Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese si propone di approfondire le conoscenze sulle condizioni ambientali del territorio, considerando anche l’evoluzione dei fattori di pressione che ne determinano le trasformazioni positive e negative.
Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese utilizza a scala locale indicatori e descrittori utili a rappresentare la situazione ambientale e territoriale della zona in questione.
2. Lo Stato dell’ambiente del Pinerolese
Coordinamento editoriale e redazionale
Antonella Pannocchia, Angelo Penon
Arpa Piemonte Dipartimento di Torino
Pina Nappi, Cristina Converso
Arpa Piemonte, Area Funzionale Tecnica, Reporting ambientale
Acquisizione, elaborazione dati e cartografia
Anna Vignola, Cristina Converso
Fotografie Luca Furci, archivio Arpa Piemonte
Nessuna copia cartacea è stata stampata
ISBN 978-88-7479-127-9
La riproduzione è autorizzata citando la fonte
Arpa Piemonte
Via Pio VII, 9
10135 Torino - Italia
www.arpa.piemonte.it
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3. Presentazione
Il problema ambientale assume dimensioni sempre maggiori: dalla semplice difesa
dall’inquinamento siamo passati alla valorizzazione delle risorse naturali e ambientali
come elemento fondante di un corretto sviluppo che può avere effetti, anche economici, a
lungo termine solo se garantisce la stabilità e la integrità dell’ambiente in cui si genera.
L’impegno collettivo e istituzionale sulla tutela dell’ambiente non può essere limitato alla
elencazione di principi ma deve passare attraverso la programmazione di interventi
perseguibili che coinvolgono pubblico e privato. Occorre quindi indurre comportamenti
sempre più virtuosi al fine di generare scelte e coinvolgere le Amministrazioni e i cittadini
in un percorso condiviso nelle sue linee strategiche.
La conoscenza è quindi elemento indispensabile per determinare le successive azioni
delle Istituzioni e della Collettività. Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte si
propone di aggiornare e approfondire periodicamente le conoscenze sulle condizioni
ambientali ma anche sull’evoluzione dei fattori di pressione che ne determinano le
trasformazioni positive e negative.
Il presente Stato dell’Ambiente del Pinerolese si propone gli stessi risultati utilizzando a
scala locale indicatori e descrittori utili a rappresentare l’andamento delle trasformazioni
ambientali e territoriali della zona in questione.
È il primo di una serie che andrà a descrivere tutti i diversi distretti della provincia torinese.
Direttore Dipartimento di Torino
Antonella Pannocchia
3
4. Indice
Inquadramento territoriale e demografico
Superficie totale
Zone altimetriche
Popolazione residente
Densità abitativa
Fertilità
Vecchiaia
Occupazione
Reddito medio pro capite
Uso delle risorse
Industria
Impianti industriali
Aziende a rischio di incidente rilevante
Emissioni da attività industriale
Autorizzazione Integrata Ambientale
Cave e miniere numero
Cave e miniere quantitativo materiale estratto
Agricoltura
Aziende agricole
Fertilizzanti e fitosanitari
Emissioni dall’agricoltura
Incendi
Energia
Consumo di gas metano
Consumo di energia elettrica
Emissioni da riscaldamento
Trasporto
Parco veicolare
Standard emissivo
Emissioni da trasporto
Turismo
Strutture e movimenti turistici
Pressione turistica
Pressioni
Rifiuti
Produzione di rifiuti urbani
Produzione rifiuti speciali e industriali
Impianti di gestione rifiuti
Siti contaminati
Siti contaminati in Anagrafe
Rumore
Pareri e segnalazione Esposti
Radiazioni
Estensione di linee elettriche
Impianti di telecomunicazione
Densità di impianti di telecomunicazione
Dose efficace per la popolazione
Radon
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5. Rischi naturali
Aree monitorate e in frana
Valanghe e incidenti
Attività sismica
Stato delle componenti ambientali
Clima
Aria
Acqua
Suolo
Natura
Temperatura
Precipitazione
Vento
Precipitazioni nevose
PM10 media annua
PM10 superamento limite giornaliero
NO2 media annua
Ozono superamento valore obiettivo
Portate dei fiumi
Stato chimico dei fiumi
Stato ecologico dei fiumi
Stato chimico sotterranee
Consumo di acqua da utenze domestiche
Consumo di acqua da utenze industriali
Impianti di depurazione delle acque reflue urbane
Uso del suolo
Capacità d’uso dei suoli
Consumo di suolo da edificazione
Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto
Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
Metalli e inquinanti organici
Zone vulnerabili da nitrati (ZVN)
Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF)
Superficie forestale
Aree protette (Rete natura 2000)
Impatti
Salute
Indice di mortalità
Indice di primo ricovero
Risposte
I controlli di Arpa Piemonte
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6. Autori
Coordinamento generale e redazionale
Antonella Pannocchia, Angelo Penon
Dipartimento di Torino
Pina Nappi, Cristina Converso
Reporting ambientale
Acquisizione, elaborazione dati e cartografia
Anna Vignola, Cristina Converso
Redazione web
Cristina Converso
Inquadramento territoriale e demografico
Luca Furci
Uso delle risorse
Attività industriali
Luca Furci, Pina Nappi, Stefano Carbonato, Monica Clemente, Marco Lorenzoni, Margherita Machiorlatti,
Cristina Zonato
Agricoltura
Luca Furci, Pina Nappi, Monica Clemente
Energia
Maria Cuviello, Monica Clemente
Trasporto
Cristina Converso, Monica Clemente
Turismo
Pina Nappi, Luca Furci
Pressioni
Rifiuti
Luca Furci, Alessandra Laccisaglia, Massimo Moretto, Irene Davi
Siti contaminati
Maurizio Ditonno, Sirah Pardu
Rumore
Jacopo Fogola
Radiazioni
Laura Anglesio, Sara Adda, Mauro Magnoni, Maria Clivia Losana
Rischi naturali
Elena Pensi, Barbara Cagnazzi, Fabrizio Bosco, Maria Cristina Prola
Componenti ambientali
Clima
Barbara Cagnazzi, Mariaelena Nicolella, Maria Cristina Prola, Erica Solero
Aria
Mauro Grosa, Stefano Bande, Francesco Lollobrigida
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7. Acqua
Elio Sesia, Riccardo Balsotti, Luca Furci, Milena Zaccagnino
Suolo
Alessandra Penna, Angelo Penon, Gabriele Fabietti
Natura
Cristina Converso
Impatti
Moreno Demaria, Ennio Cadum
Risposte
Marco Lorenzoni
Le foto sono di Luca Furci e Archivio Arpa Piemonte
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8. Guida alla lettura
Conoscere lo stato dell’ambiente è un diritto e allo stesso tempo un dovere di tutti,
consapevoli che le azioni che ciascuno mette in atto quotidianamente (in qualità di
cittadino, di lavoratore, di decisore) hanno una ricaduta più o meno significativa sul nostro
territorio e sulle sue risorse.
Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese rappresenta il documento conoscitivo di riferimento
dove è possibile trovare le informazioni necessarie per capire e per conoscere, ciascuno
con il grado di approfondimento che ritiene di suo interesse, le dinamiche ambientali più
significative a livello comunale attive nel territorio in studio. Il Documento, nella sua
versione attuale, da una parte permette una prima disamina delle informazioni più
significative e dall’altra rappresenta una ottima guida alla ricerca e alla lettura di dati e
informazioni di dettaglio continuamente aggiornate, che Arpa e altri Enti mettono a
disposizione attraverso i siti web di riferimento.
Per la valutazione ambientale del Pinerolese, è stato utilizzato il modello DPSIR
(Determinanti-Pressioni-Stato-lmpatti-Risposte), sviluppato in ambito EEA (European
Environment Agency), che si basa su di un sistema per l'analisi delle relazioni causali che
intercorrono tra attività umane e ambiente, come illustrato nello schema seguente.
Concettualmente, il modello evidenzia l'esistenza, "a monte”, di forze motrici o Determinanti, le cosiddette Fonti di pressione che possono essere identificate con le attività e i
processi antropici che causano le pressioni. In altri termini sono le attività antropiche che
hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, trasporti, energia, ecc.
Le Pressioni misurano gli effetti delle attività umane sull'ambiente e sono espresse in
termini di emissioni in atmosfera, di consumo di risorse, di rifiuti prodotti, ecc.
A "valle" si colloca invece lo Stato dell'ambiente che si modifica a tutti i livelli in seguito alle
sollecitazioni umane e rappresenta quindi le condizioni ambientali e la qualità delle
risorse in termini fisici, chimici, biologici.
Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti, che sono gli effetti dei
cambiamenti, per lo più negativi, sulla salute, sugli ecosistemi e i danni economici.
La società e l'economia reagiscono fornendo Risposte, che sono le misure adottate
(politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) dirette sia alle cause
immediate degli impatti (cambiamenti dello Stato) sia alle loro cause più profonde,
risalendo fino alle Pressioni stesse e ai fattori che le generano (Determinanti).
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9. Schema DPSIR
Attività industriale
Agricoltura, Energia,
Trasporti, Turismo
Leggi, Piani,
Prescrizioni
Interventi
strutturali
Determinanti
Risposte
Bonifiche
Pressioni
Interventi
prescrittivi
tecnologici
Impatto
Rifiuti, Siti contaminati
Rumore Radiazioni
Salute, Ecosistemi Danni
economici
Stato
Qualità dell’Aria, Acqua, Suolo
e Rischi naturali
Fonte: European Environment Agency
All’interno di questo modello si collocano le informazioni necessarie per la conoscenza
ambientale che vengono diffuse mediante indicatori ambientali.
Gli indicatori sono uno strumento per rappresentare in modo sintetico e standardizzato le
informazioni e forniscono il supporto conoscitivo alle politiche degli organismi centrali e
periferici di governo, agli operatori economici e ai cittadini. Gli indicatori sono strumenti
idonei a restituire e descrivere in forma sintetica ed efficace una situazione ambientale e il
loro utilizzo è finalizzato a interpretare, sintetizzare e rendere nota una grande quantità di
dati relazionati fra loro.
Le principali caratteristiche di un indicatore sono:
▪ la rilevanza: coerenza con gli obiettivi normativi, rappresentatività delle problematiche e
delle condizioni ambientali, significatività dei mutamenti nel tempo dei fenomeni
osservati
▪
la validità scientifica: qualità statistica dei dati documentata e validata scientificamente,
applicabilità in contesti territoriali diversi, comparabilità di stime e misure effettuate nel
tempo
▪
la capacità di comunicazione: facilità di interpretazione, immediatezza nella
comunicazione
▪
la misurabilità: disponibilità dei dati necessari, possibilità di impiego di serie storiche,
aggiornabilità periodica.
Occorre inoltre ricordare che gli indicatori presentati sono coerenti con quelli individuati da
Ispra e descritti nell’Annuario dei dati ambientali, in linea a loro volta con le indicazioni
dell’Agenzia Europea.
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10. Struttura del Documento
Il volume è suddiviso in diverse sezioni:
1. l’inquadramento territoriale e socio economico;
2. la sezione successiva affronta il tema delle Fonti di pressione e dell’uso e del
consumo delle risorse; energia, attività industriali, agricoltura, trasporti, turismo
sono le cosiddette Determinanti nello schema DPSIR;
3. l’analisi delle pressioni, generate dalle determinanti, evidenzia e misura gli effetti
delle attività umane sull’ambiente (rifiuti prodotti, radiazioni, rischi industriali, etc.);
4. la qualità delle componenti ambientali (clima, aria, acqua, suolo, natura)
rappresenta la parte più consistente in termini di quantità di dati raccolti ed elaborati
soprattutto attraverso le attività di controllo e di monitoraggio di Arpa;
5. la sezione dedicata agli impatti affronta l’aspetto sanitario valutando le ricadute
ambientali sulla salute;
6. nell’ultima sezione, riguardante le risposte, vengono riportati i controlli effettuati da
Arpa come risposta alle valutazioni ambientali sulle diverse matrici.
