Oratori si nasce o si diventa? Domanda spontanea…che nasce soprattutto dalla poca abitudine che abbiamo di parlare davanti ad un pubblico più o meno vasto. Oratori – e per di più abili - lo si diventa attraverso tanta pratica ed esperienza…e alle tecniche e stratagemmi che Bice Tarantini ci illustra in questo audiocorso. Fondamentale è lavorare sul proprio atteggiamento mentale…e imparerai anche che per diventare un abile oratore prima di tutto devi essere un attento ascoltatore con gli occhi e le orecchie. Scoprirai le fasi del “public speaking” e l’efficacissima “tecnica four®” per la gestione del dissenso… Ti stai ancora chiedendo se “oratori si nasce o si diventa?”
1. Dispensa audiotraining
Public Speaking
di Bice Tarantini
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2. LA MIGLIOR MANIERA PER IMPARARE A PARLARE IN PUBBLICO È…
PARLARE IN PUBBLICO
Dale Carnegie
Per chi non ha questa abilità, non mettiamo in discussione che si possa
imparare, a patto di dedicare del tempo all’apprendimento, quindi tanta
costanza e impegno.
Gli uomini hanno sempre avuto occasioni di parlare in pubblico ed oggi si
sente sempre più il bisogno di rendere le proprie performance efficaci;
saper suscitare interesse, mantenere l’attenzione per tutta la durata del
proprio intervento sono alcuni degli obiettivi di un oratore.
Se si devono convincere dei colleghi, vendere a dei clienti, motivare un
team, comunicare in classe o sottoporre un’idea ai propri superiori, l’abilità
nell’esporre le proprie idee può fare la differenza tra l’ottenere un successo
o un fallimento.
Fare un bel discorso vuol dire avere qualcosa da comunicare e saperla
comunicare in maniera efficace in modo che l’ascoltatore afferri il concetto
e gli sia chiaro ciò che l’oratore sta trasmettendo.
Ti auguro…buon ascolto!
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3. L’AUDIOTRAINER
BICE TARANTINI
Laureata in Marketing e comunicazione d’azienda, orienta i suoi studi alla
comunicazione e in particolare la comunicazione interpersonale.
Contemporaneamente agli studi universitari cominciano le sue esperienze
lavorative nel settore della formazione come tutor e coordinatrice alla
formazione (IFOA istituto di formazione operatori aziendali della Camera di
Commercio di Reggio Emilia), oltre ad esperienze come trainer nei percorsi
formativi. Esperienze importanti che le hanno permesso di conoscere e
approfondire il settore della formazione attraverso attività di progettazione
di percorsi finanziati e non, organizzazione di progetti formativi per tutor e
insegnanti, post‐diploma e post laurea ed erogazione della formazione in
aula.
Formatasi con la scuola Max Formisano Training, perfeziona le sue tecniche
di gestione dei processi di apprendimento degli adulti e gestione delle
risorse umane formando risorse di alcune realtà nazionali (Sai, Alenia,
Vodafone e formazione motivazionale rivolta a docenti di scuole superiori).
È Master Practitioner in PNL. Socia e responsabile della sede di Bari della
Max Formisano Training Coaching & Consulting e trainer di comunicazione
efficace, public speaking e motivazione.
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4. ATTEGGIAMENTO MENTALE
“Pigmalione re della mitica isola di Cipro, scolpì una splendida statua di
marmo che riproduceva Afrodite, la dea greca della bellezza, dell’amore e
della fertilità. Dopo averla scolpita, tanto erano la bellezza ed il fascino che
emanava, che se ne innamorò perdutamente e cominciò a desiderarla per sé,
viva. La dea Afrodite, colpita e commossa dall’intensità del desiderio di
Pigmalione, lo accontentò e volle soddisfare le sue aspettative dando vita alla
statua”.
Il comportamento tende a confermare gli atteggiamenti positivi o negativi
in quanto incidono sulla motivazione ad apprendere e sull’autostima. Tutte
le azioni che compirò seguiranno la direzione che il mio atteggiamento
mentale e le mie credenze suggeriscono.
In genere, arriviamo a fare o ad imparare tanto quanto ci aspettiamo di
poter fare o imparare! È stato dimostrato che è molto difficile apprendere
un’abilità che si pensa non essere alla propria portata. Se credete di non
essere all’altezza di tenere una riunione o una conferenza, quanti sforzi
farete perché si avveri il contrario? Magari rinunciate e basta, oppure
evitate ogni situazione in cui ci si “espone” in pubblico, perché tanto “io
non sono portato, io sono troppo timido”.
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5.
In realtà, avete deciso di non essere all’altezza, quindi avete messo poco
tempo, volontà e costanza nell’apprendere questa abilità. Così, la prossima
situazione in cui parlerete in pubblico i risultati saranno gli stessi di sempre
e questo, addirittura, confermerà che non siete capaci di parlare in
pubblico!
Dunque, prima di tutto bisogna crederci. Questo è l’atteggiamento mentale
di chiunque voglia davvero imparare a parlare in pubblico.
Zona di comfort
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6. UNA PAROLA MAGICA: FLESSIBILITÀ
E allora succede che si ignorano le esigenze di chi si ha di fronte, le
domande, lo stato d’animo: non importa che chi si ha di fronte sia stanco o
si annoi, non importa che ciò che stiamo dicendo sia poco chiaro o non
riesca a trovare l’utilità, l’importante è andare avanti… avanti… ma dove?
Che senso ha? Né più né meno del senso che ha per il docente per esempio
il voler terminare per forza il programma scolastico di quell’anno, pur se di
quanto fatto sia stato capito o assimilato poco e niente. Parlare di
flessibilità in questi casi è molto importante!
Essere flessibili non vuol dire che dobbiamo essere in balia del nostro
uditorio, ma sicuramente il nostro intervento deve essere tarato e mirato
sulle sue esigenze e aspettative. Non c’è niente di peggio che non
soddisfare le aspettative di un pubblico, grande o piccolo che sia.
Flessibilità è una parola magica non solo per quello che riguarda il parlare in
pubblico, ma anche per ogni tipo di comunicazione che abbiamo con altre
persone.
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7. CONTENUTO E FORMA
Cosa comunichiamo
e come lo comunichiamo
Si deve sempre considerare quello che si dice cioè il contenuto, il come si
dice e quindi la forma, non tralasciando…a chi si parla. Infatti forma e
contenuto caratterizzano una comunicazione in pubblico che mira ad
affascinare le persone e suscitare interesse.
LE TRE FASI DEL PUBLIC SPEAKING
Poeta si nasce…oratore si diventa
Cicerone
Come il viaggio in aereo ha tre fasi fondamentali decollo, volo e atterraggio,
così una performance in pubblico possiamo dividerla in tre fasi che
chiameremo nella stessa maniera (decollo, volo e atterraggio).
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8. SOLTANTO UNA COSA RENDE
IMPOSSIBILE UN SOGNO:
LA PAURA DI FALLIRE
P. Coelho, L’alchimista
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9. Materiale estratto da:
Dispensa audiotraining
Public Speaking
di Bice Tarantini
Non abbiamo tutto,
solo il meglio.
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