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Il viaggio come metafora pedagogica
   (1994) Maria Teresa Moscato

              3 lezione
           10 ottobre 2012
• «A nostro parere la
     figura del viaggio
    presenta, nelle sue
    infinite varianti […],
     almeno 3 possibili
  strutture fondamentali,
  che in qualche caso si
       sovrappongono
parzialmente, in altri casi
  si confondono, ma che
sono comunque presenti,
     anche in termini di
confusa contaminazione,
       nella coscienza
  contemporanea e nelle
      rappresentazioni
   collettive.» Cfr. p.103
Le 3 strutture fondamentali del viaggio


1. Il viaggio come “iniziazione”
   alla condizione adulta

2. Il viaggio come
   trasformazione/pellegrinaggio
   di un eroe adulto

3. Il viaggio come “vocazione” di
   un eroe/fondatore
Vita e viaggio
           «Queste tre strutture
       fondamentali […] esprimono
         una triplice dimensione
       dell’esistenza.» Cfr. p.103                  • «Nel tema del
                                                     viaggio è l’intera
1. La dimensione del rischio, del dubbio,
                                                   vita umana […] che
   della scelta, della prova, del conflitto e      viene descritta come
   della lotta, generalmente della solitudine           “cammino” e
   ma anche dell’incontro e dell’aiuto
   provvidenziale
                                                     “trasformazione”,
2. Il cammino è tortuoso; ci si può smarrire           cioè come un
   o tornare sui propri passi                          “movimento
3. L’esito non è mai garantito: talvolta la
   meta si trasforma durante il cammino,
                                                   intenzionale” verso
   talvolta il desiderato ritorno è impossibile,      una meta solo
   talvolta la risorsa sono figure che             ipoteticamente pre-
   accompagnano e sostengono ma sempre
   l’esito è una trasformazione interna.
                                                   definita.» Cfr. p.104
• «Nel tema del viaggio è
Vita è viaggio ?      l’intera vita umana […]
                      che viene descritta come
                             “cammino” e
                    “trasformazione”, cioè come
                           un “movimento
                       intenzionale” verso una
                      meta solo ipoteticamente
                       pre-definita.» Cfr. p.104

                    • La figura mostra […]
                         l’inseparabilità tra il
                     percorso esistenziale e la
                    trasformazione personale,
                        l’esperienza vitale e
                             l’educazione.
                    Inseparabilità non vuole
                     dire identificazione […].
                                Cfr. p.104
Il viaggio del minore
   (PINOCCHIO), cioè il
viaggio/iniziazione non è il
 “pellegrinare” dell’adulto
       (ULISSE), cioè il
  viaggio/trasformazione;
   questi due non sono il
   viaggio di fondazione
      (ABRAMO), cioè il
        viaggio/esodo.
Due tipi di viaggio:
dell’Eroe-iniziando e dell’Eroe-adulto
1. Il viaggio come separazione                  2. Il viaggio come
                                                    peripezia/peregrinazione
•   Il soggetto che viaggia, “si allontana
    da” un luogo e un contesto iniziali dati    3. Il viaggio come fondazione
    per dirigersi verso” un luogo diverso,
    che       o       presuppone         un
    ricongiungimento o una integrazione.
    Egli diventa “straniero” nei luoghi che
    attraversa e “emigrante” per gli altri
    che lo incontrano; “soggetto debole”.

                       Il viandante si trova
                    forzatamente collocato in
                        una dimensione di
                          “marginalità”.
                         Moscato, p.104
Approfondimento


      Avete mai letto:

      • Van Gennep
      • Turner
      • Propp ?
Van Gennep (1909)
Propp (1928)
• La struttura del viaggio
    è paragonabile agli
       studi sui riti di
  passaggio (iniziazioni)               • La forma del viaggio
      di Van Gennep                              iniziatico
                                          dell’eroe/immaturo è
        I riti di passaggio (1909)
                                          prefigurata nelle fiabe
                                        così come le ha studiate
                                            Propp. E nei miti.

