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Il gesto che sorprende
artigianato artistico a palazzo




Scuola Grande San Teodoro
Venezia 13 novembre 2010 - 9 gennaio 2011
“L’arte migliore è quella in cui la mano, la testa
    e il cuore di un uomo procedono in accordo.”


    “The best art is produced when a man’s hand,
    head and heart work in harmony.”


    John Ruskin




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Il gesto che sorprende

    “Artigianato a Palazzo” was conceived by Albino Casarin    Artigianato a Palazzo è un’idea di Albino Casarin subito
    and was immediately welcomed by other craftsmen and        condivisa da altri artigiani artisti del territorio veneziano.
    artists in the Venice area. In their hands stone, wood     Pietra, legno, ferro si trasformano sotto le loro mani in
    and iron are transformed into shapes and decorations,      forme e decori, manufatti e sculture che sorprendono
    objects and sculptures, whose beauty and originality are   per la loro bellezza e unicità. Tutto nasce sempre dalla
    guaranteed to amaze. The secret is being able to draw in   capacità di disegnare fin nei minimi particolari quello che
    great detail what will then be created by skilled hands.   si dovrà poi realizzare attraverso gesti sapienti.
    Sometimes, after years of experience, the drawing is in    Alle volte, dopo tanti anni di esperienza, il disegno è solo
    your head and it is your hands that shape the material.    nella mente, è la memoria delle mani che plasmano la
    Sometimes a plaster mould produces a sculpture, an         materia. Altre volte è un calco di gesso che porta alla
    ornament, other times small pieces are assembled           scultura, all’ornamento, altre volte ancora sono piccoli
    perfectly. Every object embodies an original idea, the     pezzi che vanno montati senza possibilità d’errore.
    history of a style but, more than anything else, the       Ogni oggetto contiene in sé l’originalità di un’idea, la
    passion to create something that did not exist before.     storia di uno stile ma soprattutto la passione di creare
                                                               qualcosa che prima non esisteva.




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Terrazzi alla Veneziana




                  Erminio
                  Asin
                  Seminano pietre colorate dalle quali nascono splendidi
                  e duraturi pavimenti, li chiamano terrazzieri e sono gli
                  artigiani del terrazzo alla veneziana.

                  They embed coloured stones to create splendid long-
                  lasting floors and are called “terrazzieri”, the craftsmen
                  specialised in Venetian “terrazzo” floors.




8   Eraldo Asin                                                                9
Da quattro generazioni l’impresa Asin Erminio, con sedi a
     Venezia e a Mogliano Veneto, è maestra in questa tecnica
     già conosciuta nel mondo greco e latino.
     Un’arte rivalutata dagli artigiani friulani e poi importata a
     Venezia dove la sua presenza è documentata dal 1586.
     Sono tante le architetture e le sedi di enti prestigiosi
     abbellite e restaurate dalla famiglia Asin, ne citiamo
     solo alcune: Palazzo Labia, Palazzo Ducale, Gallerie
     dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo Correr
     a Venezia, Palazzo Barberini a Roma, Villa dell’Ombrellino
     a Firenze, il tempietto leopoldino di Eisenstadt, Palazzo
     dei Priori ad Assisi, la Biblioteca Malatestiana di Cesena,
     il Teatro Regio di Parma. Per prima cosa si stende la
     “stabilidura” di cocciopesto e calce spenta o cemento.
     “Oggi accanto ai leganti tradizionali – ricorda Eraldo Asin -
     si sta affermando la resina epossidica che ha costi minori
     sia perché lo spessore del pavimento è più sottile sia perchè
     le pietre anziché venire seminate vengono impastate.”
     Dopo la “stabilidura” i maestri terrazzieri procedono alla
     semina delle pietre che possono essere di vari colori e tipi:
     Pietra d’Istria, Bianco di Carrara, Rosa di Verona, Rosso
     Amiata, Giallo Siena, Verde Piave e così via. Subito dopo
     l’opera è completata dalle fasi di levigatura, stuccatura,
     lucidatura e il trattamento finale con cera d’api. Per le
     decorazioni geometriche o floreali si procede con l’aiuto di
     sagome di legno che hanno lo scopo di isolare le superfici
     da ornare durante la semina. Per gli stemmi e altre figure il
     pavimento è completato con la tecnica del mosaico
      “La nostra è un’arte umile – dice Eraldo, lavoriamo spesso
     con la schiena piegata o in ginocchio, ma forse proprio per
     questo ciò che realizziamo dura nei secoli.”

10                                                              11
For four generations, Asin Erminio has led the field in this craft      – explains Eraldo Asin – epoxy resin is becoming more and
and, with workshops in Venice and Mogliano Veneto, they are             more popular as an alternative to traditional binders because it
true masters of a technique which was already used in Greek and         costs less – the floor is not as thick and instead of placing the
Roman times. The art was taken up again by craftsmen in Friuli          stones, they are mixed.” After laying the “stabilidura”, the skilled
and then imported to Venice, where the first recorded mention           “terrazzieri” begin embedding the stones, which can be different
dates back to 1586. The Asin family has decorated and restored          colours and types: Istrian stone, Bianco Carrara, Rosa Verona,
a great number of buildings and offices of many prestigious             Rosso Amiata, Giallo Siena, Verde Piave and so on. Immediately
organisations, including Palazzo Labia, the Doge’s Palace,              after this the floor is smoothed down, grouted, polished and
Gallerie dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo             treated with beeswax. If the floor is to be embellished with
Correr in Venice, Palazzo Barberini in Rome, Villa dell’Ombrellino      geometric or floral decorations, wooden profiles are used to
in Florence, the Leopold temple in Eisenstadt, Palazzo dei              isolate that particular area during embedding. Mosaics are used
Priori in Assisi, the Malatesta Library in Cesena and the Regio         to create coats of arms and other figures. “Ours is a humble art –
Theatre in Parma. The first step is to lay the “stabilidura”, a layer   says Eraldo, we often work bent over or on our knees, but maybe
consisting of broken tiles and slaked lime or cement. “Nowadays         this is why our floors last for centuries.”

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Decorazioni ornamentali
     a stucco




     Albino
     Casarin
     Una scultura ma al contrario, un’opera che nasce da
     sovrapposizioni, chiare e leggere addizioni, precisi
     movimenti della mano che somma, leviga, segna
     ma non sottrae mai.

     A sculpture, but the other way round, a work that is
     created by applying layer upon layer, clear, light additions,
     precise movements of the hand which adds, smoothes
     down, marks but never removes.




14                                                                   15
Il lavoro a stucco è un’arte che aggiunge senza togliere.
     È anche un’arte, come quella dell’affresco, dove non ci si
     può fermare e nella quale soprattutto non si può sbagliare.
     Ogni gesto è eseguito “a fresco” senza soluzione di
     continuità. Un’arte che ha oggi uno dei suoi cuori pulsanti
     nella campagna veneta a due passi dal centro di Scorzè.
     È qui che Albino ha lo studio-laboratorio dove si dedica ai
     disegni preparatori degli interventi e dove mette a punto i
     composti di calce e polvere di marmo.
     Fin da giovane è stato accompagnato da una straordinaria
     capacità manuale e dalla facilità di riprodurre con il
     disegno soggetti destinati poi ad ornare saloni e ambienti
     storici. Suo maestro è stato Cesare Cargnelli, l’ultimo
     grande stuccatore e decoratore che in segno di stima gli
     ha consegnato i ferri del mestiere che l’accompagnavano
     da una vita. Ogni lavoro ha le sue caratteristiche e ogni
     decorazione si inserisce all’interno di un contesto storico
     che l’artigiano deve conoscere. Alla base di tutto c’è però
     il disegno, una vera e propria passione che Albino coltiva
     fin dalla giovinezza e che lo ha portato ad esser uno dei più
     bravi artigiani-artisti del suo settore. Ha lavorato molto a
     Venezia e anche all’estero. Tra gli interventi di cui va più
     fiero c’è la complessa decorazione delle sale dell’Hotel
     Ala a Santa Maria del Giglio. Del suo lavoro dice: “Non
     si può imparare solo dai libri; come tutte le tecniche
     artigianali devi apprenderla seguendo il tuo maestro
     mentre lavora, devi essere capace di memorizzare alcuni
     gesti, di sviluppare una certa sensibilità e devi essere un
     abile disegnatore. Mi auguro che questa mostra avvicini
     nuovi giovani ma anche nuovi committenti a mestieri unici e
     storici che stanno, purtroppo, scomparendo”.

16                                                              17
Stucco work is an art that adds without taking away. It is
also an art, like frescoes, where you cannot stop and, more
importantly, you cannot make a mistake. Every movement
is made “wet”, without interruption. Today this art is alive
and kicking in the Veneto countryside, just a short distance
from the centre of Scorzè. This is where Albino Casarin
has his studio-workshop, where he comes up with his
preparatory drawings and makes up the lime and marble
powder mixtures for his stucco. Ever since he was a boy,
he has been extraordinarily good with his hands and able
to draw subjects which have gone on to grace lounges and
historical houses. His master was Cesare Carnielli, the
last great stucco worker and decorator, who gave Albino
his lifelong tools in token of his respect for his pupil. Each
project has its own unique features and each decoration
is placed in a historical context which the craftsman must
be familiar with. But everything revolves around drawing,
a real passion Albino has cultivated since childhood and
which has earned him the reputation as one of the best
craftsmen-artists in his field. He has worked extensively
in Venice and also abroad. One of the projects he is most
proud of is the complicated decoration of the rooms in the
Hotel Ala in Santa Maria del Giglio. He has this to say about
his work: “You can’t learn everything from books; as with
all artisan techniques, you learn it by watching your master
as he works, you must be able to memorise gestures,
develop a certain sensitivity and you must be able to draw
well. I hope this exhibition brings youngsters, and also new
clients, closer to these unique and historical professions
which, unfortunately, are disappearing”.


