Guida pratica alla scelta delle apparecchiature video
1. GUIDA PRATICA ALLA SCELTA DELLE APPARECCHIATURE VIDEO
La presente guida vuole essere uno strumento per fornire i criteri di massima da utilizzare nella scelta dei
sistemi che compongono un impianto di videosorveglianza.
Nelle pagine che seguiranno non verranno fatte delle considerazioni sulle tecnologie ma su come queste
dovrebbero essere utilizzate.
1. ANALOGICO OD IP?
La trasmissione analogica consiste nell’invio di segnali da un punto ad un altro tramite un vettore univoco
dove si stabilisce un rapporto tra il fenomeno rappresentato ed il suo vettore, tale che per ogni variazione
di stato nella fonte si ha una variazione di stato nel vettore.
La trasmissione digitale (o comunemente detta su base IP) consiste nella trasmissione di bit che codificano
l’informazione e che a loro volta vengono codificati mediante uno o più impulsi discreti denominati
elementi di segnale.
In altre parole, un’immagine acquisita da una sorgente analogica, viaggia come segnale non codificato nel
vettore mentre un immagine acquisita da una sorgente binaria deve essere opportunamente codificata
secondo quelli che vengono chiamati protocolli per poi essere decodificata a valle per essere poi utilizzata.
Quali sono i vantaggi?
Per l’analogico non ci sono “ritardi” nella trasmissione mentre per l’IP ci sono meno rischi di disturbi nella
trasmissione.
Per l’analogico servono tanti canali di trasmissione quanti sono i segnali da inviare mentre per l’IP sullo
stesso canale posso far coesistere più trasmissioni.
Per entrambi posso decidere di trasmettere i segnali via etere, via rame o via fibra ottica.
E per gli impianti di videosorveglianza?
I sistemi analogici sono di fatto consolidati e quindi si possono trovare competenze e prodotti con facilità e
con buone economie di acquisto e di esercizio mentre per i sistemi su base IP, la storia è più recente ma la
velocità con cui vengono emessi nuovi prodotti, sta portando a credere che a breve avverrà il superamento
della tecnologia IP sulla tecnologia analogica. I rischi ad oggi è che non c’è un’offerta consolidata (solo le
telecamere di maggior uso sono native IP) e le competenze sul mercato non sono molte e questi possono
portare extra costi di acquisto e di esercizio.
Quando allora conviene l’uno o l’altro?
Nei sistemi esistenti, oppure in quelli nuovi ma di piccola estensione o di piccolo valore, sicuramente la
soluzione analogica è ancora vincente, al contrario, converrebbe fare delle analisi tecnico-economiche
preventive. C’è sicuramente anche da tenere conto che sulla base IP si deve avere la possibilità di
dimensionare una rete dati ridondante sia come traffico che come distribuzione. In termini di traffico si
deve tener conto degli sviluppi futuri e quindi l’incremento del numero di utenti o del numero di sorgenti
video. In termini di distribuzione si deve tener conto del rischio di guasto sulla linea e quindi devono essere
previsti dei canali alternativi.
Quale è la più sicura?
In tutti i sistemi di sicurezza l’aumento dei punti di fault (guasto), abbassa il libello globale di sicurezza. Per
esempio, in un caso di collegamento di una telecamera analogica ad un registratore analogico, o si rompe
uno oppure l’altro e quindi, i tempi di ricerca del guasto così come quelli di ripristino sono contenuti.
Nel caso di sistemi su base IP, il numero di elementi necessari a collegare la telecamera al registratore, sono
minimo tre e precisamente la telecamera, lo switch ed il registratore (la percentuale di guasti aumenta del
33%). E’ chiaro che se entrambi i sistemi sono regolarmente mantenuti ed i prodotti scelti per realizzare gli
impianti sono di buona qualità, i rischi di rottura per entrambe le tecnologie è bassissimo.
