7. 6
chiarimenti al contribuente, viene contestualmente informato anche il responsabile dell'assistenza
fiscale o il professionista che ha rilasciato il visto di conformità.
E’ opportuno ricordare che dal 2006 la presentazione dei modelli 730 non rappresenta più
un’attività esclusiva dei CAF , ma può essere effettuata anche dai professionisti abilitati, che godo‐
no dei medesimi compensi spettanti per le attività legate alla elaborazione dei modelli 730. Que‐
sto a seguito dell’intervento della corte di Giustizia europea (30/03/2003), che a seguito di ricorso
di associazioni di professionisti, si è pronunciata sulla legittimità della normativa italiana ritenendo
che “tale normativa non fosse idonea a garantire l’interesse pubblico alla tutela dei destinatari dei
servizi in parola”. Pertanto, poiché la normativa italiana in materia comprimeva in modo ingiustifi‐
cato le libertà fondamentali di stabilimento e libera prestazione di servizi sanciti dagli artt. 43 e 49
del Trattato, fu ritenuta in insanabile contrasto con il diritto comunitario7
.
Infine, va ricordato che, oltre ai CAF, è previsto che anche i Sostituti d’Imposta (enti ed aziende
pubbliche e private che abbiano almeno 50.000 dipendenti, abilitati alla trasmissione telematica)
possano assistere i loro dipendenti nella compilazione e trasmissione del modello 730, però senza
la responsabilità di apporre il visto di conformità, che invece hanno i CAF. Per questo servizio i So‐
stituti d’imposta ricevono un compenso di poco inferiore a quello dei CAF.
LA RETE DEI CAF
Ad oggi, nella primavera del 2014, in Italia sono presenti 80 CAF, di cui 69 aderiscono alla Consulta
Nazionale dei CAF. La tabella seguente riporta la distribuzione degli stessi fra le varie categorie.
Tabella 1‐ CAF autorizzati per tipo di associazioni promotrice
CAF dei Sindacati dei dipendenti e dei pensionati 32
‐ CGIL 15
‐ CISL 1
‐ UIL 1
‐ Altre sigle sindacali 11
‐ Dipendenti e pensionati 4
CAF delle associazioni imprenditoriali 27
‐ Agricoltori 6
‐ Artigiani 10
‐ Commercianti 2
‐ Industriali 9
CAF delle associazioni professionali 4
‐ Commercialisti 2
‐ Consulenti del lavoro 2
CAF delle associazioni dei contribuenti 3
CAF delle associazioni cattoliche 2
Altri CAF 12
Totale CAF autorizzati 80
‐ di cui CAF aderenti alla Consulta 69
‐ di cui CAF non aderenti alla Consulta 11
7
Giuliano Amato, Nota sul finanziamento diretto e indiretto del sindacato, Rassegna Parlamentare n. 4 – 2012, Istituto
per la Documentazione e gli Studi Legislativi.
11. 10
Tabella 4 ‐ Servizi di consulenza su richiesta dei contribuenti
Servizi Ente di rife‐
rimento
Destinatari
del servizio
Contenuto della
prestazione
Tariffe Prestazioni
complementari
Anno
di avvio
730
Unico
Agenzia del‐
le Entrate
Contribuenti ti‐
tolari di redditi
diversi
Consulenza per la compilazione
della dichiarazione.
Apposizione del visto di confor‐
mità, su richiesta.
Trasmissione telematica
all’Agenzia delle entrate.
Tariffa variabile
da un minimo di
15 € ad un mas‐
simo di 60 €.
No contributi
pubblici.
Stampa bollet‐
tini o dichiara‐
zioni
ICI/IMU/TASI
1993
ICI
IMU
TASI
Comuni Proprietari di
casa.
Affittuari (per la
TASI)
Compilazione bollettino o F24
Dichiarazione di variazione
Tariffa a bolletti‐
no variabile da un
minimo di 5 € ad
un massimo di 12.
No contributi
pubblici.
Prestazione
accessoria del‐
la dichiarazio‐
ne dei redditi
ICI fino
al 2011
IMU dal
2012
TASI dal
2014
Conten‐
zioso
fiscale
Agenzia del‐
le Entrate
Contribuenti che
hanno fatto la
dichiarazione
presso il CAF
IL CAF assiste i propri utenti limi‐
tatamente all’attività svolta e
agli errori fatti dal CAF, in caso di
controllo dell’Agenzia delle En‐
trate. Qualora l’Agenzia non con‐
sideri esaustiva la documenta‐
zione fornita, il CAF ha 30 gg. per
rispondere.
