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Smaltimento rifiuti speciali | Bevtek
1. Alcuni utili consigli su come prevenire i RSU
Questo articolo riassume le linee guida di Federambiente e ONR (Osservatorio Nazionale Rifiuti),
riguardo il trattamento e smaltimento rifiuti speciali. Le Regioni e gli enti locali sono considerati i
principali promotori di azioni concrete in questo campo, essi rappresentano i principali destinatari
delle linee guida, insieme agli imprenditori privati che lavorano nel ciclo dei rifiuti.
Le linee guida rappresentano, un primo supporto per dar vita alla progettazione e realizzazione di
strategie e azioni di prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti.
Il lavoro intende attuare concretamente quanto previsto nell'A11. IV alla Direttiva 98/2008/CE, che
elenca una serie di possibili misure quali: uso efficiente delle risorse e impiego di tecnologie in
grado di generare meno rifiuti.
Le azioni in concreto
Il capitolo 6 delle linee guida elenca una serie di casi concreti, riferito ai beni materiali di largo
consumo che possono quindi generare notevoli flussi di rifiuti, e le relative azioni che possono
essere messe in atto per sottrarre beni e materiali al ciclo dei rifiuti.
2. Imballaggi primari per acqua minerale: l'Italia produce ogni anno 12,4 miliardi di bottiglie in PET
nuove, per ridurre consumi ed emissioni, possono essere intraprese due strade - incentivare il
consumo dell'acqua proveniente dalla rete idrica pubblica e favorire l'uso di imballaggi riutilizzabili
Imballaggi per latte: secondo le stime effettuate da Conai, sono stati immessi in circolazione più di
180.000 tonnellate di imballaggi per latte, suddivisi in imballaggi in carta (93.500 tonnellate), in
plastica (40.000 tonnellate) e in vetro (50.000 tonnellate). Per ridurre il volume dei rifiuti generati
da questi imballaggi e gli impatti ambientali correlati, le linee guida suggeriscono in prima battuta
di incentivare il consumo di latte crudo alla spina presso i produttori o mercati che effettuano la
vendita diretta ai cittadini; in secondo luogo, si propone anche in questo caso di tornare al sistema
dei contenitori a rendere (come avveniva in passato). In entrambi i casi, però, emergono delle
perplessità di carattere igienico, sia per eventuale inosservanza delle norme igienico-sanitarie da
parte dei distributori, ma anche per negligenze da parte dei consumatori, a questo si aggiungono
difficoltà di carattere logistico, che limitano l'applicazione delle misure suggerite a livello locale, e
possibili diffidenze da parte dei consumatori sulla sicurezza del latte crudo.
Stoviglie usa e getta: ogni volta che facciamo un pasto utilizzando piatti, bicchieri e posate usa e
getta (in plastica o in carta plastificata), produciamo circa 40 grammi di rifiuti, che non rientrano
nella categoria smaltimento rifiuti speciali, in quanto non sono classificati come tali, e pertanto non
pagano il contributo ambientale Conai. Per ovviare al problema, le linee guida propongono di
sostituire le stoviglie usa e getta con stoviglie riutilizzabili, o con stoviglie biodegradabili o
compostabili.
Shopper monouso: il consumo pro-capite di shopper in plastica monouso, in Italia, oscilla tra 1,4 e
3,5b Kg/anno, corrispondenti a circa 140.000 Ton/anno di polietilene. Il problema principale non è
tanto nel loro potenziale inquinante, quanto nel fatto che molto spesso i sacchetti vengono
abbandonati. Da gennaio 2011 è entrato in vigore il provvedimento che proibisce la distribuzione di
sacchetti non biodegradabili.
Carta per grafica: i consumi di carta per scrivere nel nostro Paese, ammontano a circa 880.000
tonnellate. Per limitare i consumi di carta, si propone l'adozione di una serie di misure tese alla
riduzione dei consumi quotidiani di carta grafica, oltre al divieto di recapitare opuscoli pubblicitari
nelle cassette delle lettere e all'incentivo dell'utilizzo di carta in materiale riciclato.
Contenitori per detersivi liquidi: negli ultimi anni il consumo pro-capite di detersivi e detergenti
liquidi in Italia è stata pari a 25 kg/anno, cui corrisponde una quantità di imballaggi in plastica pari
a 54 g; per cui gli imballaggi andati a rifiuto nello stesso anno ammontano a circa 80.000 tonnellate.
Per i detersivi si suggerisce il ricorso a prodotti erogati alla spina, in flaconi riutilizzabili, oltre al
ricorso a prodotti concentrati o confezionati in contenitori da ricaricare.
Recupero di eccedenze alimentari: ogni anno viene gettato nella spazzatura un milione e mezzo di
tonnellate di cibo ancora commestibile. Per eliminare questo spreco, sarebbe opportuno organizzare
una rete di raccolta e consegna a circuiti alimentari alternativi, come enti di assistenza pubblica,
mense per meno abbienti e strutture di assistenza per animali.
Compostaggio domestico: si stima che la frazione biodegradabile costituisca almeno il 29% del
totale dei RU prodotti nel nostro Paese, pari a circa 9 milioni e mezzo di tonnellate, che potrebbero
in buona parte essere valorizzati per la produzione di ammendanti. Le linee guida suggeriscono che
gli enti locali distribuiscano compostiere agli utenti.
Imballaggi monouso per ortofrutta: per ridurre il numero delle cassette usate (in legno o in plastica)
da smaltire come rifiuto, si suggerisce di sostituire le cassette monouso con cassette riutilizzabili,
3. che prima della rottura possono essere riutilizzate anche 150 volte.
Apparecchiature elettriche ed elettroniche: si stima che i quantitativi di RAEE prodotti annualmente
in Italia ammontino a oltre 800.000 ton/anno. Per allungare la durata di vita delle apparecchiature si
suggerisce di provvedere al loro corretto uso e puntuale manutenzione, oltre al recupero di
apparecchiature usate tramite interventi di riqualificazione e re-immissione in commercio.
Beni durevoli: i rifiuti ingombranti raccolti in Italia ammontano a oltre 810.600 tonnellate, pari a
circa 14 kg/anno pro-capite; si stima che più del 50% di essi sarebbero potenzialmente riutilizzabili,
le azioni proposte riguardano il corretto uso e manutenzione del bene e il suo recupero e re-
immissione nel mercato dell'usato.
Abiti usati: la produzione di rifiuti tessili in Italia ha superato le 80.000 tonnellate; si ritiene che
circa la metà potrebbe essere costituita da abiti usati, la prima azione suggerita è quindi il riutilizzo
degli abiti usati tramite la loro raccolta differenziata.
Pannolini usa e getta: le stime indicano, che ogni bambino, nei primi tre anni di vita, impiega oltre
una tonnellata di pannolini, che vengono poi gettati nella spazzatura. Per limitare il volume di rifiuti
generati, si suggerisce la sostituzione del pannolino usa e getta con pannolini riutilizzabili in tessuto
(oggigiorno esistono modelli molto più pratici rispetto al passato) e stimolando i bambini ad
abbandonare prima possibile il pannolino a favore del vasino.
Adottando questi semplici accorgimenti lo smaltimento dei rifiuti speciali sarà ancora più semplice.
Fonte: Hi-Tech Ambiente
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