                                     Morfologia della fiaba (1928)
I riti di passaggio
  passaggio della soglia, ospitalità, nascita, pubertà,
     fidanzamento, matrimonio, morte, stagioni




Occorre anche ricordare che i riti di passaggio materiale (cap.2) inaugurano l’analisi
dei riti che si snoda lungo tutto il libro. […] da questo modello emerge la nozione di
margine […] In qualisiasi passaggio materiale si incontra pur sempre una linea di
confine più o meno chiara e rigorosa, una soglia, una zona neutra o terra di
nessuno, un qualche elemento fisico insomma che divide i due spazi attraverso cui
avviene il passaggio. La struttura dei riti di passaggio riproduce in termini simbolici,
questa articolazione fisica, per cui i riti di passaggio si configurano necessariamente
come A) riti di separazione o preliminari, B) riti di margine o liminari, C) riti di
aggregazione o postliminari.
Prima tipologia di “viaggio”
per la Moscato: PINOCCHIO
Pinocchio
Il viaggio/iniziazione
(all’età adulta)




 • […] il Collodi ha raccontato una delle metafore più
    complete del processo educativo e dei suoi rischi
           nella storia di Pinocchio. Cfr. p.114
1. L’inizio



• All’inizio della sua
  avventura/peripezia,
  Pinocchio non è che
  “un pezzo di legno”.
“Le avventure”
     • La fuga appare la costante del
   temperamento di Pinocchio e della sua
 condotta; fugge con una meta ideale (Paese
  dei Balocchi, Campo dei Miracoli) da ogni
                 disciplina.

• Rifiuta di accettare la realtà umana in cui
   non si ottiene nulla senza applicazione e
 fatica; l’aspirazione a diventare un bambino
   vero (metafora della condizione umana)
            richiede sforzo personale.
Le figure adiuvanti oppure ostacolanti

                                             •   La particolare presenza di tali
                                                 figure caratterizza lo schema
                                                 del viaggio/iniziazione per ciò
                                                 che riguarda la possibilità di
                                                 subire inganni e lo diversifica
                                                 dal viaggio dell’eroe adulto.




•    L’eroe/iniziando deve imparare a distinguere
     di chi possa rischiare di fidarsi e quando; ma
     deve comunque fidarsi di qualcuno.
“Diventare un ragazzo a modo”


               • Le sue ripetute e
                 serie promesse […]
                 sono costantemente
                 sconfessate da nuove
                 fughe e da rinnovate
                 bugie. Cfr. p.114
“un bambino che non vuole crescere”

              • Puer Eternus individuato da Jung
              • Dopo diverse morti simboliche
                dell’infanzia: l’impiccagione,
                l’annegamento nella forma di
                ciuco, il venir divorato dalla
                pescecane, Pinocchio conquisterà
                la vita adulta (la condizione
                umana) “per mezzo della
                esperienza della realtà che egli
                attraversa” cfr. p.115.
“un bambino in carne e ossa”


        • 3. L’epilogo: “divetare Re”
Intermezzo di formazione

del professionista della
“formazione”
È “dalla fine” CHE
 RACCONTI LA STORIA
 DELLA (TUA) FORMAZIONE


inizio
         margine   fine
Oltre la fine.
       Sul compimento della formazione

(1999) Saggio di filosofia dell’educazione.
Lavoro sulla domanda: come finisce un’esperienza formativa?
Una tessitura tra filosofi: Heidegger, Nietzsche e Derrida,
              psicanalisti: Freud, Klein, Lacan e Fournoy,
             pedagogisti: Mottana, Franza, Makarenko e Rousseau,
             antropologi: Van Gennep.
Riflessioni non direttamente operative, per aprire a una nuova
competenza. Mancanza di una bibliografia in merito: si pensa
sempre l’educazione come qualcosa da fare, da diffondere, di
cui c’è bisogno, un gesto infinito, e mai nella positività del
suo venir meno. Una prima esplorazione del tema.
Un significato positivo di fine.
Heidegger (1927)
• «semplice cessare», «venir meno»,
   cioè «dissolversi nella non
   presenza».
Es: ha smesso di piovere.
• «decadimento», «impotenza»;
   mancanza come indisponibilità.
Es: il pane è finito.
• «raggiungere la totale presenza      Ende = Ort, cioè luogo
   proprio con la fine», cioè o        in cui la totalità di una
   «perfezione» come «massima          storia, di un processo o
   compiutezza» o essere «non
   ultimato» come essere interrotto,
                                         dello sviluppo di un
   incompiuto.                           qualsiasi evento, si
Es: la strada.                            raccoglie nella sua
                                        estrema possibilità…
• «La chiusura è il limite
  circolare all’interno del quale la    La chiusura
  ripetizione della differenza si
  ripete senza fine. Cioè il suo
  spazio di gioco.»
• «Pensare la chiusura della
  rappresentazione          significa
  pensare il tragico: non come
  rappresentazione del destino,
  ma      come      destino    della
  rappresentazione.       La     sua
  necessità gratuita e senza
  fondo.»

