SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  435
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Endocavitario (SEE)Endocavitario (SEE)
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
DEFINIZIONE
Lo Studio Elettrofisiologico EndocavitarioLo Studio Elettrofisiologico Endocavitario
(SEE) consiste nella stimolazione e nella(SEE) consiste nella stimolazione e nella
registrazione, all’interno del cuore, degliregistrazione, all’interno del cuore, degli
eventi elettrici, mediante appositieventi elettrici, mediante appositi
ELETTROCATETERI.ELETTROCATETERI.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
OBBIETTIVI
• Valutare il funzionamento del Sistema di ConduzioneValutare il funzionamento del Sistema di Conduzione
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Verificare se il pz ha una TachiaritmiaVerificare se il pz ha una Tachiaritmia INDUCIBILEINDUCIBILE
• Verificare leVerificare le CARATTERISTICHECARATTERISTICHE dell’aritmia.dell’aritmia.
• Valutare l’Valutare l’ EFFICACIAEFFICACIA dei farmaci A.A.dei farmaci A.A.
• Identificazione delIdentificazione del SUBSTRATOSUBSTRATO aritmico da ablarearitmico da ablare
STAFF
•ElettrofisiologoElettrofisiologo
Manipola gli elettrocateteri e coordina la procedura.Manipola gli elettrocateteri e coordina la procedura.
•Elettrofisiologo o Infermiere ProfessionaleElettrofisiologo o Infermiere Professionale
Eroga i protocolli di stimolazione e analizza i datiEroga i protocolli di stimolazione e analizza i dati
•Infermiere ProfessionaleInfermiere Professionale
Somministra i farmaci e controlla i parametri vitaliSomministra i farmaci e controlla i parametri vitali
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
STRUMENTAZIONE
REGISTRAZIONE/ANALISI dei datiREGISTRAZIONE/ANALISI dei dati
– PoligrafoPoligrafo
– StimolatoreStimolatore
– FluoroscopiaFluoroscopia
MONITORAGGIO del pazienteMONITORAGGIO del paziente
– ECGECG
– Pressione ArteriosaPressione Arteriosa
– Ossimetria (Sp 0Ossimetria (Sp 022))
Sistemi di EMERGENZASistemi di EMERGENZA
– Defibrillatore esternoDefibrillatore esterno
– Pacemaker temporaneoPacemaker temporaneo
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Esempio di strumentazioneEsempio di strumentazione
PoligrafoPoligrafo StimolatoreStimolatore
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Comunemente 5-7 F (2 - 2.5 mm in diametro)Comunemente 5-7 F (2 - 2.5 mm in diametro)
• Sulla punta sono presenti gli elettrodi per laSulla punta sono presenti gli elettrodi per la
REGISTRAZIONEREGISTRAZIONE e lae la STIMOLAZIONE.STIMOLAZIONE.
• Alcuni modelli sonoAlcuni modelli sono ORIENTABILIORIENTABILI (steerable) per poterli(steerable) per poterli
posizionare in particolari zone del cuore.posizionare in particolari zone del cuore.
Elettrocateteri
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Posizionamento degli elettrocateteri
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Gli elettrogrammi rappresentano la registrazione endocardica dell’Gli elettrogrammi rappresentano la registrazione endocardica dell’
ATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACAATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACA
• ValoriValori ANORMALIANORMALI nei ritardi indicano disturbi di conduzione:nei ritardi indicano disturbi di conduzione:
– Intervallo AH normale:Intervallo AH normale: da 55da 55 a 130 ms.a 130 ms.
– Intervallo HV normale:Intervallo HV normale: da 30da 30 a 55 ms.a 55 ms.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Gli ELETTROGRAMMI rappresentano laGli ELETTROGRAMMI rappresentano la
registrazione endocardica dell’registrazione endocardica dell’
ATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACAATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACA
• ValoriValori ANORMALIANORMALI nei ritardinei ritardi
indicano disturbi di conduzione:indicano disturbi di conduzione:
-Int. AH normale: 55-130 ms.Int. AH normale: 55-130 ms.
-Int. HV normale: 30-55 ms.Int. HV normale: 30-55 ms.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• INTERVALLO HV ProlungatoINTERVALLO HV Prolungato
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
BAV sotto-hisiano
– Il Blocco avviene sul fascio di His o più in basso.Il Blocco avviene sul fascio di His o più in basso.
– Condizioni potenzialmente letali; FC < 40 bpmCondizioni potenzialmente letali; FC < 40 bpm
– I pazienti sono di solito sintomatici. Indicazione PMI pazienti sono di solito sintomatici. Indicazione PM
BAV sopra-hisiano
• INTERVALLO AH ProlungatoINTERVALLO AH Prolungato
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
-- Il Blocco avviene al livello del nodo AV GeneralmenteIl Blocco avviene al livello del nodo AV Generalmente
benigno e subentra un ritmo giunzionale ad unabenigno e subentra un ritmo giunzionale ad una
frequenza tra 40 e 55bpmfrequenza tra 40 e 55bpm
- Di solito nessuna terapia è necessaria- Di solito nessuna terapia è necessaria
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
TRNSc
•Si assume il comando del ritmo cardiaco stimolando aSi assume il comando del ritmo cardiaco stimolando a
frequenza maggiorefrequenza maggiore (PACING)(PACING) del RITMO SPONTANEO.del RITMO SPONTANEO.
•Dopo 60’’ si interrompe la stimolazione e si valuta ilDopo 60’’ si interrompe la stimolazione e si valuta il
tempo che il NSA impiega per riprendere a stimolaretempo che il NSA impiega per riprendere a stimolare
(automatismo spontaneo)(automatismo spontaneo)
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
TRNSc: pausa secondaria
•SEE COMPLETOSEE COMPLETO
•STUDIO delle TACHICARDIE SVSTUDIO delle TACHICARDIE SV
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
- Paziente con episodi documentati di SVT- Paziente con episodi documentati di SVT
- Induzione delle TSV- Induzione delle TSV
- Mappaggio sequenza di ATTIVAZIONE TSV- Mappaggio sequenza di ATTIVAZIONE TSV
– Paziente conPaziente con SINCOPESINCOPE
– Valutazione funzione del nodo SA (TRNSc), del nodo AV (PRENAV/ PuntoValutazione funzione del nodo SA (TRNSc), del nodo AV (PRENAV/ Punto
LW) e fascio di His (intervallo HV) ; induzione di aritmie (SVT/VT).LW) e fascio di His (intervallo HV) ; induzione di aritmie (SVT/VT).
CONSIDERAZIONI
SEE TV (RVSTIM)SEE TV (RVSTIM)
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Pazienti con episodi documentati di TV/FVPazienti con episodi documentati di TV/FV
Pazienti aPazienti a RISCHIO ELEVATORISCHIO ELEVATO di sviluppare aritmiedi sviluppare aritmie
- Valutazione del- Valutazione del FASCIO di HISFASCIO di HIS
- Valutazione dell’- Valutazione dell’ IRRITABILITA’ VENTRICOLAREIRRITABILITA’ VENTRICOLARE
• Modalità diModalità di INDUZIONEINDUZIONE dell’aritmiadell’aritmia
• LaLa FREQUENZAFREQUENZA dell’aritmiadell’aritmia
• II PARAMETRI VITALIPARAMETRI VITALI ddurante aritmiaurante aritmia
• IlIl MECCANISMOMECCANISMO alla base dell’aritmiaalla base dell’aritmia
• IlIl METODOMETODO utilizzato per terminare l’aritmia.utilizzato per terminare l’aritmia.
MECCANISMI delle tachiaritmie
AUTOMATICHEAUTOMATICHE (~10%)(~10%)
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
– Uno o piùUno o più FOCIFOCI in grado diin grado di
DEPOLARIZZAZIONE SPONTANEA.DEPOLARIZZAZIONE SPONTANEA.
– Possono essere causate da un evento di tipoPossono essere causate da un evento di tipo
ISCHEMICOISCHEMICO transitorio o da uno sbilanciamento deglitransitorio o da uno sbilanciamento degli
ELETTROLITIELETTROLITI..
– Generalmente non possono essere trattate conGeneralmente non possono essere trattate con
dispositivi impiantabili, vengono di solitodispositivi impiantabili, vengono di solito
trattate mediantetrattate mediante FARMACIFARMACI,, ABLAZIONEABLAZIONE, o, o
MECCANISMI delle tachiaritmie
RIENTRO (~90%)RIENTRO (~90%)
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Esiste unEsiste un CIRCUITO CHIUSOCIRCUITO CHIUSO all’interno del qualeall’interno del quale
un impulso elettrico può riattivare se stesso.un impulso elettrico può riattivare se stesso.
b).b). DispositiviDispositivi
ImpiantabiliImpiantabili
OPZIONI:OPZIONI:
a).a). TerapiaTerapia
FarmacologicaFarmacologica
c).c). ATRFATRF
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
Localizzazione vie Accessorie
Tachiaritmie da rientro
INDUZIONE
L’INDUZIONEL’INDUZIONE consiste nella sistematicaconsiste nella sistematica
stimolazione del muscolo cardiaco nelstimolazione del muscolo cardiaco nel
tentativo di generare una tachiaritmia.tentativo di generare una tachiaritmia.
Le tecniche usate vanno sotto il nome diLe tecniche usate vanno sotto il nome di
Stimolazione Elettrica ProgrammataStimolazione Elettrica Programmata
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
INDUZIONE AVNRT slow-fast
INDUZIONE
• SS11 indica il treno di impulsiindica il treno di impulsi
iniziale. L’intervallo Siniziale. L’intervallo S11-S-S11
viene dettoviene detto ciclo rafficaciclo raffica..
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• SS22 è il primo extrastimolo.è il primo extrastimolo.
L’intervalloL’intervallo SS11-S-S22 vieneviene
dettodetto INTERVALLO DIINTERVALLO DI
ACCOPPIAMENTOACCOPPIAMENTO
• SS33 ee SS44 indicano il secondo eindicano il secondo e
il terzo extrastimolo.il terzo extrastimolo.
• A seconda se si usaA seconda se si usa SS22,S,S33 ee SS44
l’extrastimolo viene definitol’extrastimolo viene definito
“SINGOLO”, “DOPPIO”“SINGOLO”, “DOPPIO” e “e “TRIPLO”TRIPLO”
Scansione della DIASTOLE:
SINGOLO Extrastimolo
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
S1-S2: 380msS1-S2: 380ms
S1-S2: 280msS1-S2: 280ms
S1-S2: 220msS1-S2: 220ms
VTVT
Scansione della DIASTOLE:
DOPPIO extrastimolo
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
S2-S3: 320msS2-S3: 320ms
S2-S3: 220msS2-S3: 220ms
• Modalità diModalità di STIMOLAZIONESTIMOLAZIONE utilizzata inutilizzata in
Elettrofisiologia per interrompere unaElettrofisiologia per interrompere una
tachiaritmia che consiste nella ripetizione di untachiaritmia che consiste nella ripetizione di un
TRENOTRENO didi IMPULSIIMPULSI con ciclo molto rapido.con ciclo molto rapido.
• Lo scopo di questoLo scopo di questo “PACING RAPIDO”“PACING RAPIDO” è quelloè quello
di penetrare neldi penetrare nel CIRCUITOCIRCUITO della tachicardia e didella tachicardia e di
interromperla.interromperla.
• Rappresenta il sistema con le maggioriRappresenta il sistema con le maggiori
PROBABILITA’PROBABILITA’ di successo, ma anche con la piùdi successo, ma anche con la più
alta probabilità dialta probabilità di ACCELERAREACCELERARE l’aritmia.l’aritmia.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
BURST PACING
•L’accelerazione diventa molto più probabile quantoL’accelerazione diventa molto più probabile quanto
più vicino al periodo di vulnerabilità cade lo stimolo.più vicino al periodo di vulnerabilità cade lo stimolo.
BURST PACING
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
•NON ESISTE uno schema universale.NON ESISTE uno schema universale.
•DIPENDE DAL PAZIENTEDIPENDE DAL PAZIENTE
– TV lente ed emodinamicamente stabili.TV lente ed emodinamicamente stabili.
– Nessuna tendenza del ritmo a degenerare inNessuna tendenza del ritmo a degenerare in
qualcosa di instabile.qualcosa di instabile.
– Terminazione mediante ATP dimostrataTerminazione mediante ATP dimostrata
durante SEEdurante SEE
BURST PACING
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
CONSIDERAZIONI:
•L’aggressività della terapia è un compromessoL’aggressività della terapia è un compromesso
tra le possibilità di successo, e il rischio ditra le possibilità di successo, e il rischio di
accelerare in un’aritmia che richiede lo shockaccelerare in un’aritmia che richiede lo shock
come terapia.come terapia.
•L’aggressività della terapia deve essere adattataL’aggressività della terapia deve essere adattata
sulle condizioni del paziente.sulle condizioni del paziente.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
BURST PACING
MECCANISMI delle tachiaritmie
Trattamento delle TACHIARITMIE
da RIENTRO: BURST
• Il fronte d’onda
percorre inmaniera
continua un
CIRCUITO CHIUSO
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Una stimolazione appropriata all’interno
del “GAP ECCITABILE” renderà
refrattario il tessuto miocardico
localizzato a livello del fronte d’onda, e
quindi terminerà la tachicardia.
Periodo di REFRATTARIETA’
• IL TEMPO E’ UN
FATTORE
DETERMINANTE
se il pacing incontra
tessuto refrattario
non può catturare la
tachicardia e quindi
non è in grado di
interromperla
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
INTERRUZIONE della TACHICARDIA
mediante PACING •La STIMOLAZIONE
determina che gli
impulsi penetrano
al’interno del GAP di
eccitabilità del
circuito e si propagano
in due direzioni.
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
• Quello anterogrado si
blocca
•Quello retrogrado
interrompe la
VTVT
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
interruzione VT (burst)
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
interruzione VT (burst)
RVSTIM
•NON ESISTENON ESISTE un protocolloun protocollo UNIVERSALEUNIVERSALE
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
SCHEMA CONVENZIONALE: si iniziaSCHEMA CONVENZIONALE: si inizia
stimolando dall’apice del Ventr. Destro (RVA)stimolando dall’apice del Ventr. Destro (RVA)
– SINGOLO, DOPPIOSINGOLO, DOPPIO ee TRIPLO EXTRASTIMOLOTRIPLO EXTRASTIMOLO
con ciclo di base (S1-S1) inizialmente a 500mscon ciclo di base (S1-S1) inizialmente a 500ms
(120 bpm) e successivamente a 400ms (150 bpm)(120 bpm) e successivamente a 400ms (150 bpm)
– BURST (TRENO DI IMPULSI)BURST (TRENO DI IMPULSI) a 350 msa 350 ms
– Se non si induce, si posiziona il catetere nelSe non si induce, si posiziona il catetere nel
Tratto di Efflusso del Ventricolo DestroTratto di Efflusso del Ventricolo Destro
(RVOT) e si ripete lo schema sopra descritto(RVOT) e si ripete lo schema sopra descritto
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
MECCANISMI delle tachiaritmie
RVSTIM
– Se non si induce, si somministra IPN e siSe non si induce, si somministra IPN e si
sposta il catetere in RVA e quindi in RVOT esposta il catetere in RVA e quindi in RVOT e
si ripete il protocollo di PACING.si ripete il protocollo di PACING.
– Se non si induce alcuna VT, l’aritmia vieneSe non si induce alcuna VT, l’aritmia viene dichiaratadichiarata
NON INDUCIBILENON INDUCIBILE inducibile.inducibile.
Attendibilità dello
STUDIO ELETTROFISIOLOGICO
•Possono essere indotte delle tachiaritmiePossono essere indotte delle tachiaritmie
differenti rispetto a quelle naturali; vengonodifferenti rispetto a quelle naturali; vengono
dettedette NON SPECIFICHENON SPECIFICHE o non-cliniche eo non-cliniche e
sono generalmente non sostenute o polimorfe.sono generalmente non sostenute o polimorfe.
•ProtocolliProtocolli TROPPO AGGRESSIVITROPPO AGGRESSIVI possonopossono
facilmente indurre TV non-specifiche (falsifacilmente indurre TV non-specifiche (falsi
positivi).positivi).
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
•ProtocolliProtocolli TROPPO CONSERVATIVITROPPO CONSERVATIVI possono mancare lepossono mancare le
TV cliniche (falsi negativi).TV cliniche (falsi negativi).
•NelNel Cath LabCath Lab viene considerata POSITIVO uno studioviene considerata POSITIVO uno studio
che genera una forma non-sostenuta di TV della duratache genera una forma non-sostenuta di TV della durata
di almeno 30 secondi di TV.di almeno 30 secondi di TV.
•In generale, lo SEE ha unaIn generale, lo SEE ha una SPECIFICITASPECIFICITA’’ del 90%del 90%
nell’individuare le TV da rientro, mentre non risulta affidabilenell’individuare le TV da rientro, mentre non risulta affidabile
con gli altri tipi di TV (polimorfa o automatica).con gli altri tipi di TV (polimorfa o automatica).
•L’induzione di FV non viene considerata una rispostaL’induzione di FV non viene considerata una risposta
specifica. Quindi non determina indicazionespecifica. Quindi non determina indicazione
terapeutica particolareterapeutica particolare..
Attendibilità dello
STUDIO ELETTROFISIOLOGICO
Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA
Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
BIOFISICA dell’AblazioneBIOFISICA dell’Ablazione
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
BACKGROUND
• In ogni disciplina della medicina la DOSE, il
TEMPO e la MODALITA’ di somministrazione
contribuiscono alla EFFICACIA CLINICA della
terapia prescelta
• Tali considerazioni valgono anche in
ARITMOLOGIA
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• L’ELETTROMAGNETISMO rappresenta un
fenomeno comunemente presente in natura in
grado di influenzare diversi FENOMENI
BIOLOGICI.
• Tutti i FENOMENI BIOLOGICI presenti in
NATURA sono resi possibili per il costante
passaggio/trasferimento di ENERGIA tra corpi
carichi ELETTRICAMENTE.
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Un corpo che presenta una polarità di carica
di superficie vene definito ELETTRICAMENTE
CARICO.
• Questo corpo se viene a contatto con un altro
corpo simile ha la PROPRIETA’ FISICA di
influenzare le sue caratteristiche mediante il
trasferimento di CARICHE ELETTRICHE
(fenomeno CHIMICO).
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• La capacità di esercitare un trasferimento
di cariche elettriche da un corpo ad un altro
prende il nome di FENOMENO ELETTRO-
MAGNETICO (EM).
• Il continuo passaggio di cariche elettriche da
un corpo ad un altro è responsabile della
formazione di un CAMPO ELETTRICO nel
quale le cariche si dispongono secondo la loro
polarità, formando un CAMPO MAGNETICO.
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• I fenomeni ELETTRO-MAGNETICI sono
caratterizzati da un passaggio continuo di
CARICHE ELETTRICHE da un polo
NEGATIVO ad un polo POSITIVO.
BACKGROUND
• Le cariche elettriche presenti in natura
possono essere STATICHE, con formazione
di un CAMPO ELETTRICO STATICO nel
quale le cariche si dispongono a seconda del
GRADO e del TIPO di POLARITA’.
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Se invece vengono
dotate di MOVIMENTO
(un filo percorso dalla
corrente), questo sarà in
grado di generare anche
un campo MAGNETICO,
nel quale si verifica un
continuo passaggio di
cariche elettriche
CAMPO
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Il continuo passaggio di cariche elettriche genera
un FLUSSO di CORRENTE, nel quale in
trasferimento delle cariche non avviene in maniera
LINEARE, ma in maniera OSCILLATORIA, ossia
mediante una oscillazione continua delle cariche
elettriche.
• Un tipico esempio di campo E.M. è rappresentato
dalla LUCE, nella quale il campo E.M. viene prodotto
dal MOVIMENTO CONTINUO degli elettroni
contenuti all’interno degli ATOMI.
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Il passaggio di una corrente elettrica all’interno
di un tessuto/organismo e quindi la creazione nel
tessuto stesso di un campo E.M. è in grado di
influenzare le proprietà BIO-ELETTRICHE dei
tessuti stessi, attraverso la cessione di
ENERGIA (attraverso diversi meccanismi) con
l’effetto finale di RISCALDAMENTO.
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Il passaggio continuo di elettroni che si viene a
creare all’interno di un campo E.M. influenza
l’attività di numerosi fenomeni cellulari come la
FLUIDITA’ delle membrane cellulari, il
TRASPORTO di IONI tra l’interno e l’esterno
della cellula ed inoltre la CINETICA e le capacità
OSSIDO-RIDUTTIVE di alcune reazioni
chimiche.
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• La capacità da parte di un CAMPO E.M. di
influenzare i parametri cellulari, è una funzione che
dipende dall’INTENSITA’ del campo E.M. e dalla sua
FREQUENZA di OSCILLAZIONE
(oscillazioni/sec; Hertz)
• Campi E.M. con differenti caratteristiche saranno
totalmente DIFFERENTI
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• La RADIOFREQUENZA (RF) rappresenta una
particolare forma di energia che occupa un
determinato spettro del campo elettromagnetico,
ossia quella la cui frequenza è compresa tra i
300 Hz ed i 300 GHz.
• In natura esistono sia sorgenti NATURALIi che
sorgenti ARTIFICIALI in grado di generare campi
di RF di diversa natura e con differenti spettri di
frequenza
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• I campi di RF sono RADIAZIONI NON
IONIZZANTI (RNI), ossia NON provocano
IONIZZAZIONE.
• PRODUCE CALORE che i normali processi di
termoregolazione del corpo sono sufficienti a
rimuove
• Tutti gli EFFETTI BIOLOGICI della RF sono
chiaramente legati al RISCALDAMENTO.
• Non provoca RADIOATTIVITA’
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• A differenza di altre forme di energia (raggi X e
raggi GAMMA) è un tipo di energia TROPPO
DEBOLE per rompere i legami che tengono unite
le molecole nelle cellule.
• Gli EFFETTI sui sistemi biologici dipendono da
FREQUENZA ed INTENSITA’ del campo EM.
• L'assorbimento da parte dei tessuti viene
misurato come TASSO di ASSORBIMENTO
SPECIFICO (SAR) entro una data massa di tessuto
BACKGROUND
la Radiofrequenza
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• RF tra 1 MHz e 10 GHz penetra nei tessuti esposti
e produce CALORE a seguito dell'assorbimento di
energia.
• RF > 10 GHz si ferma a livello EPIDERMICO
• Il riscaldamento rappresenta l’effetto PRINCIPALE
dei campi di RF ad ALTA FREQUENZA (>1MHz).
• La profondità di PENETRAZIONE dipende dalla
FREQUENZA e presenta con essa un rapporto di
CORRELAZIONE INVERSA
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
I campi RF < 1 MHz non producono un riscaldamento
significativo.
La densità di corrente è la grandezza dosimetrica
fondamentale per campi RF di frequenza < 1 MHz.
Essi inducono piuttosto la formazione di CORRENTI
e CAMPI ELETTRICI nei tessuti, misurati in termini
di DENSITA’ di CORRENTE (A/m2).
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
Comuni SORGENTI di RF
a). Monitor e Schermi video (3 - 30 kHz)
b). Radio AM (30 kHz - 3 MHz)
c). Riscaldatori industriali (0,3 - 3 MHz)
d). Termoincollatrici RF e marconiterapia (3-30MHz)
e). Radio FM (30 - 300 MHz)
f). Telefonia mobile, emittenza televisiva, forni a
microonde, radarterapia (0,3 - 3 GHz)
g). Radar, collegamenti satellitari (3 - 30 GHz)
h). Il sole (3 - 300 GHz).
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• RF compresa tra 0,3 e 30 MHz presenta una
λ compresa tra 1000 e 10m e viene utilizzata in
medicina per procedure di ablazione, coagulazione
e cauterizzazione dei tessuti.
• L’applicazione di una ΔV provoca il passaggio di
cariche elettriche (CORRENTE) tra un piccolo
elettrodo posizionato all’interno del corpo umano
(Catetere Ablatore) ed uno largo posizionato sulla
superficie.
BACKGROUND
• Durante erogazione di RF energia elettrica
viene generata da un GENERATORE e rilasciata
sulla superficie toracica del pz. Mediante un
apposito sistema di connessione
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
- in TEMPI BREVI (ms)
- con una DINAMICA TEMPORALE
definita dalla forma d’onda che i livelli
d’energia impiegata disegnano nel tempo
BACKGROUND
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
• Durante erogazione di CORRENTE determina
- la quantità di energia (dose) ricevuta dal pz.
- il tempo di somministrazione della terapia
• Definisce la modalità di somministrazione dell’
ENERGIA durante le procedure di ABLAZIONE
BACKGROUND
FORMA D’ONDA
Parametri della FORMA D’ONDA
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BACKGROUND
• ENERGIA
• CORRENTE
• TEMPO
• POLARITA’
• Energia: quantità di energia totale rilasciata
dal GENERATORE di RADIOFREQUENZA
durante le procedure di ABLAZIONE (J)
• Corrente: flusso di energia elettrica
rilasciata dal generatore nell’unità di tempo (A)
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BACKGROUND
Parametri della FORMA D’ONDA
• Tempo: intervallo di TEMPO (ΔT) nel quale
viene EROGATA RF
• Polarità: direzione del flusso di corrente
(UNIPOLARE)
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BACKGROUND
Parametri della FORMA D’ONDA
• MONOFASICA
- sinusale smorzata (damped sine)
- troncata
• BIFASICA
- sinusale smorzata (damped sine)
- troncata
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BACKGROUND
Parametri della FORMA D’ONDA
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
• Via Transvenosa
• No anestesia generale
• Energia elettromagnetica (EM) erogata
attraverso un catetere
• Necrosi TERMOCOAGULATIVA dei tessuti
senza pericolo di perforazione
• Numerose applicazioni di energia possibili
ABLAZIONE mediante
RADIOFREQUENZA
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
Biofisica dell’Ablazione
•Corrente alternata UNIPOLARE* 300–750 kHz
(onda sinusoidale continua non modulata)
•T° del tessuto a contatto elettrodico 45–100 C°
•Diametro della lesione 5-6 mm
• Profondita’ di lesione 2–3 mm
Morady F. N.ENGL.J Med.1999:340 -534 -544;4.
*ELETTRODO INDIFFERENTE RAPPRESENTATO DA
UNA PLACCA, CONNESSA AL DORSO DEL PAZIENTE
BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
INTRODUZIONE
• L’ablazione transcatetere
utilizza la RADIOFREQUENZA
quale fonte di ENERGIA per
RISCALDARE il tessuto
miocardico e DISTRUGGERE il
SUBSTRATO ARITMICO.
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
• E’ oramai chiaramente
dimostrata la sua efficacia nel
CURARE le ARITMIE
SOPRAVENTRICOLARI, con
una percentuale di successo
INTRODUZIONE
Gli sviluppi più interessanti al
giorno d’oggi sono
rappresentati dalla possibilità
di allargare le possibilità di
trattamento a:
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
- FIBRILLAZIONE
ATRIALE
- TACHICARDIA
VENTRICOLARE
Il MIOCARDIO localizzato a
contatto con la REGIONE A è
riscaldato per EFFETTO JOULE e
raffreddato per il fenomeno della
CONDUZIONE del CALORE
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
M y o c a r d iu m
C a th e te r
e le c tr o d e
B lo o d
AB
D is p e r s iv e e le c tr o d e
B lo o d o r o th e r o r g a n s
T h e r m is to r
Modello di ABLAZIONE
Il MIOCARDIO localizzato
nella REGIONE B è
principalmente RISCALDATO
per CONDUZIONE del
CALORE dal margine della
REGIONE A
M y o c a r d iu m
C a th e te r
e le c tr o d e
B lo o d
AB
D is p e r s iv e e le c tr o d e
B lo o d o r o th e r o r g a n s
T h e r m is to r
CTR di ENERGIA (W)
erogazione costante di
ENERGIA
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
