In occasione di 'Web e democrazia' (http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso), 6 aprile 2013.
Fonte: ilnichilista.com
Autore: Fabio Chiusi
1. Democrazia senza partiti e
democrazia digitale: il caso del
MoVimento 5 Stelle
Fabio Chiusi
Ilnichilista.com
Twitter: @fabiochiusi
fabiochiusi@yahoo.it
2. Un dibattito non nuovo...
● Per la «democrazia senza partiti»:
– «Ciò che impedisce la giustizia e la morale sociale sono i partiti politici»
(Antonio Rosmini)
– «La tendenza essenziale dei partiti è totalitaria»; «I partiti sono
organismi pubblicamente, ufficialmente costituiti in maniera tale da
uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia» (Simone
Weil)
3. Un dibattito non nuovo...
● Per la «democrazia digitale»:
– «L’ipotesi che la futura computer-crazia, com’è stata chiamata, consenta
l’esercizio della democrazia diretta, cioè dia a ogni cittadino la possibilità di
trasmettere il proprio voto a un cervello elettronico, è puerile» (Norberto
Bobbio, 'Il futuro della democrazia', 1984)
– «Il Paese si sta trasformando in una repubblica elettronica (…). La nascente
repubblica elettronica sarà un ibrido politico. I cittadini non solo saranno capaci di
scegliere chi li governa, come hanno sempre fatto, ma potranno anche
partecipare maggiormente e in modo più diretto alla politica determinando essi
stessi le leggi e le strategie di governo. Attraverso la maggiore diffusione degli
strumenti di telecomunicazione digitale bidirezionale a banda larga, il cittadino si
sta guadagnando un proprio posto al tavolo del potere politico. Sebbene cresca
l'insofferenza della popolazione nei confronti del governo, l'inesorabile processo
di democratizzazione, insieme ai consistenti passi avanti delle tecnologie
interattive, sta trasformando la gente nel nuovo quarto ramo del governo. Nella
repubblica elettronica non sarà più la stampa ma la gente a rappresentare il
quarto potere dello stato a fianco dei tre poteri tradizionali (esecutivo, legislativo
e giudiziario)» (Lawrence K. Grossman, 'La repubblica elettronica', 1997)
4. ...ma di rinnovata attualità
● Per questi presupposti:
– Nove italiani su dieci non hanno fiducia nei partiti
● Le percentuali non sono mai state così basse
– L'unico vero vincitore delle elezioni 2013 vuole
eliminare i partiti
● Beppe Grillo: «Quando c'è un partito si instaura la
corruzione. Noi vogliamo una cosa nuova. Una 'iper-
democrazia senza i partiti' con al centro i cittadini» (30
maggio 2012)
5. Cosa ne deriva
● Che in larga parte dell'opinione pubblica la
forma 'partito' ha un'accezione negativa in sé
– Non a caso tornano in libreria testi che sostengono
questa precisa ipotesi
● 'Manifesto per la soppressione dei partiti politici' (1943),
Simone Weil
● 'Democrazia senza partiti' (1949), Adriano Olivetti
– E spuntano vecchi esponenti della partitocrazia che
improvvisamente si scoprono contro i partiti
● Willer Bordon (ex Pci, Radicali, Pds, Alleanza Democratica, Unione
Democratica, Democratici, Margherita), 'Manifesto per l'abolizione
dei partiti politici' (2012)
6. Il partito è un male in sé
● Si compie dunque un salto logico: dalla critica a
questi partiti alla critica ai partiti in quanto tali
– Es: visti i casi Belsito, Fiorito, Lusi etc., allora
dobbiamo eliminare (e non riformare o regolare) i
partiti
– Ma è un passaggio lecito?
– E soprattutto: è una buona idea ragionare secondo
la forma 'A è male, dunque ¬A è bene'?
● In altre parole: cosa garantisce che una
«iperdemocrazia» (diretta) senza partiti sia
necessariamente migliore della democrazia
(rappresentativa) dei partiti?
7. L'«iperdemocrazia» del M5S
● Come si fa, concretamente?
– A livello locale, proseguendo sulla strada dell'auto-
organizzazione tramite Meetup
– A livello nazionale, sta per arrivare (da oltre un
anno, ndr) la «piattaforma» collaborativa per
coordinare gli sforzi di tutti gli attivisti
● Nel frattempo, si rispettano le regole di fondo dettate da Grillo-
Casaleggio («non statuto», «codice di comportamento» etc.) e si
utilizzano i punti programmatici condivisi discussi dal 2005 a oggi sul
blog, nei Meetup, in rete e negli incontri faccia a faccia
● Problema: come conciliare i due livelli? (v. 'Politica a 5
Stelle', Biorcio e Natale)
8. Chi decide?
● In ogni caso, l'ultima parola spetta «alla Rete»
– Gli eletti sono solo «portavoce» della volontà
popolare espressa tramite votazioni online (es:
parlamentarie)
● A loro piace autodefinirsi «terminali» della Rete
– E per le soluzioni ancora da prendere (es:
programma economico, temi come lavoro, sanità,
istruzione etc.)? Ci pensa l'«intelligenza collettiva»
che promana dalla Rete
● È il prodursi di questa «intelligenza collettiva» che rende i
partiti (come ogni altra mediazione tra cittadino e
decisione: esperti, giornalisti, intellettuali, politici di
professione etc.) superflui
9. L'«intelligenza collettiva» funziona?
● E in modo abbastanza affidabile da sostituire
tutti i processi deliberativi della democrazia che
conosciamo?
