1. “Iustitia est habitus animi,
communi utilitate conservata,
suam cuique tribuens
dignitatem”
De inventione
2. 115 a.C. Gaio Verre nasce a Roma
in seno alla gens Tadia,
un’antica famiglia patrizia
Diventa questore della
84 a.C. Gallia Cisalpina
Diventa legatus e, dopo la
80 a.C. morte di Malleolo, pro-
questore della Cilicia
Verre viene eletto pretor
75 a.C. urbanus, forse con qualche
broglio elettorale
Tramite sorteggio, gli viene
73 a.C. affidato il governatorato
della Sicilia
Rivolta dei gladiatori di Spartaco
73 a.C. (Capua) che minaccia di invadere la
Sicilia, così Verre fa presidiare i porti
Non avendo ricevuto l’appoggio dei
71 a.C. pirati, Spartaco viene sconfitto e
l’incarico di Verre prorogato fino al 70
a.C.
Ritorna a Roma sostituito
70 a.C. da Lucio Metello
Dopo anni di volontario esilio
43 a.C. a Marsiglia, Verre viene ucciso
dalle liste di proscrizione di
Marco Antonio
3. LEX CALPURNIA LEX LEX SERVILIA
(149 a.C.) SEMPRONIA CAEPIONIS
Q. perpetua de repetundis
IUDICIARIA e (106 a.C.)
LEX ACILIA Q. perpetua de repetundis
Praetor peregrinus (122 a.C.)
Giuria senatoria Pena in denaro doppio Giuria senatoria
del valore del danno
Concussione dei prodotto;
governatori provinciali Concussione dei magistrati
Giuria di equites;
4. LEGES LEGES CORNELIAE LEX AURELIA
SERVILIAE (81 a.C.) COTTA (70 a.C.)
GLAUCIAE de maiestate; de ambitu; de Giuria:
(101 a.C.) falsis; de sicariis et 1/3 Senatori;
veneficiis; de iniuriis; 1/3 Equites;
Giurie di equites sumptuaria; de adulteriis et
de pudicitia; de repetundis 1/3 Tribuni aerarii
Comperendinatio:
dilazione del processo Giuria senatoria
in due actio.
5. Presidente della Corte:
MANIO ACILIO GLABRIONE La moglie:
Emilia Scaura;
IUNIOR (console nel 67 a.C.) Il suocero: M.
Emilio Scauro; La
suocera: Cecilia
Metella.
6. Quinto Ortensio Ortalo (Sillano)
114-50 a.C. Lutazia, sorella di Catulo
Marzia, figlia di M. Porcio Catone
L. Marcio Filippo
Governatore della Sicilia
Lucio Cornelio P. Cornelio
intorno al 90 a.C. Scipione Nasica
Sisenna
7. Sminuire eticamente e psicologicamente il ruolo
dell’accusatore, chiedendo a Cicerone quale
avversione o offesa l’abbia indotto a intraprendere
questo ruolo;
suggerire l’intervento di un accusatore, per un altro
processo per concussione, che richieda per le sue
indagini un tempo inferiore a quello chiesto da
Cicerone;
iniziare l’arringa difensiva dopo il 20 settembre ;
impedire che Cicerone abbrevi la sua orazione per
guadagnare tempo;
procrastinarla all’anno successivo in modo che
subentri il nuovo presidente della corte, Marco
Cecilio Metello, fratello del governatore della Sicilia
e del pretore designato per il 69 a.C.
8.
9. Circolazione delle notizie;
Contatti ravvicinati tra le varie città malversate;
Creazione di un archivio dei fatti.