CTR di TEMPERATURA (°C)
TERMISTORE in grado di
assicurare un CONTROLLO
COSTANTE della quantità di
energia erogata, in modo tale da
mantenere la punta del catetere
ad una temperatura “TARGET”
Modello di ABLAZIONE
• La maggior parte del danno termico è
dovuto al fenomeno di RISCALDAMENTO dei
tessuti che si verifica per CONDUZIONE a
partenza dalla regione a diretto contatto con
l’elettrocatetere
• La TEMPERATURA è maggiore all’interno
rispetto alla superficie.
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Modello di ABLAZIONE
• La LESIONE è più piccola in superficie
rispetto che all’interno
Fattori DETERMINANTI
(dimensioni della lesione)
• Proprietà BIOFISICHE dei TESSUTI e
caratteristiche EMOREOLOGICHE
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
• QUANTITA’ di ENERGIA EROGATA durante ATRF
• DURATA dell’ABLAZIONE.
• TEMPERATURA TARGET utilizzata
• FLUSSO EMATICO attorno al catetere.
• Condizioni di CONTATTO del catetere, come (profondità di penetrazione
ed angolo di contatto)
Durante le procedure di ABLAZIONE, noi misuriamo sia la
temperatura sulla punta del catetere (TERMISTORE) che la
temperatura all’interno del miocardio (TERMOCOPPIA).
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Sistema di CTR della TEMPERATURA
Assicura un trasferimento COSTANTE di CORRENTE dal
generatore di RF al tessuto miocardico
Ablationunit
EPT-1000XP
Thermistorat
cathetertip
DI220
ADCconverter
1k Ω 1k Ω
0.1 µ F 0.1 µ F
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Misura la differenza di VOLTAGGIO attraverso la punta del
catetere
La presenza di un SISTEMA di FILTRAGGIO IDONEO
elimina le BASSE FREQUENZE (fc = 95 Hz) e permette
TERMISTORE
Effetti del FLUSSO sulla
formazione della LESIONE
• Langberg et al.: Presenza di elettrodi di
differenti dimensioni (4, 8, 12 mm) per creare
diverse lesioni
• Nakagawa et al.: Catetere irrigato, ossia con
soluzione salina che fuoriesce dalla punta del
catetere, in mdo tale da creare una lesione più
uniforme e precisa (differenza di temperatura)
• Peterson et al. Studio degli effetti di lesioni dal
diverso diametro a seconda del flusso.
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
RAZIONALE
Effetti RF (controllo di temperatura)
• Per ottenere un effetto di raffreddamento è
richiesta una maggiore quantità di energia a
livello della punta del catetere
• La densità della corrente e la formazione di
calore mediante effetto Joule all’interno del
tesusto miocardico aumenta. Current density
and Joule heat generation inside the
myocardium increase. More tissue exceeds
50 °C threshold.
• The directly heated rim rises to a higher
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Dimensioni della LESIONE
BORDO: dalla porzione SCURA a quella ROSA
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
• Più alta sarà la temperatura TARGET maggiore sarà
l’energia RICHIESTA
• Il raggiungimento di una temperatura ALTA
provocherà una lesione di dimensioni maggiori
(sia in profondità che in larghezza)
• Per ottenere un flusso più alto è richiesta una
maggiore energia.
• Una frequenza di flusso maggiore aumenta la larghezza
della lesione (sia in profondità che nel diametro)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
CONCLUSIONI
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Quale è lo scopo dell’ablazione?
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
TERAPEUTICOTERAPEUTICO
eliminazione dell’aritmia
miglioramento della QOL del paziente
Come?
MODIFICAMODIFICA
del tessuto responsabile dell’aritmia
• Eliminazione del tessuto responsabile dell’aritmia
• Interruzione di un CIRCUITO ELETTRICOCIRCUITO ELETTRICO
• Creazione di una lesione
• Necrosi localizzata
L’interfacciaL’interfaccia
Il sistema biologico:Il sistema biologico:
- il paziente
- il miocardio (struttura
e meccanismi)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Il sistema biologico
• rispetto per ilrispetto per il MIOCARDIOMIOCARDIO
– lesioni circoscritte
– lesioni omogenee
– rischio aritmogeno
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
• rispetto per il PAZIENTEPAZIENTE
– complicanze (tamponamenti, disfunzioni ventr.)
– invasività
– % di successo
La radiofrequenza (RF)
• Particolare forma di CORRENTE ELETTRICA
(corrente alternata ad elevata frequenza)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Quale forma di energia?
- NON MODULATA in AMPIEZZA
• coagulazione dei tessuti biologici
- ELEVATA FREQUENZA
• preserva l’attività elettrica del cuore (DEPOLAR.)
• effetto termico di tipo RESISTIVO
IL CIRCUITO
la corrente ha bisogno di un “mezzo”
per potersi propagare
costituiscono
un SISTEMA
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
CIRCUITO elettrico:
– catetere per ablazione
– elettrodo dispersivo
– paziente
Come si propaga l’energia?
La Radiofrequenza (RF),La Radiofrequenza (RF),
MECCANISMI diMECCANISMI di
AZIONEAZIONE
Sono 3 i principali meccanismi d’azione
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
– Effetto ELETTROLITICO
– Effetto FARAD
– conversione dell’energia in CALORE (E. potenziale
in E. termica)
• La RF causa un SURRISCALDAMENTO
dei tessuti biologici
– Creazione di un CAMPO ELETTRICO che aumenta il
movimento degli IONI
– Produzione di CALORE per FRIZIONE
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Energia e Calore
La Radiofrequenza (RF)
Ablazione / Lesione
CALORE CONVETTIVO
perso nel flusso ematico
CALORE RESISTIVO del
sangue e dei tessuti
CALORE CONDUTTIVO
scambiato con i tessuti
CALORE CONVETTIVO
perso verso vasi
epicardici
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Effetti della RF sull’ ENDOCARDIO
• I tessuti vengono riscaldati per
EFFETTO RESISTIVO
– solo una piccola zona nell’intorno della punta viene
scaldata direttamente
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Energia e Calore
• Il riscaldamento del tessuto circostante
avviene per EFFETTO CONDUTTIVO
• La punta del catetere viene riscaldata per
CONDUZIONE
• I tessuti hanno una loro caratteristica
IMPEDENZA (Ω)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Energia e Calore
• Il CALORE prodotto sarà quindi funzione
– RESISTENZA (Ω) dei tessuti
– INTENSITA’ della corrente
– DURATA della corrente
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Ablazione / Lesione
La Radiofrequenza (RF),
Effetto termico sui tessuti
• 37°-50°
– riscaldamento del tessuto (danni reversibili)
• 50°-65°
– alterazione del tessuto (danni irreversibili)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Fattori determinanti la LESIONE
- FORMA D’ONDA, FREQUENZA della RF
– DENSITA’ della corrente
– TEMPERATURA di contatto
– IMPEDENZA
– PRESSIONE di contatto
– GEOMETRIA dell’elettrodo
– PROPRIETA’ del tessuto (trasferimento di calore)
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
IMPEDENZA del sistema
• Impedenza tipica del SISTEMA: 70-150Ohms
– paziente
– catetere d’ablazione
– elettrodo indifferente
• Il GENERATORE influisce per più del 50% su
questo valore
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
La Radiofrequenza (RF),
Ablazione / Lesione
ring
tip
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
Indicazioni al Trattamento “nonIndicazioni al Trattamento “non
farmacologico” delle Aritmiefarmacologico” delle Aritmie
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
• L’introduzione in medicina della
RADIOFREQUENZA (RF) come fonte di energia
terapeutica per il trattamento definito dei
disturbi del RITMO ha portato ad una revisione
critica sulle indicazioni al trattamento NON
FARMACOLOGICO delle ARTIMIE
INTRODUZIONE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
INTRODUZIONE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
• Questi rapidi sviluppi hanno indotto le due
maggiori Società di Cardiologia americane
(AHA/ACC) a pubblicare (03/2002) una Task
Force Report sulle LINEE GUIDA per le
procedure di EP
L'analisi di questi elementi conduce alle seguenti
CLASSI di CONSENSO
(1) TIPO e GRAVITA’ clinica dell'aritmia (QOL)
(2) PROBABILITA’ di successo nel “Follow-wp”
(3) RISCHI connessi alla procedura
(4) ALTERNATIVE terapeutiche
(5) COSTI
INDICAZIONI
VARIABILI PREDITTIVE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
CLASSE 1: accordo generale dei cardiologi sulla
priorità del trattamento ablativo
(a) Aritmie ad ALTO RISCHIO trattabili con
ATRF (inclusi i pz precedentemente trattati con
farmaci A.A. senza successo o con effetti
secondari INTOLLERABILI).
(b) Pz. che INDIPENDENTEMENTE dalla gravità
dell'aritmia richiedono espressamente una
SOLUZIONE RADICALE, quando le probabilità di
successo sono ELEVATE.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
CLASSE 2: accordo della maggioranza dei
cardiologi, ma con diversità di
giudizio sui criteri di selezione
e di applicazione
(a) Aritmie anche a RISCHIO ELEVATO in
trattamento farmacologico efficace e ben tollerato
ma scarsamente accettato in quanto LIMITATIVO
e ONEROSO
(b) Aritmie a BASSO RISCHIO ma invalidanti, in
trattamento farmacologico efficace e ben
tollerato, di cui è possibile la remissione
spontanea nel tempo.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
CLASSE 3: accordo generale sulla non
indicazione all’ablazione
(a) Pz a BASSO RISCHIO, con aritmie
sporadiche, ben tollerate, a risoluzione
spontanea o “responder” ad un trattamento
AA. ben accettato
(b) Pazienti con una chiara INDICAZIONE
CARDIOCHIRURGICA per altra patologia
ove sia possibile associare un intervento di
ablazione INTRAOPERATORIA
(c) Aritmie NON TRATTABILI con ATRF
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
• Il recente avvento dell’ablazione transcatetere
(AT) ha consentito di otttenere una TERAPIA
RISOLUTIVA della maggior parte delle aritmie
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
INTRODUZIONE
• L’ ATRF si propone come ALTERNATIVA AFFIDABILE alla
terapia antiaritmica farmacologica in virtù di un elevato grado
di EFFICACIA e di SICUREZZA
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
INTRODUZIONE
• Terapia PALLIATIVA
• Efficacia globale (prevenzione/riduzione del
numero/durata degli episodi)
– 50 - 70%
– Tende a calare nel FU a lungo termine
Farmaci antiaritmici
• Effetti collaterali
– fino al 20% dei casi
5% dei casi interruzione del trattamento!
• Prospettiva unica di verificare la validità del
MECCANISMO ARITMOGENO desunto
durante il mappaggio (SEE) attraverso la sua
localizzazione
FISIOPATOLOGIA e
TECNICHE di ABLAZIONE
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
• Abolizione SELETTIVA del meccanismo
presenalla base dell’ARITMIA
• L’esperienza maturata con l’ablazione
transcatetere ha condotto alla revisione di
alcuni dei MECCANISMI ARITMOGENI delle
aritmie nell’uomo
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
INTRODUZIONE
• Ha permesso una SISTEMATIZZAZIONE
NOSOGRAFICA in accordo a correlazioni fra
MECCANISMI e GEOMETRIA del substrato
orienta l’investigatore circa la strategia
da utilizzare nei singoli casi!
• Fibrillazione atriale (FA)
• Tachicardia atriale (TA)
• Tachicardia AV da rientro nodale (AVNRT)
• Tachicardia AV da rientro lungo una via accessoria
• Tachicardia ventricolare (TV)
• Fibrillazione ventricolare (FV)
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
CLASSIFICAZIONE
Tipo di aritmia % Successo % Recidiva
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
TACHICARDIA AV NODALE
Via rapida 82-96 5-
14 Via lenta 98-100 0–1
TACHICARDIA AV da rientro 76-100 3-9
TACHICARDIA ATRIALE
Flutter di tipo comune 90-95 <10
Flutter di tipo non comune 50-60 30–50
Incisionale 71-86 40–46
Non incisionale NA NA
SINUSALE INAPPROPRIATA
MODULAZIONE del NSA 50 50
ATRF del NSA 100
0 FOCALE
Tipo di arimia % Successo % Recidiva
ATRF aritmie da RIENTRO
FIBRILLAZIONE ATRIALE Controllo della
frequenza ventricolare Modificazione del nodo AV 70 - 90 10 – 15 Ablazione del
nodo AV 70 - 90 < 5
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
ABLAZIONE PRIMARIA
Focale ≈ 60 ≈ 40
Compartimentalizzazione lineare - - Tachicardia ventricolare
MACRORIENTRO (post-IMA) 60 - 90 20 – 40
Rientro da blocco di branca > 95 0
Focale (idiopatica) 85 - 100 < 10
FIBRILL. VENTRICOLARE ?
• MOLTO FREQUENTE anche in soggetti sani
TPSV (AVNRT)
• Sostenuta da un MECCANISMO di RIENTRO fra
aree di tessuto del nodo AV e di porzioni contigue
dell‘ADx, dotate di differenti REFRATTARIETA’
e velocità di CONDUZIONE
• Quasi mai rischiosa per la vita ma può essere
INVALIDANTE per frequenza/durata degli
episodi o per necessità di Tx AA continuativo.
• ATRF presenta ELEVATE percentuali di successo
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
• Procedura tecnicamente non molto complessa
• RISCHIO POTENZIALE di un BAV avanzato
accidentale, divenuto oramai RARISSIMO, per la
possibilità di controllare costantemente tutti i
parametri della RF (W e Temp °C).
• Indicazione dettata da considerazioni su QOL
e non dal rischio elevato (CLASSE 1b).
• Elevata percentuale di SUCCESSO (95%)
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TPSV (AVNRT)
Riservare questo trattamento a pz con recidive
cliniche nonostante Tx AA continuativa e/o mal
tollerata (CLASSE 2a)
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TPSV (AVNRT)
a) NON RESPONDER ai farmaci AA;
b) con EFFETTI SECONDARI MAGGIORI
c) che scelgono l‘alternativa NON FARMACOLOGICA
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
localizzazione
VIE LENTE
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
Ablazione via ACCESSORIA
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
Ablazione via ACCESSORIA
Una via accessoria AV, può essere:
MANIFESTA (evidente all’ECG)
OCCULTA (mascherata)
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
CONSEGUENZE
(1). Tachicardie che utilizzano la via accessoria e le
normali vie di conduzione come elementi di un
MACROCIRCUITO di RIENTRO.
(2), Causa di FREQUENZA VENTRICOLARI
ELEVATISSIME durante FA
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
• Rischio VARIABILE e dipendente dalle capacità di
CONDUZIONE ANTEROGRADA della via accessoria
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
• ELEVATA nei pazienti che durante FA
presentano una CONDUZIONE AV RAPIDA e che
avviene TOTALMENTE o PREVALENTEMENTE
attraverso la via accessoria (R-R minimo <240ms)
• MANDATORIA nei pazienti che presentato episodi
SINCOPALI
CONSIDERAZIONI
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
PAZIENTI SINTOMATICI
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
INDICAZIONI
a) SINCOPE (classe 1a)
b) FIBRILLAZIONE ATRIALE con R-R <240msc
(Classe 1a)
c) FIBRILLAZIONE ATRIALE con R-R >240ms
(Classe 1b)
d) TPSV frequenti (classe 1-2)
a) Lavoro a RISCHIO ELEVATO (piloti...).
b) ATLETI.
c) INDICATORI di alto rischio allo SEE
(se SEE con basso rischio => nessuna terapia);
d) Storia Familiare di MORTE IMPROVVISA.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
PAZIENTI ASINTOMATICI
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
INDICAZIONI
- Diverse sono le MODALITA’ di attuazione dell'
ATRF, in funzione della SEDE della via accessoria
e dell’ ESPERIENZA dell'operatore
- IN PARTICOLARE, le vie accessorie sinistre
possono essere approcciate attraverso:
•CATETERISMO SINISTRO
•FORAME OVALE o puntura SETTO interatriale
•SENO CORONARICO
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
CONSIDERAZIONI
• L’impiego di cateteri ORIENTABILI e di
generatori di RF sempre più precisi hanno
permesso di raggiungere percentuali di successo
ELEVATISSIME
• Talvolta le tecnica di mappaggio e di ablazione
possono essere MOLTO COMPLESSE e richiedere
molto tempo e particolare ABILITA’
• Elevata VARIABILITA’ ANATOMICA di SEDE e
di CONFIGURAZIONE dei fasci accessori
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
CONSIDERAZIONI
Le percentuali di SUCCESSO ACUTO nelle
casistiche dei Centri più esperti sono ormai
superiori al 90% e si avvicinano in molte serie al
100%, con percentuali di RECIDIVA nel FU <10%
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
CONSIDERAZIONI
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
• Rischi di tipo EMODINAMICO e VASCOLARE,
secondari soprattutto a introduzione/posizionamento
dei cateteri
• Danni accidentali del sistema di conduzione
costituiscono un RISCHIO SPECIFICO dell‘ATRF delle
vie accessorie settali anteriori.
• L’INCIDENZA di eventi indesiderati, secondo il
rapporto NASPE del 2004, è stata dello 0,6%, con uno
0,002% di complicanze mortali.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
CONSIDERAZIONI
- Episodi GRAVI (sincope, FA  FV) o elevata % di
rischio emersa allo SEE, per i quali la Tx A.A è
inefficace, inaffidabile o inaccettabile
CLASSE 1a
- Pz non a rischio ma sintomatici e “non responder” alla
Tx o pz a rischio Sintomatici e “responder” alla Tx ma
che preferiscono l’opzione non farmacologica
CLASSE 1b
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
INDICAZIONI
CLASSE 2a:
• pazienti a rischio sulla base dello SEF ma
asintomatici, la cui attività lavorativa, sportiva o di
relazione sia invalidata dalla malattia.
CLASSE 2b:
• pazienti non a rischio, sintomatici e responder alla
terapia che preferiscono l'opzione non farmacologica.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
INDICAZIONI
• Pazienti a BASSO RISCHIO asintomatici o
raramente sintomatici e ben controllati dalla Tx AA.
assunta non cronicamente.
CLASSE 3
• Opzione Tx. ragionata sulla base delle indicazioni
valutate nel SINGOLO CASO, tenendo presente la
storia naturale della malattia.
• Tendenza alla riduzione del rischio con l'avanzare
dell'età).
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
INDICAZIONI
• Quadro piuttosto raro.
• Il FOCUS può aver sede in ambedue gli atrii, con
una certa preferenza per l‘AS attorno allo sbocco
delle VP
• Aritmia prevalente nelle prime decadi di vita,
incessante o quasi, poco responsiva al trattamento
farmacologico. Può determinare vere e proprie CMD
secondarie (CMD tachicardia-mediate).
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA ATRIALE ECTOPICA
CONSIDERAZIONI
• Flutter di tipo COMUNE
– a rotazione antioraria o oraria
TACHICARDIA ATRIALE
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
CLASSIFICAZIONE
• Flutter di tipo NON COMUNE -
Incisionale - Non
Incisionale - Tachicardia
Sinusale Inappropriata - Tachicardia Atriale
Automatica (FOCALE)
• Tachicardia a frequenza (generalmente)
REGOLARE che può essere abolita mediante
NECROSI TERMOCOAGULATIVA con un singolo
inpulso di RF (volume: ~150 mm3
),
INDIPENDENTEMENTE dalla natura e del
meccanismo aritmogeno presente alla base
(automatico, attività triggerata, micro-rientro)
Definizione
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
TACHICARDIA ATRIALE FOCALE
• Indicazione di CLASSE 1 nei pazienti che
richiedono un trattamento continuativo e/o non
responder alla Tx A.A.
• Indicazione di CLASSE 2 nei pz con storia clinica di
breve durata e/o responder alla Tx A.A. e per i quali
si possa prevedere una risoluzione spontanea
dell'aritmia (es. miocardite sub-clinica etc).
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
TACHICARDIA ATRIALE ECTOPICA
CONSIDERAZIONI
• Percentuali di successo acuto >80% e nel FU non
sono molto inferiori.
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
Ablazione Transcatetere delAblazione Transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
Flutter
ectopic
AT
Tachicardia Atriale ORGANIZZATA
• Tachicardia Atriale Ectopica “Focale”
• Flutter tipico “istmo - dipendente”
dipendente da un ralentamento
nella regione compresa tra VCI e AT
- flutter ORARIO
- flutter ANTI-ORARIO
- “LOWER-LOOP”
• Flutter da MACRORIENTRO
“non-istmo dipendente”
- precedente CCH atriale o SCAR
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle
ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE
Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle
ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE
FLUTTER
ATRIALE
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle
ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE
FO
CS
IVC
SVC
Kalman et al
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Tricuspid
Valve
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
TV
VCI
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
VCI
TV
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
VCI
TV
VERIFICA del BLOCCO della conduzione
No block
Block
CS pacing
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
CS pacing
Tricuspid
Valve
Set
Anulus Tricuspidale
VCI
Flutter
Atriale
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
61 pz >1 episodio FlA e nessuna precedente tx AA
Farmaci AA
Sotalolo, Amiodarone
Flecainide, Procainamide,
Propafenone
ABLAZIONE RF
> 90% riduczione in ampiezza
degli elettrogrammi lungo la
linea di ablazione
RECIDIVA FlA:
Atrial Fibrillation:
R.S.FU 36Mo:
93%
60%
36%
6%
29%
80%
mean follow-up: 36 months
Terapia AA vs ATRF primaria
Natale et al J Am Coll Cardiol 2000
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
INCIDENZA FA dopo ATRF di FlA
n = 212
n = 121
Ricorenza di Flutter Atriale: 9%
Hsieh et al J Interv Card Electrophysiol 2002;7:225
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Clockwise Flutter
Di quale ARITMIA
si tratta?
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Tachiaritmia con onde p non tipiche
per FlA istmo.dipendente
Flutter
ectopic
AT
• Flutter “Istmo - dipendente”
- precedente Chirurgia Atriale/scar
- Trapianto Cardiaco
• Flutter Atriale da macrorientro
“non-istmo dipendente”
- precedente Chirurgia Atriale o
presenza di cicatrici
- Flutte Atriale Sinistr
• Tachicardia Atriale FOCALE
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Palpitazioni 24 mesi dopo riparazione di DIA
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
scar
RPO
scar
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
MAPPAGGIO EP e 3-D
47 CIRCUITI in 20pts
Flutter COMUNE- 18
Circuito sulla P. Laterale - 19
Circuito Settale - 8
Non identificato - 2
Successiva ATRF
(ASSENZA DI RECIDIVA)
- 80% follow-up a 46 mo
FO
CS
IVC
SVC
POSSIBILI circuiti di RIENTRO post- CCH
ASD
patch
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Delacretaz et al 2000
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
Jais et al Circulation 2000
Tachicardia Atriale da macrorientro
SCAR-dipendente (INCISIONALE)
• L’ECG può NON essere AFFIDABILE per la diagnosi
di SEDE
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
• ATRF spesso particolarmente COMPLESSA
– E’ comune riscontrare CIRCUITI MULTIPLI
– DIFFICOLTA’ a definire correttamente l’ISTMO critico
– DIFFICOLTA’ ad ottenere un BLOCCO attraverso l’istmo
• Il MAPPAGGIO è facilitato dai sistemi di ricostruzione
TRIDIMENSIONALI
• PERCENTUALI di SUCCESSO con ATRF: 50–88%
Akar, et al.2001,Chan, et al.2000,Delacretaz, et al.2001, Nakagawa, et al.2001,Triedman, et al.1997 Jais, et al.2000,Saoudi, et al.2001,Tai, et al.2001,Thomas, et al.2000
• Terapia di PRIMA LINEA per Flutter Atriale tipico
ricorrente
– eccellente efficacia, bassi rischi
Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del
FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
• In seguito FA si verifica nel 20-30% dei pts
• Flutter Atriale “Non-istmo dipendente” si verifica quale
complicanza TARDIVA nei pts precedentemente sottoposti a
chirurgia atriale
– L’efficacia è inferiore
CONCLUSIONI
• La superficie interna dell’ atrio dx è formata da
numerosi orifici e da residui embrionali, i quali
contribuiscono alla formazione di una superficie
complessa ed irregolare
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
INTRODUZIONE
• Questa complessa anatomia endocardica determina
la presenza di numerose e potenziali aree attorno
alle quali fenomeni da RIENTRO si possono
verificare.
• La presenza di BARRIERE ANATOMICHE
determina la presenza di ARITMIE
Ablazione del Flutter Atriale
• Il FLUTTER ATRIALE è una aritmia molto
STABILE che che si verifica per la presenza di
un CIRCUITO di MACRORIENTRO all’interno
dell’ ATRIO DESTRO.
Cosio FG. Am J Cardiol. 1993;71:705-709.
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
• Affinchè sia possibile la PERPETUAZIONE del FlA è richiesta la
presenza di AREE CRITICHE di CONDUZIONE all’interno dell’
ATRIO DESTRO
• L’ INTERRUZIONE della conduzione all’interno
di tali aree critiche (VCI – AT) elimina il FlA.
Interruzione flutter durante RF
Cosio FG. Am J Cardiol. 1993;71:705-709.
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
- Aritmia da rientro relativamente FREQUENTE
- Notevole STABILITA’ del CIRCUITO che la
rende assai resistente ai tentativi di interruzione
mediante farmaci AA (ed alla CVE)
- ATRF PRIMA SCELTA (preceduta dall’ETE) allo
scopo di alterare stabilmente il circuito di rientro
(localizzato fra VCI e AT).
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
FLUTTER ATRIALE
CONSIDERAZIONI
• Elevata percentuale di successo in acuto (95%)
anche se si riduce nel FU a medio termine (80%).
• Complicanze assai limitate.
• Classe 1 nei pz nei quali l'aritmia tende a recidivare
nonostante il miglior regime di profilassi AA.
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
FLUTTER ATRIALE
CONSIDERAZIONI
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
Mappaggio TRIDIMENSIONALEMappaggio TRIDIMENSIONALE
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
Applicazioni PraticheApplicazioni Pratiche
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
• Alta
• Media
• Bassa
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
Premessa METODOLOGICA
PRIORITA’ INVESTIGATIVE
CONDIZIONI GENERALI
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
ALTA PRIORITA’ INVESTIGATIVA
Premessa METODOLOGICA
- Tachicardie atriali e ventricolari da macro-rientro
- Tachicardia Ventricolare Sinistra Idiopatica
- vie accessorie a larga base o inserzioni lontane
dall’ ANULUS AV
- RVOT o LVOT a larga base
CONDIZIONI PARTICOLARI
• metodica di ELEZIONE per IDENTIFICAZIONE
ed ABLAZIONE di substrati aritmogeni.
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
ALTA PRIORITA’ INVESTIGATIVA
Premessa METODOLOGICA
• NON ESISTONO alternative con altrettante
potenzialità investigative
• metodica di ELEZIONE per la identificazione di
substrati aritmogeni; le tecniche tradizionali sono
competitive e dotate di altrettanta potenzialità
investigativa; può essere prescelta in base al