Il documento si presenta essenzialmente sotto forma di schede in cui nella prima parte ci
sono le meta-informazioni, in pratica le informazioni che caratterizzano l’indicatore e quindi
la descrizione, la fonte dei dati, l’unità di misura, la copertura temporale e il commento ai
dati. Nella seconda parte della scheda i dati sono riportati in forma cartografica in modo da
visualizzare le informazioni ambientali a livello comunale. Per un ulteriore
approfondimento e per poter confrontare la situazione del Pinerolese con il contesto nel
quale si situa il territorio territoriale di riferimento, nella parte cartografica sono inseriti
anche i dati complessivi afferenti la provincia di Torino e quelli del Piemonte.
Occorre evidenziare infine che questo documento, come tutti quelli che costituiscono la
reportistica ambientale, costituisce la parte conclusiva di un lungo e impegnativo processo,
ben sintetizzato dalla cosiddetta “Piramide delle conoscenza” o modello MDIAR; partendo,
infatti, dall’attività di monitoraggio e controllo ambientale e dalla relativa produzione di dati
grezzi, passando per le fasi di generazione dell’informazione, elaborazione e valutazione
della stessa, si arriva alla produzione di veri e propri report ambientali. Pertanto questo
documento è frutto del lavoro di tutti i colleghi, anche se non citati, che giornalmente si
occupano del monitoraggio, del controllo e dell’analisi del territorio in esame.
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11. Inquadramento territoriale e demografico
Inquadramento territoriale e
demografico
Superficie totale
Zone altimetriche
Popolazione residente
Densità abitativa
Fertilità
Vecchiaia
Occupazione
Reddito medio procapite
11
13. Superficie territoriale
Determinante
L’indicatore fornisce informazioni sulla superficie totale del territorio in
Descrizione
esame
Fonte dati Istat
Unità di
km2
misura
Copertura
2010
temporale
Il territorio del Pinerolese comprende 48 comuni:
Fascia montana
Fascia collinare
Pianura
Angrogna, Bobbio Pellice, Bibiana, Cumiana,
Airasca, Piscina,
Fenestrelle, Inverso
Cantalupa,
Scalenghe,
Pinasca, Luserna San
Frossasco, Roletto,
Buriasco,
Giovanni, Massello,
Pinerolo, , San
Cercenasco, Virle
Perosa Argentina, Perrero, Secondo di Pinerolo, Piemonte, Osasco,
Pinasca, Pomaretto, Porte, Bricherasio,
Garzigliana,
Pragelato, Prali, Pramollo, Lusernetta,
Macello, Vigone,
Prarostino, Rorà, Roure,
Campiglione Fenile,
Salza di Pinerolo, San
Cavour, Villafranca
Germano Chisone, San
Piemonte.
Pietro Val Lemina,
Sestriere, Torre Pellice,
Usseaux,Villar Pellice,
Villar Perosa
I comuni ubicati nelle valli alpine del bacino pinerolese (Pellice, Chisone e
Germanasca) costituivano le 3 ex
comunità montane:
(Angrogna,Bibiana, Bobbio Pellice,
Commenti Val Pellice
Bricherasio, Luserna San Giovanni,
Lusernetta, Rorà, TorrePellice, Villar
Pellice);
DPSIR
Val Chisone e Germanasca
(Pragelato, Usseaux, Fenestrelle, Roure,
Pomaretto, Perosa Argentina,
Pinasca,Inverso Pinasca, Villar Perosa e la
Val Germanasca con i comuni di Prali,
Salza di Pinerolo, Massello e Perrero);
Pinerolese e pedemontano
(Cantalupa, Cumiana, Frossasco, Pinerolo,
Prarostino, Roletto, San Pietro Val Lemina
e San Secondo di Pinerolo).
Il comune di Sestriere faceva invece parte della comunità montana alta valle
di susa.
Nel 2009 il comune di Sestriere è entrato nella costituita Comunità Montana
Valle Susa e Val Sangone, nata dall’aggregazione delle comunità montane
dell’alta Valle di Susa, bassa Balle di Susa e Val Sangone.
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14. Dal 2010, i 32 comuni delle ex comunità montane Val Chisone e
Germanasca, Val Pellice e pinerolese pedemontano, hanno fatto parte della
Comunità Montana del Pinerolese. È in corso la realizzazione del nuovo
organo di gestione: Unione dei Comuni.
La fascia montana del Pinerolese si estende su un territorio costituito da 3
vallate:
•
la Val Pellice: la cui dorsale montuosa è delimitata a sud dalla
contigua Val Po; verso ovest la Valle del Guil che funge da confine
con la Francia presenta le punte dei monti Palavas (2929 m. s.l.m.) e
Bucie (2998 m. s.l.m.); a nord la separano dalla confinante Val
Germanasca il Monte Cournour (2868 m. s.l.m.), il Gran Truc (2366
m. s.l.m.) e la Punta Cialancia (2855 m. s.l.m.); mentre a sud-est si
digrada nella lunga cresta della Sea. La valle principale si suddivide
lungo il suo corso in 3 tronconi principali: la Val d’Angrogna sulla
sinistra idrografica e le Valli di Luserna e dei Carbonieri sulla destra.
La rete idrografica segue gli andamenti vallivi e presenta un fiume
principale (il Pellice) in cui sfociano i corsi d’acqua secondari (il rio
Angrogna, il rio Luserna e il rio dei Carbonieri).
•
la Val Germanasca e la Val Chisone: le valli che si biforcano
all’altezza del Comune di Perosa Argentina, si inseriscono nella
catena montuosa delle Alpi Cozie delimitate a nord dalla Val di Susa
e a sud dalla Val Pellice. La dorsale che circonda la Val Chisone ha
origine dal Colle del Sestriere (2.000 m. s.l.m.) e si prolunga in
direzione nordest; a ovest delimita la Val Germanasca, la Punta
Rognosa, la vetta più alta (3.208 m. s.l.m.), mentre a sud ai confina
con la Francia il Gran Queyron (3.060 m. s.l.m.). Nella parte alta la
Val Germanasca presenta una triforcazione (il Vallone di San Martino,
quello di Massello e quello di Prali); mentre la Val Chisone presenta
una sola valle laterale (la Val Troncea che si biforca poco più a monte
dell’abitato di Pragelato). Da segnalare in Val Chisone la presenza di
due Parchi Regionali: il Parco Naturale Val Troncea, nel Comune di
Pragelato ha un estensione di 3.250 ha, il Parco Naturale Orsiera
Rocciavrè, che si estende nei Comuni di Usseaux, Fenestrelle,
Roure; mentre in Val Germanasca si trova la zona protetta di
interesse provinciale di Conca Cialancia.
La rete idrografica principale è costituita dai torrenti Chisone e
Germanasca che si uniscono nel Comune di Perosa Argentina.
I rilievi della fascia collinare, in buona parte costituiti da micascisti grafitici e
caratterizzati da una morfologia dolce, si interpongono tra il sistema alpino e
la pianura.
Una particolarità del Pinerolese è la presenza di glacis (come quello di
Frossasco e Cantalupa), pianalti costituiti da relitti di antichi depositi di corsi
d’acqua minori, profondamente alterati e argillificati, che si raccordano alla
collina.
14
15. La pianura è originata principalmente dagli ampi conoidi del Pellice e del
Chisone. Tali corsi d’acqua hanno nel tempo reinciso i relativi conoidi,
formando superfici terrazzate, i cui margini di terrazzo sono però visibili solo
nella zona prossima ai rilievi. Tra Frossasco e Piossasco, la
giustapposizione dei conoidi del Chisone e del Sangone determina,
localmente, un assetto morfologico depresso.
La rete idrografica della pianura può essere sostanzialmente rappresentata
dal T. Pellice, T. Chisone, Fiume Po e sottobacino del T. Chisola.
Il T. Chisone, in località Castellazzo-Zucchea del comune di Cavour,
confluisce nel torrente Pellice che dopo l’attraversamento del comune
di Villafranca, a valle della frazione Madonna Orti, confluisce nel
fiume Po.
Il sottobacino idrografico del torrente Chisola comprende:
• il Rio Torto che attraversa i comuni di Roletto, Piscina e Airasca
confluendo quindi nel Chisola all’altezza del comune di Volvera;
• il Torrente Noce che dopo aver attraversato i comuni di Cantalupa,
Frossasco e Cumiana si immette nel Chisola;
• Il Torrente Oitana che assume diverse denominazioni: T. Lemina che
attraversa i comuni di San Pietro Val Lemina, Pinerolo, Buriasco,
Cercenasco e Virle con il nome di T. Ramata per poi chiamarsi T.
Oitana all’altezza dell’omonima frazione ubicata tra i comuni di
Castagnole Piemonte e Osasio.
Al fine di poter valutare lo stato e le pressioni che insistono sul pinerolese
anche in funzione della morfologia del territorio, nelle carte presentate nel
documento l’area di studio è stata suddivisa nelle zone altimetriche
(pianura, collina e montagna).
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18. Popolazione residente
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore fornisce informazioni sullo stato della popolazione residente
Istat
numero
2010
Da un’analisi storica della popolazione residente, nel corso del 1900,
emerge la costante tendenza ad una diminuzione della popolazione nei
comuni montani, soprattutto in Val Germanasca e alta Val Chisone, più
contenuta in bassa Val Chisone e Val Pellice mentre risulta stabile e in
aumento nel restante territorio.
I dati dei censimenti 2001 e 2011 evidenziano un incremento della
popolazione residente in 36 dei 48 comuni ubicati sul territorio, da un’unità
in più nel comune di Salza di Pinerolo a 2.764 unità in più nel comune di
Pinerolo, per prendere gli estremi.
Nella complessità delle dinamiche che possono aver determinato tali
variazioni, per quanto concerne gli incrementi sono sostanzialmente
riconducibili al flusso di immigrati di questi ultimi anni, soprattutto nei
comuni dove comunque, nonostante il periodo di recessione,
“sopravvivono” le diverse attività industriali, artigianali, commerciali e
soprattutto agricole. L’incremento di lieve entità del comune di Sestriere
potrebbe invece essere stato determinato dalla realizzazione di alcuni
complessi in una sorta di edilizia convenzionata che impone agli acquirenti
la residenza, mentre il deciso aumento dei residenti nel comune di
Pragelato (sono quasi raddoppiati) è stato determinato dalla presenza di
stranieri (comunitari ed extracomunitari) occupati principalmente nel settore
turistico-alberghiero e in quello edile-manutentivo, che si sono stabiliti a
Pragelato con maggiore disponibilità abitativa residenziale e a minor costi
rispetto al Sestriere. Occorre altresì tenere conto, a livello statistico, che un
incremento residenziale, soprattutto nei comuni a valenza turistica,
potrebbe essere stato determinato anche da opportunità fiscali legate alla
maggiore tassazione sugli immobili quali seconde case.
La costante diminuzione della popolazione, se non un vero e proprio
“spopolamento” dei restanti comuni montani è storicamente dovuta
all’industrializzazione italiana che, dopo la seconda guerra mondiale,
insieme alla necessità di ricostruire tutto: fabbriche, vie di comunicazione,
infrastrutture etc. portarono al così detto “miracolo economico” degli anni
60 e alla migrazione verso le città, con l’abbandono quasi totale anche
dell’economia agricola montana sopraffatta dalla meccanizzazione agraria
che trova ovviamente in pianura la massima ottimizzazione.
