21. Con la determinazione originaria e prima dell'Essere, con la sua relazione di necessità a priori , S.Anselmo innalza il principio della priorità metafisica, ontologica e gnoseologica della Causa, che verrà ora intesa come realtà oggettiva, dominante e sovrana, con evidenti effetti di natura teologico-politica. L'essere assoluto e sovrano determina, attraverso la misura del maggiore e del minore associata a se stesso, la differente partecipazione degli esseri creati all'orizzonte immutabile del divino e della grazia. Comincia qui il cammino della discriminazione all'interno dell'essere occidentale? In quale rapporto è infatti possibile porre gli archetipi ideali – le idee nella mente del L ó gos divino - e le ragioni seminali, fra di loro e con le finalità della divina provvidenza? Materia e volontà hanno un'idea ed un fine reale –
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23. Attribuire infatti alla Causa divina una realtà originaria, prima e necessaria, significava fa sì che le determinazioni linguistiche ad essa appoggiate dovessero essere intese in un grado superiore ed in una forma diversa ( quidditativamente e non qualitativamente). In relazione a Dio, poi, l'uomo conservava la capacità di discernere il giusto e così diventare libero nella grazia divina, oltre l'oscurità del peccato originale. Dio prevede inoltre la scelta dell'uomo, ma non i suoi contenuti: la stessa predestinazione alla salvezza lo accompagna senza forzarne la libertà. Alla potenza massima di Dio si accompagna, dunque, la potenza in immagine riflessa dell'uomo, che può adeguare la propria mente (intelligenza e volontà) alle richieste divine (giustizia e bontà).
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26. Mentre la soluzione realista oscillava fra un deciso platonismo – universali come idee - oppure un più concreto aristotelismo – universali come forme specifiche – la soluzione linguistica toglieva ogni presupposto reale e spingeva per una soluzione, che avvantaggiasse la capacità inventiva e immaginativa dell'intelletto umano.