1. CREMATION OF CARE
Traduzione della cerimonia
[Nota al lettore:
ho rispettato la traduzione originale di Giuseppe De Bernardo,
che traduce “care” con “intento”, nonostante reputo più opportuno
tradurre “care” come “Ciò che importa”.
N.d.Matteo Vitiello]
Iº Sacerdote: Il gufo è nel suo nido frondoso. Che tutte le cose che si trovano nel
bosco lo riveriscano. Alzate le teste, oh alberi, e alzate le vostre eterne
guglie. Perché osservate! Questo e il santuario boemo, e sacri sono i
pilastri di questa casa. Ragni filatori, non venite qui.
IIº Sacerdote: Accogliete i boemi con il suono delle acque, in canto degli uccelli,
musiche che ispirano l’anima che affonda, noi vi invitiamo alla gioia del
solstizio d’estate. In alto il cielo è blu e disseminato di stelle. Il suolo
della foresta è pieno di terra odorosa. Vostro è il freddo bacio della
sera. I fuochi degli accampamenti si
smorzano. La nascita della veloce alba
rosea. Scuotete via il vostro dolore
insieme alla polvere della città e gettate
nel vento le preoccupazioni della vita. Ma i
ricordi riportano gli amati nomi degli amici
valorosi che conoscevano e amavano
questo boschetto. Cari, benevoli compagni
di un tempo lontano. Sì! Fate che si
uniscano a noi in questo rituale e che
nemmeno un posto rimanga vuoto in
mezzo a noi. Tutte le sue battaglie per
rimanere nel grigio autunno del mondo o nella primavera del vostro
cuore. Partecipate alla nostra storia. Unitevi, genti della foresta e
lanciate il vostro incantesimo su questi mortali. Toccate i loro occhi
accecati dalla decomposizione. Aprite i loro occhi alla bellezza. Seguite
le memorie dell’ieri e sigillate le porte del dolore. È un sogno, anche se
non solo un sogno. L’Intento e tutto ciò che lui ha fatto l’hanno
raccolto. Come sono svanite Babilonia e la bella Tiro, così anche loro
svaniranno. Ma la rosa selvatica fiorisce sui bastioni distrutti di Tiro e il
muschio lacera le pietre di Babilonia. Perché la bellezza è eterna e noi
ci inchiniamo davanti alla bellezza
eterna. Per l’eterna felicità, ci
rivolgiamo a una sola. A lei che adesso
è intorno a voi, la grande natura, rifugio
dei cuori stanchi. E troviamo il suo seno
che è stato ferito. Lei ha mani fredde
per ogni fronte febbricitante e un
silenzio privo di paura per l’anima in
difficoltà I suoi consigli sono i più saggi.
Lei guarisce tutto, perché suoi ministri
sono la calma e il sonno. Lei è sempre
fedele. Altri amici possono fallire, ma
cercatela in qualsivoglia luogo placido sorridendo, lei si alzerà e vi darà
il suo bacio. Quindi dovete venire a lei come figli. Piccoli figli che
2. credono e non dubiteranno della sua bellezza e della sua fede, così
come la sua tenerezza non cambierà né morirà.
Iº Sacerdote: Boemi e sacerdoti. La disperata
chiamata dei pesanti cuori ha avuto
risposta. Per il potere della vostra
compagnia, l’intento viene ucciso. Il
suo corpo è stato messo lassù sulla
nostra pira funebre e dal gioioso
suono della nostra marcia funebre.
La nostra pira funebre aspetta il
cadavere dell’intento.
IIº Sacerdote: Oh tu, tu che sei stato portato attraverso le ombrose acque verso la
grande maestà della morte. Intento, ardente nemico della bellezza.
Non è per te il perdono della pacifica fossa. Il fuoco si aprirà la sua
strada in te e tutti i venti si divertiranno con la tua cenere. Portate il
fuoco!
Intento: (Risata) Folli! Folli! Folli! Quando capirete che non potete uccidermi? Anno
dopo anno mi bruciate in questo bosco. Innalzando alle stelle le vostre grida
di trionfo. Ma quando rivolgete di nuovo il volto al mondo terreno, non mi
trovate lì in attesa proprio come prima? Folli! Folli! Folli, se sognate di
vincere l’intento!
IIº Sacerdote: Tu dici, beffardo spirito. Questo non è affatto un sogno. Sappiamo che
ci stavi aspettando. Quando questa nostra permanenza silvana avrà
fine, ti incontreremo e ti affronteremo come in passato e alcuni di noi
prevarranno su di te e tu sarai distrutto. Ma questo sappiamo. Anno
dopo anno, in questo bosco, la nostra compagnia ti scaccia per un
poco. La tua malevolenza che ci ha inseguito fin qui ha perso il suo
potere sotto questi alberi amici. Quindi ti bruceremo una volta ancora
e nelle fiamme che divorano la tua effigie leggeremo il segno. Il
solstizio ci libererà!
Intento: Mi brucerete una volta ancora? (Risata) Non con queste fiamme che avete
portato da regioni nelle quali io regno. Voi folli e sacerdoti. Io sputo sul
vostro fuoco!
IIº Sacerdote: Oh Gufo! Principe di tutta la saggezza mortale, Gufo di Boemia, ti
imploriamo, offrici il tuo consiglio.
Canzone: Niente fuoco! Niente fuoco! Niente fuoco! A meno che non venga acceso in
un luogo dove l’intento è nutrito dall’odio degli uomini e portato fino a
questo bosco. Una fiamma sola dovrà accendere questo fuoco. Una
fiamma sola dovrà accendere questo fuoco. Una pura fiamma eterna.
Infine, nella lampada della compagnia sopra l’altare di Boemia.
3. IIº Sacerdote: Oh grande Gufo di Boemia. Ti ringraziamo per la tua adorazione.
Vattene, odiato intento! Vattene! Una volta ancora, ti allontaniamo!
Vattene, Intento! Il fuoco si aprirà la sua strada in te. Vattene Intento e
i venti si divertiranno con la tua cenere. Salve, fiamma eterna della
compagnia! Una volta ancora, il solstizio ci libererà!
Intento: (Grido d’agonia)
Grazie per la traduzione a: Giuseppe Di Bernardo (The Secret Blog)