giudizio e alle abitudini dell’operatore
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
MEDIA PRIORITA’ INVESTIGATIVA
Premessa METODOLOGICA
- ISOLAMENTO VP mediante lesioni in AS
– Tachicardia sinusale INAPPROPRIATA
– RIFINITURA delle LINEE di LESIONE in sede
Cavo- Tricuspidalica per la terapia del FLUTTER
di tipo COMUNE
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
MEDIA PRIORITA’ INVESTIGATIVA
Premessa METODOLOGICA
metodica NON ELETTIVA per la identificazione
di SUBSTRATI ARITMOGENI; le tecniche
tradizionali sono sufficienti e presentano un
miglior rapporto COSTO-BENEFICIO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
BASSA PRIORITA’ INVESTIGATIVA
Premessa METODOLOGICA
– AVNRT
– WPW classico o AVRT
– flutter di tipo comune
– tachicardia atriale focale
• DESTRO
– tachicardie atriali peri-cicatriziali
MACRORIENTRO ATRIALE
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
CARATERISTICHE
• SINISTRO
– flutter peri-mitralici
– tachicardie atriali peri-cicatriziali
• MORFOLOGIA onde atriali non compatibile
con flutter tipo comune
• “ENTRAINMENT” negativo dall’istmo CT
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
SUBSTRATO
ANATOMICO
ECG
MAPPA
TRIDIMENSIONALE
SUBSTRATO
ANATOMICO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
MAPPAGGIO TRIDIMENSIONALE
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
Di quale ARITMIA si tratta?
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
EP TRAININGEP TRAINING
Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
• QRS stretto, BBD + BFA
• Sensibile al VERAPAMIL
• Inducibilità ed
“ENTRAINMENT” possibili
durante pacing dall’atrio dx
• Suscettibili di BLOCCO
MECCANICO durante
manipolazione del catetere
mappante
TVIS
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
CARATTERISTICHE
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
• Sede d’ INSERZIONE
LONTANA dall’ ANELLO
AV
• Individuazione della SEDE
di attivazione PIU’
PRECOCE impegnativa
(simil
tachicardia atriale focale)
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
AP con BASE di
IMPIANTO
ATIPICA
CARATTERISTICHE
• Tecnica AMBIZIOSA
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
ABLAZIONE DELL’FA mediante
ISOLAMENTO delle VP
CARATTERISTICHE
• Disegno APPARENTEMENTE SEMPLICE
(“encircling” vene polmonari) in regione complessa
per AVVERSITA’ ANATOMICHE
• RISCHIO di recidive attraverso “GAPS” di
conduzione anche quando disegno acquisito
• RISCHIO di determinazione di NUOVI substrati
• Tecnica INGEGNOSA
• Possibile RICOSTRUZIONE TRIDIMENSIONALE
della attivazione elettrica durante ARITMIA
• Opzione di ALTA PRIORITA’ CLINICA in
specifiche situazioni
• Utile nella CURVA di APPRENDIMENTO
Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO
NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO
CONCLUSIONI
Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”
Ablazione Transcatetere dellaAblazione Transcatetere della
FIBRILLAZIONE ATRIALEFIBRILLAZIONE ATRIALE
Stefano Nardi, MD
AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI
DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE
STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA
UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA
LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
AVNRT
AVRTAVRT
ATAT
AFlutterAFlutter PJRTPJRT
WPWWPW
Atrial FibrillationAtrial Fibrillation
VTVT
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
INCIDENZAINCIDENZA
SCOMPENSOSCOMPENSO
TACHICARDIATACHICARDIA
VENTRICOLARE CMDVENTRICOLARE CMD
PALPITAZIONIPALPITAZIONI
SINCOPESINCOPE
RIMODELL
. NSA
MORTALITAMORTALITA
’’
STROKE
TACHI.TACHI.
ATRIALE CMDATRIALE CMD
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
CONSEGUENZECONSEGUENZE
•Nel 19071907 fu
documentata per la
prima volta la
presenza di fibre
muscolari localizzate
attorno alle vene
polmonari e con
disposizione a
manicotto
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
BACKGROUND
VCI
Seno coronarico
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
VCI
Seno coronarico
Fasci miocardici endocardici
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici
come possono avere un
ruolo nel mantenimento
dell’FA?
1907, A. Keith, M. Flack
• Moe (1962), Alessie (1968):Moe (1962), Alessie (1968):
• ipotesi dei CIRCUITI MULTIPLI di
RIENTRO. Viene introdotto per la prima
volta il concetto di MASSA CRITICA
necessaria a perpetuare l’aritmia
• Questi studi conducono allo sviluppo di
differenti tecniche chirurgiche (quasi
tutte abbandonate ai giorni nostri):
- ISOLAMENTO ATRIO SX
- PROCEDURA di MAZE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
BACKGROUND
MICROCIRCUITI DA RIENTROMICROCIRCUITI DA RIENTRO
Moe
Arch Int Pharm Ther
1962
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
background elettrofisiologicobackground elettrofisiologico
Moe (1962):Moe (1962):
ipotesi dei
multipli circuiti di
rientro
Alessie:Alessie:
introdotto il
concetto di
MASSA CRITICA
necessario a
perpetuare
l’aritmia
MICROCIRCUITI DA RIENTROMICROCIRCUITI DA RIENTRO
Moe
Arch Int Pharm
Ther 1962
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
background elettrofisiologicobackground elettrofisiologico
OBIETTIVI
Ridurre la MASSA
CRITICA e
modificare il
SUBSTRATO
aritmogeno, in modo
tale da interrompere
tutti i possibili
meccanismi che
consentono l’innesco
ed il mantenimento
dell’FA
• Anni ’80: MAZEMAZE
Procedure, intervento
ideato da Cox
• Multiple lesioni in
entrambi gli ATRIATRI in
modo tale da ridurre
la MASSA CRITICAMASSA CRITICA
ATRIALEATRIALE
Cox et al, 1993
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
BACKGROUND
• Efficacia MOLTO ALTAMOLTO ALTA
• Elevato successo, ma oggi
abbandonato per l’alto tasso di
COMPLICANZECOMPLICANZE
• LUNGA DURATALUNGA DURATA e
complessa da un pv
chirurgico
Cox et al, 1993
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
backgroung elettrofisiologicobackgroung elettrofisiologico
Questi studi conducono allo sviluppo di differenti
tecniche chirurgiche (quasi tutte abbandonate ai giorni
nostri)
Isolamento AS
Procedura di MAZE (Cox)
• COMPARTIMENTALIZZARECOMPARTIMENTALIZZARE
• Efficacia molto alta (≈
93%)
• Elevato successo, ma oggi
abbandonato per l’alto tasso
di complicanze
• Procedura di lunga durata
e complessa da un pv
chirurgico
Cox et al, 1993
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
BACKGROUND
ONDE di ATTIVAZIONEONDE di ATTIVAZIONE
MoeMoe
Arch Int Pharm Ther 1962Arch Int Pharm Ther 1962
• Maze chirurgica
(Cox, J Thor Cardiov
Surg 1991)
• Maze TC
fluoroscopica
(Haissaguerre, JCE
1996)
TECNICHE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
• MAZE chirurgicaMAZE chirurgica
(Cox, J Thor Cardiov Surg 1991)
• MAZE fluoroscopicaMAZE fluoroscopica
(Haissaguerre, JCE
1996)
• Toracotomia /cielo aperto
• Tempo di by-pass cardiopolmonare
• Stroke, IMA
• Validazione della linea
• Bassa percentuale di successo
(33%)
• Procedura lunga
LIMITI
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
Il primo lavoro pubblicato
(Swartz, Circulation 1994)
mostrava una elevata
efficacia clinica in un lungo
“FOLLOW-UP” (2 anni)
Di contro gli elevati TEMPI DI
PROCEDURA (10-15 h) e
l’elevata INCIDENZA di
COMPLICANZE
MAGGIORI(22%) (stroke, VP,
tamponamento, stenosi VP)
hanno fatto ben presto
decadere la procedura
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie
TARGET IN ADTARGET IN AD
Linea di Blocco VCS/VCI
Linea di Blocco SETTO/AT
Linea di Blocco tra VCI/AT
•Popolazioni in ESAME: 8-45 pz
•FOLLOW-UP: 6 E 21 MESI.
•% DI SUCCESSO 6 - 25% senza
AA
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie
BACKGROUND
TARGET IN ASTARGET IN AS
•Encircling attorno agli osti VP
•Linea di Blocco posteriore (compresa tra VPSL e
VPSS)
•Linea di Blocco
PP AS/ AM
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie
Popolazioni in esame: 10-19
Pz “FOLLOW-UP” 6 ed 11
Mesi % di successo
VARIABILI
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio FOCALE: osservazioniapproccio FOCALE: osservazioni
• SCOPERTASCOPERTA che uno o più foci intrapolmonari è capace di agire come
TRIGGER per l’innesco di episodi di FA
• SVILUPPOSVILUPPO di strategie interventistiche finalizzate
alla abolizione del SUBSTRATO aritmogeno
• L’IDENTIFICAZIONEL’IDENTIFICAZIONE del potenziale VP è diventata
quindi la base di partenza per proporre un approccio
curativo mediante ablazione di tipo FOCALE della FA
APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE
APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE
• La FA può essere indotta a
partenza da battiti ectopici
originatesi da numerose aree:
cresta terminale, ostio del CS,
setto interatriale, vene
polmonari
• VENE POLMONARI coinvolte:
• 90% dei casi (Chen, 1999)
• 94% dei casi (Haissaguerre,‘96 e ‘98)
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
• Dimonstrazione che l’FADimonstrazione che l’FA
può essere innescata dapuò essere innescata da
focus ectopicifocus ectopici (TRIGGER)(TRIGGER)
a partenza da ogni VPa partenza da ogni VP
• L’ablazione di questi fociL’ablazione di questi foci
elimina l’FA nell’elimina l’FA nell’86%86% senzasenza
farmaci AA in acutofarmaci AA in acuto
RF
APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
Haissaguerre
1999
Battiti
ectopici da
VPSS
Innesco FA a
partenza da
battiti ectopici
originatisi da
VPSS
APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
Innesco dell’FAInnesco dell’FAInnesco dell’FAInnesco dell’FA
Triggers dell’FA
MantenimentoMantenimento
dell’FAdell’FA
MantenimentoMantenimento
dell’FAdell’FA
RimodellamentoRimodellamento
atrialeatriale
RimodellamentoRimodellamento
atrialeatriale
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio FOCALE: strategieapproccio FOCALE: strategie
Autore FA Acuto Cronico Procedure Complic.
(FU 8/6 mesi)
Haissaguerre parossistica 72% 65% 2/3 ~5% (N
En J Med ’98) (75% recidiva) Chen parossisitica
92% 85% 2 <5% (Circulation ’98)
(7% recidiva)
Definito il ruolo “TRIGGER” delle VP (Haissaguerre ’96)
“FOCI” responsabili localizzati nel 90-95% nelle VP
(Haissaguerre ’96; Chen ’97)
Depolarizzazioni spontanee o “firing” dalle VP
(Haissaguerre ’96; Chen ’97)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio FOCALE: risultatiapproccio FOCALE: risultati
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio FOCALE: limitazioniapproccio FOCALE: limitazioni
• DIFFICILE identificazione accurata del FOCUS
• POSSIBILE presenza di “FOCI MULTIPLI”“FOCI MULTIPLI”
(68%) oppure sviluppo di “NUOVI FOCI” nel
tempo, con alta percentuale di recidiva in “follow up”
brevi
• PAUCI-INDUCIBILITA’PAUCI-INDUCIBILITA’ dei foci durante lo
SEE oppure presenza di una FA persistente
• NECESSARIO RS per tutta la procedura
• Quantità di energia erogata LIMITATA
Correlazione tra MODIFICHE del SNA e RECIDIVA di
A. DENERVAZIONE VAGALE nella prevenzione delle
ecidive
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
Encircling: denervazioneEncircling: denervazione
ABOLIZIONE riflessi vagali evocatiriflessi vagali evocati durante RF (34% pz)
(considerata come un segni di completa denervazione vagale)
Ablazione PRIMARIA dellaAblazione PRIMARIA della
Fibrillazione AtrialeFibrillazione Atriale
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
ANGIOGRAFIA VPANGIOGRAFIA VP
ANGIOGRAFIA VPANGIOGRAFIA VP
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
MAPPA CARTO AS-AD FINALE DEMO.wmv
• Trattamento iniziale rappresentato dalla
possibilità di MODULARE la conduzione AV, in
caso di FC eccessivamente elevata e non
controllabile con Tx AA.
• Impianto di un PM definitivo ventricolare
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
FIBRILLAZIONE ATRIALE
• ATRF del NAV sostituisce un'invalidità (FA) con
un'altra invalidità (dipendenza dal pacemaker).
CONSIDERAZIONI
Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere
delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
FIBRILLAZIONE ATRIALE
• Studi recenti hanno dimostrato che FASCI
di MUSCOLATURA PARIETALE presenti
nella TONACA MEDIA delle VP possono
rappresentare una sorgente dominante
d’innesco (TRIGGER) della FA nell’uomo
• L’ablazione di questi foci rende curabile ’FA
(con o senza farmaci AA) nel 50% - 80% dei
casi
CONSIDERAZIONI
Trattamento dell’FA
Drugs Ablation
Devices
Catheter Ablation forCatheter Ablation for
Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
RECENTI ACQUISIZIONI
ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
• Studi recenti hanno dimostrato che FASCI di
MUSCOLATURA PARIETALE presenti nella
TONACA MEDIA delle VP possono
rappresentare una sorgente dominante
d’innesco (TRIGGER) della FA nell’uomo
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
• Evidenza indiretta a favore della presenza di
SORGENTI MULTIPLE nelle diverse VP e nel
contesto della vena singola
• L’ablazione transcatetere dei FOCI di origine si è
dimostrata efficace nell’ INTERRUZIONE della
FA in corso e nella PREVENZIONE delle
RECIDIVE CLINICHE (alta incidenza nel FU
intermedio)
OSSERVAZIONI CLINICHE
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
• FA spontanea o indotta con MANOVRE di tipo
PROVOCATIVO per la guida alla SEDE di
erogazione
ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
• Più di recente sono state messe a punto
TECNICHE di isolamento, mediante
ABLAZIONE di aree di tessuto aritmogeno nel
contesto della PARETE VENOSA adiacente al
TESSUTO ELETTRICO ATRIALE
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
OSSERVAZIONI CLINICHE
RECENTI ACQUISIZIONI
ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
• Aritmogenicità di FASCI MUSCOLARI nel
contesto della parete venosa di tessuti adiacenti
all’ ATRIO SINISTRO favorita da:
possono facilitare la perpetuazione di rientri rapidi
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
– ANISOTROPISMO secondario alla peculiare
architettura (disomogeneità geometrica, cambi
d’orientamento improvvisi)
– APs di elevata ampiezza e breve e disomogenea
durata
FISIOPATOLOGIA
• FA CURABILE (con o senza farmaci AA)
nel 50% - 80% dei casi
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
• Recidiva possibile dopo un periodo variabile di
FU privo di sintomi per presenza di ALTRE
SORGENTI localizzate al di fuori delle VP a
prevalenza rilevante
RECENTI ACQUISIZIONI
Ablazione dell’ FA
RISULTATI
• Nel cuore di dimensioni normali o
MODERATAMENTE aumentate la FA origina e
si perpetua nel contesto di TESSUTO
ANISOTROPICO venoso parietale o
membranoso (SIA) in continuità elettrica col
miocardio atriale
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
CONSIDERAZIONI
• L’inefficacia RELATIVA delle tecniche di
ablazione attuali dipende dal carattere SUB-
OTTIMALE delle strategie impiegate
• L’ablazione transcatetere ha rivoluzionato
le tecniche di approccio alla terapia delle
aritmie
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
CONCLUSIONI
• Tale metodica appare indicata come PRIMA SCELTA o in
alternativa al trattamento farmacologico in una proporzione
CONSISTENTE di pazienti affetti da suddette aritmie
ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
• Scelta INTERVENTISTICA ponderata in
relazione al possibile danno provocabile per
effetto delle complicanze possibili e su tale
dato il paziente va adeguatamente informato
Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico
delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE
CONCLUSIONI
• Le nuove tecniche di MAPPAGGIO e di ABLAZIONE delle
aritmie cardiache rendono possibile una ESTENSIONE delle
INDICAZIONI ed un contenimento degli inconvenienti associati
all’impiego di questa metodica nella pratica clinica
• L’FA deve la sua origine (TRIGGER) ed il suo
perpetuarsi alle caratteristiche
ANISOTROPICHEANISOTROPICHE del tessuto localizzato
all’interno della parete venosa o nel tessuto
membranoso localizzato in continuità diretta con
il miocardio atriale
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici
• Le fibre muscolari della parete VP rappresentano
il SUBSTRATO per l’innesco (TRIGGER) ed il
perpetuarsi (multiple wavelet reentry) dell’FA
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici
La presenza di ELETTROGRAMMI FRAZIONATI, a
LENTA CONDUZIONE e con RIPOLARIZZAZIONE
CELLULARE ETEROGENEA, possono rappresentare
il substrato ideale (ANISOTROPISMO)(ANISOTROPISMO) per
meccanismi da rientro
(Hocini, Circulation 2002; Arora, Circulation 2003)
La regione ANTRALEANTRALE presenta una intensa attività
elettrica periodica con in CORSO DI FACORSO DI FA (dati
Sperimentali) con evidenza di potenziali elettrici ad
“ALTA FREQUENZA”“ALTA FREQUENZA” in grado di creare dei MICRO-
RIENTRI STABILI attorno alla giunzione
(Mandapati – Circulation 2000)
Funzionalmente la giunzione può essere considerata
come una “BANDA LARGA”“BANDA LARGA” che comprende tessuto
venoso prossimale e tessuto ASAS, con una certa
quantità di “tessuto di transizione”“tessuto di transizione” la cui
distribuzione così come la sua VALENZAVALENZA non è ancora
chiaramente svelata
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici
Possibile NATURA ARITMOGENICANATURA ARITMOGENICA riconducibile a
origine EMBRIONALEEMBRIONALE (stesso SUBSTRATO del
tessuto di conduzione) (esaltato AUTOMATISMO ?)
• FOCI localizzati (90-95%) nelle VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97)
• DEPOLARIZZAZIONI SPONTANEE prevalentemente a
partenza dalle VP, più raramente da CS, CT, setto
interatriale FIRING a partenza prevalentemente dalla
tonaca media VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97), più raramente da
altre sedi (VSC, VCI, CS)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
meccanismi elettrofisiologicimeccanismi elettrofisiologici
INIZIATORI (Trigger)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
meccanismi elettrofisiologicimeccanismi elettrofisiologici
La regione ANTRALE rappresenta una “BANDA
LARGA” (Mandapati – Circulation 2000) al cui livello è possibile
osservare sia fenomeni di ESALTATO AUTOMATISMO,
legati alla sua origne embrionale, che fenomeni di MICRO-
RIENTRO legati alle caratteristiche ANISOTROPICHE
della giunzione veno-atriale
(Hocini, Circulation 2002; Arora, Circulation 2003)
SUBSTRATO
• Aree di blocco funzionale TEMPORANEO, ossia zone
temporaneamente refrattarie in virtù della casuale
attivazione prodotta da fronti d’onda precedenti
(modulazione SNA, ischemia transitoria, anisotropismo)
PERPETUATORI (Attività non focale)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
meccanismi Elettrofisiologicimeccanismi Elettrofisiologici
• Barriere ANATOMICHE in grado di provocare la teorica
modifica spontanea e casuale del fronte d’onda (orifizi, creste,
tendini, cicatrici)
• Modifiche EMODINAMICHE
(dilatazione, stiramento)
• Elaborazione di diverse strategie
• Inizialmente in AD , successivamente estese in AS
• Obiettivo di COMPARTIM.
le camere per ridurre la
“MASSA CRITICA” atriale
(Maze).
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie
• Utilizzati diversi approcci:
ELETTROFISIOLOGICI
(Haissaguerre ’96; Nademanee ’98;
Gaita ’98; Jais ’99; Garg ’99)
ELETTROANATOMICI
(Ernst ’99; Pappone ’99)
• Possibile COLLOCAZIONE nell’ambito di una
STRATEGIA di tipo IBRIDO, ossia miglioramento
della risposta clinica in associazione ad AA
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: implicazioniapproccio LINEARE: implicazioni
• Tecniche NON PROPONIBILENON PROPONIBILE per uso estensivo
• Una INCIDENZA di complicanze più bassa con un
aproccio in atrio destro ma con una % successo
BASSA, sicuramente non giustifica questa
metodologia come terapia di prima linea
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: considerazioniapproccio LINEARE: considerazioni
Le procedure limitate all’AD presentavano delle
percentuali di successo in assenza di AA comprese
tra il 6 ed il 25%, mentre queste aumentavano se
erano estese anche in AS (Haissaguerre ’96; Pappone ’99), ma
purtroppo non erano riproducibili (Ernst et al, Circulation ‘00)
HAISSAGUERRE ’96 40%
PAPPONE ’99 58%
ERNST ‘00 0%
VERSAMENTO PERICARDICO
(11%)
DISFUNZIONE NSA (8%)
INFARTO CEREBRALE (>8%)
STENOSI VP ( ? )
• Insufficiente capacità ad ottenere e verificare (sia
in acuto che in cronico) CONTINUITA’ e
TRANSMURALITA’ delle lesioni (metodi non stand.)
• Elevata aggressività e Tempi procedurali
impegnativi, associati ad una bassa percentuale di
successo senza AA
• Scarsa attenzione verso “END POINT” secondari
(incidenza di stenosi VP non chiaramente svelata)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
approccio LINEARE: considerazioniapproccio LINEARE: considerazioni
• Data la NATURA PALLIATIVANATURA PALLIATIVA di questi approcci
iniziali, i risultati hanno consigliato di verificare la
strategia ablativa utilizzata
SuedaSueda
Ann Th Surg 1997Ann Th Surg 1997
CIRCUITI diCIRCUITI di
MICRORIENTROMICRORIENTRO
(SUBSTRATO)(SUBSTRATO)
HaissaguerreHaissaguerre
NEJM 1998NEJM 1998FOCIFOCI
delle VPdelle VP
TRIGGERTRIGGER
L di ML di M
HwangHwang
CirculationCirculation
20002000
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
strategie ABLATIVEstrategie ABLATIVE
APPROCCIOAPPROCCIO
ELETTROFISIOLOGICOELETTROFISIOLOGICO
APPROCCIOAPPROCCIO
ANATOMICOANATOMICO
AblazioneAblazione
CIRCONFERENZIACIRCONFERENZIA
LE VP (LASSO)LE VP (LASSO)
AblazioneAblazione
FOCALE VPFOCALE VP
Ablazione conAblazione con
ENCIRCLINGENCIRCLING
DELLADELLA
GIUNZIONE VP-GIUNZIONE VP-
““ENCIRCLING”ENCIRCLING”
intraoperatoriointraoperatorio
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
strategiestrategie
INIZIATORI
(TRIGGER)
PERPETUATORI
(multiple wavelet reentry)
SUBSTRATO
(regione antrale)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
considerazioniconsiderazioni
Ablazione dell’ FAAblazione dell’ FA
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
•Definizione OSTI VPOSTI VP basata sulla visualizzazione
FLUOROSCOPICAFLUOROSCOPICA diretta della punta del catetere
entrare nella “SILOUETTE” cardiaca, con progressiva
RIDUZIONERIDUZIONE dell’IMPEDENZA e COMPARSACOMPARSA dei
potenziali elettrici AS.
• Applicazioni di RF a
distanza > 5 mm dagli
OSTII, in modo da ridurre i
rischi (STENOSI VP)
• Linee di “ENCIRCLING”
adattate all’ANATOMIA
della giunzione VP-AS
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
L’utilizzo del sistema CARTO per il mappaggio ed
ablazione della regione antrale ha mostrato
nell’esperienza di alcuni Autori una notevole efficacia
(Pappone, Circulation 2000 e 2001; Stabile, Circulation 2002; Oral, Circulation
2003)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VPencircling VP
• 251 Patients
• 54±12 min di RF applicata
attorno alle VP
Pappone et al. Circulation 2000 e 2001
Assenza di eventi TROMBO-EMBOLICI e di STENOSI VP durante la degenza
End Point: (75%)
• PVP < 0.1 mV
• Delay > 30 ms (LAT)
% di successo in assenza di AA:
148/179 FA parossisitica (83%)
40/72 FA persistente (55%)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
AutoriAutori Successo senza AASuccesso senza AA
PapponePappone 83% FAP/75%FAC83% FAP/75%FACJACC 2003JACC 2003
StabileStabile 38% FAP/FAC38% FAP/FACCirculationCirculation
20032003
HociniHocini 60% FAP*60% FAP*AbstractAbstract
OralOral 88% FAP (+ line)*88% FAP (+ line)*Circulation 2003Circulation 2003
* 8-20% incidenza di flutter AS* 8-20% incidenza di flutter AS
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: risultatiencircling VP: risultati
Definizione del “reale OSTIO VP”“reale OSTIO VP” a volte
particolarmente indaginosa e difficoltosa con CARTO.
(Saad, Ann Int Med 2003, Wood, JACC 2004, Pappone, Circulation
2001)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
Proporzione tra VP completamente isolate (re-MAP) e
non secondo alcuni Autori NON rappresenta un
CRITERIO discriminante l’OUTCOME predittivo di
successo (Pappone, Circulation 2000 e 2001; Stabile, Circulation 2002)
RISULTATI maggiormente predetti da quanto più
grande era l’area di superficie totale di AS
sottoposta a compartimentalizzazione (> 20%)
(Pappone, Circulation 2000 e 2001)
• Secondo altri Autori, la completezza delle LINEE
è invece in grado di predire al 74% il mantenimento
del R.S. stabile ad 1 anno di “follow up”
(Ernst et al, JACC 2003)
Completezza delle LINEECompletezza delle LINEE
• Quando le lesioni erano
complete, 74% asintomatici
senza AA. Se lesioni
incomplete quasi tutti recidiva
dell’aritmia
A – 5%A – 5% B – 21%B – 21%
C – 28 %C – 28 % D - 61-66%D - 61-66%
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
• Lesioni lineari complete sono teoricamente
identiche alle incisioni chirurgiche, ma …
VPIL
Pacing dal CS
Mitrale
Thomas, JACC 2000Thomas, JACC 2000Ernst, Circulation 1999Ernst, Circulation 1999
• … sono difficili da ottenere (con
aumentato rischio procedurale)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
VPIL
Pacing dal CS
Mitrale
Thomas, JACC 2000Thomas, JACC 2000Ernst, Circulation 1999Ernst, Circulation 1999
• La creazione di linee incomplete è
pro-aritmica (Ernst et al, Circulation 2000;
Thomas et al, JACC 2000; Ernst et al, JACC
2003; Oral et al, Circulation 2003, Morady e
Kuck, A Fib Symposium Roma 2004)
• Sono spesso richiesti tempi
procedurali particolarmente lunghi
(>8h) (Ernst et al, 2000; Ernst et al, 2003; Kuck
AFib Symposium Roma 2004)
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
1. Geometria delle VP VARIABILE, spesso avversa per
la creazione di lesioni circonferenziali in corso di
ablazione
2. La creazione di una necrosi trans-murale può essere
non facile a livello degli osti delle VP
3. Rimodellamento elettrico
OSTACOLI POTENZIALI ALOSTACOLI POTENZIALI AL
RAGGIUNGIMENTO DELL’OUTCOMERAGGIUNGIMENTO DELL’OUTCOME
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
• Una ulteriore OPZIONE TERAPEUTICA viene offerta
dalla possibilità di effettuare un DISCONESSIONE
ELETTRICA delle VP dall’adiacente tessuto
ATRIALE
• ENDPOINT predittivi di successo
conseguibili indipendentemente
dalla presenza di FA
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
IVP: razionaleIVP: razionale
• Modello di segregazione di
aree ARITMOGENE rispetto
a porzioni di tessuto atriale
clinicamente suscettibile
LASSO
Ablatore
“Lasso” cath
Cordis Webster
Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
isolamento VP: presuppostiisolamento VP: presupposti
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia
2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia

Contenu connexe

Tendances

Basic EP study (part1)
Basic  EP  study (part1)Basic  EP  study (part1)
Basic EP study (part1)SolidaSakhan
 
Ep diagnosis and ablation of avnrt
Ep diagnosis and ablation of avnrtEp diagnosis and ablation of avnrt
Ep diagnosis and ablation of avnrtRahul Chalwade
 
Electrophysiologic basics,part1(lecture)
Electrophysiologic basics,part1(lecture)Electrophysiologic basics,part1(lecture)
Electrophysiologic basics,part1(lecture)salah_atta
 
Iabp presentation
Iabp presentationIabp presentation
Iabp presentationIndia CTVS
 
ventricular tachycardia (VT) Localisation
ventricular tachycardia (VT) Localisationventricular tachycardia (VT) Localisation
ventricular tachycardia (VT) LocalisationMalleswara rao Dangeti
 
Understanding pacemakers
Understanding pacemakersUnderstanding pacemakers
Understanding pacemakersdibufolio
 
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lecture
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lectureDifferentiation between AVNRT and AVRT_advanced lecture
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lectureTaiwan Heart Rhythm Society
 
Pacemaker timing cycle harsh.pptx
Pacemaker timing cycle  harsh.pptxPacemaker timing cycle  harsh.pptx
Pacemaker timing cycle harsh.pptxharsh pandey
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...Centro Diagnostico Nardi
 
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber concepts
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber conceptsPacemaker timing &amp; advanced dual chamber concepts
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber conceptsSunil Reddy D
 
Svt maneuvers hany abed
Svt maneuvers hany abedSvt maneuvers hany abed
Svt maneuvers hany abedHany Abed
 

Tendances (20)

Basic EP study (part1)
Basic  EP  study (part1)Basic  EP  study (part1)
Basic EP study (part1)
 
Ep diagnosis and ablation of avnrt
Ep diagnosis and ablation of avnrtEp diagnosis and ablation of avnrt
Ep diagnosis and ablation of avnrt
 
Implication of 3D Mapping in EP
Implication of 3D Mapping in EP Implication of 3D Mapping in EP
Implication of 3D Mapping in EP
 
Electrophysiologic basics,part1(lecture)
Electrophysiologic basics,part1(lecture)Electrophysiologic basics,part1(lecture)
Electrophysiologic basics,part1(lecture)
 
Basic EP Study
Basic EP StudyBasic EP Study
Basic EP Study
 
Iabp presentation
Iabp presentationIabp presentation
Iabp presentation
 
ventricular tachycardia (VT) Localisation
ventricular tachycardia (VT) Localisationventricular tachycardia (VT) Localisation
ventricular tachycardia (VT) Localisation
 
Intracardiac Electrograms
Intracardiac ElectrogramsIntracardiac Electrograms
Intracardiac Electrograms
 
Understanding pacemakers
Understanding pacemakersUnderstanding pacemakers
Understanding pacemakers
 
Ventricular tachycardia_lecture
Ventricular tachycardia_lectureVentricular tachycardia_lecture
Ventricular tachycardia_lecture
 
EPS 的基本設定_20120916_南區
EPS 的基本設定_20120916_南區EPS 的基本設定_20120916_南區
EPS 的基本設定_20120916_南區
 
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lecture
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lectureDifferentiation between AVNRT and AVRT_advanced lecture
Differentiation between AVNRT and AVRT_advanced lecture
 
Pacemaker timing cycle harsh.pptx
Pacemaker timing cycle  harsh.pptxPacemaker timing cycle  harsh.pptx
Pacemaker timing cycle harsh.pptx
 
SVT maneuvers
SVT maneuversSVT maneuvers
SVT maneuvers
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, lo studio el...
 
IDIOPATHIC VT
IDIOPATHIC VTIDIOPATHIC VT
IDIOPATHIC VT
 
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber concepts
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber conceptsPacemaker timing &amp; advanced dual chamber concepts
Pacemaker timing &amp; advanced dual chamber concepts
 
Circuits in avrt,avnrt i.tammi raju
Circuits in avrt,avnrt  i.tammi rajuCircuits in avrt,avnrt  i.tammi raju
Circuits in avrt,avnrt i.tammi raju
 
Electrophysiology AVRT
Electrophysiology AVRTElectrophysiology AVRT
Electrophysiology AVRT
 
Svt maneuvers hany abed
Svt maneuvers hany abedSvt maneuvers hany abed
Svt maneuvers hany abed
 

Similaire à 2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia

2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...
2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...
2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...Centro Diagnostico Nardi
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...Centro Diagnostico Nardi
 
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazioneCentro Diagnostico Nardi
 
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...Centro Diagnostico Nardi
 
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...maxrox99
 
Il Cuore - Elettrocardiogramma- le emergenze aritmiche
Il Cuore - Elettrocardiogramma-  le emergenze aritmicheIl Cuore - Elettrocardiogramma-  le emergenze aritmiche
Il Cuore - Elettrocardiogramma- le emergenze aritmichemaxrox99
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...Centro Diagnostico Nardi
 
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019Roberto LEO, MD, FACP
 
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdf
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdfecgfacilehamptoncapitolo1.pdf
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdfBeornBeorn
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...Centro Diagnostico Nardi
 
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...Gianfranco Tammaro
 
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...Centro Diagnostico Nardi
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...Centro Diagnostico Nardi
 
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologici
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologiciTest clinici di diagnosi di morte con criteri neurologici
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologiciNetwork Trapianti
 

Similaire à 2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia (20)

2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...
2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...
2007 terni, università di medicina, corso sulle innovazioni in elettrofisiol...
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
 
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione
2008 terni, workshop interattivo, corso di elettrostimolazione
 
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...
2003 chianciano terme, congresso nazionale gitic 2003. l'ablazione della fibr...
 
Aritmie
AritmieAritmie
Aritmie
 
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...
Ablazione miocardica a radiofrequenza negli interventi a cuore aperto: nostra...
 
Il Cuore - Elettrocardiogramma- le emergenze aritmiche
Il Cuore - Elettrocardiogramma-  le emergenze aritmicheIl Cuore - Elettrocardiogramma-  le emergenze aritmiche
Il Cuore - Elettrocardiogramma- le emergenze aritmiche
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, tecniche di ...
 
Salvagnini-Cariolato - parte 1
Salvagnini-Cariolato - parte 1Salvagnini-Cariolato - parte 1
Salvagnini-Cariolato - parte 1
 
I le aritmie
I le aritmie I le aritmie
I le aritmie
 
Sincope. Dott. Mauro Zanocchi
Sincope. Dott. Mauro ZanocchiSincope. Dott. Mauro Zanocchi
Sincope. Dott. Mauro Zanocchi
 
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019
Ripetizioni di elettrocardiografia Medicina Interna ECG 2019
 
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdf
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdfecgfacilehamptoncapitolo1.pdf
ecgfacilehamptoncapitolo1.pdf
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia. l'ablazione ...
 
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...
Stramacci Massimo. Fibrillazione atriale: diagnosi, quadri clinici, algoritmi...
 
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...
2006 pescara, congresso regionale, tecniche e risultati nell'ablazione transc...
 
tecnica ecg guidata inserzione PICC
tecnica ecg guidata inserzione PICCtecnica ecg guidata inserzione PICC
tecnica ecg guidata inserzione PICC
 
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...
2005 terni, università di medicina. corso di elettrofisiologia, ostacoli all...
 
Scintigrafia miocardica perfusionale nella diagnosi di cardiopatia ischemica ...
Scintigrafia miocardica perfusionale nella diagnosi di cardiopatia ischemica ...Scintigrafia miocardica perfusionale nella diagnosi di cardiopatia ischemica ...
Scintigrafia miocardica perfusionale nella diagnosi di cardiopatia ischemica ...
 
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologici
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologiciTest clinici di diagnosi di morte con criteri neurologici
Test clinici di diagnosi di morte con criteri neurologici
 

Plus de Centro Diagnostico Nardi

2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore
2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore
2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuoreCentro Diagnostico Nardi
 
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedalieroCentro Diagnostico Nardi
 
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioniCentro Diagnostico Nardi
 
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atrialeCentro Diagnostico Nardi
 
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atrialeCentro Diagnostico Nardi
 
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...Centro Diagnostico Nardi
 
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...Centro Diagnostico Nardi
 
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenzaCentro Diagnostico Nardi
 
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...Centro Diagnostico Nardi
 
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...Centro Diagnostico Nardi
 
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...Centro Diagnostico Nardi
 
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...Centro Diagnostico Nardi
 
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 22007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2Centro Diagnostico Nardi
 
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolariCentro Diagnostico Nardi
 

Plus de Centro Diagnostico Nardi (20)

2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore
2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore
2009 terni, workshop interattivo, elettroliti e cuore
 
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero
2009 terni, workshop interattivo, arresto cardiaco intraospedaliero
 
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni
2009 terni, workshop con i mmg, seminario sulle palpitazioni
 
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...
2009 terni, università di medicina, i farmaci nel trattamento delle tachicar...
 
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
 
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
2009 roma, policlinico umberto i. workshop interattivo. trattamento del ritmo...
 
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale
2009 roma, corso ablation frontiers nell'ablazione della fibrillazione atriale
 
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale
2009 lisbona, congresso europeo, ablazione della fibrillazione atriale
 
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...
2009 ferrara, congresso regionale, i tools da raggiungere nell'ablazione dell...
 
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...
2009 castel volturno, congresso sicoa regionale, l'ablazione della fibrillazi...
 
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...
2009 bologna, workshop interattivo. strategie ablative nel trattamento delle ...
 
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...
2009 bologna, af & chf congress, ablazione della fibrillazione atriale. obiet...
 
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...
2009 acerra, congresso regionale sicoa, la terapia elettrica dello scompenso ...
 
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza
2008 terni, workshop interattivo, tecniche di impianto dei pacemaker in urgenza
 
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...
2008 terni, la gestione del paziente con scompenso cardiaco tra ospedale e te...
 
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...
2008 roma, convegno updating in cardiologia. l'ablazione della fibrillazione ...
 
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...
2008 perugia, convegno regionale anmco, tecniche e risultati nell'ablazione t...
 
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...
2008 napoli, congresso italo americano di cardiochirurgia, i dispositivi di c...
 
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 22007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2
2007, terni, workshop interattivo, caso clinico 2
 
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari
2007 venezia, congresso mondiale, ablazione delle tachicardie ventricolari
 