11. “Verre è imputato di avere saccheggiato per tre anni la Sicilia,
devastato le città, fatto il vuoto nelle case, spogliato i templi”
(Div. 4,11)
Prosopopea della Sicilia“tutto l’oro, tutto l’arsdnto, tuttd ld opdrd d’artd
che si trovavano nelle mie città, nelle mie case, nei miei templi, tutti i
privilegi concessimi in ogni campo dalla benevolenza del popolo
romano, tutto, G. Verre, mi hai tolto con la frode e la violenza: a questo
titolo ti chiedo a norma di legge un risarcimento di 100 milioni di
sesterzi”
(Div. 5,19)
12. “Dichiariamo che C. Verre non solo ha compiuto molti abusi di potere, molti atti
di crudeltà a danno di Romani e di Provinciali, e molte empietà nei riguardi degli
dei e degli uomini, ma ha pure portato via illegalmente 40 milioni di sesterzi”
(I, 56)
“Dichiaro che tu hai esportato da Siracusa una gran
quantità d’oro, d’arsdnto, di porpora, di stoffa di Malta,
di tappeti, di suppellettile di Delo, di vasi di Corinto, di
grano e di miele: e tutto senza pagamento dei diritti
dosanali. Non sdmbra qudsto un capo d’accusa bdn
sravd? Non cd n’è un altro più sravd, a mio pardrd”
(II, 2, 176-177).
13. oratoria, ma con precisa (ed esagerata)
richiesta di risarcimento;
Sintetica, ma con stima precisa del denaro
illegalmente esportato;
elenco analitico del materiale illegalmente
esportato.
14. Trasformare l’accusa (a Verre) in difesa (della Sicilia);
Concentrare l’indasind in Sicilia in poche tappe;
Iniziare l’arrinsa difensiva entro i primi giorni di agosto;
Rinunciare ad una lunga arringa, cominciando il più presto possibile
l’dscussiond dei testimoni;
Rintuzzare le proteste di Ortalo enfatizzando la malvagità ddll’accusato;
Impedire che si giunga all’anno successivo.
Monumento
bronzeo a
Cicerone, di
Ferruccio
Vecchi, Arpino
15. L. Cassio (Tribuno militare 69);
M. Cecilio Metello (pretore designato 69 - SILLANO);
M. Cesonio (edile des. 69; pretore 66);
G. Claudio Marcello (gov. Sicilia 79 - SILLANO)
Q. Cornificio (Trib. Pl. 69; Pretore 66 - ANTISILLANO);
M. Crepereio (Trib. Mil. 69 - ANTISILLANO);
M. Lucrezio
Q. Lutazio Catulo Capitolino (cons. 78; cens. 65 -
SILLANO);
Q. Manlio (Trib.pl. 69 – ANTISILLANO);
L. Ottavio Balbo;
P. Servilio Vatia (Console 79; gov. Cilicia; Cens. 55 –
SILLANO)
P. Sulpicio (Questore 69);
Q. Titinio (ANTISILLANO);
Gn. Tremelio Scrofa (Quest. di Crasso nel 71; pretore 58)
16. • CONSOLI: Ortensio e Q. Cecilio Metello;
• PRETORI: M. Cecilio Metello; M. Lollio
Palicano
• EDILI: Cicerone; M. Cesonio
• QUESTORI: C. Giulio Cesare; P. Sulpicio;
• TRIBUNI PLEBE: Q. Manlio; Q. Cornificio
• TRIBUNI MILITUM: L. Cassio; M. Crepereio;
19. Questo bifolium Divinatio in Caecilium è l'orazione con la quale Cicerone
contiene parte
della divinatio
chiese il diritto di sostenere l'accusa per conto dei Siciliani,
pronunciata da contrapponendosi al magistrato Quinto Cecilio Nigro nel
Cicerone, scritta processo per la selezione del successore di Gaio Verre.
in greco
Cicerone con questa orazione sostenne di poter essere un
accusatore migliore di Quinto Cecilio Nigro, che fino ad
allora era noto per il suo malgoverno.
Grazie alla Divinatio in Caecilium Cicerone poté assumere
l’accusa per conto dei Siciliani e ottenere così un tempus
inquirendi di 110 giorni.
