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Report Conferenza stampa del 14 gennaio 2013
Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo
Presentazione di delibere, regolamenti, attività e progetti
Aprono la conferenza Piero Magri di Terre di mezzo e Angela Fioroni di Legautonomie
Lombardia. Raccontano i motivi che hanno spinto la Scuola delle Buone pratiche a
occuparsi di gioco d’azzardo.
Nell’edizione della Scuola del 2012, che si è svolta a Fa' la cosa giusta!, partecipò il
Comune di Corsico, spiegando tutte le attività intraprese per la legalità. Un laboratorio
che ebbe molto successo, e fece nascere l'idea di un percorso di approfondimento dei
temi della legalità.
Il percorso si articola in 4 tappe:
1. il gioco d’azzardo, come contrastarne la dipendenza;
2. l’economia sana e l’ente locale: la convenienza, la bellezza, la giustizia
dell’economia legale;
3. la comunicazione della legalità con i propri cittadini: come fare in modo che le azioni
per la legalità siano condivise tra Amministrazione locale e cittadini.
4. l'ultima a Fa' la cosa giusta! Il 15 marzo 2013, sarà un momento di raccolta e sintesi
del percorso.
Perché proprio il gioco d’azzardo? È la domanda che ci hanno posto alcuni giornalisti.
Per diversi motivi, è la risposta, e ne abbiamo elencati alcuni:
1. sono ormai dimostrati i legami tra gioco d’azzardo, la criminalità organizzata e i
legami tra il gioco e la microcriminalità: scippi, furti, prestiti a usura, minacce, il
degrado di alcuni quartieri
2. cominciano a diventare evidenti le devastazioni che il gioco d’azzardo e la
dipendenza, che troppo frequentemente comporta, producono nelle persone, nelle
famiglie e nelle comunità; alcuni esempi:
• persone, famiglie che perdono tutto ciò che hanno: lavoro, casa, risparmi;
conseguenti litigi, rotture, vergogne, anche tentativi di suicidio
• famiglie che usano per il gioco d’azzardo i finanziamenti dei contributi pubblici che
ricevono per la scuola dei figli, l’affitto, le cure
• famiglie che non pagano le spese condominiali, rischiando – e subendo – la
chiusura dell’erogazione del gas, e quindi del riscaldamento domestico
• persone sotto scacco degli usurai da cui hanno avuto in prestito i soldi per giocare
• genitori, madri e padri, che vanno a giocare portando con sé i bambini
• persone che, stimolate da un desiderio irresistibile e irrefrenabile del giocare
d’azzardo, sottraggono ore al lavoro, alla vita affettiva e di relazione, al tempo libero
• persone che per giocare mettono in atto azioni illegali, quali l’appropriazione
indebita, la truffa, il furto
• persone che dietro l’inseguimento di una vincita – che sanno sarà sempre molto
inferiore a quanto giocato – stravolgono i fondamenti ai quali sono stati educati e
sui quali è costruita la nostra società: il lavoro, la fatica, i talenti
È chiaro che i Sindaci, lanciando l’allarme contro il gioco d’azzardo e le patologie che ne
conseguono, non inseguono una chimera ideologica né oscurantista, ma si preoccupano
del benessere dei propri cittadini, della stabilità delle famiglie, della salvaguardia
delle comunità e della sicurezza urbana.
Senza avere alcuno strumento normativo o regolativo per intervenire su questa materia.
Per queste ragioni nel seminario di Corsico è stato deciso di creare un network di
Comuni in rete, per sostenere le attività, condividere le azioni intraprese, decidere
insieme i percorsi da attivare: perché in occasione del seminario è stata mostrata la
grande mole di lavoro che – nonostante i limiti, i divieti, i provvedimenti respinti dai Tar - i
Sindaci hanno già avviato per far fronte a questa calamità: norme nei PGT, regolamenti
(di Polizia Locale, per l’insediamento e la gestione delle sale gioco, per la pubblicità)
percorsi culturali e formativi rivolti ai cittadini, ai giovani, agli anziani.
