Estratto dal Dossier Caritas 2014
Estratto dal Dossier Caritas 2014Vispo Srl
 
Osservatorio Bilanci CRIF Decision Solutions
Osservatorio Bilanci CRIF Decision SolutionsOsservatorio Bilanci CRIF Decision Solutions
Osservatorio Bilanci CRIF Decision SolutionsCRIBIS D&B
 
Confronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto AdigeConfronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto AdigeFabrizio Favre
 
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di Torino
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di TorinoRelazione al bilancio di previsione 2014 - Città di Torino
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di TorinoGianguido Passoni
 
Relazione bilancio previsione 2014 definitiva
Relazione bilancio previsione 2014 definitivaRelazione bilancio previsione 2014 definitiva
Relazione bilancio previsione 2014 definitivacittAgora
 
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...Istituto nazionale di statistica
 
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013BNL Mestiere Impresa
 
Estratto dal Rapporto Caritas 2013
Estratto dal Rapporto Caritas 2013Estratto dal Rapporto Caritas 2013
Estratto dal Rapporto Caritas 2013Vispo Srl
 
Report trimestrale startup_06_03_15
Report trimestrale startup_06_03_15Report trimestrale startup_06_03_15
Report trimestrale startup_06_03_15EnricoPanini
 
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - SiciliaCruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Siciliaunioncameresicilia
 
Sintesi rapporto ecre_5luglio10
Sintesi rapporto ecre_5luglio10Sintesi rapporto ecre_5luglio10
Sintesi rapporto ecre_5luglio10FilodiArianna
 

Similaire à Check up mezzogiorno marzo 2012-completo (20)

La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italiana
 
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...
R. Monducci - Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle attivi...
 
Estratto dal Dossier Caritas 2014
Estratto dal Dossier Caritas 2014Estratto dal Dossier Caritas 2014
Estratto dal Dossier Caritas 2014
 
Osservatorio Bilanci CRIF Decision Solutions
Osservatorio Bilanci CRIF Decision SolutionsOsservatorio Bilanci CRIF Decision Solutions
Osservatorio Bilanci CRIF Decision Solutions
 
Confronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto AdigeConfronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto Adige
 
227 1 anno di monti
227   1 anno di monti227   1 anno di monti
227 1 anno di monti
 
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di Torino
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di TorinoRelazione al bilancio di previsione 2014 - Città di Torino
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di Torino
 
Relazione bilancio previsione 2014 definitiva
Relazione bilancio previsione 2014 definitivaRelazione bilancio previsione 2014 definitiva
Relazione bilancio previsione 2014 definitiva
 
Gregorio De Felice - Responsabile Servizio Studi e Ricerche di Banca Intesa S...
Gregorio De Felice - Responsabile Servizio Studi e Ricerche di Banca Intesa S...Gregorio De Felice - Responsabile Servizio Studi e Ricerche di Banca Intesa S...
Gregorio De Felice - Responsabile Servizio Studi e Ricerche di Banca Intesa S...
 
Report estero 2013 07 istat
Report estero 2013 07 istatReport estero 2013 07 istat
Report estero 2013 07 istat
 
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...
R. Monducci, Economia, imprese, lavoro: fattori critici e potenziale di cresc...
 
Note economiche
Note economicheNote economiche
Note economiche
 
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013
Osservatorio nazionale sul credito delle PMI - 1° Trimestre 2013
 
Estratto dal Rapporto Caritas 2013
Estratto dal Rapporto Caritas 2013Estratto dal Rapporto Caritas 2013
Estratto dal Rapporto Caritas 2013
 
Report trimestrale startup_06_03_15
Report trimestrale startup_06_03_15Report trimestrale startup_06_03_15
Report trimestrale startup_06_03_15
 
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - SiciliaCruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
 
Sintesi rapporto ecre_5luglio10
Sintesi rapporto ecre_5luglio10Sintesi rapporto ecre_5luglio10
Sintesi rapporto ecre_5luglio10
 
BNL Focus 2014 #1
BNL Focus 2014 #1BNL Focus 2014 #1
BNL Focus 2014 #1
 
Il posizionamento del_sistema_territoriale_
Il posizionamento del_sistema_territoriale_Il posizionamento del_sistema_territoriale_
Il posizionamento del_sistema_territoriale_
 
Def
DefDef
Def
 

Plus de Al Roma

Program terme di lombardia
Program terme di lombardiaProgram terme di lombardia
Program terme di lombardiaAl Roma
 
Maremma brand index_2012_
Maremma brand index_2012_ Maremma brand index_2012_
Maremma brand index_2012_ Al Roma
 
Customer loyalty in hotel industry
Customer loyalty in hotel industryCustomer loyalty in hotel industry
Customer loyalty in hotel industryAl Roma
 
Che ruolo avrà il social media manager by cino wang
Che ruolo avrà il social media manager by cino wangChe ruolo avrà il social media manager by cino wang
Che ruolo avrà il social media manager by cino wangAl Roma
 
Brand and social media manager by roberto necci
Brand and social media manager by roberto necciBrand and social media manager by roberto necci
Brand and social media manager by roberto necciAl Roma
 
Leisure e distribution-final by hotel gogo
Leisure e distribution-final by hotel gogoLeisure e distribution-final by hotel gogo
Leisure e distribution-final by hotel gogoAl Roma
 
Che ruolo avrà il social media manager giuseppe taranto
Che ruolo avrà il social media manager   giuseppe tarantoChe ruolo avrà il social media manager   giuseppe taranto
Che ruolo avrà il social media manager giuseppe tarantoAl Roma
 
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...Al Roma
 
Destinations tourism marketing turistico n.16
Destinations tourism marketing turistico n.16Destinations tourism marketing turistico n.16
Destinations tourism marketing turistico n.16Al Roma
 
Pos public0819
Pos public0819Pos public0819
Pos public0819Al Roma
 
Presentazione ufficiale zenvioo
Presentazione ufficiale zenviooPresentazione ufficiale zenvioo
Presentazione ufficiale zenviooAl Roma
 
European business travel research by accor nov 2012
European business travel research by accor nov 2012European business travel research by accor nov 2012
European business travel research by accor nov 2012Al Roma
 
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-it
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-itGlobal review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-it
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-itAl Roma
 
Turismo per caso
Turismo per casoTurismo per caso
Turismo per casoAl Roma
 
Fiere turismo
Fiere turismoFiere turismo
Fiere turismoAl Roma
 
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012Al Roma
 
Final q2 2012 earnings press release
Final q2 2012 earnings press releaseFinal q2 2012 earnings press release
Final q2 2012 earnings press releaseAl Roma
 
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rt
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rtThe distributionchallenge2010 2012-ehl-rt
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rtAl Roma
 
Google socialmedia
Google socialmediaGoogle socialmedia
Google socialmediaAl Roma
 

Plus de Al Roma (20)

Program terme di lombardia
Program terme di lombardiaProgram terme di lombardia
Program terme di lombardia
 
kuoni
kuoni kuoni
kuoni
 
Maremma brand index_2012_
Maremma brand index_2012_ Maremma brand index_2012_
Maremma brand index_2012_
 
Customer loyalty in hotel industry
Customer loyalty in hotel industryCustomer loyalty in hotel industry
Customer loyalty in hotel industry
 
Che ruolo avrà il social media manager by cino wang
Che ruolo avrà il social media manager by cino wangChe ruolo avrà il social media manager by cino wang
Che ruolo avrà il social media manager by cino wang
 
Brand and social media manager by roberto necci
Brand and social media manager by roberto necciBrand and social media manager by roberto necci
Brand and social media manager by roberto necci
 
Leisure e distribution-final by hotel gogo
Leisure e distribution-final by hotel gogoLeisure e distribution-final by hotel gogo
Leisure e distribution-final by hotel gogo
 
Che ruolo avrà il social media manager giuseppe taranto
Che ruolo avrà il social media manager   giuseppe tarantoChe ruolo avrà il social media manager   giuseppe taranto
Che ruolo avrà il social media manager giuseppe taranto
 
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...
Hotel industry in the european region reports mixed results for november 2012...
 