                          Derrida
                                         Nichilismo come
                                         mancanza di limiti
Lo scioglimento (Mottana)

                                             Il Professionista
                                             della formazione
                                           presidia la fine se
                                                   invita
                                            SMANTELLARE
                                           “l’area potenziale”.




     … degli spazi, dei tempi, dei segni e delle relazioni.
Paolo Mottana, Formazione e affetti (1993)
                                   Area potenziale = zona di sospensione e
apertura   modulazione   chisura
                                   possibile cambiamento; spazio di gioco della
                                   formazione.


                                   • Luogo finzionale della formazione (Massa).

                                   • Transizionalità (Winnicott); esperienza del
                                   bambino che sperimenta i primi possessi
                                   non-me. Si tratta del tempo in cui lo spazio
                                   esterno va definendosi come separato, ma è
                                   ancora affettivamente carico di percezioni
                                   interne. Gioco.

                                   • Possibilità (Vygotsky); accanto al livello
                                   effettivo di sviluppo naturale, funzione di
                                   stimolo e di intervento educativo dell’adulto.
I due tempi della formazione
    FASE ISTUTUENTE                        FASE DESTITUENTE


sentimenti ed emozioni di ogni         sentimenti ed emozioni di ogni
       esperienza di inizio:                esperienza di conclusione:
 entusiasmo, novità, timore                   fine, perdita, lutto
   momento delicato, anche         momento delicato, anche traumatico,
       drammatico, spesso                  spesso non problematizzato:
 sottolineato: celebrato, sempre            negato o aggirato, sempre
            necessario                      necessario; riparatorio o di
                                                    valutazione
     creazione del setting:
                                    l’area potenziale viene smantellata:
 linguaggio speciale, legami,
                                        fine clima speciale, tempi, spazi,
    tempi, spazi, simboli, corpi
                                                  simboli e affetti
 inizio, apertura, avventura
                                         epilogo, chiusura, ricordo
2. Il bosco o del margine
• «L’ordine spaziale, temporale e
  simbolico dell’avventura coincide […]
  con l’ordine strutturale dell’esperienza
  educativa e di qualsiasi oggetto
  pedagogico: entrambi affondano le
  proprie radici in quello della vita reale
  nel momento stesso in cui se ne
  distanziano istituendo un nuovo               “ Il bosco ”
  campo di realtà che rifluisce in essa,
  riorganizzando e ristrutturando le sue       straordinarietà
  significazioni più profonde.»                  episodicità
                                                    unicità
                                                 finzionalità
                                                 artificialità

  Massa (1989) Linee di fuga. L’avventura nella formazione umana
“Fine” dell’intermezzo da
Professionisti della formazione
Seconda tipologia di “viaggio”
  per la Moscato: ULISSE
Ulisse
Il viaggio/trasformazione dell’adulto
              • L’Odissea costituisce il
                   modello strutturale
                      ideale di molte
                   successive varianti
                 letterarie, e in questa
                    forma: la seconda
                   struttura tipica del
                       viaggio come
                peregrinazione/trasform
                 azione, permane nella
                tradizione occidentale
                 fino al presente per la
                        sua purezza
                archetipica. Cfr. p,117
Odissea

                  «Narrami, o
              Musa, dell'uomo
               dall'agile mente,
               che tanto vagò,
                    dopo che
              distrusse la sacra
                città di Troia.»