La Scuola delle buone pratiche, con il Comune di Corsico, ha deciso di sostenere le
richieste dei Sindaci, i quali lanciano e chiamano a sottoscrivere un Manifesto in cui:
• richiamano i numeri del Gioco d’azzardo perché sia manifesto a tutti quale sia l’entità
del problema che affrontano
• chiedono la possibilità di intervenire con le ordinanze necessarie e la possibilità di
esprimere un parere preventivo per l’installazione dei giochi d’azzardo
• chiedono una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta, il
contenimento dell’accesso, un’adeguata informazione ai cittadini; una legge che
preveda attività di prevenzione e cura
• chiedono leggi regionali che esplicitino i compiti e gli impegni delle regioni per la cura
dei giocatori patologici, la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, il sostegno alle
azioni dei Comuni
• manifestano la volontà di organizzarsi in rete, per essere più forti e incisivi
• si impegnano ad attivare reti nei territori con tutte le associazioni disponibili a far fronte
comune per attivare iniziative culturali e di prevenzione; e ad attivare reti sovra
territoriali nelle Asl, con la Prefettura, la Questura, la Dia, le forze dell’ordine per
monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici
• si impegnano per la formazione: propria, delle polizie locali e dei servizi sociali, degli
esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo fondamentale e insostituibile della
cultura per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo. Sanno che la nuova
frontiera del gioco è l’online, al quale ogni singola persona accede da sola nella propria
casa; nel momento in cui scriviamo questo report sono diffuse le informazioni della
ricerca condotta da Telefono Azzurro sulla dimestichezza con il gioco d’azzardo dei
bambini dai 7 agli 11 anni e sul numero crescente di giocatori adolescenti: fatti
allarmanti, che potranno essere contenuti solo con la formazione, la prevenzione e il
lavoro congiunto di amministrazioni, asl, scuole, famiglie, associazioni
• si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività
possibili di contrasto al gioco d’azzardo
Si informano i presenti del fatto che il Questore di Milano, dott. Luigi Savina, invitato alla
conferenza, ha inviato una mail per informare che non avrebbe partecipato oggi, ma
parteciperà e farà intervenire il Dirigente della Polizia Amministrativa qualora venga
realizzata dalla Prefettura, dalla Provincia o anche dai Comuni, una giornata di studio sul
fenomeno.
Maria Ferrucci, sindaca di Corsico, illustra le motivazioni che hanno portato al
manifesto, e i contenuti dello stesso. Il suo intervento, completo, è reperibile sul sito della
Scuola delle buone pratiche www.scuoladellebuonepratiche.it
Eugenio Comincini, presidente regionale di Legautonomie, sottolinea l’interesse di
questa associazione a proseguire la Scuola delle buone pratiche con Terre di mezzo, e a
sostenere e intraprendere pratiche amministrative innovative, in grado di affrontare e
prevedere i problemi che si presentano nei territori. Ritiene che particolarmente rilevante
sia il percorso sulla legalità, poiché la legalità è condizione indispensabile per affrontare
ogni altra problematica amministrativa. Indispensabile affrontare il tema del gioco
d’azzardo per dare ai sindaci, che sono gli unici a riscontrare le conseguenze di queste
attività nei territori che amministrano, il potere di intervenire.
Antonello Concas, sindaco di Pioltello, riprende brevemente le considerazioni
presentate nel seminario di Corsico (nel Report del 30 novembre 2012), e aggiunge
un’informazione importante. Parlando con un ingegnere che ha partecipato
all’elaborazione del software dei giochi d’azzardo, ha scoperto che il programma non dà a
tutti i giocatori le stesse opportunità, ciò che contrasta con i diritti dei giocatori. Il Comune
di Pioltello perciò sta valutando la possibilità di un’azione su questo tema specifico.
Mario Soldano, sindaco di Cologno Milanese, racconta ai presenti la beffa subita nel
suo comune: dopo aver approvato norme nel PGT per regolare l’insediamento delle sale
gioco e quindi sentirsi al sicuro almeno su questo versante, ha scoperto che le sale gioco
aperte all’interno dei centri commerciali sono esentate da qualsiasi norma, quindi oltre al
danno il comune ha subito anche la beffa: una sala giochi si è insediata all’interno di un
centro commerciale, al di là delle norme dettate dal Comune.
Il Sindaco pertanto aderisce al manifesto perché ritiene indispensabile una nuova legge
nazionale, una legge regionale, e la possibilità di ordinanza nonché l’espressione di un
parere preventivo da parte dei Sindaci.
Pietro Romano, sindaco di Rho, riprende le motivazioni di adesione al manifesto
presentate da Soldano, e racconta il proliferare di sale e slot-machine nel proprio comune
senza che l’Amministrazione possa intervenire in alcun modo. Il Comune di Rho ha
deliberato un regolamento, ha coinvolto la stampa locale e i servizi comunali su questo
tema, che è di portata enorme oggi, di portata devastante in previsione, quando
affioreranno tutte le dipendenze oggi ancora sotto traccia.
Il sindaco dunque ritiene essenziale il manifesto e la mobilitazione che riuscirà a costruire.
