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Comunità VivaComunità Viva
bollettino parrocchiale di castions
Il Vescovo ci scrive IL SALUTO DEL PARROCO
BOLLETTINO PARROCCHIALE - Castions di Zoppola - Dir. resp. Mons. Bruno Cescon - New Print Fossalta di Portogruaro (VE)
Sped. in a.p. art. 2 / 20/c legge 662/96 - Udine - Mittente PARROCO 33080 CASTIONS di Z. (PN) - Telef. (0434) 97241
Anno XXXVIII - 4 (129)
ottobre 2010
vita nuova e profezia cristiana
Ogni volta che metto la firma sul decreto di nomina di
un parroco, penso che firmo come un “foglio di via”: è
un ordine di nuova partenza, che un prete con generosità
accetta di ricevere dal Vescovo. A me nasce dentro un
certo batticuore: so di caricare sulle spalle di un fratel-
lo una responsabilità delicata e che non sarà priva di
sfide e di fatiche. Ma so anche che quando si ama, il
peso si fa più leggero e il coraggio della fede diventa
vincente. Un vecchio parroco scriveva ad un amico sa-
cerdote in procinto di entrare in parrocchia: “Ciò che tu
incominci a fare io me lo tiro dietro da parecchi anni:
e non ne sono stanco. Mi sono stancato di tutto, furo-
chè di fare il parroco. Vuol dire che è il nostro mestie-
re: che la famiglia noi preti la ritroviamo soltanto con
una comunità sul cuore, che ti schiaccia e ti porta”.
Ho fatto anch’io il parroco per 15 anni, mi è rimasta nel
cuore una profonda nostalgia di quella esperienza, che
non posso dimenticare. Anche don Pino, che ora lascia
Castions e Orcenico Inferiore, sta vivendo questi giorni
con riconoscenza per quello che ha ricevuto di affetto
e con una certa misura di sofferenza. Certamente ogni
partenza è un distacco che lascia il segno nel cuore del
prete e dei fedeli, ma è anche
una opportunità per rimette-
re in azione nuove energie e
per intrecciare nuove rela-
zioni. Ho potuto constatar-
lo di persona incontrando i
membri dei Consigli Pastora-
li e dei Consigli per gli Affari
economici, ai quali rinnovo il
mio grazie per il loro servizio.
Aggiungo poi che don Ugo Ga-
spardo, che verrà come nuovo
vostro parroco, è un sacerdo-
te che scoprirete essere un
“dono” di Dio. Siate anche voi,
con la fiducia che subito gli ma-
nifesterete, un “dono” per lui.
A don Pino e don Ugo e per tut-
ti voi assicuro la mia preghiera
e una affettuosa benedizione.
Pordenone,21settembre2010
			
Ovidio Poletto, Vescovo
Alla Comunità Cristiana di
Castions e di Orcenico I.
Il primo pensiero va al 20 giugno 1999... Subentrare a
don Dino, parroco per 26 anni, mi sembrava un’opera
altamente difficile, data la sua profonda fede e la sua
grande umiltà: ma poi il timore ha lasciato lo spazio alla
voglia di lavorare in una comunità attiva e piena di risor-
se. Ebbene, sono passati ormai 11 anni: una vita! Forse
giusto il tempo di dire al Vescovo: eccomi! Disponibilità
per un avvicendamento: per l’età che avanza, gli acciac-
chi che aumentano, con il pericolo di diventare ripetitivi e
brontoloni, di non lasciare spazio ad altre persone, di non
saper seguire più le varie realtà parrocchiali… E poi, come
diceva quel buon parroco di campagna, certe decisioni è
meglio prenderle due anni prima che un giorno dopo!
Non mi sarà facile dimenticare il sorriso dei bambini,
la vivacità dei ragazzi, l’audacia dei giovani, i rapporti
familiari e spontanei con gli adulti, la forza e la fede dei
malati… Quante situazioni gioiose e tristi vissute, quante
mani strette in amicizia, quanti momenti di festa, nel-
la consapevolezza di condividere la vita della comuni-
tà come prete amico, prima che come prete autorità…
Quante aspettative deluse, quanti appuntamenti manca-
Domenica 5 settembre il Vescovo ha conferito la Cresima a 15 nostri adolescenti.
Lo Spirito rafforzi in loro la scelta cristiana e ànimi i loro familiari e la comunità a dare loro buon esempio
con le parole e i fatti. Bertoli Marco - Boccalon Damiano - Borean Gloria - Carino Alessandro - Colautti
Roberta - Ius Mattia - Ius Katia - Ius Pietro - Marcuzzi Enrico - Parisi Emanuele - Peruch Sara - Scudeler
Alberto - Siciliotti Elisa - Rosset Justine - Vanelli Claudia.
SANTA CRESIMA
2
ComunitàViva
ComunitàViva
3
ti, quanti limiti in quella che non è una professione
come le altre ma una vocazione di servizio e di con-
divisione.
Un saluto grato a tutti, un po’ in elenco.
CPP e CPAE: sen-
za di essi, vita gra-
ma! Si è cresciuti e
maturati nello spi-
rito di servizio e di
corresponsabilità.
COMMISSIONI:
sorretti dal motto:
“E’ meglio il poco
di molti che il molto
di pochi”. Presen-
ze varie nei campi
della: CATECHESI,
della LITURGIA,
della CARITA’, del-
la FAMIGLIA e dei
GIOVANI.
C o l l a b o r a z i o n e
sempre bisognosa di ampliamento (???) e di maggio-
re interesse, vedi in particolare quella dei GIOVANI:
manca un referente che possa suggerire e proporre in-
terventi in questo settore così delicato ma anche così
ricco di risorse.
CATECHISTI, con la fatica ma anche la gioia di cam-
minare con i più giovani per formare e formarsi come
cristiani e bravi cittadini. Ha bisogno di nuove forze.
CORALE S. ANDREA. La bellezza del canto e l’ami-
cizia tra coristi. E la fatica dell’impegno costante, e
qualche defezione, e qualche new entry… Coraggio!
GRUPPO SPOSI. Il desiderio di crescere nell’amore
di coppia: incontri, riflessioni, momenti di amicizia.
DONNE del TEMPIO e CUSTODI delle CHIESE e del
CAPITELLO della MADONNA. L’amore per gli edifici
sacri denota affetto per il Signore e rispetto per quello
che con tanti sacrifici hanno costruito i nostri avi.
UOMINI del VERDE e dell’ARTE: la cura del verde e
degli arredi abbisognano di personale costantemente
attento e impegnato. Il territorio adiacente alla chiesa
e ai due centri è invidiato da tutti i fruitori e gli occa-
sionali: è un piccolo paradiso in primavera e in estate!
Giovani. Quanta passione e gioia nel veder brillare i
loro occhi nel mettere a disposizione fantasia e corag-
gio nell’arduo compito di animare e formare le nuove
generazioni (ho ancora il ‘magone’ nel vedere pian
piano l’AGESCI morire e l’AC ridotta ad un lumicino
e non essere capace di incoraggiare e ravvivare for-
ze nuove…!). Quanta tristezza e delusione vedendo i
‘post-Cresima’ (ed anche prima, e specialmente ra-
gazzine…) dileguarsi al momento più bello e impor-
tante, quando la comunità ha bisogno di loro e quan-
do loro stessi, crescendo e immergendosi nella vita,
hanno bisogno di Dio e di adulti testimoni credibili…!
Visita alle famiglie: ogni anno, già appena entrato.
In quasi tutte (“contentà un Comùn, no si conten-
ta nissùn”!) sono entrato, ascoltando, incoraggiando,
dialogando con familiarità: questo lo considero uno
dei compiti principali di un parroco. Quindi, grazie a
tutti per le ‘porte aperte’.
I malati: sì, alcuni hanno ragione di rimproverarmi per
non averli visitati più spesso, ma mi pare di essere
stato abbastanza fedele in questo campo, così pure
nei confronti dei ricoverati negli ospedali e nelle Case
di Riposo… Cristiani di Castions: avete un luogo in
cui dimostrare sensibilità cristiana e umana: è la Casa
di Riposo Micoli Toscano. Grazie ai dirigenti e al per-
sonale che mi hanno permesso di esercitare il compi-
to di assistente spirituale e grazie ai tanti volontari che
in svariate forme animano la Casa: raccomando però
di non rallentare gli interventi, anzi, di aumentare le
visite, di partecipare soprattutto alle Celebrazioni: è
un modo molto concreto di fare comunione con quella
parte di umanità debole e fragile… Grazie anche al
personale insegnante e di servizio della Scuola per
l’Infanzia (Asilo Favetti): era per me respirare ‘aria
pura’ a contatto con il mondo dei bambini (ricordo la
bella accoglienza riservata al Vescovo durante la vi-
sita pastorale del 2008 ed anche quella della Scuola
Elementare Celso Costantini e le Margherite: grazie!).
“LA NOSTRA FAMIGLIA”. Quante volte ne avete sen-
tito parlare da me. Ringrazio quei giovani che hanno
condiviso (e continuano a farlo) alcune esperienze di
volontariato a s. Vito e grazie a quelle persone che
hanno partecipato alla bellissima esperienza del Pel-
legrinaggio a Lourdes.
Altre Associazioni e Gruppi: ricordando la giornata
del Volontariato dello scorso aprile, dico grazie agli
ALPINI, agli amici della PIAZZA (mangiare la fioren-
tina era un’impresa ardua…), al CORDON, al REAL
CASTELLANA (la mia passione per il calcio mi farà
scontare lunghi anni in Purgatorio…) cui auguro in
un prossimo futuro il derby con lo Zoppola… Altre
associazioni: gruppo amici CHIESA S. MARCO, LA
CASTELLANA, LE SORGIVE, COMBATTENTI E RE-
DUCI, CIRCOLO CULTURALERICREATIVO, HAWA-
KANAWA, ACAT e FAVETTILANDIA (spero di non
aver dimenticato nessuno…).
In fondo, lavorando per il paese e per le necessità
delle persone, si lavora per il bene: quindi per me
prete (e per il cristiano in genere) è normale sentirmi
in sintonia…
Auguri anche per un buon lavoro in rete: ci è stato
ripetuto più volte che ogni singola parrocchia non può
fare tutto, ma insieme alle altre si può ottenere di più.
Alle autorità civili: grazie per la collaborazione (in
particolare nelle manifestazioni in onore del Cardi-
nale Costantini) e per la disponibilità. Auguro loro di
operare sempre per il bene comune, privilegiando le
famiglie e le categorie più deboli.
Piccoli (?) suggerimenti: arricchire di presenze adulti
la Messa delle 10.30, di chierichetti vispi e pronti
(fedeltà ai turni festivi), organista e suonatori, pun-
tualità (almeno 10 minuti prima!!)… La Confessione:
riscoprirla come dono di Dio per riconoscere i propri
pregi e i propri difetti. Attenti al peccato di credersi
SANTI! E poi le Messe del lunedi e venerdi: per un
buon cristiano non basta la Messa festiva!
La visita in chiesa: sì, è vero che la chiesa non è al
centro del paese, ma se vogliamo bene a Gesù, tro-
viamo il modo di trascorrere un po’ di tempo con Lui.
E all’entrata della chiesa è esposta la Parola di Dio
della liturgia del giorno: è una buona medicina per il
cuore…
Un ultimo (non per importanza) grazie al Vesco-
vo che offrendomi la parrocchia di Ligugnana ha
tenuto conto della mia richiesta, quella di essere
vicino ai miei. In aggiunta, potrò continuare il ser-
vizio di delegato del Vescovo dei preti anziani e
malati nonché presso la Nostra Famiglia di S. Vito.
Non sarò mai grato abbastanza a Teresa, la regina
della canonica, e Sabina, e le amiche e gli amici della
canonica: la casa del parroco è la casa di tutti. E se
sta bene il parroco lo deve anche a chi lo accudisce:
grazie sincere.
Quante altre cose sono racchiuse nel cuore… Lascio
queste nella speranza che rimangano a lungo. C’è
una frase che mi rimane nella mente: “I ricordi sono
l’unico paradiso dal quale non possiamo venire cac-
ciati”. Infine, se qualcuno vorrà condividere la festa
del mio ingresso a Ligugnana sabato 30 ottobre, ne
sarò grato. Pregare in molti sostiene nei momenti di
difficoltà…
				 Don Giuseppe
Il parroco da’ i numeri!
Da giugno 1999
I BATTESIMI sono stati 159. Solo per due anni hanno
superato i morti.
I MATRIMONI celebrati: 58.
Il numero dei FUNERALI sale a 231 (oltre 22 all’an-
no); tra questi, è impossibile dimenticare alcuni gio-
vani strappati violentemente alla vita, e poi papà e
mamme venuti a mancare in modo drammatico, e
adulti e anziani deceduti dopo lunga e dolorosa ma-
lattia…
Le CRESIME: 170.
Le PRIME COMUNIONI: 219.
Saluti anche da
Orcenico di Sotto
Carissimo don Pino,
mi hai chiesto come sempre un articolo per il giornale
della Parrocchia. Questa volta non ti scrivo delle mie
iniziative romane, ma di una breve, ma per me signi-
ficativa, esperienza di cammino compiuto insieme in
questi 34 mesi.
Vinco una certo imbarazzo nel parlare di me, ma cre-
do che in questi tempi occorre avere anche il coraggio
di dire le cose belle che riguardano noi preti.
Allora ci tengo a dire che, nonostante la nostra inedi-
ta situazione, abbiamo collaborato con serenità, cer-
cando di essere sempre sinceri e disponibili, avendo
sempre bene in mente lo scopo della nostra missione:
costruire la comunità e diffondere il vangelo. E di que-
sto ti ringrazio. Dovrebbe essere scontato tra preti, ma
scontato non è. Contando anche te, ho avuto modo di
collaborare 7 Parroci: don Giuseppe Romanin a Ma-
niago, don Sergio Moretto a Porcia; altri quattro a
Fiume Veneto: don Piero Cesco, don Giancarlo Stival,
don Natale Padovese e don Renzo de Ros. Con tutti
ho cercato (abbiamo cercato) di andare d’accordo. E
ci siamo, tutto sommato, riusciti. E credo che questa
sia la cosa, alla lunga, la più importante. In assoluto.
Vivendo la carità nella verità. E così cercherò di fare
anche con don Ugo…
Ti ringrazio perché nonostante che, qualche volta, i
miei impegni si sovrapponevano a quelli di Orcenico
e ti richiedevano qualche fatica in più, non me lo hai
fatto pesare. Anzi, mi chiedevi di scrivere quello che
facevo a Roma, dimostrando un interesse che apprez-
zavo moltissimo.
Gli amici di Orcenico di Sotto hanno avuto la fortuna
di avere Parroci che hanno dimostrato amore e spirito
di servizio alla comunità. Con i loro limiti e le loro
debolezze, ma la dedizione e la generosità sono stati
grandissimi. E anche se l’esperienza è durata poco
meno di tre anni, ti sei unito a questa lodevole compa-
gnia. Parlo dei Parroci, per i collaboratori vedremo …
Don Pino, grazie per la tua personale amicizia, per il
tuo sorriso, per la tua disponibilità: continua così. Il
Signore ti accompagni e san Lorenzo, patrono di Ligu-
gnana ti protegga.
Don Livio Corazza
Carissimo don Pino,
in questo giorno di festa, per la Cresima dei nostri
ragazzi e per la presenza del Vescovo, vogliamo espri-
merti il nostro più sincero grazie per il servizio svolto
nella nostra comunità di Orcenico di Sotto.
Devo dire che abbiamo apprezzato la tua disponibilità
e la tua affabilità soprattutto in questo ultimo periodo
quando il Vescovo ti ha nominato parroco della no-
stra parrocchia avendo come collaboratore don Livio.
A noi laici fa sempre piacere ed è di esempio il fatto,
non scontato, che i sacerdoti vadano d’accordo, si ac-
cettino e si rispettino. E questo è capitato ora con don
Livio e prima con don Giosuè.
Abbiamo apprezzato poi la tua sincera premura nel
visitare gli anziani e i malati nelle loro case, come hai
fatto anche questa settimana. Sappiamo quanto sia
importante che gli ammalati e le loro famiglie non si
sentano soli, ma colgano l’affetto e la preghiera di tut-
ta la comunità e del parroco in particolare. Incontravi
non solo le famiglie degli anziani e dei malati, ma
tutte le famiglie. Sappiamo che non è facile trovare il
tempo per andare a visitare le famiglie, non sempre
c’è qualcuno in casa, ci vuole pazienza e costanza.
Doti che tu hai dimostrato. Ti ringraziamo per questo.
E’ segno della premura di Dio che come buon Pasto-
re va in cerca delle persone lì dove vivono, amano e
soffrono.
Infine dò voce a quella porzione di Parrocchia che
si ritrova in Località Sile. Ancora prima di diventare
parroco di Orcenico, tutti i martedi in chiesa d’estate
e nelle famiglie d’inverno (dov’eri sempre ben accol-
to) celebravi l’Eucaristia. E’ un momento molto bello,
semplice e intenso.
Don Pino, grazie per il tuo servizio, per il tuo sorriso,
per la tua disponibilità che ti auguriamo di confermare
nella nuova parrocchia che il Vescovo ti ha affidato.
Quando vuoi, vienici a trovare. Ti accoglieremo sem-
pre come uno di noi.
Grazie e mandi
Renato Tius per il CPP – Orcenico di S.
4
ComunitàViva
ComunitàViva
5
A Don Pino
La notizia che partirai da Ca-
stions mi dispiace molto, ma lo
so che questa disponibilità che
hai data, è una cosa necessa-
ria nella nostra chiamata di vita
sacerdotale.
Ho visto questi giorni tante fac-
ce tristi nel sentire la notizia che
devipartire,eiocosavogliodirti?
Ti ringrazio per la tua amicizia.
Lo so che i buoni ricordi riman-
gono e spero che anche l’amici-
zia continui, credo che sia una cosa giusta che anche i
ligugnanesi abbiano la fortuna di incontrare Gesù, in te.
Sei un uomo in mezzo al popolo e per il popolo.
La tua presenza nei vari campi: nella chiesa, nella casa
di riposo, nelle famiglie, nelle processioni, nelle sagre,
nel campo sportivo, nelle montagne ... ovunque c’e il
popolo di Dio, lì ci sei anche tu.
I malati, gli invalidi , gli handicappati, gli anziani, i pic-
coli, i giovani, tutti vogliono avvicinarti per sentire la
tua parola semplice e sincera di amicizia.
Mi viene alla mente l’immagine, della grande folla
quando seguiva Gesù, attirata e affascinata dalla sua
Parola. Sei un uomo con le braccia aperte.
Tutti i sacerdoti stranieri vogliono ritornare da te, ….
perchè?
Con te, si sentono e ci sentiamo a casa.
Mi sento libero di chiamarti ogni volta che c’è qualche
occasione che ci unisce, e sono molto felice di ricevere
la tua chiamata: “zao’an (Buon giorno), stamattina ab-
biamo pregato per la Cina...”.
Mi viene in mente Adamo, quando passeggiava con
Dio nel giardino terrestre sul far della sera, penso alla
sua confidenza e libertà del suo rapporto con Dio.
Sei un uomo che ama l’unità,
sempre disponibile a cogliere tutte le occasioni per co-
municare con gli altri sacerdoti confratelli.
È stata una buona idea prendere la bici e dare il primo
saluto del giorno agli altri parroci.
Sei un uomo di talento,
quando sei davanti a un organo, puoi portare anche
una mucca al cielo.
Sei il bravo maestro della lingua italiana che ho co-
nosciuto fuori dalle aule scolastiche, il primo italiano
che mi ha fatto capire la differenza tra “energetico” e
“energico”.
Mi fa molto piacere a pregare assieme con te quando
il sole alza e scende.
Mi hai dimostrato cosa significa “la cosa più importan-
te per noi sacerdoti è l’umiltà”, attraverso i tuoi gesti
come la tua assistenza quando celebro la Messa, così
fai crescere i più “piccoli”.
Davanti alle “Autorità”, sia religiosi o civili, ti mantieni
molto libero ed spontaneo, così comprendo meglio cosa
significhi la frase della mia lingua: “wu yu ze gang”
(colui che agisce senza interessi nascosti, sarà stabile
e forte).
Ho capito anche cosa significhi la frase: nella carità
(amore) non c’è posto per la paura.
Da te, ho imparato che la nostra fede è amore.
Insomma, ni hao (auguro che tu stia bene) e mandi
(rimani nel Signore).
Zai’jian (arrivederci)! Ma dove?
Forse a Ligugnana, a Roma, anche in Cina …
Dio ti accompagni, per sempre.
Pietro Zhang, della Congregazione dei Discepoli del Signore
Ci scrive il superiore
della Congregazione dei
Discepoli del Signore
Taipei, 15 settembre 2010
Reverendissimo don Giuseppe,
come Superiore Generale della Congregazione dei Di-
scepoli, a nome dell’intera Congregazione, vorrei por-
gerLe i miei sentiti ossequi e ringraziamenti.
La ringrazio per il Suo impegno e il Suo contributo,
durante tutti questi anni come parroco della Parrocchia
di s. Andrea a Castions di Zoppola, a promuovere e in-
coraggiare i Suoi parrocchiani ne lricordo della grande
figura della Vostra terra, il Cardinale Celso Costantini.
Specialmente in occasione del 50° anniversario del-
la morte del Cardinale nell’anno 2008-2009, Lei ha
stimolato fortemente e ha partecipato zelantemente a
tutti gli eventi sia a livello parrocchiale che diocesano.
La ringrazio per il Suo costante pensiero e il Suo ap-
poggio alla mia Congregazione. Mi ricordo in particola-
re la scena gioiosa e commovente della grande festa
nella Parrocchia di Castions, per le celebrazioni nel 75°
anniversario della fondazione della Congregazione dei
Discepoli del Signore, nell’anno 2006.
La ringrazio per ave dato varie opportunità ai miei con-
fratelli che studiano in Italia, i quali attraverso il con-
tatto con Lei e con i fedeli della Parrocchia hanno fatto
notevoli progressi nell’ambito della pastorale, della spi-
ritualità, della lingua e cultura italiana.