Assistenza
gratuita
La gestione del
contenzioso è
un servizio
connesso alla
dichiarazione
dei redditi
1993
Bonus
sociali
INPS
Comuni
Università
Bonus maternità
(INPS)
Asili nido
(Comuni)
Bonus gas ener‐
gia (Comuni)
Diritto allo stu‐
dio (Università).
Compilazione della domanda da
presentare all’ente competente
per l’accesso al bonus o alla age‐
volazione tariffaria, per cui si ri‐
chiede l’ISEE.
Servizio a titolo
gratuito o a pa‐
gamento a se‐
conda della con‐
venzione con
l’ente.
Assistenza alla
compilazione
dell’ISEE
In base
all’anno
di in‐
trodu‐
zione
del bo‐
nus
CUD INPS Contribuenti te‐
nuti ad allegare
il CUD alla di‐
chiarazione dei
redditi
I CUD possono essere scaricati e
stampati autonomamente dai
contribuenti dal sito dell’INPS,
oppure può esserne richiesta la
stampa a INPS, CAF, Patronati,
Sindacati pensionati, Poste.
Servizio a titolo
gratuito presso
INPS, CAF, Patro‐
nati, Sindacati
Pensionati.
A pagamento alle
Poste (2,82 €)
No contributi
pubblici.
Il CUD viene
stampato dai
CAF in fase di
dichiarazione
dei redditi, di
cui costituisce
una prestazio‐
ne accessoria.
2013
Succes‐
sioni
Uff. Registro Eredi Adempimenti di legge.
Voltura catastale.
Tariffa in media
sui 400 €, inferio‐
re a quelle me‐
diamente chieste
dai notai.
Eventuale pra‐
tica di pensio‐
ne di reversibi‐
lità a cura del
Patronato.
1993
Colf e
assistenti
familiari
INPS Nucleo familiare
datore di lavoro.
Colf o Assistente
familiare dipen‐
dente
Gestione del rapporto di lavoro:
assunzione, variazioni, chiusura.
Predisposizione busta paga.
Predisposizione bollettini di pa‐
gamento contributi previdenziali.
Invio telematico dei modelli MAV
all’INPS.
Tariffa variabile
da un minimo di
60 ad un massimo
di 150 €
Servizio globale 2000
12. 11
IL PRODOTTO DEI CAF
In questo paragrafo vengono presi esame i dati sulle principali attività dei CAF e alcuni dati sui con‐
trolli. L’analisi è limitata ai prodotti per i quali i CAF ricevono un compenso dalle pubbliche ammi‐
nistrazioni di riferimento ‐ Agenzia delle Entrate e INPS ‐ che costituiscono la fonte certa dei dati.
Non viene presa in esame la componente di mercato dell’attività, in quanto l’offerta è variabile da
CAF a CAF. L’analisi è riferita al periodo 2003‐2013, in quanto i dati relativi alle principali presta‐
zioni sono disponibili per questo periodo (730, ISEE, RED). E’ dai primi del 2000, infatti, che
l’attività dei CAF assume la sua attuale fisionomia.
Dichiarazioni 730
Il numero dei 730 prodotti annualmente dai CAF è passato dagli 10,7 milioni del 2003 ai quasi 18
milioni del 2013, con un aumento del 68%. Nel periodo 2003‐2007 l’andamento della produzione è
stato un po’ altalenante, per poi riprendere a crescere in modo costante dal 2008 al 2013. Questo
aumento è sostanzialmente dovuto all’aumento degli adempimenti connessi alla dichiarazione
730. Le dichiarazioni fatte dai Sostituti d’Imposta abilitati sono circa 1,5 milioni. I professionisti abi‐
litati a partire dal 2006 alla trasmissione telematica si attestano sulle 150.000 dichiarazioni nel
2013 14
. Complessivamente, quindi, i 730 trasmessi telematicamente all’Agenzia delle Entrate rag‐
giungono quasi i 20 milioni di dichiarazioni.
Grafico 1 ‐ N. dichiarazioni 730 prodotte dai CAF (2003‐2013)
La distribuzione della produzione per categoria vede i CAF dei sindacati di dipendenti e pensionati,
compresi gli autonomi, produrre poco meno della metà dei 730. CGIL, CISL, UIL incidono per il 39%.