2006 terni, corso teorico pratico di elettrofisiologia

  • 1. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico Endocavitario (SEE)Endocavitario (SEE) Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 2. DEFINIZIONE Lo Studio Elettrofisiologico EndocavitarioLo Studio Elettrofisiologico Endocavitario (SEE) consiste nella stimolazione e nella(SEE) consiste nella stimolazione e nella registrazione, all’interno del cuore, degliregistrazione, all’interno del cuore, degli eventi elettrici, mediante appositieventi elettrici, mediante appositi ELETTROCATETERI.ELETTROCATETERI. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 3. OBBIETTIVI • Valutare il funzionamento del Sistema di ConduzioneValutare il funzionamento del Sistema di Conduzione Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico • Verificare se il pz ha una TachiaritmiaVerificare se il pz ha una Tachiaritmia INDUCIBILEINDUCIBILE • Verificare leVerificare le CARATTERISTICHECARATTERISTICHE dell’aritmia.dell’aritmia. • Valutare l’Valutare l’ EFFICACIAEFFICACIA dei farmaci A.A.dei farmaci A.A. • Identificazione delIdentificazione del SUBSTRATOSUBSTRATO aritmico da ablarearitmico da ablare
  • 4. STAFF •ElettrofisiologoElettrofisiologo Manipola gli elettrocateteri e coordina la procedura.Manipola gli elettrocateteri e coordina la procedura. •Elettrofisiologo o Infermiere ProfessionaleElettrofisiologo o Infermiere Professionale Eroga i protocolli di stimolazione e analizza i datiEroga i protocolli di stimolazione e analizza i dati •Infermiere ProfessionaleInfermiere Professionale Somministra i farmaci e controlla i parametri vitaliSomministra i farmaci e controlla i parametri vitali Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 5. STRUMENTAZIONE REGISTRAZIONE/ANALISI dei datiREGISTRAZIONE/ANALISI dei dati – PoligrafoPoligrafo – StimolatoreStimolatore – FluoroscopiaFluoroscopia MONITORAGGIO del pazienteMONITORAGGIO del paziente – ECGECG – Pressione ArteriosaPressione Arteriosa – Ossimetria (Sp 0Ossimetria (Sp 022)) Sistemi di EMERGENZASistemi di EMERGENZA – Defibrillatore esternoDefibrillatore esterno – Pacemaker temporaneoPacemaker temporaneo Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 6. Esempio di strumentazioneEsempio di strumentazione PoligrafoPoligrafo StimolatoreStimolatore Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 7. • Comunemente 5-7 F (2 - 2.5 mm in diametro)Comunemente 5-7 F (2 - 2.5 mm in diametro) • Sulla punta sono presenti gli elettrodi per laSulla punta sono presenti gli elettrodi per la REGISTRAZIONEREGISTRAZIONE e lae la STIMOLAZIONE.STIMOLAZIONE. • Alcuni modelli sonoAlcuni modelli sono ORIENTABILIORIENTABILI (steerable) per poterli(steerable) per poterli posizionare in particolari zone del cuore.posizionare in particolari zone del cuore. Elettrocateteri Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 8. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 9. Posizionamento degli elettrocateteri Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 10. • Gli elettrogrammi rappresentano la registrazione endocardica dell’Gli elettrogrammi rappresentano la registrazione endocardica dell’ ATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACAATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACA • ValoriValori ANORMALIANORMALI nei ritardi indicano disturbi di conduzione:nei ritardi indicano disturbi di conduzione: – Intervallo AH normale:Intervallo AH normale: da 55da 55 a 130 ms.a 130 ms. – Intervallo HV normale:Intervallo HV normale: da 30da 30 a 55 ms.a 55 ms. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 11. • Gli ELETTROGRAMMI rappresentano laGli ELETTROGRAMMI rappresentano la registrazione endocardica dell’registrazione endocardica dell’ ATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACAATTIVITA’ ELETTRICA CARDIACA • ValoriValori ANORMALIANORMALI nei ritardinei ritardi indicano disturbi di conduzione:indicano disturbi di conduzione: -Int. AH normale: 55-130 ms.Int. AH normale: 55-130 ms. -Int. HV normale: 30-55 ms.Int. HV normale: 30-55 ms. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 12. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 13. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 14. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 15. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 16. • INTERVALLO HV ProlungatoINTERVALLO HV Prolungato Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico BAV sotto-hisiano – Il Blocco avviene sul fascio di His o più in basso.Il Blocco avviene sul fascio di His o più in basso. – Condizioni potenzialmente letali; FC < 40 bpmCondizioni potenzialmente letali; FC < 40 bpm – I pazienti sono di solito sintomatici. Indicazione PMI pazienti sono di solito sintomatici. Indicazione PM
  • 17. BAV sopra-hisiano • INTERVALLO AH ProlungatoINTERVALLO AH Prolungato Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico -- Il Blocco avviene al livello del nodo AV GeneralmenteIl Blocco avviene al livello del nodo AV Generalmente benigno e subentra un ritmo giunzionale ad unabenigno e subentra un ritmo giunzionale ad una frequenza tra 40 e 55bpmfrequenza tra 40 e 55bpm - Di solito nessuna terapia è necessaria- Di solito nessuna terapia è necessaria
  • 18. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico TRNSc •Si assume il comando del ritmo cardiaco stimolando aSi assume il comando del ritmo cardiaco stimolando a frequenza maggiorefrequenza maggiore (PACING)(PACING) del RITMO SPONTANEO.del RITMO SPONTANEO. •Dopo 60’’ si interrompe la stimolazione e si valuta ilDopo 60’’ si interrompe la stimolazione e si valuta il tempo che il NSA impiega per riprendere a stimolaretempo che il NSA impiega per riprendere a stimolare (automatismo spontaneo)(automatismo spontaneo)
  • 19. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico TRNSc: pausa secondaria
  • 20. •SEE COMPLETOSEE COMPLETO •STUDIO delle TACHICARDIE SVSTUDIO delle TACHICARDIE SV Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico - Paziente con episodi documentati di SVT- Paziente con episodi documentati di SVT - Induzione delle TSV- Induzione delle TSV - Mappaggio sequenza di ATTIVAZIONE TSV- Mappaggio sequenza di ATTIVAZIONE TSV – Paziente conPaziente con SINCOPESINCOPE – Valutazione funzione del nodo SA (TRNSc), del nodo AV (PRENAV/ PuntoValutazione funzione del nodo SA (TRNSc), del nodo AV (PRENAV/ Punto LW) e fascio di His (intervallo HV) ; induzione di aritmie (SVT/VT).LW) e fascio di His (intervallo HV) ; induzione di aritmie (SVT/VT). CONSIDERAZIONI
  • 21. SEE TV (RVSTIM)SEE TV (RVSTIM) Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico Pazienti con episodi documentati di TV/FVPazienti con episodi documentati di TV/FV Pazienti aPazienti a RISCHIO ELEVATORISCHIO ELEVATO di sviluppare aritmiedi sviluppare aritmie - Valutazione del- Valutazione del FASCIO di HISFASCIO di HIS - Valutazione dell’- Valutazione dell’ IRRITABILITA’ VENTRICOLAREIRRITABILITA’ VENTRICOLARE • Modalità diModalità di INDUZIONEINDUZIONE dell’aritmiadell’aritmia • LaLa FREQUENZAFREQUENZA dell’aritmiadell’aritmia • II PARAMETRI VITALIPARAMETRI VITALI ddurante aritmiaurante aritmia • IlIl MECCANISMOMECCANISMO alla base dell’aritmiaalla base dell’aritmia • IlIl METODOMETODO utilizzato per terminare l’aritmia.utilizzato per terminare l’aritmia.
  • 22. MECCANISMI delle tachiaritmie AUTOMATICHEAUTOMATICHE (~10%)(~10%) Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico – Uno o piùUno o più FOCIFOCI in grado diin grado di DEPOLARIZZAZIONE SPONTANEA.DEPOLARIZZAZIONE SPONTANEA. – Possono essere causate da un evento di tipoPossono essere causate da un evento di tipo ISCHEMICOISCHEMICO transitorio o da uno sbilanciamento deglitransitorio o da uno sbilanciamento degli ELETTROLITIELETTROLITI.. – Generalmente non possono essere trattate conGeneralmente non possono essere trattate con dispositivi impiantabili, vengono di solitodispositivi impiantabili, vengono di solito trattate mediantetrattate mediante FARMACIFARMACI,, ABLAZIONEABLAZIONE, o, o
  • 23. MECCANISMI delle tachiaritmie RIENTRO (~90%)RIENTRO (~90%) Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico Esiste unEsiste un CIRCUITO CHIUSOCIRCUITO CHIUSO all’interno del qualeall’interno del quale un impulso elettrico può riattivare se stesso.un impulso elettrico può riattivare se stesso. b).b). DispositiviDispositivi ImpiantabiliImpiantabili OPZIONI:OPZIONI: a).a). TerapiaTerapia FarmacologicaFarmacologica c).c). ATRFATRF
  • 24. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie
  • 25. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie Localizzazione vie Accessorie
  • 26. Tachiaritmie da rientro INDUZIONE L’INDUZIONEL’INDUZIONE consiste nella sistematicaconsiste nella sistematica stimolazione del muscolo cardiaco nelstimolazione del muscolo cardiaco nel tentativo di generare una tachiaritmia.tentativo di generare una tachiaritmia. Le tecniche usate vanno sotto il nome diLe tecniche usate vanno sotto il nome di Stimolazione Elettrica ProgrammataStimolazione Elettrica Programmata Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 27. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico INDUZIONE AVNRT slow-fast
  • 28. INDUZIONE • SS11 indica il treno di impulsiindica il treno di impulsi iniziale. L’intervallo Siniziale. L’intervallo S11-S-S11 viene dettoviene detto ciclo rafficaciclo raffica.. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico • SS22 è il primo extrastimolo.è il primo extrastimolo. L’intervalloL’intervallo SS11-S-S22 vieneviene dettodetto INTERVALLO DIINTERVALLO DI ACCOPPIAMENTOACCOPPIAMENTO • SS33 ee SS44 indicano il secondo eindicano il secondo e il terzo extrastimolo.il terzo extrastimolo. • A seconda se si usaA seconda se si usa SS22,S,S33 ee SS44 l’extrastimolo viene definitol’extrastimolo viene definito “SINGOLO”, “DOPPIO”“SINGOLO”, “DOPPIO” e “e “TRIPLO”TRIPLO”
  • 29. Scansione della DIASTOLE: SINGOLO Extrastimolo Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico S1-S2: 380msS1-S2: 380ms S1-S2: 280msS1-S2: 280ms S1-S2: 220msS1-S2: 220ms
  • 30. VTVT Scansione della DIASTOLE: DOPPIO extrastimolo Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico S2-S3: 320msS2-S3: 320ms S2-S3: 220msS2-S3: 220ms
  • 31. • Modalità diModalità di STIMOLAZIONESTIMOLAZIONE utilizzata inutilizzata in Elettrofisiologia per interrompere unaElettrofisiologia per interrompere una tachiaritmia che consiste nella ripetizione di untachiaritmia che consiste nella ripetizione di un TRENOTRENO didi IMPULSIIMPULSI con ciclo molto rapido.con ciclo molto rapido. • Lo scopo di questoLo scopo di questo “PACING RAPIDO”“PACING RAPIDO” è quelloè quello di penetrare neldi penetrare nel CIRCUITOCIRCUITO della tachicardia e didella tachicardia e di interromperla.interromperla. • Rappresenta il sistema con le maggioriRappresenta il sistema con le maggiori PROBABILITA’PROBABILITA’ di successo, ma anche con la piùdi successo, ma anche con la più alta probabilità dialta probabilità di ACCELERAREACCELERARE l’aritmia.l’aritmia. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie BURST PACING
  • 32. •L’accelerazione diventa molto più probabile quantoL’accelerazione diventa molto più probabile quanto più vicino al periodo di vulnerabilità cade lo stimolo.più vicino al periodo di vulnerabilità cade lo stimolo. BURST PACING Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie
  • 33. •NON ESISTE uno schema universale.NON ESISTE uno schema universale. •DIPENDE DAL PAZIENTEDIPENDE DAL PAZIENTE – TV lente ed emodinamicamente stabili.TV lente ed emodinamicamente stabili. – Nessuna tendenza del ritmo a degenerare inNessuna tendenza del ritmo a degenerare in qualcosa di instabile.qualcosa di instabile. – Terminazione mediante ATP dimostrataTerminazione mediante ATP dimostrata durante SEEdurante SEE BURST PACING Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie
  • 34. CONSIDERAZIONI: •L’aggressività della terapia è un compromessoL’aggressività della terapia è un compromesso tra le possibilità di successo, e il rischio ditra le possibilità di successo, e il rischio di accelerare in un’aritmia che richiede lo shockaccelerare in un’aritmia che richiede lo shock come terapia.come terapia. •L’aggressività della terapia deve essere adattataL’aggressività della terapia deve essere adattata sulle condizioni del paziente.sulle condizioni del paziente. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico BURST PACING MECCANISMI delle tachiaritmie
  • 35. Trattamento delle TACHIARITMIE da RIENTRO: BURST • Il fronte d’onda percorre inmaniera continua un CIRCUITO CHIUSO Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico • Una stimolazione appropriata all’interno del “GAP ECCITABILE” renderà refrattario il tessuto miocardico localizzato a livello del fronte d’onda, e quindi terminerà la tachicardia.
  • 36. Periodo di REFRATTARIETA’ • IL TEMPO E’ UN FATTORE DETERMINANTE se il pacing incontra tessuto refrattario non può catturare la tachicardia e quindi non è in grado di interromperla Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 37. INTERRUZIONE della TACHICARDIA mediante PACING •La STIMOLAZIONE determina che gli impulsi penetrano al’interno del GAP di eccitabilità del circuito e si propagano in due direzioni. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico • Quello anterogrado si blocca •Quello retrogrado interrompe la
  • 38. VTVT Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie interruzione VT (burst)
  • 39. Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie interruzione VT (burst)
  • 40. RVSTIM •NON ESISTENON ESISTE un protocolloun protocollo UNIVERSALEUNIVERSALE Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie SCHEMA CONVENZIONALE: si iniziaSCHEMA CONVENZIONALE: si inizia stimolando dall’apice del Ventr. Destro (RVA)stimolando dall’apice del Ventr. Destro (RVA) – SINGOLO, DOPPIOSINGOLO, DOPPIO ee TRIPLO EXTRASTIMOLOTRIPLO EXTRASTIMOLO con ciclo di base (S1-S1) inizialmente a 500mscon ciclo di base (S1-S1) inizialmente a 500ms (120 bpm) e successivamente a 400ms (150 bpm)(120 bpm) e successivamente a 400ms (150 bpm) – BURST (TRENO DI IMPULSI)BURST (TRENO DI IMPULSI) a 350 msa 350 ms
  • 41. – Se non si induce, si posiziona il catetere nelSe non si induce, si posiziona il catetere nel Tratto di Efflusso del Ventricolo DestroTratto di Efflusso del Ventricolo Destro (RVOT) e si ripete lo schema sopra descritto(RVOT) e si ripete lo schema sopra descritto Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico MECCANISMI delle tachiaritmie RVSTIM – Se non si induce, si somministra IPN e siSe non si induce, si somministra IPN e si sposta il catetere in RVA e quindi in RVOT esposta il catetere in RVA e quindi in RVOT e si ripete il protocollo di PACING.si ripete il protocollo di PACING. – Se non si induce alcuna VT, l’aritmia vieneSe non si induce alcuna VT, l’aritmia viene dichiaratadichiarata NON INDUCIBILENON INDUCIBILE inducibile.inducibile.
  • 42. Attendibilità dello STUDIO ELETTROFISIOLOGICO •Possono essere indotte delle tachiaritmiePossono essere indotte delle tachiaritmie differenti rispetto a quelle naturali; vengonodifferenti rispetto a quelle naturali; vengono dettedette NON SPECIFICHENON SPECIFICHE o non-cliniche eo non-cliniche e sono generalmente non sostenute o polimorfe.sono generalmente non sostenute o polimorfe. •ProtocolliProtocolli TROPPO AGGRESSIVITROPPO AGGRESSIVI possonopossono facilmente indurre TV non-specifiche (falsifacilmente indurre TV non-specifiche (falsi positivi).positivi). Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico •ProtocolliProtocolli TROPPO CONSERVATIVITROPPO CONSERVATIVI possono mancare lepossono mancare le TV cliniche (falsi negativi).TV cliniche (falsi negativi).
  • 43. •NelNel Cath LabCath Lab viene considerata POSITIVO uno studioviene considerata POSITIVO uno studio che genera una forma non-sostenuta di TV della duratache genera una forma non-sostenuta di TV della durata di almeno 30 secondi di TV.di almeno 30 secondi di TV. •In generale, lo SEE ha unaIn generale, lo SEE ha una SPECIFICITASPECIFICITA’’ del 90%del 90% nell’individuare le TV da rientro, mentre non risulta affidabilenell’individuare le TV da rientro, mentre non risulta affidabile con gli altri tipi di TV (polimorfa o automatica).con gli altri tipi di TV (polimorfa o automatica). •L’induzione di FV non viene considerata una rispostaL’induzione di FV non viene considerata una risposta specifica. Quindi non determina indicazionespecifica. Quindi non determina indicazione terapeutica particolareterapeutica particolare.. Attendibilità dello STUDIO ELETTROFISIOLOGICO Corso di ELETTROFISIOLOGIACorso di ELETTROFISIOLOGIA Lo Studio ElettrofisiologicoLo Studio Elettrofisiologico
  • 44. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” BIOFISICA dell’AblazioneBIOFISICA dell’Ablazione Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 45. BACKGROUND • In ogni disciplina della medicina la DOSE, il TEMPO e la MODALITA’ di somministrazione contribuiscono alla EFFICACIA CLINICA della terapia prescelta • Tali considerazioni valgono anche in ARITMOLOGIA BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
  • 46. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • L’ELETTROMAGNETISMO rappresenta un fenomeno comunemente presente in natura in grado di influenzare diversi FENOMENI BIOLOGICI. • Tutti i FENOMENI BIOLOGICI presenti in NATURA sono resi possibili per il costante passaggio/trasferimento di ENERGIA tra corpi carichi ELETTRICAMENTE. BACKGROUND
  • 47. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Un corpo che presenta una polarità di carica di superficie vene definito ELETTRICAMENTE CARICO. • Questo corpo se viene a contatto con un altro corpo simile ha la PROPRIETA’ FISICA di influenzare le sue caratteristiche mediante il trasferimento di CARICHE ELETTRICHE (fenomeno CHIMICO). BACKGROUND
  • 48. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • La capacità di esercitare un trasferimento di cariche elettriche da un corpo ad un altro prende il nome di FENOMENO ELETTRO- MAGNETICO (EM). • Il continuo passaggio di cariche elettriche da un corpo ad un altro è responsabile della formazione di un CAMPO ELETTRICO nel quale le cariche si dispongono secondo la loro polarità, formando un CAMPO MAGNETICO. BACKGROUND
  • 49. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • I fenomeni ELETTRO-MAGNETICI sono caratterizzati da un passaggio continuo di CARICHE ELETTRICHE da un polo NEGATIVO ad un polo POSITIVO. BACKGROUND • Le cariche elettriche presenti in natura possono essere STATICHE, con formazione di un CAMPO ELETTRICO STATICO nel quale le cariche si dispongono a seconda del GRADO e del TIPO di POLARITA’.
  • 50. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Se invece vengono dotate di MOVIMENTO (un filo percorso dalla corrente), questo sarà in grado di generare anche un campo MAGNETICO, nel quale si verifica un continuo passaggio di cariche elettriche CAMPO BACKGROUND
  • 51. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Il continuo passaggio di cariche elettriche genera un FLUSSO di CORRENTE, nel quale in trasferimento delle cariche non avviene in maniera LINEARE, ma in maniera OSCILLATORIA, ossia mediante una oscillazione continua delle cariche elettriche. • Un tipico esempio di campo E.M. è rappresentato dalla LUCE, nella quale il campo E.M. viene prodotto dal MOVIMENTO CONTINUO degli elettroni contenuti all’interno degli ATOMI. BACKGROUND
  • 52. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Il passaggio di una corrente elettrica all’interno di un tessuto/organismo e quindi la creazione nel tessuto stesso di un campo E.M. è in grado di influenzare le proprietà BIO-ELETTRICHE dei tessuti stessi, attraverso la cessione di ENERGIA (attraverso diversi meccanismi) con l’effetto finale di RISCALDAMENTO. BACKGROUND
  • 53. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Il passaggio continuo di elettroni che si viene a creare all’interno di un campo E.M. influenza l’attività di numerosi fenomeni cellulari come la FLUIDITA’ delle membrane cellulari, il TRASPORTO di IONI tra l’interno e l’esterno della cellula ed inoltre la CINETICA e le capacità OSSIDO-RIDUTTIVE di alcune reazioni chimiche. BACKGROUND
  • 54. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • La capacità da parte di un CAMPO E.M. di influenzare i parametri cellulari, è una funzione che dipende dall’INTENSITA’ del campo E.M. e dalla sua FREQUENZA di OSCILLAZIONE (oscillazioni/sec; Hertz) • Campi E.M. con differenti caratteristiche saranno totalmente DIFFERENTI BACKGROUND
  • 55. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • La RADIOFREQUENZA (RF) rappresenta una particolare forma di energia che occupa un determinato spettro del campo elettromagnetico, ossia quella la cui frequenza è compresa tra i 300 Hz ed i 300 GHz. • In natura esistono sia sorgenti NATURALIi che sorgenti ARTIFICIALI in grado di generare campi di RF di diversa natura e con differenti spettri di frequenza BACKGROUND
  • 56. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • I campi di RF sono RADIAZIONI NON IONIZZANTI (RNI), ossia NON provocano IONIZZAZIONE. • PRODUCE CALORE che i normali processi di termoregolazione del corpo sono sufficienti a rimuove • Tutti gli EFFETTI BIOLOGICI della RF sono chiaramente legati al RISCALDAMENTO. • Non provoca RADIOATTIVITA’ BACKGROUND
  • 57. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • A differenza di altre forme di energia (raggi X e raggi GAMMA) è un tipo di energia TROPPO DEBOLE per rompere i legami che tengono unite le molecole nelle cellule. • Gli EFFETTI sui sistemi biologici dipendono da FREQUENZA ed INTENSITA’ del campo EM. • L'assorbimento da parte dei tessuti viene misurato come TASSO di ASSORBIMENTO SPECIFICO (SAR) entro una data massa di tessuto BACKGROUND la Radiofrequenza
  • 58. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • RF tra 1 MHz e 10 GHz penetra nei tessuti esposti e produce CALORE a seguito dell'assorbimento di energia. • RF > 10 GHz si ferma a livello EPIDERMICO • Il riscaldamento rappresenta l’effetto PRINCIPALE dei campi di RF ad ALTA FREQUENZA (>1MHz). • La profondità di PENETRAZIONE dipende dalla FREQUENZA e presenta con essa un rapporto di CORRELAZIONE INVERSA BACKGROUND
  • 59. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione I campi RF < 1 MHz non producono un riscaldamento significativo. La densità di corrente è la grandezza dosimetrica fondamentale per campi RF di frequenza < 1 MHz. Essi inducono piuttosto la formazione di CORRENTI e CAMPI ELETTRICI nei tessuti, misurati in termini di DENSITA’ di CORRENTE (A/m2). BACKGROUND
  • 60. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione Comuni SORGENTI di RF a). Monitor e Schermi video (3 - 30 kHz) b). Radio AM (30 kHz - 3 MHz) c). Riscaldatori industriali (0,3 - 3 MHz) d). Termoincollatrici RF e marconiterapia (3-30MHz) e). Radio FM (30 - 300 MHz) f). Telefonia mobile, emittenza televisiva, forni a microonde, radarterapia (0,3 - 3 GHz) g). Radar, collegamenti satellitari (3 - 30 GHz) h). Il sole (3 - 300 GHz). BACKGROUND
  • 61. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • RF compresa tra 0,3 e 30 MHz presenta una λ compresa tra 1000 e 10m e viene utilizzata in medicina per procedure di ablazione, coagulazione e cauterizzazione dei tessuti. • L’applicazione di una ΔV provoca il passaggio di cariche elettriche (CORRENTE) tra un piccolo elettrodo posizionato all’interno del corpo umano (Catetere Ablatore) ed uno largo posizionato sulla superficie. BACKGROUND
  • 62. • Durante erogazione di RF energia elettrica viene generata da un GENERATORE e rilasciata sulla superficie toracica del pz. Mediante un apposito sistema di connessione BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione - in TEMPI BREVI (ms) - con una DINAMICA TEMPORALE definita dalla forma d’onda che i livelli d’energia impiegata disegnano nel tempo BACKGROUND
  • 63. BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione • Durante erogazione di CORRENTE determina - la quantità di energia (dose) ricevuta dal pz. - il tempo di somministrazione della terapia • Definisce la modalità di somministrazione dell’ ENERGIA durante le procedure di ABLAZIONE BACKGROUND FORMA D’ONDA
  • 64. Parametri della FORMA D’ONDA BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione BACKGROUND • ENERGIA • CORRENTE • TEMPO • POLARITA’
  • 65. • Energia: quantità di energia totale rilasciata dal GENERATORE di RADIOFREQUENZA durante le procedure di ABLAZIONE (J) • Corrente: flusso di energia elettrica rilasciata dal generatore nell’unità di tempo (A) BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione BACKGROUND Parametri della FORMA D’ONDA
  • 66. • Tempo: intervallo di TEMPO (ΔT) nel quale viene EROGATA RF • Polarità: direzione del flusso di corrente (UNIPOLARE) BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione BACKGROUND Parametri della FORMA D’ONDA
  • 67. • MONOFASICA - sinusale smorzata (damped sine) - troncata • BIFASICA - sinusale smorzata (damped sine) - troncata BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione BACKGROUND Parametri della FORMA D’ONDA
  • 68. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 69. • Via Transvenosa • No anestesia generale • Energia elettromagnetica (EM) erogata attraverso un catetere • Necrosi TERMOCOAGULATIVA dei tessuti senza pericolo di perforazione • Numerose applicazioni di energia possibili ABLAZIONE mediante RADIOFREQUENZA BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
  • 73. Biofisica dell’Ablazione •Corrente alternata UNIPOLARE* 300–750 kHz (onda sinusoidale continua non modulata) •T° del tessuto a contatto elettrodico 45–100 C° •Diametro della lesione 5-6 mm • Profondita’ di lesione 2–3 mm Morady F. N.ENGL.J Med.1999:340 -534 -544;4. *ELETTRODO INDIFFERENTE RAPPRESENTATO DA UNA PLACCA, CONNESSA AL DORSO DEL PAZIENTE BIOFISICA dell’ablazioneBIOFISICA dell’ablazione
  • 74. INTRODUZIONE • L’ablazione transcatetere utilizza la RADIOFREQUENZA quale fonte di ENERGIA per RISCALDARE il tessuto miocardico e DISTRUGGERE il SUBSTRATO ARITMICO. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione • E’ oramai chiaramente dimostrata la sua efficacia nel CURARE le ARITMIE SOPRAVENTRICOLARI, con una percentuale di successo
  • 75. INTRODUZIONE Gli sviluppi più interessanti al giorno d’oggi sono rappresentati dalla possibilità di allargare le possibilità di trattamento a: EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione - FIBRILLAZIONE ATRIALE - TACHICARDIA VENTRICOLARE
  • 76. Il MIOCARDIO localizzato a contatto con la REGIONE A è riscaldato per EFFETTO JOULE e raffreddato per il fenomeno della CONDUZIONE del CALORE EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione M y o c a r d iu m C a th e te r e le c tr o d e B lo o d AB D is p e r s iv e e le c tr o d e B lo o d o r o th e r o r g a n s T h e r m is to r Modello di ABLAZIONE Il MIOCARDIO localizzato nella REGIONE B è principalmente RISCALDATO per CONDUZIONE del CALORE dal margine della REGIONE A