Destinations tourism marketing turistico n.16
Destinations tourism marketing turistico n.16Destinations tourism marketing turistico n.16
Destinations tourism marketing turistico n.16
 
Pos public0819
Pos public0819Pos public0819
Pos public0819
 
Presentazione ufficiale zenvioo
Presentazione ufficiale zenviooPresentazione ufficiale zenvioo
Presentazione ufficiale zenvioo
 
European business travel research by accor nov 2012
European business travel research by accor nov 2012European business travel research by accor nov 2012
European business travel research by accor nov 2012
 
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-it
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-itGlobal review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-it
Global review-index-top-hotel-report-italia-novembre2012-it
 
Turismo per caso
Turismo per casoTurismo per caso
Turismo per caso
 
Fiere turismo
Fiere turismoFiere turismo
Fiere turismo
 
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012
DATI DEL COMMERCIO ONLINE 2012
 
Final q2 2012 earnings press release
Final q2 2012 earnings press releaseFinal q2 2012 earnings press release
Final q2 2012 earnings press release
 
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rt
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rtThe distributionchallenge2010 2012-ehl-rt
The distributionchallenge2010 2012-ehl-rt
 
Google socialmedia
Google socialmediaGoogle socialmedia
Google socialmedia
 

Check up mezzogiorno marzo 2012-completo

  • 3. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Il disegno in copertina è di Domenico Rosa Il rapporto è stato realizzato dall’Area Mezzogiorno di Confindustria e da SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Gli autori: Area Mezzogiorno Confindustria: Giuseppe Rosa (Direttore), Massimo Sabatini. SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno: Massimo Deandreis (Direttore Generale), Alessandro Panaro, Salvio Capasso, Luca Forte, Dario Ruggiero, Agnese Casolaro. Ha collaborato: Carmine Michael Nappi Coordinamento grafico: Alessandra Caporali Check up Mezzogiorno è stato chiuso con le informazioni disponibili al 12 marzo 2012.
  • 4. Check up Mezzogiorno marzo 2012 SOMMARIO Uno sguardo d’insieme................................................................................................................................. 2 Focus Crisi ..................................................................................................................................................... 5 1. L’indice di sviluppo e gli obiettivi di Europa 2020 ........................................................................... 16 2. I dati macroeconomici ..................................................................................................................... 19 3. Le imprese: aspetti reali e finanziari................................................................................................ 23 4. Le dinamiche creditizie .................................................................................................................... 35 5. Le esportazioni................................................................................................................................. 39 6. Il mercato del lavoro........................................................................................................................ 47 7. Formazione e innovazione............................................................................................................... 54 8. Turismo ............................................................................................................................................ 66 9. Demografia e qualità della vita........................................................................................................ 71 10. Spesa pubblica e politiche di sviluppo ............................................................................................. 76 11. Le infrastrutture .............................................................................................................................. 80 Principali fonti utilizzate ............................................................................................................................. 90 1
  • 5. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Uno sguardo d’insieme Sono ormai trascorsi quattro anni dall’inizio della crisi economica mondiale ed è opportuno fare un bilancio dei valori “persi” – e in alcuni casi non ancora recuperati – dall’economia meridionale in questo lasso di tempo. L’anno più acuto della crisi è stato il 2009, mentre i segnali di ripresa registrati in Europa e in Italia nel corso del 2010 hanno alimentato speranze di una crescita vigorosa del Prodotti Interno Lordo che avrebbe consentito di ritornare rapidamente sui valori pre-crisi, speranze che la successiva crisi dei debiti sovrani ha presto vanificato. Sotto molti aspetti la recessione ha inciso più profondamente nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese: nel periodo 2007-2010 il Prodotto Interno Lordo si è ridotto del 6,1% nel Mezzogiorno e del 5% nel Centro-Nord; tra il 2007 e il 2011 l’occupazione è calata di 300mila unità nel Mezzogiorno mentre il saldo nel Centro-Nord è risultato positivo (+50mila unità); nel 2011 l’utilizzo della Cassa integrazione si è ridotto di appena l’1,6% nel Mezzogiorno rispetto all’anno record del 2010, mentre nel Centro-Nord la riduzione è stata del 25,2%; la variazione del numero di imprese attive tra il 2007 e il 2011 è negativa per il Mezzogiorno (-0,3%) e positiva per il Centro-Nord (+3%); la redditività delle imprese misurata dal RoE è risultata in calo del 5% per le imprese manifatturiere meridionali e del 4,2% per quelle centro-settentrionali; infine, i tempi di riscossione dei crediti commerciali dalla PA sono mediamente più lunghi nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (quelli delle ASL, ad esempio, risultano più che doppi nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord). Il gap di sviluppo del Mezzogiorno con le altre aree del Paese e con i Paesi dell’Unione Europea non accenna, quindi, a ridursi: il Pil pro capite del Mezzogiorno - a parità di potere di acquisto - è del 31,2% inferiore alla media dell’UE a 27; la produttività nel 2010, fatto 100 l’indice per il Centro-Nord, nel Mezzogiorno è pari al 83,2, valore in calo rispetto al 2009. D’altro canto, la crisi ha favorito l’inizio di una fase di selezione del mercato, con l’espulsione delle imprese meno competitive (con una riduzione netta del numero di imprese attive) e un aumento delle società di capitali segno, tutto sommato, di un rafforzamento del tessuto produttivo meridionale: nel 2011, queste imprese sono cresciute del 4,3% nel Mezzogiorno e del 2,1% nel Centro-Nord. Si tratta di un rafforzamento ancora numericamente contenuto: secondo l’indagine annuale condotta da OBI ed SRM (Rapporto 2011 Impresa e Competitività) negli ultimi 4 anni (2008-2011) si è progressivamente ridotta la percentuale di imprese che ha effettuato investimenti (dal 37,4% al 16,5%); è un dato che preoccupa ancora di più se si considera che dalla stessa indagine emerge che le imprese che investono realizzano perfomance mediamente migliori rispetto a quelle che non investono. Segnali positivi vengono dai dati più recenti sull’andamento dell’export: nel 2011 hanno ripreso a crescere nel Mezzogiorno (in particolare nei primi nove mesi del 2011) le esportazioni manifatturiere, che sono aumentate del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2010 ad un ritmo superiore rispetto al Centro-Nord (+13,4%); tuttavia, è ancora bassa – seppur in crescita – la capacità di penetrazione delle imprese meridionali sui mercati più dinamici (Brics) che incidono per una quota del 3,7% sul complesso delle 2