18                                                               19
Lavorazione artistica
                                   del marmo




                                   Dall’Era
                                   Comelato
                                   Un giardino di pietra nella città d’acqua. Lo fondò nel 1900
                                   a Venezia un signore di grande cultura e sensibilità: Romeo
                                   Dall’Era professore di scultura all’Accademia.

                                   A garden of stone in a city of water. The workshop was
                                   established in 1900 in Venice by a highly cultured and
                                   sensitive man: Romeo Dall’Era, professor of sculpture at
                                   the Academy.




20   Alberto e Giovanni Comelato                                                              21
Scrive Giovanna Wurmbrand: “Dall’Era entra subito nelle
     grazie dell’aristocrazia veneziana. Le commesse si fanno
     sempre più importanti e il laboratorio interviene nei
     restauri delle chiese della Salute, di San Pantalon, dei Frari
     e a Palazzo Ducale. Gabriele D’annunzio commissiona
     a Dall’Era la testiera in marmo bianco del suo letto; la
     scrittrice Freya Stark fa eseguire per la sua casa di Asolo
     tre bagni intarsiati con marmi colorati greci e ricchi di
     ornati allegorici; Peggy Guggenheim ordina il trono in
     pietra che fa bella mostra di sé tra gli alberi secolari della
     sua casa-museo.” Alla guida della bottega, chiamata “il
     laboratorio dei nobili”, subentrò Bruno Dall’Era che in
     seguito passò il testimone a Giancarlo Comelato. Oggi
     l’antica tradizione artigiana prosegue con Alberto e Giovanni
     Comelato. Nel giardino, capitelli e bassorilievi occhieggiano
     dai muri color arancio e lo sguardo si posa sui motivi
     floreali che avvolgono chimere, sui libri tenuti aperti da
     santi e vescovi, sull’eroico San Giorgio che trafigge il drago,
     sui mascheroni di filosofi greci, sulle foglie dei capitelli
     corinzi, su madonne medievali, su vere da pozzo ornate da
     creature infernali, sui tavoli intarsiati con tessere di onice,
     alabastro e pietra nera. In bottega il ritmo dello scalpello
     segna il tempo della sbozzatura. Saranno poi scalpelli e
     mani più fini e precise a dar vita a ciò che la pietra celava:
     un busto di regina africana in marmo nero del Belgio, un
     caminetto in Pietra d’Istria con decorazioni naturalistiche,
     una splendida Venere greca in marmo bianco di Carrara.




22                                                                23
Giovanna Wurmbrand writes: “Dall’Era immediately
     became a favourite among the Venetian aristocracy. Orders
     became more and more important and the workshop was
     involved in restoration work at the churches of La Salute,
     San Pantalon, the Frari and at the Doge’s Palace. Gabriele
     D’Annunzio commissioned Dall’Era to make a white marble
     bedhead for his bed; the writer Freya Stark asked him to
     decorate three bathrooms in her house in Asolo, which
     were inlaid with coloured Greek marble and embellished
     with allegorical ornamentations; Peggy Guggenheim
     ordered the stone throne which sits majestically among the
     age-old trees in her house-museum.” His shop, known as
     “the workshop of the nobles”, continued under the helm
     of Bruno Dall’Era and was then passed on to Giancarlo
     Comelato. The ancient craftwork is continued today by
     Alberto and Giovanni Comelato. In the garden, capitals
     and bas reliefs peep out from the orange-coloured walls
     and your eyes fall on floral motifs which wind around
     chimeras, on books held open by saints and bishops, the
     heroic Saint George slaying the dragon, large masks of
     Greek philosophers, leaves of Corinthian capitals, medieval
     Madonnas, well-heads decorated with hellish creatures and
     tables inlaid with onyx, alabaster and black stone tesserae.
     In the workshop, the rhythm of the chisel announces
     the rough-hewing work. Then more delicate and precise
     chisels and hands take over and release whatever is hidden
     within the stone: the bust of an African queen in black
     Belgian marble, a fireplace in Istrian stone with naturalistic
     decorations, a splendid Greek Venus in white Carrara
     marble.


24                                                               25
Vetrate a Piombo Artistiche




                           Michela
                           Ficotto
                           Dalla superficie irregolare e specchiante della laguna
                           ai riflessi colorati e irregolari delle vetrate artistiche del
                           laboratorio di Michela Ficotto, una bottega dalle parti di
                           campo San Bernardo a pochi passi dalle storiche vetrerie
                           di Murano. In ventisei anni questo piccolo laboratorio
                           ha conquistato la committenza con la qualità delle sue
                           lavorazioni.

                           From the irregular, mirror-like surface of the lagoon to the
                           irregular, coloured reflections of the artistic stained glass
                           in Michela Ficotto’s workshop, located near Campo San
                           Bernardo, just a short distance from the famous Murano
                           glassworks. In twenty-six years this small workshop has
                           earned itself a loyal following, thanks to the quality of its
                           creations.
Stefano Bullo - designer
26                                                                                          27
Un’inconsueta abilità artistica e manuale riconosciuta
     anche nel settore del restauro; Michela e i suoi aiuti hanno
     collaborato agli interventi delle chiese veneziane della
     Salute, del Redentore (tempio palladiano nel quale hanno
     realizzato 220 metri quadrati di vetrate), della Basilica dei
     Santi Maria e Donato e di San Pietro Martire a Murano. Nei
     modesti spazi della bottega, tra vetrate colorate e disegni
     che dovranno poi trasformarsi in armoniche “composizioni”
     di vetro, fa capolino un Cristo di Guido Reni: il volto emerge
     dal fondo di vetro soffiato color ametista, l’incarnato rosa
     e i capelli color ambra dialogano poeticamente con i
     chiaroscuri stilizzati dalla grisaglia. Accanto alle tecniche
     e alle lavorazioni tradizionali questa fucina veneziana ha
     cominciato a modellare il suo futuro con il talento di Stefano
     Bullo, il giovane figlio di Michela che sta terminando
     l’Accademia di Belle Arti. Un pittore di grandi qualità che ha
     già esposto alla Galleria Bevilacqua La Masa ed è autore
     di ritratti di grande forza introspettiva che hanno attirato
     l’attenzione dei critici. Stefano ha già realizzato diverse
     vetrate innovative sia dal punto di vista tecnico e del gusto,
     scegliendo anche di eseguire lavorazioni in pressofusione.
     “Vedo la vetrata - dice Stefano - come un quadro a sé con
     una luce e una trasparenza che non si possono raccontare.
     Il mio sogno è quello di portare un giorno le vetrate
     artistiche alla Biennale di Venezia.”




28                                                               29
Michela’s extraordinary artistic and manual skills have also   to shape its future, thanks to the talent of Stefano Bullo,
gained her a reputation in restoration work; she and her       Michela’s young son, who has nearly completed his studies
assistants have taken part in work on several churches in      at the Academy of Fine Arts. This highly talented painter,
Venice: La Salute, Il Redentore (a Palladian temple where      who has already exhibited at the Galleria Bevilacqua La
they made 220 square metres of stained glass windows),         Masa, is the author of strong introspective portraits which
the Basilica dei Santi Maria e Donato and San Pietro Martire   have attracted the attention of the critics. Stefano has
in Murano. In the limited space of the shop, a Christ by       already produced several stained glass works which are
Guido Reni peeps out from behind the coloured glass and        technically and stylishly innovative and has chosen to use
drawings that will be transformed into harmonious glass        pressure die-casting in some of his creations. “I see a glass
“compositions”: Christ’s face emerges from the background      window – says Stefano – like a painting, with a light and
of the amethyst-coloured blown glass, the pink complexion      transparency that you just can’t put into words. My dream
and amber-coloured hair relate poetically with the stylised    is to show our artistic stained glass at the Venice Biennale
chiaroscuro of the grisaille. Alongside the traditional        one day.”
techniques and processes, this Venetian forge is beginning

30                                                                                                                        31
Lavorazione artistica del ferro




     Willer
     Fuson
     Piegare il ferro sembra un’impresa impossibile ma
     tutto cambia quando diventa incandescente sulla forgia:
     un’energia solare lo pervade, è pronto a vivere in nuove
     forme.

     Bending iron may seem an impossible task but when it
     becomes white hot on the forge all that changes: it is
     filled with solar energy, ready to take on new shapes.