  • 77. M y o c a r d iu m C a th e te r e le c tr o d e B lo o d AB D is p e r s iv e e le c tr o d e B lo o d o r o th e r o r g a n s T h e r m is to r CTR di ENERGIA (W) erogazione costante di ENERGIA EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione CTR di TEMPERATURA (°C) TERMISTORE in grado di assicurare un CONTROLLO COSTANTE della quantità di energia erogata, in modo tale da mantenere la punta del catetere ad una temperatura “TARGET” Modello di ABLAZIONE
  • 78. • La maggior parte del danno termico è dovuto al fenomeno di RISCALDAMENTO dei tessuti che si verifica per CONDUZIONE a partenza dalla regione a diretto contatto con l’elettrocatetere • La TEMPERATURA è maggiore all’interno rispetto alla superficie. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione Modello di ABLAZIONE • La LESIONE è più piccola in superficie rispetto che all’interno
  • 79. Fattori DETERMINANTI (dimensioni della lesione) • Proprietà BIOFISICHE dei TESSUTI e caratteristiche EMOREOLOGICHE EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione • QUANTITA’ di ENERGIA EROGATA durante ATRF • DURATA dell’ABLAZIONE. • TEMPERATURA TARGET utilizzata • FLUSSO EMATICO attorno al catetere. • Condizioni di CONTATTO del catetere, come (profondità di penetrazione ed angolo di contatto)
  • 80. Durante le procedure di ABLAZIONE, noi misuriamo sia la temperatura sulla punta del catetere (TERMISTORE) che la temperatura all’interno del miocardio (TERMOCOPPIA). EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione Sistema di CTR della TEMPERATURA
  • 81. Assicura un trasferimento COSTANTE di CORRENTE dal generatore di RF al tessuto miocardico Ablationunit EPT-1000XP Thermistorat cathetertip DI220 ADCconverter 1k Ω 1k Ω 0.1 µ F 0.1 µ F EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione Misura la differenza di VOLTAGGIO attraverso la punta del catetere La presenza di un SISTEMA di FILTRAGGIO IDONEO elimina le BASSE FREQUENZE (fc = 95 Hz) e permette TERMISTORE
  • 82. Effetti del FLUSSO sulla formazione della LESIONE • Langberg et al.: Presenza di elettrodi di differenti dimensioni (4, 8, 12 mm) per creare diverse lesioni • Nakagawa et al.: Catetere irrigato, ossia con soluzione salina che fuoriesce dalla punta del catetere, in mdo tale da creare una lesione più uniforme e precisa (differenza di temperatura) • Peterson et al. Studio degli effetti di lesioni dal diverso diametro a seconda del flusso. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 83. RAZIONALE Effetti RF (controllo di temperatura) • Per ottenere un effetto di raffreddamento è richiesta una maggiore quantità di energia a livello della punta del catetere • La densità della corrente e la formazione di calore mediante effetto Joule all’interno del tesusto miocardico aumenta. Current density and Joule heat generation inside the myocardium increase. More tissue exceeds 50 °C threshold. • The directly heated rim rises to a higher EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 84. Dimensioni della LESIONE BORDO: dalla porzione SCURA a quella ROSA EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 85. • Più alta sarà la temperatura TARGET maggiore sarà l’energia RICHIESTA • Il raggiungimento di una temperatura ALTA provocherà una lesione di dimensioni maggiori (sia in profondità che in larghezza) • Per ottenere un flusso più alto è richiesta una maggiore energia. • Una frequenza di flusso maggiore aumenta la larghezza della lesione (sia in profondità che nel diametro) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 86. CONCLUSIONI EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 87. Quale è lo scopo dell’ablazione? EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione TERAPEUTICOTERAPEUTICO eliminazione dell’aritmia miglioramento della QOL del paziente Come? MODIFICAMODIFICA del tessuto responsabile dell’aritmia • Eliminazione del tessuto responsabile dell’aritmia • Interruzione di un CIRCUITO ELETTRICOCIRCUITO ELETTRICO • Creazione di una lesione • Necrosi localizzata
  • 88. L’interfacciaL’interfaccia Il sistema biologico:Il sistema biologico: - il paziente - il miocardio (struttura e meccanismi) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 89. Il sistema biologico • rispetto per ilrispetto per il MIOCARDIOMIOCARDIO – lesioni circoscritte – lesioni omogenee – rischio aritmogeno EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione • rispetto per il PAZIENTEPAZIENTE – complicanze (tamponamenti, disfunzioni ventr.) – invasività – % di successo
  • 90. La radiofrequenza (RF) • Particolare forma di CORRENTE ELETTRICA (corrente alternata ad elevata frequenza) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione Quale forma di energia? - NON MODULATA in AMPIEZZA • coagulazione dei tessuti biologici - ELEVATA FREQUENZA • preserva l’attività elettrica del cuore (DEPOLAR.) • effetto termico di tipo RESISTIVO
  • 91. IL CIRCUITO la corrente ha bisogno di un “mezzo” per potersi propagare costituiscono un SISTEMA EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione CIRCUITO elettrico: – catetere per ablazione – elettrodo dispersivo – paziente Come si propaga l’energia?
  • 92. La Radiofrequenza (RF),La Radiofrequenza (RF), MECCANISMI diMECCANISMI di AZIONEAZIONE Sono 3 i principali meccanismi d’azione EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione – Effetto ELETTROLITICO – Effetto FARAD – conversione dell’energia in CALORE (E. potenziale in E. termica)
  • 93. • La RF causa un SURRISCALDAMENTO dei tessuti biologici – Creazione di un CAMPO ELETTRICO che aumenta il movimento degli IONI – Produzione di CALORE per FRIZIONE EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione La Radiofrequenza (RF), Energia e Calore
  • 94. La Radiofrequenza (RF) Ablazione / Lesione CALORE CONVETTIVO perso nel flusso ematico CALORE RESISTIVO del sangue e dei tessuti CALORE CONDUTTIVO scambiato con i tessuti CALORE CONVETTIVO perso verso vasi epicardici EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione Effetti della RF sull’ ENDOCARDIO
  • 95. • I tessuti vengono riscaldati per EFFETTO RESISTIVO – solo una piccola zona nell’intorno della punta viene scaldata direttamente EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione La Radiofrequenza (RF), Energia e Calore • Il riscaldamento del tessuto circostante avviene per EFFETTO CONDUTTIVO • La punta del catetere viene riscaldata per CONDUZIONE
  • 96. • I tessuti hanno una loro caratteristica IMPEDENZA (Ω) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione La Radiofrequenza (RF), Energia e Calore • Il CALORE prodotto sarà quindi funzione – RESISTENZA (Ω) dei tessuti – INTENSITA’ della corrente – DURATA della corrente
  • 97. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione La Radiofrequenza (RF), Ablazione / Lesione
  • 98. La Radiofrequenza (RF), Effetto termico sui tessuti • 37°-50° – riscaldamento del tessuto (danni reversibili) • 50°-65° – alterazione del tessuto (danni irreversibili) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 99. La Radiofrequenza (RF), Fattori determinanti la LESIONE - FORMA D’ONDA, FREQUENZA della RF – DENSITA’ della corrente – TEMPERATURA di contatto – IMPEDENZA – PRESSIONE di contatto – GEOMETRIA dell’elettrodo – PROPRIETA’ del tessuto (trasferimento di calore) EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 100. IMPEDENZA del sistema • Impedenza tipica del SISTEMA: 70-150Ohms – paziente – catetere d’ablazione – elettrodo indifferente • Il GENERATORE influisce per più del 50% su questo valore EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione La Radiofrequenza (RF), Ablazione / Lesione
  • 101. ring tip EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 102. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 103. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 104. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” Indicazioni al Trattamento “nonIndicazioni al Trattamento “non farmacologico” delle Aritmiefarmacologico” delle Aritmie Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 105. • L’introduzione in medicina della RADIOFREQUENZA (RF) come fonte di energia terapeutica per il trattamento definito dei disturbi del RITMO ha portato ad una revisione critica sulle indicazioni al trattamento NON FARMACOLOGICO delle ARTIMIE INTRODUZIONE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 106. INTRODUZIONE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache • Questi rapidi sviluppi hanno indotto le due maggiori Società di Cardiologia americane (AHA/ACC) a pubblicare (03/2002) una Task Force Report sulle LINEE GUIDA per le procedure di EP
  • 107. L'analisi di questi elementi conduce alle seguenti CLASSI di CONSENSO (1) TIPO e GRAVITA’ clinica dell'aritmia (QOL) (2) PROBABILITA’ di successo nel “Follow-wp” (3) RISCHI connessi alla procedura (4) ALTERNATIVE terapeutiche (5) COSTI INDICAZIONI VARIABILI PREDITTIVE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 108. CLASSE 1: accordo generale dei cardiologi sulla priorità del trattamento ablativo (a) Aritmie ad ALTO RISCHIO trattabili con ATRF (inclusi i pz precedentemente trattati con farmaci A.A. senza successo o con effetti secondari INTOLLERABILI). (b) Pz. che INDIPENDENTEMENTE dalla gravità dell'aritmia richiedono espressamente una SOLUZIONE RADICALE, quando le probabilità di successo sono ELEVATE. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 109. CLASSE 2: accordo della maggioranza dei cardiologi, ma con diversità di giudizio sui criteri di selezione e di applicazione (a) Aritmie anche a RISCHIO ELEVATO in trattamento farmacologico efficace e ben tollerato ma scarsamente accettato in quanto LIMITATIVO e ONEROSO (b) Aritmie a BASSO RISCHIO ma invalidanti, in trattamento farmacologico efficace e ben tollerato, di cui è possibile la remissione spontanea nel tempo. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 110. CLASSE 3: accordo generale sulla non indicazione all’ablazione (a) Pz a BASSO RISCHIO, con aritmie sporadiche, ben tollerate, a risoluzione spontanea o “responder” ad un trattamento AA. ben accettato (b) Pazienti con una chiara INDICAZIONE CARDIOCHIRURGICA per altra patologia ove sia possibile associare un intervento di ablazione INTRAOPERATORIA (c) Aritmie NON TRATTABILI con ATRF Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 111. • Il recente avvento dell’ablazione transcatetere (AT) ha consentito di otttenere una TERAPIA RISOLUTIVA della maggior parte delle aritmie Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE INTRODUZIONE • L’ ATRF si propone come ALTERNATIVA AFFIDABILE alla terapia antiaritmica farmacologica in virtù di un elevato grado di EFFICACIA e di SICUREZZA
  • 112. Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE INTRODUZIONE • Terapia PALLIATIVA • Efficacia globale (prevenzione/riduzione del numero/durata degli episodi) – 50 - 70% – Tende a calare nel FU a lungo termine Farmaci antiaritmici • Effetti collaterali – fino al 20% dei casi 5% dei casi interruzione del trattamento!
  • 113. • Prospettiva unica di verificare la validità del MECCANISMO ARITMOGENO desunto durante il mappaggio (SEE) attraverso la sua localizzazione FISIOPATOLOGIA e TECNICHE di ABLAZIONE Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE • Abolizione SELETTIVA del meccanismo presenalla base dell’ARITMIA
  • 114. • L’esperienza maturata con l’ablazione transcatetere ha condotto alla revisione di alcuni dei MECCANISMI ARITMOGENI delle aritmie nell’uomo Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE INTRODUZIONE • Ha permesso una SISTEMATIZZAZIONE NOSOGRAFICA in accordo a correlazioni fra MECCANISMI e GEOMETRIA del substrato orienta l’investigatore circa la strategia da utilizzare nei singoli casi!
  • 115. • Fibrillazione atriale (FA) • Tachicardia atriale (TA) • Tachicardia AV da rientro nodale (AVNRT) • Tachicardia AV da rientro lungo una via accessoria • Tachicardia ventricolare (TV) • Fibrillazione ventricolare (FV) Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE CLASSIFICAZIONE
  • 116. Tipo di aritmia % Successo % Recidiva Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE TACHICARDIA AV NODALE Via rapida 82-96 5- 14 Via lenta 98-100 0–1 TACHICARDIA AV da rientro 76-100 3-9 TACHICARDIA ATRIALE Flutter di tipo comune 90-95 <10 Flutter di tipo non comune 50-60 30–50 Incisionale 71-86 40–46 Non incisionale NA NA SINUSALE INAPPROPRIATA MODULAZIONE del NSA 50 50 ATRF del NSA 100 0 FOCALE
  • 117. Tipo di arimia % Successo % Recidiva ATRF aritmie da RIENTRO FIBRILLAZIONE ATRIALE Controllo della frequenza ventricolare Modificazione del nodo AV 70 - 90 10 – 15 Ablazione del nodo AV 70 - 90 < 5 Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE ABLAZIONE PRIMARIA Focale ≈ 60 ≈ 40 Compartimentalizzazione lineare - - Tachicardia ventricolare MACRORIENTRO (post-IMA) 60 - 90 20 – 40 Rientro da blocco di branca > 95 0 Focale (idiopatica) 85 - 100 < 10 FIBRILL. VENTRICOLARE ?
  • 118. • MOLTO FREQUENTE anche in soggetti sani TPSV (AVNRT) • Sostenuta da un MECCANISMO di RIENTRO fra aree di tessuto del nodo AV e di porzioni contigue dell‘ADx, dotate di differenti REFRATTARIETA’ e velocità di CONDUZIONE • Quasi mai rischiosa per la vita ma può essere INVALIDANTE per frequenza/durata degli episodi o per necessità di Tx AA continuativo. • ATRF presenta ELEVATE percentuali di successo Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 119. • Procedura tecnicamente non molto complessa • RISCHIO POTENZIALE di un BAV avanzato accidentale, divenuto oramai RARISSIMO, per la possibilità di controllare costantemente tutti i parametri della RF (W e Temp °C). • Indicazione dettata da considerazioni su QOL e non dal rischio elevato (CLASSE 1b). • Elevata percentuale di SUCCESSO (95%) Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TPSV (AVNRT)
  • 120. Riservare questo trattamento a pz con recidive cliniche nonostante Tx AA continuativa e/o mal tollerata (CLASSE 2a) Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TPSV (AVNRT) a) NON RESPONDER ai farmaci AA; b) con EFFETTI SECONDARI MAGGIORI c) che scelgono l‘alternativa NON FARMACOLOGICA
  • 121. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 122. localizzazione VIE LENTE Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 123. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 124. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias Ablazione via ACCESSORIA
  • 125. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias Ablazione via ACCESSORIA
  • 126. Una via accessoria AV, può essere: MANIFESTA (evidente all’ECG) OCCULTA (mascherata) TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA CONSEGUENZE (1). Tachicardie che utilizzano la via accessoria e le normali vie di conduzione come elementi di un MACROCIRCUITO di RIENTRO. (2), Causa di FREQUENZA VENTRICOLARI ELEVATISSIME durante FA Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 127. • Rischio VARIABILE e dipendente dalle capacità di CONDUZIONE ANTEROGRADA della via accessoria TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA • ELEVATA nei pazienti che durante FA presentano una CONDUZIONE AV RAPIDA e che avviene TOTALMENTE o PREVALENTEMENTE attraverso la via accessoria (R-R minimo <240ms) • MANDATORIA nei pazienti che presentato episodi SINCOPALI CONSIDERAZIONI Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache
  • 128. PAZIENTI SINTOMATICI Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA INDICAZIONI a) SINCOPE (classe 1a) b) FIBRILLAZIONE ATRIALE con R-R <240msc (Classe 1a) c) FIBRILLAZIONE ATRIALE con R-R >240ms (Classe 1b) d) TPSV frequenti (classe 1-2)
  • 129. a) Lavoro a RISCHIO ELEVATO (piloti...). b) ATLETI. c) INDICATORI di alto rischio allo SEE (se SEE con basso rischio => nessuna terapia); d) Storia Familiare di MORTE IMPROVVISA. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache PAZIENTI ASINTOMATICI TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA INDICAZIONI
  • 130. - Diverse sono le MODALITA’ di attuazione dell' ATRF, in funzione della SEDE della via accessoria e dell’ ESPERIENZA dell'operatore - IN PARTICOLARE, le vie accessorie sinistre possono essere approcciate attraverso: •CATETERISMO SINISTRO •FORAME OVALE o puntura SETTO interatriale •SENO CORONARICO Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA CONSIDERAZIONI
  • 131. • L’impiego di cateteri ORIENTABILI e di generatori di RF sempre più precisi hanno permesso di raggiungere percentuali di successo ELEVATISSIME • Talvolta le tecnica di mappaggio e di ablazione possono essere MOLTO COMPLESSE e richiedere molto tempo e particolare ABILITA’ • Elevata VARIABILITA’ ANATOMICA di SEDE e di CONFIGURAZIONE dei fasci accessori Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA CONSIDERAZIONI
  • 132. Le percentuali di SUCCESSO ACUTO nelle casistiche dei Centri più esperti sono ormai superiori al 90% e si avvicinano in molte serie al 100%, con percentuali di RECIDIVA nel FU <10% Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA CONSIDERAZIONI
  • 133. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA
  • 134. • Rischi di tipo EMODINAMICO e VASCOLARE, secondari soprattutto a introduzione/posizionamento dei cateteri • Danni accidentali del sistema di conduzione costituiscono un RISCHIO SPECIFICO dell‘ATRF delle vie accessorie settali anteriori. • L’INCIDENZA di eventi indesiderati, secondo il rapporto NASPE del 2004, è stata dello 0,6%, con uno 0,002% di complicanze mortali. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA CONSIDERAZIONI
  • 135. - Episodi GRAVI (sincope, FA  FV) o elevata % di rischio emersa allo SEE, per i quali la Tx A.A è inefficace, inaffidabile o inaccettabile CLASSE 1a - Pz non a rischio ma sintomatici e “non responder” alla Tx o pz a rischio Sintomatici e “responder” alla Tx ma che preferiscono l’opzione non farmacologica CLASSE 1b Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA INDICAZIONI
  • 136. CLASSE 2a: • pazienti a rischio sulla base dello SEF ma asintomatici, la cui attività lavorativa, sportiva o di relazione sia invalidata dalla malattia. CLASSE 2b: • pazienti non a rischio, sintomatici e responder alla terapia che preferiscono l'opzione non farmacologica. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA INDICAZIONI
  • 137. • Pazienti a BASSO RISCHIO asintomatici o raramente sintomatici e ben controllati dalla Tx AA. assunta non cronicamente. CLASSE 3 • Opzione Tx. ragionata sulla base delle indicazioni valutate nel SINGOLO CASO, tenendo presente la storia naturale della malattia. • Tendenza alla riduzione del rischio con l'avanzare dell'età). Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA da VIA ACCESSORIA INDICAZIONI
  • 138. • Quadro piuttosto raro. • Il FOCUS può aver sede in ambedue gli atrii, con una certa preferenza per l‘AS attorno allo sbocco delle VP • Aritmia prevalente nelle prime decadi di vita, incessante o quasi, poco responsiva al trattamento farmacologico. Può determinare vere e proprie CMD secondarie (CMD tachicardia-mediate). Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA ATRIALE ECTOPICA CONSIDERAZIONI
  • 139. • Flutter di tipo COMUNE – a rotazione antioraria o oraria TACHICARDIA ATRIALE Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE CLASSIFICAZIONE • Flutter di tipo NON COMUNE - Incisionale - Non Incisionale - Tachicardia Sinusale Inappropriata - Tachicardia Atriale Automatica (FOCALE)
  • 140. • Tachicardia a frequenza (generalmente) REGOLARE che può essere abolita mediante NECROSI TERMOCOAGULATIVA con un singolo inpulso di RF (volume: ~150 mm3 ), INDIPENDENTEMENTE dalla natura e del meccanismo aritmogeno presente alla base (automatico, attività triggerata, micro-rientro) Definizione Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE TACHICARDIA ATRIALE FOCALE
  • 141. • Indicazione di CLASSE 1 nei pazienti che richiedono un trattamento continuativo e/o non responder alla Tx A.A. • Indicazione di CLASSE 2 nei pz con storia clinica di breve durata e/o responder alla Tx A.A. e per i quali si possa prevedere una risoluzione spontanea dell'aritmia (es. miocardite sub-clinica etc). Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache TACHICARDIA ATRIALE ECTOPICA CONSIDERAZIONI • Percentuali di successo acuto >80% e nel FU non sono molto inferiori.
  • 142. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” Ablazione Transcatetere delAblazione Transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 143. Flutter ectopic AT Tachicardia Atriale ORGANIZZATA • Tachicardia Atriale Ectopica “Focale” • Flutter tipico “istmo - dipendente” dipendente da un ralentamento nella regione compresa tra VCI e AT - flutter ORARIO - flutter ANTI-ORARIO - “LOWER-LOOP” • Flutter da MACRORIENTRO “non-istmo dipendente” - precedente CCH atriale o SCAR Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 144. Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE
  • 145. Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE FLUTTER ATRIALE
  • 146. Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 147. Ablazione Transcatetere delleAblazione Transcatetere delle ARITMIE CARDIACHEARITMIE CARDIACHE
  • 148. FO CS IVC SVC Kalman et al Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 149. Tricuspid Valve Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 150. Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 151. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias TV VCI
  • 152. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias VCI TV
  • 153. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias VCI TV
  • 154. VERIFICA del BLOCCO della conduzione No block Block CS pacing Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE CS pacing
  • 155. Tricuspid Valve Set Anulus Tricuspidale VCI Flutter Atriale Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 156. 61 pz >1 episodio FlA e nessuna precedente tx AA Farmaci AA Sotalolo, Amiodarone Flecainide, Procainamide, Propafenone ABLAZIONE RF > 90% riduczione in ampiezza degli elettrogrammi lungo la linea di ablazione RECIDIVA FlA: Atrial Fibrillation: R.S.FU 36Mo: 93% 60% 36% 6% 29% 80% mean follow-up: 36 months Terapia AA vs ATRF primaria Natale et al J Am Coll Cardiol 2000 Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 157. INCIDENZA FA dopo ATRF di FlA n = 212 n = 121 Ricorenza di Flutter Atriale: 9% Hsieh et al J Interv Card Electrophysiol 2002;7:225 Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 158. Clockwise Flutter Di quale ARITMIA si tratta? Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 159. Tachiaritmia con onde p non tipiche per FlA istmo.dipendente Flutter ectopic AT • Flutter “Istmo - dipendente” - precedente Chirurgia Atriale/scar - Trapianto Cardiaco • Flutter Atriale da macrorientro “non-istmo dipendente” - precedente Chirurgia Atriale o presenza di cicatrici - Flutte Atriale Sinistr • Tachicardia Atriale FOCALE Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 160. Palpitazioni 24 mesi dopo riparazione di DIA Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE
  • 161. scar RPO scar Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE MAPPAGGIO EP e 3-D
  • 162. 47 CIRCUITI in 20pts Flutter COMUNE- 18 Circuito sulla P. Laterale - 19 Circuito Settale - 8 Non identificato - 2 Successiva ATRF (ASSENZA DI RECIDIVA) - 80% follow-up a 46 mo FO CS IVC SVC POSSIBILI circuiti di RIENTRO post- CCH ASD patch Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE Delacretaz et al 2000
  • 163. Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE Jais et al Circulation 2000
  • 164. Tachicardia Atriale da macrorientro SCAR-dipendente (INCISIONALE) • L’ECG può NON essere AFFIDABILE per la diagnosi di SEDE Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE • ATRF spesso particolarmente COMPLESSA – E’ comune riscontrare CIRCUITI MULTIPLI – DIFFICOLTA’ a definire correttamente l’ISTMO critico – DIFFICOLTA’ ad ottenere un BLOCCO attraverso l’istmo • Il MAPPAGGIO è facilitato dai sistemi di ricostruzione TRIDIMENSIONALI • PERCENTUALI di SUCCESSO con ATRF: 50–88% Akar, et al.2001,Chan, et al.2000,Delacretaz, et al.2001, Nakagawa, et al.2001,Triedman, et al.1997 Jais, et al.2000,Saoudi, et al.2001,Tai, et al.2001,Thomas, et al.2000
  • 165. • Terapia di PRIMA LINEA per Flutter Atriale tipico ricorrente – eccellente efficacia, bassi rischi Ablazione transcatetere delAblazione transcatetere del FLUTTER ATRIALEFLUTTER ATRIALE • In seguito FA si verifica nel 20-30% dei pts • Flutter Atriale “Non-istmo dipendente” si verifica quale complicanza TARDIVA nei pts precedentemente sottoposti a chirurgia atriale – L’efficacia è inferiore CONCLUSIONI
  • 166. • La superficie interna dell’ atrio dx è formata da numerosi orifici e da residui embrionali, i quali contribuiscono alla formazione di una superficie complessa ed irregolare Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE INTRODUZIONE • Questa complessa anatomia endocardica determina la presenza di numerose e potenziali aree attorno alle quali fenomeni da RIENTRO si possono verificare. • La presenza di BARRIERE ANATOMICHE determina la presenza di ARITMIE
  • 167. Ablazione del Flutter Atriale • Il FLUTTER ATRIALE è una aritmia molto STABILE che che si verifica per la presenza di un CIRCUITO di MACRORIENTRO all’interno dell’ ATRIO DESTRO. Cosio FG. Am J Cardiol. 1993;71:705-709. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias • Affinchè sia possibile la PERPETUAZIONE del FlA è richiesta la presenza di AREE CRITICHE di CONDUZIONE all’interno dell’ ATRIO DESTRO • L’ INTERRUZIONE della conduzione all’interno di tali aree critiche (VCI – AT) elimina il FlA.
  • 168. Interruzione flutter durante RF Cosio FG. Am J Cardiol. 1993;71:705-709. Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 169. - Aritmia da rientro relativamente FREQUENTE - Notevole STABILITA’ del CIRCUITO che la rende assai resistente ai tentativi di interruzione mediante farmaci AA (ed alla CVE) - ATRF PRIMA SCELTA (preceduta dall’ETE) allo scopo di alterare stabilmente il circuito di rientro (localizzato fra VCI e AT). Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache FLUTTER ATRIALE CONSIDERAZIONI
  • 170. • Elevata percentuale di successo in acuto (95%) anche se si riduce nel FU a medio termine (80%). • Complicanze assai limitate. • Classe 1 nei pz nei quali l'aritmia tende a recidivare nonostante il miglior regime di profilassi AA. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache FLUTTER ATRIALE CONSIDERAZIONI
  • 171. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” Mappaggio TRIDIMENSIONALEMappaggio TRIDIMENSIONALE delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache Applicazioni PraticheApplicazioni Pratiche Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 172. • Alta • Media • Bassa Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO Premessa METODOLOGICA PRIORITA’ INVESTIGATIVE
  • 173. CONDIZIONI GENERALI Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO ALTA PRIORITA’ INVESTIGATIVA Premessa METODOLOGICA - Tachicardie atriali e ventricolari da macro-rientro - Tachicardia Ventricolare Sinistra Idiopatica - vie accessorie a larga base o inserzioni lontane dall’ ANULUS AV - RVOT o LVOT a larga base CONDIZIONI PARTICOLARI
  • 174. • metodica di ELEZIONE per IDENTIFICAZIONE ed ABLAZIONE di substrati aritmogeni. Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO ALTA PRIORITA’ INVESTIGATIVA Premessa METODOLOGICA • NON ESISTONO alternative con altrettante potenzialità investigative