– Dal compromesso allo streaming e alla trasparenza assoluta
– Dall'art.67 Cost. al mandato imperativo (retorica del «dipendente» dei
cittadini)
● E anche se funzionasse, una dittatura
istantanea della maggioranza è sempre
l'opzione migliore/una scelta giustificata?
– Es: «Io con un click, semplicissimo, [...] io decido se fare la guerra o non
fare la guerra, se uscire dalla Nato, se essere padroni in casa nostra, se
avere una sovranità monetaria, una sovranità economica» (Beppe Grillo,
25 gennaio 2012)
10. Sono domande mai poste
● L'ideologia del M5S assume l'«intelligenza
collettiva» funzioni, e abbastanza bene da
rendere effettiva ed efficace la democrazia
diretta
● Perché qualunque problema non abbia ancora
soluzione è risolvibile (e sarà risolto) tramite «la
Rete»
– Agenzie interinali per rendere effettivo e sostenibile
reddito di cittadinanza? Ci pensa la Rete. Le parti
mancanti del programma? Idem. Le menzogne? La
Rete le spazza via. Le concentrazioni di potere?
Pure. Etc. etc.
11. Con «la Rete» si può
● Entra in gioco Internet: è l'uso del web come
strumento di partecipazione politica a garantire
la possibilità – per la prima volta nella storia –
di realizzare forme reali ed efficaci di
democrazia diretta
– Alcuni esempi lo dimostrerebbero: la Costituzione
islandese in 'crowdsourcing'; 'open ministry'
(Finlandia); il successo dei Pirati tedeschi e della
loro piattaforma Liquid Feedback
– È il cuore della posizione del M5S
12. «Demenza collettiva»
● Ma è così?
– In un Paese dove un italiano su due non ha mai aperto un
libro nell'ultimo anno
– E sette su dieci non sono in grado di comprendere un testo
di media complessità
– Con un digital divide (infrastrutturale e culturale) tra i più
marcati nei Paesi sviluppati
– In un ecosistema web – quello di Grillo - in cui chi dissente è
equiparato a un molestatore (troll)
– E dove troppe bufale (microchip sottocutanei, l'Aids non
esiste, i vaccini fanno male, le scie chimiche, il signoraggio
etc.) sopravvivono alla loro falsificazione
13. Non vale la pena chiederselo?
● Siamo sicuri che basti eliminare i partiti per
risolvere tutti questi problemi – endemici, in
Italia - nella gestione della cosa pubblica?
– Per non parlare di corruzione, criminalità
organizzata, inefficienze, sprechi, decisioni miopi o
demagogiche etc?
– E soprattutto: se i partiti sono un male in sé, come è
possibile che il miracolo economico sia avvenuto in
un sistema partitocratico?
14. Perché il M5S non se lo chiede
● Perché salterebbe la differenza fondamentale
tra sé e «i partiti»
– E dunque non potrebbe più dipingersi come
«rivoluzione culturale», e aggregare la sfiducia degli
italiani verso partiti, classe dirigente e istituzioni
● Una critica dunque decisiva nel momento in cui dal voto
di protesta si passa al voto di proposta
● Ma «la Rete» di cui parla Grillo-Casaleggio è
una versione stereotipata della Rete 'reale',
fatta di carne (persone) e fibra ottica (strutture)
15. Per una critica morozoviana
● «La Rete» di Grillo-Casaleggio (in 'Siamo in
guerra', Chiarelettere) è
– «Francescana, anticapitalista: nel web le idee e la loro condivisione
valgono più del denaro» (qualcuno lo dica a Zuckerberg)
– Giusta («Non rubi attraverso la Rete»)
– Chiarificatrice («La Rete permette all'ignaro investitore di comprendere i
misteri della Borsa»; sarà per questo che brancoliamo nel buio rispetto
alla crisi finanziaria da anni)
– Creativa («Nasceranno nuovi Dostoevskij del digitale»)
– Equa («[In 10-20 anni] scompariranno i media tradizionali, svanirà gran
parte delle strutture gerarchiche»)
– Visionaria («Per conoscere il futuro dell'umanità non è necessario essere
Nostradamus, è sufficiente contattare attraverso la Rete i più importanti
esperti mondiali»)
16. Nella terminologia di Morozov
● Contenuta in 'To Save Everything, Click Here':
– Lo strumento che ha causato una rivoluzione unica nella
storia umana – che apre opportunità altrettanto uniche
(epocalismo)
– Il fulcro di ogni problema (ogni problema si deve affrontare
nei termini della «Rete»: secondo i suoi principi e attraverso
le sue modalità di funzionamento – esatte e immutabili)
(internet-centrismo)
– Lo strumento attraverso cui trovare e attuare la soluzione
(fix) a ogni problema (bug) (soluzionismo)
17. Ma questa «Rete» non esiste
● Perché
– In tutte le epoche si è parlato di rivoluzioni uniche e opportunità
uniche a seguito di nuove tecnologie (con annessi proclami
salvifici-entusiasti o catastrofisti-scettici; es: stampa, telefono, tv)
– Non ci sono principi immutabili e leggi di natura nella «Rete». Per
es. è libera o censurata a seconda delle decisioni che prendiamo
sul suo essere libera o censurata (v. WCIT, SOPA, ammazzablog
etc.); ps: tra le leggi immutabili del libero web non c'è la guerra ai
«troll».