32                                                              33
Una statua equestre sorveglia l’ingresso della fucina
     di Willer Fuson classe 1950. All’età di quindici anni, nei
     magazzini della casa di campagna, aveva già una forgia, poi
     vendendo i suoi quadri - era portato anche per il disegno e
     la pittura - si comprò un maglio e realizzò i primi lavori in
     un locale di quattro metri per quattro. All’ingresso della sua
     fucina a Scandolara di Zero Branco si viene salutati da una
     vetrata artistica in ferro battuto con pavoni e segni zodiacali.
     Mentre un apprendista batte al calore della forgia, Fuson
     spiega: “Per me un artigiano è sempre un artista, molto più
     di certi presunti artisti. Non basta avere un’idea bisogna
     possedere anche l’esperienza per trasformarla in un’opera.
     L’arte secondo me deve sempre evocare un equilibrio,
     un’armonia, una proporzione tra le parti.
     Non è cosa da poco e non è cosa per tutti.” Una delle sue
     ultime sculture rappresenta due buoi che trainano l’aratro
     accompagnati dal contadino, un’immagine campestre
     che diventa movimento, conflitto, avventura: uno degli
     animali cade per lo sforzo e il contadino lo aiuta sollevando
     l’aratro. Per dare l’idea della complessità dell’opera
     va sottolineneato che il contadino è composto da venti
     pezzi diversi forgiati ad uno ad uno e poi assemblati. Il
     metodo non cambia per i pavoni, i crocifissi, le rose , le
     lampade, i cavalli, i leoni che Willer espone in uno dei locali
     dell’officina. Alcune sculture sono opera del figlio Andrea
     che lo affianca nell’attività e che ha completato la sua
     formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia. “Il segreto
     - confida - è far sembrare il ferro un materiale malleabile,
     leggero, dinamico, che prende vita”.



34                                                                 35
An equestrian statue watches over the entrance to Willer
Fuson’s forge (b. 1950). At the age of fifteen, he already
had his own forge set up in the storerooms of his house in
the country; he sold some of his paintings – he was also a
gifted artist and painter – and bought himself a hammer,
producing his very first works in a room just four metres by
four. As you enter his forge in Scandolara di Zero Branco,
you are greeted by an artistic wrought iron glass window
decorated with peacocks and signs of the zodiac. While
an apprentice hammers in the heat of the forge, Fuson
explains: “A craftsman is always an artist in my mind, a
lot more than many other so-called artists. Having an
idea is not enough, you also need the experience to turn it
into a work of art. I believe that art should always produce
balance, harmony, a proportion between the parts. It’s
quite a tall order and not for everyone.” One of his latest
sculptures portrays two oxen pulling a plough, followed by
the farmer, a rural scene that involves movement, conflict,
adventure: one of the animals falls because of the effort
and the farmer helps him by lifting the plough. It is a highly
complex work – the farmer is made of twenty different
pieces, all forged individually and then put together. Willer
uses the same method for the peacocks, crucifixes, roses,
lamps, horses and the lions on display in one of the rooms
of his workshop. Some sculptures are the handiwork of
his son, Andrea, who works with him and has finished his
training at the Academy of Fine Arts in Venice.
“The secret – he confides – is to make iron appear to be a
malleable, light, dynamic material that comes alive”.



36                                                               37
Maschere, sculture,
     modelli decorativi




     Guerrino
     Lovato
     “Pensato a mano”, potrebbe essere il motto di ogni
     artigiano, è la frase con cui Guerrino Lovato definisce la
     sua attività. Nella bottega Mondonovo in Campo Santa
     Margherita lui regala spiegazioni e curiosità a qualsiasi
     visitatore.

     “Thought by hand” could be the slogan of every craftsman
     and it is the motto that sums up Guerrino Lovato’s work.
     In his workshop ‘Mondonovo’ in Campo Santa Margherita,
     he offers explanations and shares tales with all his
     visitors.




38                                                                39
Abile conversatore ed esperto d’enigmi d’arte, Guerrino           e il dottore della Peste. Su altri ripiani le sculture tratte
Lovato è stato definito geniale “mascarer” veneziano ma           dai più bei disegni di Annibale Carracci, Michelangelo,
lui si sente prima di tutto uno scultore... Lavora molto per      Leonardo. “Ho aperto questa bottega nel 1983 – racconta
teatri, cinema, feste. In America ha dipinto un soffitto per il   Guerrino - e ha avuto subito successo. Tra i lavori di cui
Venice Las Vegas, in Russia i soffitti del nuovo Cremino,nel      vado più fiero c’è senz’altro la cavea della nuova Fenice:
1993 insieme a Giorgio Spiller ha eseguito un presepio per        dai numeri dei palchi ai pomoli, alle sculture a basso e alto
il Comune di Parigi, dalle sue mani hanno preso forma le          rilievo, circa 300 metri quadrati di prototipi e 12 figure sono
maschere utilizzate da Stanley Kubrick in Eyes wide shut          stati realizzati qui dentro.” Guerrino è anche il protagonista
e altre commissionate da Zeffirelli e Kenneth Branagh.            con le sue sculture effimere di molte feste di piazza e del
C’è qualcosa di sulfureo che aleggia tra i mille volti tragici    Carnevale di Venezia per il quale realizzò un memorabile
e comici che pendono dal soffitto della sua bottega, un           rinoceronte con un corno lungo 12 metri, una visione
caleidoscopio di storie e biografie che aspettano solo di         felliniana mirabilmente “pensata a mano” come il toro
essere riscoperte, narrate, ricordate: Beethoven, Tintoretto,     Ferdinando ed Archimede Pitagorico creati su licenza della
Casanova, Giorgione, Socrate, Pantalone, Brighella, Medusa        Walt Disney.

40                                                                                                                              41
A clever conversationalist and expert in art enigmas, Guerrino   Casanova, Giorgione, Socrates, Pantalone, Brighella, Medusa
Lovato has been dubbed the brilliant mask maker of Venice        and the Plague Doctor. On other shelves he has sculptures
but more than anything else he considers himself a sculptor.     inspired by the beautiful drawings of Annibale Carracci,
He works extensively for theatres, the cinema and festivals.     Michelangelo and Leonardo. “I opened this shop in 1983 –
In America he painted one of the ceilings of the Venice in       says Guerrino – and it was an immediate success. One of the
Las Vegas, in Russia the ceilings of the new Kremlin, in         projects I am most proud of is undoubtedly the auditorium at
1993 he created a Christmas crib for the City of Paris with      the new Fenice: about 300 square metres of prototypes and
Giorgio Spiller, he is the man (and the hands) behind the        12 figures were made here, ranging from the numbers on the
masks used by Stanley Kubrick in Eyes wide shut and others       boxes to knobs and sculptures in bas and high relief.” Guerrino
commissioned by Zeffirelli and Kenneth Branagh. There is         and his ephemeral sculptures are also stars of many local
something sulphurous in the air among the thousand tragic        festivals and the Carnival of Venice. For the carnival he came
and comic faces hanging from the ceiling in his workshop,        up with an unforgettable rhinoceros with a 12-metre horn,
a kaleidoscope of stories and biographies just waiting to        a vision worthy of Fellini and admirably “thought by hand”,
be uncovered, told, remembered: Beethoven, Tintoretto,           like Ferdinand the Bull and Gyro Gearloose who Walt Disney
                                                                 granted him the licence to create.
42                                                                                                                            43
Intaglio e doratura




     Riccardo
     Meneghetti
     A Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in un laboratorio
     circondato da alberi e fiori, Riccardo Meneghetti e suo padre
     intagliano cornici, pezzi di legno che sembrano inanimati
     e rigidi rivelano sotto le loro mani un’indole versatile e una
     fantasia che aspettano solo di essere scoperte. La scultura
     del legno si accompagna ad altre abilità come la doratura e
     laccatura, il restauro, la realizzazione di mobili.

     In Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in a workshop
     surrounded by trees and flowers, Riccardo Meneghetti and
     his father carve frames. In their hands pieces of wood that
     appear stiff and lifeless reveal their versatile character and
     an imagination that are just waiting to be released. Wood
     carving is not their only talent, they are also masters at
     gilding and lacquering, restoring and furniture making
44                                                                    45
Riccardo, diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Venezia,
ha appena terminato un comò che sembra uscito dalle
memorie di Casanova, un comò bombato con ornamenti
floreali ed eleganti teste femminili, un piano in finto marmo,
le cornici in oro zecchino e ogni colore realizzato secondo
il metodo tradizionale con le tempere, le terre e la velatura
di sandracca. Una storia cominciata negli anni Cinquanta
quando il papà di Riccardo lavorava per degli antiquari
di Venezia e giorno dopo giorno maturava la decisione di
mettersi per conto proprio. Cominciò con delle piccole
fresatrici artigianali che gli permettevano di realizzare
a mano le frese più adatte ai soggetti scelti. Oggi quelle
frese sono diventate centinaia ma solo padre e figlio ne
conoscono i segreti. I risultati del loro lavoro possono
essere i più diversi: cornici a cassetta pensate per quadri
del Cinquecento, cornici dagli ornati barocchi per nobili
specchiere, le classiche francesine con una incredibile
varietà di sagomature e forme, cornici a ventaglio, ovali,
rettangolari, tonde, abbellite da soli, fiori, putti, foglie
d’acanto. Ogni soggetto merita una cornice e ogni cornice
merita un progetto unico che non può esser mai il risultato
di una produzione seriale. Lo stesso vale per il restauro e
la creazione di mobili antichi che i Meneghetti conducono
secondo le tecniche tradizionali con integrazioni, ove
necessario, di essenze della stessa epoca e adottando
la lucidatura a gommalacca con vari passaggi alternati
all’aggiunta di pomice in polvere e olio paglierino.
“Quando lavoriamo stiamo bene - dicono, creare è un po’
come sognare.”