   • «Nella struttura complessa dell’Odissea lo schema
  dell’avventura/peripezia costituisce solo il livello narrativo
superficiale, sotto il quale si rivela nettamente il disegno di un
 pellegrinaggio esistenziale, di un itinerario di trasformazione
  personale […] profondamente “religioso”. Manca del tutto
     nell’Odissea l’elemento “vocazione” […].» Cfr, p.118
una maggiore conoscenza


• Ulisse è un adulto (“la regalità e
  la    responsabilità   sono     le
  caratteristiche di partenza del
  suo viaggio” cfr. p.118) che         "O frati," dissi, "che per cento milia
  affronta la sua trasformazione         perigli siete giunti a l'occidente,
                                          a questa tanto picciola vigilia
  attraverso una serie di prove e
  tentazioni.                           d'i nostri sensi ch'è del rimanente
                                         non vogliate negar l'esperïenza,
                                         di retro al sol, del mondo sanza
                                                       gente.
• «L’esito del viaggio sarà una          Considerate la vostra semenza:
  maggiore       conoscenza della       fatti non foste a viver come bruti,
  propria umanità e della realtà
                                              ma per seguir virtute e
  che trasformerà radicalmente                   canoscenza".
  l’eroe.» Cfr. p.118
• «Il viaggio ai confini
“Il folle volo”   dell’impossibile, il viaggio come
                   sfida dell’umano e del divino, il
                     viaggio come conseguenza
                  dell’hubris dell’eroe ha la prima
                         figurazione nel mito di
                          Odisseo, di cui Dante
                    reinterpreta il finale nel XXVI
                        canto dell’Inferno: l’eroe
                     omerico che aveva sfidato il
                     canto delle Sirene rivelerà,
                     nella tradizione occidentale
                    successiva, la dimensione di
                   “empietà” di una ragione umana
                   che non riconosca i confini della
                       sua ansia di conoscenza; il
                     viaggio dell’Ulisse dantesco
                       oltre le Colonne d’Ercole
                  rinnova così la simbologia della
                      trasgressione di Adamo nei
                    confronti dell’albero proibito
                    della conoscenza.» Cfr. p.128
• «Il grande viaggio omerico      Itaca
  assume […] il carattere
  religioso di un
  pellegrinaggio in quanto
  cammino di
  espiazione/trasformazione:
  si pensi all’immagine di
  Itaca […] e si riconoscerà
  una variante pagana della
  “terra promessa” e della
  patria perfetta, cui la
  divinità non consente
  l’accesso in relazione alla
  colpa di cui si è macchiati.»
  Cfr. p.118
Terza tipologia di “viaggio” per
    la Moscato: ABRAMO
• A lui Dio
Abramo                                           impone di
Il viaggio come “ESODO”                        “uscire” dalla
                                             terra di Ur, per
                                             muovere verso
                                                   la “terra
                                                 promessa”;
                                                figura della
                                             patria perfetta,
                                              e del “regno”,
                                                   dove si
                                                realizzerà il
                                              dono divino di
                                                     una
• Abramo, figura dell’uomo di fede di cui   “discendenza più
  riconoscono la paternità sia gli Ebrei          numerosa
  che i Cristiani che i Mussulmani, è        dell’arena del
  anche potente figura archetipica               mare”. Cfr.
  dell’Eroe fondatore.                              p.129
Esci dalla tua terra