  • 6. Check up Mezzogiorno marzo 2012 esportazioni del Mezzogiorno (8,4% la quota di export verso i Brics nel Centro-Nord), mentre migliora il posizionamento delle imprese meridionali nei Paesi del bacino del Mediterraneo, dove la progressiva stabilizzazione degli assetti politici potrebbe favorire uno sviluppo ulteriore dei traffici commerciali. Accesso al credito e adeguate dimensioni sono due aspetti fondamentali in grado di favorire una più diffusa presenza delle imprese meridionali sui mercati internazionali. Per quanto riguarda il primo aspetto, gli impieghi nel terzo trimestre 2011 sono risultati in leggero aumento nel Mezzogiorno (+0,4%); inoltre, anche se una buona percentuale di imprese percepisce un peggioramento delle condizioni di accesso al credito, una quota altrettanto elevata continua a giudicare positivamente i servizi offerti dalle banche. Per quel che concerne l’aspetto dimensionale, la ridotta dimensione media delle imprese italiane (e ancor più meridionali) è un aspetto strutturale del sistema produttivo nazionale: nel 2009, l’81,9% delle imprese manifatturiere italiane conta meno di 9 addetti, mentre nell’UE a 27 tale percentuale risulta essere dell’80,8% (del 60,5% in Germania); il dato del Mezzogiorno raggiunge l’88,6%. Occorre, quindi, incoraggiare la volontà delle imprese italiane e meridionali di cercare di superare i limiti dimensionali ricorrendo a nuove forme di collaborazione con altre imprese: secondo i dati di Unioncamere e dell’Osservatorio Retimpresa di Confindustria, i contratti di rete in Italia sono passati da 104 di fine luglio 2011 a 214 di fine novembre con un numero di imprese aderenti cresciuto da 354 a 1061 (di cui 269 localizzate nel Mezzogiorno). Altro fattore strategico è rappresentato dal capitale umano. Nel Mezzogiorno, dopo 3 anni consecutivi di contrazione della base occupazionale, i dati al terzo trimestre 2011 segnalano un aumento degli occupati (+0,4% sul 2010), appena inferiore al dato medio italiano. Tuttavia, resta grande il divario con il Centro- Nord per quanto riguarda il tasso di disoccupazione che, nella componente giovanile (38,8%) e femminile (15,7%), assume proporzioni preoccupanti. Al di là del calo dell’occupazione e delle conseguenze economico-sociali che ne derivano, un problema grave per l’Italia – e per il Mezzogiorno in particolare – riguarda lo “spreco” di capitale umano, con riferimento, in particolare, alla componente giovanile e femminile: i dati al 2010 segnalano che in Italia il 22,1% dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni non lavora né studia (i cosiddetti Neet - Not in Education, Employment or Training) contro una media dell’UE a 27 pari a 15,3%; nel Mezzogiorno la quota dei Neet è del 31%. Lo sviluppo del Mezzogiorno non può prescindere da un miglioramento della dotazione infrastrutturale: l’area meridionale mostra una dotazione infrastrutturale, in termini di collegamenti stradali, superiore a quella del Centro-Nord (fatto 100 il dato relativo all’Italia, nel Mezzogiorno risulta pari a 107,2), mentre per le altre infrastrutture presenta valori ampiamente al di sotto della media italiana. In quest’ottica va valutato positivamente il Piano di Azione Coesione del Governo che ha stanziato 6,5 miliardi di euro per migliorare le infrastrutture ferroviarie nelle regioni meridionali. Occorre, però, che i relativi progetti trovino una rapida attuazione, con una decisa riduzione dei tempi di realizzazione delle infrastrutture, che per le regioni meridionali sono in media superiore a quelli registrati nel resto del Paese. Per quanto concerne le 3
  • 7. Check up Mezzogiorno marzo 2012 infrastrutture energetiche, elementi positivi emergono con riferimento al settore delle rinnovabili, visto che il Mezzogiorno produce circa il 35% della potenza nazionale proveniente da fonte solare, il 32% di quella bioenergetica e ben il 98% di quella eolica. I dati del Check up confermano, pertanto, il forte dualismo tra il Nord ed il Sud del Paese, non solo sotto l’aspetto economico, ma anche infrastrutturale e sociale. Ciò emerge chiaramente anche dall’indice sintetico di sviluppo elaborato nel 2010 dall’Area Mezzogiorno di Confindustria, secondo cui le province meridionali presentano mediamente un ritardo di circa il 40% rispetto a quelle centro-settentrionali. Se la disponibilità di risorse nazionali necessarie per colmare il divario tra le due aree del Paese è scarsa e in riduzione (anche se recentemente il CIPE è tornato ad assegnare risorse FAS alle infrastrutture) quelle europee potrebbero essere meglio utilizzate, innanzitutto migliorando la capacità di spesa dei fondi disponibili. In totale per il 2007-2013 il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo mettono a disposizione oltre 43 miliardi di euro per le regioni dell’Area Convergenza, di cui solo il 19,8 % è stato effettivamente speso. Se lo scenario attuale è fatto di molte ombre, ma anche di qualche luce, come l’andamento recente dell’export, l’ispessimento del tessuto produttivo generato dalla crescita del numero di società di capitali e la leadership nel campo delle energie rinnovabili, le prospettive di lungo periodo scontano previsioni demografiche nerissime per il Mezzogiorno. Secondo gli ultimi dati previsionali sulla demografia del Paese (pubblicati dall’Istat a fine dicembre 2011), l’Italia meridionale risulterà essere sempre meno attrattiva, specie nei confronti dei giovani: le previsioni al 2065 stimano un calo complessivo della popolazione meridionale dagli attuali 20,9 milioni di persone a 16,7 milioni, in controtendenza rispetto al dato italiano. Il Mezzogiorno, che oggi rappresenta la macro-area con l’età media più bassa (41,9 anni), nel 2065 presenterà, invece, la popolazione mediamente più anziana (51,6 anni di media) e un indice di dipendenza della popolazione (cioè il rapporto tra giovani e anziani) che da 27,2 del 2011 (il livello più basso tra le macroaree italiane) salirebbe a 69,4 – circa 10 punti in più della media nazionale. E’ necessario intervenire rapidamente per evitare che tali previsioni trovino conferma in futuro. La riduzione della popolazione di oltre 4 milioni di persone da qui a 50 anni e la crescita dell’età media di quasi 10 anni significano, infatti, la perdita della risorsa più preziosa per il Mezzogiorno: il capitale umano. Per invertire il trend è necessario creare le condizioni affinché al Sud si possa restare e vivere bene e affinché imprese e imprenditori ne siano attratti. Occorre cioè puntare sui settori in grado di esaltare le caratteristiche e le potenzialità del territorio: da un lato, su una logistica che crei valore aggiunto sfruttando il posizionamento del Mezzogiorno al centro del Mediterraneo; dall’altro, sul consolidamento del triangolo Turismo-Agricoltura-Cultura, tre settori in grado di alimentarsi a vicenda e capaci di generare effetti virtuosi in settori contigui (agroalimentare) e in comparti apparentemente distanti come l’edilizia che, dopo la pesante crisi degli ultimi anni, potrebbe ritrovare nuovo slancio da una massiccia opera di riqualificazione del territorio. Il tempo stringe. 4