Vorrei anche cogliere questa occasione per far giungere
il mio sincero e cordiale saluto a tutti i parrocchiani
di Castions di Zoppola. Li ringrazio in particolare per
l’affetto e l’appoggio che, sotto la Sua guida, hanno di-
mostrato verso il Cardinale Celso Costantini e la nostra
Congregazione. Dio Onnipotente benedica loro e le loro
famiglie, affinchè nella loro vita di fede, di speranza e
di carità, possano vivere ogni giorno nella grazia e con
gioia.
Invocando la benedizione del Signore!
Padre Stefano Ng, Superiore Generale
della Congregazione dei Discepoli del Signore
A proposito di preti:
con un sorriso…
“Se il parroco predica a lungo, è noioso;
se alla predica alza la voce, grida;
se parla normale, non si capisce niente;
se ha un volto gioviale, è un ingenuo;
se è pensoso, è un eterno insoddisfatto;
se è bello, perché non si è sposato?
se è brutto, nessuno l’ha voluto;
se va all’osteria, è un beone;
se sta in canonica, non va a visitare i parrocchiani;
se visita i parrocchiani, ficca il naso nelle loro case;
se va “in borghese”, è un uomo di mondo;
se veste con la tonaca, è un conservatore;
se parla con i ricchi, è un capitalista;
se sta con i poveri, è un comunista;
se è grasso, non si lascia mancare niente;
se è magro, è un avaro;
se chiede delle offerte, è avido di denaro;
se non organizza delle feste, la parrocchia è morta;
se possiede una macchina, è mondano;
se non ce l’ha, non segue il tempo;
se incomincia puntuale la Messa, il suo orologio è avanti;
se ritarda un po’, fa perdere tempo a tutti;
se trattiene a lungo i penitenti in confessionale, è impertinente;
se nel confessionale è svelto, non ascolta i penitenti;
se fa restaurare la chiesa, è uno sprecone,
se non lo fa, lascia andare tutto in malora;
se parla con una donna,
si pensa subito a costruire un romanzo rosa;
se vuol bene alla gente, è perché non la conosce;
se è giovane, è senza esperienza;
se è vecchio, è ora che vada in pensione;
se muore, chi lo potrà sostituire…?”.
il saluto del nuovo
parroco
Carissimi,
permettetemi di iniziare così queste parole che per la
prima volta rivolgo a voi amici e fratelli della comunità
parrocchiale di Castions.
Ho accettato con gioia il mandato del Vescovo di assu-
mere la guida della vostra comunità e vengo in mezzo a
voi innanzitutto per condividere da cristiano e da prete
il dono prezioso della fede nella dimensione della spe-
ranza e della carità affinché il Regno di Dio con tutti i
suoi doni possa crescere e svilupparsi sempre di più in
mezzo a voi.
Sono molto vicine al mio stato d’animo le parole che
san Paolo rivolge ai cristiani di Corinto, una comunità
vivace e intraprendente	così come ho inteso essere la
vostra comunità che sta per diventare anche la mia.
“Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi,
non mi sono presentato ad annunziarvi la testimo-
nianza di Dio con sublimità di parola o di sapien-
za. Io ritenni infatti di non sapere altro in mez-
zo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso.
Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore
e trepidazione;	e la mia parola e il mio messaggio non
si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sul-
la manifestazione dello Spirito e della sua potenza,
perchè la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza
umana, ma sulla potenza di Dio. (1 Cor.2, 1-5)
Sento in me la serenità e la gioia che nasce dalla con-
sapevolezza di compiere un servizio a nome di Gesù
Cristo che mi ha chiamato e mi manda a voi, ma sento
anche la trepidazione per la responsabilità e la delica-
tezza del compito che mi viene affidato.
Confido nell’aiuto di Dio e nella vostra collaborazione.
Sono consapevole di ricevere una bella eredità frutto di
un lavoro sapientemente guidato da parte dei parroci
che mi hanno preceduto, in particolare da don Giusep-
pe, e portato avanti con tanto impegno e generosità da
parte vostra.
Su questa eredità cercherò di inserirmi gradualmente
camminando con voi e per voi al servizio del vangelo
perchè, insieme tra fratelli, possiamo sperimentare e
testimoniare la bellezza e la forza vangelo camminando
insieme nella verità e nella carità.
Attendiamoci pregando reciprocamente perché lo Spi-
rito Santo che assiste la Chiesa sostenga i nostri pro-
positi e il nostro impegno.
	 Con tanta cordialità don Ugo Gaspardo
Prete che va prete che viene…
Prete che va prete che viene, viva il
prete! Mi viene facile iniziare que-
sta riflessione con una battuta del
genere. E meno male che possia-
mo ancora farla: sia perché ci sono
ancora giovani che si fanno preti
sia perché c’è ancora tanto rispetto
nei riguardi della figura prete. Te-
niamocela cara. E’ un compagno
di viaggio che sta vicino a tutti,
anche a coloro che non riescono a
scambiare una parola con lui, un richiamo ad un modo
di vivere che non manca di suscitare curiosità ed inte-
resse, una pietra miliare contro ogni forma di chiusura
ad una vita senza senso e prospettiva. Insomma una
speranza. Attenzione però, non per lui: lui è un uomo
come tanti altri, segnato anche lui dalle tante fragilità
di cui è segnata ogni esperienza umana. Bensì grazie
al Signore.
E’ il Signore la sua forza. Può anche notare attorno a
lui simpatie, accoglienza, ammirazione e altro del ge-
nere, magari anche poche note negative, ma alla fine
della giornata è solo, solo con il suo Signore. Senza il
riferimento a Colui che lo ha chiamato ad essere an-
nunciatore del suo “Vangelo”, il prete sarebbe incom-
prensibile, fuori dal mondo, estraneo lui stesso a se
stesso. Il prete indica la strada per andare al cielo,
per fare mia una bella espressione del santo Curato
d’Ars. E non è poco, specialmente quando sembra che
la terra viva la pretesa di bastare a se stessa ed anche
il cielo sia chiuso, muto.
Ecco allora dove trovare il prete: là dove si scopre che
c’è una Parola che viene dal cielo e che qualcuno è
chiamato a proclamare questa Parola: “Il seminato-
re uscì a seminare …”. E’ la Parola di Dio che crea
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ComunitàViva
ComunitàViva
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il mondo e lo sostiene, lo rinnova e lo apre ad una
speranza viva che non abbandona nessuno e che tutti
incontra perchè tocca il cuore delle persone, anzi è
il cuore di ogni persona. Questa Parola un giorno è
diventata addirittura il volto di un uomo che si è pre-
sentato come Figlio di Dio, il Signore Gesù: “E il Verbo
si è fatto carne nel seno di Maria”.
Grazie a questa Parola l’acqua nel Battesimo diventa
fonte di vita, il pane nell’Eucaristia diventa comunione
con il Signore e fra di noi, il “sì” pronunciato nel sa-
cramento dell’Ordine e del Matrimonio diventa dono di
vita, il peccato nella confessione diventa grazia. Per-
ché la Parola è tutto questo: perdono, bellezza, dignità,
speranza, vita eterna, cielo in noi. Con la Parola anche
il silenzio è voce, il buio calore. Il prete è il tesoriere di
questa Parola.
Don Pino se ne va avendoci comunicato questa Parola
e don Ugo viene per comunicarci questa Parola. Ognu-
no con un suo stile, ma questi sono dettagli. A tutti
poi viene chiesto di stringerci attorno ai nostri preti
per continuare a lasciarci “sedurre” da questa Parola.
Quella mano che semina è aperta a tutti, anche per te
e non solo per gli altri, diversamente rimarresti con la
tua mano sospesa, per aria, senza un indirizzo, senza
uno sguardo, senza un forte abbraccio. E’ per te, per-
ché anche tu diventi il prato verde ed accogliente del-
la primavera, un germoglio che, spuntato, saprà dare
frutti rigogliosi.
L’augurio allora è che don Pino porti questa Parola dove
il Signore oggi lo invia, nella parrocchia di Ligugnana,
e don Ugo assicuri questa Parola alle parrocchie a lui
assegnate dal Vescovo, di Castions e di Orcenico di
Sotto, perché il terreno di ogni persona, compreso il
tuo, venga reso fruttuoso da tale Parola, come il seno
di Maria, il volto di Mosè, il pianto di Davide, lo sguar-
do di Stefano, le mani di madre Teresa, per una vita
personale e comunitaria che continui a sapere di cielo.
don Giosuè
Grazie don Pino
Caro Don Pino termina la tua esperienza Pastorale nella
Parrocchia di Castions.
Cosa dirti? Intanto ti diciamo grazie per la tua presenza
di prete in mezzo a noi. È stata una grazia. Quante cose
condivise insieme in 11 anni!
Vogliamo ricordare solo alcuni avvenimenti vissuti con te
e portati felicemente a termine con il tuo entusiasmo.
Ti ricordi del Card. Celso Costantini? Quanto lavoro!
Ma ne è valsa la pena. I preti polacchi e cinesi li hai voluti
e fatti sentire in famiglia.
Hai partecipato alle attività sportive dei nostri ragazzi,
all’organizzazione di gite e percorsi di crescita spirituale
per i giovani e i loro genitori. Hai dato il tuo sostegno a
tutte le iniziative proposte dalle associazioni paesane, ci
tenevi proprio!
Al mattino eri solito consumare il cappuccino al bar,
aprendo la giornata con un momento di incontro (con-
divisione) con il paese. Questo tuo modo di essere ti ha
sempre spinto a cercare l’amicizia tra le persone, in pri-
mo luogo tra voi preti dell’Unità Pastorale che ti è sempre
stata a cuore.
Alcune tue idee sono state molto apprezzate dalla comuni-
tà, come ad esempio il foglietto “Par Informà” che ha avu-
to il merito di tenere unite al cammino cristiano molte per-
sone, anche impossibilitate a partecipare alle celebrazioni.
Un riconoscimento anche per aver dato avvio al gruppo
delle “donne del tempio ” una bella realtà che hai voluto
ringraziare con le gite/pellegrinaggio e l’immancabile pizza.
Dato che l’abbiamo appena conclusa, ricordiamo la Festa
della famiglia e delle nuove presenze nella nostra comunità.
Come non ricordare che nel tempo trascorso tra noi hai
festeggiato il tuo 60° compleanno e il 40° di ordinazione
sacerdotale?
Vogliamo infine citare due lavori che hanno dato la possi-
bilità di continuare l’opera dei nostri avi: intendiamo par-
lare della ristrutturazione della chiesa di S. Marco e del
piazzale dedicato a Don Antonio Ornella.
Nella speranza che ti sia di aiuto, ti lasciamo questo pen-
siero: la comunità è un insieme di famiglie, tu ne sei stato
il custode, noi siamo quindi la tua famiglia. Anche se stai
per intraprendere un altro viaggio, tu farai sempre parte
della nostra famiglia. Cita nella tua nuova esperienza il
motto di cui vai fiero: “ E’ meglio il poco di molti, che il
molto di pochi”.
Un sincero augurio di bene e di buon lavoro, da parte
dell’intera Comunità Castionese.
Il Consiglio Pastorale
Benvenuto Don Ugo
Il Consiglio Pastorale parrocchiale a nome dell’intera
Comunità Castionese dà il benvenuto a Don Ugo Ga-
spardo nuovo parroco di Castions. Al nuovo pastore
assicuriamo la nostra piena collaborazione ed affetto.
La chiesa castionese manifesta dei punti di forza nella
sua organizzazione interna: dal Consiglio Parrocchiale
esistente da molti anni, alle Commissioni di lavoro, al
gruppo delle catechiste, alla A.C. ai gruppi di volon-
tariato che numerosi si affiancano alle varie necessità
parrocchiali. Dal punto di vista della pastorale, si evi-
denziano dei punti di debolezza, come il dialogo con
giovani e le famiglie, l’incalzante secolarizzazione e
l’indifferenza di molti per ciò che riguarda il personale
rapporto con la fede vissuta nella Chiesa.
Desideriamo metterci a disposizione del nuovo parroco
ascoltando le sue proposte (in parte già manifestate
nel primo incontro con il C.P.P.) augurandogli un buo-
no e proficuo lavoro.
Il Consiglio Pastorale
CHIESA E STATO IN CINA,
DALLE IMPRESE DI COSTANTINI
ALLE SVOLTE ATTUALI
Nuovo importante studio in onore del Cardinale Celso
Costantini:
La Cina ha aperto le sue porte per le Olimpiadi del
2008 e si è presentata al mondo come un Paese in
grande evoluzione. Da Pechino a Nanchino, da Canton
a Xi’an lo scenario appare simile, caratterizzato dalla
frenesia della novità. La metamorfosi è ancora più evi-
dente a Shanghai, costellata da una selva di grattaceli
che fanno invidia a New York. E’ proprio in questa me-
tropoli scintillante che ha sede l’Expo 2010, meta di
visitatori provenienti da ogni parte della terra.
Tra poco più di un mese vi giungerà pure il Presidente
della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano. Por-
terà con sé un nuovo libro curato da mons. Bruno Fa-
bio Pighin per farne dono ai governati cinesi. Il volume
affronta un tema scottante, come si può evincere dal
suo titolo: “Chiesa e Stato in Cina: dalle imprese di
Costantini alle svolte attuali”. Rende ulteriore omaggio
al Porporato di Castions di Zoppola una fascia sopra la
copertina con la scritta: Il Cardinale Celso Costantini
(1876-1958) un Italiano grande amico della Cina.
L’attuale esposizione universale di Shanghai e i Gio-
chi Olimpici di Pechino dimostrano che i clichè sulla
Cina invecchiano in fretta. Essi rivelano pure che la Re-
pubblica Popolare Cinese si distingue non solo per gli
eccellenti risultati nell’industria e nel commercio, ma
anche per una rivoluzione globale che investe i campi
più disparati, dalla cultura alla spiritualità, dal diritto
alla religione.
Di quest’ultimo ambito tratta il volume in questione.
Esso mette a fuoco la situazione e le prospettive del
cattolicesimo tra gli eredi del Celeste Impero ed espri-
me la convinzione che il più grande Stato dell’Asia sia
arrivato ad una svolta epocale, ad un punto di non ri-
torno nell’apertura al mondo intero, e perciò non possa
sottrarsi - per il bene dello stesso Paese - a un rap-
porto costruttivo con la Chiesa guidata dal successore
di Pietro.
L’opera prende le mosse da solide basi storiche: dalla
plantatio Ecclesiae realizzata a partire dal primo Con-
cilio Cinese di Shanghai, presieduto dal Delegato Apo-
stolico Costantini nel 1924, e dalla consacrazione dei
primi Vescovi cinesi accompagnati a Roma da mons.
Celso nel 1926. Ma fu pure importante la sua attivi-
tà di “precursore” e “propiziatore” delle piene relazioni
diplomatiche tra Santa Sede e Repubblica Cinese sta-
bilite nel 1942, come risulta dalle ricerche riportate nel
volume su documenti resi solo ora accessibili all’Archi-
vio Segreto Vaticano.
Quando si trovava nel più grande Paese dell’Asia, il
“nostro” Porporato avviò più tentativi per risolvere gli
ostacoli tra Chiesa e Stato, al punto che la sua stra-
tegia fu battezzata con il nome “metodo Costantini”,
a indicare l’obiettivo di accordi parziali in vista di un
concordato globale, come poi si verificò, che permise
l’arrivo del primo Internunzio Apostolico a Nanchino nel
1946.
Dopo la rottura di dette relazioni e la “tremenda bufe-
ra” subita dai cattolici cinesi con la rivoluzione maoista,
si tratta ora di rintracciare i fili del dialogo tra le Au-
torità politiche del più popoloso Stato del mondo e le
Autorità della Chiesa cattolica. Ogni trattativa richiede
rispetto per l’identità degli interlocutori. La Santa Sede
ha già espressamente garantito la sua grande conside-
razione per i governanti cinesi con la famosa Lettera
di Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone
consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella
Repubblica Popolare Cinese del 27 maggio 2007. Ora
spetta ai cinesi compiere il secondo passo.
Il volume scopre le carte dell’importante partita. Pub-
blica per la prima volta in italiano le disposizioni del
governo di Pechino a cui è soggetta la comunità catto-
lica nella Cina continentale. Dette norme risultano “in-
digeste” alle autorità cattoliche. Ma la loro conoscenza
costituisce un’operazione “verità”, senza la quale ogni
dialogo tra Chiesa e Stato, significato dal titolo del no-
stro volume, sarebbe puramente velleitario.
Alla creazione dell’opera hanno collaborato insigni stu-
diosi, quali i Vescovi Robert Sarah e Juan Ignacio Ar-
rieta, che occupano posti chiave nella Curia Romana,
ed illustri giuristi come i professori Giorgio Feliciani e
Giuseppe Dalla Torre. Quest’ultimo interverrà alla pre-
sentazione del volume, fissata per venerdi 8 ottobre
2010 a Roma, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa
Sede.
All’evento, che sarà presieduto dal Cardinale Antonio
Canizares Lovera, Prefetto della Congregazione per il
culto divino e la disciplina dei sacramenti, interverran-
no altri cardinali, autorità, esponenti politici e della cul-
tura. Non mancherà una folta rappresentanza dal co-
mune di Zoppola e dalla provincia di Pordenone: finora
le adesioni dal Friuli sono 130.
Il curatore del volume si è mosso sulla base di una
ferma convinzione: Celso Costantini si trovò in Cina in
condizioni meno agevoli rispetto a quelle attuali. Egli
credette nel dialogo con le autorità civili. Nonostante
le prime tappe del suo percorso abbiano registrato esiti
negativi, il traguardo fu coronato da pieno successo.
Invocare oggi il “metodo Costantini”pare foriero di buo-
ni auspici per le future relazioni tra la Chiesa cattolica
e la Repubblica Popolare Cinese.
Mons. Bruno Fabio Pighin Direttore della Fondazione
“Cardinale Celso Costantini” Curatore del nuovo volume
N. B. Chi desidera avere a un prezzo ridotto il libro
“Chiesa e Stato in Cina: dalle imprese di Constanti-
ni alle svolte attuali”, edito da Marcianum Press, Ve-
nezia, settembre 2010, può chiederlo alla portineria
del Seminario in Pordenone, tel. 0434.508611 (fax
0434.508699).
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ComunitàViva
ComunitàViva
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Ci scrive suor Lucina
Molto rev.do don Giuseppe,
come una bella sorpresa ho
ricevuto “COMUNITA’ VIVA”
che, a qualcuno ho det-
to che nella memoria e nel
cuore,Castions mi rimarrà
sempre vivo. Ho trovato poi
che anche da parte dei miei fratelli castionesi quest’an-
no il ricordo loro è stato concreto, il Sostegno a Distan-
za. Grazie di vero cuore. E siccome da più di un anno
ho cambiato casa, invio a Lei sig. Parroco il mio nuovo
indirizzo: CAMILLIAN SOCIAL CENTER - P. O. Box 2 -
57100 BANDU’ (Chiang Rai) - TAILANDIA. Ai 300
bambini che avevamo lo scorso anno, i Padri Camilliani
hanno aperto un ostello per i disabili ed è questo il
dovere affidatomi assieme ad una giovane suora Thai.
Mentre ammiro la foto dei cari bambini della Prima
Comunione, penso: Non vorranno mai offendere Gesù,
semmai dovessero sentire la Sua Chiamata e rappre-
sentarLo in questo mondo, la risposta sia Sì con tutto
il cuore! Assicuro che il Bollettino lo leggo e lo rileggo,
e tutti ricordo nella preghiera. Ancora con tanta ricono-
scenza invio saluti.
Obbl. Sr Lucina Cazzitti
Una cartolina da Siusi
Un angolo di paradiso per gli occhi, per la mente, per
l’anima. Così si potrebbe scrivere in una cartolina per
tentare un giudizio sintetico sull’esperienza che ogni
anno persone nuove e conosciute vivono a Siusi (Bz),
in un antico albergo in mezzo al bosco sul sentiero che
porta ai laghetti di Fiè.
Quando pensiamo ad una vacanza estiva, sicuramente
pensiamo ad un tempo nel quale finalmente rilassarci,
avere del tempo per noi, farci un po’ coccolare, senza
l’assillo del tran tran quotidiano. In questo grazioso al-
bergo di Siusi si trova tutto questo e altro ancora, che
normalmente non viene offerto nei pacchetti vacanze
“tutto-incluso”. Si tratta di cure speciali, utili a tutte le
età, che riguardano il nostro spirito, il nostro cuore.
Persone provenienti da realtà sociali e culturali molto
diverse, del nord e del sud, dal catechista al curioso,
dal laico al prete, sono accompagnati ad affrontare in
maniera onesta e adulta alcuni temi che riguardano
il nostro credere e il nostro vivere la fede nel mondo
d’oggi. Si parte dalle difficoltà quotidiane e concrete
di vivere , comprendere e comunicare agli altri certi
aspetti della fede, per poi cercare e riscoprire insieme
il loro senso umano e la loro origine in Gesù Cristo.
L’obiettivo conclusivo è poi di trovare modi, gesti e pa-
role che possano farci riscoprire la nostra fede vivibile,
piacevole e preziosa per la nostra vita, oggi, in questa
società, in questo mondo.
Ogni anno, nel mese di luglio, a Siusi, vengono proposti
due diversi percorsi, con finalità diverse, ma che hanno
in comune lo stile che ho descritto qui sopra.
Il primo percorso, chiamato “Settimana estiva di for-
mazione”, è offerto dalla Diocesi di Verona e ha ogni
anno un tema-conduttore. L’ultimo verteva sui Sa-
cramenti ed aveva il titolo “Perché facciamo questo?
Quando il rito dà forma alla vita”.
Il secondo percorso, “Scuola nazionale per formatori
all’evangelizzazione e alla catechesi” si intitolava “An-
nunciare Gesù Cristo in un mondo plurale”. È propo-
sto dall’Ufficio Catechistico Nazionale e si indirizza in
particolare a catechisti e formatori che operano nella
pastorale o nella catechesi a vari livelli, dalla parroc-
chia alla diocesi.
Ho sperimentato, in anni diversi, entrambe le proposte.
