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RIPENSARE LE CITTÁ
   Dr. Alberto Fatticcioni
LA CITTÁ SOSTENIBILE
Migliorare la qualità della vita facendo leva su
 azioni     ecologiche,      culturali, politiche,
 istituzionali, sociali ed economiche in grado di
 diminuire il “debito naturale” a carico delle
 future generazioni.
CITTÁ TRADIZIONALI


        COMUNITÁ SOSTENIBILI
Fase sperimentale con azioni progettuali e pratiche di
minimizzazione del danno ecologico e massimizzazione del
capitale naturale con pratiche di conservazione e ripristino




             CITTÁ SOSTENIBILI
COMUNITÁ SOSTENIBILI
La costruzione di comunità sostenibili dipende dalla volontà e dall’abilità collettiva
di prendere scelte in grado di integrare le 3 E


E³ = ECONOMIA – ECOLOGIA – EQUITÁ
ECONOMIA: Le attività economiche dovrebbero servire I beni
comuni, il rigenero e rinnovamento degli stessi, nuovi interventi in
grado di valorizzarli.

ECOLOGIA: I limiti sono già stati sorpassati dalla maggioranza delle
nostre azioni economiche e le comunità nel loro agire devono essere
responsabili del capitale naturale.

EQUITÁ: garantire benefici condivisi e l’opportunità per una piena
partecipazione in tutte le decisioni in grado di organizzare attività
orientate alla costruzione di una nuova società.
PICCO DEL PETROLIO
La teoria del picco di Hubbert è una teoria scientifica riguardante
l’evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa
minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata.

Possono essere distinte quattro macrofasi all’interno della storia
estrattiva di un giacimento:
1.Espansione rapida
2.Inizio dell’esaurimento
3.Picco e declino
4.Declino finale

La grande crescita economica e prosperità degli ultimi 100 anni
sono state dovute in gran parte all’utilizzo di una unica risorsa
energetica, il petrolio.
PICCO DEL PETROLIO
IL PICCO DEL SUOLO
Si stima che il 36% dei terreni agricoli del mondo subisca un declino
della produttività naturale a causa dell’erosione del suolo.

A livello globale la perdita supera la nuova produzione di suolo di 23
miliardi di tonnellate, con conseguente perdita dello 0,5% o più di
fertilità del suolo a livello mondiale all’anno. Il Worldwatch institute
la definisce la crisi tacita dell’economia mondiale.

Il suolo e la sua fertilità sono le risorse più vitali per la nostra civiltà.


Tratto dal libro “Slow Money” – Woody Tasch
IL CONSUMO DI SUOLO
Il consumo di suolo è la trasformazione di suolo agricolo e naturale
in suolo urbano.

Ogni giorno in Italia il consumo di suolo è pari alla superficie di 150
campi da calcio, è come se ogni anno si costruissero tre città della
dimensione di Milano.

Dal 1990 al 2005 sono scomparsi 3 milioni di ettari di superficie
agricola, pari all’estensione di Lazio ed Abruzzo insieme ed oggi la
superficie agricola totale in Italia è scesa del 42% rispetto agli inizi
del novecento.

Tratto da “Terra, un bene comune da preservare” – Domenico Finiguerra
SIAMO TUTTI (O QUASI)
                   PARASSITI
“Le civiltà socialmente stratificate, come la nostra, sono costituite
da agricoltori che producono il cibo e da non agricoltori che sono a
tutti gli effetti “parassiti” dei contadini; gli agricoltori devono
produrre un’eccedenza alimentare sufficiente a sfamare non
soltanto se stessi ma anche gli altri consumatori, i quali, senza
contadini, non potrebbero vivere.

Il numero di “parassiti” che può essere sostenuto dipende dalla
produttività agricola di una data società. La popolazione mondiale
è in crescita, quindi se vogliamo sfamare tutti, l’agricoltura dovrà
essere costantemente in “crescita” o almeno dovrà cambiare.”
Tratto da “La fine del cibo” – Paul Roberts
QUANTO MANGIA FIRENZE?
La città di Firenze (370.000 abitanti), quotidianamente ha bisogno
di oltre 740 milioni di Kcal solo per far sopravvivere i propri
cittadini. Il suo metabolismo annuale si aggira intorno ai 270
miliardi di Kcal.

Se vivesse di solo pane (2750 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 98
milioni di Kg di pane annui, pari a circa 30.000 ha coltivati a grano
tenero

Se vivesse di solo vino (750 Kcal/l) avrebbe bisogno di oltre 360
milioni di l di vino all’anno.

