Di Prinzio Ferro Battuto - The best of Ville&Casali
Il gesto che sorprende, storie di artigiani
1.
2. Il gesto che sorprende
artigianato artistico a palazzo
Scuola Grande San Teodoro
Venezia 13 novembre 2010 - 9 gennaio 2011
3. “L’arte migliore è quella in cui la mano, la testa
e il cuore di un uomo procedono in accordo.”
“The best art is produced when a man’s hand,
head and heart work in harmony.”
John Ruskin
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4. Il gesto che sorprende
“Artigianato a Palazzo” was conceived by Albino Casarin Artigianato a Palazzo è un’idea di Albino Casarin subito
and was immediately welcomed by other craftsmen and condivisa da altri artigiani artisti del territorio veneziano.
artists in the Venice area. In their hands stone, wood Pietra, legno, ferro si trasformano sotto le loro mani in
and iron are transformed into shapes and decorations, forme e decori, manufatti e sculture che sorprendono
objects and sculptures, whose beauty and originality are per la loro bellezza e unicità. Tutto nasce sempre dalla
guaranteed to amaze. The secret is being able to draw in capacità di disegnare fin nei minimi particolari quello che
great detail what will then be created by skilled hands. si dovrà poi realizzare attraverso gesti sapienti.
Sometimes, after years of experience, the drawing is in Alle volte, dopo tanti anni di esperienza, il disegno è solo
your head and it is your hands that shape the material. nella mente, è la memoria delle mani che plasmano la
Sometimes a plaster mould produces a sculpture, an materia. Altre volte è un calco di gesso che porta alla
ornament, other times small pieces are assembled scultura, all’ornamento, altre volte ancora sono piccoli
perfectly. Every object embodies an original idea, the pezzi che vanno montati senza possibilità d’errore.
history of a style but, more than anything else, the Ogni oggetto contiene in sé l’originalità di un’idea, la
passion to create something that did not exist before. storia di uno stile ma soprattutto la passione di creare
qualcosa che prima non esisteva.
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5. Terrazzi alla Veneziana
Erminio
Asin
Seminano pietre colorate dalle quali nascono splendidi
e duraturi pavimenti, li chiamano terrazzieri e sono gli
artigiani del terrazzo alla veneziana.
They embed coloured stones to create splendid long-
lasting floors and are called “terrazzieri”, the craftsmen
specialised in Venetian “terrazzo” floors.
8 Eraldo Asin 9
6. Da quattro generazioni l’impresa Asin Erminio, con sedi a
Venezia e a Mogliano Veneto, è maestra in questa tecnica
già conosciuta nel mondo greco e latino.
Un’arte rivalutata dagli artigiani friulani e poi importata a
Venezia dove la sua presenza è documentata dal 1586.
Sono tante le architetture e le sedi di enti prestigiosi
abbellite e restaurate dalla famiglia Asin, ne citiamo
solo alcune: Palazzo Labia, Palazzo Ducale, Gallerie
dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo Correr
a Venezia, Palazzo Barberini a Roma, Villa dell’Ombrellino
a Firenze, il tempietto leopoldino di Eisenstadt, Palazzo
dei Priori ad Assisi, la Biblioteca Malatestiana di Cesena,
il Teatro Regio di Parma. Per prima cosa si stende la
“stabilidura” di cocciopesto e calce spenta o cemento.
“Oggi accanto ai leganti tradizionali – ricorda Eraldo Asin -
si sta affermando la resina epossidica che ha costi minori
sia perché lo spessore del pavimento è più sottile sia perchè
le pietre anziché venire seminate vengono impastate.”
Dopo la “stabilidura” i maestri terrazzieri procedono alla
semina delle pietre che possono essere di vari colori e tipi:
Pietra d’Istria, Bianco di Carrara, Rosa di Verona, Rosso
Amiata, Giallo Siena, Verde Piave e così via. Subito dopo
l’opera è completata dalle fasi di levigatura, stuccatura,
lucidatura e il trattamento finale con cera d’api. Per le
decorazioni geometriche o floreali si procede con l’aiuto di
sagome di legno che hanno lo scopo di isolare le superfici
da ornare durante la semina. Per gli stemmi e altre figure il
pavimento è completato con la tecnica del mosaico
“La nostra è un’arte umile – dice Eraldo, lavoriamo spesso
con la schiena piegata o in ginocchio, ma forse proprio per
questo ciò che realizziamo dura nei secoli.”