  • 8. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Quanto abbiamo perso rispetto al 2007? Graf. I – 2007/2010: variazioni di alcune variabili economiche nel Mezzogiorno 5 1,9 0,2 0,9 0 -0,3 -5 -2,8 -3,5 -4,8 -6,3 -6,1 -6,1 -10 -11,7-10,8 -15 -14,5 -20 -25 -26,1 -30 Pil Investimenti Imprese Fatturato Export Occupazione Famiglie povere Var % 2009 su 2007 Var % 2010 su 2007 * Per le imprese sono state confrontate variazione 2010 su 2007 e variazione 2011 su 2007 * Per le famiglie povere è stata fatta la differenza tra l’incidenza delle famiglie in condizione di povertà assoluta nel 2009 rispetto al 2007 e nel 2010 rispetto al 2007 Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie Tab. I - Differenza in valore tra 2007 e 2010 di alcune variabili economiche nel Mezzogiorno Cassa Investimenti Fatturato Export Occupazione Pil (miliardi Imprese integrazione (miliardi di (miliardi di (miliardi di (migliaia di di €) (unità)* (milioni €) euro) euro) lavoratori) ore)* Diff. 2010 su 2007 -18,7 -7,5 -4.507,0 -1,7 -2,6 -314,7 159,2 * La differenza è stata calcolata tra i valori del 2011 e quelli del 2007 Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie La crisi finanziaria mondiale del 2008 ha avuto un impatto forte sull’economia meridionale: nel biennio 2008-2009 il Pil si è ridotto del 6,3%, gli investimenti fissi lordi hanno subito una riduzione ancora più intensa (-11,7%), il fatturato delle imprese manifatturiere si è ridotto di quasi il 15%, l’export del 26%, gli occupati del 3,5%; solo il numero di imprese attive è rimasto invariato nel periodo considerato. Il 2010 ha visto una leggera ripresa dei principali indicatori economici; tuttavia, i valori del 2010 risultano ancora inferiori a quelli del 2007. Nel complesso, nel 2010 il Pil meridionale è risultato inferiore di circa 19 miliardi di euro rispetto al valore registrato nel 2007, gli investimenti di 7,5 miliardi (differenza calcolate su valori concatenati); il fatturato complessivo delle imprese manifatturiere meridionali risultava nel 2010 di quasi 2 miliardi inferiore a quello del 2007, l’export di 2,6 miliardi, mentre sul fronte occupazionale la perdita di posti di lavoro tra il 2007 e il 2010 è stata di oltre 300 mila unità; il ricorso della Cassa Integrazione è stato massiccio, ed in aumento nel corso dell’anno: 159 milioni di ore di cassa integrazione in più nel 2011 (222 milioni) rispetto al 2007 (63 milioni). In calo, infine, anche il numero di imprese attive tra il 2007 e il 2011 (-0,3%). . 5
  • 9. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Il Mezzogiorno ancora al di sotto dei valori del 2007 Graf. II - Un indice sintetico sull’andamento dell’economia meridionale tra il 2007 e il 2010 620 603,0 600 600 580 569,4 560 538,5 540 520 500 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie Graf. III – La composizione dell’indice 120 100,2 100 97,2 95,2 93,9 93,9 89,2 80 60 40 20 0 Pil Investimenti Imprese Fatturato Export Occupazione 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su fonti varie La lettura dei due grafici che qui si presentano conferma che il recupero dei valori “persi” per effetto della crisi, nel 2010 non era ancora avvenuto. Nei due grafici il 2007 è preso come anno base (con indice pari a 100) per 6 variabili osservate (Pil, Investimenti, Imprese, Fatturato, Export, Occupazione) nel periodo tra il 2007 e il 2010; la somma degli indici così calcolati ci fornisce un indicatore di sintesi presentato nel Grafico II, mentre l’andamento delle 6 variabili di base è riportata nel Grafico III. L’indicatore di sintesi, pari a 600 nel 2007, ha registrato un incremento nel 2008 (grazie soprattutto al contributo delle esportazioni) e un drastico calo nel 2009 a 538 punti circa (per la riduzione dei valori di tutte le variabili ad eccezione del numero di imprese attive). Nel 2010 l’indice sintetico riprende a salire ma risulta ancora lontano dai valori registrati nel 2007. 6
  • 10. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi L’impatto sociale: aumentano le famiglie in condizioni di povertà assoluta Graf. IV – Percentuale di famiglie in condizioni di povertà assoluta nelle macro-aree italiane 9 7,9 7,7 8 7 6,7 5,8 6 5 4,6 4,7 4,6 4,1 3,6 3,6 3,8 4 3,5 3,2 2,9 2,9 2,7 3 2 1 0 Nord Centro Mezzogiorno Italia 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione SRM e Confindustria su Istat (rapporto sulle condizioni economiche delle famiglie) La crisi, oltre al forte peggioramento delle principali variabili macroeconomiche, ha colpito molto duramente le fasce più povere della popolazione meridionale. Infatti, nel 2007 le famiglie che versavano in condizione di povertà assoluta (tale si intende la condizione di chi non riesce a sostenere la spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali a conseguire uno standard di vita “minimamente accettabile”) erano il 5,8% del totale nel Mezzogiorno, salite al 6,7% nel 2010.. 7
  • 11. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. II – Andamento del Pil dall’inizio della crisi al 2010 (valori concatenati, anno base 2000; milioni di euro) Var % 2010 su 2007 2008 2009 2010 2007 Centro-Nord 983.320 971.663 919.263 934.453 -5,0 Mezzogiorno 304.432 299.126 285.301 285.782 -6,1 Italia 1.288.953 1.271.897 1.205.537 1.221.159 -5,3 Abruzzo 23.693 23.578 22.209 22.713 -4,1 Molise 5.325 5.236 5.014 4.985 -6,4 Campania 80.677 78.134 74.569 74.124 -8,1 Puglia 57.763 57.641 54.553 54.424 -5,8 Basilicata 9.127 8.974 8.375 8.263 -9,5 Calabria 27.982 27.143 25.819 26.087 -6,8 Sicilia 71.922 71.131 69.487 69.574 -3,3 Sardegna 27.942 27.303 25.299 25.637 -8,3 Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez Graf. V – Differenza del Pil tra il 2007 ed il 2010 (valori concatenati, anno base 2000; milioni di euro) -980 Abruzzo -340 Molise -6.553 Campania -3.340 Puglia -864 Basilicata -1.896 Calabria -2.348 Sicilia -2.305 Sardegna -18.651 Mezzogiorno -48.867 Centro-Nord -60.000 -50.000 -40.000 -30.000 -20.000 -10.000 0 Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez A partire dal 2007 il prodotto interno lordo italiano è risultato in calo, fino a raggiungere il livello minimo di 1.206 miliardi di euro circa nel 2009, con una leggera ripresa nel 2010, più marcata nel Centro-Nord; le stime per il 2011 segnalano, per il Mezzogiorno, un anno di stagnazione (Pil in crescita dello 0,1%* ).Tra il 2007 e il 2010 la riduzione del Prodotto Interno Lordo è stata del 5% nel Centro-Nord e del 6,1% nel Mezzogiorno (-18,7 miliardi di euro). Tra le regioni meridionali, Basilicata, Sardegna e Campania hanno fatto registrare i risultati peggiori. *Stima Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo 8
  • 12. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. III – Andamento degli Investimenti fissi lordi tra il 2007 ed il 2010 (valori concatenati, anno base 2000; milioni di euro) Var % 2010 su 2007 2008 2009 2010 2007 Centro Nord 205.710 197.848 171.878 177.164 -13,9 Mezzogiorno 69.141 66.487 61.078 61.643 -10,8 Italia 274.851 264.336 232.956 238.808 -13,1 Mezzogiorno Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 3.096 3.054 2.638 2.735 -11,7 Industria in senso stretto 13.685 12.874 10.551 10.440 -23,7 Costruzioni 2.867 2.665 2.158 2.076 -27,6 Servizi 49.486 47.878 45.672 46.323 -6,4 Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez La crisi economica globale ha particolarmente inciso sugli investimenti, in costante riduzione fino al 2009, con una leggera ripresa nel 2010; tra il 2007 e il 2010 gli investimenti sono risultati in calo del 10,8% nel Mezzogiorno e del 13,9% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, l’impatto del calo degli investimenti è stato particolarmente intenso nelle costruzioni (-27,6%) e nell’industria in senso stretto (-23,7%) 9
  • 13. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. IV – Andamento delle imprese attive dal 2007 al 2011 Var % 2011 su 2007 2008 2009 2010 2011 2007 Abruzzo 131.496 132.511 132.460 132.873 133.066 1,2 Molise 32.708 32.789 32.513 32.576 32.152 -1,7 Campania 460.245 473.117 476.229 474.134 472.526 2,7 Puglia 340.694 342.636 338.598 340.150 338.332 -0,7 Basilicata 55.397 55.674 55.287 55.060 54.320 -1,9 Calabria 155.075 157.191 156.923 157.373 156.995 1,2 Sicilia 394.498 394.116 388.372 383.098 380.715 -3,5 Sardegna 150.145 150.947 149.275 148.429 147.645 -1,7 Centro-Nord 3.454.663 3.577.123 3.553.874 3.558.241 3.559.764 3,0 Mezzogiorno 1.720.258 1.738.981 1.729.657 1.723.693 1.715.751 -0,3 Italia 5.174.921 5.316.104 5.283.531 5.281.934 5.275.515 1,9 Fonte: Elaborazioni Confindustria e SRM su dati Movimprese Anche l’andamento del numero di imprese attive nel Mezzogiorno (costantemente in crescita fino al 2008) è risultato negativo a partire dal 2009 e per i due anni successivi; il saldo del numero di imprese attive tra il 2007 e il 2011 risulta negativo, nel Mezzogiorno, per circa 4.500 unità. Viceversa, nel Centro-Nord tra il 2007 e il 2011 le imprese attive sono aumentate di oltre 100 mila unità (+3%). La regione che ha registrato il miglior saldo positivo tra il 2007 e il 2011 è la Campania (+2,7 %): la regione con il peggior saldo negativo (- 3,5 %) è la Sicilia, che ha perso tra il 2007 e il 2009 circa 14.000 imprese. 10