– Non tutti i problemi hanno una soluzione in n passi finiti,
algoritmica, o grazie all'«intelligenza collettiva» (es: votare Grasso
o meno; dare la fiducia al Pd o meno etc.)
18. E anche se esistesse
● Non tutti hanno tempo di dedicarsi al
funzionamento della cosa pubblica (formazione
di nuove élite, «casuali» - Rodotà,
'Tecnopolitica')
– E se la soluzione è la delega «liquida», siamo sicuri capire chi sia
la persona giusta cui delegare sia meno faticoso che decidere da
sé?
● I cittadini non hanno sempre ragione: non sono
«clienti» e non si possono trattare come tali
– E come si contraddice la volontà della maggioranza, se dovesse
servire (es: emergenza, sicurezza nazionale, scelte impopolari di
politica economica – chi mai si alzerebbe le tasse?)
19. Altri problemi dell'«iperdemocrazia»
● Come si prendono scelte che guardano «ai
prossimi vent'anni e non ai prossimi cento
giorni» (come dice Grillo)?
– Certe scelte prese in modo plebiscitario (referendum online)
ignorano la dimensione diacronica delle decisioni (es: se esco
dall'euro oggi, domani non posso rientrarci perché l'opinione
pubblica ha cambiato idea)
● Usare «la Rete» non garantisce di per sé
maggiore partecipazione
– Es: flop di partecipazione delle 'parlamentarie' (32 mila votanti su
8 milioni di elettori; e contro 3 milioni di votanti alle primarie Pd)
20. Il netizen totale
● Problema antropologico: la visione del cittadino
(digitale) come «terminale» di una «intelligenza
collettiva» somiglia troppo a quella del
«cittadino totale» di memoria totalitaria
– Disincentiva le visioni minoritarie e il pensiero
anticonformista
– Rende maggiormente controllabili le masse e gli
individui che le compongono (basta contraddirne
uno; per es., definendolo un «troll» a libro paga di
un altro partito – e tutti quelli che la pensano come
lui diventano «troll» da eliminare)
21. Conclusione
● Questi problemi sono di entità inferiore rispetto
a quelli provocati dal sistema della democrazia
rappresentativa e dei partiti instaurato dal
Secondo dopoguerra a oggi?
– Comunque la si pensi, si dovrebbe discuterne.
Specie quando chi propugna quella visione del
futuro ha il consenso di oltre un italiano su quattro
– È questo il futuro che vogliamo?
● Io credo di no, ma invece di tentare di replicare o imitare il modello del M5S nei punti
programmatici, e soprattutto nell'idea della trasparenza valore in sé (v. Renzi sul
FOIA, l'Italia come «start up»), dello streaming come necessario (v. incontro Bersani-
M5S), della Rete come necessariamente salvatrice del rapporto (eroso) tra politica e
cittadini, bisognerebbe iniziare a chiedercelo.
22. Approfondimenti
● Dal mio blog:
– Il peccato capitale del M5S (http://ilnichilista.com/2012/05/24/il-peccato-
capitale-del-movimento-5-stelle/)
– In difesa dei partiti (http://ilnichilista.com/2012/05/31/in-difesa-dei-partiti/)
– Manifesto contro i manifesti per l'abolizione dei partiti
(http://ilnichilista.com/2012/06/10/manifesto-contro-i-manifesti-per-
labolizione-dei-partiti/)
– I numeri della democrazia digitale (http://ilnichilista.com/2012/12/21/i-
numeri-della-democrazia-digitale/)
– Sulla democrazia senza partiti (http://ilnichilista.com/2013/04/01/sulla-
democrazia-senza-partiti/)
– Demenza collettiva (http://ilnichilista.com/2013/03/20/demenza-
collettiva/)
23. Approfondimenti /2
● Da altre fonti:
– Grillo e Casaleggio in guerra tra eccessi e banalità
(http://www.valigiablu.it/doc/633/grillo-e-casaleggio-in-guerra-tra-eccessi-
e-banalit.htm)
– Elezioni 2013: non ha vinto Internet, abbiamo perso noi
(http://www.valigiablu.it/elezioni-2013-non-ha-vinto-internet-abbiamo-
perso-noi/)
– Dittatura Internet (http://www.ufficiostampa.rai.it/pdf/2013/2013-04-
11/2013041124322352.pdf)