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7. For four generations, Asin Erminio has led the field in this craft – explains Eraldo Asin – epoxy resin is becoming more and
and, with workshops in Venice and Mogliano Veneto, they are more popular as an alternative to traditional binders because it
true masters of a technique which was already used in Greek and costs less – the floor is not as thick and instead of placing the
Roman times. The art was taken up again by craftsmen in Friuli stones, they are mixed.” After laying the “stabilidura”, the skilled
and then imported to Venice, where the first recorded mention “terrazzieri” begin embedding the stones, which can be different
dates back to 1586. The Asin family has decorated and restored colours and types: Istrian stone, Bianco Carrara, Rosa Verona,
a great number of buildings and offices of many prestigious Rosso Amiata, Giallo Siena, Verde Piave and so on. Immediately
organisations, including Palazzo Labia, the Doge’s Palace, after this the floor is smoothed down, grouted, polished and
Gallerie dell’Accademia, Ca’ Pesaro, Ca’ Rezzonico, Palazzo treated with beeswax. If the floor is to be embellished with
Correr in Venice, Palazzo Barberini in Rome, Villa dell’Ombrellino geometric or floral decorations, wooden profiles are used to
in Florence, the Leopold temple in Eisenstadt, Palazzo dei isolate that particular area during embedding. Mosaics are used
Priori in Assisi, the Malatesta Library in Cesena and the Regio to create coats of arms and other figures. “Ours is a humble art –
Theatre in Parma. The first step is to lay the “stabilidura”, a layer says Eraldo, we often work bent over or on our knees, but maybe
consisting of broken tiles and slaked lime or cement. “Nowadays this is why our floors last for centuries.”
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8. Decorazioni ornamentali
a stucco
Albino
Casarin
Una scultura ma al contrario, un’opera che nasce da
sovrapposizioni, chiare e leggere addizioni, precisi
movimenti della mano che somma, leviga, segna
ma non sottrae mai.
A sculpture, but the other way round, a work that is
created by applying layer upon layer, clear, light additions,
precise movements of the hand which adds, smoothes
down, marks but never removes.
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9. Il lavoro a stucco è un’arte che aggiunge senza togliere.
È anche un’arte, come quella dell’affresco, dove non ci si
può fermare e nella quale soprattutto non si può sbagliare.
Ogni gesto è eseguito “a fresco” senza soluzione di
continuità. Un’arte che ha oggi uno dei suoi cuori pulsanti
nella campagna veneta a due passi dal centro di Scorzè.
È qui che Albino ha lo studio-laboratorio dove si dedica ai
disegni preparatori degli interventi e dove mette a punto i
composti di calce e polvere di marmo.
Fin da giovane è stato accompagnato da una straordinaria
capacità manuale e dalla facilità di riprodurre con il
disegno soggetti destinati poi ad ornare saloni e ambienti
storici. Suo maestro è stato Cesare Cargnelli, l’ultimo
grande stuccatore e decoratore che in segno di stima gli
ha consegnato i ferri del mestiere che l’accompagnavano
da una vita. Ogni lavoro ha le sue caratteristiche e ogni
decorazione si inserisce all’interno di un contesto storico
che l’artigiano deve conoscere. Alla base di tutto c’è però
il disegno, una vera e propria passione che Albino coltiva
fin dalla giovinezza e che lo ha portato ad esser uno dei più
bravi artigiani-artisti del suo settore. Ha lavorato molto a
Venezia e anche all’estero. Tra gli interventi di cui va più
fiero c’è la complessa decorazione delle sale dell’Hotel
Ala a Santa Maria del Giglio. Del suo lavoro dice: “Non
si può imparare solo dai libri; come tutte le tecniche
artigianali devi apprenderla seguendo il tuo maestro
mentre lavora, devi essere capace di memorizzare alcuni
gesti, di sviluppare una certa sensibilità e devi essere un
abile disegnatore. Mi auguro che questa mostra avvicini
nuovi giovani ma anche nuovi committenti a mestieri unici e
storici che stanno, purtroppo, scomparendo”.