46                                                               47
Riccardo, who went to the State School of Art in Venice, has
     just finished a chest of drawers which looks like something
     out of “The Memoirs” of Casanova. It is rounded with floral
     decorations and elegant female heads, has an imitation
     marble top, frames in pure gold and each of the colours
     is prepared in the traditional way using tempera, earth
     colours and sandarac varnish. The history of the business
     goes back to the Fifties when Riccardo’s father worked for
     antique dealers in Venice and, as time passed, he decided
     to set up on his own. He started with small artisan milling
     machines which enabled him to make more suitable cutters
     by hand for his chosen subjects. Today they have hundreds
     of cutters but only father and son know their secrets.
     They produce a whole range of frames: box frames
     designed for 17th century paintings, frames with Baroque
     decorations for aristocratic mirrors, classic French-style
     frames with an incredible variety of shapes and forms,
     fan-shaped, oval, rectangular and round frames, decorated
     with suns, flowers, putti and acanthus leaves. Every picture
     deserves a frame and every frame deserves a unique
     design, which cannot be achieved with mass production.
     The same concept is applied to restoration and the
     antique furniture the Meneghetti create using traditional
     techniques, adding, where necessary, wood from the
     same period and applying several coats of shellac polish,
     alternated with added powdered pumice and straw oil.
     “When we work we are happy – they say, creating is a bit
     like dreaming.”




48                                                             49
Fonderia artistica Valese




     Carlo
     Semenzato
     Se ne sta acquattatata dietro Madonna dell’Orto la
     Fonderia Valese, nascosta come per modestia. Una calle
     stretta di mattoni arancioni, una scritta sul legno verde,
     un cortile in disordine e poi la porta che dà sulla fonderia.
     Di là i laboratori e lungo gli scaffali decine di presenze, di
     statue grandi e piccole, come quella famosa del Colleoni,
     maschere, cavalli, leoni alati, lanterne.

     The Valese foundry is hidden behind Madonna dell’Orto,
     almost crouching down out of modesty. A narrow orange
     brick alleyway, a couple of words on green wood, an untidy
     courtyard and then the door that leads to the foundry.
     Through the door are the workshops and on the shelves
     dozens of objects, large and small statues, like the famous
     one of Colleoni, masks, horses, winged lions and lanterns.
50                                                                    51
Carlo Semenzato è un tipo di poche parole, ha imparato
     ogni segreto di questo mestiere da Mario Valese. Sa che
     sono i fatti quelli che contano, alle sue spalle ha cento
     anni di storia. Accanto al tornio l’attestato della Mostra
     Campionaria di Firenze del 1934 che consegna alla ditta
     Valese “La croce al merito e la Medaglia d’oro per gli
     speciali lavori artistici di fonderia e meccanica”, e una
     lettera firmata da Mary Catherine Martin direttrice del
     restauro del Fox Theatre di Atlanta: “Ho appena ricevuto
     le vostre ultime fusioni e sono molto soddisfatta del livello
     di qualità del vostro lavoro. Le vostre riproduzioni sono
     largamente superiori a qualsiasi altro tipo di prodotto
     ricevuto da altre fonderie, in Italia o negli Stati Uniti.”
     Sorride Carlo con la sua faccia buona che ricorda quella
     di Neri Marcorè, la sua storia l’ha raccontata mille volte,
     ma a raccontarla davvero sono i ballottoni e i rigadini
     (specie di stampi) forniti alle vetrerie di Murano, i battenti
     e i campanelli di Venezia, i leoni di San Marco usati per le
     premiazioni del Festival del Cinema, i lampioni composti
     da oltre cinquanta pezzi diversi assemblati con pazienza,
     i cavallucci marini per l’ornamento di gondole civettuole.
     Un’arte apprezzata anche in Giappone dove i lampioni
     Valese sono stati scelti per l’illuminazione del prestigioso
     campo da golf di Hokkaido. “Chi non l’ha provato non può
     capirlo – dice Carlo – che cosa si prova a creare qualcosa
     che prima non esisteva.”




52                                                                    53
Carlo Semenzato is a man of few words who learnt all the         times but it is really his creations that tell it: the ballottoni
secrets of his trade from Mario Valese. He knows that it         and the rigadini (kind of moulds) supplied to the Murano
is not what you say but what you do that counts, he has          glassworks, the doorknockers and bells of Venice, the lions
one hundred years of history behind him. Next to the lathe       of Saint Mark used at the Film Festival award ceremony,
hangs a certificate from the 1934 Florence Trade Fair which      the lamp posts made up of more than fifty different pieces,
awarded the Valese company “The Cross of Merit and the           all patiently assembled, the seahorses used to decorate the
Gold Medal for special artistic foundry and mechanical           coquettish gondolas. His work is acclaimed as far afield
works” and a letter from Mary Catherine Martin, head             as Japan, where Valese lamp posts were chosen to light
of restoration at the Fox Theater in Atlanta: “I have just       up the prestigious golf course in Hokkaido. “If you’ve never
received your latest castings and I am very satisfied with the   experienced it – says Carlo – you can’t understand what it
quality of your work. Your reproductions are by far superior     feels like to create something that did not exist before.”
to any other product we have received from other foundries
in Italy or the United States.” Carlo smiles, his kind face
just like Neri Marcorè’s, he has told his story thousands of

54                                                                                                                              55
Laccatura e doratura




     Stefano
     Zanin
     Tutto quello che tocca lo trasforma in oro ma non è
     Nicolas Flamel o Paracelso. A Venezia Stefano Zanin
     comincia il suo apprendistato all’età di tredici anni.
     Il papà restauratore, ebanista, intagliatore, lo introduce
     nella bottega di Terzo Barbini e poi da Giovanni Cavalier
     a Santo Stefano. È lì che impara il mestiere, ama
     esercitarsi nel disegno di ornati e decorazioni floreali.

     Everything he touches turns to gold but he is no
     Nicolas Flamel or Paracelsus. Stefano Zanin began his
     apprenticeship in Venice at the age of thirteen when his
     father, a restorer, cabinet-maker and woodcarver, took him
     to Terzo Barbini’s workshop and then to Giovanni Cavalier
     in Santo Stefano. Here he learnt the trade and loved
     practising drawing ornamentations and floral decorations.
56                                                                57
After six years he opened his own workshop and shop in         Dopo sei anni apre il suo laboratorio e il negozio a
San Samuele, just a stone’s throw from Palazzo Grassi.         San Samuele a due passi da Palazzo Grassi.
One of his most important projects is the gilding and stucco   Tra i lavori più importanti, gli interventi di doratura e
work at Palazzo Ducale in Modena. Stefano is always on         stuccatura del Palazzo Ducale di Modena. Stefano è
the lookout for new inspiration for his decorations, motifs    sempre alla continua ricerca di nuovi spunti per le sue
and subjects, which he chooses from the rich, multi-           decorazioni, motivi e soggetti che sceglie tra i ricchi
faceted monuments in Venice or from closely studying           e poliedrici monumenti veneziani oppure osservando
the decorations on vintage ceramics in museums or from         attentamente le decorazioni delle ceramiche d’epoca nei
poring over old art magazines. This research gives rise to     musei, o spulciando tra vecchie riviste d’arte. Nascono così
mirrors and tables decorated with designs and references       specchiere e tavoli arricchiti da disegni e da riferimenti
to historical or mythological characters. The drawings         a soggetti storici o mitologici. I disegni prendono vita
come to life thanks to the skilful use of chiaroscuro: the     attraverso un sapiente uso del chiaroscuro: la foglia d’oro
gold leaf is toned down with different shades depending on     viene velata con tonalità diverse sulla base dell’immagine
the picture in question. Stefano spends a lot of time in the   da interpretare. Stefano trascorre molto tempo in
workshop with his son, Sandro. They meticulously follow        laboratorio insieme al figlio Sandro.
all the processing stages: first hours are spent priming       Con scrupolosa attenzione seguono tutte le fasi di
the wood structures with rabbit-skin glue, then the work       lavorazione: ore trascorse innanzitutto a predisporre
is stuccoed and layers of plaster of Bologna applied. Then     l’imprimitura con colla coniglio della struttura lignea, poi
it is sanded down, treated with marl and the gold leaf is      l’esecuzione della stuccatura e delle stesure di gesso di
applied and burnished with an agate stone. At the end it       Bologna. Quindi la carteggiatura, il trattamento con la
is distressed or the design is applied with several coats of   terra grassa, la posa della foglia oro e la sua brunitura
varnish. There is no rulebook, ça va sans dire, each piece,    con la pietra d’agata. Infine, l’invecchiamento o il disegno
every single frame, is different but all carry the stamp of    con più strati di velature. Non ci sono ricette, ça va sans
master craftsmanship.                                          dire, ogni pezzo, ogni singola cornice è diversa dall’altra e
                                                               caratterizzata dal tocco della sapienza artigiana.