Se vivesse di solo miele (3040 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di quasi 89
milioni di Kg di miele annui, la città dovrebbe popolarsi di quasi 3
milioni di arnie, ed ogni cittadino dovrebbe accudirne almeno 8/10
QUANTO MANGIA FIRENZE?
Se vivesse di solo olio (8990 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 30
milioni di Kg di olio all’anno, in città dovrebbero esserci oltre 20
milioni di olivi, ed ogni fiorentino dovrebbe prendersi cura di 54
olivi

Se vivesse di patate (850 Kcal/Kg) ne avrebbe bisogno di oltre 317
milioni di Kg annui.

Se vivesse di fagioli secchi (2910 Kcal/Kg) ne avrebbe bisogno di
oltre 92 milioni di Kg annui.

Se vivesse di sola verdura (200 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 1
miliardo e 350 milioni di kg vegetali all’anno mentre di frutta (450
Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 600 milioni di kg di frutta all’anno
che potrebbero derivare da 12 milioni di fichi.
NUTRIRE LE CITTA’ è FACILE?
La più grande sfida sarà garantire la sopravvivenza ad un
numero crescente di persone producendo cibo ovunque
CITTA’ GIARDINO

  CITTA’                   CITTA’
ECOLOGICA                SOSTENIBILE


            CITTA’ EDIBILE
RIPENSARE LA CITTA’
La rivoluzione industriale e successivamente quella commerciale
hanno creato della città ricche dal punto di vista economico ma
povere per quel che riguarda la qualità della vita dei suoi abitanti. Il
capitale naturale sul quale le città sorgevano è stato totalmente
dilapidato.

Riportare l’attenzione collettiva e la forza delle idee per
incrementare il capitale naturale urbano allo scopo di migliorare la
qualità della vita dei singoli individui della comunità.

Bellezza, economia, sussistenza, equità, efficienza energetica,
ecologia e qualità della vita possono coesistere.
RIPENSARE LA CITTA’
Non possiamo ripensare le città senza riflettere sulla loro energia
primaria di vita, il cibo. Da questo punto di vista abbiamo bisogno di
un’urbanistica in grado di farsi carico del nutrimento la città
attraverso:

1.STRATEGIE ALIMENTARI URBANE: evitare i food desert indotti
dalla supemarkettizzazione assoluta delle città.
2.SVILUPPO INFRASTRUTTURALE: pensare ad un grande piano di
piccole opere in grado di riportare i piccoli produttori in città
ricapillarizzando i centri urbani di cibo sano (farmers market) e
progettando food hubs per lo scambio fra medi produttori e
professionisti del commercio e della ristorazione
3.AVVIO DI STRATEGIE AGRICOLE URBANE: verso l’agrourbanistica
e la Permacultura urbana
PERMACULTURA
                    “Permanent agricolture”

La Permacultura è la progettazione e la gestione
ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e
produttivi nel territorio.

La Permacultura ci insegna a pensare e progettare gli spazi
urbani integrando le necessità alimentari delle comunità
con le necessità ecologiche, abitative, agronomiche e di
relazione.

Lo scopo primario della Permacultura è la progettazione
integrata di ecosistemi durevoli e autorigeneranti in
grado di avere come risultato un ambiente sostenibile,
equilibrato ed estetico.
“Permanent agricolture”
PERMACULTURA
L’ECONOMIA DELLE RELAZIONI ATTRAVERSO LA NATURA

Vantaggi per la comunità:

1.Ricreazione della connessione tra le persone
2.Rigenerare cultura condivisa nel tempo-spazio vissuto
3.Incremento dello spazio di condivisione e sussistenza per
particolari categorie di persone e le classi sociali più svantaggiate

La “situazione naturale”, garantisce una maggiore socializzazione
anche fra classi sociali e persone di età diverse; l’obbiettivo per
accrescere il senso di comunità deve essere condiviso. La natura
rende possibile uno scambio empatico nella condivisione
dell’obbiettivo personale, gruppale e sociale.
PERMACULTURA
L’ECONOMIA DELLE RELAZIONI ATTRAVERSO LA NATURA

Le relazioni sono un bene immateriale in grado di promuovere
trasformazioni a livello sia individuale che a livello gruppale e
sociale. Le relazioni sono uno dei nostri cibi e nutrono il nostro
equilibrio interiore. Così come abbiamo bisogno di un corpo sano
abbiamo bisogno di relazioni sane.