In ultimo, non dimenticare mai di informarsi sul valore di MTBF delle apparecchiature acquistate perché
con questo parametro, si calcola correttamente il valore di ritorno dell’investimento e secondo, si stima il
tempo oltre il quale il rischio guasti diventa antieconomico oppure lesivo per la sicurezza.
In merito al calcolo del ritorno dell’investimento va fatta una considerazione: se un prodotto costa il 30% in
meno di un altro ma dura il 30% in meno dell’altro quale dei due è più economico?
2. 2. RAME, ETERE O FIBRA OTTICA?
Nell’ambito della trasmissione dei segnali ed a prescindere dalla loro conformazione (analogica o digitale),
un altro parametro progettuale da tenere conto è come inviare le sorgenti a punti remoti.
Nell’ambito del rame/analogico esistono i seguenti sistemi
- Cavo video: Lunghezza massima metri 500
- Cavo twistato: Lunghezza massima metri 1.000
Il vantaggio del cavo twistato è che posso posare delle linee principali (dorsali) alle quali far convergere le
telecamere dal campo. In questa maniera riduco la quantità dei materiali da acquistare e posare ma di
contro aumento il numero di codificatori/decodificatori e quindi il numero di fault nel sistema
Nell’ambito del rame IP esiste il sistema su base Ethernet
Cavo Ethernet: Lunghezza massima: fino a 100 metri in base alla categoria del cavo utilizzato
Nell’ambito della Fibra Ottica esistono i seguenti sistemi:
- Multimodali (quando i raggi di luce si propagano con molti e vari angoli di incidenza): bassi costi di
acquisto e di esercizio e distanze sotto i 2 Km. Bassi volumi di dati
- Monomodali (quando si ha un solo modo di propagazione, quello parallelo all’asse della fibra): alti
costi di acquisto e di esercizio e distanze anche oltre i 2 Km. Alti volumi di dati infatti la
monomodale viene utilizzata per la realizzazione di dorsali
Nell’ambito della trasmissione via etere esistono sistemi di vari fornitori con antenne che debbono
essere allineate, senza allineamento, trasmissione laser od onde elettromagnetiche.
(er questa sessione si consiglia di riferirsi agli operatori del settore)
Quale scegliere?
Nell’ambito dell’analogico, il cavo coassiale è quello che introduce il minor numero di elementi di fault ed è
il più sicuro ma più dispendioso in termini di posa ed acquisto.
Il cavo twistato (o doppino) è tra i più economici ed i convertitori, genericamente passivi, introducono un
basso livello di fault.
Passando al digitale il cavo Ethernet è largamente diffuso quindi si trovano molti operatori dotati di
competenza ed attrezzature. Il limite è la lunghezza massima raggiungibile.
Tutti e tre però, sono ottimi captatori di sovratensioni di origine atmosferica e quindi, in caso di zone a
rischio di fulmini, possono trasportare la sovratensione direttamente alle apparecchiature, fulminandole.
Inoltre è necessario realizzare canalizzazioni dedicate per la loro posa.
Passando alla fibra ottica (ed a prescindere dalla natura della sorgente se analogica od IP), questa ha il
pregio di essere un isolatore e quindi lei stessa mette a riparo le apparecchiature in caso di sovratensioni
atmosferiche (escluso la fulminazione diretta). Inoltre è possibile posarla in cavidotti esistenti anche se
occupati da cavi di BT. I difetti sono un maggior costo di acquisto e di esercizio e l’incremento dei punti di
fault (minimo da 2 a 4 in quanto devono essere installati due convertitori di segnale a valle ed a monte).
Infine nel caso della trasmissione wireless, questa sicuramente diventa conveniente quando risulta
impraticabile per vincoli economici, architettonici o strutturali la connessione con sistemi a filo di
qualunque natura.
E’ chiaro che non esiste un'unica soluzione ma al contrario la qualità del sistema, il suo Total Cost
Ownership (il costo totale di acquisto e mantenimento) e la sua fruibilità dipendono dalla corretta scelta di
ciascuna delle tecnologie di trasmissione su menzionate.