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10. Stucco work is an art that adds without taking away. It is
also an art, like frescoes, where you cannot stop and, more
importantly, you cannot make a mistake. Every movement
is made “wet”, without interruption. Today this art is alive
and kicking in the Veneto countryside, just a short distance
from the centre of Scorzè. This is where Albino Casarin
has his studio-workshop, where he comes up with his
preparatory drawings and makes up the lime and marble
powder mixtures for his stucco. Ever since he was a boy,
he has been extraordinarily good with his hands and able
to draw subjects which have gone on to grace lounges and
historical houses. His master was Cesare Carnielli, the
last great stucco worker and decorator, who gave Albino
his lifelong tools in token of his respect for his pupil. Each
project has its own unique features and each decoration
is placed in a historical context which the craftsman must
be familiar with. But everything revolves around drawing,
a real passion Albino has cultivated since childhood and
which has earned him the reputation as one of the best
craftsmen-artists in his field. He has worked extensively
in Venice and also abroad. One of the projects he is most
proud of is the complicated decoration of the rooms in the
Hotel Ala in Santa Maria del Giglio. He has this to say about
his work: “You can’t learn everything from books; as with
all artisan techniques, you learn it by watching your master
as he works, you must be able to memorise gestures,
develop a certain sensitivity and you must be able to draw
well. I hope this exhibition brings youngsters, and also new
clients, closer to these unique and historical professions
which, unfortunately, are disappearing”.
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11. Lavorazione artistica
del marmo
Dall’Era
Comelato
Un giardino di pietra nella città d’acqua. Lo fondò nel 1900
a Venezia un signore di grande cultura e sensibilità: Romeo
Dall’Era professore di scultura all’Accademia.
A garden of stone in a city of water. The workshop was
established in 1900 in Venice by a highly cultured and
sensitive man: Romeo Dall’Era, professor of sculpture at
the Academy.
20 Alberto e Giovanni Comelato 21
12. Scrive Giovanna Wurmbrand: “Dall’Era entra subito nelle
grazie dell’aristocrazia veneziana. Le commesse si fanno
sempre più importanti e il laboratorio interviene nei
restauri delle chiese della Salute, di San Pantalon, dei Frari
e a Palazzo Ducale. Gabriele D’annunzio commissiona
a Dall’Era la testiera in marmo bianco del suo letto; la
scrittrice Freya Stark fa eseguire per la sua casa di Asolo
tre bagni intarsiati con marmi colorati greci e ricchi di
ornati allegorici; Peggy Guggenheim ordina il trono in
pietra che fa bella mostra di sé tra gli alberi secolari della
sua casa-museo.” Alla guida della bottega, chiamata “il
laboratorio dei nobili”, subentrò Bruno Dall’Era che in
seguito passò il testimone a Giancarlo Comelato. Oggi
l’antica tradizione artigiana prosegue con Alberto e Giovanni
Comelato. Nel giardino, capitelli e bassorilievi occhieggiano
dai muri color arancio e lo sguardo si posa sui motivi
floreali che avvolgono chimere, sui libri tenuti aperti da
santi e vescovi, sull’eroico San Giorgio che trafigge il drago,
sui mascheroni di filosofi greci, sulle foglie dei capitelli
corinzi, su madonne medievali, su vere da pozzo ornate da
creature infernali, sui tavoli intarsiati con tessere di onice,
alabastro e pietra nera. In bottega il ritmo dello scalpello
segna il tempo della sbozzatura. Saranno poi scalpelli e
mani più fini e precise a dar vita a ciò che la pietra celava:
un busto di regina africana in marmo nero del Belgio, un
caminetto in Pietra d’Istria con decorazioni naturalistiche,
una splendida Venere greca in marmo bianco di Carrara.
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13. Giovanna Wurmbrand writes: “Dall’Era immediately
became a favourite among the Venetian aristocracy. Orders
became more and more important and the workshop was
involved in restoration work at the churches of La Salute,
San Pantalon, the Frari and at the Doge’s Palace. Gabriele
D’Annunzio commissioned Dall’Era to make a white marble
bedhead for his bed; the writer Freya Stark asked him to
decorate three bathrooms in her house in Asolo, which
were inlaid with coloured Greek marble and embellished
with allegorical ornamentations; Peggy Guggenheim
ordered the stone throne which sits majestically among the
age-old trees in her house-museum.” His shop, known as
“the workshop of the nobles”, continued under the helm
of Bruno Dall’Era and was then passed on to Giancarlo
Comelato. The ancient craftwork is continued today by
Alberto and Giovanni Comelato. In the garden, capitals
and bas reliefs peep out from the orange-coloured walls
and your eyes fall on floral motifs which wind around
chimeras, on books held open by saints and bishops, the
heroic Saint George slaying the dragon, large masks of
Greek philosophers, leaves of Corinthian capitals, medieval
Madonnas, well-heads decorated with hellish creatures and
tables inlaid with onyx, alabaster and black stone tesserae.
In the workshop, the rhythm of the chisel announces
the rough-hewing work. Then more delicate and precise
chisels and hands take over and release whatever is hidden
within the stone: the bust of an African queen in black
Belgian marble, a fireplace in Istrian stone with naturalistic
decorations, a splendid Greek Venus in white Carrara
marble.