  • 175. • metodica di ELEZIONE per la identificazione di substrati aritmogeni; le tecniche tradizionali sono competitive e dotate di altrettanta potenzialità investigativa; può essere prescelta in base al giudizio e alle abitudini dell’operatore Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO MEDIA PRIORITA’ INVESTIGATIVA Premessa METODOLOGICA
  • 176. - ISOLAMENTO VP mediante lesioni in AS – Tachicardia sinusale INAPPROPRIATA – RIFINITURA delle LINEE di LESIONE in sede Cavo- Tricuspidalica per la terapia del FLUTTER di tipo COMUNE Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO MEDIA PRIORITA’ INVESTIGATIVA Premessa METODOLOGICA
  • 177. metodica NON ELETTIVA per la identificazione di SUBSTRATI ARITMOGENI; le tecniche tradizionali sono sufficienti e presentano un miglior rapporto COSTO-BENEFICIO Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO BASSA PRIORITA’ INVESTIGATIVA Premessa METODOLOGICA – AVNRT – WPW classico o AVRT – flutter di tipo comune – tachicardia atriale focale
  • 178. • DESTRO – tachicardie atriali peri-cicatriziali MACRORIENTRO ATRIALE Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO CARATERISTICHE • SINISTRO – flutter peri-mitralici – tachicardie atriali peri-cicatriziali • MORFOLOGIA onde atriali non compatibile con flutter tipo comune • “ENTRAINMENT” negativo dall’istmo CT
  • 179. Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO SUBSTRATO ANATOMICO ECG
  • 181. Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO MAPPAGGIO TRIDIMENSIONALE
  • 182. Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO Di quale ARITMIA si tratta?
  • 184. EP TRAININGEP TRAINING Biofisica dell’ablazioneBiofisica dell’ablazione
  • 187. • QRS stretto, BBD + BFA • Sensibile al VERAPAMIL • Inducibilità ed “ENTRAINMENT” possibili durante pacing dall’atrio dx • Suscettibili di BLOCCO MECCANICO durante manipolazione del catetere mappante TVIS Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO CARATTERISTICHE
  • 190. • Sede d’ INSERZIONE LONTANA dall’ ANELLO AV • Individuazione della SEDE di attivazione PIU’ PRECOCE impegnativa (simil tachicardia atriale focale) Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO AP con BASE di IMPIANTO ATIPICA CARATTERISTICHE
  • 191. • Tecnica AMBIZIOSA Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO ABLAZIONE DELL’FA mediante ISOLAMENTO delle VP CARATTERISTICHE • Disegno APPARENTEMENTE SEMPLICE (“encircling” vene polmonari) in regione complessa per AVVERSITA’ ANATOMICHE • RISCHIO di recidive attraverso “GAPS” di conduzione anche quando disegno acquisito • RISCHIO di determinazione di NUOVI substrati
  • 192. • Tecnica INGEGNOSA • Possibile RICOSTRUZIONE TRIDIMENSIONALE della attivazione elettrica durante ARITMIA • Opzione di ALTA PRIORITA’ CLINICA in specifiche situazioni • Utile nella CURVA di APPRENDIMENTO Mappaggio ELETTROANATOMICOMappaggio ELETTROANATOMICO NON FLUOROSCOPICONON FLUOROSCOPICO CONCLUSIONI
  • 193. Corso di “ELETTROFISIOLOGIA”Corso di “ELETTROFISIOLOGIA” Ablazione Transcatetere dellaAblazione Transcatetere della FIBRILLAZIONE ATRIALEFIBRILLAZIONE ATRIALE Stefano Nardi, MD AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNIAZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA TERNI DIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLAREDIPARTIMENTO CARDIOTORACOVASCOLARE STRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIASTRUTTURA COMPLESSA DI CARDIOLOGIA UNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACAUNITA’ OPERATIVA DI ARITMOLOGIA CARDIACA LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONELABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE
  • 194. AVNRT AVRTAVRT ATAT AFlutterAFlutter PJRTPJRT WPWWPW Atrial FibrillationAtrial Fibrillation VTVT Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale INCIDENZAINCIDENZA
  • 195. SCOMPENSOSCOMPENSO TACHICARDIATACHICARDIA VENTRICOLARE CMDVENTRICOLARE CMD PALPITAZIONIPALPITAZIONI SINCOPESINCOPE RIMODELL . NSA MORTALITAMORTALITA ’’ STROKE TACHI.TACHI. ATRIALE CMDATRIALE CMD Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale CONSEGUENZECONSEGUENZE
  • 196. •Nel 19071907 fu documentata per la prima volta la presenza di fibre muscolari localizzate attorno alle vene polmonari e con disposizione a manicotto Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale BACKGROUND
  • 197. VCI Seno coronarico Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 198. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 199. VCI Seno coronarico Fasci miocardici endocardici Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici come possono avere un ruolo nel mantenimento dell’FA? 1907, A. Keith, M. Flack
  • 200. • Moe (1962), Alessie (1968):Moe (1962), Alessie (1968): • ipotesi dei CIRCUITI MULTIPLI di RIENTRO. Viene introdotto per la prima volta il concetto di MASSA CRITICA necessaria a perpetuare l’aritmia • Questi studi conducono allo sviluppo di differenti tecniche chirurgiche (quasi tutte abbandonate ai giorni nostri): - ISOLAMENTO ATRIO SX - PROCEDURA di MAZE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale BACKGROUND
  • 201. MICROCIRCUITI DA RIENTROMICROCIRCUITI DA RIENTRO Moe Arch Int Pharm Ther 1962 Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale background elettrofisiologicobackground elettrofisiologico Moe (1962):Moe (1962): ipotesi dei multipli circuiti di rientro Alessie:Alessie: introdotto il concetto di MASSA CRITICA necessario a perpetuare l’aritmia
  • 202. MICROCIRCUITI DA RIENTROMICROCIRCUITI DA RIENTRO Moe Arch Int Pharm Ther 1962 Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale background elettrofisiologicobackground elettrofisiologico OBIETTIVI Ridurre la MASSA CRITICA e modificare il SUBSTRATO aritmogeno, in modo tale da interrompere tutti i possibili meccanismi che consentono l’innesco ed il mantenimento dell’FA
  • 203. • Anni ’80: MAZEMAZE Procedure, intervento ideato da Cox • Multiple lesioni in entrambi gli ATRIATRI in modo tale da ridurre la MASSA CRITICAMASSA CRITICA ATRIALEATRIALE Cox et al, 1993 Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale BACKGROUND
  • 204. • Efficacia MOLTO ALTAMOLTO ALTA • Elevato successo, ma oggi abbandonato per l’alto tasso di COMPLICANZECOMPLICANZE • LUNGA DURATALUNGA DURATA e complessa da un pv chirurgico Cox et al, 1993 Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale backgroung elettrofisiologicobackgroung elettrofisiologico Questi studi conducono allo sviluppo di differenti tecniche chirurgiche (quasi tutte abbandonate ai giorni nostri) Isolamento AS Procedura di MAZE (Cox) • COMPARTIMENTALIZZARECOMPARTIMENTALIZZARE
  • 205. • Efficacia molto alta (≈ 93%) • Elevato successo, ma oggi abbandonato per l’alto tasso di complicanze • Procedura di lunga durata e complessa da un pv chirurgico Cox et al, 1993 Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale BACKGROUND
  • 206. ONDE di ATTIVAZIONEONDE di ATTIVAZIONE MoeMoe Arch Int Pharm Ther 1962Arch Int Pharm Ther 1962 • Maze chirurgica (Cox, J Thor Cardiov Surg 1991) • Maze TC fluoroscopica (Haissaguerre, JCE 1996) TECNICHE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 207. • MAZE chirurgicaMAZE chirurgica (Cox, J Thor Cardiov Surg 1991) • MAZE fluoroscopicaMAZE fluoroscopica (Haissaguerre, JCE 1996) • Toracotomia /cielo aperto • Tempo di by-pass cardiopolmonare • Stroke, IMA • Validazione della linea • Bassa percentuale di successo (33%) • Procedura lunga LIMITI Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 208. Il primo lavoro pubblicato (Swartz, Circulation 1994) mostrava una elevata efficacia clinica in un lungo “FOLLOW-UP” (2 anni) Di contro gli elevati TEMPI DI PROCEDURA (10-15 h) e l’elevata INCIDENZA di COMPLICANZE MAGGIORI(22%) (stroke, VP, tamponamento, stenosi VP) hanno fatto ben presto decadere la procedura Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie
  • 209. TARGET IN ADTARGET IN AD Linea di Blocco VCS/VCI Linea di Blocco SETTO/AT Linea di Blocco tra VCI/AT •Popolazioni in ESAME: 8-45 pz •FOLLOW-UP: 6 E 21 MESI. •% DI SUCCESSO 6 - 25% senza AA Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie BACKGROUND
  • 210. TARGET IN ASTARGET IN AS •Encircling attorno agli osti VP •Linea di Blocco posteriore (compresa tra VPSL e VPSS) •Linea di Blocco PP AS/ AM Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie Popolazioni in esame: 10-19 Pz “FOLLOW-UP” 6 ed 11 Mesi % di successo VARIABILI
  • 211. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio FOCALE: osservazioniapproccio FOCALE: osservazioni • SCOPERTASCOPERTA che uno o più foci intrapolmonari è capace di agire come TRIGGER per l’innesco di episodi di FA • SVILUPPOSVILUPPO di strategie interventistiche finalizzate alla abolizione del SUBSTRATO aritmogeno • L’IDENTIFICAZIONEL’IDENTIFICAZIONE del potenziale VP è diventata quindi la base di partenza per proporre un approccio curativo mediante ablazione di tipo FOCALE della FA APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE
  • 212. APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE • La FA può essere indotta a partenza da battiti ectopici originatesi da numerose aree: cresta terminale, ostio del CS, setto interatriale, vene polmonari • VENE POLMONARI coinvolte: • 90% dei casi (Chen, 1999) • 94% dei casi (Haissaguerre,‘96 e ‘98) Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 213. • Dimonstrazione che l’FADimonstrazione che l’FA può essere innescata dapuò essere innescata da focus ectopicifocus ectopici (TRIGGER)(TRIGGER) a partenza da ogni VPa partenza da ogni VP • L’ablazione di questi fociL’ablazione di questi foci elimina l’FA nell’elimina l’FA nell’86%86% senzasenza farmaci AA in acutofarmaci AA in acuto RF APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 214. Haissaguerre 1999 Battiti ectopici da VPSS Innesco FA a partenza da battiti ectopici originatisi da VPSS APPROCCIO FOCALEAPPROCCIO FOCALE Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere della Fibrillazione Atrialedella Fibrillazione Atriale
  • 215. Innesco dell’FAInnesco dell’FAInnesco dell’FAInnesco dell’FA Triggers dell’FA MantenimentoMantenimento dell’FAdell’FA MantenimentoMantenimento dell’FAdell’FA RimodellamentoRimodellamento atrialeatriale RimodellamentoRimodellamento atrialeatriale Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio FOCALE: strategieapproccio FOCALE: strategie
  • 216. Autore FA Acuto Cronico Procedure Complic. (FU 8/6 mesi) Haissaguerre parossistica 72% 65% 2/3 ~5% (N En J Med ’98) (75% recidiva) Chen parossisitica 92% 85% 2 <5% (Circulation ’98) (7% recidiva) Definito il ruolo “TRIGGER” delle VP (Haissaguerre ’96) “FOCI” responsabili localizzati nel 90-95% nelle VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97) Depolarizzazioni spontanee o “firing” dalle VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio FOCALE: risultatiapproccio FOCALE: risultati
  • 217. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio FOCALE: limitazioniapproccio FOCALE: limitazioni • DIFFICILE identificazione accurata del FOCUS • POSSIBILE presenza di “FOCI MULTIPLI”“FOCI MULTIPLI” (68%) oppure sviluppo di “NUOVI FOCI” nel tempo, con alta percentuale di recidiva in “follow up” brevi • PAUCI-INDUCIBILITA’PAUCI-INDUCIBILITA’ dei foci durante lo SEE oppure presenza di una FA persistente • NECESSARIO RS per tutta la procedura • Quantità di energia erogata LIMITATA
  • 218. Correlazione tra MODIFICHE del SNA e RECIDIVA di A. DENERVAZIONE VAGALE nella prevenzione delle ecidive Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale Encircling: denervazioneEncircling: denervazione ABOLIZIONE riflessi vagali evocatiriflessi vagali evocati durante RF (34% pz) (considerata come un segni di completa denervazione vagale)
  • 219. Ablazione PRIMARIA dellaAblazione PRIMARIA della Fibrillazione AtrialeFibrillazione Atriale
  • 220. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
  • 221. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale ANGIOGRAFIA VPANGIOGRAFIA VP
  • 222. ANGIOGRAFIA VPANGIOGRAFIA VP Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale
  • 223. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale MAPPA CARTO AS-AD FINALE DEMO.wmv
  • 224. • Trattamento iniziale rappresentato dalla possibilità di MODULARE la conduzione AV, in caso di FC eccessivamente elevata e non controllabile con Tx AA. • Impianto di un PM definitivo ventricolare Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache FIBRILLAZIONE ATRIALE • ATRF del NAV sostituisce un'invalidità (FA) con un'altra invalidità (dipendenza dal pacemaker). CONSIDERAZIONI
  • 225. Ablazione TranscatetereAblazione Transcatetere delle Aritmie Cardiachedelle Aritmie Cardiache FIBRILLAZIONE ATRIALE • Studi recenti hanno dimostrato che FASCI di MUSCOLATURA PARIETALE presenti nella TONACA MEDIA delle VP possono rappresentare una sorgente dominante d’innesco (TRIGGER) della FA nell’uomo • L’ablazione di questi foci rende curabile ’FA (con o senza farmaci AA) nel 50% - 80% dei casi CONSIDERAZIONI
  • 226. Trattamento dell’FA Drugs Ablation Devices Catheter Ablation forCatheter Ablation for Cardiac ArrhythmiasCardiac Arrhythmias
  • 227. RECENTI ACQUISIZIONI ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE • Studi recenti hanno dimostrato che FASCI di MUSCOLATURA PARIETALE presenti nella TONACA MEDIA delle VP possono rappresentare una sorgente dominante d’innesco (TRIGGER) della FA nell’uomo Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE • Evidenza indiretta a favore della presenza di SORGENTI MULTIPLE nelle diverse VP e nel contesto della vena singola
  • 228. • L’ablazione transcatetere dei FOCI di origine si è dimostrata efficace nell’ INTERRUZIONE della FA in corso e nella PREVENZIONE delle RECIDIVE CLINICHE (alta incidenza nel FU intermedio) OSSERVAZIONI CLINICHE Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE • FA spontanea o indotta con MANOVRE di tipo PROVOCATIVO per la guida alla SEDE di erogazione ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
  • 229. • Più di recente sono state messe a punto TECNICHE di isolamento, mediante ABLAZIONE di aree di tessuto aritmogeno nel contesto della PARETE VENOSA adiacente al TESSUTO ELETTRICO ATRIALE Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE OSSERVAZIONI CLINICHE RECENTI ACQUISIZIONI ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
  • 230. • Aritmogenicità di FASCI MUSCOLARI nel contesto della parete venosa di tessuti adiacenti all’ ATRIO SINISTRO favorita da: possono facilitare la perpetuazione di rientri rapidi Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE – ANISOTROPISMO secondario alla peculiare architettura (disomogeneità geometrica, cambi d’orientamento improvvisi) – APs di elevata ampiezza e breve e disomogenea durata FISIOPATOLOGIA
  • 231. • FA CURABILE (con o senza farmaci AA) nel 50% - 80% dei casi Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE • Recidiva possibile dopo un periodo variabile di FU privo di sintomi per presenza di ALTRE SORGENTI localizzate al di fuori delle VP a prevalenza rilevante RECENTI ACQUISIZIONI Ablazione dell’ FA RISULTATI
  • 232. • Nel cuore di dimensioni normali o MODERATAMENTE aumentate la FA origina e si perpetua nel contesto di TESSUTO ANISOTROPICO venoso parietale o membranoso (SIA) in continuità elettrica col miocardio atriale Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE CONSIDERAZIONI • L’inefficacia RELATIVA delle tecniche di ablazione attuali dipende dal carattere SUB- OTTIMALE delle strategie impiegate
  • 233. • L’ablazione transcatetere ha rivoluzionato le tecniche di approccio alla terapia delle aritmie Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE CONCLUSIONI • Tale metodica appare indicata come PRIMA SCELTA o in alternativa al trattamento farmacologico in una proporzione CONSISTENTE di pazienti affetti da suddette aritmie ATRF della FIBRILLAZIONE ATRIALE
  • 234. • Scelta INTERVENTISTICA ponderata in relazione al possibile danno provocabile per effetto delle complicanze possibili e su tale dato il paziente va adeguatamente informato Trattamento non farmacologicoTrattamento non farmacologico delle ARITMIE CARDIACHEdelle ARITMIE CARDIACHE CONCLUSIONI • Le nuove tecniche di MAPPAGGIO e di ABLAZIONE delle aritmie cardiache rendono possibile una ESTENSIONE delle INDICAZIONI ed un contenimento degli inconvenienti associati all’impiego di questa metodica nella pratica clinica
  • 235. • L’FA deve la sua origine (TRIGGER) ed il suo perpetuarsi alle caratteristiche ANISOTROPICHEANISOTROPICHE del tessuto localizzato all’interno della parete venosa o nel tessuto membranoso localizzato in continuità diretta con il miocardio atriale Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici • Le fibre muscolari della parete VP rappresentano il SUBSTRATO per l’innesco (TRIGGER) ed il perpetuarsi (multiple wavelet reentry) dell’FA
  • 236. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici La presenza di ELETTROGRAMMI FRAZIONATI, a LENTA CONDUZIONE e con RIPOLARIZZAZIONE CELLULARE ETEROGENEA, possono rappresentare il substrato ideale (ANISOTROPISMO)(ANISOTROPISMO) per meccanismi da rientro (Hocini, Circulation 2002; Arora, Circulation 2003) La regione ANTRALEANTRALE presenta una intensa attività elettrica periodica con in CORSO DI FACORSO DI FA (dati Sperimentali) con evidenza di potenziali elettrici ad “ALTA FREQUENZA”“ALTA FREQUENZA” in grado di creare dei MICRO- RIENTRI STABILI attorno alla giunzione (Mandapati – Circulation 2000)
  • 237. Funzionalmente la giunzione può essere considerata come una “BANDA LARGA”“BANDA LARGA” che comprende tessuto venoso prossimale e tessuto ASAS, con una certa quantità di “tessuto di transizione”“tessuto di transizione” la cui distribuzione così come la sua VALENZAVALENZA non è ancora chiaramente svelata Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale presupposti elettrofisiologicipresupposti elettrofisiologici Possibile NATURA ARITMOGENICANATURA ARITMOGENICA riconducibile a origine EMBRIONALEEMBRIONALE (stesso SUBSTRATO del tessuto di conduzione) (esaltato AUTOMATISMO ?)
  • 238. • FOCI localizzati (90-95%) nelle VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97) • DEPOLARIZZAZIONI SPONTANEE prevalentemente a partenza dalle VP, più raramente da CS, CT, setto interatriale FIRING a partenza prevalentemente dalla tonaca media VP (Haissaguerre ’96; Chen ’97), più raramente da altre sedi (VSC, VCI, CS) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale meccanismi elettrofisiologicimeccanismi elettrofisiologici INIZIATORI (Trigger)
  • 239. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale meccanismi elettrofisiologicimeccanismi elettrofisiologici La regione ANTRALE rappresenta una “BANDA LARGA” (Mandapati – Circulation 2000) al cui livello è possibile osservare sia fenomeni di ESALTATO AUTOMATISMO, legati alla sua origne embrionale, che fenomeni di MICRO- RIENTRO legati alle caratteristiche ANISOTROPICHE della giunzione veno-atriale (Hocini, Circulation 2002; Arora, Circulation 2003) SUBSTRATO
  • 240. • Aree di blocco funzionale TEMPORANEO, ossia zone temporaneamente refrattarie in virtù della casuale attivazione prodotta da fronti d’onda precedenti (modulazione SNA, ischemia transitoria, anisotropismo) PERPETUATORI (Attività non focale) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale meccanismi Elettrofisiologicimeccanismi Elettrofisiologici • Barriere ANATOMICHE in grado di provocare la teorica modifica spontanea e casuale del fronte d’onda (orifizi, creste, tendini, cicatrici) • Modifiche EMODINAMICHE (dilatazione, stiramento)
  • 241. • Elaborazione di diverse strategie • Inizialmente in AD , successivamente estese in AS • Obiettivo di COMPARTIM. le camere per ridurre la “MASSA CRITICA” atriale (Maze). Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: strategieapproccio LINEARE: strategie • Utilizzati diversi approcci: ELETTROFISIOLOGICI (Haissaguerre ’96; Nademanee ’98; Gaita ’98; Jais ’99; Garg ’99) ELETTROANATOMICI (Ernst ’99; Pappone ’99)
  • 242. • Possibile COLLOCAZIONE nell’ambito di una STRATEGIA di tipo IBRIDO, ossia miglioramento della risposta clinica in associazione ad AA Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: implicazioniapproccio LINEARE: implicazioni • Tecniche NON PROPONIBILENON PROPONIBILE per uso estensivo • Una INCIDENZA di complicanze più bassa con un aproccio in atrio destro ma con una % successo BASSA, sicuramente non giustifica questa metodologia come terapia di prima linea
  • 243. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: considerazioniapproccio LINEARE: considerazioni Le procedure limitate all’AD presentavano delle percentuali di successo in assenza di AA comprese tra il 6 ed il 25%, mentre queste aumentavano se erano estese anche in AS (Haissaguerre ’96; Pappone ’99), ma purtroppo non erano riproducibili (Ernst et al, Circulation ‘00) HAISSAGUERRE ’96 40% PAPPONE ’99 58% ERNST ‘00 0% VERSAMENTO PERICARDICO (11%) DISFUNZIONE NSA (8%) INFARTO CEREBRALE (>8%) STENOSI VP ( ? )
  • 244. • Insufficiente capacità ad ottenere e verificare (sia in acuto che in cronico) CONTINUITA’ e TRANSMURALITA’ delle lesioni (metodi non stand.) • Elevata aggressività e Tempi procedurali impegnativi, associati ad una bassa percentuale di successo senza AA • Scarsa attenzione verso “END POINT” secondari (incidenza di stenosi VP non chiaramente svelata) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale approccio LINEARE: considerazioniapproccio LINEARE: considerazioni • Data la NATURA PALLIATIVANATURA PALLIATIVA di questi approcci iniziali, i risultati hanno consigliato di verificare la strategia ablativa utilizzata
  • 245. SuedaSueda Ann Th Surg 1997Ann Th Surg 1997 CIRCUITI diCIRCUITI di MICRORIENTROMICRORIENTRO (SUBSTRATO)(SUBSTRATO) HaissaguerreHaissaguerre NEJM 1998NEJM 1998FOCIFOCI delle VPdelle VP TRIGGERTRIGGER L di ML di M HwangHwang CirculationCirculation 20002000 Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale strategie ABLATIVEstrategie ABLATIVE
  • 246. APPROCCIOAPPROCCIO ELETTROFISIOLOGICOELETTROFISIOLOGICO APPROCCIOAPPROCCIO ANATOMICOANATOMICO AblazioneAblazione CIRCONFERENZIACIRCONFERENZIA LE VP (LASSO)LE VP (LASSO) AblazioneAblazione FOCALE VPFOCALE VP Ablazione conAblazione con ENCIRCLINGENCIRCLING DELLADELLA GIUNZIONE VP-GIUNZIONE VP- ““ENCIRCLING”ENCIRCLING” intraoperatoriointraoperatorio Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale strategiestrategie
  • 247. INIZIATORI (TRIGGER) PERPETUATORI (multiple wavelet reentry) SUBSTRATO (regione antrale) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale considerazioniconsiderazioni
  • 249. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici •Definizione OSTI VPOSTI VP basata sulla visualizzazione FLUOROSCOPICAFLUOROSCOPICA diretta della punta del catetere entrare nella “SILOUETTE” cardiaca, con progressiva RIDUZIONERIDUZIONE dell’IMPEDENZA e COMPARSACOMPARSA dei potenziali elettrici AS. • Applicazioni di RF a distanza > 5 mm dagli OSTII, in modo da ridurre i rischi (STENOSI VP) • Linee di “ENCIRCLING” adattate all’ANATOMIA della giunzione VP-AS
  • 250. Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
  • 251. L’utilizzo del sistema CARTO per il mappaggio ed ablazione della regione antrale ha mostrato nell’esperienza di alcuni Autori una notevole efficacia (Pappone, Circulation 2000 e 2001; Stabile, Circulation 2002; Oral, Circulation 2003) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VPencircling VP
  • 252. • 251 Patients • 54±12 min di RF applicata attorno alle VP Pappone et al. Circulation 2000 e 2001 Assenza di eventi TROMBO-EMBOLICI e di STENOSI VP durante la degenza End Point: (75%) • PVP < 0.1 mV • Delay > 30 ms (LAT) % di successo in assenza di AA: 148/179 FA parossisitica (83%) 40/72 FA persistente (55%) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
  • 253. AutoriAutori Successo senza AASuccesso senza AA PapponePappone 83% FAP/75%FAC83% FAP/75%FACJACC 2003JACC 2003 StabileStabile 38% FAP/FAC38% FAP/FACCirculationCirculation 20032003 HociniHocini 60% FAP*60% FAP*AbstractAbstract OralOral 88% FAP (+ line)*88% FAP (+ line)*Circulation 2003Circulation 2003 * 8-20% incidenza di flutter AS* 8-20% incidenza di flutter AS Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: risultatiencircling VP: risultati
  • 254. Definizione del “reale OSTIO VP”“reale OSTIO VP” a volte particolarmente indaginosa e difficoltosa con CARTO. (Saad, Ann Int Med 2003, Wood, JACC 2004, Pappone, Circulation 2001) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni Proporzione tra VP completamente isolate (re-MAP) e non secondo alcuni Autori NON rappresenta un CRITERIO discriminante l’OUTCOME predittivo di successo (Pappone, Circulation 2000 e 2001; Stabile, Circulation 2002) RISULTATI maggiormente predetti da quanto più grande era l’area di superficie totale di AS sottoposta a compartimentalizzazione (> 20%) (Pappone, Circulation 2000 e 2001)
  • 255. • Secondo altri Autori, la completezza delle LINEE è invece in grado di predire al 74% il mantenimento del R.S. stabile ad 1 anno di “follow up” (Ernst et al, JACC 2003) Completezza delle LINEECompletezza delle LINEE • Quando le lesioni erano complete, 74% asintomatici senza AA. Se lesioni incomplete quasi tutti recidiva dell’aritmia A – 5%A – 5% B – 21%B – 21% C – 28 %C – 28 % D - 61-66%D - 61-66% Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: aspetti tecniciencircling VP: aspetti tecnici
  • 256. • Lesioni lineari complete sono teoricamente identiche alle incisioni chirurgiche, ma … VPIL Pacing dal CS Mitrale Thomas, JACC 2000Thomas, JACC 2000Ernst, Circulation 1999Ernst, Circulation 1999 • … sono difficili da ottenere (con aumentato rischio procedurale) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
  • 257. VPIL Pacing dal CS Mitrale Thomas, JACC 2000Thomas, JACC 2000Ernst, Circulation 1999Ernst, Circulation 1999 • La creazione di linee incomplete è pro-aritmica (Ernst et al, Circulation 2000; Thomas et al, JACC 2000; Ernst et al, JACC 2003; Oral et al, Circulation 2003, Morady e Kuck, A Fib Symposium Roma 2004) • Sono spesso richiesti tempi procedurali particolarmente lunghi (>8h) (Ernst et al, 2000; Ernst et al, 2003; Kuck AFib Symposium Roma 2004) Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
  • 258. 1. Geometria delle VP VARIABILE, spesso avversa per la creazione di lesioni circonferenziali in corso di ablazione 2. La creazione di una necrosi trans-murale può essere non facile a livello degli osti delle VP 3. Rimodellamento elettrico OSTACOLI POTENZIALI ALOSTACOLI POTENZIALI AL RAGGIUNGIMENTO DELL’OUTCOMERAGGIUNGIMENTO DELL’OUTCOME Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale encircling VP: considerazioniencircling VP: considerazioni
  • 259. • Una ulteriore OPZIONE TERAPEUTICA viene offerta dalla possibilità di effettuare un DISCONESSIONE ELETTRICA delle VP dall’adiacente tessuto ATRIALE • ENDPOINT predittivi di successo conseguibili indipendentemente dalla presenza di FA Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale IVP: razionaleIVP: razionale • Modello di segregazione di aree ARITMOGENE rispetto a porzioni di tessuto atriale clinicamente suscettibile LASSO Ablatore
  • 260. “Lasso” cath Cordis Webster Ablazione della Fibrillazione AtrialeAblazione della Fibrillazione Atriale isolamento VP: presuppostiisolamento VP: presupposti