  • 14. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab V. - Andamento del fatturato delle imprese manifatturiere tra il 2007 ed il 2010 Var % 2009 su 2007 Var % 2010 su 2007 Abruzzo -22,8 -11,8 Basilicata -4,9 -12,3 Calabria -3,1 -2,8 Campania -6,5 0,0 Molise -26,2 -23,9 Puglia -10,3 -5,6 Sardegna -25,7 10,0 Sicilia -10,8 -0,7 Mezzogiorno -14,5 -2,8 Centro-Nord -16,0 -5,6 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su SRM-Rassegna Economica 1 2011 (elaborazioni su dati AIDA/BVDEP) Tab. VI – Andamento del RoE delle imprese manifatturiere tra il 2007 ed il 2010 Differenza 2007 2008 2009 2010 2010 su 2007 Abruzzo 8,7 1,7 1,6 5,8 -2,9 Basilicata 3,5 -1,8 8,2 7,7 4,2 Calabria 2,8 6,7 4,0 -4,8 -7,5 Campania 2,1 3,1 -2,0 2,0 -0,1 Molise -2,5 2,9 2,7 3,7 6,2 Puglia 2,1 -0,1 0,0 0,0 -2,1 Sardegna 16,6 6,3 -9,9 -9,6 -26,2 Sicilia 7,4 3,8 1,7 0,6 -6,8 Mezzogiorno 6,5 2,5 -0,5 1,4 -5,0 Centro-Nord 8,7 5,0 0,8 4,5 -4,2 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su SRM-Rassegna Economica 1 2011 (elaborazioni su dati AIDA/BVDEP) Le elaborazioni sui dati di bilancio delle imprese manifatturiere italiane evidenziano che tra il 2007 ed il 2010 il fatturato è risultato in calo sia nel Mezzogiorno (-2,8%) che nel Centro-Nord (-5,6%); Tra le regioni meridionali, I risultati peggiori si registrano per le aziende manifatturiere di Molise (-23,9%) e Basilicata (- 12,3%); positivo il dato relativo alle imprese manifatturiere in Sardegna. La redditività delle imprese manifatturiere meridionali è progressivamente peggiorata tra il 2007 ed il 2009, con una ripresa nel 2010. Nel complesso, tra il 2007 ed il 2010 il Return on Equity (RoE) nel comparto manifatturiero meridionale è peggiorato di 5 punti percentuali e del 4,2% nel Centro-Nord. La regione meridionale che ha subito il peggioramento maggiore del RoE nel periodo 2007-2010 è la Sardegna (- 26,2%), ma l’andamento risulta molto influenzato dalla volatilità del prezzo del petrolio (settore molto presente in regione). 11
  • 15. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab VII – Tempi di pagamento delle aziende sanitarie locali (giorni); 2007-2010 var. 2007- 2007 2008 2009 2010 Posizione 2010 Centro-Nord 244 206 186 189 - -55 Piemonte 284 269 258 241 9 -44 Valle d’Aosta 112 117 122 127 17 15 Lombardia 232 172 129 118 18 -114 Trentino A. A. 100 95 91 96 19 -4 Veneto 254 236 232 249 8 -5 Friuli V.G. 92 80 79 87 20 -5 Liguria 272 203 174 170 13 -102 Emilia Romagna 373 320 270 273 7 -101 Toscana 178 190 204 226 11 48 Umbria 198 165 139 155 14 -44 Marche 305 168 134 130 16 -175 Lazio 524 454 400 398 4 -126 Mezzogiorno 445 401 401 431 - -14 Abruzzo 345 277 200 193 12 -152 Molise 882 726 627 755 2 -128 Campania 679 577 625 661 3 -18 Puglia 295 352 390 349 5 54 Basilicata 215 172 184 150 15 -66 Calabria 527 564 700 793 1 267 Sicilia 306 290 221 240 10 -66 Sardegna 307 250 260 308 6 1 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su Ufficio Studi Confartigianato; dati Corte dei Conti e Assobiomedica Un elemento che contribuisce a generare crisi di liquidità nelle aziende è il ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. In particolare, i tempi di pagamento delle aziende sanitarie locali (ASL), nonostante la generale riduzione avvenuta tra il 2007 ed il 2010, restano molto elevati specie con riferimento alle regioni meridionali che occupano le prime posizioni nella graduatoria nazionale dei ritardi dei tempi di pagamento. La Calabria, regione che ha registrato un aumento considerevole dei tempi medi di pagamento delle ASL nel corso dei 4 anni esaminati, nel 2010 registra un valore medio di 793 giorni (valore quasi 10 volte superiore a quello del Friuli Venezia Giulia, regione più virtuosa in quest’ambito); molto elevati anche i tempi medi di pagamento in Molise (755 giorni) ed in Campania (661 giorni). 12
  • 16. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. VIII – Andamento delle esportazioni tra il 2007 ed il 2011 (valori in miliardi di euro) Var % 2010 su 2011 (primi Var % 2011 su 2007 2007 2008 2009 2010 2007 nove mesi) (primi nove mesi) Centro-Nord 316,5 318,7 255,4 294,4 -7,0 244,0 3,7 Mezzogiorno 41,5 43,4 30,7 39,0 -6,1 32,3 6,3 Italia 364,7 369,0 291,7 337,3 -7,5 279,7 3,4 Abruzzo 7,3 7,6 5,2 6,3 -13,5 5,5 0,3 Molise 0,6 0,6 0,4 0,4 -33,7 0,3 -32,8 Campania 9,4 9,4 7,9 8,9 -5,4 7,0 1,4 Puglia 7,2 7,4 5,7 6,9 -3,8 6,1 16,8 Basilicata 2,1 2,0 1,5 1,4 -31,3 1,1 -29,1 Calabria 0,4 0,4 0,3 0,3 -20,0 0,3 -20,5 Sicilia 9,7 10,0 6,2 9,3 -3,9 8,1 14,5 Sardegna 4,7 5,9 3,3 5,3 11,6 4,0 16,3 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat Il crollo del commercio mondiale ha avuto un forte impatto sulle esportazioni italiane: nel 2009 sono calate del 20,9% rispetto al 2008 in Italia e del 29,3% nel Mezzogiorno, mentre la ripresa del 2010 non è stata sufficiente a recuperare i valori persi nell’anno precedente. Le ultime stime indicano che solo a fine 2011 il valore delle esportazioni, si sta ravvicinando ai livelli pre-crisi del 2007. Gli ultimi dati regionali disponibili (al terzo trimestre 2011) indicano, tuttavia, che in tre regioni del Mezzogiorno (Molise, Basilicata e Calabria) il valore dell’export risulta ancora molto inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2007. 13
  • 17. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. IX – Andamento degli occupati tra il 2007 ed il 2011 (valori in migliaia) Var % 2011 su 2007 2008 2009 2010 2011* 2007 Abruzzo 502 518 494 494 506 0,7 Molise 112 114 111 108 107 -4,7 Campania 1.719 1.681 1.612 1.584 1.570 -8,6 Puglia 1.284 1.287 1.238 1.223 1.235 -3,8 Basilicata 195 196 191 185 188 -3,3 Calabria 602 595 586 573 570 -5,3 Sicilia 1.488 1.480 1.464 1.440 1.433 -3,8 Sardegna 613 611 592 593 606 -1,1 Mezzogiorno 6.516 6.482 6.288 6.201 6.216 -4,6 Centro-Nord 16.706 16.923 16.737 16.671 16.756 0,3 Italia 23.222 23.405 23.025 22.872 22.972 -1,1 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat * media degli occupati dei primi tre trimestri Graf. VI – Differenza tra gli occupati del 2011 e del 2007 (valori in migliaia) 4 Abruzzo -5 Molise -149 Campania -48 Puglia -7 Basilicata -32 Calabria -56 Sicilia -7 Sardegna -300 Mezzogiorno 50 Centro-Nord -350 -300 -250 -200 -150 -100 -50 0 50 100 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat Mentre nel Mezzogiorno il numero di occupati ha registrato un calo già a partire dal 2008, con una perdita di posti di lavoro di circa 300mila unità nell’arco del periodo 2007-2011, nel Centro-Nord l’occupazione inizia a diminuire solo a partire dal 2009 registrando, nel periodo 2007-2011, un saldo positivo pari a circa 50mila unità. Tra le regioni meridionali, la Campania è quella che ha subito la perdita maggiore di posti di lavoro: nell’arco di tempo considerato circa la metà dell’occupazione persa nel Mezzogiorno ha riguardato la Campania. 14