18
20. Densità abitativa
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L'indicatore riporta il numero di persone che abitano nei comuni del
territorio in esame
Istat
n° abitanti/km2
2010
Analogamente a quanto rilevato per la popolazione residente, si evidenzia
come la distribuzione dei residenti sia concentrata nei comuni di fondovalle
e verso la pianura cioè presso quei comuni che, per la loro ubicazione
territoriale, hanno favorito l’insediarsi e lo sviluppo delle attività produttive,
agricole e zootecniche.
20
21. Indice di fertilità/fecondità
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indice stima il rapporto tra il numero di nati vivi e il numero di donne in
età feconda
MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica)
Valore numerico dato dal rapporto tra numero di nati vivi e numero di
donne in età feconda compresa tra i 15 e i 49 anni
2010
L’incremento di tale indice, in quest’ultimo decennio, è stato
essenzialmente determinato dalla presenza di stranieri (comunitari ed
extracomunitari), anche se attualmente si assiste ad una significativa
diminuzione delle nascite di bambini stranieri, probabilmente dovuta anche
alla situazione economica che si è determinata.
L’indice deve essere valutato tenendo in debito conto i casi specifici. Ad
es. per il comune di Massello l’elevato indice di fertilità è dato da una
popolazione residente di 61 unità, 3 coppie in età feconda e un solo nato
nel 2010 dopo undici anni.
21
22. Indice di vecchiaia
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indice stima il grado di invecchiamento di una popolazione
MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica), BDDE
Piemonte (Banca Dati Demografica Evolutiva)
Valore numerico dato dal rapporto tra numero soggetti che hanno 65 anni
o più e il numero di soggetti con 15 anni o meno
2010
Ad eccezione dei comuni di Sestriere e Pragelato, dove, probabilmente per
l’insediamento residenziale di stranieri, l’indice di vecchiaia risulta inferiore
ai comuni collinari e di pianura, nei restanti comuni montani è abbastanza
elevato. Le punte massime si evidenziano nei comuni di Prali, Massello e
Pramollo, dove si è assistito ad una diminuzione della popolazione
residenziale dovuta anche alla riduzione delle attività produttive e in primis
legate all’estrazione mineraria di talco che con il suo indotto ha costituito
per tutto il secolo scorso la principale fonte occupazionale.
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23. Occupazione
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
Fornisce un quadro conoscitivo sull’andamento occupazionale, basandosi
su statistiche nazionali, regionali e provinciali
Provincia
numero
2011
Il livello occupazionale nei comuni del territorio si concretizza in indici più
elevati situati nel fondovalle e verso la pianura dove si sono sviluppati gli
insediamenti produttivi, agricoli e zootecnici, sia per la loro ubicazione
territoriale connessa alla possibilità di fruire della rete ferroviaria e stradale,
sia per la buona qualità del suolo e per le risorse idriche presenti sul
territorio, nonché per le politiche economiche e sociali di sostegno
intraprese negli anni.
La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi fattori
non ultima la presenza di materie prime (industria estrattiva di talco, grafite
e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave per
l’estrazione di sabbia e ghiaia) e le disponibilità di acqua (industria tessile).
Purtroppo, nei decenni successivi agli anni ‘70, si è assistito ad una
costante contrazione dell’attività produttiva con la chiusura di numerose
aziende. Basti pensare che, di fatto, non esiste più un’industria del tessile;
stessa sorte è toccata alle attività di fonderia e in generale a numerose
aziende del settore metalmeccanico, oltre a drastiche riduzioni nel settore
estrattivo, con una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti.
Nonostante la crisi risulta abbastanza stabile il livello occupazionale nel
settore alimentare e dolciario oltre che in quello agricolo/zootecnico e
turistico-alberghiero.
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25. Reddito medio procapite
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
Il reddito pro capite può essere definito come la quantità di Prodotto
Interno Lordo ipoteticamente posseduta da un gruppo di persone ed è
spesso usato per misurare il grado di benessere della popolazione
Comuni
Euro
2010
Il grafico non sembrerebbe rappresentare l’effettiva misura del grado di
benessere della popolazione. Evidentemente sfuggono al conteggio del
reddito tutte quelle realtà produttive che non hanno l’obbligo della
dichiarazione.
25
26. Uso delle risorse
Industria
Agricoltura
Energia
Trasporto
Turismo
Impianti industriali
Aziende a rischio di incidente rilevante
Emissioni da attività industriale
Autorizzazione Integrata Ambientale
Cave e miniere numero
Cave e miniere quantitativo materiale estratto
Aziende agricole
Fertilizzanti e fitosanitari
Emissioni dall’agricoltura
Incendi
Consumo di gas metano
Consumo di energia elettrica
Emissioni da riscaldamento
Parco veicolare
Standard emissivo
Emissioni da trasporto
Strutture e movimenti turistici
Pressione turistica
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27. Industria: Impianti industriali
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L'indicatore quantifica le unità locali dell'industria presenti sul territorio
regionale
Provincia di Torino, ANAGAMB (anagrafica aziende titolari autorizzazione
ambientale)
numero
2012
La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi
fattori non ultima la disponibilità di materie prime (industria estrattiva di
talco, grafite e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave
per l’estrazione di sabbia e ghiaia) e disponibilità di acqua (industria
tessile).
La presenza “storica” di grandi insediamenti industriali aveva inoltre
favorito lo sviluppo di un articolato tessuto produttivo costituto sia dalla
piccola e media industria che da numerose imprese artigiane.
Negli ultimi decenni si è assistito ad una costante contrazione dell’attività
produttiva con la chiusura di numerose aziende. Basti pensare che, di
fatto, non esiste più un’industria del tessile né attività di fonderia; oltre a
drastiche riduzioni nel settore metalmeccanico e in quello estrattivo, con
una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti.
La situazione attuale è caratterizzata da un ridimensionamento delle unità
locali con una prevalenza di imprese nel settore metalmeccanico e in
quello alimentare nell’accezione più ampia.
Le attività artigianali, che determinano in ogni caso impatti ambientali
anche consistenti, non sono state prese in considerazione nel presente
documento in quanto i dati relativi sono di difficile reperimento e risentono
di eccessiva parcellizzazione e turnover.
27
28. Industria: Aziende a rischio di incidente rilevante
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore riporta il numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante
che determinano pressioni sulle matrici ambientali
DLgs 334/99 e s.m.i.
L’art. 18 del DLgs 334/99 e s.m.i. dispone che la Regione fornisca al
Ministero Ambiente e Territorio tutte le informazioni necessarie per
l’aggiornamento della banca dati sugli esiti di valutazione dei rapporti di
sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza
Regione Piemonte, Arpa Piemonte
numero
2012
Nel territorio sono presenti uno stabilimento soggetto all’art. 8 del DLgs
334/99 e s.m.i. che detiene sostanze tossiche e infiammabili per la
produzione di formaldeide, resine e colle e uno stabilimento soggetto
all’art. 6 del medesimo Decreto Legislativo che detiene sostanze
estremamente infiammabili, solventi e vernici per la produzione di
bombolette spray.
28
29. Industria: Emissioni da attività industriali
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx , CO2 e NMVOC
da parte delle sorgenti puntuali (attività industriali) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale),
si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su
base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra
Si segnalano tra le sorgenti industriali più significative dal punto di vista emissivo
uno stabilimento che produce formaldeide, resine e colle e una centrale a
biomassa avente la potenzialità più elevata tra gli impianti similari presenti sul
territorio provinciale. È presente infine uno stabilimento di produzione di pannelli
truciolati che tuttavia ad oggi è inattivo a seguito del perdurare della crisi
economica.
29
32. Industria: Autorizzazione Integrata Ambientale AIA
DPSIR
Risposta
Descrizione
L’indicatore riporta il numero delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.)
rilasciate dalle Province, in funzione della tipologia di attività produttiva
(codice attività IPPC)
Riferimento
normativo
Direttiva Europea 96/61/CE, DM 23/11/01, DM 26/04/02 DPCM, 24/12/02,
DPCM 24/02/03, DLgs 59/05, DLgs 152/06
Obiettivi
normativi
Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento provenienti dalle attività
di cui all’Allegato I del DLgs 59/05 al fine di conseguire un livello elevato di
protezione dell’ambiente
Fonte dati
Province, Arpa Piemonte
Unità di
misura
numero
Copertura
temporale
2012
Commenti
Le attività soggette ad autorizzazione integrata ambientale nel territorio
pinerolese, sono di natura principalmente agricola, legate ad allevamenti
suinicoli o avicoli. Esistono inoltre un macello suinicolo, nonché una
produzione di laminati plastici e una cartiera che risulta tra le più antiche in
Piemonte.
Infine è presente una discarica in AIA sita in Pinerolo, la cui capacità residua
limitata fa sì che la sua autonomia di gestione non possa protrarsi che per un
periodo molto limitato nel tempo.
La vocazione rurale è quindi quella prevalente, a differenza dell’hinterland
torinese, dove prevale invece la specificità industriale.
32
34. Industria: Cave e miniere
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore riporta il numero di cave e miniere attive presenti nel territorio
regionale a seconda del litotipo e per provincia, fornendo informazioni
sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo, non rinnovabili
RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i,
LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte
a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117
(gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive
(cave e miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a
vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono
sottoposti alle relative procedure autorizzative
Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e
coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo
di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di
coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli
interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e
s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle
cave/miniere e dalle loro pertinenze
Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività
produttive
numero
2010
Durante la collisione tra le due zolle continentali paleo-europea e paleoafricana, all’origine dell’attuale configurazione della catena alpina il
metamorfismo ha modificato, ma non cancellato, le caratteristiche delle
rocce che anticamente appartenevano ai due margini continentali e alla
crosta oceanica fra loro interposta. Esse, conservano traccia delle loro
origini e provenienza.
Nella porzione di Alpi Cozie compresa tra Val di Susa e Valle Po, affiorano
alcuni dei complessi litologici più interessanti.
I litotipi più diffusi presenti nell’area di indagine sono gneiss (es. la Pietra di
Luserna, divisibile in lastre) e micascisti, marmi (es. i marmi di Rocca
Bianca, in alta Val Germanasca).
Si riscontano anche depositi minerari la cui formazione è ascrivibile
all’attività idrotermale legata alla formazione della crosta oceanica,
mineralizzazioni note come pirite e calcopirite della Val Germanasca e del
Beth in Val Troncea.
Altri importanti giacimenti sono quelli di talco e grafite, il talco, la cui genesi
non è del tutto chiarita, è diffuso in Val Sangone, Val Pellice attraverso le
Valli Chisone e Germanasca; le mineralizzazioni di grafite sono invece
presenti in molte località delle Valli Pellice, Germanasca e Chisone. Le
attività legate alla lavorazione della pietra, le cui antiche origini sono
conseguenti alla natura e alla conformazione del territorio, rappresentano
una tradizione evidente in Val Chisone e in Val Germanasca.
In Val Germanasca, la lavorazione della pietra ha avuto origine nelle
antiche cave di marmo di Maiera, da cui arriva anche il marmo utilizzato
34
35. per la costruzione del Duomo di Torino. In Val Chisone, invece, hanno un
ruolo importante le cave di granito, da cui proviene il granito utilizzato per la
realizzazione del Forte di Fenestrelle. In queste valli hanno avuto origine
capolavori artistici quali parti del Teatro Regio di Torino e persino il
monumento all'Indipendenza di Lagos, la capitale della Nigeria. Altra
grande unica particolarità è legata alla trasformazione del talco minerale
tipico della Val Germanasca, dove viene chiamato pietra dolce, morbido e
bianco. Per quanto concerne i comuni di pianura trattasi di estrazione di
sabbia e ghiaia a ridosso dei corpi idrici.