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14. Vetrate a Piombo Artistiche
Michela
Ficotto
Dalla superficie irregolare e specchiante della laguna
ai riflessi colorati e irregolari delle vetrate artistiche del
laboratorio di Michela Ficotto, una bottega dalle parti di
campo San Bernardo a pochi passi dalle storiche vetrerie
di Murano. In ventisei anni questo piccolo laboratorio
ha conquistato la committenza con la qualità delle sue
lavorazioni.
From the irregular, mirror-like surface of the lagoon to the
irregular, coloured reflections of the artistic stained glass
in Michela Ficotto’s workshop, located near Campo San
Bernardo, just a short distance from the famous Murano
glassworks. In twenty-six years this small workshop has
earned itself a loyal following, thanks to the quality of its
creations.
Stefano Bullo - designer
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15. Un’inconsueta abilità artistica e manuale riconosciuta
anche nel settore del restauro; Michela e i suoi aiuti hanno
collaborato agli interventi delle chiese veneziane della
Salute, del Redentore (tempio palladiano nel quale hanno
realizzato 220 metri quadrati di vetrate), della Basilica dei
Santi Maria e Donato e di San Pietro Martire a Murano. Nei
modesti spazi della bottega, tra vetrate colorate e disegni
che dovranno poi trasformarsi in armoniche “composizioni”
di vetro, fa capolino un Cristo di Guido Reni: il volto emerge
dal fondo di vetro soffiato color ametista, l’incarnato rosa
e i capelli color ambra dialogano poeticamente con i
chiaroscuri stilizzati dalla grisaglia. Accanto alle tecniche
e alle lavorazioni tradizionali questa fucina veneziana ha
cominciato a modellare il suo futuro con il talento di Stefano
Bullo, il giovane figlio di Michela che sta terminando
l’Accademia di Belle Arti. Un pittore di grandi qualità che ha
già esposto alla Galleria Bevilacqua La Masa ed è autore
di ritratti di grande forza introspettiva che hanno attirato
l’attenzione dei critici. Stefano ha già realizzato diverse
vetrate innovative sia dal punto di vista tecnico e del gusto,
scegliendo anche di eseguire lavorazioni in pressofusione.
“Vedo la vetrata - dice Stefano - come un quadro a sé con
una luce e una trasparenza che non si possono raccontare.
Il mio sogno è quello di portare un giorno le vetrate
artistiche alla Biennale di Venezia.”
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16. Michela’s extraordinary artistic and manual skills have also to shape its future, thanks to the talent of Stefano Bullo,
gained her a reputation in restoration work; she and her Michela’s young son, who has nearly completed his studies
assistants have taken part in work on several churches in at the Academy of Fine Arts. This highly talented painter,
Venice: La Salute, Il Redentore (a Palladian temple where who has already exhibited at the Galleria Bevilacqua La
they made 220 square metres of stained glass windows), Masa, is the author of strong introspective portraits which
the Basilica dei Santi Maria e Donato and San Pietro Martire have attracted the attention of the critics. Stefano has
in Murano. In the limited space of the shop, a Christ by already produced several stained glass works which are
Guido Reni peeps out from behind the coloured glass and technically and stylishly innovative and has chosen to use
drawings that will be transformed into harmonious glass pressure die-casting in some of his creations. “I see a glass
“compositions”: Christ’s face emerges from the background window – says Stefano – like a painting, with a light and
of the amethyst-coloured blown glass, the pink complexion transparency that you just can’t put into words. My dream
and amber-coloured hair relate poetically with the stylised is to show our artistic stained glass at the Venice Biennale
chiaroscuro of the grisaille. Alongside the traditional one day.”
techniques and processes, this Venetian forge is beginning
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17. Lavorazione artistica del ferro
Willer
Fuson
Piegare il ferro sembra un’impresa impossibile ma
tutto cambia quando diventa incandescente sulla forgia:
un’energia solare lo pervade, è pronto a vivere in nuove
forme.
Bending iron may seem an impossible task but when it
becomes white hot on the forge all that changes: it is
filled with solar energy, ready to take on new shapes.
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18. Una statua equestre sorveglia l’ingresso della fucina
di Willer Fuson classe 1950. All’età di quindici anni, nei
magazzini della casa di campagna, aveva già una forgia, poi
vendendo i suoi quadri - era portato anche per il disegno e
la pittura - si comprò un maglio e realizzò i primi lavori in
un locale di quattro metri per quattro. All’ingresso della sua
fucina a Scandolara di Zero Branco si viene salutati da una
vetrata artistica in ferro battuto con pavoni e segni zodiacali.