58                                                                                                                         59
60   61
ASIN PAVIMENTI
     www.asinpavimenti.com

     ALBINO CASARIN
     www.albinocasarin.com - albino.casarin@gmail.com

     DALL’ERA COMELATO
     www.dallera.it - info@dallera.it

     MICHELA FICOTTO
     www.vetrateapiombo.com - info@vetrateapiombo.com

     GUERRINO LOVATO
     www.mondonovomaschere.it - info@mondonovomaschere.it

     WILLER FUSON - www.willerfuson.it - info@willerfuson.it

     RICCARDO MENEGHETTI
     www.riccardomeneghetti.it - meneghettiriccardo@libero.it

     CARLO SEMENZATO
     www.valese.it - info@valese.it

     STEFANO E SANDRO ZANIN
     stefano_zanin@fastwebnet.it



62                                                              63
Questa pubblicazione è stata realizzata da alcuni artigiani della comunicazione
     le foto sono di Paolo Gamelli - www.gamelli.it
     il progetto grafico è di minedivine associati - www.minedivine.com
     i testi e il titolo della mostra sono di Mario Anton Orefice - www.studiodiscrittura it.
     la stampa è di IdeaAzione - www.ideaazione.com
64                                                                                         65
Il gesto che sorprende, storie di artigiani

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Il gesto che sorprende, storie di artigiani