Notes de l'éditeur

  1. Physiologic recorder = computer Stimulator = induce arrythmia,. Like big pacemaker Fluoro = to view catheter postions Pulse Oximeter = measures oxygen in blood External defibrillaton pads = safety
  2. Accesso dalla vena femorale. HRA = registra l’impulso così come si genera dal nodo SA HBE = Registrazione del fascio di His. Non acquisisce il segnale dal nodo AV, ma lo acquisisce subito sotto sul fascio di His (vicino la tricuspide). Questo rivela all’elettrofisiologo quanto tempo impiega l’impulso per passare dal nodo SA al nodo AV. RVA = segnale dal ventricolo destro Coronary Sinus = riceve il segnale da LA e LV.
  3. I primi tre sono canali dell’ECG di superficie: D1, D2, V1. HRA = elettrogramma dell’atrio = Onda P sul tracciato di superficie. HBE Tre deflessioni sono importanti su questo elettrogramma: Three deflections are important on this electrogram. A = Generata dal nodo SA H = Esce dal nodo AV V = Segnale ventricolare = QRS sul tracciato di superficie A – H = Intervallo necessario al segnale per passare dall’atrio attraverso il nodo AV. Coincide in buona parte con l’intervallo PR. Può variare. H – V = intervallo necessario al segnale per passare dal nodo AV a tutto il ventricolo. A – H Prolungato: non costituisce indicazione per l’elettrostimolazione. H – V Prolungato: Può costituire indicazione per l’elettrostimolazione soprattutto se accompagnato da sintomi come sincopi. Blocco avanzato.
  4. A classification of organized atrial tachycardias is shown on this slide. There are focal ectopic atrial tachycardias that originate from a point source activation spreads out from that source. Typical isthmus dependent atrial flutter is dependent on conduction through the isthmus formed by the tricuspid valve annulus and the inferior vena cava. This includes common clockwise flutter as the circuit is viewed from the right ventricle and looking up at the tricuspid valve annulus. The wavefront circulates down the septum, through the isthmus, up the lateral wall, and across the roof of the right atrium. Counter-clockwise flutter has a circuit revolving in the opposite direction. Lower loop re-entry involves propagation across the posterior wall of the right atrium, across the crista terminalis, and then through the common flutter isthmus. There is a large group of macro re-entrant non-isthmus dependent atrial flutters, most commonly these involve re-entry in the lateral wall of the right atrium. They can occur anywhere including in the left atrium. They are often associated with areas of scar, such as from prior repair of congenital heart disease or the mitral valve.
  5. The re-entry circuit for common isthmus dependent flutter is shown here. The circulating flutter wave fronts are indicated by the yellow arrows. Propagation occurs up the septum, across the roof, and down the lateral wall of the right atrium forms a counter-clockwise circuit. Conduction is also occurring from the septum posteriorly around behind the inferior vena cava. It is likely that conduction is slow in the direction perpendicular to the Crista terminalis. In fact, conduction may be blocked here. This prevents short-circuiting of the re-entry circuit. The mechanism has been well defined. There is patient to patient variability in the course of the path, which is outside of the common isthmus. It may involve the lateral wall or come around posterior in a lower loop fashion. Some patients have a figure-eight circuit with both of these loops involved in the circuit. There can be areas of block along the Crista terminalis or there may be conduction through portion of the Crista terminalis. Some patients have small areas of conduction block present in the common flutter isthmus indicated by the presence of double potentials. There is also a great deal of variability in the anatomy of the common flutter isthmus. There can be thick pectinate muscles, which make ablation difficult or deep recesses, which can be difficult to get to access so that a catheter positioned for ablation may have problems. There may be areas of cooling from blood flow so with low power only small lesions are created.
  6. The approach to common counter-clockwise atrial flutter, which is shown on this slide. We typically use a deflectable 20-pole electrode catheter and place this so that the proximal electrodes are in the high right atrium and the catheter then swings down along the lateral wall of the right atrium, through the common flutter isthmus, and the tip electrodes are in the coronary sinus. This facilitates rapid recognition of the typical counter-clockwise atrial flutter activation sequence as shown. Occasionally, we will use more detailed activation sequence maps, as shown on the right where the activation sequence is displayed in a color-coded inner red beam earliest and then progressing to yellow, green, blue, and purple. Of course, since re-entry is a complete circle there is not a truly earliest or latest region and in the lower right-hand portion of this figure the earliest activation meets latest activation that is typical for re-entry. The additional colors in between the purple and the orange are interpolated by the mapping system in this case. Now when you have this activation sequence, the odds are very high that the rhythm you are dealing with is atrial flutter. However, left atrial arrhythmias and even focal atrial tachycardias can mimic this activation sequence on occasion. With left atrial tachycardias, there may be activation over Bachmann’s bundle conducting across the roof of the right atrium and then down the lateral wall. So, a limited mapping sequence will appear to be similar to that of counter-clockwise flutter so we need to do a bit more to sort this out and what our approach is, is to use entrainment mapping in this regard.
  7. This is recorded during RF application. There is termination of the atrial flutter. You see that immediately prior to block there is a bit of slowing of conduction in the isthmus. Electrograms between poles 5, 6, and 3, 4, which is the septal side of the isthmus in this case show gradually prolongation of the conduction interval between these sites. Then block occurs after de-polarization at electrode 3, 4. So we are making our ablation lesion on the septal side of that.
  8. So, you need to do a bit more and at this point. What we typically do is to begin pacing from either the coronary sinus electrodes or the lateral right atrium to assess conduction through the isthmus. This schematic shows what happens with pacing from the coronary sinus. As you will see, you have conduction up and around the lateral wall as well as through the isthmus with fusion in the lateral wall and no block. On the right hand side of the figure after block is achieved, activation comes down the lateral wall with no evidence of fusion. Double potentials will be recorded along the line of block.
  9. Once we know we are dealing with atrial flutter, then we select a place to make an ablation line. This slide shows the electroanatomic map of the flutter circuit. If we tilt it up, we see tricuspid annulus at the top, inferior vena cava at the bottom, and activation proceeding from lateral to medial. That is simply a matter of placing a continuous series of ablation lines through the isthmus to result in conduction block.
  10. These data from a nice study by Natale and co-workers really makes the point that catheter ablation should be first-line therapy for recurrent atrial flutter. They randomized treatment in sixty-one patients who had had recurrent atrial flutter and who had not failed prior antiarrhytmic drug therapy. Randomized treatments were antiarrhytmic drugs shown versus catheter ablation. During an average follow-up of twenty-two months, atrial flutter recurred in over ninety percent of the drug treated patients and almost two-thirds of them had atrial fibrillation. In contrast, atrial flutter recurred in only six percent of those treated with catheter ablation and fewer than a third had atrial fibrillation during follow-up. Eighty percent were in sinus rhythm at last follow-up. Complications of atrial flutter ablation are quite infrequent. They are often no more than minor groin hematomas. Many of our flutter ablations are performed as out-patient procedures. However, it is important to manage anticoagulation in a fashion similar to that which you would use for a cardioversion. If the patient is in atrial flutter at the time of the procedure, follow guidelines developed for anticoagulation of atrial fibrillation.
  11. These data from Hsieh et al demonstrates that atrial fibrillation is the biggest problem following flutter ablation. Patients who have had prior atrial fibrillation have a substantial risk of arrhythmia recurrence over the next couple of years, of fibrillation typically and not flutter. Patients who have not had fibrillation prior to ablation have a lower risk. However, with long follow-up, it is likely we are going to see more than twenty percent back with episodes of atrial fibrillation. In their study, recurrence of atrial flutter occurred in nine percent of patients during long-term follow-up.
  12. Now, as catheter ablation is becoming the first line treatment for atrial flutter, we are increasingly asked whether an arrhythmia that has a somewhat atypical appearance on the surface electrocardiogram is atrial flutter. In some cases, the only way to know is to do the electrophysiology study. So in this electrocardiogram is it flutter? Well, the P-waves are very small amplitude and are difficult to see. Certainly, the ventricular rate is organized and the activation sequence map of this arrhythmia on the insert panel shows an activation sequence consistent with clockwise flutter. Entrainment confirmed that indeed this was the case.
  13. Atypical electrocardiographic patterns are often seen when the atria are very diseased. Although the P-wave morphology may not be typical of an isthmus dependent flutter in someone who has had prior repair congenital heart disease or prior valve surgery, in fact isthmus dependent flutter is still the most common macro reentrant atrial arrhythmia that you will encounter in those patients. It is often worth a look at electrophysiologic study. It is important to keep an open mind in the approach to these patients. Some of the arrhythmias will be macro reentrant and non-isthmus dependent. They can still be ablated. Occasionally, one encounters a focal atrial tachycardia that mimics an activation sequence of common atrial flutter.
  14. This slide shows an electrocardiogram from a patient with prior ASD repair. The P-wave amplitude is very low, but you can see positive P-waves in II, III, and F. The rate is relatively slow. One might be suspicious on a focal atrial tachycardia.
  15. Intracardiac tracings confirm that indeed there is an atrial tachycardia. The activation sequence revealed a double-loop reentry circuit, as shown. The right atrium is seen from a right posterior oblique position here with wave-front circulating around to regions of scar. This is the most common location for scar related macro reentry - non-isthmus dependent following cardiac surgery.
  16. Our experience with these arrhythmias is summarized from our publication a few years ago by Etienne Delacretaz. In twenty patients with prior cardiac surgery for congenital heart disease, he identified forty-seven reentry circuits. The most common were isthmus dependent common flutters seen in eighteen and lateral wall circuits seen in nineteen cases. Septal reentry circuits were relatively infrequent. Left atrial circuits were also infrequent.
  17. Finally, atypical electrocardiographic appearances can also be left atrial flutter. Left atrial flutter is more difficult to ablate. The risk of approaching this arrhythmia are, of course, greater requiring left atrial access and more rigorous attention to anticoagulation. One can suspect you are dealing with a left atrial circuit when you find long post-pacing intervals (not at the tachycardia cycle length) in the right atrium. There are some P-wave clues as wel. These are summarized here in this nice article by Jais and colleagues in Circulation from 2000. A completely positive P-wave in V1 with atypical morphology for isthmus dependent flutter in the limb leads is often a clue that you are dealing with a left atrial flutter.
  18. In summary, you cannot reliably distinguish scar related or incisional macro reentry atrial tachycardias that are not isthmus dependent from those that are isthmus dependent based only on the electrocardiogram in many patients. Ablation of these arrhythmias is more difficult. They often are associated with multiple potential reentry circuits. It can be difficult to define a critical isthmus and to achieve block and an advanced mapping system is useful for guiding ablation in these patients. Employing these technologies success rates are improving in probably in the range of up to eighty percent or so, recurrences are more common than with isthmus dependent atrial flutters.
  19. In summary, catheter ablation in atrial flutter is an excellent first-line therapy for patients with recurrent isthmus dependent atrial flutter. It has excellent long-term efficacy and low risk. Atrial fibrillation occurs in twenty to thirty percent of patients during long-term follow-up, but this is usually somewhat easier to manage than the initial atrial flutter. Non-isthmus dependent flutter is occasionally encountered particularly in patients with prior atrial surgery and occasionally in patients with atrial scarring of unclear etiology and ablation of these is a bit more difficult.
  20. From stable primary mother wave impulses spread away with fibrillatory conduction along well oriented fibers around PVs, as you can see in this slide. Thus, it is important, when delivering circular lesions, to seek for anatomical orientation of myocardial fibers, so as to disconnect more appropriately PVs from the LA.
  21. From stable primary mother wave impulses spread away with fibrillatory conduction along well oriented fibers around PVs, as you can see in this slide. Thus, it is important, when delivering circular lesions, to seek for anatomical orientation of myocardial fibers, so as to disconnect more appropriately PVs from the LA.
  22. A destra scrivere frasi puntate che spiegano il razionale dell’atriotomia Fonti:The Role of (guerra..) and Pappone editoriale
  23. A destra scrivere frasi puntate che spiegano il razionale dell’atriotomia Fonti:The Role of (guerra..) and Pappone editoriale
  24. A destra immagine articolo Haiss Limitazioni dal syllabus ed editoriale pappone Fonti: syllabus and pappone editoriale and the role of (guerra..)
  25. This slide allows me to stress again on how essential is the PV-LA junction for the definite success of AFib ablation. As you can see, it shows the LA critical zones involved in the initiation and/or maintenance of AFib. On the basis of this wide range of data I collected from these important researchers You can see above mentioned, I developed the scientific and rational background on which I built up my approach. Obviously, I can’t help saying I could never have got these results without the steady and high professional cooperation of my working group.
  26. This slide allows me to stress again on how essential is the PV-LA junction for the definite success of AFib ablation. As you can see, it shows the LA critical zones involved in the initiation and/or maintenance of AFib. On the basis of this wide range of data I collected from these important researchers You can see above mentioned, I developed the scientific and rational background on which I built up my approach. Obviously, I can’t help saying I could never have got these results without the steady and high professional cooperation of my working group.
  27. This slide allows me to stress again on how essential is the PV-LA junction for the definite success of AFib ablation. As you can see, it shows the LA critical zones involved in the initiation and/or maintenance of AFib. On the basis of this wide range of data I collected from these important researchers You can see above mentioned, I developed the scientific and rational background on which I built up my approach. Obviously, I can’t help saying I could never have got these results without the steady and high professional cooperation of my working group.
  28. A destra scrivere frasi puntate che spiegano il razionale dell’atriotomia Fonti:The Role of (guerra..) and Pappone editoriale
  29. This slide allows me to stress again on how essential is the PV-LA junction for the definite success of AFib ablation. As you can see, it shows the LA critical zones involved in the initiation and/or maintenance of AFib. On the basis of this wide range of data I collected from these important researchers You can see above mentioned, I developed the scientific and rational background on which I built up my approach. Obviously, I can’t help saying I could never have got these results without the steady and high professional cooperation of my working group.
  30. A destra scrivere frasi puntate che spiegano il razionale dell’atriotomia Fonti:The Role of (guerra..) and Pappone editoriale
  31. Participant objectives, for this module, are as listed.
  32. VTs are generally classified as being either monomorphic or polymorphic. Detailed discussions of monomorphic VTs, (idiopathic, bundle branch, ventricular flutter,and ventricular fibrillation) will include a description of the rhythm, ECG characteristics, and treatment options.
  33. The presentation will conclude with a discussion of Torsades de pointes.
  34. Ventricular tachycardia can be attributed to one of three mechanisms.
  35. Reentry is a common cause of ventricular tachyarrhythmias. It is the mechanism that is responsible for the arrhythmias listed on this slide. Left idiopathic ventricular tachycardia is rare.
  36. Automaticity enables the cell to spontaneously produce an electrical impulse without an external stimulus. It is the mechanism for arrhythmias listed on this slide. Of note, hypoxemia is deficient oxygenation of the blood.
  37. Characteristically, triggered activity resembles both automaticity and reentry. Triggered activity can be divided into two different categories: pause-dependent and catechol-dependent. Pause-dependent triggered activity is caused by early afterdepolarizations in phase 3 of the action potential. These VTs are usually polymorphic. Catechol-dependent triggered activity is caused by late afterdepolarizations in phase 4 of the action potential. They may be seen in patients with digitoxicity, cardiac ischemia, or congenitally prolonged QT intervals. Increased sympathetic tone also plays a part in these arrhythmias. Idiopathic right ventricular tachycardia is attributed to this mechanism.
  38. This slide is a recording of RVOT VT.
  39. The following slides discuss the case of a 39 year old white female, who presented with idiopathic VT.
  40. This recording was taken during the patient’s EP study.
  41. In the case of reentrant tachycardias, activation mapping identifies the exit. Furthermore, it looks for the earliest activation site compared to the other sites sampled. If the tachycardia arises from another chamber, it may not be detected with this technique.
  42. These statements are true, especially if pacing unipolar.
  43. This tachycardia may terminate with adenosine. It is catecholamine sensitive and usually inducible with isoproterenol.
  44. The following slides discuss the case of a 39 year old white female, who presented with idiopathic VT.
  45. Idiopathic left ventricular tachycardia has been seen in younger patients with normal hearts.
  46. Bundle branch reentry tachycardia is another VT that is treatable with RF ablation. With this type of tachycardia, the HV interval is increased. Ablation of the right bundle does cure this form of reentry. However, given the underlying LBBB, ablation of the RBBB results in either very impaired His/Purkinje function or in complete heart block. A pacer is usually required.
  47. The most helpful criteria to consider when diagnosing VT due to bundle branch reentry is the comparison of this LBBB morphology to the LBBB seen in sinus. The morphology does not have to be exactly the same (if there is some conduction down the left bundle) but it should be really similar.
  48. Notice the abrupt transition from the LBBB to the RBBB during RF. Also note the significant PR prolongation both before and after RF. Severe His/Purkinje delay is required for this tachycardia to occur.
  49. This concludes VENTRICULAR TACHYARRHYTHMIAS – AN ELECTROPHYSIOLOGIC OVERVIEW. As discussed, ablation is an effective therapy for selected VTs. Approximate success rates are as follows: 70% for patients with coronary artery disease 95% for patients with BBR VT 85% for RVOT VT 85% for Idiopathic left ventricular tachycardia