  • 18. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Focus Crisi Tab. X – Andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) tra il 2007 ed il 2011 (milioni di ore) 2007 2008 2009 2010 2011 Abruzzo 7,4 6,4 35,3 33,3 29,3 Molise 1,0 1,0 2,9 4,8 4,9 Campania 20,5 23,0 44,5 59,1 61,2 Puglia 13,2 15,6 40,6 71,3 52,1 Basilicata 3,2 5,9 8,8 11,1 11,3 Calabria 4,5 4,0 6,4 11,0 17,0 Sicilia 8,8 8,7 15,5 22,2 25,8 Sardegna 4,6 5,9 10,1 13,3 20,9 Centro-Nord 120,4 157,3 750,0 977,6 731,0 Mezzogiorno 63,3 70,4 164,1 226,1 222,5 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Inps Graf. VII – Differenza tra le ore di Cassa Integrazione Guadagni nel 2010 e nel 2007 (milioni di ore) Abruzzo 21,9 Molise 3,9 Campania 40,6 Puglia 38,9 Basilicata 8,2 Calabria 12,5 Sicilia 16,9 Sardegna 16,3 Mezzogiorno 159,2 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Inps Ad arginare in parte l’emorragia occupazionale ha contribuito il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) che tra il 2007 ed il 2010 ha registrato una crescita esponenziale del numero di ore autorizzate, fino ad oltre un miliardo di ore in Italia nel 2010 (contro 180 milioni circa nel 2007); nel 2011 il ricorso alla CIG si riduce, in modo più netto nel Centro-Nord, ma solo marginalmente nel Mezzogiorno (-1,6% rispetto ai valori record del 2010). Nel complesso, tra il 2007 ed il 2011, nel Mezzogiorno c’è stato un aumento di circa 159 milioni di ore autorizzate, con Campania (+40,6 milioni) e Puglia (+39 milioni circa) ai primi due posti. 15
  • 19. Check up Mezzogiorno marzo 2012 1. L’indice di sviluppo e gli obiettivi di Europa 2020 Tab. 1.1 - L’indice sintetico di sviluppo provinciale* Indice Indice sintetico sintetico di Provincia Graduatoria di sviluppo Provincia Graduatoria sviluppo (Italia = 100) (Italia = 100) Milano 1 145,16 Vercelli 28 109,64 Rimini 2 139,14 Padova 29 109,27 Trieste 3 136,87 Belluno 30 108,98 Verona 4 135,29 Biella 31 108,78 Ravenna 5 134,33 Livorno 32 108,08 Aosta 6 131,96 Forlì-Cesena 33 108,00 Bologna 7 125,83 Bolzano/Bozen 34 107,69 Parma 8 122,35 Varese 35 107,68 Reggio Emilia 9 122,04 Cremona 36 107,33 Mantova 10 121,81 Genova 37 105,77 Brescia 11 121,76 Gorizia 38 105,32 Modena 12 121,06 Pordenone 39 105,14 Udine 13 117,25 Arezzo 40 104,51 Novara 14 117,19 Pavia 41 104,48 Firenze 15 116,10 Lecco 42 104,24 Roma 16 116,02 Terni 43 104,24 Vicenza 17 116,00 Perugia 44 103,65 Trento 18 114,74 Venezia 45 103,63 Alessandria 19 114,48 Pesaro e Urbino 46 103,11 Torino 20 112,61 Como 47 102,35 Treviso 21 112,05 Verbania 48 101,51 Lucca 22 111,88 Savona 49 101,30 Ancona 23 110,70 Sondrio 50 100,20 Cuneo 24 110,66 Cagliari 51 100,09 Siena 25 110,20 Prato 52 99,41 Bergamo 26 109,90 Ferrara 53 99,10 Piacenza 27 109,83 Siracusa 54 98,96 * L’indice è stato costruito a partire da 15 variabili economico sociali di base Fonte: Confindustria, Indicatori Economici e sociali regionali e provinciali, SIPI, Roma, 2010 16
  • 20. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Tab. 1.1 - L’indice sintetico di sviluppo provinciale* Segue Tab. 1.1 Indice Indice sintetico sintetico di Provincia Graduatoria di sviluppo Provincia Graduatoria sviluppo (Italia = 100) (Italia = 100) Pisa 55 98,78 Rieti 82 77,43 Pistoia 56 98,76 Nuoro 83 76,55 Chieti 57 98,17 Messina 84 75,32 Asti 58 98,01 Catania 85 74,90 Lodi 59 97,99 Potenza 86 74,75 Carbonia-Iglesias 60 97,03 Salerno 87 72,90 Rovigo 61 95,90 Lecce 88 72,48 Massa Carrara 62 95.69 Reggio Calabria 89 72,40 Ascoli Piceno 63 95,42 Oristano 90 72,06 La Spezia 64 95,16 Avellino 91 71,81 Macerata 65 95,06 Napoli 92 70,33 Teramo 66 92,64 Matera 93 69,72 Imperia 67 91,99 Palermo 94 69,43 Pescara 68 91,02 Trapani 95 69,21 Grosseto 69 90,86 Cosenza 96 67,13 Latina 70 90,13 Ogliastra 97 67,07 Olbia Tempio 71 87,55 Catanzaro 98 66,78 L'Aquila 72 87,22 Medio Campidano 99 66,40 Frosinone 73 84,84 Benevento 100 66,15 Sassari 74 84.83 Foggia 101 65,39 Brindisi 75 81,55 Caltanissetta 102 65,37 Taranto 76 80,32 Agrigento 103 63,76 Viterbo 77 80,16 Caserta 104 62,07 Bari 78 80,07 Crotone 105 62,07 Campobasso 79 78,55 Vibo Valentia 106 61,36 Isernia 80 78,16 Enna 107 61,24 Ragusa 81 78,09 * L’indice è stato costruito a partire da 15 variabili economico sociali di base Fonte: Confindustria, Indicatori Economici e sociali regionali e provinciali, SIPI, Roma, 2010 L’indice sintetico di sviluppo calcolato dall’Area Mezzogiorno di Confindustria con riferimento ai dati del 2009, che sintetizza il livello di sviluppo di un territorio sulla base di un set di indicatori economici e sociali, evidenzia come le prime posizioni della graduatoria siano coperte tutte da province settentrionali, e che per trovare la prima provincia del Mezzogiorno bisogna spingersi al 51° posto occupato da Cagliari con un indice pari a 100,09 (di poco superiore alla media nazionale Italia =100). Ben 15 province del Mezzogiorno presentano valori dell’indicatore inferiori di 30 punti rispetto alla media nazionale, e di 45 punti rispetto alla media del Centro-Nord. Il ritardo complessivo del Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord è di poco inferiore ai 40 punti percentuali. 17
  • 21. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Tab. 1.2 - Gli obiettivi italiani di Europa 2020: la situazione attuale in Italia e nel Mezzogiorno (2010) Europa 2020 - Obiettivo Italia Italia Mezzogiorno Obiettivo Tasso di occupazione (%) 75 67-69 61,1 47,7 Spesa in Ricerca e Sviluppo (% del PIL) 3,00 1,53 1,26 0,9 * Emissioni di Co2 (1990 = 100) 80 87 95 * n.d. Incidenza delle energie rinnovabili sul 20 17,0 8,9 * n.d. consumo totale di energia (2009) (%) Intensità dell'energia (Chilogrammi di petrolio equivalente per mille euro - -20 -13,4 -5,4 n.d. Variazione %) Giovani che abbandonano 10,0 15-16 18,8 22,3 prematuramente gli studi (%) Popolazione in età 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio >40 26-27 19,8 15,6 universitario (%) Persone a rischio povertà o esclusione -20.000 -2.200 14.742 8.463* sociale (migliaia di persone) Fonte: Elaborazioni SRM e Confindustria Mezzogiorno su dati Istat, Eurostat e Commissione Europea *2009 Tab. 1.3 - Obiettivi di crescita intelligente e solidale nel Mezzogiorno: la situazione delle Regioni (2010) Spesa in Tasso di Giovani che Popolazione in età 30 -34 Persone a rischio Ricerca e occupazione abbandonano con un titolo di studio povertà o esclusione Sviluppo (età 20-64) (%) gli studi** (%) universitario (%) sociale (migliaia)* (% del PIL)* Europa 2020 - 75 3 10 >40 -20.000 Obiettivo Obiettivo 67-69 1,53 15-16 26-27 -2.200 Italia Mezzogiorno 47,7 0,9 22,3 15,6 8.464 Abruzzo 59,7 1,0 13,5 20,9 347 Molise 55,2 0,5 13,5 24,4 112 Campania 43,7 1,3 23,0 12,9 2.487 Puglia 48,2 0,8 23,4 15,4 1.454 Basilicata 51,3 0,7 15,1 19,8 246 Calabria 46,1 0,4 16,2 19,2 842 Sicilia 46,6 0,8 26,0 14,6 2.486 Sardegna 54,6 0,7 23,9 16,8 490 Fonte: elaborazioni SRM e Confindustria Mezzogiorno su dati Istat, Eurostat e Commissione Europea (*) 2009 (**)Popolazione 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione di durata superiore ai 2 anni Il percorso dell’Italia verso il raggiungimento degli 8 obiettivi di Europa 2020 è ancora lungo, e i vincoli stringenti sul bilancio dello Stato ne determineranno probabilmente un rallentamento; in alcuni casi gli obiettivi sono già stati ridimensionati per il nostro Paese rispetto al disegno originario. Per quanto concerne il Mezzogiorno, gli obiettivi di crescita solidale (gli unici, insieme al target di spesa in Ricerca e Sviluppo, per i quali è possibile il calcolo degli indicatori a livello sub-nazionale), sono ancora più lontani rispetto al valore Italia. In particolare, il tasso di occupazione fa registrare un valore inferiore di circa 20 punti rispetto all’obiettivo italiano. Tra le regioni meridionali la Campania è quella più lontana dai target nazionali di Europa 2020 per 2 dei 4 indicatori tasso di occupazione e quota di laureati nella fascia di popolazione tra i 30 e i 34 anni) mentre esprime la quota più alta tra le regioni meridionali relativamente alla spesa in Ricerca e Sviluppo sul Pil. 18