• Abramo, non andare, non partire,
  non lasciare la tua casa,
  cosa speri di trovar?
• La strada è sempre quella,
  ma la gente è differente, ti è nemica,
  dove speri di arrivar?
• Quello che lasci tu lo conosci
  il tuo Signore cosa ti dà?
  - un popolo, la terra e la promessa -
  parola di Jahvè.
• Abramo per il popolo e la
  religione ebraiche;
• L’Eneide di Virgilio: Enea
• 1620. I Padri pellegrini e
  l’epico viaggio del brigantino
  Mayflower con il suo approdo
  sulle coste del
  Massachussetts, ricostruito e
  reinterpretato dalla tradizione
  puritana posteriore;
• Il mito della “frontiera”
  americana (le carovane di
  pionieri verso la terra
  promessa, più o meno
  laicizzata, dell’West) e il genere
  western (la lotta contro la
  natura del West selvaggio)
  sottotraccia nascondono la
  ricerca di se stessi;
  costruiscono il mito della
  nuova cittadinanza americana
• «In questa terza tipologia, la dimensione di estraneazione
  messa in moto dal viaggio, anziché presentare la struttura
  a spirale del “ritorno al punto iniziale”, presenta piuttosto il
  carattere dell’irreversibilità lineare, connesso alla vocazione
  iniziale dell’Eroe Progenitore. […] la dimensione del viaggio
  è aperta o messa in moto da una “chiamata”, o comunque
  da un ordine divino; l’itinerario è unidirezionale, e il ritorno
  è sempre impossibile, non perché ci sia un esito
  fallimentare del viaggio, ma perché la vocazione divina
  determina […] un termine definitivo e irreversibile […] di
  separazione dal contesto iniziale.» Cfr. p.128