Mentre un apprendista batte al calore della forgia, Fuson
spiega: “Per me un artigiano è sempre un artista, molto più
di certi presunti artisti. Non basta avere un’idea bisogna
possedere anche l’esperienza per trasformarla in un’opera.
L’arte secondo me deve sempre evocare un equilibrio,
un’armonia, una proporzione tra le parti.
Non è cosa da poco e non è cosa per tutti.” Una delle sue
ultime sculture rappresenta due buoi che trainano l’aratro
accompagnati dal contadino, un’immagine campestre
che diventa movimento, conflitto, avventura: uno degli
animali cade per lo sforzo e il contadino lo aiuta sollevando
l’aratro. Per dare l’idea della complessità dell’opera
va sottolineneato che il contadino è composto da venti
pezzi diversi forgiati ad uno ad uno e poi assemblati. Il
metodo non cambia per i pavoni, i crocifissi, le rose , le
lampade, i cavalli, i leoni che Willer espone in uno dei locali
dell’officina. Alcune sculture sono opera del figlio Andrea
che lo affianca nell’attività e che ha completato la sua
formazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia. “Il segreto
- confida - è far sembrare il ferro un materiale malleabile,
leggero, dinamico, che prende vita”.
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19. An equestrian statue watches over the entrance to Willer
Fuson’s forge (b. 1950). At the age of fifteen, he already
had his own forge set up in the storerooms of his house in
the country; he sold some of his paintings – he was also a
gifted artist and painter – and bought himself a hammer,
producing his very first works in a room just four metres by
four. As you enter his forge in Scandolara di Zero Branco,
you are greeted by an artistic wrought iron glass window
decorated with peacocks and signs of the zodiac. While
an apprentice hammers in the heat of the forge, Fuson
explains: “A craftsman is always an artist in my mind, a
lot more than many other so-called artists. Having an
idea is not enough, you also need the experience to turn it
into a work of art. I believe that art should always produce
balance, harmony, a proportion between the parts. It’s
quite a tall order and not for everyone.” One of his latest
sculptures portrays two oxen pulling a plough, followed by
the farmer, a rural scene that involves movement, conflict,
adventure: one of the animals falls because of the effort
and the farmer helps him by lifting the plough. It is a highly
complex work – the farmer is made of twenty different
pieces, all forged individually and then put together. Willer
uses the same method for the peacocks, crucifixes, roses,
lamps, horses and the lions on display in one of the rooms
of his workshop. Some sculptures are the handiwork of
his son, Andrea, who works with him and has finished his
training at the Academy of Fine Arts in Venice.
“The secret – he confides – is to make iron appear to be a
malleable, light, dynamic material that comes alive”.
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20. Maschere, sculture,
modelli decorativi
Guerrino
Lovato
“Pensato a mano”, potrebbe essere il motto di ogni
artigiano, è la frase con cui Guerrino Lovato definisce la
sua attività. Nella bottega Mondonovo in Campo Santa
Margherita lui regala spiegazioni e curiosità a qualsiasi
visitatore.
“Thought by hand” could be the slogan of every craftsman
and it is the motto that sums up Guerrino Lovato’s work.
In his workshop ‘Mondonovo’ in Campo Santa Margherita,
he offers explanations and shares tales with all his
visitors.
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21. Abile conversatore ed esperto d’enigmi d’arte, Guerrino e il dottore della Peste. Su altri ripiani le sculture tratte
Lovato è stato definito geniale “mascarer” veneziano ma dai più bei disegni di Annibale Carracci, Michelangelo,
lui si sente prima di tutto uno scultore... Lavora molto per Leonardo. “Ho aperto questa bottega nel 1983 – racconta
teatri, cinema, feste. In America ha dipinto un soffitto per il Guerrino - e ha avuto subito successo. Tra i lavori di cui
Venice Las Vegas, in Russia i soffitti del nuovo Cremino,nel vado più fiero c’è senz’altro la cavea della nuova Fenice:
1993 insieme a Giorgio Spiller ha eseguito un presepio per dai numeri dei palchi ai pomoli, alle sculture a basso e alto
il Comune di Parigi, dalle sue mani hanno preso forma le rilievo, circa 300 metri quadrati di prototipi e 12 figure sono
maschere utilizzate da Stanley Kubrick in Eyes wide shut stati realizzati qui dentro.” Guerrino è anche il protagonista
e altre commissionate da Zeffirelli e Kenneth Branagh. con le sue sculture effimere di molte feste di piazza e del
C’è qualcosa di sulfureo che aleggia tra i mille volti tragici Carnevale di Venezia per il quale realizzò un memorabile
e comici che pendono dal soffitto della sua bottega, un rinoceronte con un corno lungo 12 metri, una visione
caleidoscopio di storie e biografie che aspettano solo di felliniana mirabilmente “pensata a mano” come il toro
essere riscoperte, narrate, ricordate: Beethoven, Tintoretto, Ferdinando ed Archimede Pitagorico creati su licenza della
Casanova, Giorgione, Socrate, Pantalone, Brighella, Medusa Walt Disney.