Ritiene importante però che la questione del gioco d’azzardo sia anche oggetto di
campagna elettorale, nel senso che i candidati al governo della Regione e del nostro
Paese esplicitino la propria posizione nei confronti del gioco d’azzardo.
Maria Grazia Guida, vicesindaco del Comune di Milano, presenta l’informativa
condivisa dalla giunta comunale e dichiara che questa iniziativa le sembra segno dei
tempi: le problematiche affrontate, i problemi evidenziati e le soluzioni possibili
interpretano le necessità della nostra società. Lei stessa si era già occupata dei problemi
prodotti dal gioco d’azzardo nell’associazione in cui lavorava prima di essere eletta, e in
giunta comunale ha presentato un percorso che impegna tutta l’Amministrazione. Già
hanno discusso del manifesto le commissioni comunali antimafia, sicurezza, commercio e
scuola, prendendo ciascuna gli impegni specifici per quanto concerne il loro operato.
La vicesindaco poi ricorda le cause principali di questa corsa al gioco d’azzardo:
• la crisi economica, che porta i più fragili a pensare di poter risolvere i problemi con la
scorciatoia del gioco d’azzardo
• la normativa schizofrenica che da una parte vuol regolamentare il gioco lecito per
toglierlo alla clandestinità e all’illecito; dall’altra parte però produce patologia e reti di
criminalità organizzate intorno al gioco lecito
• la capillarizzazione dei luoghi del gioco d’azzardo: le 400.000 postazioni in Italia, contro
le 30.000 nel paese europeo di maggior diffusione, spiega l’offerta pervasiva del gioco
d’azzardo senza bisogno di altri ragionamenti.
Ritiene che il Comune debba dare sostegno alle fragilità che si manifestano soprattutto fra
le donne sole non più giovani, le donne immigrate, gli anziani.
Sono necessarie attività educative/formative, e occorre intraprendere attività per ottenere
una nuova legge.
Nelle prossime elezioni Maria Grazia Guida è capolista al senato per la Lombardia, si
impegna ad affrontare l’emanazione di una nuova legge sul gioco d’azzardo come chiesto
nel manifesto.
Lucrezia Ricchiuti, vicesindaco di Desio, una delle promotrici del manifesto e della
conferenza stampa odierna al seminario di Corsico, sottolinea le azioni che insieme ad
Avviso Pubblico possono intraprendere i Sindaci. Richiama le proposte di Avviso Pubblico
(divieto di pubblicità, gioco patologico inserito nei LEA con l’1% del fatturato complessivo
sul gioco devoluto alla riparazione dei danni, moratoria per l’inserimento di nuovi giochi,
potere di ordinanza dei sindaci per l’orario e le distanze, parere preventivo dei comuni per
l’installazione dei giochi, accesso alle macchinette autorizzato tramite tessera sanitaria,
abolita la tassazione agevolata, controllo dei flussi di denaro, controlli più rigorosi nei
confronti dei concessionari) affinché i Comuni le sostengano e ne chiedano l’attuazione.
Lucrezia Ricchiuti è candidata alle prossime elezioni nazionali, ha deciso di candidarsi
proprio per impegnarsi sul versante della legalità e quindi del gioco d’azzardo.
Giuseppe Calanni, assessore a Cinisello Balsamo, da medico denuncia i danni
prodotti dal gioco d’azzardo e da assessore manifesta l’impegno al contrasto al gioco
d’azzardo per la dipendenza che induce e per il sistema di valori che stravolge. Richiama
le norme inserite nel PGT del comune, e il progetto “Il paese dei balocchi” approvato dalla
giunta comunale (vedi il progetto sul sito www.scuoladellebuonepratiche.it)
Monica Chittò, sindaco di Sesto San Giovanni, esprime il piacere di non sentirsi sola
nell’affrontare una questione dalle implicazioni così importanti. I sindaci non sono per il
proibizionismo, però occorre rilevare la contraddizione del gioco lecito, legale, che
richiama tutto il mondo dell’illegalità. Occorre dare poteri ai comuni per una gestione
davvero legale del gioco d’azzardo. Richiama il problema economico delle famiglie che
sempre più spesso si rivolgono ai comuni per chiedere aiuti, e il problema economico dei
comuni che si trovano senza risorse economiche a causa delle norme nazionali. Intorno al
gioco d’azzardo si muovono interessi davvero forti, in grado di fare pressioni e anche
minacce: da qui l’importanza di una Rete che non lasci i sindaci da soli a fronteggiare
questo problema. Nell’eventualità che il nuovo parlamento non decida per una nuova
legge, si può pensare anche a una legge di iniziativa popolare.