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  • 1. Il viaggio come metafora pedagogica (1994) Maria Teresa Moscato 3 lezione 10 ottobre 2012
  • 2. • «A nostro parere la figura del viaggio presenta, nelle sue infinite varianti […], almeno 3 possibili strutture fondamentali, che in qualche caso si sovrappongono parzialmente, in altri casi si confondono, ma che sono comunque presenti, anche in termini di confusa contaminazione, nella coscienza contemporanea e nelle rappresentazioni collettive.» Cfr. p.103
  • 3. Le 3 strutture fondamentali del viaggio 1. Il viaggio come “iniziazione” alla condizione adulta 2. Il viaggio come trasformazione/pellegrinaggio di un eroe adulto 3. Il viaggio come “vocazione” di un eroe/fondatore
  • 4. Vita e viaggio «Queste tre strutture fondamentali […] esprimono una triplice dimensione dell’esistenza.» Cfr. p.103 • «Nel tema del viaggio è l’intera 1. La dimensione del rischio, del dubbio, vita umana […] che della scelta, della prova, del conflitto e viene descritta come della lotta, generalmente della solitudine “cammino” e ma anche dell’incontro e dell’aiuto provvidenziale “trasformazione”, 2. Il cammino è tortuoso; ci si può smarrire cioè come un o tornare sui propri passi “movimento 3. L’esito non è mai garantito: talvolta la meta si trasforma durante il cammino, intenzionale” verso talvolta il desiderato ritorno è impossibile, una meta solo talvolta la risorsa sono figure che ipoteticamente pre- accompagnano e sostengono ma sempre l’esito è una trasformazione interna. definita.» Cfr. p.104
  • 5. • «Nel tema del viaggio è Vita è viaggio ? l’intera vita umana […] che viene descritta come “cammino” e “trasformazione”, cioè come un “movimento intenzionale” verso una meta solo ipoteticamente pre-definita.» Cfr. p.104 • La figura mostra […] l’inseparabilità tra il percorso esistenziale e la trasformazione personale, l’esperienza vitale e l’educazione. Inseparabilità non vuole dire identificazione […]. Cfr. p.104
  • 6. Il viaggio del minore (PINOCCHIO), cioè il viaggio/iniziazione non è il “pellegrinare” dell’adulto (ULISSE), cioè il viaggio/trasformazione; questi due non sono il viaggio di fondazione (ABRAMO), cioè il viaggio/esodo.
  • 7. Due tipi di viaggio: dell’Eroe-iniziando e dell’Eroe-adulto 1. Il viaggio come separazione 2. Il viaggio come peripezia/peregrinazione • Il soggetto che viaggia, “si allontana da” un luogo e un contesto iniziali dati 3. Il viaggio come fondazione per dirigersi verso” un luogo diverso, che o presuppone un ricongiungimento o una integrazione. Egli diventa “straniero” nei luoghi che attraversa e “emigrante” per gli altri che lo incontrano; “soggetto debole”. Il viandante si trova forzatamente collocato in una dimensione di “marginalità”. Moscato, p.104
  • 8. Approfondimento Avete mai letto: • Van Gennep • Turner • Propp ?
  • 9. Van Gennep (1909) Propp (1928) • La struttura del viaggio è paragonabile agli studi sui riti di passaggio (iniziazioni) • La forma del viaggio di Van Gennep iniziatico dell’eroe/immaturo è I riti di passaggio (1909) prefigurata nelle fiabe così come le ha studiate Propp. E nei miti. Morfologia della fiaba (1928)
  • 10. I riti di passaggio passaggio della soglia, ospitalità, nascita, pubertà, fidanzamento, matrimonio, morte, stagioni Occorre anche ricordare che i riti di passaggio materiale (cap.2) inaugurano l’analisi dei riti che si snoda lungo tutto il libro. […] da questo modello emerge la nozione di margine […] In qualisiasi passaggio materiale si incontra pur sempre una linea di confine più o meno chiara e rigorosa, una soglia, una zona neutra o terra di nessuno, un qualche elemento fisico insomma che divide i due spazi attraverso cui avviene il passaggio. La struttura dei riti di passaggio riproduce in termini simbolici, questa articolazione fisica, per cui i riti di passaggio si configurano necessariamente come A) riti di separazione o preliminari, B) riti di margine o liminari, C) riti di aggregazione o postliminari.
  • 11. Prima tipologia di “viaggio” per la Moscato: PINOCCHIO
  • 12. Pinocchio Il viaggio/iniziazione (all’età adulta) • […] il Collodi ha raccontato una delle metafore più complete del processo educativo e dei suoi rischi nella storia di Pinocchio. Cfr. p.114
  • 13. 1. L’inizio • All’inizio della sua avventura/peripezia, Pinocchio non è che “un pezzo di legno”.
  • 14. “Le avventure” • La fuga appare la costante del temperamento di Pinocchio e della sua condotta; fugge con una meta ideale (Paese dei Balocchi, Campo dei Miracoli) da ogni disciplina. • Rifiuta di accettare la realtà umana in cui non si ottiene nulla senza applicazione e fatica; l’aspirazione a diventare un bambino vero (metafora della condizione umana) richiede sforzo personale.