La CGIL è la prima sigla, se si considera il consolidato dei 15 CAF regionali che ad essa fanno riferi‐
mento. Le associazioni imprenditoriali producono circa un quarto delle dichiarazioni e vedono ai
primi posti i CAF delle associazioni degli artigiani e degli agricoltori, seguiti da quelli dei commercianti
e degli industriali. Le organizzazioni professionali dei commercialisti e dei consulenti del lavoro inci‐
dono per circa l’11%. Le associazioni cattoliche per circa il 10%, quelle dei contribuenti per il 5%.
14
I professionisti concentrano maggiormente la loro attenzione sul modello unico, che contempla una varietà di reddi‐
ti e richiede una consulenza più complessa e remunerativa.
14. 13
golo CAF, seguito da ACLI, CGN (commercialisti) e UIL. La distribuzione dei CAF per volumi di pro‐
duzione vede i primi 5 CAF coprire oltre il 50% della produzione, i primi 10 il 70%, i primi 20
l’87,5%, ma più della metà non raggiunge la soglia delle 100.000 dichiarazioni.
Tabella 5‐ Distribuzione dei CAF per volumi di produzione di 730
Fasce di produzione N. CAF
> 1.000.000 dichiarazioni * 4
> 500.000 ≤ 1.000.000 dichiarazioni 5
> 200.000 ≤ 500.000 dichiarazioni 14
> 100.000 ≤ 200.000 dichiarazioni 13
≤ 100.000 dichiarazioni 44
Totale CAF 80
ISEE ‐ RED ‐ ICRIC
Per quanto riguarda le prestazioni erogate in convenzione con l’INPS, si prendono in esame ISEE,
RED e le dichiarazioni di responsabilità relative all’invalidità civile e alla pensione sociale (ICRIC).
Il numero degli ISEE prodotti dai CAF è passato dai 2,5 milioni del 2003 ai quasi 6 milioni del 2013,
con un aumento del 132%. L’andamento della produzione è stato crescente fino al 2011, dopo di
che è iniziata una flessione a seguito di un’attività di monitoraggio da parte dell’INPS d’intesa con
la Consulta dei CAF.
Grafico 4 ‐ N. dichiarazioni ISEE prodotte dai CAF (2003‐2013)
Il numero dei RED prodotti dai CAF è passato dai 5,6 milioni del 2003 ai 4,1 milioni dal 2013, con
un andamento altalenante, che ha visto il picco nel 2009 con 6,8 milioni di RED, per poi scendere a
3,2 milioni e poi risalire ai valori attuali. Comunque il trend è in diminuzione, da quando l’Agenzia
delle Entrate ha la disponibilità dei dati e li invia all’INPS.
In questo caso è possibile calcolare la percentuale di RED che transitano per i CAF su quelli com‐
plessivamente emessi dall’INPS. Nel periodo 2003‐2013 la percentuale media dei RED trasmessi
dai CAF è stata del 61%, ma con forti oscillazioni fra il 94% del 2009 e il 45% del 2010.
Grafico 5 – N. dichiarazioni RED (2003‐2013)
21. 20
dall’INPS, ma scaricabili dal sito dell’Istituto, operazione svolta in buona parte dai CAF o da altri
intermediari.
La trasmissione telematica ha garantito all’Agenzia delle Entrate:
- la disponibilità dei dati fiscali in tempo reale;
- il controllo automatico del rispetto dei tempi delle trasmissioni telematiche;
- il controllo automatico dei calcoli, che ha consentito di evitare una grande quantità di errori20
;
- la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di concentrarsi sui controlli documentali;
- la minore conflittualità con i contribuenti, perché in prima istanza la richiesta di documenti e di
chiarimenti viene fatta prima al CAF e poi al contribuente, solo se necessario;
- la certezza del pagamento delle sanzioni da parte dei CAF, obbligati alla copertura assicurativa.
- la conservazione delle dichiarazioni, dei prospetti di liquidazione, di copia della documentazione.
I risultati conseguiti dall’informatizzazione della gestione del sistema fiscale sono molto lusinghieri.
I dati diffusi dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) assegnano
all’Italia il primato mondiale per quanto riguarda l’informatizzazione dei servizi fiscali. Da questo
punto di vista proprio l’istituzione dei CAF, ha consentito l’introduzione di adeguati sistemi di
trasmissione dei dati, segnando un’accelerazione dei processi di innovazione, che hanno portato
maggiore efficienza del sistema fiscale, tracciabilità delle pratiche, riduzione dei costi e dei tempi,
con un impatto positivo sui contribuenti.