Dalle esperienze vissute posso trarre senza dubbio un
bilancio positivo. Ciò che più ho gustato è stato il vivere
la fede in modo attivo e adulto, accompagnata da adul-
ti competenti ed onesti, critici quando necessario, ma
che mostrano chiaramente di amare Cristo e di voler
stare nella Chiesa e camminare insieme ad essa.
Una autentica cura di speranza, per riprendere a vivere
la propria fede e la propria quotidianità con maggiore
consapevolezza e rinnovato entusiasmo.
Michela Galvanin
CAMPEGGIO 2010
Rifugio Valdajer: questo nome risulterà familiare ad un
bel po’ di ragazzi; è infatti il luogo dove abbiamo
trascorso i nostri 5 giorni di campeggio. Quest’anno
eravamo proprio in alta Carnia, vicino a Paluzza…alta
davvero perché il rifugio si trovava a 1400 m. Mentre a
Castions si faceva fatica a stare per l’afa, noi lassù ave-
vamo quasi freddo! Nonostante il tempo non sia stato
clemente con noi per tutta la durata del campo, non ci
ha impedito di svolgere ugualmente tutte le attività che
avevamo programmato.
I ragazzi, dalla 5^ elementare alla 3^media, lungo la
tortuosa strada che congiungeva al rifugio, hanno avu-
to degli incontri un po’ strani: esseri blu che tagliavano
la strada armati di arco e frecce, altri che saltavano e
urlavano…chi erano??? Erano gli abitanti autoctoni del
luogo, membri della tribù dei Na’vì.
I ragazzi si sono visti catapultati immediatamente in
una nuova avventura con molte sfide da superare per
arrivare pronti alla battaglia finale. Eh si! Proprio una
battaglia! E contro gli umani che per la loro brama di
ricchezza volevano impadronirsi delle risorse dei Na’vì.
Ma i nostri si sono rivelati dei combattenti molto intra-
prendenti soprattutto grazie a tutti gli allenamenti di
preparazione: a partire dalla ginnastica mattutina, per
poi passare alla scalata della ripida riva su telo sapo-
nato “disturbati” dagli animatori, attraversata sospesi
sulla corda e come non ricordare la lunga camminata
che ci ha condotto fino a 2043 m in cima al monte
Paularo. Che emozione conquistare la vetta e lasciare
in cima un ricordo del nostro passaggio! Subito sotto
la cima ci siamo fermati al lago Dimon dove abbiamo
potuto provare ad andare in canoa e ammirare le mar-
motte.
Insomma, anche quest’anno è stata un’esperienza uni-
ca… che ha unito grandi e “piccini” ancor di più e
speriamo sia stata anche istruttiva: abbiamo lavorato
molto sul rispetto dell’ambiente e soprattutto degli altri,
anche se diversi da noi.
continua nell’opera di solidarietà
alle ore
ostare sul sagrato per scambio di
chierichetti, suonatori, canto… ecc).
rrocchie del Comune di Zoppola. E ci
n…).
La bella domenica con i genitori, la s. Messa (ultima da
parte di don Pino…), il pranzetto e i giochi finali hanno
concluso in bellezza questa settimana.
Un grazie particolare va a Marco Pagura che nonostan-
te i suoi molti impegni non ci abbandona mai e ci dà
un aiuto indispensabile e a Sandra Ius che ogni anno
parte con l’idea di essere la “catechista” ma che poi si
trova a ricoprire altri importantissimi ruoli: cambusiera,
mediatrice e immancabile consigliera. Infine grazie an-
che ai “magnifici 5”: Mattia, Arianna, Matteo, Davide e
Federica che si sono cimentati come aiuto animatori e
sono riusciti molto bene nel compito.
Ora non ci resta che aspettare la riunione di post-
campeggio per vedere tutti insieme le foto e passare
una serata in allegria! Un saluto a tutti i ragazzi,grazie
di aver partecipato… A presto.
Gli animatori
E la comunità di Castions ringrazia molto questi nostri
giovani che impiegano le loro energie e parte del loro
tempo a favore dei più piccoli, e li invita a non mol-
lare, anzi, ad aggiungere altri momenti di animazione
e di formazione con lo sguardo al futuro: saranno i
ragazzi di oggi gli animatori di domani…
INAUGURAZIONE NUOVI LOCALI
“ASILO INFANTILE FAVETTI”
Domenica 17 Ottobre avrà luogo la cerimonia ufficiale
per l’inaugurazione del nuovo ASILO INFANTILE VIN-
CENZO FAVETTI.
In tale occasione sarà possibile visitare la nuova sede
dell’asilo e la profonda ristrutturazione dei vecchi locali
che sono stati rinnovati per poter ospitare uno splendi-
do asilo nido e la sezione primavera.
Si potrà inoltre constatare la presenza di una nuova
sala allestita in pianta stabile per le attività di psicomo-
tricità ed i locali adibiti a dormitorio e mensa.
Questa rinnovata veste vuole essere la base di parten-
za per mantenere ed ampliare il servizio alla comunità
che l’asilo Favetti ha sempre dato e darà.
Programma della giornata:
Ore 10.30 S. Messa nel cortile dell’asilo FAVETTI.
Ore 11.30 Discorso del presidente della Fondazione
Miccoli Toscano e delle autorità
Ore 12,00 Taglio del nastro e inaugurazione ufficiale
delle strutture. Aperitivo e rinfresco nel cortile dell’asilo.
Siete tutti invitati a fare festa con noi.
Viva l’asilo Favetti e tutti quelli che a modo loro ci aiu-
tano a portare avanti la nostra idea di educazione dei
bimbi che sono la vera speranza di un futuro migliore.
Flavio Pagura
OTTANTESIMO DELLA
FALEGNAMERIA PELLEGRINI
Ottant’anni non sono pochi anche per un uomo, figurarsi
per un’azienda e di questi tempi poi. Tanti ne sono
passati da quando Vittorio, il nonno, iniziò l’attività di
falegname, che al momento si svolgeva, per la penuria
persistente e quindi senza pretese, nel sottoportico di
casa. Vittorio era nato a Castions il 9 agosto 1901 e il
25 aprile 1931 sposò Alberta Gri. Il 21 luglio 1932 nac-
que Marcello al quale seguirono Giovanni, il 16 novem-
bre 1934, Felice il 19 ottobre 1936 e Bruna il 29 dicem-
bre 1940. Tanto per ricordare a noi del terzo millennio,
l’energia elettrica per l’illuminazione gli arrivò quattordici
anni dopo, nel 1944. Intanto la notte continuava, come
sempre, a rischiararsi con il lune a petrolio. Per capire
la volontà d’innovazione, già nel 1946 il nonno aveva
comprato alla fiera di Milano, un motore a scoppio per
azionare delle macchine che si era costruito, comprando
solo le parti meccaniche. Pensionando così, la vecchia
combinata: sega circolare e trapano, che veniva azionata
a forza muscolare dagli apprendisti o se fosse presen-
te Guerrino Bonavolta, essendo il laboratorio anche un
punto d’incontro, bastava dire, “Ghini mantia”. Tanto
per evidenziare il gusto e l’ordine, Vittorio diceva. “Le
macchine vanno verniciate, perché devono oltre che fun-
zionare bene, apparire vere”, cioè come se fossero fornite
da costruttori specializzati. Dimostrando, quanto fosse
importante l’immagine, anche allora.
Per nostro promemoria, i primi apprendisti tra il 1930-
1932 furono; Achille Ius (Dino), Giobatta Borean (Bat-
tista), Renzo Pitton, Antonio Cigolotti, e nel 1938: Ge-
nesio Zucchet e Severino Morson. Durante il periodo
bellico o subito dopo, gli apprendisti che nel frattempo
erano diventati operai provetti, per l’impegno loro, ma
soprattutto per gli insegnamenti ricevuti, cercarono for-
tuna e facendosi onore: a Milano, a Rapallo o all’estero.
Il lavoro nella falegnameria venne portato avanti, ancora
una volta, con l’aiuto della moglie e dei figli, Marcello,
Giovanni, Felice, Bruna, nonostante la loro giovane età. I
figli anno dopo anno apprendevano tecniche e mestiere,
senza risparmio d’energie, con volontà e impegno tesi
a sviluppare l’attività di famiglia. In quegli anni il lavo-
ro consisteva principalmente nella produzione di mobili,
dato che la costruzione di case era limitata, dalla penuria
e dall’economia agricola, che in un ceto senso, obbligava
i nuclei famigliari a rimanere uniti. Però ci si sposava
ed allora: un armadio, una cassapanca, un comò era-
no necessari. Con la fine della guerra; il mutare delle
condizioni economiche, con la costruzione delle nuove
macchine e la meccanizzazione, come detto, la fale-
gnameria cambiò indirizzo dedicandosi alla produzione
di serramenti. Nel 1954 cominciarono l’apprendistato:
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ComunitàViva
ComunitàViva
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Gianfranco Moro e Bruno Cavalsi. Nel 1956 l’amplia-
mento del capannone diede l’opportunità ad altri giovani
d’apprendere il mestiere e furono: Giuseppe Moras, Giu-
seppe Cigolotti, Guerrino Fabretto, Ermes Ius e Gianni
Mussio. Negli anni successivi si susseguirono arrivi e
partenze, verso mete che ritennero economicamente più
promettenti. L’attività proseguì con l’apporto di Gian-
franco Moro e Giuseppe Cigolotti, che lì rimasero fino
alla pensione. Un’altra svolta fondamentale avvenne nel
1963 con l’arrivo della forza motrice, che pensionando
anche il motore a scoppio, dava la possibilità di lavora-
re su macchine più performanti, che il mercato offriva.
Nel 1965, per Vittorio, che da anni pativa problemi di
salute, giunse la fine del suo tempo. Il timone che nel
frattempo avevano appreso a governare, passò totalmen-
te nelle mani dei figli: Marcello, Giovanni, Felice, che
mantennero il sistema a conduzione famigliare e costitu-
irono una nuova società (S.d.f.). In falegnameria oltre a
loro c’erano anche i due dipendenti. Alle mogli: Franca,
Pia e Alida, erano affidati i lavori più leggeri, ma non per
questo meno importanti, come: carteggiare e verniciare.
Per anni la sera, dopo una giornata di lavoro manuale, i
fratelli si ritiravano in ufficio per sbrigare le incombenze:
preventivi, valutazione dei consuntivi e possibilità di svi-
luppo con nuovi investimenti. Una vita spesa al sevizio
dell’azienda, con l’unico interesse che progredisse.
Tra il 1977 e il 1992 iniziarono l’apprendistato i nipoti
del fondatore, Omero, Walter, e Viviana, e dal 31 luglio
1992 entrano a far parte della società, trasformatasi in
S.n.c. ad essi s’aggiunse, Luca. Lungo questi anni la “fa-
miglia” dei dipendenti si è andata ampliando, non si trat-
ta di parentela effettiva, piuttosto d’una affinità ideale.
Ultimamente, però, si è aggiunto Ivan che essendo figlio
di Viviana, rappresenta la quarta generazione. L’azienda
nel tempo, con il cambio generazionale di titolari e di-
pendenti, è andata ringiovanendo e oggi, l’età madia è
inferiore ai quarant’anni, ha quindi davanti il futuro.
Lungo gli anni dell’attività, la falegnameria si è adeguata
alle esigenze produttive, che richiedevano continui cam-
biamenti al prodotto, per garantire la qualità ed al con-
tenimento dei costi di produzione, che sono il binomio
indispensabile per rimanere sul mercato. Con l’avvento
dell’ ultima generazione i Pellegrini, se è possibile, hanno
ancor più accentuato questi aspetti tecnico-economici
con investimenti e con tecnologie più prossime all’indu-
striale. Innovazioni tendenti ad abbattere i costi senza
sacrificare la qualità . Spesso tesi a precedere i cambia-
menti, con ricerche continue di miglioramento.
Per riaffermare, se fosse necessario, la volontà della
Pellegrini S.R.L. di proseguire sulla strada d’innovazio-
ne intrapresa, ha organizzato per venerdì 11 giugno per
le ore 15 un convegno che aveva due temi importanti:
“SISTEMI DI POSA IN OPERA AD ALTA EFFICIENZA” e
“QUALTA’ DEL SERRANENTO IN LEGNO CON VERNICI
ALL’ACQUA.” A parteciparvi erano stati invitati clienti e
partner qualificati della Falegnameria Pellegrini.
L’evento organizzato aveva questa premessa. La Pel-
legrini informa “ha voluto questa iniziativa per avviare
un progetto di sensibilizzazione e condivisione della co-
noscenza, con la convinzione che questo, oggi sia per
un’azienda che voglia crescere e competere, un passag-
gio fondamentale che porta con sé la necessità di con-
dividere e scambiare conoscenza con tutta la filiera che
porta al cliente finale.”
Ad assistere l’interessata presenza di un centinaio di
convenuti, che hanno poi avuto l’opportunità di visitare
la falegnameria con le macchine in funzione ed i prodot-
ti, che avvalendosi anche dell’apporto dei loro partner la
Pellegrini produce.
Il giorno successivo sabato 12 giugno con inizio alle ore
17, volendo passare qualche momento in allegria, han-
no invitato a festeggiare, quanti hanno contribuito con
passione e impegno alla crescita e all’evoluzione della
Falegnameria Pellegrini. Dal concetto di artigianato puro
a quello di azienda tecnologicamente avanzata.
L’invito è stato esteso ai clienti e ai Castionesi tutti, con
i quali hanno condiviso: nascita, giochi, cresca ed espe-
rienze.
Gli ottant’anni d’attività sono stati considerati un evento
anche per le associazioni di categoria, che si sono pre-
murate di sottolineare l’evento con targhe ricordo.
Per dare anche una rilevanza pubblica all’evento, sono
stati invitati ed erano presenti: Il Parroco Don Giusep-
pe, il Sindaco Angelo Masotti, il Pres. della Provincia
Alessandro Ciriani, Pres. API Gianluca Pinna, Pres. U.A.
Silvano Pascolo, Ass. Regg. FVG Elio De Anna. A riceve-
re gli ospiti l’insieme delle famiglie Pellegrini con i capo-
stipiti: Marcello, Giovanni, Felice, ed i loro figli e nipoti,
impegnati nel far si che tutto funzionasse a dovere. Con
Luca a fare gli onori di casa, oltreché di cicerone accom-
pagnatore presentando: prodotti, mezzi produttivi, ed
collaboratori.
Dopo i discorsi di rito delle autorità, che si sono com-
plimentate per l’opera meritoria, per l’impegno che la
famiglia apporta allo sviluppo di un paese, di una co-
munità. Sottolineando come l’insieme di volontà, d’in-
gegno facciano prosperare una nazione. Si è poi passati
all’inaugurazione, con la benedizione di Don Giuseppe,
della vecchia falegnameria, che è stata riallestita in for-
ma stabile, in un angolo del magazzino legnami. Così,
dopo restaurate, le tre macchine sono tornate allo stato
del 1946, quando il nonno Vittorio le costruì e che a lui,
saranno apparse di una bellezza unica e d’una efficienza
straordinaria. Tutto bene o quasi, perché come spesso
capita ai vecchi, che si dice siano saggi, pazienti, effi-
cienti ma non sempre è vero. A dimostrarlo, il “Condor”,
il vecchio motore a petrolio che si rifiuta di partire, te-
stardo come un mulo. Ci sono volute le cure assidue di
Omero e Walter per convincerlo a mettersi in moto. In
principio tossicchiò, poi man mano più convinto prese
velocità, muovendo l’albero di trasmissione, le cinghie
e con esse una macchina per volta. Solo la vecchia
”Mantia” rimase ferma, impassibile, come nel 46 all’arri-
vo delle sue colleghe più moderne.
Prima di procedere oltre, Luca illustrò un’iniziativa be-
nefica a favore di un centro sanitario, gestito dalle “Suo-
re della Provvidenza” ad Abidjan in Costa D’Avorio.
I proventi da devolvere all’iniziativa sarebbero derivati da
quanto ricavato dalla vendita di dodici cassepanche, che
Felice Pellegrini aveva costruito per quello scopo.
L’offerta partiva da un minimo di 100, ma fu ricavato di
più. Il sole intanto s’avvicinava alle montagne e in atte-
sa che l’appetito dei convenuti si risvegliasse, la corale
Santa Cecilia ci ha intrattenuti con dei brani friulani e
altri classici. Poi il sole si spegne, s’accendono le luci;
attacca la musica, si balla, si suda, per fortuna che non
è obbligatorio.
Più tardi, non ci resta che abbandonare il campo non
prima d’aver ringraziato, con l’augurio, per noi e per loro,
di festeggiare ancora altri traguardi, senza porre limiti,
per carità, purché sia assai più in la.
Francesco Pagura
IL MIO “CAMMINO” - VERSO
SANTIAGO IN BICI
Credo che tutto sia iniziato una serata
di qualche anno fa (dicembre 2006)
quando abbiamo potuto assistere in
tanti alla bellissima presentazione
pubblica dell’avventurosa impresa di
Giovanni Angeli e dei suoi amici che,
a bordo delle loro biciclette speciali a
tre ruote hanno compiuto, arrivando
fino a Santiago di Compostela in un
percorso a tappe di oltre mille chilometri.
Di quella serata di immagini e video del lungo percorso
verso la città dove è posta la tomba di San Giacomo,
mi è rimasto un ricordo indelebile e devo dire di essere
rimasto dapprima ammirato per un’impresa simile, fat-
ta da persone con problemi fisici, ed anche affascinato
dal racconto e dalla storia dei luoghi che hanno attra-
versato, superando fatiche, difficoltà logistiche, intem-
perie e dure salite.
Da allora quelle belle immagini sono rimaste registra-
te in qualche angolo della mia mente senza che mi
venisse il desiderio di andarci di persona; per diverse
ragioni; del resto in tutti questi anni non ho avuto il
tempo di usare molto la bicicletta se non per muovermi
qualche volta in paese; considerare poi un viaggio a
piedi avrebbe portato via troppi giorni di ferie. Quindi
non avrei mai pensato di avventurarmi in cose simili
ma, come si vede… mai dire mai!
Così quando il mio amico Mario di Azzano (con cui ho
trascorso tanti anni nella stessa fabbrica e altrettanti di
escursioni e arrampicate in montagna) mi ha proposto
di fare insieme a lui questo viaggio in bici, non ho detto
di no e, superate le prime perplessità mie, ma soprat-
tutto di mia moglie Ewa, la cosa ha preso piede.
Bisogna dire peraltro, che Mario aveva già percorso
anni addietro il Camino de Santiago con la bici spor-
tiva ricavandone anche un bel libro-diario; per cui con
la sua esperienza ero in una “botte di ferro” e non mi
restava che cogliere la bella occasione, dettata sopra-
tutto dalla nostra antica amicizia.
Dopo i dovuti allenamenti e preparativi abbiamo ini-
ziato col presentarci venerdì 23 giugno in canonica ad
Azzano, dal nostro don Dino il quale ci ha impartito la
benedizione e ci ha incoraggiato facendoci gli auguri.
Il giorno seguente abbiamo iniziato in camper, il viaggio
di avvicinamento al punto di partenza del Cammino: la
cittadina di St. Jean Pied de Port, nel versante france-
se dei Pirenei.
Avevamo con noi anche la Credenziale, il documento
che ci permetteva di essere riconosciuti come pellegri-
ni; pellegrini è la parola giusta perché abbiamo voluto
far il Cammino come tali, alloggiando negli ostelli (al-
bergue) che si trovano lungo il percorso; l’unica diffe-
renza è stato il mezzo di locomozione che ci distin-
gueva dai camminanti: la bici; anzi una muntain-bike
predisposta allo scopo, con portapacchi e borsoni da
quindici chili, simili a quelli dei turisti giramondo-in-
bici, che si vedono sempre più spesso anche da noi.
La partenza: lunedì 26 giugno. - L’arrivo: a Santiago di
Compostela giovedì 8 luglio. In mezzo: il Cammino di
Santiago; 847 km percorsi in undici tappe, che descri-
vere qui diventerebbe troppo lungo; mi limiterò perciò
solo a qualche immagine:
- le salite, con l’ansia di non farcela e che ti costringono
a fermarti per riprendere fiato; ma anche certe discese
altrettanto lunghe e in forte pendenza che ti fanno veni-
re i crampi alle mani a forza di tirare sulle leve dei freni;
- la gente, che fa festa per la vittoria della Spagna con
il Paraguay, o i pellegrini che russano nei dormitori e
che li sopporti solo perché sei troppo stanco;
- il saluto, che ti viene rivolto da molti e che ricambi
volentieri, come quella ragazza poco dopo Roncisvalle
che, sporgendosi dal finestrino con i capelli al vento e
un gran sorriso, ci grida un “Buen Camino!“ di incorag-
giamento;
- il paesaggio, con le grandi distese color giallo oro di
frumento maturo, i vigneti della regione La Rioja, con
le sue viti basse e senza supporto, nella terra di un in-
tenso rosso ocra; i numerosi parchi eolici con le enormi
eliche che producono energia, la Meseta il grande alto-
piano centrale quasi piatto e senza alberi che per noi,
iniziava al mattino e finiva al pomeriggio tardi, tanto
era vasto;
- i piccoli villaggi perfettamente restaurati e con la fon-
tana al centro.
- i monumenti storici; le città che abbiamo attraversa-
to: Estella, Logroño, Najera, Sahagùn, Ponferrada, Ce-
breiro; i ponti medievali di Puente la Reina o di Hospi-
tal de Orbigo; le grandi cattedrali che abbiamo visitato:
Pamplona, Burgos, Leon, Astorga, Santiago stessa; le
piccole chiese dei villaggi con l’immancabile nido di
cicogne sul punto più alto;
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ComunitàViva
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- il sole che picchia e dal quale devi proteggerti; la
pioggia per la quale non sei mai preparato abbastanza;
e anche qualche foratura che può capitare;
- le persone da tutto il mondo con cui fai conoscenza;
giovani e non, in salute o con qualche problema fisico;
determinati, e con le loro diverse motivazioni che li fa
muovere a piedi o in bici, per arrivare a concludere il
Cammino o anche solo a percorrerne un tratto.
- la Compostela, il documento scritto in latino che rice-
vi all’arrivo, che attesta il tuo viaggio di pellegrino quasi
fosse un diploma di merito per le fatiche superate.