  • 22. Check up Mezzogiorno marzo 2012 2. I dati macroeconomici Tab. 2.1 - Pil per abitante in PPA* (Indice Ue27=100): confronto tra regioni italiane e Paesi UE (valori Percentuali) Paese/area 2007 2008 Paese/area 2007 2008 Ue-27 100,0 100,0 Provincia Autonoma Bolzano/Bozen 134,8 136,7 Lussemburgo 274,4 278,9 Lombardia 134,8 133,5 Olanda 132,4 133,5 Emilia-Romagna 128,0 127,1 Irlanda 147,2 132,7 Lazio 122,4 122,7 Austria 122,8 123,9 Provincia Autonoma Trento 122,0 122,3 Danimarca 122,4 122,7 Veneto 121,6 121,5 Svezia 124,4 122,3 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 119,6 120,7 Finlandia 117,2 117,5 Friuli-Venezia Giulia 116,8 116,3 Germania 115,6 115,5 Piemonte 113,6 113,5 Belgio 115,6 114,7 Toscana 113,2 113,5 Regno Unito 116,0 114,3 Liguria 106,8 108,0 Francia 108,0 106,4 Marche 105,6 105,6 Italia 103,6 103,6 Umbria 96,8 97,2 Spagna 104,8 103,2 Abruzzo 85,2 85,3 Cipro 92,4 97,2 Molise 78,4 80,1 Grecia 91,6 93,6 Sardegna 78,4 78,5 Slovenia 88,4 90,8 Basilicata 75,2 76,1 Repubblica Ceca 79,6 80,5 Puglia 67,2 67,3 Malta 77,2 77,7 Sicilia 66,0 66,1 Portogallo 78,4 77,7 Campania 66,0 65,3 Slovacchia 68,0 72,1 Calabria 66,0 65,3 Estonia 69,2 67,7 Ungheria 62,4 64,5 Mezzogiorno 68,9 68,8 Lituania 58,8 61,0 Centro Nord 122,3 122,1 Lettonia 55,6 56,2 Polonia 54,4 56,2 Romania 41,6 46,6 Bulgaria 40,4 43,4 * Parità di Potere di Acquisto Fonte. Elaborazione Confindustria e SRM su dati Eurostat Nel 2008 il Pil per abitante in Italia è stato pari al 103,6% della media UE a 27, restando sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Resta forte la distanza tra Centro-Nord e Sud con indicatori rispettivamente pari a 122,1% e 68,8%. Continua invece il processo di convergenza di alcuni paesi europei (Slovacchia, Ungheria, Lituania etc.) i cui valori si avvicinano ormai a quello registrato nel Mezzogiorno. Per quanto riguarda le singole regioni meridionali, cresce il Pil pro capite in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia e Sicilia, mentre scende in Campania e Calabria che presentano anche i valori più bassi tra le regioni italiane (65,3%). 19
  • 23. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf.2.1 - Andamento del Pil per abitante nel Mezzogiorno (indice Centro-Nord e UE 27 = 100) 76 60 75 59 74 58 73 72 57 71 56 70 55 69 68 54 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Mezz/ UE 27 (scala sinistra) Mezz / CN (scala destra) * Centro Nord (prezzi correnti); UE27 (prezzi correnti) Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Eurostat ed Istat; dati Svimez per il 2010 Tab 2.2 - Principali indicatori economici nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno nel 2010 Mezzogiorno Centro-Nord Tasso medio di Tasso medio di Valore variazione 2001- Valore variazione 2001- 2010 2010 Pil (milioni di euro) 364.998 0,0 1.182.403 0,4 Popolazione al 31 dicembre (migliaia) 20.913 0,2 39.714 0,9 Pil per abitante (euro) 17.466 -0,2 29.869 -0,5 Investimenti fissi lordi (milioni di euro) 78.110 0,0 223.176 0,0 Consumi delle famiglie (milioni di euro) 252.836 -0,1 688.674 0,5 Produttività* (euro) 50.214 0,1 60.336 -0,1 *Valore aggiunto / Unità di lavoro Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez Il Pil pro capite del Mezzogiorno, fatto cento quello medio dell’Unione Europea a 27, nel 2010 si attesta a quota 71,6; dopo essere aumentato tra il 2007 ed il 2009, l’indicatore subisce una nuova flessione nel 2010. Nel complesso il gap fra il Pil pro capite del Mezzogiorno e quello dell’ UE a 27 è cresciuto nel corso dell’intero periodo esaminato. Al contrario, si assiste ad una riduzione della distanza dalle regioni centro- settentrionali (con l’indicatore passato dal 56 nel 1997 a 58,5 nel 2010), soprattutto grazie al differente andamento della popolazione , che al Sud cresce solo dello 0,2 % nel periodo, mentre al Centro Nord cresce dello 0,9%. Così, mentre il Pil pro capite del Mezzogiorno si è ridotto in media dello 0,2% tra il 2001 e il 2010, nel Centro-Nord c’è stata una riduzione dello 0,5%. Anche la produttività nel Mezzogiorno ha subito un andamento meno negativo nel periodo considerato; tuttavia, il gap resta elevato, segnando un valore aggiunto di 50 mila euro per unità lavorativa nel Mezzogiorno e di circa 60 mila euro nel Centro-Nord. Nel complesso, tra il 2001 e il 2010 non ci sono state variazioni di rilievo nei principali indicatori economici meridionali segnalando, così, una perdurante fase di stagnazione. 20
  • 24. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf. 2.2 - Tasso di crescita del Pil (*) nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno, 1996-2010 valori percentuali 6 4 2 0 -2 -4 -6 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Mezzogiorno Centro Nord Differenziale di crescita (Mezzogiorno-Italia) (*) Elaborazione su valori concatenati Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat Graf.2.3 – Produttività del Mezzogiorno, 1995-2010 (Centro-Nord=100) 84 83,5 83,2 83 82,0 82 81,2 81,2 81,3 81,0 81 80,8 80,6 80,5 80,4 80,5 80,2 80,2 80,1 80 79,5 79 78 77 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Mezzogiorno Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez La dinamica del Pil nel corso del periodo analizzato evidenzia per il Mezzogiorno due diversi diverse fasi: si rileva, in generale, un differenziale di crescita positivo rispetto al Centro-Nord fino al 2001, anno a partire dal quale diventa costantemente negativo fino al 2007. Nel 2008 e nel 2009 il Pil delle regioni meridionali e quello delle regioni centro-settentrionali presentano variazioni negative: in particolare, nel 2009 il Pil del Mezzogiorno si riduce del 4,3%, quello del Centro-Nord del 5,3%. I dati del 2010 evidenziano una ripresa più spinta nelle regioni del Centro-Nord (+1,7%) che in quelle del Mezzogiorno. Per quanto concerne la produttività del lavoro del Mezzogiorno, dopo il calo verificatosi tra il 1999 e il 2002, l’indice (fatto 100 il Centro-Nord) è tornato a crescere portandosi a 83,5 nel 2009, con un miglioramento di circa 3 punti rispetto al 2002: l’indice, tuttavia, torna a scendere nel 2010. 21
  • 25. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf. 2.4 – Investimenti fissi lordi totali per ripartizione, 1995-2010 (valori concatenati, Indice 1995=100) 140 135 130 125 120 115 110 105 100 95 90 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Mezzogiorno Centro Nord Italia Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat e Svimez Tab. 2.3 – Investimenti fissi lordi per branca proprietaria nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord (2000-2010) Mezzogiorno Centro-Nord Valore al 2010 Valore al 2010 (milioni di euro Var % sul 2000* (milioni di euro Var % sul 2000* correnti) correnti) Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 3.485 -13,3 7.231 -13,1 Industria in senso stretto 12.897 -29,4 59.661 -10,1 Costruzioni 2.555 -30,3 7.179 -6,7 Servizi 59.174 12,7 149.105 3,4 Totale 78.110 -0,8 223.176 -1,6 * Variazione calcolata su valori concatenati (anno di riferimento 2000) Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Svimez A partire dal 1997 e fino al 2001, gli investimenti fissi lordi nel Mezzogiorno sono cresciuti ad un ritmo maggiore rispetto a quelli del Centro-Nord; successivamente a tale data e fino al 2007 la crescita è stata invece inferiore. Tra il 2007 ed il 2009 in entrambe le aree si osservano gli effetti della crisi con un indice che per il Mezzogiorno si è portato da 133,6 a 118, valore inferiore a quello registrato nel 2000 (119,6). Sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord gli investimenti fissi lordi tornano a crescere nel 2010. L’analisi per branca proprietaria evidenzia che, tra il 2000 ed il 2010, il Mezzogiorno ed il Centro-Nord hanno registrato un calo simile degli investimenti nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (circa -13%). Per quanto riguarda l’Industria in senso stretto e le costruzioni, gli investimenti fissi lordi hanno, invece, manifestato una riduzione molto più marcata nelle regioni meridionali che in quelle centro-settentrionali; al contrario, maggiore è stata la crescita degli investimenti nel settore dei servizi nel Mezzogiorno (+12,7% a fronte di +3,4% nel Centro-Nord). 22