Il “front‐office sociale” dell’INPS
L’Istituto di Previdenza Sociale ha fatto scelte in parte convergenti e in parte diverse rispetto a
quelle dell’Amministrazione finanziaria. L’Istituto ha ritenuto importante mantenere il rapporto di‐
retto con l’utenza per l’erogazione delle prestazioni previdenziali e sociali (pensioni, disoccupazio‐
ne, maternità …), perché il cittadino percepisca l’esistenza dell’Istituto, cosa che con la telematiz‐
zazione della domanda rischierebbe di affievolirsi21
. Va detto che, a differenza dell’Agenzia delle
Entrate, l’INPS è ente erogatore di prestazioni, oltre che esattore di contributi, mentre l’Agenzia
svolge eminentemente la funzione impositiva. D’altro canto, l’INPS ha compiuto la scelta di ester‐
nalizzare la ricezione per via telematica di alcune pratiche massive come RED, ISEE, ICRIC, conside‐
rate prestazioni seriali a basso valore, lasciando comunque all’utente la possibilità di accesso diret‐
to all’Istituto22
, convenzionandosi di volta in volta con i CAF, individuati come “sportelli sociali” in
grado reggere l’urto di milioni di utenti. L’esternalizzazione di pratiche seriali e massive, consente
all’INPS di dedicare i propri dipendenti ad attività di maggiore complessità e valore, più inerenti al‐
la missione dell’Istituto (la previdenza sociale). Non una scelta strutturale, quindi, ma mirata, che
si avvale dell’infrastruttura di cui i CAF si sono dotati per le dichiarazioni fiscali. Va detto, però, che
“non essendo stato disegnato un quadro normativo di riferimento, i rapporti con l’INPS, si fondano
su singole convenzioni soggette a rinnovo e sottoposte di volta in volta a nuove negoziazioni, col
rischio ‐ in mancanza di accordo ‐ di produrre disservizi, con inevitabili danni ai cittadini.” 23
La formazione continua del personale
20
L’introduzione, nel 2006, dell’obbligo di trasmissione telematica del F24 per i titolari di partita IVA, ha consentito di
evitare 130.000 errori di imputazione degli F24 cartacei e i conseguenti costi di comunicazione ai contribuenti.
21
A onore del vero va detto, però, che l’INPS sin dal Dopoguerra di avvale dell’intermediazione dei Patronati, che fil‐
trano una larga parte delle domande di pensioni e di prestazioni sociali.
22
L’INPS ha fatto direttamente ISEE fino al 2010.
23
Giuliano Amato, Nota sul finanziamento diretto e indiretto del sindacato, Rassegna Parlamentare n. 4 – 2012, Istitu‐
to per la Documentazione e gli Studi Legislativi.
22. 21
La qualificazione professionale dei soggetti che svolgono l’attività di assistenza fiscale ed erogano
prestazioni per conto dell’INPS, è una condizione essenziale al fine di garantire la correttezza
dell’attività e l’adeguatezza dei livelli di servizio. I CAF, in considerazione dell’ampliamento della
gamma di servizi offerti e dei continui cambiamenti della normativa, che richiedono un aggiorna‐
mento tempestivo, hanno svolto da sempre attività di formazione continua dei loro dipendenti e
collaboratori, consentendo peraltro di far emergere e sviluppare nuove figure professionali qualifi‐
cate (formatori, addetti al controllo, esperti fiscali, esperti di trasmissione telematica), che trovano
stabilità di lavoro e soddisfazione professionale, a fronte del sostanziale blocco delle assunzioni
nella pubblica amministrazione.
La flessibilità organizzativa e la capacità di risposta
Il sistema dei CAF consente una grande flessibilità e rapidità di risposta, a fronte della turbolenza
normativa. Ad esempio, in occasione dell’entrata in vigore dell’IMU i CAF hanno dato un contribu‐
to qualificato all’avvio della nuova imposta, evidenziandone le criticità gestionali e indicando la so‐
luzione per risolvere i problemi più immediati, che poi è stata adottata. Un altro esempio recente,
è l’impegno ad operare in una situazione di difficoltà normativa ed organizzativa quale si è deter‐
minata per il pagamento della seconda rata IMU per le seconde case e per il pagamento della cd.
mini IMU. La flessibilità, però, ha dei costi che i CAF, oltre certi limiti, non sono in grado di assorbi‐
re. Capita spesso, ad esempio, che i ritardi decisionali della politica o le problematiche tecniche
dell’amministrazione portino a differire i termini di inizio e fine delle campagne, scaricando sui CAF
l’onere di assumere dipendenti a tempo determinato per periodi più lunghi del necessario.