Tutte cose che, chi fa questo viaggio incontra sicura-
mente, ma ogni Cammino è necessariamente diverso
per ognuno. Personalmente ho avuto anche il tempo
per fare qualche piccola riflessione e per pregare (del
resto il Cammino serve anche a questo e si può fare
mentre vai).
Da questo posto privilegiato ogni tanto pensavo na-
turalmente a mia moglie rimasta per la prima volta a
casa da sola (o quasi), ma anche agli amici, ai parenti,
a quelli che conosco a Castions. Potrei dire che ho
pensato a tutti e, detta così ci si impiega mezzo mi-
nuto a farlo; invece mi sono “esercitato” a pensare ad
ogn’uno singolarmente come se lo incontrassi per stra-
da, anche se naturalmente è impossibile da farsi con
tutti, dato che l’elenco è piuttosto lungo. Mi si potrebbe
dire che per fare tutto questo non è proprio necessario
andare fino a Santiago, ma sono convinto che questo
aiuti, quantomeno.
Ho comunque avuto modo di RINGRAZIARE per i doni
che ho ricevuto insieme alla vita; e con questa parola
mi riferisco a tutto quello che mi è stato dato gratuita-
mente non per merito del mio lavoro, della mia volontà
o capacità ma, che deriva da una serie infinita di con-
dizioni e circostanze che, come si direbbe oggi, non è
“gestibile” da noi, ma solo da chi sta in Alto. Credo che
forse, sia stata questa la mia motivazione del viaggio.
Ritornati quindi al punto di partenza dove avevamo la-
sciato il nostro camper, abbiamo ripreso il viaggio di
ritorno e con una breve deviazione ci siamo fermati a
Lourdes, dove non ero mai stato prima. Naturalmente
ho percepito un “clima” diverso; mi è sembrato più
intenso dal punto di vista spirituale; se Santiago mi
ha portato a riflettere interiormente, a Lourdes ho po-
tuto vedere molta gente sofferente chiedere qualcosa
alla Madonna. Così come gli ammalati pregavano per-
ché venisse alleviato il peso delle loro croci, anch’io
ho chiesto qualcosa, pensando alle eventuali croci che
non sono ancora state assegnate. Entrando poi nella
imponente chiesa sotterranea, mi hanno colpito i ritrat-
ti dei Santi, figure esemplari e straordinarie che sono
state in grado di “tradurre” la Fede in opere concrete
per l’umanità.
In conclusione: quel che si dice una bella esperienza.
Voglio quindi ringraziare Mario per l’amicizia, per tutte
le spiegazioni e per aver fatto da guida, senza il quale
non avrei percorso il Camino de Santiago, poi Michele
per avermi prestato la sua bici e infine, mia moglie che
pur non essendo all’inizio, del tutto convinta, mi ha
permesso di partire abbastanza tranquillo.
Al termine del viaggio posso dire che ne è valsa vera-
mente la pena (anche perché tutto è andato nel mi-
gliore dei modi) e sento che il Cammino non è finito,
perché stranamente, continua a incuriosirmi e a inte-
ressarmi.
Renato N.
AGOSTO: 9 GIORNI DI SAGRA,
UN ANNO DI LAVORO
Anche quest’anno i ragazzi dell’associazione La Piazza
hanno messo in atto la 17ª edizione dei Festeggiamen-
ti al Parco Burgos,che si sono svolti in maniera positiva
(anche se con un lieve calo di affluenza) le ultime due
settimane di agosto.
Nove serate… musica, giochi, cibo, buon vino, birra,
bibite, lotteria, pedalate in bicicletta, presentazione di
libri, la Messa, il pranzo paesano.. ma tutto questo
si può racchiudere in un’unica parola: SAGRA (festa
popolare)! Un frenetico rallentamento della quoti-
dianità che ci permette,almeno una volta all’anno,di
relazionare,incontrare e mantenere un contatto più
umano con “Ciasteòns e la sò int”.
In questi nove giorni di sagra c’è un intenso lavoro
che parte alla mattina con il riordino e la pulizia del
parco,prosegue col rifornimento dei chioschi e l’orga-
nizzazione della cucina,per concludersi a notte fonda
con la chiusura di tutte le strutture. Questo da la pos-
sibilità a tanti ragazzi di avvicinarsi,quasi per gioco e
con divertimento,a quello che è il mondo del lavoro e
del condividere con persone di ogni età lo stare insie-
me per il raggiungimento di un obiettivo comune. Tra
questi ragazzi c’è il gruppo di consiglieri dell’associazio-
ne La Piazza che molti mesi prima organizza,sviluppa
e in seguito coordinerà oltre un centinaio di persone
che lavoreranno durante i festeggiamenti:arduo com-
pito!!! Non meno impegnativo è il ricercare e perfe-
zionare attrattive e novità per accrescere l’interesse
nei confronti della sagra. Ma non c’è solo il far festa:il
direttivo deve anche fare attenzione alla parte econo-
mica perché ci sono i fornitori da pagare,le spese bu-
rocratiche e l’intenzione di “tignì cont quatri francs” da
investire nelle strutture dei festeggiamenti e nel parco.
Festeggiamenti che non finiscono con l’ultimo giorno
di sagra ma continuano anche le settimane successive
con i pochi reduci che,stanchi e quasi demoralizzati,si
ritrovano per pulire tutte le attrezzature,smontare le
strutture,riconsegnare materiale e merce e riordinare il
tutto nell’ex stallone dato in gentile concessione dalle
Cooperative Agricole. A proposito dello smontaggio..
cerchiamo di sensibilizzare sempre più persone perché
vengano ad aiutarci!
Un anno di lavoro… si, perché ci sono 12 mesi di
lavoro tra un’ edizione di sagra e l’altra:in primis la ge-
stione del parco, della quale La Piazza si è fatta carico
nei confronti del comune. E la cosa comporta sfalcio
dell’erba, potatura del verde, mantenimento dei vialetti,
manutenzioni ordinarie e molto spesso la sistemazione
di atti vandalici ai quali il parco e le sue strutture sono
spesso soggette. D’altronde non tutti hanno l’educa-
zione di rispettare i beni della comunità! Inoltre l’asso-
ciazione si occupa di dare anche un supporto logistico
prestando le proprie attrezzature a svariati enti e gruppi
presenti nel territorio. Poi durante l’anno si impegna ad
organizzare iniziative a scopo sociale come il CineBur-
gos, in collaborazione con la Pro Loco di Zoppola, una
raccolta fondi destinata alla beneficenza in occasione
del pranzo paesano e la pubblicazione di testi riguar-
danti la cultura del territorio. Pertanto non si può dire
che l’associazione La Piazza si occupi solo di una sem-
plice manifestazione culinaria/ludico-ricreativa, ma va
ben oltre. Attingendo dalla fonte della cultura popolare
cerca di creare la giusta amalgama per tenere ancora
unito il nostro paese e tutta la sua gente, in un’epo-
ca come questa dove potremmo essere fagocitati dal
consumismo e dall’indifferenza, privandoci così delle
nostre identità, origini e spirito aggregativo.
Mandi! Visitate il nostro sito: www.lapiazzacastions.it 	
Massimiliamo Zamuner
CASTIONS PEDALA 2010
Una istantanea della 17ª edizione della cicloturistica
non competitiva svoltasi domenica 29 agosto scorso,
nell’ambito dei Festeggiamenti al Parco. Anche se la
partecipazione è stata leggermente inferiore rispetto
agli altri anni (248 adulti e 44 bambini), la manifesta-
zione ha permesso di raccogliere ben 1518 euro che,
tolte le spese sono stati donati all’associazione di vo-
lontariato il “IL CORDON” che opera da circa tre anni
nel nostro territorio e in Casa di riposo, per il sostegno
agli anziani ed il trasporto di persone sole o impedite
negli ospedali e luoghi di cura. Il Comitato organizza-
tore ringrazia vivamente i partecipanti e quanti anno
contribuito in qualsiasi forma alla riuscita della corsa,
diventata ormai una bella tradizione.
GRUPPO ALPINI
DI CASTIONS
Ci eravamo lasciati, nell’edizione
di Maggio, con una fotoni alcuni
di noi che reggevano in mano una
bandiera italiana accanto ad un
pennone appena installato.
Ma i lavori di sistemazione del sito
non erano terminati; il bravo Batti-
sta e i suoi solerti aiutanti dovevano
ancora creare degli effetti speciali
per abbellire la base del pennone e dotare il pennone
stesso degli strumenti necessari per l’alzabandiera.
A lavori conclusi abbiamo aspettato il 2 giugno, festa
della Repubblica, per celebrare il 1° alzabandiera in
questa nostra nuova sede accanto alla chiesa.
Ci hanno onorato della loro presenza il Sindaco, don
Pino, alcuni amici di Gruppi vicini, un simpatico trom-
bettista, ed altri amici paesani.
Inoltre. Data la presenza di Alfredo, abbiamo approfit-
tato per presentare ufficialmente il libro: “Alfredo Bo-
rean: memorie di guerra”, a lui dedicato, per il compi-
mento dei suoi 90 anni, dal Circolo Culturale Ricreativo
Castions e dal Gruppo Alpini.
E’ seguito un pranzo all’aperto molto apprezzato da
tutti perché ci ha permesso di stare un po’ insieme e
raccontarci tante cose.
E’ stata veramente una bella giornata ed il Gruppo
ringrazia tutti coloro che vi hanno partecipato ed in
particolare coloro che si sono impegnati nel preparare
l’evento ed il pranzo. Grazie ancora.
ADUNATA NAZIONALE A BERGAMO.
Una decina di noi accompagnati da un’unica, questa
volta, e coraggiosa compagna, hanno partecipato nel
mese di maggio all’Adunata nazionale di Bergamo.
Anche se ci sono stati dei disguidi nella partenza che
hanno ritardato fortemente il momento dell’arrivo e di
conseguenza l’orario della cena, prenotata nella splen-
dida Bergamo Alta, e poi l’allestimento del posto per
dormire, è stato senz’altro una delle più belle adunate
alle quali abbiamo partecipato.
Questo grazie soprattutto alla grande partecipazione
popolare, di coloro che non erano alpini ma accompa-
gnavano i loro amici o parenti: bambini, giovani, adulti,
anziani, … .
I posti di ristoro che incontravamo durante la passeg-
giata per la città erano invasi da tutta questa gente che
accompagnava con gioia e passione noi Alpini.
Tutte persone che abbiamo ritrovato poi ai bordi del-
la sfilata in doppia e tripla fila che, ci salutavano con
calorosi applausi e sorrisi gioiosi: una vera festa. Una
sfilata che ricorderemo soprattutto per questo, perché,
per quanto riguarda il passo di sfilata, l’abbiamo perso
innumerevoli volte quasi sempre a causa della fanfara,
ma questo è solo un dettaglio.
ADUNATA SEZIONALE A SACILE. 20 GIUGNO.
Anche a questa adunata, per fortuna non lontana, han-
no partecipato alcuni di noi. Purtroppo la sfilata è av-
venuta sotto una pioggia battente dall’inizio alla fine.
L’Alpino non ha paura, si dice, ma sarebbe stato più
bello fare veramente festa in piena libertà, anche per-
ché durante questa adunata, di solito, si incontrano i
vecchi amici di naja e quindi ritornano alla memoria
storie e fatti di quel periodo che è sempre bello rac-
contarci. Pazienza.
FESTA DELLA MONTAGNA. 11 LUGLIO.
Pranzo a casa di Paolo Pippo, località Battaias in co-
mune di Pielungo.
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ComunitàViva
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Si tratta di una annuale convegno aperto a tutti gli ami-
ci in particolare al Gruppo Alpini.
Di solito un gruppo arriva al pranzo dopo aver fatto una
bella “scarponata” in montagna, ma quest’anno non
è stata organizzata per cui è stato semplicemente un
piacere ritrovarsi.
Il posto è ideale per questo e per stringere nuove ami-
cizie: siamo al limite di un bosco, attorniati dal verde
e dal silenzio.
Anche in questo caso dobbiamo ringraziare chi ci ha
ospitato, ma in particolare coloro che si sono adoperati
nel preparare il pranzo davvero squisito.
Seduti sotto le fronde degli alberi abbiamo dato la stura
ai ricordi più simpatici della nostra vita, tanto che le
ore sono passate velocemente, con nostra grande me-
raviglia ma anche la soddisfazione di esserci incontrati.
Grazie dell’ospitalità.
ADUNATA DEL TRIVENETO. BASSANO DEL GRAPPA.
Anche a questo evento il nostro Gagliardetto era pre-
sente grazie a Gigi, Willi e Renzo.
UN SALUTO A DON PINO.
Già dai primi mesi di sacerdozio qui a Castions don
Pino non ha nascosto il suo amore per la montagna
e quindi una particolare simpatia per il nostro Gruppo
Alpini.
Noi, di concerto, siamo stati ben contenti di questa
subitanea amicizia che poi si è consolidata nel tempo,
visto che abbiamo trovato ospitalità al centro San Gia-
como, grazie anche al suo consenso.
Don Pino si è dimostrato premuroso nell’assecondare
le nostre richieste per rendere adeguato e confortevole
lo spazio affidatoci.
Ha partecipato ben volentieri alle nostre cerimonie uffi-
ciali ed ai nostri momenti conviviali dove non mancava
mai un suo fattivo apporto ai momenti di allegria.
Di tutto ciò lo ringraziamo sentitamente e lo salutia-
mo con un caloroso abbraccio e con l’augurio di una
serena e proficua opera sacerdotale nella sua nuova
parrocchia.
UN BENVENUTO AL NUOVO PARROCO.
Dal Gruppo Alpini di Castions un caloroso benvenuto
nella nostra parrocchia a don Ugo Gaspardo con l’au-
gurio che possa svolgere la sua opera sacerdotale con
la tranquillità e serenità necessarie per stringere buoni
rapporti di amicizia e fratellanza nella nuova comunità.
Per il Gruppo Alpini di Castions
Giorgio Rosin
Circolo Culturale
Ricreativo Castions
Questa Associazione è parte della storia di Castions.
Non poteva mancare la presenza su questa edizione
straordinaria del Bollettino parrocchiale. Le notizie del
circolo di solito sono riferite a pubblicazioni, in parti-
colare, ad aspetti artistici, culturali e storici. Perché di
questo ora il Circolo si occupa. La collana di quaderni
“ Il fil di fier” ha raggiunto settantun uscite.
In questi giorni c’è un fatto importante che conclude
un ciclo di storia paesana con l’uscita dalla parrocchia
di don Pino. Non è sicuramente una tragedia ma un
piccolo dispiacere il separaci dalla persona, dal prete
che ha guidato un’istituzione così importante come la
parrocchia. Speriamo nei tempi brevi di ricordare que-
sto tempo scrivendone una piccola memoria.
Intanto facciamo i più cordiali auguri a don Pino per l’
avventura nella “sua” nuova parrocchia accompagna-
ta da un doveroso ringraziamento per quello che ha
lasciato a Castions e che fa ora parte della storia del
nostro paese. Grazie e “mandi”.
Circolo Culturale Ricreativo Castions
Roberto Muzzo da Cevraja
REAL CASTELLANA
E’ con vivo piacere che accogliamo
l’idea di trasmettere le nostre più
recenti notizie sportive in questa
speciale edizione del bollettino. Il
campionato di calcio 2010 / 2011
è appena avviato. Le prospettive
e l’entusiasmo è grande. La terza categoria è un po’
stretta per la Real Castellana di Castions, quindi …
palla lunga e pedalare al motto: “ bisogna vincere”.
La rosa della prima squadra è tutta del comune di Zop-
pola. Solo quattro giocatori provengono da paesi limi-
trofi. Questo è il primo risultato!
Il settore giovanile è in fase di allestimento. Dopo la
scuola c’è l’opportunità del campo sportivo e lì i no-
stri bambini costantemente e sportivamente crescono.
Dirigenti preparati hanno lavorato tutta l’estate per fre-
quentare corsi di specializzazione. Il settore giovanile è
una vera realtà sportiva e morale.
Ora ci verrà a mancare uno dei più solerti tifosi: Don
Pino. Sappiamo che non parte per l’America ma che
approda a Ligugnana, un centro del calcio Sanvitese
e provinciale, quindi là sicuramente ci incontreremo e
avremo un tifoso in più.
La Real Castellana dunque cresce anche grazie alla
collaborazione di tutti ed in questa occasione rimar-
chiamo anche l’aiuto silenzioso di don Pino che, per
agevolare gli allenamenti e le partite dei bambini, ade-
guava il programma di catechismo e dottrina.
Grazie don Pino del calore che hai saputo trasmettere
ai giovani con la tua presenza durante le intemperie al
campo sportivo; anche tu appeso alla rete metallica
con il batticuore per l’occasione da gol sfumata sotto
porta.
ASD Real Castellana
Roberto Muzzo
CRONACA IN BRICIOLE
MAGGIO
Mese di Maria. Rosario tra le case. Una tradizione che
continua, e che vede una buona presenza di fedeli agli
incontri di preghiera nelle varie zone (una quindicina).
GIUGNO
Domenica 7 Festa del Corpus Domini. S. Messa e
Processione con il Ss.mo Sacramento e conclusione
dell’anno catechistico. Poi le famiglie con i bambini di
Prima Comunione in montagna per continuare la gior-
nata in amicizia e gioia.
Domenica 14 gita-pellegrinaggio per le donne del tem-
pio, postini e aggregati al bellissimo santuario di s. Ro-
medio in Val di Non nel Trentino. S. Messa, visita al
santuario, un pranzetto succulento e poi visita (breve,
causa diluvio!) alla stupenda Abazia di Novacella nei
pressi di Bressanone. Un viaggio un po’ lungo e fatico-
so ma ricco di cose belle e nuove viste e ammirate; e
poi il solito bel clima tra i partecipanti. Un grazie do-
veroso a queste collaboratrici e collaboratori per il loro
prezioso servizio a favore delle chiese e della comunità.
Domenica 28 il gruppo della Lectio Divina ha fatto vi-
sita ad una casa di accoglienza per bambini in disagio
familiari a Faedis. Una bella realtà, dove operatori e
volontari si adoperano per predisporre accoglienza di
queste creature in affido a famiglie preparate.
LUGLIO
Martedi 20 il Vescovo incontra i CPP e i CPAE di
Castions e di Orcenico per dare a sorpresa la notizia
dell’avvicendamento del parroco.
Grandi preparativi per il CAMPEGGIO a Ligosullo, so-
pra Paluzza: 28 luglio-1 agosto (vedi articolo a parte).
AGOSTO
Martedi 3 nella Cattedrale di Concordia P. Bartolo-
meo della Congregazione dei Discepoli del Signore, ha
fatto la sua professione religiosa perpetua durante la
celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e con-
celebrata da molti sacerdoti. Ha partecipato anche una
rappresentanza della nostra parrocchia. (Nella foto a
pag. 4: p. Bartolomeo è il 2° da sinistra)
Venerdi 20 P. Pietro Zhang ci lascia dopo aver tra-
scorso tre settimane con noi. E’ sempre una presenza
gioiosa e vivace, e anche una testimonianza vivente del
nostro Cardinale Costantini, il fondatore della CCD. P.
Pietro dovrebbe concludere quest’anno i suoi studi a
Roma. Gli facciamo tanti auguri. In parrocchia durante
l’estate si sono avvicendati anche due sacerdoti polac-
chi, Cristoforo junior e senior. Quest’ultimo ha perduto
il papà durante il mese di luglio: lo abbiamo ricordato
nella preghiera.
Settembre
Domenica 5 il Vescovo conferisce la Cresima a 15 no-
stri adolescenti (vedi foto pag. 1).
Domenica 19 Festa della Famiglia. Festeggiati diversi
anniversari di matrimonio (ai 25 e 50esimi è stata do-
nata la Bibbia), consumato un pasto assieme e dialo-
gato con alcuni membri dell’Associazione “Sulla soglia”
su argomento AFFIDO.
Grazie ai partecipanti, agli organizzatori e anche ai
giovani che hanno animato i più piccoli con i giochi
popolari.
OTTOBRE
Domenica 3 Festa della Madonna del Rosario. Pre-
ceduta dal triduo di preghiera. E’ anche il giorno del
saluto di don Giuseppe che lascia la parrocchia dopo
11 anni.
Domenica 10 ingresso del nuovo parroco don Ugo:
al mattino a Orcenico I. e al pomeriggio a Castions.
Auguri!
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ComunitàViva
ANAGRAFE PARROCCHIALE
maggio 2010 - ottobre 2010
SPOSI
MORET ALEX e IUS LAURA
il 29 maggio 2010
MALFANTE FLAVIO e LEON FRANCESCA
il 19 giugno 2010
MANFROI ALESSANDRO e STOLF ELISA
il 4 luglio 2010
SCLABAS ANDREA e MUZZO ANTONELLA
il 29 agosto 2010
BOTINDARI MANUEL e PICON VALERIA
il 4 settembre 2010
MARSON ALESSANDRO e FABBRO SONIA
il 18 settembre 2010
BATTESIMI
SALVATORE FILIPPO
di Kristijan e Molin Marta, 30 maggio 2010
BOREAN MANUEL
di Elvio e Salvatore Katia, 4 luglio 2010
BOREAN ALESSANDRA
di Dario e Bucur Ileana, 24 luglio 2010
PANTAROTTO STEFANO
di Franco e Costantinescu Alina, 22 agosto 2010
LORENZON ALICE
di Renzo e Muccin Ilaria, 22 agosto 2010
BOREAN RINA
di anni 93
il 13 giugno 2010
IUS LUIGI
di anni 86
il 24 giugno 2010
SQUIZZATO IDA
ved. Tedesco
di anni 86
il 12 settembre 2010
PASUTTI IVANA
in Michieli
di anni 55,
il 6 dicembre 2005
DEFUNTI
MARTIN GIOVANNA AVE
di anni 84,
il 3 agosto 2010
a Cusano Milanino (MI)
DEFUNTI FUORI PARROCCHIA
ANNIVERSARI
Offerte Parrocchia
NN 40, Battesimo Salvatore Filippo 50, NN 50, NN
pro lampada Santissimo 20, NN 25, figlia Maria in me-
moria Papais Romano 50, Amici della Montagna 50,
NN 30, NN 40, Bagnariol Ivana 50, NN 20, Pighin
Francesco 50, NN 30, NN 50, NN 15, in memoria
Ius Luigi, moglie Angelina, figli Daniela e David 300,
in memoria Ius Luigi, i colleghi del figlio David 140, in
onore della Beata Vergine Maria 20, in onore S. Anto-
nio 70, Terza A 30, NN 20, NN 15, Fabbro Luisa 30,
in memoria Ius Luigi, Bruna, Massimo, Miriam, Seve-
rino 150, Battesimo Borean Alessandra 50, Battesi-
mo Borean Manuel 100, Sposi Malfante Flavio e Leon
Francesca 200, famiglia Manfroi per sposi Stolf Elisa
e Manfroi Flavio 150, NN 100 Quinta elementare 50,
NN 50, 50° di matrimonio di Brusutti Amedeo e Infanti
Anna 100, Battesimo Pantarotto Stefano 50, NN per
Battesimo Pantarotto Stefano 100, sposi Sclabas An-
drea e Muzzo Antonella 100, in memoria Martin Ave
ved. Manzon da cognata e nipoti 80, NN 20, NN 100,
NN 100, NN pro S. Marco 20, Pagura Annimale (Au-
stralia) pro S. Marco 14, in memoria Ius Luigi, cognata
Luisa dal Canada 108, NN 30, Sposi Botindari e Picòn
50, in memoria Squizzato Ida ved. Tedesco, i figli 250,
Falegnameria Pellegrini nell’80° dell’attività 200, sposi
Fabbro Sonia e Marson Alessandro 150, benedizione
case Sud e Centro 2.290, Est e Nord 2.320.