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22. A clever conversationalist and expert in art enigmas, Guerrino Casanova, Giorgione, Socrates, Pantalone, Brighella, Medusa
Lovato has been dubbed the brilliant mask maker of Venice and the Plague Doctor. On other shelves he has sculptures
but more than anything else he considers himself a sculptor. inspired by the beautiful drawings of Annibale Carracci,
He works extensively for theatres, the cinema and festivals. Michelangelo and Leonardo. “I opened this shop in 1983 –
In America he painted one of the ceilings of the Venice in says Guerrino – and it was an immediate success. One of the
Las Vegas, in Russia the ceilings of the new Kremlin, in projects I am most proud of is undoubtedly the auditorium at
1993 he created a Christmas crib for the City of Paris with the new Fenice: about 300 square metres of prototypes and
Giorgio Spiller, he is the man (and the hands) behind the 12 figures were made here, ranging from the numbers on the
masks used by Stanley Kubrick in Eyes wide shut and others boxes to knobs and sculptures in bas and high relief.” Guerrino
commissioned by Zeffirelli and Kenneth Branagh. There is and his ephemeral sculptures are also stars of many local
something sulphurous in the air among the thousand tragic festivals and the Carnival of Venice. For the carnival he came
and comic faces hanging from the ceiling in his workshop, up with an unforgettable rhinoceros with a 12-metre horn,
a kaleidoscope of stories and biographies just waiting to a vision worthy of Fellini and admirably “thought by hand”,
be uncovered, told, remembered: Beethoven, Tintoretto, like Ferdinand the Bull and Gyro Gearloose who Walt Disney
granted him the licence to create.
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23. Intaglio e doratura
Riccardo
Meneghetti
A Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in un laboratorio
circondato da alberi e fiori, Riccardo Meneghetti e suo padre
intagliano cornici, pezzi di legno che sembrano inanimati
e rigidi rivelano sotto le loro mani un’indole versatile e una
fantasia che aspettano solo di essere scoperte. La scultura
del legno si accompagna ad altre abilità come la doratura e
laccatura, il restauro, la realizzazione di mobili.
In Sant’Ambrogio di Trebaseleghe, in a workshop
surrounded by trees and flowers, Riccardo Meneghetti and
his father carve frames. In their hands pieces of wood that
appear stiff and lifeless reveal their versatile character and
an imagination that are just waiting to be released. Wood
carving is not their only talent, they are also masters at
gilding and lacquering, restoring and furniture making
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24. Riccardo, diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Venezia,
ha appena terminato un comò che sembra uscito dalle
memorie di Casanova, un comò bombato con ornamenti
floreali ed eleganti teste femminili, un piano in finto marmo,
le cornici in oro zecchino e ogni colore realizzato secondo
il metodo tradizionale con le tempere, le terre e la velatura
di sandracca. Una storia cominciata negli anni Cinquanta
quando il papà di Riccardo lavorava per degli antiquari
di Venezia e giorno dopo giorno maturava la decisione di
mettersi per conto proprio. Cominciò con delle piccole
fresatrici artigianali che gli permettevano di realizzare
a mano le frese più adatte ai soggetti scelti. Oggi quelle
frese sono diventate centinaia ma solo padre e figlio ne
conoscono i segreti. I risultati del loro lavoro possono
essere i più diversi: cornici a cassetta pensate per quadri
del Cinquecento, cornici dagli ornati barocchi per nobili
specchiere, le classiche francesine con una incredibile
varietà di sagomature e forme, cornici a ventaglio, ovali,
rettangolari, tonde, abbellite da soli, fiori, putti, foglie
d’acanto. Ogni soggetto merita una cornice e ogni cornice
merita un progetto unico che non può esser mai il risultato
di una produzione seriale. Lo stesso vale per il restauro e
la creazione di mobili antichi che i Meneghetti conducono
secondo le tecniche tradizionali con integrazioni, ove
necessario, di essenze della stessa epoca e adottando
la lucidatura a gommalacca con vari passaggi alternati
all’aggiunta di pomice in polvere e olio paglierino.