  • 1.
  • 2. Il gesto che sorprende artigianato artistico a palazzo Scuola Grande San Teodoro Venezia 13 novembre 2010 - 9 gennaio 2011
  • 3. “L’arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo.” “The best art is produced when a man’s hand, head and heart work in harmony.” John Ruskin 4 5
  • 4. Il gesto che sorprende “Artigianato a Palazzo” was conceived by Albino Casarin Artigianato a Palazzo è un’idea di Albino Casarin subito and was immediately welcomed by other craftsmen and condivisa da altri artigiani artisti del territorio veneziano. artists in the Venice area. In their hands stone, wood Pietra, legno, ferro si trasformano sotto le loro mani in and iron are transformed into shapes and decorations, forme e decori, manufatti e sculture che sorprendono objects and sculptures, whose beauty and originality are per la loro bellezza e unicità. Tutto nasce sempre dalla guaranteed to amaze. The secret is being able to draw in capacità di disegnare fin nei minimi particolari quello che great detail what will then be created by skilled hands. si dovrà poi realizzare attraverso gesti sapienti. Sometimes, after years of experience, the drawing is in Alle volte, dopo tanti anni di esperienza, il disegno è solo your head and it is your hands that shape the material. nella mente, è la memoria delle mani che plasmano la Sometimes a plaster mould produces a sculpture, an materia. Altre volte è un calco di gesso che porta alla ornament, other times small pieces are assembled scultura, all’ornamento, altre volte ancora sono piccoli perfectly. Every object embodies an original idea, the pezzi che vanno montati senza possibilità d’errore. history of a style but, more than anything else, the Ogni oggetto contiene in sé l’originalità di un’idea, la passion to create something that did not exist before. storia di uno stile ma soprattutto la passione di creare qualcosa che prima non esisteva. 6 7
  • 5. Terrazzi alla Veneziana Erminio Asin Seminano pietre colorate dalle quali nascono splendidi e duraturi pavimenti, li chiamano terrazzieri e sono gli artigiani del terrazzo alla veneziana. They embed coloured stones to create splendid long- lasting floors and are called “terrazzieri”, the craftsmen specialised in Venetian “terrazzo” floors. 8 Eraldo Asin 9
  • 6. Da quattro generazioni l’impresa Asin Erminio, con sedi a Venezia e a Mogliano Veneto, è maestra in questa tecnica già conosciuta nel mondo greco e latino. Un’arte rivalutata dagli artigiani friulani e poi importata a Venezia dove la sua presenza è documentata dal 1586. Sono tante le architetture e le sedi di enti prestigiosi abbellite e restaurate dalla famiglia Asin, ne citiamo solo alcune: Palazzo Labia, Palazzo Ducale, Gallerie dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo Correr a Venezia, Palazzo Barberini a Roma, Villa dell’Ombrellino a Firenze, il tempietto leopoldino di Eisenstadt, Palazzo dei Priori ad Assisi, la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il Teatro Regio di Parma. Per prima cosa si stende la “stabilidura” di cocciopesto e calce spenta o cemento. “Oggi accanto ai leganti tradizionali – ricorda Eraldo Asin - si sta affermando la resina epossidica che ha costi minori sia perché lo spessore del pavimento è più sottile sia perchè le pietre anziché venire seminate vengono impastate.” Dopo la “stabilidura” i maestri terrazzieri procedono alla semina delle pietre che possono essere di vari colori e tipi: Pietra d’Istria, Bianco di Carrara, Rosa di Verona, Rosso Amiata, Giallo Siena, Verde Piave e così via. Subito dopo l’opera è completata dalle fasi di levigatura, stuccatura, lucidatura e il trattamento finale con cera d’api. Per le decorazioni geometriche o floreali si procede con l’aiuto di sagome di legno che hanno lo scopo di isolare le superfici da ornare durante la semina. Per gli stemmi e altre figure il pavimento è completato con la tecnica del mosaico “La nostra è un’arte umile – dice Eraldo, lavoriamo spesso con la schiena piegata o in ginocchio, ma forse proprio per questo ciò che realizziamo dura nei secoli.” 10 11
  • 7. For four generations, Asin Erminio has led the field in this craft – explains Eraldo Asin – epoxy resin is becoming more and and, with workshops in Venice and Mogliano Veneto, they are more popular as an alternative to traditional binders because it true masters of a technique which was already used in Greek and costs less – the floor is not as thick and instead of placing the Roman times. The art was taken up again by craftsmen in Friuli stones, they are mixed.” After laying the “stabilidura”, the skilled and then imported to Venice, where the first recorded mention “terrazzieri” begin embedding the stones, which can be different dates back to 1586. The Asin family has decorated and restored colours and types: Istrian stone, Bianco Carrara, Rosa Verona, a great number of buildings and offices of many prestigious Rosso Amiata, Giallo Siena, Verde Piave and so on. Immediately organisations, including Palazzo Labia, the Doge’s Palace, after this the floor is smoothed down, grouted, polished and Gallerie dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo treated with beeswax. If the floor is to be embellished with Correr in Venice, Palazzo Barberini in Rome, Villa dell’Ombrellino geometric or floral decorations, wooden profiles are used to in Florence, the Leopold temple in Eisenstadt, Palazzo dei isolate that particular area during embedding. Mosaics are used Priori in Assisi, the Malatesta Library in Cesena and the Regio to create coats of arms and other figures. “Ours is a humble art – Theatre in Parma. The first step is to lay the “stabilidura”, a layer says Eraldo, we often work bent over or on our knees, but maybe consisting of broken tiles and slaked lime or cement. “Nowadays this is why our floors last for centuries.” 12 13
  • 8. Decorazioni ornamentali a stucco Albino Casarin Una scultura ma al contrario, un’opera che nasce da sovrapposizioni, chiare e leggere addizioni, precisi movimenti della mano che somma, leviga, segna ma non sottrae mai. A sculpture, but the other way round, a work that is created by applying layer upon layer, clear, light additions, precise movements of the hand which adds, smoothes down, marks but never removes. 14 15
  • 9. Il lavoro a stucco è un’arte che aggiunge senza togliere. È anche un’arte, come quella dell’affresco, dove non ci si può fermare e nella quale soprattutto non si può sbagliare. Ogni gesto è eseguito “a fresco” senza soluzione di continuità. Un’arte che ha oggi uno dei suoi cuori pulsanti nella campagna veneta a due passi dal centro di Scorzè. È qui che Albino ha lo studio-laboratorio dove si dedica ai disegni preparatori degli interventi e dove mette a punto i composti di calce e polvere di marmo. Fin da giovane è stato accompagnato da una straordinaria capacità manuale e dalla facilità di riprodurre con il disegno soggetti destinati poi ad ornare saloni e ambienti storici. Suo maestro è stato Cesare Cargnelli, l’ultimo grande stuccatore e decoratore che in segno di stima gli ha consegnato i ferri del mestiere che l’accompagnavano da una vita. Ogni lavoro ha le sue caratteristiche e ogni decorazione si inserisce all’interno di un contesto storico che l’artigiano deve conoscere. Alla base di tutto c’è però il disegno, una vera e propria passione che Albino coltiva fin dalla giovinezza e che lo ha portato ad esser uno dei più bravi artigiani-artisti del suo settore. Ha lavorato molto a Venezia e anche all’estero. Tra gli interventi di cui va più fiero c’è la complessa decorazione delle sale dell’Hotel Ala a Santa Maria del Giglio. Del suo lavoro dice: “Non si può imparare solo dai libri; come tutte le tecniche artigianali devi apprenderla seguendo il tuo maestro mentre lavora, devi essere capace di memorizzare alcuni gesti, di sviluppare una certa sensibilità e devi essere un abile disegnatore. Mi auguro che questa mostra avvicini nuovi giovani ma anche nuovi committenti a mestieri unici e storici che stanno, purtroppo, scomparendo”. 16 17
  • 10. Stucco work is an art that adds without taking away. It is also an art, like frescoes, where you cannot stop and, more importantly, you cannot make a mistake. Every movement is made “wet”, without interruption. Today this art is alive and kicking in the Veneto countryside, just a short distance from the centre of Scorzè. This is where Albino Casarin has his studio-workshop, where he comes up with his preparatory drawings and makes up the lime and marble powder mixtures for his stucco. Ever since he was a boy, he has been extraordinarily good with his hands and able to draw subjects which have gone on to grace lounges and historical houses. His master was Cesare Carnielli, the last great stucco worker and decorator, who gave Albino his lifelong tools in token of his respect for his pupil. Each project has its own unique features and each decoration is placed in a historical context which the craftsman must be familiar with. But everything revolves around drawing, a real passion Albino has cultivated since childhood and which has earned him the reputation as one of the best craftsmen-artists in his field. He has worked extensively in Venice and also abroad. One of the projects he is most proud of is the complicated decoration of the rooms in the Hotel Ala in Santa Maria del Giglio. He has this to say about his work: “You can’t learn everything from books; as with all artisan techniques, you learn it by watching your master as he works, you must be able to memorise gestures, develop a certain sensitivity and you must be able to draw well. I hope this exhibition brings youngsters, and also new clients, closer to these unique and historical professions which, unfortunately, are disappearing”. 18 19
  • 11. Lavorazione artistica del marmo Dall’Era Comelato Un giardino di pietra nella città d’acqua. Lo fondò nel 1900 a Venezia un signore di grande cultura e sensibilità: Romeo Dall’Era professore di scultura all’Accademia. A garden of stone in a city of water. The workshop was established in 1900 in Venice by a highly cultured and sensitive man: Romeo Dall’Era, professor of sculpture at the Academy. 20 Alberto e Giovanni Comelato 21
  • 12. Scrive Giovanna Wurmbrand: “Dall’Era entra subito nelle grazie dell’aristocrazia veneziana. Le commesse si fanno sempre più importanti e il laboratorio interviene nei restauri delle chiese della Salute, di San Pantalon, dei Frari e a Palazzo Ducale. Gabriele D’annunzio commissiona a Dall’Era la testiera in marmo bianco del suo letto; la scrittrice Freya Stark fa eseguire per la sua casa di Asolo tre bagni intarsiati con marmi colorati greci e ricchi di ornati allegorici; Peggy Guggenheim ordina il trono in pietra che fa bella mostra di sé tra gli alberi secolari della sua casa-museo.” Alla guida della bottega, chiamata “il laboratorio dei nobili”, subentrò Bruno Dall’Era che in seguito passò il testimone a Giancarlo Comelato. Oggi l’antica tradizione artigiana prosegue con Alberto e Giovanni Comelato. Nel giardino, capitelli e bassorilievi occhieggiano dai muri color arancio e lo sguardo si posa sui motivi floreali che avvolgono chimere, sui libri tenuti aperti da santi e vescovi, sull’eroico San Giorgio che trafigge il drago, sui mascheroni di filosofi greci, sulle foglie dei capitelli corinzi, su madonne medievali, su vere da pozzo ornate da creature infernali, sui tavoli intarsiati con tessere di onice, alabastro e pietra nera. In bottega il ritmo dello scalpello segna il tempo della sbozzatura. Saranno poi scalpelli e mani più fini e precise a dar vita a ciò che la pietra celava: un busto di regina africana in marmo nero del Belgio, un caminetto in Pietra d’Istria con decorazioni naturalistiche, una splendida Venere greca in marmo bianco di Carrara. 22 23