Tiziano Torretta, vicesindaco di Vanzaghello, un piccolo comune non ancora coinvolto
dal problema,si prepara però ad affrontarlo. Hanno cominciato a scrivere articoli sul
periodico comunale, ad allertare i servizi sociali affinché prestino attenzione alle tipologie
di aiuto che vengono richieste per riscontrare conseguenze del gioco d’azzardo. Si
preparano inoltre a predisporre un regolamento. Evidenzia però che i comuni piccoli da
soli non ce la fanno: per questo è necessaria la rete, ed è necessaria anche la legge
regionale che si faccia carico della prevenzione, della cura e del sostegno alle azioni dei
comuni.
Francesco Seghi, assessore a Cavenago, richiama la necessità della tracciabilità dei
contributi economici erogati dagli enti pubblici alle famiglie, perché di certo molti finiscono
nel gioco d’azzardo. Dichiara la quantità di contributi erogati dal comune, una quantità
eccessiva rispetto al numero degli abitanti, eppure necessaria. Si interroga sui motivi delle
richieste, se non vi sia anche il gioco d’azzardo, che a Cavenago è diffuso e molto
praticato, anche dalle madri che vanno a giocare portandosi insieme i figli, al termine della
scuola. Dice che occorre lanciare un urlo per far sentire la gravità di questo problema, e
afferma la necessità di iniziative come questa, per mettere in rete i Comuni.
Pierattilio Superti, direttore generale di Anci Lombardia, afferma che iniziative come
questa servono a riportare in campo i temi concreti, anche nella politica. Occorre non
lasciare soli i sindaci, minacciati dai proprietari delle sale gioco. Richiama il fatto che la
liberalizzazione totale degli orari decisa dal Governo porta anche all’impossibilità di
regolare gli orari delle sale gioco: Anci ha già richiamato questa questione in prospettiva
dell’approvazione della legge, senza ricevere ascolto. Ricorda quanto è successo in
Parlamento per l’apertura delle nuove 1.000 sale poker, e la diminuzione della pressione
fiscale per gli introiti del gioco d’azzardo. Denuncia i soldi della dote scuola spesi da alcuni
genitori per il gioco d’azzardo, e pone l’accento sulla politica e le problematiche poste dai
voucher.
Afferma che occorre rileggere la nostra società per griglie di priorità e di interventi,
superando l’idea che tutto ciò che si decide all’esterno dei ministeri sia spreco.
Occorrono i poteri di ordinanza dei sindaci, e un’articolazione più giusta ed efficace dei
poteri all’interno dello Stato. Occorre che gli Enti locali possano recuperare strumenti
operativi per esercitare in pieno la loro responsabilità.
Sono necessarie iniziative unitarie, e occorre pressione sul nuovo parlamento per una
nuova legge.
Nicola Poliseno, sindaco di Cassano Magnago, afferma che nel suo comune funziona
la norma sulla non monetizzazione dei parcheggi, deterrente rispetto all’apertura di sale
gioco. È venuto a sapere dell’apertura di una sala e ha chiesto informazioni al Questore.
Occorre incoraggiare gli esercenti che non accettano slot-machine nei propri locali, come
ha fatto un bar a Casorate Sempione, che vuol essere un BAR NO SLOT.
Occorre affrontare il tema con serietà e forza, e affrontarlo insieme è il modo più adeguato.
Ruggero Rognoni, assessore a Binasco, denuncia l’abitudine di molte madri di Binasco
di accompagnare i figli a scuola, per poi ritrovarsi insieme a far colazione e giocare
d’azzardo al bar. Ricorda i 6 attentati avvenuti a Binasco l’anno scorso, attentati che
segnalano la presenza della criminalità organizzata. Lavorando con associazioni
ambientaliste incontra contadini che segnalano la presenza di slot-machine abbandonate
nei campi, al fine –hanno scoperto – di poterne modificare i software. Occorre chiedere
che la Finanza controlli le slot e i software, per rilevare contraffazioni. Si rilevano pressioni
degli esercenti sui vigili, per essere lasciati in pace. Occorrono corsi di formazione per i
vigili, per affrontare con competenza questa tematica.
Concettina Monguzzi, sindaco di Lissone, ringrazia per questa iniziativa, che la fa
sentire meno sola. A Lissone ci sono 6 sale gioco, 2 sale scommesse, più una quantità di
slot. Riconosce che solitamente i comuni agiscono sull’onda dell’emergenza, in questo
tema invece, articolando questa rete di sindaci, si cerca di agire anche a prevenzione del
problema. Descrive una delibera adottata in Consiglio, e si sofferma ad analizzare la
contraddizione insita nella parola gioco per definire il gioco d’azzardo e la stessa
ludopatia. Il gioco è il contrario dell’azzardo, afferma. È attività necessaria per crescere,
sviluppare la personalità e la socialità, affrontare i ruoli, accettare le sconfitte e le vittorie.
