2. Corsi di interfacoltà
Lettere e filosofia
Economia
Scienze politiche e sociali
Corso di
ECONOMIA AZIENDALE
A.A. 2012-2013
Prof. Andrea Cioffi
3. Team di Enjoy Your Learning
Project leader
Andrea Cioffi andrea.cioffi@unicatt.it
Responsabile editoriale
Serena Marmo serena.marmo@gmail.com
Vice Responsabile editoriale
Beniamina Cassetta beniaminac@gmail.com
Team editoriale
Francesca di Cecio dicecio.francesca@gmail.com
Clara Ongaro claraclara@hotmail.it
Andrea Savarese savarese.andrea1@gmail.com
Cristina Pesenti cristina-pesenti@hotmail.com
Marco Bruseghini (montaggio video)
marcobruseghini@gmail.com
Alessandro Occhinegro
occhinegro.alessandro@gmail.com
4. Diario di una coordinatrice
A cura di
Elisabetta Piccinni
Coordinatore generale
Project Work: Digital, engagement e comunicazione interna in
collaborazione con Volvo Trucks
a.a. 2012-2013
5. Come sono arrivata a questo punto? Com’è possibile che io, proprio io, a soli
ventiquattro anni sia capace di svolgere un compito così importante? Non è strano, ma
allo stesso tempo stimolante, che una persona più grande, con più esperienza e cultura, si
fidi di me? Come posso riuscire a coordinare tante persone e a soddisfare al meglio le loro
richieste?
Queste sono le domande che affollano la mia mente. Ma facciamo un passo
indietro...
La mia laurea triennale era terminata ed incominciava la specialistica con la solita
routine (lezioni, appunti, studio, pranzi e aperitivi). Ero un po’ scoraggiata: 23 anni e tanta
voglia di fare, di “agire”. Non volevo riprendere solo a studiare, avevo voglia di qualcosa di
più stimolante e incoraggiante per me e per il mio futuro, ancora tutto da costruire. Spinta
dall'entusiasmo, ho incominciato a cercare un lavoro, a inviare curricula, a ricontattare
quelle aziende presso le quali avevo sostenuto degli stage durante il mio percorso
universitario.
In un pomeriggio come tanti, tra un caffè e un libro, una mia compagna mi parlò di
un Project Work per il corso di Economia Aziendale, coordinato dal Professor Andrea
Cioffi. Il lavoro prevedeva la realizzazione di un progetto, il cui obiettivo era la ricerca di
un’idea creativa di comunicazione interna per integrare i valori e la cultura dell'azienda
svedese Volvo Trucks, con quelli della francese Renault. Ero curiosa, volevo saperne di
più: mi era sempre interessato l’ambito della comunicazione. Mi sono informata meglio
sullo svolgimento del lavoro e ho capito che quest’azienda contava realmente su di noi. Il
nostro progetto ci avrebbe reso realmente gli attori principali e “quasi determinanti” della
vicenda. Tutto si faceva sempre più interessante e coinvolgente.
Il Prof. Cioffi aveva deciso di dividere i partecipanti al progetto in sette gruppi e di
strutturare il lavoro di gruppo in due fasi: la prima riguardava un’analisi di benchmark
relativa al profilo di alcune aziende. Queste ultime, nel pianificare una personale strategia
di comunicazione interna, avevano sviluppato e realizzato idee innovative e fortemente
creative. La seconda fase, invece, prevedeva la creazione e lo sviluppo da parte di noi
studenti di proposte nuove da presentare a Volvo Trucks. Il nostro lavoro, infine, sarebbe
stato premiato dalla stessa azienda svedese attraverso quattro stage riservati agli
aderenti al Project (remunerati e con possibile assunzione). Presa dall’euforia decisi di
unirmi ad uno dei sette gruppi, ognuno dei quali era guidato da un Team Leader.
Ero entusiasta: facevo parte di un team e il lavoro cominciava a prender vita e
forma.
6. Una mattina, arrivata a lezione, il Prof. Cioffi comunicò alla classe la volontà di voler
eleggere un Direttore Generale, al quale sarebbero spettati diversi compiti: coordinare i
gruppi, contattare i Team Leader e monitorare il corretto svolgimento del project Work.
Decisi di candidarmi per questa posizione, in quanto mi sembrava l’occasione più adatta
per dimostrare quella che penso sia una delle mie qualità principali: la capacità gestionale
e organizzativa. Inoltre, mi sembrava un'opportunità ideale per svolgere quei compiti per i
quali sin da piccola mi sentivo portata. Ho sempre amato, infatti, organizzare gite di
classe, così come mi sono più volte proposta come rappresentante di classe, in modo da
poter intermediare fra le esigenze dei miei compagni e quelle dei professori.
È stato così che, un po' inaspettatamente, sono diventata coordinatrice generale di
questo importante progetto.
Devo ammetterlo, non é stato un compito facile da portare avanti, soprattutto
all'inizio. Davanti a me non avevo solo Team Leader o studenti, ma delle persone con
caratteri ed esigenze differenti, con percorsi di studi alle spalle diversi dai miei, con
esperienze di vita, modi di fare e di relazionarsi da capire.
Inizialmente la paura di non farcela, di non riuscire a portare a termine in maniera
eccellente il mio compito, di non riuscire a soddisfare le richieste del professore e di non
essere la persona che lui avrebbe voluto al suo fianco come direttrice, mi ha bloccata.
Tuttavia penso che il nostro più grande limite siamo noi stessi. La voglia di fare, di riuscire
al meglio, l’ambizione, il sogno di voler arrivare in alto, step by step, mi ha dato il coraggio
di continuare. Ora sono qui, a metà strada. La meta è ancora lontana e l'inizio di
quest’avventura mi sembra lontanissimo. La paura pian piano è svanita e l’entusiasmo
aumenta giorno dopo giorno. Più tutto funziona, più vado avanti con grinta. Anzi, forse
sarebbe meglio dire più "andiamo" avanti, perché a essere onesti il merito dei buoni
risultati finora raggiunti non è solo il mio.
Che dire riguardo al Prof. Cioffi? Grazie a lui la mia idea di rapporto studente-
professore è stata totalmente stravolta, sostituita dalla filosofia del “centimetro zero”: noi
studenti non siamo più dei semplici ragazzi chiamati per cognome, ma siamo distinti l’uno
dall’altro, indipendentemente dal ruolo che ricopriamo. Siamo liberi di esprimerci, di
proporre idee, trovando sempre più il coraggio di emergere. Credo che, alla nostra età,
questo ci permetta di farci conoscere per quello che siamo e per la passione che ci anima.
Questo clima di serenità non può che facilitare il nostro compito: la fiducia che ci viene
data non può che migliorare la nostra performance.
E poi ci sono loro, i protagonisti di tutto ciò: i miei compagni. Inizialmente sono stati
il mio primo ostacolo, ma in fondo bastava solo cercare la giusta sintonia, iniziare a
7. parlare tutti la stessa lingua. E così è stato. Tutto ha preso un corso naturale, tanto che i
miei sforzi si sono dimezzati. La collaborazione è un elemento essenziale per il buon
funzionamento di qualsiasi progetto. Dei miei compagni apprezzo la puntualità nel
rispettare le scadenze: qualsiasi prova venga loro sottoposta sono capaci di superarla in
modo eccellente. Ancora più gratificante, però, è stato constatare come le iniziali
divergenze e le varietà dei nostri background, non dovevano essere visti come degli
ostacoli. Essi, infatti, hanno costituito, e sono sicura che costituiranno, il valore aggiunto
di questa fantastica e costruttiva esperienza.