  • 13. Giovanna Wurmbrand writes: “Dall’Era immediately became a favourite among the Venetian aristocracy. Orders became more and more important and the workshop was involved in restoration work at the churches of La Salute, San Pantalon, the Frari and at the Doge’s Palace. Gabriele D’Annunzio commissioned Dall’Era to make a white marble bedhead for his bed; the writer Freya Stark asked him to decorate three bathrooms in her house in Asolo, which were inlaid with coloured Greek marble and embellished with allegorical ornamentations; Peggy Guggenheim ordered the stone throne which sits majestically among the age-old trees in her house-museum.” His shop, known as “the workshop of the nobles”, continued under the helm of Bruno Dall’Era and was then passed on to Giancarlo Comelato. The ancient craftwork is continued today by Alberto and Giovanni Comelato. In the garden, capitals and bas reliefs peep out from the orange-coloured walls and your eyes fall on floral motifs which wind around chimeras, on books held open by saints and bishops, the heroic Saint George slaying the dragon, large masks of Greek philosophers, leaves of Corinthian capitals, medieval Madonnas, well-heads decorated with hellish creatures and tables inlaid with onyx, alabaster and black stone tesserae. In the workshop, the rhythm of the chisel announces the rough-hewing work. Then more delicate and precise chisels and hands take over and release whatever is hidden within the stone: the bust of an African queen in black Belgian marble, a fireplace in Istrian stone with naturalistic decorations, a splendid Greek Venus in white Carrara marble. 24 25
  • 14. Vetrate a Piombo Artistiche Michela Ficotto Dalla superficie irregolare e specchiante della laguna ai riflessi colorati e irregolari delle vetrate artistiche del laboratorio di Michela Ficotto, una bottega dalle parti di campo San Bernardo a pochi passi dalle storiche vetrerie di Murano. In ventisei anni questo piccolo laboratorio ha conquistato la committenza con la qualità delle sue lavorazioni. From the irregular, mirror-like surface of the lagoon to the irregular, coloured reflections of the artistic stained glass in Michela Ficotto’s workshop, located near Campo San Bernardo, just a short distance from the famous Murano glassworks. In twenty-six years this small workshop has earned itself a loyal following, thanks to the quality of its creations. Stefano Bullo - designer 26 27
  • 15. Un’inconsueta abilità artistica e manuale riconosciuta anche nel settore del restauro; Michela e i suoi aiuti hanno collaborato agli interventi delle chiese veneziane della Salute, del Redentore (tempio palladiano nel quale hanno realizzato 220 metri quadrati di vetrate), della Basilica dei Santi Maria e Donato e di San Pietro Martire a Murano. Nei modesti spazi della bottega, tra vetrate colorate e disegni che dovranno poi trasformarsi in armoniche “composizioni” di vetro, fa capolino un Cristo di Guido Reni: il volto emerge dal fondo di vetro soffiato color ametista, l’incarnato rosa e i capelli color ambra dialogano poeticamente con i chiaroscuri stilizzati dalla grisaglia. Accanto alle tecniche e alle lavorazioni tradizionali questa fucina veneziana ha cominciato a modellare il suo futuro con il talento di Stefano Bullo, il giovane figlio di Michela che sta terminando l’Accademia di Belle Arti. Un pittore di grandi qualità che ha già esposto alla Galleria Bevilacqua La Masa ed è autore di ritratti di grande forza introspettiva che hanno attirato l’attenzione dei critici. Stefano ha già realizzato diverse vetrate innovative sia dal punto di vista tecnico e del gusto, scegliendo anche di eseguire lavorazioni in pressofusione. “Vedo la vetrata - dice Stefano - come un quadro a sé con una luce e una trasparenza che non si possono raccontare. Il mio sogno è quello di portare un giorno le vetrate artistiche alla Biennale di Venezia.” 28 29
  • 16. Michela’s extraordinary artistic and manual skills have also to shape its future, thanks to the talent of Stefano Bullo, gained her a reputation in restoration work; she and her Michela’s young son, who has nearly completed his studies assistants have taken part in work on several churches in at the Academy of Fine Arts. This highly talented painter, Venice: La Salute, Il Redentore (a Palladian temple where who has already exhibited at the Galleria Bevilacqua La they made 220 square metres of stained glass windows), Masa, is the author of strong introspective portraits which the Basilica dei Santi Maria e Donato and San Pietro Martire have attracted the attention of the critics. Stefano has in Murano. In the limited space of the shop, a Christ by already produced several stained glass works which are Guido Reni peeps out from behind the coloured glass and technically and stylishly innovative and has chosen to use drawings that will be transformed into harmonious glass pressure die-casting in some of his creations. “I see a glass “compositions”: Christ’s face emerges from the background window – says Stefano – like a painting, with a light and of the amethyst-coloured blown glass, the pink complexion transparency that you just can’t put into words. My dream and amber-coloured hair relate poetically with the stylised is to show our artistic stained glass at the Venice Biennale chiaroscuro of the grisaille. Alongside the traditional one day.” techniques and processes, this Venetian forge is beginning 30 31
  • 17. Lavorazione artistica del ferro Willer Fuson Piegare il ferro sembra un’impresa impossibile ma tutto cambia quando diventa incandescente sulla forgia: un’energia solare lo pervade, è pronto a vivere in nuove forme. Bending iron may seem an impossible task but when it becomes white hot on the forge all that changes: it is filled with solar energy, ready to take on new shapes. 32 33
  • 18. Una statua equestre sorveglia l’ingresso della fucina di Willer Fuson classe 1950. All’età di quindici anni, nei magazzini della casa di campagna, aveva già una forgia, poi vendendo i suoi quadri - era portato anche per il disegno e la pittura - si comprò un maglio e realizzò i primi lavori in un locale di quattro metri per quattro. All’ingresso della sua fucina a Scandolara di Zero Branco si viene salutati da una vetrata artistica in ferro battuto con pavoni e segni zodiacali. Mentre un apprendista batte al calore della forgia, Fuson spiega: “Per me un artigiano è sempre un artista, molto più di certi presunti artisti. Non basta avere un’idea bisogna possedere anche l’esperienza per trasformarla in un’opera. L’arte secondo me deve sempre evocare un equilibrio, un’armonia, una proporzione tra le parti. Non è cosa da poco e non è cosa per tutti.” Una delle sue ultime sculture rappresenta due buoi che trainano l’aratro accompagnati dal contadino, un’immagine campestre che diventa movimento, conflitto, avventura: uno degli animali cade per lo sforzo e il contadino lo aiuta sollevando l’aratro. Per dare l’idea della complessità dell’opera va sottolineneato che il contadino è composto da venti pezzi diversi forgiati ad uno ad uno e poi assemblati. Il metodo non cambia per i pavoni, i crocifissi, le rose , le lampade, i cavalli, i leoni che Willer espone in uno dei locali dell’officina. Alcune sculture sono opera del figlio Andrea che lo affianca nell’attività e che ha completato la sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia. “Il segreto - confida - è far sembrare il ferro un materiale malleabile, leggero, dinamico, che prende vita”. 34 35
  • 19. An equestrian statue watches over the entrance to Willer Fuson’s forge (b. 1950). At the age of fifteen, he already had his own forge set up in the storerooms of his house in the country; he sold some of his paintings – he was also a gifted artist and painter – and bought himself a hammer, producing his very first works in a room just four metres by four. As you enter his forge in Scandolara di Zero Branco, you are greeted by an artistic wrought iron glass window decorated with peacocks and signs of the zodiac. While an apprentice hammers in the heat of the forge, Fuson explains: “A craftsman is always an artist in my mind, a lot more than many other so-called artists. Having an idea is not enough, you also need the experience to turn it into a work of art. I believe that art should always produce balance, harmony, a proportion between the parts. It’s quite a tall order and not for everyone.” One of his latest sculptures portrays two oxen pulling a plough, followed by the farmer, a rural scene that involves movement, conflict, adventure: one of the animals falls because of the effort and the farmer helps him by lifting the plough. It is a highly complex work – the farmer is made of twenty different pieces, all forged individually and then put together. Willer uses the same method for the peacocks, crucifixes, roses, lamps, horses and the lions on display in one of the rooms of his workshop. Some sculptures are the handiwork of his son, Andrea, who works with him and has finished his training at the Academy of Fine Arts in Venice. “The secret – he confides – is to make iron appear to be a malleable, light, dynamic material that comes alive”. 36 37
  • 20. Maschere, sculture, modelli decorativi Guerrino Lovato “Pensato a mano”, potrebbe essere il motto di ogni artigiano, è la frase con cui Guerrino Lovato definisce la sua attività. Nella bottega Mondonovo in Campo Santa Margherita lui regala spiegazioni e curiosità a qualsiasi visitatore. “Thought by hand” could be the slogan of every craftsman and it is the motto that sums up Guerrino Lovato’s work. In his workshop ‘Mondonovo’ in Campo Santa Margherita, he offers explanations and shares tales with all his visitors. 38 39
  • 21. Abile conversatore ed esperto d’enigmi d’arte, Guerrino e il dottore della Peste. Su altri ripiani le sculture tratte Lovato è stato definito geniale “mascarer” veneziano ma dai più bei disegni di Annibale Carracci, Michelangelo, lui si sente prima di tutto uno scultore... Lavora molto per Leonardo. “Ho aperto questa bottega nel 1983 – racconta teatri, cinema, feste. In America ha dipinto un soffitto per il Guerrino - e ha avuto subito successo. Tra i lavori di cui Venice Las Vegas, in Russia i soffitti del nuovo Cremino,nel vado più fiero c’è senz’altro la cavea della nuova Fenice: 1993 insieme a Giorgio Spiller ha eseguito un presepio per dai numeri dei palchi ai pomoli, alle sculture a basso e alto il Comune di Parigi, dalle sue mani hanno preso forma le rilievo, circa 300 metri quadrati di prototipi e 12 figure sono maschere utilizzate da Stanley Kubrick in Eyes wide shut stati realizzati qui dentro.” Guerrino è anche il protagonista e altre commissionate da Zeffirelli e Kenneth Branagh. con le sue sculture effimere di molte feste di piazza e del C’è qualcosa di sulfureo che aleggia tra i mille volti tragici Carnevale di Venezia per il quale realizzò un memorabile e comici che pendono dal soffitto della sua bottega, un rinoceronte con un corno lungo 12 metri, una visione caleidoscopio di storie e biografie che aspettano solo di felliniana mirabilmente “pensata a mano” come il toro essere riscoperte, narrate, ricordate: Beethoven, Tintoretto, Ferdinando ed Archimede Pitagorico creati su licenza della Casanova, Giorgione, Socrate, Pantalone, Brighella, Medusa Walt Disney. 40 41
  • 22. A clever conversationalist and expert in art enigmas, Guerrino Casanova, Giorgione, Socrates, Pantalone, Brighella, Medusa Lovato has been dubbed the brilliant mask maker of Venice and the Plague Doctor. On other shelves he has sculptures but more than anything else he considers himself a sculptor. inspired by the beautiful drawings of Annibale Carracci, He works extensively for theatres, the cinema and festivals. Michelangelo and Leonardo. “I opened this shop in 1983 – In America he painted one of the ceilings of the Venice in says Guerrino – and it was an immediate success. One of the Las Vegas, in Russia the ceilings of the new Kremlin, in projects I am most proud of is undoubtedly the auditorium at 1993 he created a Christmas crib for the City of Paris with the new Fenice: about 300 square metres of prototypes and Giorgio Spiller, he is the man (and the hands) behind the 12 figures were made here, ranging from the numbers on the masks used by Stanley Kubrick in Eyes wide shut and others boxes to knobs and sculptures in bas and high relief.” Guerrino commissioned by Zeffirelli and Kenneth Branagh. There is and his ephemeral sculptures are also stars of many local something sulphurous in the air among the thousand tragic festivals and the Carnival of Venice. For the carnival he came and comic faces hanging from the ceiling in his workshop, up with an unforgettable rhinoceros with a 12-metre horn, a kaleidoscope of stories and biographies just waiting to a vision worthy of Fellini and admirably “thought by hand”, be uncovered, told, remembered: Beethoven, Tintoretto, like Ferdinand the Bull and Gyro Gearloose who Walt Disney granted him the licence to create. 42 43