Nel gioco i bambini e i giovani scoprono le proprie forze e le debolezze, rafforzano il
carattere, sperimentano la fatica e l’esercitazione, l’abilità e le difficoltà, il successo e
l’insuccesso, l’altruismo e l’assunzione di responsabilità. Tutte esperienza necessarie per
crescere bene, sviluppare relazioni positive, affrontare la vita con sicurezza. Il contrario di
quanto succede con il gioco d’azzardo. Per queste ragioni, del manifesto apprezza in
modo particolare la parte dedicata all’impegno per la formazione ai fini di recuperare i
valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti.
Cristina Perilli collabora con Libera e il Comune di Milano, è impegnata con progetti
formativi di contrasto al gioco d’azzardo nell’Asl di Milano. Racconta la sua meraviglia
quando, tornata in Italia qualche anno fa dall’Australia dove aveva seguito i problemi legati
alle dipendenze del gioco d’azzardo, si aspettava di trovare tutti gli organismi pubblici
preparati con progetti di contrasto, di prevenzione e di cura. Invece, ha trovato il nulla. Non
solo. Racconta della beffa del progetto Giovani e gioco, organizzato nel 2009 per studenti
delle scuole superiori da parte dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, al
fine di “generare in ognuno una coscienza del gioco legale e responsabile, facendo sì che
ciascuno possa diventare un adulto in grado di comprendere che la “misura” è la migliore
soluzione per giocare divertendosi ed evitare pericolose conseguenze”. Di questo progetto
nel 2012 è stata chiesta la sospensione da parte di numerose associazioni impegnate nel
contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo, poiché ritengono che alcuni messaggi del
Gioco sembrano incentivare l’accesso ai giochi per i più giovani. Queste associazioni
ritengono “inammissibile che un progetto che coinvolge 70.000 studenti e che, secondo le
dichiarazioni del direttore dei Monopoli, si vuole estendere alle fasce dei minori più piccoli,
contenga frasi come: Evolve chi si prende una giusta dose di rischio, mentre è punito chi
non rischia mai o chi rischia troppo!, o Ci si attacca alla rete, al cellulare, alle slot machine
o ai videopoker parcheggiati nei bar per dare risposta al primordiale bisogno di vincita che
l'essere umano ha in sé, o dove viene promosso l'aspetto meno educativo e socializzante
dei giochi online dichiarando che grazie a questi: Non c'è bisogno di cercare compagni di
gioco come si faceva da bambini, perché questo gioco è spesso solitario e
decontestualizzato.
http://www.gruppoabele.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2539
http://centrostudi.gruppoabele.org/gambling/?q=node/266 La dottoressa Perilli racconta
poi i progetti ideati per i vigili urbani, gli anziani, e i giovani delle scuole superiori. Si stima
intorno al 47% la partecipazione dei giovani al gioco d’azzardo, ciò che rende urgenti
misure e attività di formazione e prevenzione.
Pippo Monti, dell’Associazione Vinciamo il gioco si dichiara felice di questo incontro che
evidenzia problemi già individuati dalla propria associazione, la quale si mette a
disposizione per iniziative nei territori. Hanno già sperimentato serate a tema anche con la
presenza di ex giocatori, per informare, sensibilizzare, fare prevenzione.
Cristina Bertuletti, sindaco di Gazzada Schianno, ringrazia la Scuola delle buone
pratiche per la focalizzazione del problema e la ricerca di mezzi per affrontarlo. Con altri
Comuni in provincia di Varese hanno intrapreso una formazione per gli esercenti: poca
partecipazione, comprensibile. Per gli esercenti le slot sono fonti di introito di un certo
rilievo, difficile rinunciarvi. Quindi non bisogna demordere, ma continuare a impegnarsi.
Importante il manifesto, perché mostra quanto ci tengono gli amministratori locali al
benessere dei propri cittadini, alla salvaguardia delle famiglie e delle comunità. Importante
ristabilire i valori fondanti delle nostre società: i talenti, la fatica, il lavoro. Necessario che
sia dato potere ai sindaci, perché loro sono sui territori insieme ai cittadini, e verificano di
persona i danni che produce il gioco d’azzardo. Anche il comune di Gazzada Schianno ha
adottato un regolamento per l’insediamento e la gestione delle sale a gioco.
Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco sul Naviglio e presidente regionale di
Legautonomie, riprende alcuni temi presenti negli interventi dei presenti attraverso alcune
parole-chiave che li contraddistinguono:
• Atteggiamento bipartisan: il problema del gioco d’azzardo viene affrontato con la
stessa determinazione e gli stessi atteggiamenti da parte delle Amministrazioni locali,
qualsiasi sia la loro colorazione politica. La dipendenza dal gioco d’azzardo è una
questione di una gravità inimmaginabile (ciò che affrontiamo oggi è solo la punta
dell’iceberg), è giusto che tutte le amministrazioni locali se ne preoccupino
• Interdisciplinarità: i problemi inerenti la dipendenza dal gioco d’azzardo vanno affrontati
con l’apporto delle diverse discipline: educative, formative, mediche, sportive, sociali
• Cultura del gioco d’azzardo: si è formata un’abitudine al gioco d’azzardo che va
combattuta con una vera cultura del gioco d’azzardo, che ne mostri tutte le ambiguità, i
rischi, gli interessi, le finalità
• Interistituzionalità: il contrasto al gioco d’azzardo coinvolge in modo trasversale tutte le
istituzioni: i comuni, le regioni, il parlamento, le asl, la prefettura, la questura, i media,
le associazioni, le scuole. Nel costruire reti dunque dovremo sempre più ricercare il
contributo delle istituzioni presenti sul territorio e sovra territoriali.
Alla conferenza, oltre a Mariagrazia Guida e a Lucrezia Ricchiuti, sono presenti anche
alcuni candidati alle regionali e al parlamento. Sono stati invitati i candidati già
conosciuti, di diversi schieramenti, sono presenti Vinicio Peluffo, Carlo Borghetti e Arianna
Censi. Li invitiamo a intervenire, data l’evidenza della necessità di relazioni con la Regione
e il Parlamento, se vogliamo nuove leggi.
Vinicio Peluffo, candidato al parlamento, afferma che nella legislazione passata in
parlamento è stata aperta la discussione, nella legislazione prossima occorre impegnarsi
per affrontare seriamente la questione. Occorre intervenire a monte, con leggi nazionali e
regionali, e a valle, con poteri dei sindaci. Occorrono sinergie e impegno di tutti.
Carlo Borghetti, candidato alla regione e firmatario di un progetto di legge regionale sul
gioco d’azzardo firmato anche da alcuni consiglieri del centrodestra, si mostra fiducioso
sulla possibilità di approvare la legge nella prossima legislatura. Afferma che sarà
necessario approvare finalmente una legge per il welfare, e quindi anche per il gioco
d’azzardo. I pilastri della legge dovrebbero essere:
• L’istituzione di una unità operativa per mettere a sistema tutti i livelli che si occupano di
questo tema
• L’obbligo di accesso alle macchinette tramite la carta regionale dei servizi
• L’inserimento del gioco d’azzardo patologico nei LEA, con relative possibilità di cura e
di finanziamento
• Il sostegno agli Enti locali per le azioni di prevenzione e contrasto.
Arianna Censi, candidata alla regione, è convinta della necessità di un cambio di rapporto
della regione con gli Enti locali. È necessario che la Regione utilizzi l’esperienza dei
sindaci e degli amministratori, i quali sul campo conoscono la realtà e mostrano capacità
di intervento, di prevenzione e di formazione adeguate ed efficaci.
Prevenire, contrastare, intervenire sono i tre campi in cui espletare l’azione per affrontare i
problemi posti dal gioco d’azzardo. È necessaria la rete, i legami tra enti locali, cittadini e
istituzioni per affrontare insieme i problemi. In un contesto così articolato una legge
regionale è già ipotizzabile, a partire proprio dalle relazioni con i comuni.
Occorre infine considerare che i costi per la prevenzione sono di gran lunga inferiori a
quelli per la cura, quindi è mistificatorio affermare che non ci sono finanziamenti per la
prevenzione. La prevenzione è assolutamente il percorso preferibile, quello dove
indirizzare tutte le energie possibili.
Richiesta di attività simili a livello nazionale
In questi giorni di pubblicizzazione del Manifesto in Lombardia, alla Scuola delle buone
pratiche sono pervenute richieste da molti comuni italiani di adesione al manifesto e di
organizzazione di attività simili anche in altre regioni e a livello nazionale. Il primo è stato il
Comune di Santhià, in provincia di Vercelli: 9.000 abitanti, 5 sale da gioco, 130 slot-
machines, un’ordinanza e un regolamento respinti dal Tar. La consigliera Simonetta Todi,
dopo essersi consultata con il sindaco e gli altri consiglieri, si rivolge alla Scuola per
chiedere se questa iniziativa potrà avere anche carattere nazionale; chiede comunque di
estenderla al Piemonte.