“Quando lavoriamo stiamo bene - dicono, creare è un po’
come sognare.”
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25. Riccardo, who went to the State School of Art in Venice, has
just finished a chest of drawers which looks like something
out of “The Memoirs” of Casanova. It is rounded with floral
decorations and elegant female heads, has an imitation
marble top, frames in pure gold and each of the colours
is prepared in the traditional way using tempera, earth
colours and sandarac varnish. The history of the business
goes back to the Fifties when Riccardo’s father worked for
antique dealers in Venice and, as time passed, he decided
to set up on his own. He started with small artisan milling
machines which enabled him to make more suitable cutters
by hand for his chosen subjects. Today they have hundreds
of cutters but only father and son know their secrets.
They produce a whole range of frames: box frames
designed for 17th century paintings, frames with Baroque
decorations for aristocratic mirrors, classic French-style
frames with an incredible variety of shapes and forms,
fan-shaped, oval, rectangular and round frames, decorated
with suns, flowers, putti and acanthus leaves. Every picture
deserves a frame and every frame deserves a unique
design, which cannot be achieved with mass production.
The same concept is applied to restoration and the
antique furniture the Meneghetti create using traditional
techniques, adding, where necessary, wood from the
same period and applying several coats of shellac polish,
alternated with added powdered pumice and straw oil.
“When we work we are happy – they say, creating is a bit
like dreaming.”
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26. Fonderia artistica Valese
Carlo
Semenzato
Se ne sta acquattatata dietro Madonna dell’Orto la
Fonderia Valese, nascosta come per modestia. Una calle
stretta di mattoni arancioni, una scritta sul legno verde,
un cortile in disordine e poi la porta che dà sulla fonderia.
Di là i laboratori e lungo gli scaffali decine di presenze, di
statue grandi e piccole, come quella famosa del Colleoni,
maschere, cavalli, leoni alati, lanterne.
The Valese foundry is hidden behind Madonna dell’Orto,
almost crouching down out of modesty. A narrow orange
brick alleyway, a couple of words on green wood, an untidy
courtyard and then the door that leads to the foundry.
Through the door are the workshops and on the shelves
dozens of objects, large and small statues, like the famous
one of Colleoni, masks, horses, winged lions and lanterns.
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27. Carlo Semenzato è un tipo di poche parole, ha imparato
ogni segreto di questo mestiere da Mario Valese. Sa che
sono i fatti quelli che contano, alle sue spalle ha cento
anni di storia. Accanto al tornio l’attestato della Mostra
Campionaria di Firenze del 1934 che consegna alla ditta
Valese “La croce al merito e la Medaglia d’oro per gli
speciali lavori artistici di fonderia e meccanica”, e una
lettera firmata da Mary Catherine Martin direttrice del
restauro del Fox Theatre di Atlanta: “Ho appena ricevuto
le vostre ultime fusioni e sono molto soddisfatta del livello
di qualità del vostro lavoro. Le vostre riproduzioni sono
largamente superiori a qualsiasi altro tipo di prodotto
ricevuto da altre fonderie, in Italia o negli Stati Uniti.”
Sorride Carlo con la sua faccia buona che ricorda quella
di Neri Marcorè, la sua storia l’ha raccontata mille volte,
ma a raccontarla davvero sono i ballottoni e i rigadini
(specie di stampi) forniti alle vetrerie di Murano, i battenti
e i campanelli di Venezia, i leoni di San Marco usati per le
premiazioni del Festival del Cinema, i lampioni composti
da oltre cinquanta pezzi diversi assemblati con pazienza,
i cavallucci marini per l’ornamento di gondole civettuole.
Un’arte apprezzata anche in Giappone dove i lampioni
Valese sono stati scelti per l’illuminazione del prestigioso
campo da golf di Hokkaido. “Chi non l’ha provato non può
capirlo – dice Carlo – che cosa si prova a creare qualcosa
che prima non esisteva.”