Il ritorno d’immagine per la pubblica amministrazione
Da quando esistono i CAF è migliorata l’immagine dell’Amministrazione finanziaria, perché spesso i
cittadini, soprattutto se non associati, sono portati ad identificare il CAF come uno sportello della
pubblica amministrazione. Il servizio fiscale trasmette ai cittadini, attraverso i CAF, un’immagine di
accessibilità, efficienza, competenza e rigore, oltre che di cortesia nelle relazioni interpersonali.
Questo favorisce da parte dei cittadini un atteggiamento di collaborazione e correttezza. Inoltre, la
riduzione del margine di errore formale ha prodotto una rilevante diminuzione del contenzioso e
degli oneri a carico dei cittadini, che nel passato creavano acuta insofferenza e senso di iniquità.
I risparmi economici per le Pubbliche Amministrazioni
La trasmissione telematica ha comportato, oltre ai vantaggi funzionali prima richiamati, anche si‐
gnificativi risparmi economici per la pubblica amministrazione, relativi ai costi di digitazione delle
dichiarazioni, copia24
, spedizione, conservazione della documentazione, acquisto e rinnovo costan‐
te dell’hardware ed aggiornamento dei software25
, formazione del personale.
Tutti costi sostenuti dai CAF. In sostanza, la pubblica amministrazione con la trasmissione
telematica ha esternalizzato ai CAF costi rilevanti e, non ultimo, ha indotto nei fornitori del servizio
una forte dipendenza dalle decisioni dell’Amministrazione, che con un colpo di penna può
spostare centinaia di migliaia di dichiarazioni, in più o in meno, decidendo delle sorti delle aziende
a cui ha esternalizzato il servizio.
24
Gli intermediari non possono trattenere i documenti in originale, che devono essere restituiti ai contribuenti.
Dunque è obbligatoria la fotocopia di tutto, inclusi scontrini della farmacia, le fatture delle visite specialistiche, le
ricevute delle spese per attività sportive e così via. Su 400.000 dichiarazioni elaborate da un CAF di medie dimensioni si
tratta di ulteriori 5 milioni di documenti, esclusa la stampa delle dichiarazione in doppia copia (minimo 30 fogli).
25
Inizialmente era stato previsto un contributo per la trasmissione telematica, poi soppresso nel 2011.
23. 22
Anche l’INPS ha tratto significativi vantaggi dall’esistenza del sistema dei CAF. Dal 2013 l’INPS
realizza significativi risparmi sulle spese postali non spedendo più ai contribuenti circa 20 milioni di
CUD, che in larga parte vengono scaricati e stampati gratuitamente dai CAF, dai patronati o dai
sindacati dei pensionati in fase di dichiarazione dei redditi. Secondo una stima prudenziale
dell’Istituto, si risparmiano circa 22‐23 milioni € di spese postali. Dal 2014, l’INPS consegna
preventivamente le matricole dei titolari di prestazioni previdenziali ai CAF, che si sono organizzati
per contattare i soggetti interessati alle dichiarazioni RED e ICRIC e per inviare telematicamente
all’INPS le domande entro i primi sei mesi dell’anno. Successivamente l’INPS contatterà solo i
titolari per i quali non ha ricevuto la domanda, risparmiando un importo rilevante sulle spese di
spedizione, non ancora stimabile in quanto il sistema è entrato in vigore da poco.
C’è poi il capitolo del risparmio sul costo del lavoro, che è difficile da quantificare perché sia nel
caso dell’Agenzia delle Entrate che dell’INPS c’è una netta distinzione fra il ruolo di regolazione e
controllo che le pubbliche amministrazioni si sono riservate (back‐office) e quello produzione ed
erogazione del servizio (front‐office), trasmissione telematica dei modelli affidato ai CAF, ancorché
non esclusivo per l’INPS.
