Il progetto "Casina Lab" di "Una Casina per il terremoto" visto con gli occhi delle maestre e i bambini della scuola dell'infanzia di Rovereto sulla Secchia, paese duramente colpito dal sisma di maggio 2012 in Emilia. Il nostro sito: http://www.casinadeibimbi.org
2. ANTEFATTO
Siamo due insegnanti della scuola dell’infanzia di Rovereto sul
Secchia, paese duramente colpito dal terremoto del maggio scorso.
La nostra scuola, grazie a Dio, non ha subito danni: direi che anzi ha
resistito meravigliosamente. Abbiamo quindi potuto cominciare
regolarmente in settembre.
Il contesto in cui siamo non è certamente facile, sia intorno alla
nostra scuola, dove sono tante le case abbattute e quelle da
abbattere, sia nelle famiglie dei nostri bambini: solo 5 su 22 hanno
una casa agibile.
Abbiamo quindi deciso di fare un progetto sulle NOSTRE CASE con
i bambini, scoprendo, che per loro l’avere accanto il papà e la
mamma, in qualunque luogo fossero, era la cosa più importante, ciò
che gli dava la sicurezza e la serenità.
3. IL GIOCO IN CASINA
Nei primi giorni di scuola ci hanno
portato, fra i tantissimi doni che
ancora giungono, una bellissima
casetta di cartone. Durante
l’estate, infatti, i bambini di
Rovereto, insieme ai volontari
della “Casina dei bimbi” avevano
costruito una città di cartone
con la chiesa, il castello, le varie
case,…. Un edificio è stato quindi
regalato ad ogni sezione.
Da subito i nostri bambini hanno cominciato a giocarci liberamente. Nei primi
tempi abbiamo visto che soprattutto i più grandi (la nostra è una sezione
mista di 3/4 anni) giocavano al terremoto: un bambino all’esterno scuoteva la
casina e quelli all’interno urlavano e scappavano fuori.
La cosa più impressionante era il rumore. Era tale che, varie volte, anche io ho
pensato fosse veramente il terremoto.
Con il passare del tempo questo gioco è sparito e ne sono comparsi altri due: il
lupo e i muratori.
4. Il lupo aveva la stessa
dinamica del precedente: un
bambino fuori scuoteva la
casa e gli altri scappavano
urlando.
I muratori, invece, erano
coloro che tentavano di
aggiustare la casa distrutta,
con l’avvicendarsi di
terremoti e lupi. Utilizzavano
martelli, seghe, morse e tutta
l’attrezzatura di plastica che
trovavano in sezione.
Chiaramente trovavamo ogni
tanto qualche trave staccato
o tegola rotta.
5. CASA INAGIBILE
Una mattina, arrivando a scuola,
abbiamo trovato la casa tutta
piegata da un lato, sembrava
veramente terremotata.
Così abbiamo fatto una
“riunione di sezione” per
decidere cosa farne. A di la
verità io ero molto scettica: mi
sembrava così rotta che non
pensavo ci fosse altra soluzione
che buttarla via.
I bambini, invece, erano molto tenaci: chi diceva che bisognava “mettere i tubi
per tenerla su” (cioè puntellarla, metterla in sicurezza); altri chiedevano se
non c’erano negozi dove comprare case. Qualcuno alla mia obiezione che non
avevamo soldi per comprare un’altra casa, mi ha risposto che in banca dei soldi
ce ne sono e qualcun altro mi ha fatto presente che la mamma lavora e si
poteva chiedere a lei.
OPERAIO
Data l’insistenza dei bimbi ho deciso di provare a cercare i volontari che
SPECIALIZZATO CAPOMASTRO
l’avevano costruita.
6. ARRIVANO I SOCCORSI
La disponibilità, con mia grande sorpresa e
gratitudine, è stata immediata e totale.
Martedì 11 dicembre alle ore 9.40, “sbarcavano”
nella nostra sezione cinque soggetti, molto variegati
e caratteristici, con un sacco di valige e sporte di
ogni tipo. C’era un capomastro, un operaio
specializzato
CAPOMASTRO
OPERAIO
SPECIALIZZATO
7. e tre garzoni che
intrattenevano i bambini con
giochi e racconti.
31. Un GRAZIE INFINITO ai volontari della
Casina dei bimbi, dai bambini della scuola
dell’infanzia di Rovereto sulla Secchia. Un
grazie particolare al Capomastro, che ci ha
permesso di guardare con occhi rinnovati un
bambino molto speciale
Barbara e Luciana