35
36. Industria: Cave e miniere. Quantitativo materiale estratto
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
L’indicatore riporta i quantitativi estratti di cave e miniere attive presenti nel
territorio regionale suddivisi a seconda del litotipo e per provincia,
fornendo informazioni sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo,
non rinnovabili, attraverso i dati di produzione annua dei materiali e
minerali coltivati in Piemonte
RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i,
LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte
a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117
(gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive
(cave e le miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a
vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono
sottoposti alle relative procedure autorizzative
Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e
coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo
di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di
coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli
interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e
s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle
cave/miniere e dalle loro pertinenze
Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività
produttive
tonnellate, m3
2010
Negli ultimi anni si è riscontrata una sensibile riduzione dell’attività
estrattiva certamente legata in buona parte alla congiuntura economica
attuale (talco a Prali, pietra di Luserna nell’omonimo comune, sabbia e
ghiaia nei comuni della pianura di Villafranca e Cavour a ridosso dei
principali corsi d’acqua superficiale).
36
38. Agricoltura: Aziende agricole
DPSIR
Determinante
Descrizione
L’indicatore rileva il numero di aziende agricole presenti sul territorio e le
principali coltivazioni, fornendo una stima indiretta delle probabili pressioni
che ne derivano
Riferimento
normativo
Dir. 79/409/CE, Dir. 92/43/CE, Reg. CE n. 1257/1999, Dec.1600/2002/CE,
Reg. CE n. 1782/2003, Reg. CE n. 1783/2003, Reg. CE n. 817/2004, L
394/91, DLgs 490/99, DLgs 227/01
Fonte dati
Regione Piemonte, Anagrafe agricola unica
Unità di
misura
numero
Copertura
temporale
2006 - 2012
Commenti
Nelle zone montane si è assistito ad un costante, quanto inesorabile,
processo di contrazione dell’attività agricola fino all’abbandono produttivo di
numerose aree. La maggior parte delle superfici sono attualmente utilizzate
per gli alpeggi.
L’area di pianura è caratterizzata da una specializzazione zootecnica
intensiva dove si registra una forte interazione tra coltivazioni cerealicoloforaggiere e l'industria lattiero-casearia e della macellazione.
Le aziende che si dedicano alla frutticoltura e viticoltura sono per lo più
concentrate in aree collinari e pedemontane. Ultimamente una particolare
attenzione viticola ha consentito una pregevole qualificazione del prodotto
ottenendo la Denominazione di Origine Controllata (DOC) per 8 vini prodotti
in zona.
La frutticoltura si inserisce come una sorta di estensione dell'area tipica
Cuneese ai comuni di Bibiana, Cavour, Campiglione Fenile ed è per lo più
dedicata alla coltivazione di mele e actinidie.
Da sottolineare la Mostra Mercato Regionale sulla frutticoltura “Tuttomele”
che si svolge nel Comune di Cavour e la costante crescita di attività, sia nel
settore agrituristico che in quello delle produzioni biologiche.
38
40. Agricoltura: Fitosanitari e Fertilizzanti
Pressione
L’indicatore fornisce informazioni sull’evoluzione dell’utilizzo dei prodotti
Descrizione fitosanitari e di fertilizzanti impiegati in agricoltura, valutando la
potenziale pressione ambientale derivata
Direttiva 94/411/CE; CE-COM (2002) 179, CE-COM (2002)349, Dec.
2004/259/CE, Direttiva 128/2009/CE, DLgs 194/95, DLgs 152/99, Delibera
Regione Piemonte n. 5269/27001 del 13/04/05, DLgs 152/06, Ministero della
Salute, Decreto 26 febbraio 2007, Delibera Consiglio Regionale n. 117-1073
Riferimento del 13/03/07, DL 14 agosto 2012 n° 150
normativo
Direttiva Nitrati 91/676/CE; CE-COM (2002)179, Reg. CE 2003/03, L 748/84,
DM MIPAF 19/04/99, DLgs 152/99, DLgs 152/06, Deliberazione Consiglio
Regionale n.117-1073 del 13/03/07, Legge 217/06 (Revisione della disciplina
in materia di fertilizzanti)
Obiettivi
Il DLgs 152/99 prevede l’individuazione di aree territoriali vulnerabili da parte
normativi
dei prodotti fitosanitari al fine di salvaguardare le falde acquifere
Fonte dati Istat
Unità di
Quintali, kg
misura
Copertura
2000 - 2011
temporale
I notevoli quantitativi di prodotti fitosanitari (anticrittogamici, diserbanti,
insetticidi etc) impiegati nel comparto agricolo per proteggere le colture dagli
organismi nocivi (insetti, acari, funghi ecc.), per prevenirne gli effetti e per
eliminare le piante indesiderate (erbicidi) nonché nelle aree verdi degli
agglomerati urbani, ad es. per liberare le canaline di raccolta acque piovane
etc, costituiscono, insieme ai fertilizzanti, una delle principali cause di
contaminazione delle acque sotterranee.
DPSIR
Commenti
Su proposta dell’Asl 3 di Torino, il Comune di Pinerolo ha emesso
l’ordinanza n.665 del 10/11/2011 in cui si disciplina in maniera ferrea
l’utilizzo di sostanze fitosanitarie sul territorio.
I trattamenti con prodotti fitosanitari, inoltre, sono stati vietati ad una distanza
inferiore ai 5 metri dai confini di proprietà, ai 20 metri dalle abitazioni, ai 10
metri dalle strade pubbliche, dall’orlo delle sponde dei corsi d’acqua, da fonti
o sorgenti private, ai 25 metri da ortaggi o colture ed ai 200 metri dai punti di
captazione o di derivazione delle acque destinate al consumo umano.
Nell’area di studio le zone di agricoltura intensiva sono oggetto di
consistente utilizzo di prodotti fitosanitari e di fertilizzanti.
40
41. Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria - anno 2000-2011
Provincia di Torino
900.000
800.000
700.000
kg
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fungicidi
Insetticidi e Acaricidi
Erbicidi
Piemonte
12.000.000
10.000.000
kg
8.000.000
6.000.000
4.000.000
2.000.000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fungicidi
Insetticidi e Acaricidi
Erbicidi
41
43. Agricoltura: Emissioni da agricoltura, foreste e zootecnia
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
Stima le emissioni di CH4, NH3, NMVOC (Composti Organici Volatili
Non Metanici) da parte di areali (fonti diffuse) presenti sul territorio
regionale
Regione Piemonte
t/anno
2012
2007
Per le stime di emissione di CH4, NH3, NMVOC, oltre all’Inventario
Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche
all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale),
aggiornato periodicamente da Ispra.
Sul piano della distribuzione territoriale le mappe evidenziano la
concentrazione delle attività agricole e di allevamento con intensità
crescente dai comuni collinari a quelli della pianura così come le
emissioni biogeniche che interessano maggiormente i comuni montani
ad eccezione del comune di Sestriere meno interessato da boschi.
43
45. Agricoltura: incendi
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Impatto
L’indicatore esprime l’estensione della superficie boscata percorsa dal
fuoco e il numero di incendi
LR 16/94 "Interventi per la protezione dei boschi dagli incendi". Legge
353/00 "Legge quadro in materia di incendi boschivi". La Regione
Piemonte è dotata di un piano antincendi redatto ai sensi della normativa e
con periodo di validità 2003- 2006
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Corpo Forestale dello Stato, Coordinamento Regionale di Torino, Ufficio
Statistiche AIB
ettari (ha), numero
1997-2011
L'indicatore può costituire uno strumento da impiegare, unitamente ad altri
(ad es. andamento climatico), nella valutazione delle scelte operate in
materia di prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi,
previsti dai Piani Regionali contemplati dalla normativa vigente.
45
46. Energia: Consumo di gas metano
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore quantifica i volumi di gas immessi nella rete regionale dalla
rete nazionale
DM 20/7/2004
Ministero delle Attività Produttive (a partire dal 2002) ora Ministero dello
Sviluppo Economico, SnamReteGas
MWh
2005 - 2010
Il gas metano viene utilizzato prevalentemente nel settore residenziale i
dati medi tra il 2000 e il 2010 sono i seguenti: 58,52 % residenziale,
28,71% industria, 12,36 % terziario, il contributo dell’agricoltura pari allo
0,40% è poco significativo. Per quanto riguarda il trend la distribuzione ha
subito un calo tra il 2005 e il 2007 per risalire dal 2007 al 2010. L’aumento
più significativo si è avuto nel settore terziario e solo in alcuni comuni della
zona in particolare nel biennio 2009-2010 nei comuni di Osasco, Pinasca,
Cantalupa. In alcuni casi si è avuto negli stessi anni una distribuzione a
partire da 0, cioè una probabile metanizzazione della zona (comuni di
Inverso Pinasca, Perrero, Porte, Prali, Prarostino).
La distribuzione a fini industriali è concentrata per il 98,52% in 16 comuni
tra cui: Villar Perosa (22,51%), Frossasco (19,27%), Luserna San
Giovanni (18,02%). La distribuzione per usi residenziali e per il settore
terziario è più omogenea sul territorio della zona ad esclusione di Pinerolo
(31,92% residenziale e 46,45% terziario) che ha il maggior numero di
residenti e Pramollo, Rorà, Bobbio Pellice, Massello e Salsa di Pinerolo
che hanno un consumo pari a 0 forse perché non serviti dalla rete di
distribuzione fino al 2010.
La distribuzione di gas attraverso la rete per consumi agricoli nel 2010 è
presente solo in due comuni: Frossasco (85,39%) e Pragelato (14,61%).
46
49. Energia: Consumo di energia elettrica
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore permette di valutare l’andamento dei consumi di energia
elettrica e l’efficacia delle politiche di contenimento
DM 20/7/2004
(art. 3 DM 20/7/2004) Gli obiettivi quantitativi nazionali di incremento
dell’efficienza energetica degli usi finali di energia che devono essere
conseguiti dai distributori di energia elettrica sono ottenuti attraverso
misure e interventi che comportano una riduzione dei consumi di energia
primaria secondo le seguenti quantità e cadenze annuali: a) 0,10 Mtep/a,
da conseguire nell’anno 2005 b) 0,20 Mtep/a, da conseguire nell’anno
2006 c) 0,40 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2007 d) 0,80 Mtep/a, da
conseguire nell’anno 2008 e) 1,60 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2009
Enel, Gestore della rete di trasmissione nazionale (Grtn), Terna, IRES
MWh
2005 - 2010
L’energia elettrica viene utilizzata prevalentemente dall’industria. I dati
medi tra il 2000 è il 2010 sono i seguenti: 61,28% industria, 20,34%
residenziale, 16,44% terziario e 1,95% agricoltura. Il trend negli anni ha
registrato un consumo stabile o in leggero aumento per tutti i settori tranne
l’industria. In quest’ultimo settore si è registrato un debole calo tra 2007 e
2008, un forte calo tra 2008 e 2009 e una ripresa dei consumi tra 2009 e
2010. Analizzando in dettaglio i dati territoriali, le variazioni sono state
particolarmente significative a Perosa Argentina (-59,51% tra il 2008 e il
2009 e + 185,42% tra il 2009 e il 2010).
49
53. Energia: Emissioni da riscaldamento
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte
delle sorgenti (fonti diffuse di riscaldamento) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte (IREA 2007)
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base
comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle
Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra.