Richieste che la Scuola, con il contributo di Legautonomie nazionale, intende
accogliere.
La Conferenza stampa di oggi si configura allora come una Tappa. Una tappa verso:
• la sessione della Scuola delle buone pratiche che si terrà il 15 marzo in occasione
della fiera Fa’ la cosa giusta! (www.falacosagiusta.org)
• tutti i Comuni che intendono aderire alle richieste e alle iniziative proposte nel
Manifesto
• gli altri Sindaci che ancora non avvertono il problema
• noi tutti, per intraprendere percorsi positivi insieme
• una mobilitazione a livello nazionale
Ulteriori elementi di analisi e di proposte emersi dalla conferenza
Nella conferenza stampa sono emersi ulteriori elementi di analisi dei fenomeni inerenti il
gioco d’azzardo nei territori, e altre proposte di intervento dei sindaci.
Ulteriori elementi di analisi
• La crisi economica spinge al gioco d’azzardo le persone più fragili: donne sole non più
giovani, donne immigrate, anziani.
• Siamo in presenza di una normativa schizofrenica e contraddittoria: da una parte vuol
regolamentare il gioco lecito per toglierlo alla clandestinità e all’illecito; dall’altra parte
però produce patologia e reti di criminalità organizzate intorno al gioco lecito
• La capillarizzazione dei luoghi del gioco d’azzardo ne spiega la diffusione.
• Valutare il problema economico delle famiglie che sempre più spesso chiedono aiuto ai
Comuni e il problema economico dei comuni che si trovano senza risorse economiche
a causa delle norme nazionali.
• Considerare gli interessi davvero forti che si muovono intorno al gioco d’azzardo, in
grado di fare pressioni e anche minacce: da qui l’importanza di una Rete
• Valutare le minacce o le offerte a cui sono sottoposti i vigili urbani nelloro lavoro di con-
trollo delle slot e delle sale gioco: necessità di formazione specifica per loro
• La liberalizzazione totale degli orari dei pubblici esercizi decisa dal Governo impedisce
ai Sindaci di poter intervenire sull’orario delle sale gioco
• Analizzare la contraddizione insita nella parola gioco per definire il gioco d’azzardo e la
stessa ludopatia. Il gioco è il contrario dell’azzardo, è attività necessaria per crescere,
sviluppare la personalità e la socialità, affrontare i ruoli, accettare le sconfitte e le vitto-
rie, ecc.
• Considerare la forte ambiguità all’interno di pratiche educative che spesso rischiano di
spingere al gioco d’azzardo, anziché allontanare.
• Importante il manifesto, perché mostra quanto ci tengono gli amministratori locali al be-
nessere dei propri cittadini, alla salvaguardia delle famiglie e delle comunità.
• Sottolineati i caratteri bipartisan del contrasto al gioco d’azzardo
Ulteriori proposte di interventi
• Valutare l’azione che si può intraprendere in conseguenza del fatto che il software
del gioco d’azzardo non garantisce le stesse opportunità a tutti i giocatoir che gioca-
no alla stessa slot
• Chiedere che le proposte dei sindaci diventino oggetto di campagna elettorale da
parte dei candidati al governo della regione e al Parlamento
• Divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo
• Destinazione dell’1% del fatturato complessivo sul gioco d’azzardo alla riparazione
dei danni
• Moratoria per l’inserimento di nuovi giochi
• Accesso alle macchinette autorizzato tramite tessera sanitaria
• Abolita la tassazione agevolata
• Controllo dei flussi di denaro
• Controlli più rigorosi nei confronti dei concessionari
• Pensare a una legge di iniziativa popolare nell’eventualità che il nuovo Parlamento
non faccia una nuova legge
• Allertare i servizi sociali affinché prestino attenzione alle tipologie di aiuto che ven-
gono richieste per riscontrare se dipendono anche dal gioco d’azzardo
• Procedere a una tracciabilità dell’uso dei contributi economici ricevuti dagli enti pub-
blici, per garantire che vengano spesi per gli usi per cui sono stati erogati
• Riflettere sulle conseguenze della politica dei voucher e comunque dei contributi in
soldi erogati dagli enti pubblici
• Occorre potere di ordinanza dei sindaci, ma è necessaria anche un’articolazione più
giusta ed efficace dei poteri all’interno dello Stato
• Il divieto di monetizzare i parcheggi produce effetti positivi
• Richiedere informazioni al Questore
• Incoraggiare gli esercenti a non ospitare slot nei loro locali, studiare le forme di in-
centivazione
• Chiedere che la Finanza controlli i software delle slot, perché spesso vengono ma-
nomessi
• Necessità di una cultura del gioco d’azzardo generalizzata, che ne mostri tutte le
ambiguità, i rischi, gli interessi, le finalità
• Necessità di interdisciplinarità e interistituzionalità per affrontare l’analisi e le
conseguenze del gioco, la prevenzione e le cure indispensabili
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WELFARE LOCALE/SANITÀ
FOCUS/ Enti locali e gioco d'azzardo, i pericoli delle slot
machines
22 Giugno 2012
Il presidente nazionale di Legautonomie e sindaco di Pisa Marco Filippeschi: "Servono provvedimenti urgenti"
Il settimanale di approfondimento tematico a cura di Legautonomie e Agenzia Dire si occupa questa settimana
della diffusione del gioco d’azzardo nei territori urbani, in vista del convegno che si svolgerà a Roma lunedì 25
giugno nella sede della Provincia di Roma.