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28. Carlo Semenzato is a man of few words who learnt all the times but it is really his creations that tell it: the ballottoni
secrets of his trade from Mario Valese. He knows that it and the rigadini (kind of moulds) supplied to the Murano
is not what you say but what you do that counts, he has glassworks, the doorknockers and bells of Venice, the lions
one hundred years of history behind him. Next to the lathe of Saint Mark used at the Film Festival award ceremony,
hangs a certificate from the 1934 Florence Trade Fair which the lamp posts made up of more than fifty different pieces,
awarded the Valese company “The Cross of Merit and the all patiently assembled, the seahorses used to decorate the
Gold Medal for special artistic foundry and mechanical coquettish gondolas. His work is acclaimed as far afield
works” and a letter from Mary Catherine Martin, head as Japan, where Valese lamp posts were chosen to light
of restoration at the Fox Theater in Atlanta: “I have just up the prestigious golf course in Hokkaido. “If you’ve never
received your latest castings and I am very satisfied with the experienced it – says Carlo – you can’t understand what it
quality of your work. Your reproductions are by far superior feels like to create something that did not exist before.”
to any other product we have received from other foundries
in Italy or the United States.” Carlo smiles, his kind face
just like Neri Marcorè’s, he has told his story thousands of
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29. Laccatura e doratura
Stefano
Zanin
Tutto quello che tocca lo trasforma in oro ma non è
Nicolas Flamel o Paracelso. A Venezia Stefano Zanin
comincia il suo apprendistato all’età di tredici anni.
Il papà restauratore, ebanista, intagliatore, lo introduce
nella bottega di Terzo Barbini e poi da Giovanni Cavalier
a Santo Stefano. È lì che impara il mestiere, ama
esercitarsi nel disegno di ornati e decorazioni floreali.
Everything he touches turns to gold but he is no
Nicolas Flamel or Paracelsus. Stefano Zanin began his
apprenticeship in Venice at the age of thirteen when his
father, a restorer, cabinet-maker and woodcarver, took him
to Terzo Barbini’s workshop and then to Giovanni Cavalier
in Santo Stefano. Here he learnt the trade and loved
practising drawing ornamentations and floral decorations.
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30. After six years he opened his own workshop and shop in Dopo sei anni apre il suo laboratorio e il negozio a
San Samuele, just a stone’s throw from Palazzo Grassi. San Samuele a due passi da Palazzo Grassi.
One of his most important projects is the gilding and stucco Tra i lavori più importanti, gli interventi di doratura e
work at Palazzo Ducale in Modena. Stefano is always on stuccatura del Palazzo Ducale di Modena. Stefano è
the lookout for new inspiration for his decorations, motifs sempre alla continua ricerca di nuovi spunti per le sue
and subjects, which he chooses from the rich, multi- decorazioni, motivi e soggetti che sceglie tra i ricchi
faceted monuments in Venice or from closely studying e poliedrici monumenti veneziani oppure osservando
the decorations on vintage ceramics in museums or from attentamente le decorazioni delle ceramiche d’epoca nei
poring over old art magazines. This research gives rise to musei, o spulciando tra vecchie riviste d’arte. Nascono così
mirrors and tables decorated with designs and references specchiere e tavoli arricchiti da disegni e da riferimenti
to historical or mythological characters. The drawings a soggetti storici o mitologici. I disegni prendono vita
come to life thanks to the skilful use of chiaroscuro: the attraverso un sapiente uso del chiaroscuro: la foglia d’oro
gold leaf is toned down with different shades depending on viene velata con tonalità diverse sulla base dell’immagine
the picture in question. Stefano spends a lot of time in the da interpretare. Stefano trascorre molto tempo in
workshop with his son, Sandro. They meticulously follow laboratorio insieme al figlio Sandro.
all the processing stages: first hours are spent priming Con scrupolosa attenzione seguono tutte le fasi di
the wood structures with rabbit-skin glue, then the work lavorazione: ore trascorse innanzitutto a predisporre
is stuccoed and layers of plaster of Bologna applied. Then l’imprimitura con colla coniglio della struttura lignea, poi
it is sanded down, treated with marl and the gold leaf is l’esecuzione della stuccatura e delle stesure di gesso di
applied and burnished with an agate stone. At the end it Bologna. Quindi la carteggiatura, il trattamento con la
is distressed or the design is applied with several coats of terra grassa, la posa della foglia oro e la sua brunitura
varnish. There is no rulebook, ça va sans dire, each piece, con la pietra d’agata. Infine, l’invecchiamento o il disegno
every single frame, is different but all carry the stamp of con più strati di velature. Non ci sono ricette, ça va sans
master craftsmanship. dire, ogni pezzo, ogni singola cornice è diversa dall’altra e
caratterizzata dal tocco della sapienza artigiana.
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33. Questa pubblicazione è stata realizzata da alcuni artigiani della comunicazione
le foto sono di Paolo Gamelli - www.gamelli.it
il progetto grafico è di minedivine associati - www.minedivine.com
i testi e il titolo della mostra sono di Mario Anton Orefice - www.studiodiscrittura it.
la stampa è di IdeaAzione - www.ideaazione.com
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