Le emissioni da riscaldamento dipendono dal tipo di combustibile usato
negli impianti domestici di produzione di energia termica, soprattutto per
quanto riguarda il particolato primario: le carte tematiche riportate nella
figura sottostante mostrano infatti una concentrazione delle emissioni di
PM10, legate soprattutto al riscaldamento a legna, concentrate nei comuni
di media dimensione, caratterizzati da una maggior percentuale di unità
abitative uni-bifamigliari e da un territorio favorevole dal punto di vista
dell’approvvigionamento delle biomasse. Gli ossidi di azoto, meno legati
alla tipologia di combustibile, risultano invece concentrati nei territori
comunali a maggiore volumetria abitativa.
53
55. Trasporti: Parco veicolare
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore riporta il numero di veicoli circolanti suddiviso per per tipologia
di veicoli e di alimentazione
Aci
numero
2011
Il dato relativo al parco veicolare evidenzia una maggiore concentrazione
di autovetture nell’area di fondovalle e pedemontana. Tale valore era
abbastanza scontato, in seguito alla maggiore concentrazione della
popolazione nelle aree di pianura.
Ma interessanti riflessioni possono essere condotte leggendo il dati relativi
al parco veicolare incrociato con lo standard emissivo del medesimo parco,
riportato nell’indicatore successivo.
I comuni del fondovalle e quelli pedemontani beneficiano di un parco auto
più nuovo che bilancia la quota di auto emissive ancora rilevante.
Risulta significativo anche il contributo di alcuni comuni dell’alta valle
(Setriere, Pragelato e Roure) che riflettendo una condizione economica di
maggiore benessere hanno un numero maggiore di auto nuove.
Il tasso di motorizzazione (numero di autovetture possedute da 100
abitanti) è di 63,1, valore simile alla media piemontese di 63,0. Valori
superiore a 70 auto/100 abitanti sono presenti nei comuni di Frossasco,
Garzignana, Lusernetta, Roletto, San Secondo di Pinerolo e Sestriere. I
comuni Pomaretto e Salza di Pinerolo al contrario detengono valori più
bassi, inferiori a 55 auto/100 abitanti
55
57. Trasporti: Standard emissivo delle autovetture
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulle autovetture con riferimento alle
tipologie di standard emissivi (Euro 0, 1, 2, 3, 4 e 5)
Aci
numero
2011
Come a livello regionale, si osserva una prevalenza di autovetture con
standard emissivi recenti (totale autovetture Euro 4 + Euro 5 = 38.003) ma
rimane non trascurabile la quantità di veicoli con standard Euro 0 ed Euro
1 (totale autovetture Euro 0 ed Euro 1 = 11.805), mantenendo quasi
invariato il rapporto tra i due gruppi di alimentazione (3,22 pinerolese e
3,17 dato regionale).
57
58. Trasporti: Emissioni da trasporto
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte
delle sorgenti lineari (strade) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base
comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle
Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra.
Per entrambi gli inquinanti le emissioni legate ai trasporti risultano
concentrate nei comuni a maggiore densità abitativa, essendo prevalente il
traffico urbano rispetto alla componente lineare (strade extraurbane e
autostrade). Va sottolineato che la metodologia di stima delle emissioni da
traffico riportate nell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA) non
prevede il contributo del turismo tipico dei fine settimana, per cui risultano
sottostimate le emissioni sulle strutture viarie a grande percorrenza.
58
60. Turismo: Strutture turistiche e movimenti turistici
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore rileva il numero delle strutture turistiche presenti sul territorio,
fornendo una stima della capacità ricettiva complessiva degli esercizi
alberghieri ed extralberghieri.
L’indicatore elenca inoltre il numero di arrivi e presenze dei turisti
Direttiva 95/97/CE del 23/11/95, L 135/01
Regione Piemonte - Assessorato Turismo
numero
2011
Oltre alle stazioni sciistiche, per quanto concerne Pinerolo e gli altri comuni
in pianura le infrastrutture e presenze turistiche sono legate alle varie
manifestazioni quali i concorsi ippici di Pinerolo, “tutto mele” a Cavour,
“Terre del mais e cavalli” a Vigone.
60
63. Turismo: Pressione turistica (intensità turistica)
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Pressione
L’indicatore stima l'intensità turistica per valutare le potenziali pressioni
ambientali che si originano da un ulteriore carico antropico sul territorio in
esame e sulla popolazione residente
Regione Piemonte - Assessorato Turismo
numero presenze/abitanti residenti
2011
Il territorio del Pinerolese mostra un flusso turistico abbastanza
consistente, con un ruolo rilevante nei comuni a vocazione turistica
invernale (Sestriere, Pragelato e Prali) e “villeggiatura estiva” (Fenestrelle,
Usseaux, Bobbio Pellice, Torre Pellice, Villar Pellice, San Pitetro V.L. e
Cantalupa).
L'area collinare e del “Basso Pinerolese” è interessata da un tipo di
turismo tendente a valorizzare la componente ecologico-ambientale del
territorio ( trekking, escursionismo in mountain-bike o a cavallo etc.).
Non mancano tuttavia i fruitori legati ad un tipo di turismo culturale,
attinente al patrimonio artistico e architettonico del territorio, dall’ecomuseo “scopriminiera” alle diverse iniziative culturali dei vari Comuni.
Commenti
Considerata la vulnerabilità degli ecosistemi di Montagna è facilmente
deducibile come il non perseguire lo sviluppo di un turismo sostenibile
attraverso politiche di sistema associate ad oculata pianificazione
territoriale e partecipata, comporti un impatto ambientale rilevante sia
diretto - basti pensare ad es. a cosa comporta la depurazione delle acque
fognarie in comuni che quintuplicano la popolazione presente nei mesi
invernali quando, per altro, l’efficienza dei sistemi depurativi si riduce - sia
indiretto, determinato da infrastrutture e traffico (consumo di suolo per
strutture abitative e turistiche, parcheggi, bacini e strutture per
l’innevamento artificiale, impianti di risalita, piste etc.) con prevedibili
impatti negativi, soprattutto sulla biodiversità alpina.
63
65. Pressioni
Rifiuti
Siti contaminati
Rumore
Radiazioni
Rischi naturali
Produzione di rifiuti urbani
Produzione rifiuti speciali e industriali
Impianti di gestione rifiuti
Siti contaminati in Anagrafe
Pareri e segnalazione Esposti
Estensione di linee elettriche
Impianti di telecomunicazione
Densità di impianti di telecomunicazione
Dose efficace per la popolazione
Radon
Aree monitorate e in frana
Valanghe e incidenti
Attività sismica
65
66. Produzione rifiuti urbani
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
L’indicatore misura la quantità totale di rifiuti urbani prodotti, fornendo una
stima indiretta delle potenziali pressioni ambientali che si originano
dall’incremento di tali quantità
DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10 (attuazione della Direttiva 2008/98/CE)
Il DLgs 152/06, art 180, afferma che devono essere promosse in via
prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività
dei rifiuti
Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti
tonnellate/anno, kg/ab*anno
2011
Occorre premettere che la produzione di rifiuti urbani pro capite è imputata
agli abitanti residenti e pertanto tutti i comuni montani interessati da
ricettività turistica presentano un indice elevato. La quantità di rifiuti urbani
prodotti deve essere quindi rapportata tenendo conto sia della popolazione
fluttuante, ad es. i comuni di Sestriere e Pragelato contano fino a 4.0005.000 presenze stagionali, sia del flusso turistico giornaliero.
In alcuni comuni come ad es. Villar Perosa, dove le presenze turistiche
sono limitate, la maggior produzione di rifiuti urbani potrebbe essere
imputata alla elevata presenza di lavoratori, non residenti, nelle diverse
unità produttive.
Nei centri più urbanizzati l’indicatore della produzione rifiuti rappresenta in
modo verosimile il numero maggiore di residenti associato alle diverse
attività commerciali e del terziario.
Nel pinerolese, sia nei comuni montani sia in quelli di pianura, prevale il
concetto di “cultura agricola” che tende a riutilizzare ogni tipologia di rifiuto
prodotto: dalla carta impiegata per accendere la stufa a legna o “putagé”
allo sfalcio dei giardini o così detto umido impiegati per farne concime.
La raccolta differenziata per il 2010 del pinerolese risulta in media del
52,1% superando il valore obiettivo posto al 50% per il 2009 (DLgs 152/06
e s.m.i.). I comuni più virtuosi con % maggiore del 60% sono Scarmagno
(che detiene il maggior valore in assoluto con il 72,7%), Airasca, Burisco,
Salsa di Pinerolo e Virle Piemonte. I comuni di Pragelato, Prali e Pramollo
invece presentano ancora una percentuale di raccolta differenziata
inferiore al 40%.
66
68. Rifiuti: Produzione di rifiuti speciali e industriali
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
L’indicatore misura la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
che vengono prodotti annualmente sul territorio in esame
DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10
Il DLgs 152/06, art.180, afferma che devono essere promosse in via
prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività
dei rifiuti
Arpa Piemonte - Catasto Rifiuti
migliaia di tonnellate/anno (t*1000/a), t/abitante*anno
2002 - 2010
Le carte, riferite alla produzione totale di rifiuti speciali pericolosi e non
pericolosi, evidenziano come la produzione di tale tipologia di rifiuti sia
concentrata essenzialmente nei comuni a presenza industriale più elevata
quali Villar Perosa, Pinerolo e Airasca. Nel calcolo sono compresi i rifiuti
inerti provenienti da costruzioni e demolizioni.
Nelle rappresentazioni del 2002 e 2010 è rilevabile come sia diminuita la
produzione dei rifiuti determinata da una minore produttività e chiusura di
alcune aziende come es. nei comuni di Perosa Argentina, Villar Perosa e
Airasca, mentre si nota un incremento nei comuni di Pinerolo e di Roletto
dovuti rispettivamente alla realizzazione della nuova area industriale della
“porporata” e ampliamento di quella artigianale.
68
71. Rifiuti: Impianti gestione rifiuti
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Risposta
Descrive la gestione dei rifiuti urbani e speciali in rapporto all’obiettivo di
progressiva riduzione dell’utilizzo delle discariche come modalità di
smaltimento dei rifiuti, fornendo un’indicazione sull’efficacia delle politiche
di gestione dei rifiuti
DM 5 febbraio 1998 s.m.i, LR 24/02, DLgs 36/03, DLgs 152/06 s.m.i, DLgs
75/10 (nuove norme sui fertilizzanti), DM 27/09/10, DLgs 205/10, LR 7/12
Il DLgs 152/06, art.182 bis, prevede di realizzare l'autosufficienza nello
smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali
Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti
numero
2002 - 2012
La diminuita presenza di impianti per la gestione dei rifiuti nei comuni di
Bobbio Pellice e Villar Pellice è data dall’esaurimento delle due discariche
di inerti. A Pinerolo e Villafranca vi è stata la chiusura di due centri di
rottamazione e a Virle P.te la chiusura di un’attività di recupero di cascami
e materiale plastico.
L’incremento del 2012 rispetto al 2002 nel comune di Cumiana è dato
dall’insediamento di due attività legate al recupero di rottami e materiale
plastico.
La discarica per rifiuti non pericolosi ACEA in località Torrione a Pinerolo
prosegue la sua attività ininterrottamente dall’anno 1978, procedendo a
successivi ampliamenti del corpo discarica sia in fossa che in elevazione.
Nel corso dell’anno 2012 è stato rilasciato dalla Provincia di Torino un
nuovo provvedimento (DD n. 168-25742/2012) che autorizza il
rimodellamento del piano sommitale del lotto T5 determinando un ulteriore
incremento dei volumi di rifiuti smaltibili pari a 25.000 m3 e l’autorizzazione
alla realizzazione di un nuovo invaso (T6) per un volume aggiuntivo di
181260 m3.