  • 15. Le figure adiuvanti oppure ostacolanti • La particolare presenza di tali figure caratterizza lo schema del viaggio/iniziazione per ciò che riguarda la possibilità di subire inganni e lo diversifica dal viaggio dell’eroe adulto. • L’eroe/iniziando deve imparare a distinguere di chi possa rischiare di fidarsi e quando; ma deve comunque fidarsi di qualcuno.
  • 16. “Diventare un ragazzo a modo” • Le sue ripetute e serie promesse […] sono costantemente sconfessate da nuove fughe e da rinnovate bugie. Cfr. p.114
  • 17. “un bambino che non vuole crescere” • Puer Eternus individuato da Jung • Dopo diverse morti simboliche dell’infanzia: l’impiccagione, l’annegamento nella forma di ciuco, il venir divorato dalla pescecane, Pinocchio conquisterà la vita adulta (la condizione umana) “per mezzo della esperienza della realtà che egli attraversa” cfr. p.115.
  • 18. “un bambino in carne e ossa” • 3. L’epilogo: “divetare Re”
  • 19. Intermezzo di formazione del professionista della “formazione”
  • 20. È “dalla fine” CHE RACCONTI LA STORIA DELLA (TUA) FORMAZIONE inizio margine fine
  • 21. Oltre la fine. Sul compimento della formazione (1999) Saggio di filosofia dell’educazione. Lavoro sulla domanda: come finisce un’esperienza formativa? Una tessitura tra filosofi: Heidegger, Nietzsche e Derrida, psicanalisti: Freud, Klein, Lacan e Fournoy, pedagogisti: Mottana, Franza, Makarenko e Rousseau, antropologi: Van Gennep. Riflessioni non direttamente operative, per aprire a una nuova competenza. Mancanza di una bibliografia in merito: si pensa sempre l’educazione come qualcosa da fare, da diffondere, di cui c’è bisogno, un gesto infinito, e mai nella positività del suo venir meno. Una prima esplorazione del tema.
  • 22. Un significato positivo di fine. Heidegger (1927) • «semplice cessare», «venir meno», cioè «dissolversi nella non presenza». Es: ha smesso di piovere. • «decadimento», «impotenza»; mancanza come indisponibilità. Es: il pane è finito. • «raggiungere la totale presenza Ende = Ort, cioè luogo proprio con la fine», cioè o in cui la totalità di una «perfezione» come «massima storia, di un processo o compiutezza» o essere «non ultimato» come essere interrotto, dello sviluppo di un incompiuto. qualsiasi evento, si Es: la strada. raccoglie nella sua estrema possibilità…
  • 23. • «La chiusura è il limite circolare all’interno del quale la La chiusura ripetizione della differenza si ripete senza fine. Cioè il suo spazio di gioco.» • «Pensare la chiusura della rappresentazione significa pensare il tragico: non come rappresentazione del destino, ma come destino della rappresentazione. La sua necessità gratuita e senza fondo.» Derrida Nichilismo come mancanza di limiti
  • 24. Lo scioglimento (Mottana) Il Professionista della formazione presidia la fine se invita SMANTELLARE “l’area potenziale”. … degli spazi, dei tempi, dei segni e delle relazioni.
  • 25. Paolo Mottana, Formazione e affetti (1993) Area potenziale = zona di sospensione e apertura modulazione chisura possibile cambiamento; spazio di gioco della formazione. • Luogo finzionale della formazione (Massa). • Transizionalità (Winnicott); esperienza del bambino che sperimenta i primi possessi non-me. Si tratta del tempo in cui lo spazio esterno va definendosi come separato, ma è ancora affettivamente carico di percezioni interne. Gioco. • Possibilità (Vygotsky); accanto al livello effettivo di sviluppo naturale, funzione di stimolo e di intervento educativo dell’adulto.
  • 26. I due tempi della formazione FASE ISTUTUENTE FASE DESTITUENTE sentimenti ed emozioni di ogni sentimenti ed emozioni di ogni esperienza di inizio: esperienza di conclusione: entusiasmo, novità, timore fine, perdita, lutto momento delicato, anche momento delicato, anche traumatico, drammatico, spesso spesso non problematizzato: sottolineato: celebrato, sempre negato o aggirato, sempre necessario necessario; riparatorio o di valutazione creazione del setting: l’area potenziale viene smantellata: linguaggio speciale, legami, fine clima speciale, tempi, spazi, tempi, spazi, simboli, corpi simboli e affetti inizio, apertura, avventura epilogo, chiusura, ricordo
  • 27. 2. Il bosco o del margine
  • 28. • «L’ordine spaziale, temporale e simbolico dell’avventura coincide […] con l’ordine strutturale dell’esperienza educativa e di qualsiasi oggetto pedagogico: entrambi affondano le proprie radici in quello della vita reale nel momento stesso in cui se ne distanziano istituendo un nuovo “ Il bosco ” campo di realtà che rifluisce in essa, riorganizzando e ristrutturando le sue straordinarietà significazioni più profonde.» episodicità unicità finzionalità artificialità Massa (1989) Linee di fuga. L’avventura nella formazione umana