3. 3. CIF O FRAME PER SECOND?
La qualità delle immagini, detta anche risoluzione è il risultato di una moltiplicazione del numero di pixel
orizzontali e di quelli verticali. Un altro modo per misurare la risoluzione, sono le linee TV (TVL). In pratica
nei cinescopi analogici, era possibile distinguere le linee che componevano l’immagine e quindi, quanto più
alto era questo numero maggiore era la qualità dell’immagine.
Lo stesso concetto vale per i monitor e per i registratori.
Come scegliere gli apparati?
Se abbiamo stabilito che vogliamo delle telecamere di alta qualità e con una risoluzione minima, per
esempio, di 480TVL, allora dobbiamo allineare tutte le attrezzature a questo valore od addirittura più alto.
In sostanza il registratore deve poter registrare minimo 480TVL (768x494 pixel) ed il monitor deve
visualizzare minimo 480TVL (768x494 pixel). Quindi il criterio per la scelta dei prodotti deve essere:
Risoluzione monitor –minore uguale – Risoluzione telecamera –minore uguale – Risoluzione registratore
Se non si segue questa elementare regola si ottiene di pagare tanto per vedere male!
Perché il registratore deve avere la risoluzione più alta?
Oltre il 90% dei sistemi video non viene presidiato e questo comporta che la stragrande maggioranza delle
volte si cerchino gli avvenimenti nella memoria del registratore. Questo può comportare, in alcuni casi, che
dal fermo immagine si debbano fare degli zoom digitali e questo significa perdere dettagli se la qualità di
registrazione è bassa. In pratica l’investimento fatto non è stato utile e quindi è una perdita per l’azienda!
Cosa sono i frame per second?
Tutte le telecamere mandano una serie di fotogrammi. La capacità di trasmettere un certo numero di
fotogrammi per secondo determina il frame per second (o immagini al secondo).
Alla stessa maniera, i registratori hanno la capacità di ricevere un certo quantitativo di immagini al secondo
e convertirle in dati, a volte inserendo dei codici di anticontraffazione, per la loro archiviazione.
Partendo dall’assunto che l’occhio umano è in grado di percepire fino a 27,5 immagini al secondo, quando
un sistema di videosorveglianza fornisce 25 immagini al secondo si dice che il sistema lavora in “tempo
reale”.
Ancora una volta torna il discorso di quanti impianti video sono costantemente presidiati e della necessità
di avere il maggior numero di dettagli da analizzare quando si vanno a rivedere i filmati. In caso contrario il
sistema di videosorveglianza è una perdita per l’azienda!
Si possono avere tutti e due?
Tutti i registratori digitali analogici hanno un sistema di conversione del segnale che permette di
trasformare l’immagine in una serie di dati archiviabili su hard disk e renderli (in alcuni casi) condivisibili ad
altri utenti tramite una rete dati (LAN, METRO, WAN).
Questa conversione avviene tramite un hardware dedicato che di fatto fa la differenza di costo e
prestazioni tra le varie macchine.
Chiaramente non sempre è necessario avere le immagini registrate alla massima risoluzione ed in tempo
reale e per questo motivo, esistono in commercio apparati economici che permettono di scegliere la qualità
o la velocità.
Ci sono invece casi dove è fondamentale avere entrambi le grandezze al massimo perché i rischi di azioni
legali, di danni di immagine o più semplicemente di indagini su fenomenologie criminose su aree vaste
comporta una qualità dei supporti video alta.
A questo punto capire quale modello scegliere lo si può fare tramite una serie di domande:
- Le telecamere devono fornire solo una idea del movimento (es. persone in un parcheggio, traffico
stradale) oppure sono posizionate per fornire il maggior numero di dettagli (es. hall, parcheggi
proprietari, aree comuni, edifici commerciali)?
- La qualità delle immagini può degradare in caso di scarsa luminosità?
- Le azioni che devo riprendere devono essere dettagliate e quindi il più possibile in tempo reale (es.
corsie di un supermercato, corridoi di uffici) oppure basta qualche immagine (es. aree pubbliche)?