  • 23. Intaglio e doratura Riccardo Meneghetti A Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in un laboratorio circondato da alberi e fiori, Riccardo Meneghetti e suo padre intagliano cornici, pezzi di legno che sembrano inanimati e rigidi rivelano sotto le loro mani un’indole versatile e una fantasia che aspettano solo di essere scoperte. La scultura del legno si accompagna ad altre abilità come la doratura e laccatura, il restauro, la realizzazione di mobili. In Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in a workshop surrounded by trees and flowers, Riccardo Meneghetti and his father carve frames. In their hands pieces of wood that appear stiff and lifeless reveal their versatile character and an imagination that are just waiting to be released. Wood carving is not their only talent, they are also masters at gilding and lacquering, restoring and furniture making 44 45
  • 24. Riccardo, diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Venezia, ha appena terminato un comò che sembra uscito dalle memorie di Casanova, un comò bombato con ornamenti floreali ed eleganti teste femminili, un piano in finto marmo, le cornici in oro zecchino e ogni colore realizzato secondo il metodo tradizionale con le tempere, le terre e la velatura di sandracca. Una storia cominciata negli anni Cinquanta quando il papà di Riccardo lavorava per degli antiquari di Venezia e giorno dopo giorno maturava la decisione di mettersi per conto proprio. Cominciò con delle piccole fresatrici artigianali che gli permettevano di realizzare a mano le frese più adatte ai soggetti scelti. Oggi quelle frese sono diventate centinaia ma solo padre e figlio ne conoscono i segreti. I risultati del loro lavoro possono essere i più diversi: cornici a cassetta pensate per quadri del Cinquecento, cornici dagli ornati barocchi per nobili specchiere, le classiche francesine con una incredibile varietà di sagomature e forme, cornici a ventaglio, ovali, rettangolari, tonde, abbellite da soli, fiori, putti, foglie d’acanto. Ogni soggetto merita una cornice e ogni cornice merita un progetto unico che non può esser mai il risultato di una produzione seriale. Lo stesso vale per il restauro e la creazione di mobili antichi che i Meneghetti conducono secondo le tecniche tradizionali con integrazioni, ove necessario, di essenze della stessa epoca e adottando la lucidatura a gommalacca con vari passaggi alternati all’aggiunta di pomice in polvere e olio paglierino. “Quando lavoriamo stiamo bene - dicono, creare è un po’ come sognare.” 46 47
  • 25. Riccardo, who went to the State School of Art in Venice, has just finished a chest of drawers which looks like something out of “The Memoirs” of Casanova. It is rounded with floral decorations and elegant female heads, has an imitation marble top, frames in pure gold and each of the colours is prepared in the traditional way using tempera, earth colours and sandarac varnish. The history of the business goes back to the Fifties when Riccardo’s father worked for antique dealers in Venice and, as time passed, he decided to set up on his own. He started with small artisan milling machines which enabled him to make more suitable cutters by hand for his chosen subjects. Today they have hundreds of cutters but only father and son know their secrets. They produce a whole range of frames: box frames designed for 17th century paintings, frames with Baroque decorations for aristocratic mirrors, classic French-style frames with an incredible variety of shapes and forms, fan-shaped, oval, rectangular and round frames, decorated with suns, flowers, putti and acanthus leaves. Every picture deserves a frame and every frame deserves a unique design, which cannot be achieved with mass production. The same concept is applied to restoration and the antique furniture the Meneghetti create using traditional techniques, adding, where necessary, wood from the same period and applying several coats of shellac polish, alternated with added powdered pumice and straw oil. “When we work we are happy – they say, creating is a bit like dreaming.” 48 49
  • 26. Fonderia artistica Valese Carlo Semenzato Se ne sta acquattatata dietro Madonna dell’Orto la Fonderia Valese, nascosta come per modestia. Una calle stretta di mattoni arancioni, una scritta sul legno verde, un cortile in disordine e poi la porta che dà sulla fonderia. Di là i laboratori e lungo gli scaffali decine di presenze, di statue grandi e piccole, come quella famosa del Colleoni, maschere, cavalli, leoni alati, lanterne. The Valese foundry is hidden behind Madonna dell’Orto, almost crouching down out of modesty. A narrow orange brick alleyway, a couple of words on green wood, an untidy courtyard and then the door that leads to the foundry. Through the door are the workshops and on the shelves dozens of objects, large and small statues, like the famous one of Colleoni, masks, horses, winged lions and lanterns. 50 51
  • 27. Carlo Semenzato è un tipo di poche parole, ha imparato ogni segreto di questo mestiere da Mario Valese. Sa che sono i fatti quelli che contano, alle sue spalle ha cento anni di storia. Accanto al tornio l’attestato della Mostra Campionaria di Firenze del 1934 che consegna alla ditta Valese “La croce al merito e la Medaglia d’oro per gli speciali lavori artistici di fonderia e meccanica”, e una lettera firmata da Mary Catherine Martin direttrice del restauro del Fox Theatre di Atlanta: “Ho appena ricevuto le vostre ultime fusioni e sono molto soddisfatta del livello di qualità del vostro lavoro. Le vostre riproduzioni sono largamente superiori a qualsiasi altro tipo di prodotto ricevuto da altre fonderie, in Italia o negli Stati Uniti.” Sorride Carlo con la sua faccia buona che ricorda quella di Neri Marcorè, la sua storia l’ha raccontata mille volte, ma a raccontarla davvero sono i ballottoni e i rigadini (specie di stampi) forniti alle vetrerie di Murano, i battenti e i campanelli di Venezia, i leoni di San Marco usati per le premiazioni del Festival del Cinema, i lampioni composti da oltre cinquanta pezzi diversi assemblati con pazienza, i cavallucci marini per l’ornamento di gondole civettuole. Un’arte apprezzata anche in Giappone dove i lampioni Valese sono stati scelti per l’illuminazione del prestigioso campo da golf di Hokkaido. “Chi non l’ha provato non può capirlo – dice Carlo – che cosa si prova a creare qualcosa che prima non esisteva.” 52 53
  • 28. Carlo Semenzato is a man of few words who learnt all the times but it is really his creations that tell it: the ballottoni secrets of his trade from Mario Valese. He knows that it and the rigadini (kind of moulds) supplied to the Murano is not what you say but what you do that counts, he has glassworks, the doorknockers and bells of Venice, the lions one hundred years of history behind him. Next to the lathe of Saint Mark used at the Film Festival award ceremony, hangs a certificate from the 1934 Florence Trade Fair which the lamp posts made up of more than fifty different pieces, awarded the Valese company “The Cross of Merit and the all patiently assembled, the seahorses used to decorate the Gold Medal for special artistic foundry and mechanical coquettish gondolas. His work is acclaimed as far afield works” and a letter from Mary Catherine Martin, head as Japan, where Valese lamp posts were chosen to light of restoration at the Fox Theater in Atlanta: “I have just up the prestigious golf course in Hokkaido. “If you’ve never received your latest castings and I am very satisfied with the experienced it – says Carlo – you can’t understand what it quality of your work. Your reproductions are by far superior feels like to create something that did not exist before.” to any other product we have received from other foundries in Italy or the United States.” Carlo smiles, his kind face just like Neri Marcorè’s, he has told his story thousands of 54 55
  • 29. Laccatura e doratura Stefano Zanin Tutto quello che tocca lo trasforma in oro ma non è Nicolas Flamel o Paracelso. A Venezia Stefano Zanin comincia il suo apprendistato all’età di tredici anni. Il papà restauratore, ebanista, intagliatore, lo introduce nella bottega di Terzo Barbini e poi da Giovanni Cavalier a Santo Stefano. È lì che impara il mestiere, ama esercitarsi nel disegno di ornati e decorazioni floreali. Everything he touches turns to gold but he is no Nicolas Flamel or Paracelsus. Stefano Zanin began his apprenticeship in Venice at the age of thirteen when his father, a restorer, cabinet-maker and woodcarver, took him to Terzo Barbini’s workshop and then to Giovanni Cavalier in Santo Stefano. Here he learnt the trade and loved practising drawing ornamentations and floral decorations. 56 57
  • 30. After six years he opened his own workshop and shop in Dopo sei anni apre il suo laboratorio e il negozio a San Samuele, just a stone’s throw from Palazzo Grassi. San Samuele a due passi da Palazzo Grassi. One of his most important projects is the gilding and stucco Tra i lavori più importanti, gli interventi di doratura e work at Palazzo Ducale in Modena. Stefano is always on stuccatura del Palazzo Ducale di Modena. Stefano è the lookout for new inspiration for his decorations, motifs sempre alla continua ricerca di nuovi spunti per le sue and subjects, which he chooses from the rich, multi- decorazioni, motivi e soggetti che sceglie tra i ricchi faceted monuments in Venice or from closely studying e poliedrici monumenti veneziani oppure osservando the decorations on vintage ceramics in museums or from attentamente le decorazioni delle ceramiche d’epoca nei poring over old art magazines. This research gives rise to musei, o spulciando tra vecchie riviste d’arte. Nascono così mirrors and tables decorated with designs and references specchiere e tavoli arricchiti da disegni e da riferimenti to historical or mythological characters. The drawings a soggetti storici o mitologici. I disegni prendono vita come to life thanks to the skilful use of chiaroscuro: the attraverso un sapiente uso del chiaroscuro: la foglia d’oro gold leaf is toned down with different shades depending on viene velata con tonalità diverse sulla base dell’immagine the picture in question. Stefano spends a lot of time in the da interpretare. Stefano trascorre molto tempo in workshop with his son, Sandro. They meticulously follow laboratorio insieme al figlio Sandro. all the processing stages: first hours are spent priming Con scrupolosa attenzione seguono tutte le fasi di the wood structures with rabbit-skin glue, then the work lavorazione: ore trascorse innanzitutto a predisporre is stuccoed and layers of plaster of Bologna applied. Then l’imprimitura con colla coniglio della struttura lignea, poi it is sanded down, treated with marl and the gold leaf is l’esecuzione della stuccatura e delle stesure di gesso di applied and burnished with an agate stone. At the end it Bologna. Quindi la carteggiatura, il trattamento con la is distressed or the design is applied with several coats of terra grassa, la posa della foglia oro e la sua brunitura varnish. There is no rulebook, ça va sans dire, each piece, con la pietra d’agata. Infine, l’invecchiamento o il disegno every single frame, is different but all carry the stamp of con più strati di velature. Non ci sono ricette, ça va sans master craftsmanship. dire, ogni pezzo, ogni singola cornice è diversa dall’altra e caratterizzata dal tocco della sapienza artigiana. 58 59
  • 31. 60 61
  • 32. ASIN PAVIMENTI www.asinpavimenti.com ALBINO CASARIN www.albinocasarin.com - albino.casarin@gmail.com DALL’ERA COMELATO www.dallera.it - info@dallera.it MICHELA FICOTTO www.vetrateapiombo.com - info@vetrateapiombo.com GUERRINO LOVATO www.mondonovomaschere.it - info@mondonovomaschere.it WILLER FUSON - www.willerfuson.it - info@willerfuson.it RICCARDO MENEGHETTI www.riccardomeneghetti.it - meneghettiriccardo@libero.it CARLO SEMENZATO www.valese.it - info@valese.it STEFANO E SANDRO ZANIN stefano_zanin@fastwebnet.it 62 63
  • 33. Questa pubblicazione è stata realizzata da alcuni artigiani della comunicazione le foto sono di Paolo Gamelli - www.gamelli.it il progetto grafico è di minedivine associati - www.minedivine.com i testi e il titolo della mostra sono di Mario Anton Orefice - www.studiodiscrittura it. la stampa è di IdeaAzione - www.ideaazione.com 64 65