  • 30. Seconda tipologia di “viaggio” per la Moscato: ULISSE
  • 31. Ulisse Il viaggio/trasformazione dell’adulto • L’Odissea costituisce il modello strutturale ideale di molte successive varianti letterarie, e in questa forma: la seconda struttura tipica del viaggio come peregrinazione/trasform azione, permane nella tradizione occidentale fino al presente per la sua purezza archetipica. Cfr. p,117
  • 32. Odissea «Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò, dopo che distrusse la sacra città di Troia.» • «Nella struttura complessa dell’Odissea lo schema dell’avventura/peripezia costituisce solo il livello narrativo superficiale, sotto il quale si rivela nettamente il disegno di un pellegrinaggio esistenziale, di un itinerario di trasformazione personale […] profondamente “religioso”. Manca del tutto nell’Odissea l’elemento “vocazione” […].» Cfr, p.118
  • 33. una maggiore conoscenza • Ulisse è un adulto (“la regalità e la responsabilità sono le caratteristiche di partenza del suo viaggio” cfr. p.118) che "O frati," dissi, "che per cento milia affronta la sua trasformazione perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia attraverso una serie di prove e tentazioni. d'i nostri sensi ch'è del rimanente non vogliate negar l'esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. • «L’esito del viaggio sarà una Considerate la vostra semenza: maggiore conoscenza della fatti non foste a viver come bruti, propria umanità e della realtà ma per seguir virtute e che trasformerà radicalmente canoscenza". l’eroe.» Cfr. p.118
  • 34. • «Il viaggio ai confini “Il folle volo” dell’impossibile, il viaggio come sfida dell’umano e del divino, il viaggio come conseguenza dell’hubris dell’eroe ha la prima figurazione nel mito di Odisseo, di cui Dante reinterpreta il finale nel XXVI canto dell’Inferno: l’eroe omerico che aveva sfidato il canto delle Sirene rivelerà, nella tradizione occidentale successiva, la dimensione di “empietà” di una ragione umana che non riconosca i confini della sua ansia di conoscenza; il viaggio dell’Ulisse dantesco oltre le Colonne d’Ercole rinnova così la simbologia della trasgressione di Adamo nei confronti dell’albero proibito della conoscenza.» Cfr. p.128
  • 35. • «Il grande viaggio omerico Itaca assume […] il carattere religioso di un pellegrinaggio in quanto cammino di espiazione/trasformazione: si pensi all’immagine di Itaca […] e si riconoscerà una variante pagana della “terra promessa” e della patria perfetta, cui la divinità non consente l’accesso in relazione alla colpa di cui si è macchiati.» Cfr. p.118
  • 36. Terza tipologia di “viaggio” per la Moscato: ABRAMO
  • 37. • A lui Dio Abramo impone di Il viaggio come “ESODO” “uscire” dalla terra di Ur, per muovere verso la “terra promessa”; figura della patria perfetta, e del “regno”, dove si realizzerà il dono divino di una • Abramo, figura dell’uomo di fede di cui “discendenza più riconoscono la paternità sia gli Ebrei numerosa che i Cristiani che i Mussulmani, è dell’arena del anche potente figura archetipica mare”. Cfr. dell’Eroe fondatore. p.129
  • 38. Esci dalla tua terra • Abramo, non andare, non partire, non lasciare la tua casa, cosa speri di trovar? • La strada è sempre quella, ma la gente è differente, ti è nemica, dove speri di arrivar? • Quello che lasci tu lo conosci il tuo Signore cosa ti dà? - un popolo, la terra e la promessa - parola di Jahvè.
  • 39. • Abramo per il popolo e la religione ebraiche; • L’Eneide di Virgilio: Enea • 1620. I Padri pellegrini e l’epico viaggio del brigantino Mayflower con il suo approdo sulle coste del Massachussetts, ricostruito e reinterpretato dalla tradizione puritana posteriore; • Il mito della “frontiera” americana (le carovane di pionieri verso la terra promessa, più o meno laicizzata, dell’West) e il genere western (la lotta contro la natura del West selvaggio) sottotraccia nascondono la ricerca di se stessi; costruiscono il mito della nuova cittadinanza americana
  • 40. • «In questa terza tipologia, la dimensione di estraneazione messa in moto dal viaggio, anziché presentare la struttura a spirale del “ritorno al punto iniziale”, presenta piuttosto il carattere dell’irreversibilità lineare, connesso alla vocazione iniziale dell’Eroe Progenitore. […] la dimensione del viaggio è aperta o messa in moto da una “chiamata”, o comunque da un ordine divino; l’itinerario è unidirezionale, e il ritorno è sempre impossibile, non perché ci sia un esito fallimentare del viaggio, ma perché la vocazione divina determina […] un termine definitivo e irreversibile […] di separazione dal contesto iniziale.» Cfr. p.128