  • 26. Check up Mezzogiorno marzo 2012 3. Le imprese: aspetti reali e finanziari Tab. 3.1 - Imprese per classi di addetti nel 2009: confronto tra regioni italiane e Paesi dell’UE a 27 (valori percentuali) 250 e 50- 250 e 1-9 10-49 50-249 1-9 10-49 oltre 249 oltre Ue-27 80,8 14,7 3,7 0,8 Piemonte 81,0 15,9 2,6 0,5 Austria 71,9 20,6 5,8 1,8 Valle d'Aosta 88,7 10,0 1,0 0,3 Belgio* 81,3 14,1 3,6 0,9 Lombardia 76,9 19,5 3,2 0,5 Bulgaria 73,0 20,0 5,9 1,0 Liguria 87,0 11,7 1,1 0,2 Cipro 87,6 10,6 1,6 0,2 Trentino-Alto Adige 81,7 15,4 2,5 0,4 Croazia 85,2 11,3 2,8 0,7 Veneto 76,3 20,3 3,1 0,4 Danimarca* 70,8 21,4 6,5 1,4 Friuli-Venezia Giulia 75,8 20,3 3,4 0,5 Estonia 69,2 21,9 7,7 1,1 Emilia-Romagna 78,1 18,6 2,8 0,5 Finlandia 82,0 13,3 3,7 1,0 Toscana 84,3 14,3 1,2 0,1 Francia 84,1 12,2 3,0 0,8 Umbria 81,8 15,9 2,0 0,3 Germania 60,5 28,4 8,9 2,2 Marche 78,3 19,2 2,3 0,2 Grecia 95,1 3,8 0,9 0,2 Lazio 88,4 10,2 1,2 0,2 Irlanda 49,6 36,1 11,3 3,0 Abruzzo 83,5 14,3 1,9 0,3 Italia 81,9 15,6 2,1 0,3 Molise 88,3 10,2 1,3 0,1 Lettonia 75,5 18,4 5,4 0,7 Campania 87,4 11,3 1,1 0,1 Lituania 76,9 16,8 5,4 0,8 Puglia 86,9 12,1 0,9 0,1 Lussemburgo 64,1 23,8 9,2 3,0 Basilicata 89,1 9,8 1,0 0,1 Norvegia 80,3 15,1 3,8 0,7 Calabria 93,2 6,4 0,4 0,0 Olanda 77,9 16,5 4,8 0,8 Sicilia 91,3 8,2 0,5 0,0 Polonia 87,5 8,0 3,6 0,9 Sardegna 91,1 8,2 0,6 0,1 Portogallo 81,8 14,9 3,0 0,3 Regno Unito 75,4 18,2 5,2 1,2 Centro-Nord 79,7 17,4 2,5 0,4 Repubblica Ceca 91,5 6,0 2,0 0,5 Mezzogiorno 88,6 10,4 0,9 0,1 Romania 73,4 19,4 5,9 1,4 Slovacchia 48,8 35,6 12,2 3,4 Slovenia 87,1 9,0 3,1 0,7 Spagna 81,1 15,9 2,6 0,5 Svezia 87,2 9,4 2,6 0,7 Ungheria 85,4 10,8 3,1 0,7 * dati del 2008 Fonte: Elaborazione SRM su dati Eurostat e Istat La distribuzione delle imprese per classi di addetti nel 2009 rimarca ancora una volta la vasta presenza in Italia di imprese di piccola dimensione (81,9%, in aumento rispetto all’81,3% del 2008) anche con riferimento del valore medio dell’UE a 27 (79,1%). Nel Mezzogiorno le imprese si distribuiscono con una quota maggiore nella classe tra 1 e 9 addetti (88,6%, rispetto al 79,7% del Centro Nord). Particolarmente sottodimensionate sono le imprese in Calabria (il 93,2% si colloca nella classe 1-9) e in Sicilia (91,3%). 23
  • 27. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf. 3.1 – Tassi di crescita delle imprese 2005-11(*): confronto fra Mezzogiorno e Centro-Nord 4 3,5 3 2,7 2 1,2 1,0 1,1 1,1 0,9 0,8 1 0,5 0,5 0,3 0,1 0,04 0 -0,1 -0,03 -0,1 -0,6 -0,5 -0,6 -0,3 -0,5 -1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Centro Nord Mezzogiorno Italia (*) Imprese attive Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese Tab. 3.2 - Imprese attive e società di capitali nelle regioni meridionali, 2010 e 2011 (valori assoluti e variazioni percentuali) Imprese attive Società di capitali 2010 2011 Variazione % 2010 2011 Variazione % Abruzzo 132.873 133.066 0,1 17.742 18.743 5,6 Molise 32.576 32.152 -1,3 3.287 3.495 6,3 Campania 474.134 472.526 -0,3 81.596 83.495 2,3 Puglia 340.150 338.332 -0,5 40.859 42.935 5,1 Basilicata 55.060 54.320 -1,3 4.956 5.413 9,2 Calabria 157.373 156.995 -0,2 15.268 16.139 5,7 Sicilia 383.098 380.715 -0,6 41.504 43.931 5,8 Sardegna 148.429 147.645 -0,5 17.275 17.924 3,8 Centro-Nord 3.558.241 3.559.764 0,04 706.853 721.874 2,1 Mezzogiorno 1.723.693 1.715.751 -0,5 222.487 232.075 4,3 Italia 5.281.934 5.275.515 -0,1 929.340 953.949 2,6 Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese La dinamica del tasso di crescita del numero di imprese attive evidenzia un progressivo rallentamento tra il 2005 ed il 2006 sia nel Mezzogiorno che nel resto dell’Italia, seguito poi nel 2008 da una netta ripresa (+3,5% nel Centro-Nord e +1,1% nel Mezzogiorno). In contrazione risulta, invece, l’andamento del numero di imprese attive nel 2009, nel 2010 e nel 2011, anno in cui si registra una riduzione dello -0,5% per il Mezzogiorno e una invarianza per il Centro-Nord. Ciò è dovuto in modo particolare alle riduzioni che si sono verificate in Sicilia (-0,6%), in Campania (-0,3%) e in Puglia (-0,5%). Si registra viceversa, un trend positivo per le società di capitali che mostrano tassi di variazione positivi in tutte le regioni del Mezzogiorno e superiori a quelli registrati in media nel Centro-Nord. 24
  • 28. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf. 3.2 – Composizione delle imprese per forma giuridica, 2011 ( valori percentuali) 100 2,1 3,0 2,4 80 58,3 62,5 60 71,2 40 19,3 17,1 20 12,4 20,3 13,5 18,1 0 Centro Nord Mezzogiorno Italia Società di Capitali Società di Persone Ditte Individuali Altre Forme Giuridiche Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Movimprese I dati sulla forma giuridica delle imprese attive al IV trimestre del 2011, confermano la forte prevalenza di ditte individuali nel Mezzogiorno (71,2% rispetto al 58,3% del Centro-Nord) e un’incidenza delle società di capitali che non va oltre il 13,5% (20,3% nel Centro-Nord). 25
  • 29. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Tab. 3.3 - Unità locali e dimensione media nei settori manifatturieri (2009) Mezzogiorno Italia Dimensione Dimensione Settori Unità locali media delle Unità locali media delle unità locali (*) unità locali Alimentare, bevande e tabacco 27.896 4,5 64.417 6,7 Tessile, abbigliamento e concia 14.794 5,7 75.203 7,2 Mobili ed industria del legno 14.498 3,7 60.131 5,3 Industria della carta 5.852 4,7 23.616 7,7 Chimico e farmaceutico 1.354 12,9 6.919 26,3 Prodotti in petrolio, gomma e plastica 2.463 12,8 13.835 14,9 Prodotti da minerali non metalliferi 10.632 5,5 28.678 8,1 Metallurgia e prodotti in metallo 20.519 6,0 89.612 8,2 Macchine ed apparecchiature elettriche e 4.828 11,6 47.089 16,1 meccaniche Mezzi di trasporto 1.310 53,8 6.715 41,0 Altre industrie manifatturiere 16.292 3,4 73.431 4,0 Totale Manifatturiero 120.438 5,8 489.646 8,5 Var. % 2009 su 2008 -6,3 - -5,3 - (*) Numero medio di addetti per unità locale Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat (archivio ASIA) Nel 2009, le unità locali del manifatturiero meridionale presentano una dimensione media (5,8 addetti per unità locale) notevolmente inferiore a quella rilevata a livello nazionale (8,5). I settori con gli stabilimenti in media più grandi sono quello dei mezzi di trasporto (53,8 addetti contro un valore medio italiano di 41, il chimico-farmaceutico (12,9; 26,3 per l’Italia) e quello dei prodotti derivanti dal petrolio (12,8 addetti; 14,9 in Italia). Nel complesso il numero delle unità locali nel manifatturiero è calato del 6,3% nel Mezzogiorno e del 5,3% nel Centro-Nord nel 2009 rispetto al dato del 2008; la dimensione media è, viceversa, rimasta stabile. 26
  • 30. Check up Mezzogiorno marzo 2012 Graf. 3.3 –Specializzazioni settoriali nel Mezzogiorno rispetto agli addetti nelle unità locali (2009) (*) 2,0 1,8 1,7 1,6 1,5 1,5 1,4 1,2 1,1 1,0 1,0 Italia = 1 1,0 0,9 0,9 0,9 0,8 0,6 0,6 0,4 0,4 0,2 0,0 (*) Indice costruito calcolando il rapporto tra l’incidenza percentuale degli addetti del settore nel manifatturiero meridionale ed il medesimo valore nel manifatturiero italiano. Valori maggiori di 1 indicano una specializzazione in quel settore. Fonte: Elaborazione Confindustria e SRM su dati Istat (archivio ASIA) Il Mezzogiorno presenta una specializzazione occupazionale molto elevata nel settore alimentare con un indice pari a 1,7; seguono l’industria di prodotti non metalliferi (1,5) e quella dei mezzi di trasporto (1,5). Il mobilio e il metallurgico incidono allo stesso modo sul totale degli addetti in Italia e nel Mezzogiorno. Il manifatturiero meridionale, infine, è meno specializzato nel chimico-farmaceutico (indice pari a 0,6) e nella costruzione di macchine e apparecchiature (0,4). 27