Le relazioni urbane contemporanee funzionano per linee rette e
sono caratterizzate da rigidità e chiusura; per rigenerare le persone
è fondamentale facilitare il più possibile lo sviluppo di sistemi
relazionali basati sulla conoscenza reciproca, sulla collaborazione,
sullo scambio costruttivo non strumentale.
Una riunione di condominio non ha queste caratteristiche ma una
compartecipazione in lavori manuali nella situazione naturale come
l’orto si.
Alberto Fatticcioni
       PROFESSIONAL BLOG:
 toscanaecologista.wordpress.com
          PERSONAL BLOG:
 community.albertofatticcioni.com
Mail: alberto.fatticcioni@gmail.com
         Cel 320 88 17 653

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La cittá sostenibile

  • 1. RIPENSARE LE CITTÁ Dr. Alberto Fatticcioni
  • 2. LA CITTÁ SOSTENIBILE Migliorare la qualità della vita facendo leva su azioni ecologiche, culturali, politiche, istituzionali, sociali ed economiche in grado di diminuire il “debito naturale” a carico delle future generazioni.
  • 3. CITTÁ TRADIZIONALI COMUNITÁ SOSTENIBILI Fase sperimentale con azioni progettuali e pratiche di minimizzazione del danno ecologico e massimizzazione del capitale naturale con pratiche di conservazione e ripristino CITTÁ SOSTENIBILI
  • 4. COMUNITÁ SOSTENIBILI La costruzione di comunità sostenibili dipende dalla volontà e dall’abilità collettiva di prendere scelte in grado di integrare le 3 E E³ = ECONOMIA – ECOLOGIA – EQUITÁ ECONOMIA: Le attività economiche dovrebbero servire I beni comuni, il rigenero e rinnovamento degli stessi, nuovi interventi in grado di valorizzarli. ECOLOGIA: I limiti sono già stati sorpassati dalla maggioranza delle nostre azioni economiche e le comunità nel loro agire devono essere responsabili del capitale naturale. EQUITÁ: garantire benefici condivisi e l’opportunità per una piena partecipazione in tutte le decisioni in grado di organizzare attività orientate alla costruzione di una nuova società.
  • 5. PICCO DEL PETROLIO La teoria del picco di Hubbert è una teoria scientifica riguardante l’evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata. Possono essere distinte quattro macrofasi all’interno della storia estrattiva di un giacimento: 1.Espansione rapida 2.Inizio dell’esaurimento 3.Picco e declino 4.Declino finale La grande crescita economica e prosperità degli ultimi 100 anni sono state dovute in gran parte all’utilizzo di una unica risorsa energetica, il petrolio.
  • 7. IL PICCO DEL SUOLO Si stima che il 36% dei terreni agricoli del mondo subisca un declino della produttività naturale a causa dell’erosione del suolo. A livello globale la perdita supera la nuova produzione di suolo di 23 miliardi di tonnellate, con conseguente perdita dello 0,5% o più di fertilità del suolo a livello mondiale all’anno. Il Worldwatch institute la definisce la crisi tacita dell’economia mondiale. Il suolo e la sua fertilità sono le risorse più vitali per la nostra civiltà. Tratto dal libro “Slow Money” – Woody Tasch
  • 8. IL CONSUMO DI SUOLO Il consumo di suolo è la trasformazione di suolo agricolo e naturale in suolo urbano. Ogni giorno in Italia il consumo di suolo è pari alla superficie di 150 campi da calcio, è come se ogni anno si costruissero tre città della dimensione di Milano. Dal 1990 al 2005 sono scomparsi 3 milioni di ettari di superficie agricola, pari all’estensione di Lazio ed Abruzzo insieme ed oggi la superficie agricola totale in Italia è scesa del 42% rispetto agli inizi del novecento. Tratto da “Terra, un bene comune da preservare” – Domenico Finiguerra
  • 9. SIAMO TUTTI (O QUASI) PARASSITI “Le civiltà socialmente stratificate, come la nostra, sono costituite da agricoltori che producono il cibo e da non agricoltori che sono a tutti gli effetti “parassiti” dei contadini; gli agricoltori devono produrre un’eccedenza alimentare sufficiente a sfamare non soltanto se stessi ma anche gli altri consumatori, i quali, senza contadini, non potrebbero vivere. Il numero di “parassiti” che può essere sostenuto dipende dalla produttività agricola di una data società. La popolazione mondiale è in crescita, quindi se vogliamo sfamare tutti, l’agricoltura dovrà essere costantemente in “crescita” o almeno dovrà cambiare.” Tratto da “La fine del cibo” – Paul Roberts
  • 10. QUANTO MANGIA FIRENZE? La città di Firenze (370.000 abitanti), quotidianamente ha bisogno di oltre 740 milioni di Kcal solo per far sopravvivere i propri cittadini. Il suo metabolismo annuale si aggira intorno ai 270 miliardi di Kcal. Se vivesse di solo pane (2750 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 98 milioni di Kg di pane annui, pari a circa 30.000 ha coltivati a grano tenero Se vivesse di solo vino (750 Kcal/l) avrebbe bisogno di oltre 360 milioni di l di vino all’anno. Se vivesse di solo miele (3040 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di quasi 89 milioni di Kg di miele annui, la città dovrebbe popolarsi di quasi 3 milioni di arnie, ed ogni cittadino dovrebbe accudirne almeno 8/10