Lo stesso decreto opera una riclassificazione dell’impianto nella
sottocategoria “discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato
contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con
recupero di biogas” (ai sensi dell’art 7, comma 1 c) del DM del 27/09/2010.
Durante l’intero anno 2012 presso la discarica sono stati smaltite 22.607 t
di rifiuti provenienti dal circuito di raccolta urbano, 561 t di rifiuti inerti e
18.373 t di rifiuti speciali non pericolosi, per un quantitativo complessivo di
41.542 t di rifiuti.
Secondo una stima del gestore al febbraio 2013 i volumi ancora disponibili
allo smaltimento sulla superficie dei lotti T4 e T5 ammontavano a 11.000
m3 circa, mentre il lotto T6 era ancora in corso di realizzazione.
L’impianto di valorizzazione secco-umido di ACEA (Pinerolo, Corso della
Costituzione n. 19), effettua il trattamento delle frazioni differenziate secca
e umida dei rifiuti urbani. La frazione secca viene sottoposta a separazione
meccanica per la cernita delle matrici recuperabili e per la produzione del
CSS (combustibile solido secondario), con una potenzialità di 31.000
t/anno. La frazione umida invece viene avviata a digestione anaerobica
71
72. per la produzione di biogas (potenzialità 50.000 t/anno) e
successivamente a compostaggio. Con DD n. 132 - 20429 / 2012 la
Provincia di Torino ha autorizzato l’ampliamento dell’impianto, con
l’introduzione di un ulteriore digestore che porterà la potenzialità della linea
umido a 90.000 t/anno.
Attualmente l’ampliamento non è ancora stato realizzato.
ACEA, nel corso del 2013, ha presentato un progetto di upgrading del
biogas per la conversione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica
in biometano.
72
73. Siti contaminati
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Pressione
L’indicatore fornisce il numero dei siti che sono inseriti nell’anagrafe
regionale. Tali siti possono talvolta necessitare di interventi di bonifica del
suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee
DLgs 22/97 (art.17), DM Ambiente 471/99, DLgs 152/06
Il DM 471/99, emanato in attuazione del DLgs 22/97, prevedeva che ogni
Regione istituisse l'Anagrafe dei siti contaminati. L'anagrafe doveva essere
realizzata in accordo con i "Criteri - contenuti e struttura dati" messi a
punto dal gruppo di lavoro nazionale Apat, Arpa, Appa. Il DLgs 152/06 non
prevede sostanziali variazione.
Anagrafe regionale dei siti contaminati
numero
2012
Il numero di siti contaminati presenti sul territorio oggetto di studio risulta
piuttosto limitato rispetto al numero totale di siti presenti in provincia di
Torino. I siti contaminati sono concentrati nelle zone collinari e di pianura
maggiormente urbanizzate e in particolare nel comune di Pinerolo,
comune più industrializzato della zona. L’indicatore fornisce, per ciascun
comune, il numero dei siti per cui è stato aperto un procedimento di
bonifica, tuttavia si ritiene opportuno sottolineare che, per buona parte di
questi, il procedimento risulta già concluso a seguito delle operazioni di
messa in sicurezza d’emergenza che hanno permesso il completo
ripristino dello stato dei luoghi. Sarebbe interessate, inoltre, mettere in
rilievo (l’indicatore non lo evidenzia) che buona parte dei problemi del
pinerolese è legato agli sversamenti accidentali di contaminanti organici
principalmente da serbatoi (punti vendita e depositi carburanti).
73
75. Rumore: Pareri e segnalazione Esposti
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale
Commenti
Risposte - Impatto
L’indicatore riporta il numero di segnalazioni/esposti pervenuti
all’Agenzia e di Pareri espressi, sul territorio di competenza
L 447/95 , DPCM 14/11/97, LR 52/00
Arpa Piemonte
numero
2013
2012
L’attività di prevenzione, svolta su richiesta dei comuni per
l’insediamento di nuove attività potenzialmente rumorose o di nuovi
ricettori sensibili, ha riguardato solamente 11 comuni, per un totale di
21 soggetti ambientali. D’altro canto, il numero di esposti
complessivamente pervenuti (15, distribuiti su 8 comuni), rileva
situazioni di criticità contingenti e localizzate a casi specifici.
La città di Pinerolo presenta la maggiore concentrazione di pareri ed
esposti, con valori comunque normali per aree urbane di pari
dimensioni.
Si evidenzia, infine, che tutti i comuni hanno approvato in via definitiva
il Piano di Classificazione Acustica.
75
77. Radiazioni non ionizzanti: Estensione linee elettriche
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L'indicatore riporta l'estensione degli elettrodotti suddivisi per tipologia sul
territorio regionale
Terna, Enel
km
2010
La rete è maggiormente sviluppata sul territorio dei comuni a maggiore
attività produttiva e turistica, tenendo conto dei corridoi con
attraversamento delle linee oltre confine.
77
78. Radiazioni non ionizzanti: Impianti di telecomunicazione
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in rapporto
alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini indiretti le
potenziali pressioni ambientali derivanti
Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18 ottobre
2012 art. 14, comma 8
Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo
elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella
tabella 3 all'allegato B
Arpa Piemonte
numero
2011
Il numero degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto basso, con
una concentrazione di impianti per la diffusione radiotelevisiva nel comune
di Sestriere, in posizione sopraelevata e atta a fornire copertura su
un’ampia porzione del territorio provinciale. Per quanto riguarda gli
impianti di telefonia mobile si ha un maggior numero di impianti nel
comune di Pinerolo, a maggiore densità urbana, e nuovamente nel
comune di Sestriere, a vocazione turistica.
78
80. Radiazioni non ionizzanti: Densità impianti di telecomunicazione
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale
Commenti
Determinante
L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in
rapporto alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini
indiretti le potenziali pressioni ambientali derivanti
Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18
ottobre 2012 art. 14, comma 8
Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo
elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella
tabella 3 all'allegato B
Arpa Piemonte
numero, numero/km2
2012
2011
La densità degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto bassa.
Solo 3 comuni, Sestriere, Villar Perosa e Porte per le Radio-Tv e
Sestriere, Porte e Pinerolo per le stazioni radio base, corrispondenti a
circa il 6% del totale, hanno densità comprese tra 0,35 e 2
impianti/km2. A titolo di raffronto si noti che in provincia di Torino il 30%
degli impianti ha densità superiori a 0,5 impianti/km2
80
82. Radiazioni: dose efficace per la popolazione
DPSIR
Impatto
L’indicatore stima l'esposizione di ciascun membro della popolazione alla
Descrizione radioattività dovuta ai contributi delle diverse fonti di esposizione (di origine
naturale o antropica)
Riferimento
DLgs 230/95 e s.m.i., DLgs 187/00 (art.12)
normativo
Obiettivi
Il DLgs 230/95 fissa un limite di dose efficace per la popolazione pari a 1
normativi
mSv/anno per esposizione dovute alle pratiche lavorative
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di
millisievert/anno (mSv/anno), Bq/kg, Sv/Bq
misura
Copertura
2011
temporale
Per la popolazione del pinerolese, per quanto riguarda la dose efficace,
viene riportato il dato regionale. Dai dati in nostro possesso tale valore può
Commenti
essere considerato con buona approssimazione valido anche per questo
specifico territorio, non essendoci nell'area particolari fonti aggiuntive di
rischio radiologico rispetto al resto del territorio regionale.
Dose annuale alla popolazione piemontese - totale 3,827 mSv
0%
18%
23%
0%
1%
12%
5%
41%
Inalazione di radon
Totale mSv/anno
Ingestione di Sr-90 (solo latte)
Irraggiamento di origine naturale
Irraggiamento di Cs-137 dal suolo
Diagnostica medica
Ingestione di radionuclidi naturali
Ingestione di Cs-137
82
83. Radiazioni ionizzanti: Concentrazione radon indoor
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Stato
L’indicatore fornisce la stima della concentrazione media di radon (Rn222) in aria presente negli edifici
Direttiva Europea 96/29/Euratom, DLgs 241/00
Il livello di azione nei locali interrati o semiinterrati è fissato a 500Bq/m3
Obiettivi
nei luoghi di lavoro (DLgs 241/2000). Per le abitazioni sono
normativi
raccomandati un livello di 200 Bq/m3 per gli edifici in costruzione e di
400Bq/m3 per gli edifici esistenti.(Racc. Europea 1990/143/Euratom)
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura Becquerel al metro cubo (Bq/m3)
Aggiornamento
2012
indicatore
Copertura
2009
temporale
Le mappe presentate derivano da una pubblicazione di Arpa Piemonte
del 2009 (reperibile al sito
Commenti
http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Pubblicazioni), frutto di molti anni
di studi e di migliaia di misure sperimentali
83
84. Rischi naturali: aree monitorate in frana
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sull’estensione e sulla distribuzione dei
Descrizione
fenomeni franosi
Riferimento
Progetto IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) ex L.183/89 Decreto
normativo
del Capo del Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali n. 2271 del 08/06/00
Obiettivi
Accrescere la conoscenza dei fenomeni franosi sull’intero territorio
normativi
nazionale e rendere omogenee le basi dati
Fonte dati
Arpa Piemonte, Ispra
Unità di misura km2, % sulla superficie montuoso/collinare
Copertura
2004 - 2012
temporale
L’indicatore è popolato mediante i dati contenuti nel Progetto IFFI
(Inventario dei Fenomeni Franosi d’Italia) al quale Arpa Piemonte
partecipa per la copertura del territorio regionale piemontese.
Commenti
L'aggiornamento della base dati avviene in occasione dall'acquisizione di
nuove informazioni, derivanti dalle risultanze di progetti specifici
sviluppati dal Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche,
dell'attività interna di analisi e di rilievo dei fenomeni franosi.
DPSIR
84
85. Rischi naturali: valanghe e incidenti
DPSIR
Impatto
L'indicatore fornisce informazioni sul numero di incidenti e di vittime da
Descrizione
valanga segnalati e raccolti da Arpa in collaborazione con il Corpo
Nazionale Soccorso Speleologico
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura numero
Copertura
1984 - 2012
temporale
Commenti
I dati espressi in tabella derivano dall’analisi dalle Carte di Localizzazione Probabile delle
Valanghe (CLPV) e di Carte dei Siti Valanghivi (CSV), rilevate e redatte alla scala media 1:25.000
Entrambe sono redatte con preliminare studio fotointerpretativo di immagini aeree estive e il
reperimento di informazioni storiche e testimonianze orali. Le informazioni ottenute con i due
approcci vengono mantenute separate nelle CLPV integrate in un unico tematismo nelle CSV.
METODOLOGIA DI REALIZZAZIONE DELLA CARTOGRAFIA TEMATICA
Le CLPV e le CSV riportano le delimitazioni dei siti valanghivi, vale a dire delle aree soggette al
movimento simultaneo della coltre nevosa, nell’estensione massima nota al momento di redazione
della carta, anche se tale perimetrazione fa riferimento a eventi occorsi in epoca storica e con
tempi di ritorno elevati, anche superiori ai 100 anni.
Le due tipologie di carte si diversificano per due aspetti metodologici fondamentali:
- nelle CLPV l’inchiesta sul terreno è frutto di sopralluoghi su tutta l’area di indagine effettuati con
una o più persone ben informate degli eventi valanghivi del passato prossimo e remoto, viceversa
nelle CSV i sopralluoghi sono eseguiti solo in casi di particolare criticità;
- nelle CLPV le informazioni ricavate dalle fonti storiche, tra cui l’Archivio Storico e Topografico
delle Valanghe di C.Capello, vanno a incrementare il serbatoio dei dati ottenuti mediante
l’inchiesta sul terreno, mentre nelle CSV servono per avvalorare il dato fotointepretato e quindi ne
sono integrate in un unico tematismo.