La Divinatio in Caecilium è l'unico testo ciceroniano che ci sia
giunto tra le sue opere retoriche del genere divinatio.
20. Dopo la Divinatio in Caecilium,
Cicerone…
racconta come sia stato
ostacolato nelle indagini da lui
svolte in Sicilia;
spiega i sistemi messi in atto
da Verre per ritardare il
processo all'anno successivo,
sperando in un giudice a lui
più favorevole;
espone riassumendoli i
principali capi di accusa contro
Verre.
Cicerone inoltre spiazza Verre ed il
suo difensore Quinto Ortensio
Ortalo, rinunciando ad una lunga
esposizione e passando
direttamente all'ascolto dei
testimoni. Così Verre, schiacciato
dall’evidenza delle accuse, parte
in volontario esilio.
Lapis Niger,
Foro romano, luogo in cui si
pronunciava l’actio
21. Costituita da cinque orazioni che Cicerone non
pronunciò, ma che compose e pubblicò utilizzando
l’abbondantissimo materiale raccolto durante le sue
indagini.
Essa è divisa in più parti:
I. DE PRAETURA URBANA: I misfatti di Verre nella
fase della sua carriera antecedente il governatorato
siciliano;
II. DE PRAETURA SICILIENSI: Gli innumerevoli
soprusi ruberie e delitti compiuti da Verre in Sicilia;
III. DE FRUMENTARIA: le illegalità e le angherie
commesse nell’esazione e nella requisizione delle Le Latomie
granaglie; siracusane, in cui
Verre rinchiudeva i
Siciliani, accusati.
IV. DE SIGNIS: i furti di oggetti preziosi e di opere ---------------
d’arte, di cui le città siciliane erano ricche e di cui Moneta di Sesto
Verre era un maniaco collezionista; Pompeo,raffigurante
Scilla e la Colonna
V. DE SUPPLICIIS: gli orrendi e crudeli supplizi ai Reggina.
quali sottoponeva persone innocenti.
22. «Quattro statue in una cappella privata a Messina»
Actio Secunda - De Signis (3-7)
Erat apud Heium sacrarium magna
cum dignitate in aedibus a maioribus
traditum perantiquum, in quo signa
pulcherrima quattuor summo
artificio, summa nobilitate, quae non
modo istum hominem ingeniosum et
intellegentem, verum etiam quemvis
nostrum, quos iste idiotas appellat,
delectare possent, unum Cupidinis
marmoreum Praxiteli; nimirum didici
etiam, dum in istum inquiro, artificum
nomina. Idem, opinor, artifex eiusdem
modi Cupidinem fecit illum qui est
Thespiis, propter quem Thespiae
uisuntur; nam alia visendi causa nulla
est.
Eros, copia romana di un tipo statuario
greco riferibile alla cerchia di Prassitele
(IV sec. a.C.), Musei Vaticani
23. […] Verum ut ad illud sacrarium
redeam, signum erat hoc quod dico
Cupidinis e marmore, ex altera
parte Hercules egregie factus ex aere.
Is dicebatur esse Myronis, ut opinor,
et certe. Item ante hos deos erant
arulae, quae cuiuis religionem sacrari
significare possent. Erant aenea duo
praeterea signa, non maxima verum
eximia venustate, virginali habitu
atque vestitu, quae manibus sublatis
sacra quaedam more Atheniensium
virginum reposita in capitibus
sustinebant; Canephoroe ipsae
uocabantur; sed earum artificem
Canephora, British
– quem? quemnam? recte admones –
Museum Polyclitum esse dicebant. Hercules, statua in
bronzo, Musei Capitolini
24. Il processo si concluse con la fuga di Verre in
esilio volontario a Marsiglia prima della fine
del processo. Verre fu condannato al
risarcimento di 3 milioni di sesterzi, una
cifra comunque modesta rispetto quello che
aveva estorto; venne poi ucciso nel 43 a.C.
per ordine del triumviro Marco Antonio che lo
inserì nelle liste di proscrizione.