Il risparmio sul costo del lavoro, però, può essere dedotto da alcuni fattori:
‐ i contratti di lavoro applicati dalle PP.AA. sono più onerosi, sia sotto il profilo economico che
normativo, di quelli applicati dai CAF (in prevalenza il contratto del commercio);
‐ le assunzioni a tempo determinato sono più agevoli nel settore privato che nel settore pubbli‐
co, stanti i vincoli a cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni;
‐ le procedure di reclutamento e i tempi di addestramento dei neo‐assunti a tempo determinato
(3‐4 mesi), sono più lenti e costosi negli enti pubblici che nel settore privato.
Tutto questo porta ad ipotizzare un differenziale di costi significativo fra la gestione diretta dei
servizi e la gestione esternalizzata ai CAF.
Il costo dei CAF per le pubbliche amministrazioni
Le pubbliche amministrazioni interessate erogano compensi commisurati all’attività svolta, secon‐
do tariffe fissate da apposite convenzioni.
La quantificazione iniziale dei compensi dovuti ai CAF fu fatta da una commissione consultiva, no‐
minata nel 1991 dal Ministro Formica, composta da rappresentanti di: Ministero delle Finanze (che
coordinava i lavori), Ministero del Lavoro, INPS, Confindustria, CGIL , CISL, UIL, altri enti pubblici
coinvolti (es. SOGEI). La commissione aveva il compito di monitorare le attività necessarie per
compilare e inviare un modello reddituale e di definirne il costo globale al fine di determinare il
compenso dovuto ai CAF per le pratiche inviate al Ministero.
Le conclusioni furono che:
- per i CAF, il costo di una dichiarazione andava da un minimo di 30.000 a un massimo di 50.000 lire;
- all’Amministrazione finanziaria la gestione delle funzioni di propria competenza costava da un
minimo di 20.000 fino a un massimo di 40.000 lire.
Il Ministero delle Finanze riconobbe un compenso iniziale di 20.000 lire, che rappresentava circa il
50% del costo della pratica per una CAF, con la motivazione che anche il contribuente avrebbe do‐
vuto partecipare alla spesa, come già faceva ricorrendo ai commercialisti, anche se in misura mi‐
nore. Nel 2000, dopo l’inserimento del visto di conformità, il compenso è passato a 25.000 lire, più
un importo per la trasmissione telematica e l’adeguamento Istat. Nel 2001, con l’introduzione
dell’euro, il compenso diventò 12,91 € per la dichiarazione singola e 25,82 € per le dichiarazioni
congiunte (il doppio), più 1,05 € per la trasmissione telematica. NEL 2011, a seguito dell’ adegua‐
mento ISTAT, i CAF erano arrivati a percepire complessivamente 16,29 € per la pratica singola e
32,58 per la congiunta, più il rimborso per la trasmissione telematica.
27. 26
Si può ritenere, quindi, che le scelte fatte a partire dal 1991 fino ad oggi abbiano portato risultati
positivi anche di carattere economico alle PA, in quanto il costo dei CAF è stato di gran lunga infe‐
riore al costo che le PP.AA. avrebbero dovuto sostenere per la gestione diretta dell’assistenza fi‐
scale e del controllo di conformità. Inoltre, rispetto ad anni di progressivo ridimensionamento
dell’organico della PA, con particolare riferimento ai servizi di front‐office ai cittadini, i CAF hanno
in parte colmato un vuoto rispondendo alle richieste di informazioni e assistenza dei cittadini, con
modalità certificate e non speculative nei loro confronti.
Il sistema fiscale italiano raggiunge un risultato di eccellenza se raffrontato ad altri sistemi fiscali a
livello mondiale. Nel 2010 l’OCSE ha stilato una graduatoria del grado di informatizzazione dei si‐
stemi fiscali, confrontando la percentuale cittadini che ha accesso ai servizi fiscali on line, rappor‐
tata alla percentuale del bilancio dedicata dalle Agenzie delle Entrate alle spese per l’information
technology (IT). L’Italia figura al primo posto con il 100% dei contribuenti che accede ai servizi per
via telematica, con una spesa pari al 3,9% del bilancio dell’Agenzia delle Entrate. I paesi più avan‐
zati, dopo l’Italia, in Europa sono la Danimarca, con il 100% dei contribuenti che accede ai servizi
on‐line, ma a fronte di una spesa per l’informatica del 17% del budget (oltre quattro volte quella
italiana), nel mondo il Cile con il 97% dei cittadini che accede ai servizi on‐line e una spesa per
l’informatica del 5,1% (al secondo posto assoluto per rapporto fra costi e risultati). In Francia solo
il 20% dei contribuenti individuali, il 14% dei professionisti e il 40% delle società accede ai servizi
on‐line a fronte di una spesa per l’informatica del 9,4% (due volte e mezzo quella italiana). Negli
Stati Uniti il 60% dei contribuenti accede ai servizi on line con una spesa del 15% del budget (quat‐
tro volte quella italiana).