2
2
50
1
4
37
6
1
3
9
5
1
26
3
3
15
1
12
2
11
4
15
1
3
33
2
18
10
3
20
7
8
3
2
1
17
4
9
4
Linee elettriche
6
1
21
22
1
8
5
3
4
7
1
8
3
3
1
3
1
22
5
6
Altri danni
11
Persone travolte
4
Nessuno
5
Bosco
2
Piste sci
13
Linee telefoniche
30
Rotabili
4
Rifugi/malghe
Eccezionale (>30
anni
49
Fabbricati Civili
Periodica (1030anni)
Prali
Pramollo
Salza di
Pinerolo
Sestiere
Torre
Pellice
Usseaux
Villar
Pellice
Annuale (110anni)
Pragelato
non nota
Località
DANNI
Valanghe
cartografate
Frequenza
2
2
3
1
7
4
10
6
85
86. Rischi naturali: attività sismica
DPSIR
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulla distribuzione e sulla magnitudo dei
Descrizione
terremoti registrati dalla rete sismica regionale.
Riferimento Legge 225/92, DLgs 112/98, Legge 401/01,
normativo
LR 51/97, LR 44/00, LR 28/02, LR 7/03
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di
numero eventi, magnitudo
misura
Copertura
2002 - 2011
temporale
Nei comuni selezionati, nel corso del 2002, sono stati localizzati 4 sismi di
magnitudo compresa tra 1 e 2, 11 sismi di magnitudo superiore o uguale a
2; il terremoto di magnitudo più elevata (2,8) si è verificato nel comune di
Perosa Argentina.
Nel 2011 sono stati localizzati 6 eventi di magnitudo compresa tra 1 e 1,5
Commenti
e 1 sisma di magnitudo 2 localizzato nel comune di Rouere; nel luglio dello
stesso anno si è verificato però un importante sciame sismico nel comune
di Giaveno, contiguo all’area analizzata dove se ne sono risentiti gli effetti.
La sismicità di un territorio, vale a dire la distribuzione dei terremoti nello
spazio e nel tempo, va valutata su scala geologica: il confronto del numero
di eventi tra due anni non è significativo.
86
88. Stato delle componenti ambientali
Clima
Aria
Acqua
Suolo
Natura
Temperatura
Precipitazione
Vento
Precipitazioni nevose
PM10 media annua
PM10 superamento limite giornaliero
NO2 media annua
Ozono superamento valore obiettivo
Portate dei fiumi
Stato chimico dei fiumi
Stato ecologico dei fiumi
Stato chimico sotterranee
Consumo di acqua da utenze domestiche
Consumo di acqua da utenze industriali
Impianti di depurazione delle acque reflue urbane
Uso del suolo
Capacità d’uso dei suoli
Consumo di suolo da edificazione
Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto
Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
Zone vulnerabili da nitrati (ZVN)
Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF)
Metalli e inquinanti organici
Superficie forestale
Aree protette (Rete natura 2000)
88
89. Clima: Stazioni di monitoraggio
L’area del pinerolese considerata nello studio comprende 48 comuni distribuiti dalla
pianura alla montagna e risente del clima alpino.
Nell’area in esame, Arpa Piemonte dispone di 12 stazioni di Monitoraggio Meteorologico
con diversi periodi di funzionamento.
Stazioni di monitoraggio nell’area del pinerolese
Nome
COLLE BARANT
BOBBIO PELLICE
CUMIANA
LUSERNA S. GIOVANNI
MASSELLO
TALUCCO
PINEROLO
PRAGELATO - TRAMPOLINO A MONTE
PRAGELATO - TRAMPOLINO A VALLE
SESTRIERE
MONTE FRAITEVE
VILLANOVA SOLARO
Quota (m)
2294
1312
327
475
1388
776
340
1642
1525
2020
2701
Data attivazione
25-set-87
03-set-01
27-gen-88
12-gen-88
04-ago-99
13-nov-96
27-ago-03
20-dic-00
20-dic-00
10-set-96
18-nov-88
267
21-lug-93
Mappa dell’area in esame con l’ubicazione delle stazioni considerate
89
90. Clima: Temperatura
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indicatore fornisce i valori di temperatura media annua dal 1991 al 2012.
I valori di riferimento sono stati calcolati mediando i valori medi giornalieri
di ogni anno
Arpa Piemonte
°
C
1991 - 2012
C
La temperatura media annua, nel periodo 1991-2012, oscilla tra i -0.6 °
registrati a Monte Fraiteve e i 13.5° a Pinerolo.
C
Per tutte le stazioni considerate si rileva che le temperature massime sono
state registrate nel corso dell’estate 2003 (11/08/2003) ad eccezione delle
stazioni di Pinerolo (che non era ancora attiva), Sestriere Principi e Monte
Fraiteve in cui il massimo di temperatura si è avuto nel corso di agosto
2012 (20-22 agosto 2012).
Per quanto riguarda le temperature minime, si osserva che il mese di
febbraio 2012 è stato il più freddo dall’inizio delle osservazioni delle
centraline di Arpa Piemonte in tutte le stazioni analizzate.
Andamento delle temperature medie, minime e massime nelle stazioni di monitoraggio del
pinerolese - anni 1991-2012
Temperature medie
30.0
25.0
Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)
20.0
°
C
15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
90
91. Temperature medie massime
35.0
30.0
Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)
25.0
20.0
°
C
15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Temperature medie minime
20.0
Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)
15.0
°
C
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
91
92. Clima: Precipitazioni
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulla quantità di pioggia registrata nel
territorio in esame
Arpa Piemonte
mm
1991 - 2011
Mediamente nell’anno vengono registrati da un minimo di 506 mm a
Sestriere a un massimo 1157 mm di pioggia a Massello.
Il regime pluviometrico in tutti i punti di monitoraggio, secondo la
classificazione di Mennella (1967), è quello prealpino con un massimo
principale nei mesi primaverili e uno secondario in autunno; il minimo
principale è in inverno.
Il mese di maggio risulta essere il più piovoso in quasi tutte le stazioni,
dove il valore più elevato è 170 mm a Massello, mentre il meno piovoso si
colloca nei mesi di gennaio e febbraio.
Dal 1994 il mese che ha registrato una maggior quantità di pioggia è stato
ottobre del 2000 (654 mm), seguito da aprile 2009 (566 mm).
L’area è stata interessata dal 1988 da diversi eventi alluvionali tra cui si
ricordano quelli di ottobre 2000, settembre 2006 e novembre 2011
(http://www.arpa.piemonte.it/pubblicazioni-2/relazioni-tecniche/analisieventi)
Andamento delle precipitazioni e numero di giorni piovosi (pioggia>=1 mm) nelle stazioni di
monitoraggio del pinerolese - anni1991-2011
Precipitazioni annue e giorni piovosi
1400,0
100,0
90,0
1200,0
80,0
1000,0
60,0
mm
800,0
50,0
600,0
40,0
giorni piovosi
70,0
30,0
400,0
20,0
200,0
10,0
0,0
0,0
Villanova
Solaro
Cumiana
Pinerolo Luserna S. Talucco
Giovanni
mm
Bobbio
Pellice
Massello Pragelato Sestriere
trampolino
PP
a valle
Colle
Barant
gp
92
93. Clima: Vento
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
L’indicatore fornisce il numero di giorni di vento verificatisi in Piemonte a
partire dall’analisi dei bollettini meteorologici redatti quotidianamente per il
periodo 1991 al 2011
Arpa Piemonte
°
C
1991 - 2011
Per esaminare il vento sono state prese in considerazione le stazioni in
quota di Monte Fraiteve (2701 m) e di Colle Barant (2294 m) e quelle in
pianura di Cumiana (327m) e di Villanova Solaro (267 m), che dispongono
di un anemometro rappresentativo dell’area in esame.
La direzione prevalente di provenienza del vento risulta essere dai
quadranti occidentali per tutte le stazioni considerate; in particolare da
WSW per Colle Barant (31%) e Villanova Solaro (14%), da NW per
Cumiana (54%) e da WNW per Monte Fraiteve (18%).
Per quanto riguarda la velocità media mensile i valori medi mensili più
elevati si registrano a Monte Fraiteve con un massimo di 6.4 m/s a
dicembre. Il valore più basso è 0.9 m/s a Cumiana a novembre e a
dicembre.
La raffica più elevata pari a 44.7 m/s è stata registrata a Sestriere (Monte
Fraiteve) il 26 gennaio 1994. La raffica massima registrata a Bobbio
Pellice (Colle Barant) di 40.8 m/s risale al 19 gennaio del 2007, seguite da
valori inferiori in pianura: 30.8 m/s a Cumiana il 15 febbraio 1990 e 27.4
m/s il 22 novembre 2008 a Villanova Solaro (l’anemometro è in funzione
da aprile 2007).
Velocità media mensile del vento (m/s) - anni 1991-2011
Colle Barant
Cumiana
Villanova Solaro
Monte Fraiteve
gen
2,8
1,0
1,2
6,0
feb
2,9
1,2
1,3
6,2
mar
2,7
1,4
1,8
5,8
apr
2,3
1,4
1,7
5,4
mag
1,9
1,4
1,6
5,0
giu
1,9
1,4
1,5
5,0
lug
1,8
1,4
1,3
5,1
ago
1,6
1,4
1,1
4,8
set
1,7
1,3
1,2
4,9
ott
2,0
1,0
1,2
5,4
nov
2,5
0,9
1,2
5,7
dic
3,1
0,9
1,2
6,4
93
94. Frequenza delle direzioni di provenienza del vento nelle stazioni di monitoraggio del
pinerolese
Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Cumiana
Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Colle Barant
NNW
40%
N
NW
NE
20%
ENE
E
W
WSW
SW
WSW
SSW
0%
SE
SSW
SSE
SSE
S
Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Monte Fraiteve
Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Villanova Solaro
N
20%
N
NNW
NNE
NE
NW
ENE
SW
SE
SSE
S
NE
W
ESE
WSW
NNE
10%
WNW
E
0%
20%
NW
10%
SSW
E
ESE
S
W
ENE
20%
SW
SE
WNW
NE
10%
0%
NNW
NNE
30%
10%
W
N
40%
WNW
ESE
WNW
60%
50%
30%
NW
NNW
NNE
WSW
ENE
E
0%
ESE
SW
SE
SSW
SSE
S
94
95. Clima: Precipitazioni nevose
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sull’altezza di neve fresca riferita alle
stazioni nivometriche presenti nel territorio di studio nel periodo 1991/2011
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
LR 59/84, LR 28/02
Arpa Piemonte
Centimetri (cm)
1991 - 2011
Per quanto riguarda le nevicate, per la stazione in quota di Sestriere
Principi di Piemonte (2020 m) si evince che la stagione più nevosa è
quella del 2008-2009, mentre per Colle Barant (2294 m) quella del 19941995. In generale si osserva dal 2008 al 2011 un aumento dell’altezza di
neve fresca, mentre nell’ultima stagione invernale (2011-2012) si registra
una diminuzione del quantitativo di neve fresca in entrambe le stazioni.