  • 11. QUANTO MANGIA FIRENZE? Se vivesse di solo olio (8990 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 30 milioni di Kg di olio all’anno, in città dovrebbero esserci oltre 20 milioni di olivi, ed ogni fiorentino dovrebbe prendersi cura di 54 olivi Se vivesse di patate (850 Kcal/Kg) ne avrebbe bisogno di oltre 317 milioni di Kg annui. Se vivesse di fagioli secchi (2910 Kcal/Kg) ne avrebbe bisogno di oltre 92 milioni di Kg annui. Se vivesse di sola verdura (200 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 1 miliardo e 350 milioni di kg vegetali all’anno mentre di frutta (450 Kcal/Kg) avrebbe bisogno di oltre 600 milioni di kg di frutta all’anno che potrebbero derivare da 12 milioni di fichi.
  • 12. NUTRIRE LE CITTA’ è FACILE? La più grande sfida sarà garantire la sopravvivenza ad un numero crescente di persone producendo cibo ovunque
  • 13. CITTA’ GIARDINO CITTA’ CITTA’ ECOLOGICA SOSTENIBILE CITTA’ EDIBILE
  • 14. RIPENSARE LA CITTA’ La rivoluzione industriale e successivamente quella commerciale hanno creato della città ricche dal punto di vista economico ma povere per quel che riguarda la qualità della vita dei suoi abitanti. Il capitale naturale sul quale le città sorgevano è stato totalmente dilapidato. Riportare l’attenzione collettiva e la forza delle idee per incrementare il capitale naturale urbano allo scopo di migliorare la qualità della vita dei singoli individui della comunità. Bellezza, economia, sussistenza, equità, efficienza energetica, ecologia e qualità della vita possono coesistere.
  • 15. RIPENSARE LA CITTA’ Non possiamo ripensare le città senza riflettere sulla loro energia primaria di vita, il cibo. Da questo punto di vista abbiamo bisogno di un’urbanistica in grado di farsi carico del nutrimento la città attraverso: 1.STRATEGIE ALIMENTARI URBANE: evitare i food desert indotti dalla supemarkettizzazione assoluta delle città. 2.SVILUPPO INFRASTRUTTURALE: pensare ad un grande piano di piccole opere in grado di riportare i piccoli produttori in città ricapillarizzando i centri urbani di cibo sano (farmers market) e progettando food hubs per lo scambio fra medi produttori e professionisti del commercio e della ristorazione 3.AVVIO DI STRATEGIE AGRICOLE URBANE: verso l’agrourbanistica e la Permacultura urbana
  • 16. PERMACULTURA “Permanent agricolture” La Permacultura è la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio. La Permacultura ci insegna a pensare e progettare gli spazi urbani integrando le necessità alimentari delle comunità con le necessità ecologiche, abitative, agronomiche e di relazione. Lo scopo primario della Permacultura è la progettazione integrata di ecosistemi durevoli e autorigeneranti in grado di avere come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico.
  • 18. PERMACULTURA L’ECONOMIA DELLE RELAZIONI ATTRAVERSO LA NATURA Vantaggi per la comunità: 1.Ricreazione della connessione tra le persone 2.Rigenerare cultura condivisa nel tempo-spazio vissuto 3.Incremento dello spazio di condivisione e sussistenza per particolari categorie di persone e le classi sociali più svantaggiate La “situazione naturale”, garantisce una maggiore socializzazione anche fra classi sociali e persone di età diverse; l’obbiettivo per accrescere il senso di comunità deve essere condiviso. La natura rende possibile uno scambio empatico nella condivisione dell’obbiettivo personale, gruppale e sociale.
  • 19. PERMACULTURA L’ECONOMIA DELLE RELAZIONI ATTRAVERSO LA NATURA Le relazioni sono un bene immateriale in grado di promuovere trasformazioni a livello sia individuale che a livello gruppale e sociale. Le relazioni sono uno dei nostri cibi e nutrono il nostro equilibrio interiore. Così come abbiamo bisogno di un corpo sano abbiamo bisogno di relazioni sane. Le relazioni urbane contemporanee funzionano per linee rette e sono caratterizzate da rigidità e chiusura; per rigenerare le persone è fondamentale facilitare il più possibile lo sviluppo di sistemi relazionali basati sulla conoscenza reciproca, sulla collaborazione, sullo scambio costruttivo non strumentale. Una riunione di condominio non ha queste caratteristiche ma una compartecipazione in lavori manuali nella situazione naturale come l’orto si.
  • 20. Alberto Fatticcioni PROFESSIONAL BLOG: toscanaecologista.wordpress.com PERSONAL BLOG: community.albertofatticcioni.com Mail: alberto.fatticcioni@gmail.com Cel 320 88 17 653