4. Perché alcuni registratori visualizzano le immagini più velocemente di quanto le registrano?
Alcuni modelli di registrazione, generalmente quelli che hanno una scheda di conversione con minore
potenza, oltre a dover far scegliere a chi la programma se aumentare il frame-rate a scapito della
risoluzione video (e viceversa), introducono una ulteriore compressione della immagine perdendo ulteriori
dati.
Il vantaggio è che quando si vanno a visionare i filmati archiviati, il registratore riesce a far vedere più
velocemente i frame dando l’impressione di lavorare in tempo reale anche se in realtà mancano le
immagini!
4. E LA PRIVACY?
Come sappiamo, ogni azienda ha un suo responsabile del trattamento dei dati che tramite adeguate
procedure, tutela la privacy delle persone. Purtroppo, le apparecchiature di videosorveglianza, loro
malgrado, a volte diventano uno strumento per prelevare filmati da mettere in rete mettendo a rischio
l’azienda che ne diventa automaticamente responsabile.
E’ dunque buona norma, quando si scelgono le apparecchiature di registrazione, così come quando si
realizza una rete dati per i sistemi di videosorveglianza su base IP, avere la possibilità di registrare non solo
gli accessi ma anche le operazioni che vengono effettuate e nel caso, darne tempestivo avviso al
responsabile incaricato al trattamento dei dati.
Questa regola, diventa, da un punto di vista anche tecnico, obbligatoria quando i punti di registrazione sono
molteplici e distribuiti su un vasto territorio.
Se a questo aggiungiamo anche la possibilità di remotizzare le immagini, allora è impensabile realizzare un
sistema di videosorveglianza senza questi accorgimenti, pena il rischio di controversie penali e civili.
E’ importante, quando si progetta un sistema di tv a circuito chiuso, tenere conto anche degli aspetti legali
non solo come procedure da dare al personale ma anche come strumenti per il controllo della loro
applicazione.
5. MA CHI CONTROLLA CHE IL TUTTO FUNZIONI?
Come detto nelle pagine precedenti oltre il 90% dei sistemi video non è presidiato nel senso che le
immagini vengono controllate solo a seguito di un fatto.
Il ritorno dell’investimento si misura anche in questo perché basta pensare ad un sinistro od un furto
all’interno di un albergo od un edificio commerciale e la mancanza di prove filmate può creare problemi di
natura civile o penale ai manager dell’azienda.
Potrebbe essere buona norma controllare ogni giorno che tutte le telecamere funzionino ma dovremmo
controllare ogni giorno anche che i filmati siano stati registrati correttamente (a volte basta una porzione di
hard disk danneggiato per usura e si perde parte o tutto l’archivio) ed a questo punto i costi per questi
check, inclusa la loro affidabilità nel tempo, rendono inefficace questa pratica.
Ci sono oggi sul mercato diversi apparati che permettono di monitorare tutto il sistema video (incluse le
telecamere) e nel caso di malfunzionamento, avvisano immediatamente le persone incaricate secondo
procedura interna.
Questi sistemi sono in grado anche di monitorare alcune manomissioni fatte dal personale o comunque
dalle persone che hanno accesso fisicamente alla apparecchiature video e quindi fungono anche come
deterrente per l’infedeltà del personale (interno od esterno che sia).
CONCLUSIONI
E’ dunque buona norma progettare un sistema video coinvolgendo il progettista per le sue competenze
tecniche ma anche l’ufficio legale per le implicazioni che ha l’attuale disciplina della privacy in materia di
sistemi di videosorveglianza ed a sua volta l’ufficio amministrativo che insieme al service manager deve
capire quanto costerà il sistema fino alla fine del suo ciclo vitale. Alla fine di questo processo, l’ufficio
acquisti avrà la grande responsabilità di valutare i partner adatti per competenza mostrata, esperienza nel
settore e tutela contrattuale per la propria azienda.