Commenti
Altezza neve fresca nelle stazioni di Sestriere Principi e di Colle Barant
Altezza neve fresca
Mesi novembre - marzo
8
Sestriere Principi
Colle Barant
7
6
4
3
2
1
01
2
01
1
02
12
20
1
20
1
92
01
0
00
9
20
0
20
0
82
00
8
00
7
62
72
20
0
20
0
20
0
52
00
6
00
5
00
4
32
42
20
0
20
0
22
00
3
00
2
20
0
00
1
12
20
0
92
02
20
0
81
00
0
99
9
19
9
99
8
19
9
99
7
71
19
9
51
41
61
19
9
99
5
19
9
99
4
19
9
31
99
6
0
19
9
cm
5
95
96. Aria: PM10 media annua
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
Valuta la qualità dell’aria mediante il calcolo del valore medio annuo del
materiale particolato (PM10)
DLgs 155/10
Il limite previsto dalla normativa, per la protezione della salute umana, è
relativo alla concentrazione media annuale pari a 40 µg/m3
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta
rispettato.
96
97. Aria: PM10 superamento limite giornaliero
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il numero medio di superamenti del limite
giornaliero del materiale particolato (PM10)
DLgs 155/10
Il Decreto stabilisce come limite giornaliero, per la protezione della salute
umana, 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte all’anno a partire dal 1°
gennaio 2005
Arpa Piemonte
numero giorni
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta non
rispettato, in particolare nelle zone di pianura, come è tipico dell’intero
territorio provinciale.
97
98. Aria: NO2 media annua
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo del valore medio annuo di
concentrazione del biossido di azoto
DLgs 155/10
Il Decreto prescrive il limite, per la protezione della salute umana, pari a 40
µg/m3
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta
rispettato.
98
99. Aria: Ozono superamenti del valore obiettivo per la protezione della
salute umana
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo della massima concentrazione
media giornaliera su 8 ore
DLgs 155/10, DLgs 250/12
Il valore obiettivo per la protezione della salute umana è pari a 120 µg/m3
da non superare più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Com’è tipico della pianura padana la criticità dell’ozono si evidenzia
sull’intero territorio con variazioni di anno in anno che dipendono
essenzialmente dalle condizioni meteorologiche.
Tra i due anni presi in considerazione non vi sono differenze significative.
Infatti, i comuni di montagna che presentano nel 2006 valori inferiori al
limite di 25 in effetti hanno valori molto prossimi ad esso.
I comuni pedemontani e di pianura, con livelli diversi, presentano tutti
valori ampiamente sopra i 25 superamenti, oltre il limite normativo.
99
100. Acqua: portate dei fiumi
Stato
L’indicatore misura il volume d’acqua che attraversa una data sezione
Descrizione
di un corso d’acqua nell’unità di tempo
Riferimento
L 183/89, DL 180/98, L 267/98, L 365/00, DLgs 152/99, Direttiva
normativo
2000/60/CE, DLgs 152/06
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura
metri cubi al secondo (m3/s)
Copertura temporale 2002 - 2011
Per i principali corsi d’acqua regionali viene calcolato lo scostamento
di portata rispetto al valore medio del periodo storico preso come
riferimento. La misura di portata dei corsi d’acqua viene eseguita
Commenti
secondo standard e procedure nazionali pubblicate nel quaderno del
Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale ”Norme tecniche per la
raccolta e l’elaborazione dei dati idrometeorologici parte II” conformi
alle norme WMO”
DPSIR
Idrometri: localizzazione e caratteristiche
Denominazione
Idrometro
Area
bacino
[kmq]
Quota
stazione
[m slm.]
Anni
disponibili
Pellice
94
1471
2007-2011
To
Pellice
188
662
2002-2011
Pinerolo
To
Pellice
578
410
2003-2011
Ponte S.P.
139
Villafranca
Piemonte
To
Pellice
988
260
2002-2011
Ponte S.P.
139
Villafranca
Piemonte
To
Po
617
257
Località
Comune
Provincia
Soucheres
Basses
Pragelato
To
Perrero
Germanasca
Pomaretto
Perrero
San Martino
Chisone
Baraveiera
Soucheres
Basses Chisone
Villafranca
Pellice
Villafranca Po
Bacino
idrografico
2011
100
101. Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
94
0,6
11%
0,5
-7%
0,5
-18%
1,8
19%
3,7
-36%
6,9
4%
2,6
-15%
1,3
-9%
0,9
-13%
0,6
-26%
1,3
96%
0,6
14%
Perrero
Germanasca
188
0,3
-26%
0,3
-41%
1,9
139%
5,6
73%
8,6
-36%
25,4
147%
2,0
-11%
0,6
-37%
0,6
-76%
0,3
-80%
10,7
659%
0,6
-2%
San Martino
Chisone
578
6
27%
6
40%
19
221%
24
39%
29
-21%
60
70%
14
29%
7
36%
7
-22%
4
-39%
39
346%
9
25%
Villafranca
Pellice
988
7
113%
7
124%
27
331%
27
45%
27
-38%
72
109%
3
-57%
1
-20%
3
-72%
2
-79%
57
543%
9
17%
Denominazione Area
2
Idrometro
(km )
Soucheres
Basses
Chisone
Anni di
riferimento
Gennaio
Portata media mensile dell'anno 2011 e scostamento espresso in percentuale.
Lo scostamento è dato da: (portata media mensile - portata media mensile storica)/portata media mensile storica
200710
200210
200310
200210
L’anno 2011 è stato caratterizzato da una condizione di afflusso prossima all’anno medio
idrologico. I maggiori apporti si sono registrati nel periodo primaverile, per effetto di alcuni
eventi di piena secondari e nel periodo autunnale a seguito dell’evento alluvionale di inizio
novembre.
L’analisi delle portate medie mensili del 2011 per tutte le stazioni idrometriche riportate nelle
figure seguenti evidenzia:
• una fase di esaurimento invernale caratterizzata da deflussi di magra non
particolarmente critici (gennaio-febbraio);
• una fase primaverile di morbida caratterizzata in generale da portate di fusione
nevosa e da un evento di piena di marzo (dal 14 al 17);
• un evento pluviometrico più intenso verificatosi a giugno (forti precipitazioni dal 31
maggio al 7 giugno su tutto il Piemonte);
• una fase estiva caratterizzata da portate non critiche nel mese di luglio ma seguita da
un lungo esaurimento dei deflussi dovuto alla pressoché totale assenza di
precipitazioni nei mesi di settembre-ottobre;
• una piena autunnale, del 5-7 novembre, di rilevante entità dopodiché una fase di
graduale esaurimento dei deflussi senza ulteriori significativi eventi pluviometrici.
Sul bacino del Pellice i contributi specifici minimi sono risultati dell’ordine di 4-6 l/s kmq
nelle stazioni idrometriche “naturali” (Chisone a Soucheres Basses e a San Martino) e
dell’ordine di circa 1 l/s kmq nelle stazioni alterate da prelievi idroelettrici (Germanasca a
Perrero) o irrigui (Pellice a Villafranca).
L’andamento del Po a Villafranca Piemonte è risultato caratterizzato principalmente
dall’evento di piena del 5-7 novembre, per il quale è stata stimata una portata al colmo di
circa 657 m3/sec.
Per le seguenti stazioni: Perrero Germanasca, Villafranca Pellice e San Martino Chisone,
di cui si dispone una serie più lunga di dati, si nota come gli anni più critici dal punto di
vista delle portate medie annue siano stati quelli dal 2003 al 2007.
L’anno 2002 e quelli dal 2008 al 2011 sono stati anni in cui si sono registrati eventi
pluviometrici diffusi ed intensi pertanto, la portata media annua è stata al di sopra della
portata media annua storica.
101
102. Chisone a Soucheres Basses. Portata mensile 2011
Chisone a Soucheres Basses: portata media annua
8
3,00
7
2,50
6
5
1,50
4
3
m /s
3
m /s
2,00
1,00
3
2
0,50
1
0,00
0
2007
2008
2009
2010
2011
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov Dic
Germanasca a Perrero. Portata mensile 2011
Germanasca a Perrero. Portata media annua
5
30
4,5
25
4
3,5
20
m /s
2,5
3
3
m /s
3
15
2
10
1,5
1
5
0,5
0
0
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Chisone a San Martino. Portata media annua
Ott
Nov
Dic
Chisone a San Martino. Portata mensile 2011
25
70
60
20
50
40
3
3
m /s
m /s
15
10
30
20
5
10
0
0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott
Nov Dic
102
103. Pellice a Villafranca. Portata media annua
Pellice a Villafranca. Portata mensile 2011
25
80
70
20
60
50
3
3
m /s
m /s
15
10
40
30
20
5
10
0
0
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov
Dic
103
104. Acqua: Stato chimico dei fiumi
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti
Stato
Indice che valuta la qualità chimica dei corsi d’acqua e dei laghi. La
valutazione dello Stato Chimico è stata definita a livello comunitario in
base a una lista di 33+8 sostanze pericolose o pericolose prioritarie per le
quali sono previsti Standard di Qualità Ambientale (SQA) europei fissati
dalla Direttiva 2008/105/CE recepiti dal DLgs 219/10
Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), Direttiva 2008/105/CE, Direttiva
2009/90/CE, DLgs 152/06, Decreto 131/2008, Decreto 17 luglio 2009,
DLgs 219/10, Decreto 260/10
Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato chimico del
Corpo Idrico Superficiale sulla base della valutazione del dato peggiore di
un triennio per il monitoraggio Operativo e di un anno per il monitoraggio
di Sorveglianza
Arpa Piemonte
indice
2009 - 2011
Lo Stato Chimico può essere Buono/Non Buono in base al superamento o
meno degli SQA previsti secondo una modalità di calcolo definita dal
Decreto 260/2010
L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni
particolari.
104
105. Acqua: Stato ecologico dei fiumi
Stato
Lo stato ecologico dei corpi idrici fluviali è definito dalla valutazione integrata
degli indici STAR_ICMi, ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco e dalla verifica degli
Descrizione Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici. E’ prevista la
conferma dello Stato Elevato attraverso i parametri idromorfologici. Sono
previste cinque classi: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo
Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), DLgs 152/06, Direttiva 2008/105/CE,
Riferimento
Direttiva 2009/90/CE, Decreto 131/08, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/10,
normativo
Decreto 260/10
Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato ecologico del
Corpo Idrico Superficiale.
Obiettivi
Dal confronto dei risultati tra lo Stato Ecologico e lo Stato Chimico si ottiene
normativi
la classificazione dello Stato complessivo del corpo idrico superficiale in due
classi: Buono/Non Buono
Fonte dati Arpa Piemonte
DPSIR
Unità di
misura
indice
Copertura
temporale
2009 - 2011
Commenti
L’indice è determinato sulla base della valutazione del dato peggiore tra gli
elementi di qualità biologica (macrobenthos, macrofite, diatomee, fauna ittica)
e SQA inquinanti specifici e il valore medio del LIMeco in un triennio per il
monitoraggio Operativo e in un anno per il monitoraggio di Sorveglianza.
L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni
particolari; mentre la valutazione dello stato ecologico permette di evidenziare
criticità sia nel tratto del Chisone a monte di Pragelato che nella porzione fra
Garzigliana e Pinerolo.
Il parametro che determina il passaggio da buono a sufficiente dei due tratti di
fiume è la comunità macrobenthonica (STAR_ICM ).
Il tratto del torrente Pellice a monte di Torre Pellice presenta stato ecologico
elevato sulla base degli elementi di qualità biologica, degli inquinanti specifici
e del valore medio del LIMeco. Tale giudizio dovrà essere confermato dagli
indici idromorfologici (IDRAIM) che durante il triennio 2009-2011 sono stati
applicati a livello sperimentale ad altri corpi idrici della Regione.
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acquesuperficiali-corsi-dacqua/Relazione_fiumi_triennio20092011_rev_finale.pdf
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