Offerte Bollettino
NN 20, NN 20, NN 50, NN 40, NN 50, NN 20, NN
20, Benedet Bruno (Canada) 100, NN 49, Pagura
Ruggero 40, Canella Buosi Antonia (Parigi) 50, NN
50, Pitton Assunta (Australia) 34.
Invito
Coloro che desiderano pubblicare alcuni eventi che
possono interessare la vita di comunità (es.: matrimo-
ni fuori parrocchia, lauree. ecc.) lo facciano presente.

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Bollettino parrocchiale ottobre_2010

  • 1. Comunità VivaComunità Viva bollettino parrocchiale di castions Il Vescovo ci scrive IL SALUTO DEL PARROCO BOLLETTINO PARROCCHIALE - Castions di Zoppola - Dir. resp. Mons. Bruno Cescon - New Print Fossalta di Portogruaro (VE) Sped. in a.p. art. 2 / 20/c legge 662/96 - Udine - Mittente PARROCO 33080 CASTIONS di Z. (PN) - Telef. (0434) 97241 Anno XXXVIII - 4 (129) ottobre 2010 vita nuova e profezia cristiana Ogni volta che metto la firma sul decreto di nomina di un parroco, penso che firmo come un “foglio di via”: è un ordine di nuova partenza, che un prete con generosità accetta di ricevere dal Vescovo. A me nasce dentro un certo batticuore: so di caricare sulle spalle di un fratel- lo una responsabilità delicata e che non sarà priva di sfide e di fatiche. Ma so anche che quando si ama, il peso si fa più leggero e il coraggio della fede diventa vincente. Un vecchio parroco scriveva ad un amico sa- cerdote in procinto di entrare in parrocchia: “Ciò che tu incominci a fare io me lo tiro dietro da parecchi anni: e non ne sono stanco. Mi sono stancato di tutto, furo- chè di fare il parroco. Vuol dire che è il nostro mestie- re: che la famiglia noi preti la ritroviamo soltanto con una comunità sul cuore, che ti schiaccia e ti porta”. Ho fatto anch’io il parroco per 15 anni, mi è rimasta nel cuore una profonda nostalgia di quella esperienza, che non posso dimenticare. Anche don Pino, che ora lascia Castions e Orcenico Inferiore, sta vivendo questi giorni con riconoscenza per quello che ha ricevuto di affetto e con una certa misura di sofferenza. Certamente ogni partenza è un distacco che lascia il segno nel cuore del prete e dei fedeli, ma è anche una opportunità per rimette- re in azione nuove energie e per intrecciare nuove rela- zioni. Ho potuto constatar- lo di persona incontrando i membri dei Consigli Pastora- li e dei Consigli per gli Affari economici, ai quali rinnovo il mio grazie per il loro servizio. Aggiungo poi che don Ugo Ga- spardo, che verrà come nuovo vostro parroco, è un sacerdo- te che scoprirete essere un “dono” di Dio. Siate anche voi, con la fiducia che subito gli ma- nifesterete, un “dono” per lui. A don Pino e don Ugo e per tut- ti voi assicuro la mia preghiera e una affettuosa benedizione. Pordenone,21settembre2010 Ovidio Poletto, Vescovo Alla Comunità Cristiana di Castions e di Orcenico I. Il primo pensiero va al 20 giugno 1999... Subentrare a don Dino, parroco per 26 anni, mi sembrava un’opera altamente difficile, data la sua profonda fede e la sua grande umiltà: ma poi il timore ha lasciato lo spazio alla voglia di lavorare in una comunità attiva e piena di risor- se. Ebbene, sono passati ormai 11 anni: una vita! Forse giusto il tempo di dire al Vescovo: eccomi! Disponibilità per un avvicendamento: per l’età che avanza, gli acciac- chi che aumentano, con il pericolo di diventare ripetitivi e brontoloni, di non lasciare spazio ad altre persone, di non saper seguire più le varie realtà parrocchiali… E poi, come diceva quel buon parroco di campagna, certe decisioni è meglio prenderle due anni prima che un giorno dopo! Non mi sarà facile dimenticare il sorriso dei bambini, la vivacità dei ragazzi, l’audacia dei giovani, i rapporti familiari e spontanei con gli adulti, la forza e la fede dei malati… Quante situazioni gioiose e tristi vissute, quante mani strette in amicizia, quanti momenti di festa, nel- la consapevolezza di condividere la vita della comuni- tà come prete amico, prima che come prete autorità… Quante aspettative deluse, quanti appuntamenti manca- Domenica 5 settembre il Vescovo ha conferito la Cresima a 15 nostri adolescenti. Lo Spirito rafforzi in loro la scelta cristiana e ànimi i loro familiari e la comunità a dare loro buon esempio con le parole e i fatti. Bertoli Marco - Boccalon Damiano - Borean Gloria - Carino Alessandro - Colautti Roberta - Ius Mattia - Ius Katia - Ius Pietro - Marcuzzi Enrico - Parisi Emanuele - Peruch Sara - Scudeler Alberto - Siciliotti Elisa - Rosset Justine - Vanelli Claudia. SANTA CRESIMA
  • 2. 2 ComunitàViva ComunitàViva 3 ti, quanti limiti in quella che non è una professione come le altre ma una vocazione di servizio e di con- divisione. Un saluto grato a tutti, un po’ in elenco. CPP e CPAE: sen- za di essi, vita gra- ma! Si è cresciuti e maturati nello spi- rito di servizio e di corresponsabilità. COMMISSIONI: sorretti dal motto: “E’ meglio il poco di molti che il molto di pochi”. Presen- ze varie nei campi della: CATECHESI, della LITURGIA, della CARITA’, del- la FAMIGLIA e dei GIOVANI. C o l l a b o r a z i o n e sempre bisognosa di ampliamento (???) e di maggio- re interesse, vedi in particolare quella dei GIOVANI: manca un referente che possa suggerire e proporre in- terventi in questo settore così delicato ma anche così ricco di risorse. CATECHISTI, con la fatica ma anche la gioia di cam- minare con i più giovani per formare e formarsi come cristiani e bravi cittadini. Ha bisogno di nuove forze. CORALE S. ANDREA. La bellezza del canto e l’ami- cizia tra coristi. E la fatica dell’impegno costante, e qualche defezione, e qualche new entry… Coraggio! GRUPPO SPOSI. Il desiderio di crescere nell’amore di coppia: incontri, riflessioni, momenti di amicizia. DONNE del TEMPIO e CUSTODI delle CHIESE e del CAPITELLO della MADONNA. L’amore per gli edifici sacri denota affetto per il Signore e rispetto per quello che con tanti sacrifici hanno costruito i nostri avi. UOMINI del VERDE e dell’ARTE: la cura del verde e degli arredi abbisognano di personale costantemente attento e impegnato. Il territorio adiacente alla chiesa e ai due centri è invidiato da tutti i fruitori e gli occa- sionali: è un piccolo paradiso in primavera e in estate! Giovani. Quanta passione e gioia nel veder brillare i loro occhi nel mettere a disposizione fantasia e corag- gio nell’arduo compito di animare e formare le nuove generazioni (ho ancora il ‘magone’ nel vedere pian piano l’AGESCI morire e l’AC ridotta ad un lumicino e non essere capace di incoraggiare e ravvivare for- ze nuove…!). Quanta tristezza e delusione vedendo i ‘post-Cresima’ (ed anche prima, e specialmente ra- gazzine…) dileguarsi al momento più bello e impor- tante, quando la comunità ha bisogno di loro e quan- do loro stessi, crescendo e immergendosi nella vita, hanno bisogno di Dio e di adulti testimoni credibili…! Visita alle famiglie: ogni anno, già appena entrato. In quasi tutte (“contentà un Comùn, no si conten- ta nissùn”!) sono entrato, ascoltando, incoraggiando, dialogando con familiarità: questo lo considero uno dei compiti principali di un parroco. Quindi, grazie a tutti per le ‘porte aperte’. I malati: sì, alcuni hanno ragione di rimproverarmi per non averli visitati più spesso, ma mi pare di essere stato abbastanza fedele in questo campo, così pure nei confronti dei ricoverati negli ospedali e nelle Case di Riposo… Cristiani di Castions: avete un luogo in cui dimostrare sensibilità cristiana e umana: è la Casa di Riposo Micoli Toscano. Grazie ai dirigenti e al per- sonale che mi hanno permesso di esercitare il compi- to di assistente spirituale e grazie ai tanti volontari che in svariate forme animano la Casa: raccomando però di non rallentare gli interventi, anzi, di aumentare le visite, di partecipare soprattutto alle Celebrazioni: è un modo molto concreto di fare comunione con quella parte di umanità debole e fragile… Grazie anche al personale insegnante e di servizio della Scuola per l’Infanzia (Asilo Favetti): era per me respirare ‘aria pura’ a contatto con il mondo dei bambini (ricordo la bella accoglienza riservata al Vescovo durante la vi- sita pastorale del 2008 ed anche quella della Scuola Elementare Celso Costantini e le Margherite: grazie!). “LA NOSTRA FAMIGLIA”. Quante volte ne avete sen- tito parlare da me. Ringrazio quei giovani che hanno condiviso (e continuano a farlo) alcune esperienze di volontariato a s. Vito e grazie a quelle persone che hanno partecipato alla bellissima esperienza del Pel- legrinaggio a Lourdes. Altre Associazioni e Gruppi: ricordando la giornata del Volontariato dello scorso aprile, dico grazie agli ALPINI, agli amici della PIAZZA (mangiare la fioren- tina era un’impresa ardua…), al CORDON, al REAL CASTELLANA (la mia passione per il calcio mi farà scontare lunghi anni in Purgatorio…) cui auguro in un prossimo futuro il derby con lo Zoppola… Altre associazioni: gruppo amici CHIESA S. MARCO, LA CASTELLANA, LE SORGIVE, COMBATTENTI E RE- DUCI, CIRCOLO CULTURALERICREATIVO, HAWA- KANAWA, ACAT e FAVETTILANDIA (spero di non aver dimenticato nessuno…). In fondo, lavorando per il paese e per le necessità delle persone, si lavora per il bene: quindi per me prete (e per il cristiano in genere) è normale sentirmi in sintonia… Auguri anche per un buon lavoro in rete: ci è stato ripetuto più volte che ogni singola parrocchia non può fare tutto, ma insieme alle altre si può ottenere di più. Alle autorità civili: grazie per la collaborazione (in particolare nelle manifestazioni in onore del Cardi- nale Costantini) e per la disponibilità. Auguro loro di operare sempre per il bene comune, privilegiando le famiglie e le categorie più deboli. Piccoli (?) suggerimenti: arricchire di presenze adulti la Messa delle 10.30, di chierichetti vispi e pronti (fedeltà ai turni festivi), organista e suonatori, pun- tualità (almeno 10 minuti prima!!)… La Confessione: riscoprirla come dono di Dio per riconoscere i propri pregi e i propri difetti. Attenti al peccato di credersi SANTI! E poi le Messe del lunedi e venerdi: per un buon cristiano non basta la Messa festiva! La visita in chiesa: sì, è vero che la chiesa non è al centro del paese, ma se vogliamo bene a Gesù, tro- viamo il modo di trascorrere un po’ di tempo con Lui. E all’entrata della chiesa è esposta la Parola di Dio della liturgia del giorno: è una buona medicina per il cuore… Un ultimo (non per importanza) grazie al Vesco- vo che offrendomi la parrocchia di Ligugnana ha tenuto conto della mia richiesta, quella di essere vicino ai miei. In aggiunta, potrò continuare il ser- vizio di delegato del Vescovo dei preti anziani e malati nonché presso la Nostra Famiglia di S. Vito. Non sarò mai grato abbastanza a Teresa, la regina della canonica, e Sabina, e le amiche e gli amici della canonica: la casa del parroco è la casa di tutti. E se sta bene il parroco lo deve anche a chi lo accudisce: grazie sincere. Quante altre cose sono racchiuse nel cuore… Lascio queste nella speranza che rimangano a lungo. C’è una frase che mi rimane nella mente: “I ricordi sono l’unico paradiso dal quale non possiamo venire cac- ciati”. Infine, se qualcuno vorrà condividere la festa del mio ingresso a Ligugnana sabato 30 ottobre, ne sarò grato. Pregare in molti sostiene nei momenti di difficoltà… Don Giuseppe Il parroco da’ i numeri! Da giugno 1999 I BATTESIMI sono stati 159. Solo per due anni hanno superato i morti. I MATRIMONI celebrati: 58. Il numero dei FUNERALI sale a 231 (oltre 22 all’an- no); tra questi, è impossibile dimenticare alcuni gio- vani strappati violentemente alla vita, e poi papà e mamme venuti a mancare in modo drammatico, e adulti e anziani deceduti dopo lunga e dolorosa ma- lattia… Le CRESIME: 170. Le PRIME COMUNIONI: 219. Saluti anche da Orcenico di Sotto Carissimo don Pino, mi hai chiesto come sempre un articolo per il giornale della Parrocchia. Questa volta non ti scrivo delle mie iniziative romane, ma di una breve, ma per me signi- ficativa, esperienza di cammino compiuto insieme in questi 34 mesi. Vinco una certo imbarazzo nel parlare di me, ma cre- do che in questi tempi occorre avere anche il coraggio di dire le cose belle che riguardano noi preti. Allora ci tengo a dire che, nonostante la nostra inedi- ta situazione, abbiamo collaborato con serenità, cer- cando di essere sempre sinceri e disponibili, avendo sempre bene in mente lo scopo della nostra missione: costruire la comunità e diffondere il vangelo. E di que- sto ti ringrazio. Dovrebbe essere scontato tra preti, ma scontato non è. Contando anche te, ho avuto modo di collaborare 7 Parroci: don Giuseppe Romanin a Ma- niago, don Sergio Moretto a Porcia; altri quattro a Fiume Veneto: don Piero Cesco, don Giancarlo Stival, don Natale Padovese e don Renzo de Ros. Con tutti ho cercato (abbiamo cercato) di andare d’accordo. E ci siamo, tutto sommato, riusciti. E credo che questa sia la cosa, alla lunga, la più importante. In assoluto. Vivendo la carità nella verità. E così cercherò di fare anche con don Ugo… Ti ringrazio perché nonostante che, qualche volta, i miei impegni si sovrapponevano a quelli di Orcenico e ti richiedevano qualche fatica in più, non me lo hai fatto pesare. Anzi, mi chiedevi di scrivere quello che facevo a Roma, dimostrando un interesse che apprez- zavo moltissimo. Gli amici di Orcenico di Sotto hanno avuto la fortuna di avere Parroci che hanno dimostrato amore e spirito di servizio alla comunità. Con i loro limiti e le loro debolezze, ma la dedizione e la generosità sono stati grandissimi. E anche se l’esperienza è durata poco meno di tre anni, ti sei unito a questa lodevole compa- gnia. Parlo dei Parroci, per i collaboratori vedremo … Don Pino, grazie per la tua personale amicizia, per il tuo sorriso, per la tua disponibilità: continua così. Il Signore ti accompagni e san Lorenzo, patrono di Ligu- gnana ti protegga. Don Livio Corazza Carissimo don Pino, in questo giorno di festa, per la Cresima dei nostri ragazzi e per la presenza del Vescovo, vogliamo espri- merti il nostro più sincero grazie per il servizio svolto nella nostra comunità di Orcenico di Sotto. Devo dire che abbiamo apprezzato la tua disponibilità e la tua affabilità soprattutto in questo ultimo periodo quando il Vescovo ti ha nominato parroco della no- stra parrocchia avendo come collaboratore don Livio. A noi laici fa sempre piacere ed è di esempio il fatto, non scontato, che i sacerdoti vadano d’accordo, si ac- cettino e si rispettino. E questo è capitato ora con don Livio e prima con don Giosuè. Abbiamo apprezzato poi la tua sincera premura nel visitare gli anziani e i malati nelle loro case, come hai fatto anche questa settimana. Sappiamo quanto sia importante che gli ammalati e le loro famiglie non si sentano soli, ma colgano l’affetto e la preghiera di tut- ta la comunità e del parroco in particolare. Incontravi non solo le famiglie degli anziani e dei malati, ma tutte le famiglie. Sappiamo che non è facile trovare il tempo per andare a visitare le famiglie, non sempre c’è qualcuno in casa, ci vuole pazienza e costanza. Doti che tu hai dimostrato. Ti ringraziamo per questo. E’ segno della premura di Dio che come buon Pasto- re va in cerca delle persone lì dove vivono, amano e soffrono. Infine dò voce a quella porzione di Parrocchia che si ritrova in Località Sile. Ancora prima di diventare parroco di Orcenico, tutti i martedi in chiesa d’estate e nelle famiglie d’inverno (dov’eri sempre ben accol- to) celebravi l’Eucaristia. E’ un momento molto bello, semplice e intenso. Don Pino, grazie per il tuo servizio, per il tuo sorriso, per la tua disponibilità che ti auguriamo di confermare nella nuova parrocchia che il Vescovo ti ha affidato. Quando vuoi, vienici a trovare. Ti accoglieremo sem- pre come uno di noi. Grazie e mandi Renato Tius per il CPP – Orcenico di S.