Questo risultato è stato possibile grazie al sistema della trasmissione telematica, avviato alla fine
degli anni ’90, che si è potuto realizzare grazie ai CAF, i quali si assumono buona parte della spesa
per l’infrastruttura informatica. “I dati Ocse basterebbero da soli a sgonfiare le polemiche che cicli‐
camente vengono sollevate sul ruolo e sui compensi dei CAF, certificando che l’investimento pub‐
blico in Italia è il più basso a fronte dei risultati raggiunti, evidenziano come anche i Caf abbiamo a
loro volta collaborato e concorso alle spese in ricerca, sviluppo e messa in opera di questi processi
innovativi … Va infine sottolineato che questo risultato in Italia, Paese di certo non altrettanto in
alto nella classifica dell’alfabetizzazione informatica, si è ottenuto senza scaricare sul contribuente
il disagio più sentito dei processi di informatizzazione: la perdita del contatto umano, del rapporto
con una persona in grado di prestare assistenza e consulenza. E questo è un risultato del quale i
CAF si possono attribuire in buona parte il merito” (dal comunicato stampa congiunto Agenzia del‐
le Entrate – Consulta dei CAF 05/05/2010).
LA GESTIONE ECONOMICA DEI CAF
Come si diceva in precedenza i CAF sono aziende di servizi, che hanno l’obiettivo minimo del pa‐
reggio di bilancio e di investimento di eventuali utili nel miglioramento del servizio. Se non ci rie‐
scono sono costrette a ricorrere all’indebitamento, all’aumento di capitale o alla chiusura. Sempre
più frequenti sono i casi di salvataggi da parte della proprietà o di razionalizzazioni organizzative
(fusioni, consorzi ecc.) per ridurre i costi.
I principali fattori di costo che tali aziende devono sostenere sono: il costo del lavoro e della for‐
mazione, il costo dell’attrezzatura informatica hw e sw necessari per la trasmissione telematica, il
costo delle copie e della conservazione della documentazione fisica ed informatica, il costo
dell’assicurazione obbligatoria e delle franchigie, delle sedi e delle utenze, oltre ai costi di ammini‐
strazione, di promozione e degli interessi passivi, perché le PA pagano ad un anno.
30. 29
‐ riduzione dei costi tramite elementi di ulteriore innovazione tecnologica nella gestione telema‐
tica di tutti i processi dichiarativi;
‐ progresso ulteriore verso la dematerializzazione di tutti i procedimenti fiscali;
‐ maggiore automatizzazione nelle verifiche sulle dichiarazioni, investendo il contribuente solo in
ultima istanza;
‐ possibilità per i contribuenti di poter usufruire anche dell'assistenza facoltativa dei CAF nella
mediazione tributaria per importi al di sotto di una certa soglia;
‐ definizione di un sistema di monitoraggio e sanzione verso gli intermediari finalizzato a incenti‐
vare comportamenti virtuosi.
In conclusione, si tratta di valorizzare il ruolo dei CAF, ponendo al centro del loro operare gli ele‐
menti che furono alla base della loro istituzione, quello della intermediazione professionale, della
certificazione dei documenti e dell’assistenza fiscale ai cittadini.