  • 3. 4 ComunitàViva ComunitàViva 5 A Don Pino La notizia che partirai da Ca- stions mi dispiace molto, ma lo so che questa disponibilità che hai data, è una cosa necessa- ria nella nostra chiamata di vita sacerdotale. Ho visto questi giorni tante fac- ce tristi nel sentire la notizia che devipartire,eiocosavogliodirti? Ti ringrazio per la tua amicizia. Lo so che i buoni ricordi riman- gono e spero che anche l’amici- zia continui, credo che sia una cosa giusta che anche i ligugnanesi abbiano la fortuna di incontrare Gesù, in te. Sei un uomo in mezzo al popolo e per il popolo. La tua presenza nei vari campi: nella chiesa, nella casa di riposo, nelle famiglie, nelle processioni, nelle sagre, nel campo sportivo, nelle montagne ... ovunque c’e il popolo di Dio, lì ci sei anche tu. I malati, gli invalidi , gli handicappati, gli anziani, i pic- coli, i giovani, tutti vogliono avvicinarti per sentire la tua parola semplice e sincera di amicizia. Mi viene alla mente l’immagine, della grande folla quando seguiva Gesù, attirata e affascinata dalla sua Parola. Sei un uomo con le braccia aperte. Tutti i sacerdoti stranieri vogliono ritornare da te, …. perchè? Con te, si sentono e ci sentiamo a casa. Mi sento libero di chiamarti ogni volta che c’è qualche occasione che ci unisce, e sono molto felice di ricevere la tua chiamata: “zao’an (Buon giorno), stamattina ab- biamo pregato per la Cina...”. Mi viene in mente Adamo, quando passeggiava con Dio nel giardino terrestre sul far della sera, penso alla sua confidenza e libertà del suo rapporto con Dio. Sei un uomo che ama l’unità, sempre disponibile a cogliere tutte le occasioni per co- municare con gli altri sacerdoti confratelli. È stata una buona idea prendere la bici e dare il primo saluto del giorno agli altri parroci. Sei un uomo di talento, quando sei davanti a un organo, puoi portare anche una mucca al cielo. Sei il bravo maestro della lingua italiana che ho co- nosciuto fuori dalle aule scolastiche, il primo italiano che mi ha fatto capire la differenza tra “energetico” e “energico”. Mi fa molto piacere a pregare assieme con te quando il sole alza e scende. Mi hai dimostrato cosa significa “la cosa più importan- te per noi sacerdoti è l’umiltà”, attraverso i tuoi gesti come la tua assistenza quando celebro la Messa, così fai crescere i più “piccoli”. Davanti alle “Autorità”, sia religiosi o civili, ti mantieni molto libero ed spontaneo, così comprendo meglio cosa significhi la frase della mia lingua: “wu yu ze gang” (colui che agisce senza interessi nascosti, sarà stabile e forte). Ho capito anche cosa significhi la frase: nella carità (amore) non c’è posto per la paura. Da te, ho imparato che la nostra fede è amore. Insomma, ni hao (auguro che tu stia bene) e mandi (rimani nel Signore). Zai’jian (arrivederci)! Ma dove? Forse a Ligugnana, a Roma, anche in Cina … Dio ti accompagni, per sempre. Pietro Zhang, della Congregazione dei Discepoli del Signore Ci scrive il superiore della Congregazione dei Discepoli del Signore Taipei, 15 settembre 2010 Reverendissimo don Giuseppe, come Superiore Generale della Congregazione dei Di- scepoli, a nome dell’intera Congregazione, vorrei por- gerLe i miei sentiti ossequi e ringraziamenti. La ringrazio per il Suo impegno e il Suo contributo, durante tutti questi anni come parroco della Parrocchia di s. Andrea a Castions di Zoppola, a promuovere e in- coraggiare i Suoi parrocchiani ne lricordo della grande figura della Vostra terra, il Cardinale Celso Costantini. Specialmente in occasione del 50° anniversario del- la morte del Cardinale nell’anno 2008-2009, Lei ha stimolato fortemente e ha partecipato zelantemente a tutti gli eventi sia a livello parrocchiale che diocesano. La ringrazio per il Suo costante pensiero e il Suo ap- poggio alla mia Congregazione. Mi ricordo in particola- re la scena gioiosa e commovente della grande festa nella Parrocchia di Castions, per le celebrazioni nel 75° anniversario della fondazione della Congregazione dei Discepoli del Signore, nell’anno 2006. La ringrazio per ave dato varie opportunità ai miei con- fratelli che studiano in Italia, i quali attraverso il con- tatto con Lei e con i fedeli della Parrocchia hanno fatto notevoli progressi nell’ambito della pastorale, della spi- ritualità, della lingua e cultura italiana. Vorrei anche cogliere questa occasione per far giungere il mio sincero e cordiale saluto a tutti i parrocchiani di Castions di Zoppola. Li ringrazio in particolare per l’affetto e l’appoggio che, sotto la Sua guida, hanno di- mostrato verso il Cardinale Celso Costantini e la nostra Congregazione. Dio Onnipotente benedica loro e le loro famiglie, affinchè nella loro vita di fede, di speranza e di carità, possano vivere ogni giorno nella grazia e con gioia. Invocando la benedizione del Signore! Padre Stefano Ng, Superiore Generale della Congregazione dei Discepoli del Signore A proposito di preti: con un sorriso… “Se il parroco predica a lungo, è noioso; se alla predica alza la voce, grida; se parla normale, non si capisce niente; se ha un volto gioviale, è un ingenuo; se è pensoso, è un eterno insoddisfatto; se è bello, perché non si è sposato? se è brutto, nessuno l’ha voluto; se va all’osteria, è un beone; se sta in canonica, non va a visitare i parrocchiani; se visita i parrocchiani, ficca il naso nelle loro case; se va “in borghese”, è un uomo di mondo; se veste con la tonaca, è un conservatore; se parla con i ricchi, è un capitalista; se sta con i poveri, è un comunista; se è grasso, non si lascia mancare niente; se è magro, è un avaro; se chiede delle offerte, è avido di denaro; se non organizza delle feste, la parrocchia è morta; se possiede una macchina, è mondano; se non ce l’ha, non segue il tempo; se incomincia puntuale la Messa, il suo orologio è avanti; se ritarda un po’, fa perdere tempo a tutti; se trattiene a lungo i penitenti in confessionale, è impertinente; se nel confessionale è svelto, non ascolta i penitenti; se fa restaurare la chiesa, è uno sprecone, se non lo fa, lascia andare tutto in malora; se parla con una donna, si pensa subito a costruire un romanzo rosa; se vuol bene alla gente, è perché non la conosce; se è giovane, è senza esperienza; se è vecchio, è ora che vada in pensione; se muore, chi lo potrà sostituire…?”. il saluto del nuovo parroco Carissimi, permettetemi di iniziare così queste parole che per la prima volta rivolgo a voi amici e fratelli della comunità parrocchiale di Castions. Ho accettato con gioia il mandato del Vescovo di assu- mere la guida della vostra comunità e vengo in mezzo a voi innanzitutto per condividere da cristiano e da prete il dono prezioso della fede nella dimensione della spe- ranza e della carità affinché il Regno di Dio con tutti i suoi doni possa crescere e svilupparsi sempre di più in mezzo a voi. Sono molto vicine al mio stato d’animo le parole che san Paolo rivolge ai cristiani di Corinto, una comunità vivace e intraprendente così come ho inteso essere la vostra comunità che sta per diventare anche la mia. “Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimo- nianza di Dio con sublimità di parola o di sapien- za. Io ritenni infatti di non sapere altro in mez- zo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sul- la manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perchè la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. (1 Cor.2, 1-5) Sento in me la serenità e la gioia che nasce dalla con- sapevolezza di compiere un servizio a nome di Gesù Cristo che mi ha chiamato e mi manda a voi, ma sento anche la trepidazione per la responsabilità e la delica- tezza del compito che mi viene affidato. Confido nell’aiuto di Dio e nella vostra collaborazione. Sono consapevole di ricevere una bella eredità frutto di un lavoro sapientemente guidato da parte dei parroci che mi hanno preceduto, in particolare da don Giusep- pe, e portato avanti con tanto impegno e generosità da parte vostra. Su questa eredità cercherò di inserirmi gradualmente camminando con voi e per voi al servizio del vangelo perchè, insieme tra fratelli, possiamo sperimentare e testimoniare la bellezza e la forza vangelo camminando insieme nella verità e nella carità. Attendiamoci pregando reciprocamente perché lo Spi- rito Santo che assiste la Chiesa sostenga i nostri pro- positi e il nostro impegno. Con tanta cordialità don Ugo Gaspardo Prete che va prete che viene… Prete che va prete che viene, viva il prete! Mi viene facile iniziare que- sta riflessione con una battuta del genere. E meno male che possia- mo ancora farla: sia perché ci sono ancora giovani che si fanno preti sia perché c’è ancora tanto rispetto nei riguardi della figura prete. Te- niamocela cara. E’ un compagno di viaggio che sta vicino a tutti, anche a coloro che non riescono a scambiare una parola con lui, un richiamo ad un modo di vivere che non manca di suscitare curiosità ed inte- resse, una pietra miliare contro ogni forma di chiusura ad una vita senza senso e prospettiva. Insomma una speranza. Attenzione però, non per lui: lui è un uomo come tanti altri, segnato anche lui dalle tante fragilità di cui è segnata ogni esperienza umana. Bensì grazie al Signore. E’ il Signore la sua forza. Può anche notare attorno a lui simpatie, accoglienza, ammirazione e altro del ge- nere, magari anche poche note negative, ma alla fine della giornata è solo, solo con il suo Signore. Senza il riferimento a Colui che lo ha chiamato ad essere an- nunciatore del suo “Vangelo”, il prete sarebbe incom- prensibile, fuori dal mondo, estraneo lui stesso a se stesso. Il prete indica la strada per andare al cielo, per fare mia una bella espressione del santo Curato d’Ars. E non è poco, specialmente quando sembra che la terra viva la pretesa di bastare a se stessa ed anche il cielo sia chiuso, muto. Ecco allora dove trovare il prete: là dove si scopre che c’è una Parola che viene dal cielo e che qualcuno è chiamato a proclamare questa Parola: “Il seminato- re uscì a seminare …”. E’ la Parola di Dio che crea
  • 4. 6 ComunitàViva ComunitàViva 7 il mondo e lo sostiene, lo rinnova e lo apre ad una speranza viva che non abbandona nessuno e che tutti incontra perchè tocca il cuore delle persone, anzi è il cuore di ogni persona. Questa Parola un giorno è diventata addirittura il volto di un uomo che si è pre- sentato come Figlio di Dio, il Signore Gesù: “E il Verbo si è fatto carne nel seno di Maria”. Grazie a questa Parola l’acqua nel Battesimo diventa fonte di vita, il pane nell’Eucaristia diventa comunione con il Signore e fra di noi, il “sì” pronunciato nel sa- cramento dell’Ordine e del Matrimonio diventa dono di vita, il peccato nella confessione diventa grazia. Per- ché la Parola è tutto questo: perdono, bellezza, dignità, speranza, vita eterna, cielo in noi. Con la Parola anche il silenzio è voce, il buio calore. Il prete è il tesoriere di questa Parola. Don Pino se ne va avendoci comunicato questa Parola e don Ugo viene per comunicarci questa Parola. Ognu- no con un suo stile, ma questi sono dettagli. A tutti poi viene chiesto di stringerci attorno ai nostri preti per continuare a lasciarci “sedurre” da questa Parola. Quella mano che semina è aperta a tutti, anche per te e non solo per gli altri, diversamente rimarresti con la tua mano sospesa, per aria, senza un indirizzo, senza uno sguardo, senza un forte abbraccio. E’ per te, per- ché anche tu diventi il prato verde ed accogliente del- la primavera, un germoglio che, spuntato, saprà dare frutti rigogliosi. L’augurio allora è che don Pino porti questa Parola dove il Signore oggi lo invia, nella parrocchia di Ligugnana, e don Ugo assicuri questa Parola alle parrocchie a lui assegnate dal Vescovo, di Castions e di Orcenico di Sotto, perché il terreno di ogni persona, compreso il tuo, venga reso fruttuoso da tale Parola, come il seno di Maria, il volto di Mosè, il pianto di Davide, lo sguar- do di Stefano, le mani di madre Teresa, per una vita personale e comunitaria che continui a sapere di cielo. don Giosuè Grazie don Pino Caro Don Pino termina la tua esperienza Pastorale nella Parrocchia di Castions. Cosa dirti? Intanto ti diciamo grazie per la tua presenza di prete in mezzo a noi. È stata una grazia. Quante cose condivise insieme in 11 anni! Vogliamo ricordare solo alcuni avvenimenti vissuti con te e portati felicemente a termine con il tuo entusiasmo. Ti ricordi del Card. Celso Costantini? Quanto lavoro! Ma ne è valsa la pena. I preti polacchi e cinesi li hai voluti e fatti sentire in famiglia. Hai partecipato alle attività sportive dei nostri ragazzi, all’organizzazione di gite e percorsi di crescita spirituale per i giovani e i loro genitori. Hai dato il tuo sostegno a tutte le iniziative proposte dalle associazioni paesane, ci tenevi proprio! Al mattino eri solito consumare il cappuccino al bar, aprendo la giornata con un momento di incontro (con- divisione) con il paese. Questo tuo modo di essere ti ha sempre spinto a cercare l’amicizia tra le persone, in pri- mo luogo tra voi preti dell’Unità Pastorale che ti è sempre stata a cuore. Alcune tue idee sono state molto apprezzate dalla comuni- tà, come ad esempio il foglietto “Par Informà” che ha avu- to il merito di tenere unite al cammino cristiano molte per- sone, anche impossibilitate a partecipare alle celebrazioni. Un riconoscimento anche per aver dato avvio al gruppo delle “donne del tempio ” una bella realtà che hai voluto ringraziare con le gite/pellegrinaggio e l’immancabile pizza. Dato che l’abbiamo appena conclusa, ricordiamo la Festa della famiglia e delle nuove presenze nella nostra comunità. Come non ricordare che nel tempo trascorso tra noi hai festeggiato il tuo 60° compleanno e il 40° di ordinazione sacerdotale? Vogliamo infine citare due lavori che hanno dato la possi- bilità di continuare l’opera dei nostri avi: intendiamo par- lare della ristrutturazione della chiesa di S. Marco e del piazzale dedicato a Don Antonio Ornella. Nella speranza che ti sia di aiuto, ti lasciamo questo pen- siero: la comunità è un insieme di famiglie, tu ne sei stato il custode, noi siamo quindi la tua famiglia. Anche se stai per intraprendere un altro viaggio, tu farai sempre parte della nostra famiglia. Cita nella tua nuova esperienza il motto di cui vai fiero: “ E’ meglio il poco di molti, che il molto di pochi”. Un sincero augurio di bene e di buon lavoro, da parte dell’intera Comunità Castionese. Il Consiglio Pastorale Benvenuto Don Ugo Il Consiglio Pastorale parrocchiale a nome dell’intera Comunità Castionese dà il benvenuto a Don Ugo Ga- spardo nuovo parroco di Castions. Al nuovo pastore assicuriamo la nostra piena collaborazione ed affetto. La chiesa castionese manifesta dei punti di forza nella sua organizzazione interna: dal Consiglio Parrocchiale esistente da molti anni, alle Commissioni di lavoro, al gruppo delle catechiste, alla A.C. ai gruppi di volon- tariato che numerosi si affiancano alle varie necessità parrocchiali. Dal punto di vista della pastorale, si evi- denziano dei punti di debolezza, come il dialogo con giovani e le famiglie, l’incalzante secolarizzazione e l’indifferenza di molti per ciò che riguarda il personale rapporto con la fede vissuta nella Chiesa. Desideriamo metterci a disposizione del nuovo parroco ascoltando le sue proposte (in parte già manifestate nel primo incontro con il C.P.P.) augurandogli un buo- no e proficuo lavoro. Il Consiglio Pastorale CHIESA E STATO IN CINA, DALLE IMPRESE DI COSTANTINI ALLE SVOLTE ATTUALI Nuovo importante studio in onore del Cardinale Celso Costantini: La Cina ha aperto le sue porte per le Olimpiadi del 2008 e si è presentata al mondo come un Paese in grande evoluzione. Da Pechino a Nanchino, da Canton a Xi’an lo scenario appare simile, caratterizzato dalla frenesia della novità. La metamorfosi è ancora più evi- dente a Shanghai, costellata da una selva di grattaceli che fanno invidia a New York. E’ proprio in questa me- tropoli scintillante che ha sede l’Expo 2010, meta di visitatori provenienti da ogni parte della terra. Tra poco più di un mese vi giungerà pure il Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano. Por- terà con sé un nuovo libro curato da mons. Bruno Fa- bio Pighin per farne dono ai governati cinesi. Il volume affronta un tema scottante, come si può evincere dal suo titolo: “Chiesa e Stato in Cina: dalle imprese di Costantini alle svolte attuali”. Rende ulteriore omaggio al Porporato di Castions di Zoppola una fascia sopra la copertina con la scritta: Il Cardinale Celso Costantini (1876-1958) un Italiano grande amico della Cina. L’attuale esposizione universale di Shanghai e i Gio- chi Olimpici di Pechino dimostrano che i clichè sulla Cina invecchiano in fretta. Essi rivelano pure che la Re- pubblica Popolare Cinese si distingue non solo per gli eccellenti risultati nell’industria e nel commercio, ma anche per una rivoluzione globale che investe i campi più disparati, dalla cultura alla spiritualità, dal diritto alla religione. Di quest’ultimo ambito tratta il volume in questione. Esso mette a fuoco la situazione e le prospettive del cattolicesimo tra gli eredi del Celeste Impero ed espri- me la convinzione che il più grande Stato dell’Asia sia arrivato ad una svolta epocale, ad un punto di non ri- torno nell’apertura al mondo intero, e perciò non possa sottrarsi - per il bene dello stesso Paese - a un rap- porto costruttivo con la Chiesa guidata dal successore di Pietro. L’opera prende le mosse da solide basi storiche: dalla plantatio Ecclesiae realizzata a partire dal primo Con- cilio Cinese di Shanghai, presieduto dal Delegato Apo- stolico Costantini nel 1924, e dalla consacrazione dei primi Vescovi cinesi accompagnati a Roma da mons. Celso nel 1926. Ma fu pure importante la sua attivi- tà di “precursore” e “propiziatore” delle piene relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Repubblica Cinese sta- bilite nel 1942, come risulta dalle ricerche riportate nel volume su documenti resi solo ora accessibili all’Archi- vio Segreto Vaticano. Quando si trovava nel più grande Paese dell’Asia, il “nostro” Porporato avviò più tentativi per risolvere gli ostacoli tra Chiesa e Stato, al punto che la sua stra- tegia fu battezzata con il nome “metodo Costantini”, a indicare l’obiettivo di accordi parziali in vista di un concordato globale, come poi si verificò, che permise l’arrivo del primo Internunzio Apostolico a Nanchino nel 1946. Dopo la rottura di dette relazioni e la “tremenda bufe- ra” subita dai cattolici cinesi con la rivoluzione maoista, si tratta ora di rintracciare i fili del dialogo tra le Au- torità politiche del più popoloso Stato del mondo e le Autorità della Chiesa cattolica. Ogni trattativa richiede rispetto per l’identità degli interlocutori. La Santa Sede ha già espressamente garantito la sua grande conside- razione per i governanti cinesi con la famosa Lettera di Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese del 27 maggio 2007. Ora spetta ai cinesi compiere il secondo passo. Il volume scopre le carte dell’importante partita. Pub- blica per la prima volta in italiano le disposizioni del governo di Pechino a cui è soggetta la comunità catto- lica nella Cina continentale. Dette norme risultano “in- digeste” alle autorità cattoliche. Ma la loro conoscenza costituisce un’operazione “verità”, senza la quale ogni dialogo tra Chiesa e Stato, significato dal titolo del no- stro volume, sarebbe puramente velleitario. Alla creazione dell’opera hanno collaborato insigni stu- diosi, quali i Vescovi Robert Sarah e Juan Ignacio Ar- rieta, che occupano posti chiave nella Curia Romana, ed illustri giuristi come i professori Giorgio Feliciani e Giuseppe Dalla Torre. Quest’ultimo interverrà alla pre- sentazione del volume, fissata per venerdi 8 ottobre 2010 a Roma, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. All’evento, che sarà presieduto dal Cardinale Antonio Canizares Lovera, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, interverran- no altri cardinali, autorità, esponenti politici e della cul- tura. Non mancherà una folta rappresentanza dal co- mune di Zoppola e dalla provincia di Pordenone: finora le adesioni dal Friuli sono 130. Il curatore del volume si è mosso sulla base di una ferma convinzione: Celso Costantini si trovò in Cina in condizioni meno agevoli rispetto a quelle attuali. Egli credette nel dialogo con le autorità civili. Nonostante le prime tappe del suo percorso abbiano registrato esiti negativi, il traguardo fu coronato da pieno successo. Invocare oggi il “metodo Costantini”pare foriero di buo- ni auspici per le future relazioni tra la Chiesa cattolica e la Repubblica Popolare Cinese. Mons. Bruno Fabio Pighin Direttore della Fondazione “Cardinale Celso Costantini” Curatore del nuovo volume N. B. Chi desidera avere a un prezzo ridotto il libro “Chiesa e Stato in Cina: dalle imprese di Constanti- ni alle svolte attuali”, edito da Marcianum Press, Ve- nezia, settembre 2010, può chiederlo alla portineria del Seminario in Pordenone, tel. 0434.508611 (fax 0434.508699).
  • 5. 8 ComunitàViva ComunitàViva 9 Ci scrive suor Lucina Molto rev.do don Giuseppe, come una bella sorpresa ho ricevuto “COMUNITA’ VIVA” che, a qualcuno ho det- to che nella memoria e nel cuore,Castions mi rimarrà sempre vivo. Ho trovato poi che anche da parte dei miei fratelli castionesi quest’an- no il ricordo loro è stato concreto, il Sostegno a Distan- za. Grazie di vero cuore. E siccome da più di un anno ho cambiato casa, invio a Lei sig. Parroco il mio nuovo indirizzo: CAMILLIAN SOCIAL CENTER - P. O. Box 2 - 57100 BANDU’ (Chiang Rai) - TAILANDIA. Ai 300 bambini che avevamo lo scorso anno, i Padri Camilliani hanno aperto un ostello per i disabili ed è questo il dovere affidatomi assieme ad una giovane suora Thai. Mentre ammiro la foto dei cari bambini della Prima Comunione, penso: Non vorranno mai offendere Gesù, semmai dovessero sentire la Sua Chiamata e rappre- sentarLo in questo mondo, la risposta sia Sì con tutto il cuore! Assicuro che il Bollettino lo leggo e lo rileggo, e tutti ricordo nella preghiera. Ancora con tanta ricono- scenza invio saluti. Obbl. Sr Lucina Cazzitti Una cartolina da Siusi Un angolo di paradiso per gli occhi, per la mente, per l’anima. Così si potrebbe scrivere in una cartolina per tentare un giudizio sintetico sull’esperienza che ogni anno persone nuove e conosciute vivono a Siusi (Bz), in un antico albergo in mezzo al bosco sul sentiero che porta ai laghetti di Fiè. Quando pensiamo ad una vacanza estiva, sicuramente pensiamo ad un tempo nel quale finalmente rilassarci, avere del tempo per noi, farci un po’ coccolare, senza l’assillo del tran tran quotidiano. In questo grazioso al- bergo di Siusi si trova tutto questo e altro ancora, che normalmente non viene offerto nei pacchetti vacanze “tutto-incluso”. Si tratta di cure speciali, utili a tutte le età, che riguardano il nostro spirito, il nostro cuore. Persone provenienti da realtà sociali e culturali molto diverse, del nord e del sud, dal catechista al curioso, dal laico al prete, sono accompagnati ad affrontare in maniera onesta e adulta alcuni temi che riguardano il nostro credere e il nostro vivere la fede nel mondo d’oggi. Si parte dalle difficoltà quotidiane e concrete di vivere , comprendere e comunicare agli altri certi aspetti della fede, per poi cercare e riscoprire insieme il loro senso umano e la loro origine in Gesù Cristo. L’obiettivo conclusivo è poi di trovare modi, gesti e pa- role che possano farci riscoprire la nostra fede vivibile, piacevole e preziosa per la nostra vita, oggi, in questa società, in questo mondo. Ogni anno, nel mese di luglio, a Siusi, vengono proposti due diversi percorsi, con finalità diverse, ma che hanno in comune lo stile che ho descritto qui sopra. Il primo percorso, chiamato “Settimana estiva di for- mazione”, è offerto dalla Diocesi di Verona e ha ogni anno un tema-conduttore. L’ultimo verteva sui Sa- cramenti ed aveva il titolo “Perché facciamo questo? Quando il rito dà forma alla vita”. Il secondo percorso, “Scuola nazionale per formatori all’evangelizzazione e alla catechesi” si intitolava “An- nunciare Gesù Cristo in un mondo plurale”. È propo- sto dall’Ufficio Catechistico Nazionale e si indirizza in particolare a catechisti e formatori che operano nella pastorale o nella catechesi a vari livelli, dalla parroc- chia alla diocesi. Ho sperimentato, in anni diversi, entrambe le proposte. Dalle esperienze vissute posso trarre senza dubbio un bilancio positivo. Ciò che più ho gustato è stato il vivere la fede in modo attivo e adulto, accompagnata da adul- ti competenti ed onesti, critici quando necessario, ma che mostrano chiaramente di amare Cristo e di voler stare nella Chiesa e camminare insieme ad essa. Una autentica cura di speranza, per riprendere a vivere la propria fede e la propria quotidianità con maggiore consapevolezza e rinnovato entusiasmo. Michela Galvanin CAMPEGGIO 2010 Rifugio Valdajer: questo nome risulterà familiare ad un bel po’ di ragazzi; è infatti il luogo dove abbiamo trascorso i nostri 5 giorni di campeggio. Quest’anno eravamo proprio in alta Carnia, vicino a Paluzza…alta davvero perché il rifugio si trovava a 1400 m. Mentre a Castions si faceva fatica a stare per l’afa, noi lassù ave- vamo quasi freddo! Nonostante il tempo non sia stato clemente con noi per tutta la durata del campo, non ci ha impedito di svolgere ugualmente tutte le attività che avevamo programmato. I ragazzi, dalla 5^ elementare alla 3^media, lungo la tortuosa strada che congiungeva al rifugio, hanno avu- to degli incontri un po’ strani: esseri blu che tagliavano la strada armati di arco e frecce, altri che saltavano e urlavano…chi erano??? Erano gli abitanti autoctoni del luogo, membri della tribù dei Na’vì. I ragazzi si sono visti catapultati immediatamente in una nuova avventura con molte sfide da superare per arrivare pronti alla battaglia finale. Eh si! Proprio una battaglia! E contro gli umani che per la loro brama di ricchezza volevano impadronirsi delle risorse dei Na’vì. Ma i nostri si sono rivelati dei combattenti molto intra- prendenti soprattutto grazie a tutti gli allenamenti di preparazione: a partire dalla ginnastica mattutina, per poi passare alla scalata della ripida riva su telo sapo- nato “disturbati” dagli animatori, attraversata sospesi sulla corda e come non ricordare la lunga camminata che ci ha condotto fino a 2043 m in cima al monte Paularo. Che emozione conquistare la vetta e lasciare in cima un ricordo del nostro passaggio! Subito sotto la cima ci siamo fermati al lago Dimon dove abbiamo potuto provare ad andare in canoa e ammirare le mar- motte. Insomma, anche quest’anno è stata un’esperienza uni- ca… che ha unito grandi e “piccini” ancor di più e speriamo sia stata anche istruttiva: abbiamo lavorato molto sul rispetto dell’ambiente e soprattutto degli altri, anche se diversi da noi. continua nell’opera di solidarietà alle ore ostare sul sagrato per scambio di chierichetti, suonatori, canto… ecc). rrocchie del Comune di Zoppola. E ci n…). La bella domenica con i genitori, la s. Messa (ultima da parte di don Pino…), il pranzetto e i giochi finali hanno concluso in bellezza questa settimana. Un grazie particolare va a Marco Pagura che nonostan- te i suoi molti impegni non ci abbandona mai e ci dà un aiuto indispensabile e a Sandra Ius che ogni anno parte con l’idea di essere la “catechista” ma che poi si trova a ricoprire altri importantissimi ruoli: cambusiera, mediatrice e immancabile consigliera. Infine grazie an- che ai “magnifici 5”: Mattia, Arianna, Matteo, Davide e Federica che si sono cimentati come aiuto animatori e sono riusciti molto bene nel compito. Ora non ci resta che aspettare la riunione di post- campeggio per vedere tutti insieme le foto e passare una serata in allegria! Un saluto a tutti i ragazzi,grazie di aver partecipato… A presto. Gli animatori E la comunità di Castions ringrazia molto questi nostri giovani che impiegano le loro energie e parte del loro tempo a favore dei più piccoli, e li invita a non mol- lare, anzi, ad aggiungere altri momenti di animazione e di formazione con lo sguardo al futuro: saranno i ragazzi di oggi gli animatori di domani… INAUGURAZIONE NUOVI LOCALI “ASILO INFANTILE FAVETTI” Domenica 17 Ottobre avrà luogo la cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del nuovo ASILO INFANTILE VIN- CENZO FAVETTI. In tale occasione sarà possibile visitare la nuova sede dell’asilo e la profonda ristrutturazione dei vecchi locali che sono stati rinnovati per poter ospitare uno splendi- do asilo nido e la sezione primavera. Si potrà inoltre constatare la presenza di una nuova sala allestita in pianta stabile per le attività di psicomo- tricità ed i locali adibiti a dormitorio e mensa. Questa rinnovata veste vuole essere la base di parten- za per mantenere ed ampliare il servizio alla comunità che l’asilo Favetti ha sempre dato e darà. Programma della giornata: Ore 10.30 S. Messa nel cortile dell’asilo FAVETTI. Ore 11.30 Discorso del presidente della Fondazione Miccoli Toscano e delle autorità Ore 12,00 Taglio del nastro e inaugurazione ufficiale delle strutture. Aperitivo e rinfresco nel cortile dell’asilo. Siete tutti invitati a fare festa con noi. Viva l’asilo Favetti e tutti quelli che a modo loro ci aiu- tano a portare avanti la nostra idea di educazione dei bimbi che sono la vera speranza di un futuro migliore. Flavio Pagura OTTANTESIMO DELLA FALEGNAMERIA PELLEGRINI Ottant’anni non sono pochi anche per un uomo, figurarsi per un’azienda e di questi tempi poi. Tanti ne sono passati da quando Vittorio, il nonno, iniziò l’attività di falegname, che al momento si svolgeva, per la penuria persistente e quindi senza pretese, nel sottoportico di casa. Vittorio era nato a Castions il 9 agosto 1901 e il 25 aprile 1931 sposò Alberta Gri. Il 21 luglio 1932 nac- que Marcello al quale seguirono Giovanni, il 16 novem- bre 1934, Felice il 19 ottobre 1936 e Bruna il 29 dicem- bre 1940. Tanto per ricordare a noi del terzo millennio, l’energia elettrica per l’illuminazione gli arrivò quattordici anni dopo, nel 1944. Intanto la notte continuava, come sempre, a rischiararsi con il lune a petrolio. Per capire la volontà d’innovazione, già nel 1946 il nonno aveva comprato alla fiera di Milano, un motore a scoppio per azionare delle macchine che si era costruito, comprando solo le parti meccaniche. Pensionando così, la vecchia combinata: sega circolare e trapano, che veniva azionata a forza muscolare dagli apprendisti o se fosse presen- te Guerrino Bonavolta, essendo il laboratorio anche un punto d’incontro, bastava dire, “Ghini mantia”. Tanto per evidenziare il gusto e l’ordine, Vittorio diceva. “Le macchine vanno verniciate, perché devono oltre che fun- zionare bene, apparire vere”, cioè come se fossero fornite da costruttori specializzati. Dimostrando, quanto fosse importante l’immagine, anche allora. Per nostro promemoria, i primi apprendisti tra il 1930- 1932 furono; Achille Ius (Dino), Giobatta Borean (Bat- tista), Renzo Pitton, Antonio Cigolotti, e nel 1938: Ge- nesio Zucchet e Severino Morson. Durante il periodo bellico o subito dopo, gli apprendisti che nel frattempo erano diventati operai provetti, per l’impegno loro, ma soprattutto per gli insegnamenti ricevuti, cercarono for- tuna e facendosi onore: a Milano, a Rapallo o all’estero. Il lavoro nella falegnameria venne portato avanti, ancora una volta, con l’aiuto della moglie e dei figli, Marcello, Giovanni, Felice, Bruna, nonostante la loro giovane età. I figli anno dopo anno apprendevano tecniche e mestiere, senza risparmio d’energie, con volontà e impegno tesi a sviluppare l’attività di famiglia. In quegli anni il lavo- ro consisteva principalmente nella produzione di mobili, dato che la costruzione di case era limitata, dalla penuria e dall’economia agricola, che in un ceto senso, obbligava i nuclei famigliari a rimanere uniti. Però ci si sposava ed allora: un armadio, una cassapanca, un comò era- no necessari. Con la fine della guerra; il mutare delle condizioni economiche, con la costruzione delle nuove macchine e la meccanizzazione, come detto, la fale- gnameria cambiò indirizzo dedicandosi alla produzione di serramenti. Nel 1954 cominciarono l’apprendistato:
  • 6. 10 ComunitàViva ComunitàViva 11 Gianfranco Moro e Bruno Cavalsi. Nel 1956 l’amplia- mento del capannone diede l’opportunità ad altri giovani d’apprendere il mestiere e furono: Giuseppe Moras, Giu- seppe Cigolotti, Guerrino Fabretto, Ermes Ius e Gianni Mussio. Negli anni successivi si susseguirono arrivi e partenze, verso mete che ritennero economicamente più promettenti. L’attività proseguì con l’apporto di Gian- franco Moro e Giuseppe Cigolotti, che lì rimasero fino alla pensione. Un’altra svolta fondamentale avvenne nel 1963 con l’arrivo della forza motrice, che pensionando anche il motore a scoppio, dava la possibilità di lavora- re su macchine più performanti, che il mercato offriva. Nel 1965, per Vittorio, che da anni pativa problemi di salute, giunse la fine del suo tempo. Il timone che nel frattempo avevano appreso a governare, passò totalmen- te nelle mani dei figli: Marcello, Giovanni, Felice, che mantennero il sistema a conduzione famigliare e costitu- irono una nuova società (S.d.f.). In falegnameria oltre a loro c’erano anche i due dipendenti. Alle mogli: Franca, Pia e Alida, erano affidati i lavori più leggeri, ma non per questo meno importanti, come: carteggiare e verniciare. Per anni la sera, dopo una giornata di lavoro manuale, i fratelli si ritiravano in ufficio per sbrigare le incombenze: preventivi, valutazione dei consuntivi e possibilità di svi- luppo con nuovi investimenti. Una vita spesa al sevizio dell’azienda, con l’unico interesse che progredisse. Tra il 1977 e il 1992 iniziarono l’apprendistato i nipoti del fondatore, Omero, Walter, e Viviana, e dal 31 luglio 1992 entrano a far parte della società, trasformatasi in S.n.c. ad essi s’aggiunse, Luca. Lungo questi anni la “fa- miglia” dei dipendenti si è andata ampliando, non si trat- ta di parentela effettiva, piuttosto d’una affinità ideale. Ultimamente, però, si è aggiunto Ivan che essendo figlio di Viviana, rappresenta la quarta generazione. L’azienda nel tempo, con il cambio generazionale di titolari e di- pendenti, è andata ringiovanendo e oggi, l’età madia è inferiore ai quarant’anni, ha quindi davanti il futuro. Lungo gli anni dell’attività, la falegnameria si è adeguata alle esigenze produttive, che richiedevano continui cam- biamenti al prodotto, per garantire la qualità ed al con- tenimento dei costi di produzione, che sono il binomio indispensabile per rimanere sul mercato. Con l’avvento dell’ ultima generazione i Pellegrini, se è possibile, hanno ancor più accentuato questi aspetti tecnico-economici con investimenti e con tecnologie più prossime all’indu- striale. Innovazioni tendenti ad abbattere i costi senza sacrificare la qualità . Spesso tesi a precedere i cambia- menti, con ricerche continue di miglioramento. Per riaffermare, se fosse necessario, la volontà della Pellegrini S.R.L. di proseguire sulla strada d’innovazio- ne intrapresa, ha organizzato per venerdì 11 giugno per le ore 15 un convegno che aveva due temi importanti: “SISTEMI DI POSA IN OPERA AD ALTA EFFICIENZA” e “QUALTA’ DEL SERRANENTO IN LEGNO CON VERNICI ALL’ACQUA.” A parteciparvi erano stati invitati clienti e partner qualificati della Falegnameria Pellegrini. L’evento organizzato aveva questa premessa. La Pel- legrini informa “ha voluto questa iniziativa per avviare un progetto di sensibilizzazione e condivisione della co- noscenza, con la convinzione che questo, oggi sia per un’azienda che voglia crescere e competere, un passag- gio fondamentale che porta con sé la necessità di con- dividere e scambiare conoscenza con tutta la filiera che porta al cliente finale.” Ad assistere l’interessata presenza di un centinaio di convenuti, che hanno poi avuto l’opportunità di visitare la falegnameria con le macchine in funzione ed i prodot- ti, che avvalendosi anche dell’apporto dei loro partner la Pellegrini produce. Il giorno successivo sabato 12 giugno con inizio alle ore 17, volendo passare qualche momento in allegria, han- no invitato a festeggiare, quanti hanno contribuito con passione e impegno alla crescita e all’evoluzione della Falegnameria Pellegrini. Dal concetto di artigianato puro a quello di azienda tecnologicamente avanzata. L’invito è stato esteso ai clienti e ai Castionesi tutti, con i quali hanno condiviso: nascita, giochi, cresca ed espe- rienze. Gli ottant’anni d’attività sono stati considerati un evento anche per le associazioni di categoria, che si sono pre- murate di sottolineare l’evento con targhe ricordo. Per dare anche una rilevanza pubblica all’evento, sono stati invitati ed erano presenti: Il Parroco Don Giusep- pe, il Sindaco Angelo Masotti, il Pres. della Provincia Alessandro Ciriani, Pres. API Gianluca Pinna, Pres. U.A. Silvano Pascolo, Ass. Regg. FVG Elio De Anna. A riceve- re gli ospiti l’insieme delle famiglie Pellegrini con i capo- stipiti: Marcello, Giovanni, Felice, ed i loro figli e nipoti, impegnati nel far si che tutto funzionasse a dovere. Con Luca a fare gli onori di casa, oltreché di cicerone accom- pagnatore presentando: prodotti, mezzi produttivi, ed collaboratori. Dopo i discorsi di rito delle autorità, che si sono com- plimentate per l’opera meritoria, per l’impegno che la famiglia apporta allo sviluppo di un paese, di una co- munità. Sottolineando come l’insieme di volontà, d’in- gegno facciano prosperare una nazione. Si è poi passati all’inaugurazione, con la benedizione di Don Giuseppe, della vecchia falegnameria, che è stata riallestita in for- ma stabile, in un angolo del magazzino legnami. Così, dopo restaurate, le tre macchine sono tornate allo stato del 1946, quando il nonno Vittorio le costruì e che a lui, saranno apparse di una bellezza unica e d’una efficienza straordinaria. Tutto bene o quasi, perché come spesso capita ai vecchi, che si dice siano saggi, pazienti, effi- cienti ma non sempre è vero. A dimostrarlo, il “Condor”, il vecchio motore a petrolio che si rifiuta di partire, te- stardo come un mulo. Ci sono volute le cure assidue di Omero e Walter per convincerlo a mettersi in moto. In principio tossicchiò, poi man mano più convinto prese velocità, muovendo l’albero di trasmissione, le cinghie e con esse una macchina per volta. Solo la vecchia ”Mantia” rimase ferma, impassibile, come nel 46 all’arri- vo delle sue colleghe più moderne. Prima di procedere oltre, Luca illustrò un’iniziativa be- nefica a favore di un centro sanitario, gestito dalle “Suo- re della Provvidenza” ad Abidjan in Costa D’Avorio. I proventi da devolvere all’iniziativa sarebbero derivati da quanto ricavato dalla vendita di dodici cassepanche, che Felice Pellegrini aveva costruito per quello scopo. L’offerta partiva da un minimo di 100, ma fu ricavato di più. Il sole intanto s’avvicinava alle montagne e in atte- sa che l’appetito dei convenuti si risvegliasse, la corale Santa Cecilia ci ha intrattenuti con dei brani friulani e altri classici. Poi il sole si spegne, s’accendono le luci; attacca la musica, si balla, si suda, per fortuna che non è obbligatorio. Più tardi, non ci resta che abbandonare il campo non prima d’aver ringraziato, con l’augurio, per noi e per loro, di festeggiare ancora altri traguardi, senza porre limiti, per carità, purché sia assai più in la. Francesco Pagura IL MIO “CAMMINO” - VERSO SANTIAGO IN BICI Credo che tutto sia iniziato una serata di qualche anno fa (dicembre 2006) quando abbiamo potuto assistere in tanti alla bellissima presentazione pubblica dell’avventurosa impresa di Giovanni Angeli e dei suoi amici che, a bordo delle loro biciclette speciali a tre ruote hanno compiuto, arrivando fino a Santiago di Compostela in un percorso a tappe di oltre mille chilometri. Di quella serata di immagini e video del lungo percorso verso la città dove è posta la tomba di San Giacomo, mi è rimasto un ricordo indelebile e devo dire di essere rimasto dapprima ammirato per un’impresa simile, fat- ta da persone con problemi fisici, ed anche affascinato dal racconto e dalla storia dei luoghi che hanno attra- versato, superando fatiche, difficoltà logistiche, intem- perie e dure salite. Da allora quelle belle immagini sono rimaste registra- te in qualche angolo della mia mente senza che mi venisse il desiderio di andarci di persona; per diverse ragioni; del resto in tutti questi anni non ho avuto il tempo di usare molto la bicicletta se non per muovermi qualche volta in paese; considerare poi un viaggio a piedi avrebbe portato via troppi giorni di ferie. Quindi non avrei mai pensato di avventurarmi in cose simili ma, come si vede… mai dire mai! Così quando il mio amico Mario di Azzano (con cui ho trascorso tanti anni nella stessa fabbrica e altrettanti di escursioni e arrampicate in montagna) mi ha proposto di fare insieme a lui questo viaggio in bici, non ho detto di no e, superate le prime perplessità mie, ma soprat- tutto di mia moglie Ewa, la cosa ha preso piede. Bisogna dire peraltro, che Mario aveva già percorso anni addietro il Camino de Santiago con la bici spor- tiva ricavandone anche un bel libro-diario; per cui con la sua esperienza ero in una “botte di ferro” e non mi restava che cogliere la bella occasione, dettata sopra- tutto dalla nostra antica amicizia. Dopo i dovuti allenamenti e preparativi abbiamo ini- ziato col presentarci venerdì 23 giugno in canonica ad Azzano, dal nostro don Dino il quale ci ha impartito la benedizione e ci ha incoraggiato facendoci gli auguri. Il giorno seguente abbiamo iniziato in camper, il viaggio di avvicinamento al punto di partenza del Cammino: la cittadina di St. Jean Pied de Port, nel versante france- se dei Pirenei. Avevamo con noi anche la Credenziale, il documento che ci permetteva di essere riconosciuti come pellegri- ni; pellegrini è la parola giusta perché abbiamo voluto far il Cammino come tali, alloggiando negli ostelli (al- bergue) che si trovano lungo il percorso; l’unica diffe- renza è stato il mezzo di locomozione che ci distin- gueva dai camminanti: la bici; anzi una muntain-bike predisposta allo scopo, con portapacchi e borsoni da quindici chili, simili a quelli dei turisti giramondo-in- bici, che si vedono sempre più spesso anche da noi. La partenza: lunedì 26 giugno. - L’arrivo: a Santiago di Compostela giovedì 8 luglio. In mezzo: il Cammino di Santiago; 847 km percorsi in undici tappe, che descri- vere qui diventerebbe troppo lungo; mi limiterò perciò solo a qualche immagine: - le salite, con l’ansia di non farcela e che ti costringono a fermarti per riprendere fiato; ma anche certe discese altrettanto lunghe e in forte pendenza che ti fanno veni- re i crampi alle mani a forza di tirare sulle leve dei freni; - la gente, che fa festa per la vittoria della Spagna con il Paraguay, o i pellegrini che russano nei dormitori e che li sopporti solo perché sei troppo stanco; - il saluto, che ti viene rivolto da molti e che ricambi volentieri, come quella ragazza poco dopo Roncisvalle che, sporgendosi dal finestrino con i capelli al vento e un gran sorriso, ci grida un “Buen Camino!“ di incorag- giamento; - il paesaggio, con le grandi distese color giallo oro di frumento maturo, i vigneti della regione La Rioja, con le sue viti basse e senza supporto, nella terra di un in- tenso rosso ocra; i numerosi parchi eolici con le enormi eliche che producono energia, la Meseta il grande alto- piano centrale quasi piatto e senza alberi che per noi, iniziava al mattino e finiva al pomeriggio tardi, tanto era vasto; - i piccoli villaggi perfettamente restaurati e con la fon- tana al centro. - i monumenti storici; le città che abbiamo attraversa- to: Estella, Logroño, Najera, Sahagùn, Ponferrada, Ce- breiro; i ponti medievali di Puente la Reina o di Hospi- tal de Orbigo; le grandi cattedrali che abbiamo visitato: Pamplona, Burgos, Leon, Astorga, Santiago stessa; le piccole chiese dei villaggi con l’immancabile nido di cicogne sul punto più alto;