31. 30
Allegato 1 ‐ Elenco dei CAF autorizzati
(aggiornato a febbraio 2014)
n. n. albo Consulta Centro Assistenza Fiscale
1 1 SI CAAF CGIL DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D'AOSTA SRL
2 2 SI CAAF CGIL LIGURIA SRL
3 3 SI C.A.A.F. CGIL LOMBARDIA SRL
4 5 SI CAAF NORD EST SRL
5 6 SI CAAF CGIL EMILIA ROMAGNA SRL
6 7 SI CAAF CGIL TOSCANA SRL
7 8 SI CAAF CGIL UMBRIA
8 9 SI CAAF CGIL MARCHE SRL
9 10 SI CAAF LAZIO E BASILICATA CGIL
10 11 SI CAF CGIL ABRUZZO E MOLISE SRL
11 12 SI CAAF CGIL SARDEGNA SRL
12 13 SI CAAF CGIL CAMPANIA SRL
13 15 SI CAAF CGIL PUGLIA SRL
14 16 SI CAAF CGIL CALABRIA SRL
15 17 SI CAAF CGIL SICILIA SRL
16 18 SI CAF CISL SRL
17 21 SI CAF UIL SPA
18 22 SI CAF CONFSAL SRL
19 23 SI CAF U.G.L. SRL
20 24 SI CAF CNA SRL
21 25 SI C.A.A.F. F.A.B.I. SRL
22 26 SI CAF CONFAGRICOLTURA PENSIONATI SRL
23 27 SI CAAF PENSIONATI E DIPENDENTI C.I.A. SRL
24 28 SI CAF CISAL SRL
25 29 SI CAF COLDIRETTI SRL
26 30 SI ASSOCAAF SPA
27 31 SI UNIONCAAF SRL
28 32 SI CAF INTERREGIONALE DIPENDENTI SRL
29 33 SI CAAF 50 & PIU' SRL
30 34 SI CAF M.C.L. SRL
31 35 SI CAF ACLI SRL
32 36 SI CAF DELL'INDUSTRIA DELL'EMILIA ROMAGNA S.P.A.
33 37 SI C.A.F. ‐ U.C.I. SRL
34 38 SI CAAF SICUREZZA FISCALE SRL
35 39 SI CAAF CONFARTIGIANATO PENSIONATI E DIPENDENTI SRL
36 40 SI CAF E.N.P.T.A. SRL
37 41 SI CAF ACAI DIPENDENTI E PENSIONATI SRL
38 43 SI TUTELA FISCALE DEL CONTRIBUENTE SRL
39 44 SI CAF NAZIONALE DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI SPA
40 46 SI CENTRO AUTORIZZATO DI ASSISTENZA FISCALE ASSOCONTRIBUENTI SRL
41 48 NO CAF ITALIA 2000 SRL
42 49 SI C.L.A.A.I. SRL Caf Servizi Fiscali srl
43 50 SI CAF DIPENDENTI E PESIONATI U.S.P.P.I.D.A.P. SRL
44 51 NO CENTRO DI ASSISTENZA API SPA
45 52 SI CAF FE.NA.PI. SRL
46 54 SI C.A.S.A DIPENDENTI E PENSIONATI SRL
47 55 SI CAF USAE SRL
48 56 SI CAF DIPENDENTI E PENSIONATI A.I.C. SRL
49 57 SI ZEROCARTACAF SRL
50 58 SI CAF SICAF SRL
51 59 SI C.A.F. CNAI SRL ‐ CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE CNAI SRL
52 60 SI ASPPI CAF SRL
53 61 SI EUROCAF SRL
54 63 SI CAF CISAS SRL
55 64 SI CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE ‐ AEUROPEAN SRL
56 65 NO CAF DIPENDENTI E PENSIONATI ‐ DDL SRL
57 66 SI CAF ITALIA SRL
58 67 SI CENTRO ASSISTENZA FISCALE NAZIONALE CONSULENTI DEL LAVORO SRL
59 68 SI CAF CNDL SRL ‐ CAF NAZIONALE DEL LAVORO SRL
60 69 SI CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE CONF. LAVORATORI SRL
61 70 SI CAF FENALCA DIPENDENTI E PENSIONATI SRL
62 71 NO CAF CONFCONTRIBUENTI SRL
63 73 SI CAF CGN SPA
64 74 SI CAF FIAP SRL UNIPERSONALE
65 77 NO C.A.A.‐C.A.F. F.I.P. CISAL S.r.l.
66 78 SI CAF UNIMPRESA SRL
67 79 NO CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE FAPI SRL
68 82 NO CAF CONFEDERLIBERE
69 83 SI CAF PROFESSIONE FISCO S.R.L.
70 84 SI CAF‐LAVORO e FISCO S.r.l.
71 85 SI CAF UNSIC
72 86 SI CAF SIALS S.r.l.
73 87 NO CAF NAZIONALE TRIBUTARISTI SRL
74 88 SI CAF SERVIZI DI BASE SRL
75 89 SI CAF LABOR S.R.L.
76 90 SI CAF CONF.A.S.I. SRL
77 91 NO Caf CSE srl
78 92 NO CAF ANMIL SRL
79 93 SI C.A.F. EUROPEO srl ‐ UNIPERSONALE
80 94 NO OFFICINA DEL CONTRIBUENTE SRL