  • 7. 12 ComunitàViva ComunitàViva 13 - il sole che picchia e dal quale devi proteggerti; la pioggia per la quale non sei mai preparato abbastanza; e anche qualche foratura che può capitare; - le persone da tutto il mondo con cui fai conoscenza; giovani e non, in salute o con qualche problema fisico; determinati, e con le loro diverse motivazioni che li fa muovere a piedi o in bici, per arrivare a concludere il Cammino o anche solo a percorrerne un tratto. - la Compostela, il documento scritto in latino che rice- vi all’arrivo, che attesta il tuo viaggio di pellegrino quasi fosse un diploma di merito per le fatiche superate. Tutte cose che, chi fa questo viaggio incontra sicura- mente, ma ogni Cammino è necessariamente diverso per ognuno. Personalmente ho avuto anche il tempo per fare qualche piccola riflessione e per pregare (del resto il Cammino serve anche a questo e si può fare mentre vai). Da questo posto privilegiato ogni tanto pensavo na- turalmente a mia moglie rimasta per la prima volta a casa da sola (o quasi), ma anche agli amici, ai parenti, a quelli che conosco a Castions. Potrei dire che ho pensato a tutti e, detta così ci si impiega mezzo mi- nuto a farlo; invece mi sono “esercitato” a pensare ad ogn’uno singolarmente come se lo incontrassi per stra- da, anche se naturalmente è impossibile da farsi con tutti, dato che l’elenco è piuttosto lungo. Mi si potrebbe dire che per fare tutto questo non è proprio necessario andare fino a Santiago, ma sono convinto che questo aiuti, quantomeno. Ho comunque avuto modo di RINGRAZIARE per i doni che ho ricevuto insieme alla vita; e con questa parola mi riferisco a tutto quello che mi è stato dato gratuita- mente non per merito del mio lavoro, della mia volontà o capacità ma, che deriva da una serie infinita di con- dizioni e circostanze che, come si direbbe oggi, non è “gestibile” da noi, ma solo da chi sta in Alto. Credo che forse, sia stata questa la mia motivazione del viaggio. Ritornati quindi al punto di partenza dove avevamo la- sciato il nostro camper, abbiamo ripreso il viaggio di ritorno e con una breve deviazione ci siamo fermati a Lourdes, dove non ero mai stato prima. Naturalmente ho percepito un “clima” diverso; mi è sembrato più intenso dal punto di vista spirituale; se Santiago mi ha portato a riflettere interiormente, a Lourdes ho po- tuto vedere molta gente sofferente chiedere qualcosa alla Madonna. Così come gli ammalati pregavano per- ché venisse alleviato il peso delle loro croci, anch’io ho chiesto qualcosa, pensando alle eventuali croci che non sono ancora state assegnate. Entrando poi nella imponente chiesa sotterranea, mi hanno colpito i ritrat- ti dei Santi, figure esemplari e straordinarie che sono state in grado di “tradurre” la Fede in opere concrete per l’umanità. In conclusione: quel che si dice una bella esperienza. Voglio quindi ringraziare Mario per l’amicizia, per tutte le spiegazioni e per aver fatto da guida, senza il quale non avrei percorso il Camino de Santiago, poi Michele per avermi prestato la sua bici e infine, mia moglie che pur non essendo all’inizio, del tutto convinta, mi ha permesso di partire abbastanza tranquillo. Al termine del viaggio posso dire che ne è valsa vera- mente la pena (anche perché tutto è andato nel mi- gliore dei modi) e sento che il Cammino non è finito, perché stranamente, continua a incuriosirmi e a inte- ressarmi. Renato N. AGOSTO: 9 GIORNI DI SAGRA, UN ANNO DI LAVORO Anche quest’anno i ragazzi dell’associazione La Piazza hanno messo in atto la 17ª edizione dei Festeggiamen- ti al Parco Burgos,che si sono svolti in maniera positiva (anche se con un lieve calo di affluenza) le ultime due settimane di agosto. Nove serate… musica, giochi, cibo, buon vino, birra, bibite, lotteria, pedalate in bicicletta, presentazione di libri, la Messa, il pranzo paesano.. ma tutto questo si può racchiudere in un’unica parola: SAGRA (festa popolare)! Un frenetico rallentamento della quoti- dianità che ci permette,almeno una volta all’anno,di relazionare,incontrare e mantenere un contatto più umano con “Ciasteòns e la sò int”. In questi nove giorni di sagra c’è un intenso lavoro che parte alla mattina con il riordino e la pulizia del parco,prosegue col rifornimento dei chioschi e l’orga- nizzazione della cucina,per concludersi a notte fonda con la chiusura di tutte le strutture. Questo da la pos- sibilità a tanti ragazzi di avvicinarsi,quasi per gioco e con divertimento,a quello che è il mondo del lavoro e del condividere con persone di ogni età lo stare insie- me per il raggiungimento di un obiettivo comune. Tra questi ragazzi c’è il gruppo di consiglieri dell’associazio- ne La Piazza che molti mesi prima organizza,sviluppa e in seguito coordinerà oltre un centinaio di persone che lavoreranno durante i festeggiamenti:arduo com- pito!!! Non meno impegnativo è il ricercare e perfe- zionare attrattive e novità per accrescere l’interesse nei confronti della sagra. Ma non c’è solo il far festa:il direttivo deve anche fare attenzione alla parte econo- mica perché ci sono i fornitori da pagare,le spese bu- rocratiche e l’intenzione di “tignì cont quatri francs” da investire nelle strutture dei festeggiamenti e nel parco. Festeggiamenti che non finiscono con l’ultimo giorno di sagra ma continuano anche le settimane successive con i pochi reduci che,stanchi e quasi demoralizzati,si ritrovano per pulire tutte le attrezzature,smontare le strutture,riconsegnare materiale e merce e riordinare il tutto nell’ex stallone dato in gentile concessione dalle Cooperative Agricole. A proposito dello smontaggio.. cerchiamo di sensibilizzare sempre più persone perché vengano ad aiutarci! Un anno di lavoro… si, perché ci sono 12 mesi di lavoro tra un’ edizione di sagra e l’altra:in primis la ge- stione del parco, della quale La Piazza si è fatta carico nei confronti del comune. E la cosa comporta sfalcio dell’erba, potatura del verde, mantenimento dei vialetti, manutenzioni ordinarie e molto spesso la sistemazione di atti vandalici ai quali il parco e le sue strutture sono spesso soggette. D’altronde non tutti hanno l’educa- zione di rispettare i beni della comunità! Inoltre l’asso- ciazione si occupa di dare anche un supporto logistico prestando le proprie attrezzature a svariati enti e gruppi presenti nel territorio. Poi durante l’anno si impegna ad organizzare iniziative a scopo sociale come il CineBur- gos, in collaborazione con la Pro Loco di Zoppola, una raccolta fondi destinata alla beneficenza in occasione del pranzo paesano e la pubblicazione di testi riguar- danti la cultura del territorio. Pertanto non si può dire che l’associazione La Piazza si occupi solo di una sem- plice manifestazione culinaria/ludico-ricreativa, ma va ben oltre. Attingendo dalla fonte della cultura popolare cerca di creare la giusta amalgama per tenere ancora unito il nostro paese e tutta la sua gente, in un’epo- ca come questa dove potremmo essere fagocitati dal consumismo e dall’indifferenza, privandoci così delle nostre identità, origini e spirito aggregativo. Mandi! Visitate il nostro sito: www.lapiazzacastions.it Massimiliamo Zamuner CASTIONS PEDALA 2010 Una istantanea della 17ª edizione della cicloturistica non competitiva svoltasi domenica 29 agosto scorso, nell’ambito dei Festeggiamenti al Parco. Anche se la partecipazione è stata leggermente inferiore rispetto agli altri anni (248 adulti e 44 bambini), la manifesta- zione ha permesso di raccogliere ben 1518 euro che, tolte le spese sono stati donati all’associazione di vo- lontariato il “IL CORDON” che opera da circa tre anni nel nostro territorio e in Casa di riposo, per il sostegno agli anziani ed il trasporto di persone sole o impedite negli ospedali e luoghi di cura. Il Comitato organizza- tore ringrazia vivamente i partecipanti e quanti anno contribuito in qualsiasi forma alla riuscita della corsa, diventata ormai una bella tradizione. GRUPPO ALPINI DI CASTIONS Ci eravamo lasciati, nell’edizione di Maggio, con una fotoni alcuni di noi che reggevano in mano una bandiera italiana accanto ad un pennone appena installato. Ma i lavori di sistemazione del sito non erano terminati; il bravo Batti- sta e i suoi solerti aiutanti dovevano ancora creare degli effetti speciali per abbellire la base del pennone e dotare il pennone stesso degli strumenti necessari per l’alzabandiera. A lavori conclusi abbiamo aspettato il 2 giugno, festa della Repubblica, per celebrare il 1° alzabandiera in questa nostra nuova sede accanto alla chiesa. Ci hanno onorato della loro presenza il Sindaco, don Pino, alcuni amici di Gruppi vicini, un simpatico trom- bettista, ed altri amici paesani. Inoltre. Data la presenza di Alfredo, abbiamo approfit- tato per presentare ufficialmente il libro: “Alfredo Bo- rean: memorie di guerra”, a lui dedicato, per il compi- mento dei suoi 90 anni, dal Circolo Culturale Ricreativo Castions e dal Gruppo Alpini. E’ seguito un pranzo all’aperto molto apprezzato da tutti perché ci ha permesso di stare un po’ insieme e raccontarci tante cose. E’ stata veramente una bella giornata ed il Gruppo ringrazia tutti coloro che vi hanno partecipato ed in particolare coloro che si sono impegnati nel preparare l’evento ed il pranzo. Grazie ancora. ADUNATA NAZIONALE A BERGAMO. Una decina di noi accompagnati da un’unica, questa volta, e coraggiosa compagna, hanno partecipato nel mese di maggio all’Adunata nazionale di Bergamo. Anche se ci sono stati dei disguidi nella partenza che hanno ritardato fortemente il momento dell’arrivo e di conseguenza l’orario della cena, prenotata nella splen- dida Bergamo Alta, e poi l’allestimento del posto per dormire, è stato senz’altro una delle più belle adunate alle quali abbiamo partecipato. Questo grazie soprattutto alla grande partecipazione popolare, di coloro che non erano alpini ma accompa- gnavano i loro amici o parenti: bambini, giovani, adulti, anziani, … . I posti di ristoro che incontravamo durante la passeg- giata per la città erano invasi da tutta questa gente che accompagnava con gioia e passione noi Alpini. Tutte persone che abbiamo ritrovato poi ai bordi del- la sfilata in doppia e tripla fila che, ci salutavano con calorosi applausi e sorrisi gioiosi: una vera festa. Una sfilata che ricorderemo soprattutto per questo, perché, per quanto riguarda il passo di sfilata, l’abbiamo perso innumerevoli volte quasi sempre a causa della fanfara, ma questo è solo un dettaglio. ADUNATA SEZIONALE A SACILE. 20 GIUGNO. Anche a questa adunata, per fortuna non lontana, han- no partecipato alcuni di noi. Purtroppo la sfilata è av- venuta sotto una pioggia battente dall’inizio alla fine. L’Alpino non ha paura, si dice, ma sarebbe stato più bello fare veramente festa in piena libertà, anche per- ché durante questa adunata, di solito, si incontrano i vecchi amici di naja e quindi ritornano alla memoria storie e fatti di quel periodo che è sempre bello rac- contarci. Pazienza. FESTA DELLA MONTAGNA. 11 LUGLIO. Pranzo a casa di Paolo Pippo, località Battaias in co- mune di Pielungo.
  • 8. 14 ComunitàViva ComunitàViva 15 Si tratta di una annuale convegno aperto a tutti gli ami- ci in particolare al Gruppo Alpini. Di solito un gruppo arriva al pranzo dopo aver fatto una bella “scarponata” in montagna, ma quest’anno non è stata organizzata per cui è stato semplicemente un piacere ritrovarsi. Il posto è ideale per questo e per stringere nuove ami- cizie: siamo al limite di un bosco, attorniati dal verde e dal silenzio. Anche in questo caso dobbiamo ringraziare chi ci ha ospitato, ma in particolare coloro che si sono adoperati nel preparare il pranzo davvero squisito. Seduti sotto le fronde degli alberi abbiamo dato la stura ai ricordi più simpatici della nostra vita, tanto che le ore sono passate velocemente, con nostra grande me- raviglia ma anche la soddisfazione di esserci incontrati. Grazie dell’ospitalità. ADUNATA DEL TRIVENETO. BASSANO DEL GRAPPA. Anche a questo evento il nostro Gagliardetto era pre- sente grazie a Gigi, Willi e Renzo. UN SALUTO A DON PINO. Già dai primi mesi di sacerdozio qui a Castions don Pino non ha nascosto il suo amore per la montagna e quindi una particolare simpatia per il nostro Gruppo Alpini. Noi, di concerto, siamo stati ben contenti di questa subitanea amicizia che poi si è consolidata nel tempo, visto che abbiamo trovato ospitalità al centro San Gia- como, grazie anche al suo consenso. Don Pino si è dimostrato premuroso nell’assecondare le nostre richieste per rendere adeguato e confortevole lo spazio affidatoci. Ha partecipato ben volentieri alle nostre cerimonie uffi- ciali ed ai nostri momenti conviviali dove non mancava mai un suo fattivo apporto ai momenti di allegria. Di tutto ciò lo ringraziamo sentitamente e lo salutia- mo con un caloroso abbraccio e con l’augurio di una serena e proficua opera sacerdotale nella sua nuova parrocchia. UN BENVENUTO AL NUOVO PARROCO. Dal Gruppo Alpini di Castions un caloroso benvenuto nella nostra parrocchia a don Ugo Gaspardo con l’au- gurio che possa svolgere la sua opera sacerdotale con la tranquillità e serenità necessarie per stringere buoni rapporti di amicizia e fratellanza nella nuova comunità. Per il Gruppo Alpini di Castions Giorgio Rosin Circolo Culturale Ricreativo Castions Questa Associazione è parte della storia di Castions. Non poteva mancare la presenza su questa edizione straordinaria del Bollettino parrocchiale. Le notizie del circolo di solito sono riferite a pubblicazioni, in parti- colare, ad aspetti artistici, culturali e storici. Perché di questo ora il Circolo si occupa. La collana di quaderni “ Il fil di fier” ha raggiunto settantun uscite. In questi giorni c’è un fatto importante che conclude un ciclo di storia paesana con l’uscita dalla parrocchia di don Pino. Non è sicuramente una tragedia ma un piccolo dispiacere il separaci dalla persona, dal prete che ha guidato un’istituzione così importante come la parrocchia. Speriamo nei tempi brevi di ricordare que- sto tempo scrivendone una piccola memoria. Intanto facciamo i più cordiali auguri a don Pino per l’ avventura nella “sua” nuova parrocchia accompagna- ta da un doveroso ringraziamento per quello che ha lasciato a Castions e che fa ora parte della storia del nostro paese. Grazie e “mandi”. Circolo Culturale Ricreativo Castions Roberto Muzzo da Cevraja REAL CASTELLANA E’ con vivo piacere che accogliamo l’idea di trasmettere le nostre più recenti notizie sportive in questa speciale edizione del bollettino. Il campionato di calcio 2010 / 2011 è appena avviato. Le prospettive e l’entusiasmo è grande. La terza categoria è un po’ stretta per la Real Castellana di Castions, quindi … palla lunga e pedalare al motto: “ bisogna vincere”. La rosa della prima squadra è tutta del comune di Zop- pola. Solo quattro giocatori provengono da paesi limi- trofi. Questo è il primo risultato! Il settore giovanile è in fase di allestimento. Dopo la scuola c’è l’opportunità del campo sportivo e lì i no- stri bambini costantemente e sportivamente crescono. Dirigenti preparati hanno lavorato tutta l’estate per fre- quentare corsi di specializzazione. Il settore giovanile è una vera realtà sportiva e morale. Ora ci verrà a mancare uno dei più solerti tifosi: Don Pino. Sappiamo che non parte per l’America ma che approda a Ligugnana, un centro del calcio Sanvitese e provinciale, quindi là sicuramente ci incontreremo e avremo un tifoso in più. La Real Castellana dunque cresce anche grazie alla collaborazione di tutti ed in questa occasione rimar- chiamo anche l’aiuto silenzioso di don Pino che, per agevolare gli allenamenti e le partite dei bambini, ade- guava il programma di catechismo e dottrina. Grazie don Pino del calore che hai saputo trasmettere ai giovani con la tua presenza durante le intemperie al campo sportivo; anche tu appeso alla rete metallica con il batticuore per l’occasione da gol sfumata sotto porta. ASD Real Castellana Roberto Muzzo CRONACA IN BRICIOLE MAGGIO Mese di Maria. Rosario tra le case. Una tradizione che continua, e che vede una buona presenza di fedeli agli incontri di preghiera nelle varie zone (una quindicina). GIUGNO Domenica 7 Festa del Corpus Domini. S. Messa e Processione con il Ss.mo Sacramento e conclusione dell’anno catechistico. Poi le famiglie con i bambini di Prima Comunione in montagna per continuare la gior- nata in amicizia e gioia. Domenica 14 gita-pellegrinaggio per le donne del tem- pio, postini e aggregati al bellissimo santuario di s. Ro- medio in Val di Non nel Trentino. S. Messa, visita al santuario, un pranzetto succulento e poi visita (breve, causa diluvio!) alla stupenda Abazia di Novacella nei pressi di Bressanone. Un viaggio un po’ lungo e fatico- so ma ricco di cose belle e nuove viste e ammirate; e poi il solito bel clima tra i partecipanti. Un grazie do- veroso a queste collaboratrici e collaboratori per il loro prezioso servizio a favore delle chiese e della comunità. Domenica 28 il gruppo della Lectio Divina ha fatto vi- sita ad una casa di accoglienza per bambini in disagio familiari a Faedis. Una bella realtà, dove operatori e volontari si adoperano per predisporre accoglienza di queste creature in affido a famiglie preparate. LUGLIO Martedi 20 il Vescovo incontra i CPP e i CPAE di Castions e di Orcenico per dare a sorpresa la notizia dell’avvicendamento del parroco. Grandi preparativi per il CAMPEGGIO a Ligosullo, so- pra Paluzza: 28 luglio-1 agosto (vedi articolo a parte). AGOSTO Martedi 3 nella Cattedrale di Concordia P. Bartolo- meo della Congregazione dei Discepoli del Signore, ha fatto la sua professione religiosa perpetua durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e con- celebrata da molti sacerdoti. Ha partecipato anche una rappresentanza della nostra parrocchia. (Nella foto a pag. 4: p. Bartolomeo è il 2° da sinistra) Venerdi 20 P. Pietro Zhang ci lascia dopo aver tra- scorso tre settimane con noi. E’ sempre una presenza gioiosa e vivace, e anche una testimonianza vivente del nostro Cardinale Costantini, il fondatore della CCD. P. Pietro dovrebbe concludere quest’anno i suoi studi a Roma. Gli facciamo tanti auguri. In parrocchia durante l’estate si sono avvicendati anche due sacerdoti polac- chi, Cristoforo junior e senior. Quest’ultimo ha perduto il papà durante il mese di luglio: lo abbiamo ricordato nella preghiera. Settembre Domenica 5 il Vescovo conferisce la Cresima a 15 no- stri adolescenti (vedi foto pag. 1). Domenica 19 Festa della Famiglia. Festeggiati diversi anniversari di matrimonio (ai 25 e 50esimi è stata do- nata la Bibbia), consumato un pasto assieme e dialo- gato con alcuni membri dell’Associazione “Sulla soglia” su argomento AFFIDO. Grazie ai partecipanti, agli organizzatori e anche ai giovani che hanno animato i più piccoli con i giochi popolari. OTTOBRE Domenica 3 Festa della Madonna del Rosario. Pre- ceduta dal triduo di preghiera. E’ anche il giorno del saluto di don Giuseppe che lascia la parrocchia dopo 11 anni. Domenica 10 ingresso del nuovo parroco don Ugo: al mattino a Orcenico I. e al pomeriggio a Castions. Auguri!
  • 9. 16 ComunitàViva ANAGRAFE PARROCCHIALE maggio 2010 - ottobre 2010 SPOSI MORET ALEX e IUS LAURA il 29 maggio 2010 MALFANTE FLAVIO e LEON FRANCESCA il 19 giugno 2010 MANFROI ALESSANDRO e STOLF ELISA il 4 luglio 2010 SCLABAS ANDREA e MUZZO ANTONELLA il 29 agosto 2010 BOTINDARI MANUEL e PICON VALERIA il 4 settembre 2010 MARSON ALESSANDRO e FABBRO SONIA il 18 settembre 2010 BATTESIMI SALVATORE FILIPPO di Kristijan e Molin Marta, 30 maggio 2010 BOREAN MANUEL di Elvio e Salvatore Katia, 4 luglio 2010 BOREAN ALESSANDRA di Dario e Bucur Ileana, 24 luglio 2010 PANTAROTTO STEFANO di Franco e Costantinescu Alina, 22 agosto 2010 LORENZON ALICE di Renzo e Muccin Ilaria, 22 agosto 2010 BOREAN RINA di anni 93 il 13 giugno 2010 IUS LUIGI di anni 86 il 24 giugno 2010 SQUIZZATO IDA ved. Tedesco di anni 86 il 12 settembre 2010 PASUTTI IVANA in Michieli di anni 55, il 6 dicembre 2005 DEFUNTI MARTIN GIOVANNA AVE di anni 84, il 3 agosto 2010 a Cusano Milanino (MI) DEFUNTI FUORI PARROCCHIA ANNIVERSARI Offerte Parrocchia NN 40, Battesimo Salvatore Filippo 50, NN 50, NN pro lampada Santissimo 20, NN 25, figlia Maria in me- moria Papais Romano 50, Amici della Montagna 50, NN 30, NN 40, Bagnariol Ivana 50, NN 20, Pighin Francesco 50, NN 30, NN 50, NN 15, in memoria Ius Luigi, moglie Angelina, figli Daniela e David 300, in memoria Ius Luigi, i colleghi del figlio David 140, in onore della Beata Vergine Maria 20, in onore S. Anto- nio 70, Terza A 30, NN 20, NN 15, Fabbro Luisa 30, in memoria Ius Luigi, Bruna, Massimo, Miriam, Seve- rino 150, Battesimo Borean Alessandra 50, Battesi- mo Borean Manuel 100, Sposi Malfante Flavio e Leon Francesca 200, famiglia Manfroi per sposi Stolf Elisa e Manfroi Flavio 150, NN 100 Quinta elementare 50, NN 50, 50° di matrimonio di Brusutti Amedeo e Infanti Anna 100, Battesimo Pantarotto Stefano 50, NN per Battesimo Pantarotto Stefano 100, sposi Sclabas An- drea e Muzzo Antonella 100, in memoria Martin Ave ved. Manzon da cognata e nipoti 80, NN 20, NN 100, NN 100, NN pro S. Marco 20, Pagura Annimale (Au- stralia) pro S. Marco 14, in memoria Ius Luigi, cognata Luisa dal Canada 108, NN 30, Sposi Botindari e Picòn 50, in memoria Squizzato Ida ved. Tedesco, i figli 250, Falegnameria Pellegrini nell’80° dell’attività 200, sposi Fabbro Sonia e Marson Alessandro 150, benedizione case Sud e Centro 2.290, Est e Nord 2.320. Offerte Bollettino NN 20, NN 20, NN 50, NN 40, NN 50, NN 20, NN 20, Benedet Bruno (Canada) 100, NN 49, Pagura Ruggero 40, Canella Buosi Antonia (Parigi) 50, NN 50, Pitton Assunta (Australia) 34. Invito Coloro che desiderano pubblicare alcuni eventi che possono interessare la vita di comunità (es.: matrimo- ni fuori parrocchia, lauree. ecc.) lo facciano presente.