Gli interventi di: Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente nazionale Legautonomie; Achille Variati, sindaco
di Vicenza; Maurizio Fiasco, sociologo esperto della Consulta nazionale antiusura e consulente di Legautonomie;
Attilio Simeone, avvocato e coordinatore nazione del 'Cartello Insieme contro l'Azzardo'; Anna Miotto, componente
della commissione Affari sociali della Camera.
ROMA - Sono tre milioni gli italiani a rischio patologico sui quindici complessivi che abitualmente giocano
d'azzardo. Il dato, reso noto recentemente dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, prende in esame la
larghissima diffusione negli ultimi mesi delle cosiddette 'ludopatie' (termine che però fa storcere il naso agli esperti
del settore), un fenomeno sul quale si sta alzando l'attenzione non solo delle associazioni del settore ma anche
delle parti politiche. Perché il confine tra gioco e dipendenza e' sempre piu' sottile.
Anche il Parlamento si è messo al lavoro: alla Camera è stato infatti presentato un disegno di legge che prevede,
tra le varie linee guida, l'inserimento della ludopatia tra le malattie per cui è previsto l'intervento della sanita'
pubblica, la facoltà per i sindaci di vietare l'apertura di sale da gioco in luoghi sensibili, il controllo più efficace della
liquidita' mobilitata, mentre sono allo studio anche misure di prevenzione e per regolamentare gli spot sui media
oltre che l'accesso dei minori a i giochi con vincite in denaro.
Proprio il ruolo dei sindaci è sotto la lente di ingrandimento del convegno organizzato da Legautonomie, in
programma lunedì prossimo a Roma, e in cui si cercherà di impostare in modo appropriato le iniziative dei poteri
locali. Risposte a un problema che sta mettendo in difficoltà gli enti locali, con i territori che da dieci anni a questa
parte sono stati 'invasi' da installazioni e aree destinate al gioco d'azzardo. Sono infatti 400mila gli apparecchi
automatici, 14mila le agenzie di raccolta delle scommesse, senza contare l’offerta di 'alea' situata presso bar,
ristoranti, alberghi e negli uffici postali, mentre si stima che nel 2012 nelle abitazioni, divenute terminali di sistemi
informatici di azzardo on line, si consumeranno oltre 20 miliardi di euro. Si tratta di una diffusione capillare che ha
generato problemi di pertinenza delle amministrazioni comunali, provinciali e delle Asl, costretti però a fare i conti
con le ricadute sociali, economiche e urbanistiche.
Un caso emblematico è rappresentato dalla 'crociata' del comune di Verbania, fermato dal Tribunale
amministrativo piemontese che non solo gli ha contestato una regolamentazione relativa all'orario di attivazione di
slot machines e videopoker, ma gli ha anche notificato una richiesta di risarcimento danni di oltre 1 milione e
300mila euro presentata dall'azienda che gestiva le installazioni. Il sindaco, Marco Zacchera, difese la sua
iniziativa spiegando che si trattava di una scelta di 'carattere socio-sanitaro, a difesa di chi si rovina e non capisce
che giocando in modo forsennato è condannato a perdere salute, pensioni e stipendio'. Secondo i giudici
amministrativi, dunque, non è compito delle amministrazioni locali legiferare ma devono piuttosto affidarsi agli
interventi dello Stato. Ecco perché è sempre più urgente una normativa precisa in materia, per dare strumenti
operativi chiari agli enti locali.
FILIPPESCHI (sindaco di Pisa e presidente Legautonomie): SERVONO PROVVEDIMENTI URGENTI -
Problemi sociali e di ordine pubblico. Da alcuni anni sono queste le problematiche con cui devono fare i conti i
comuni. Lo dice Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente di Legautonomie, alla vigilia del convegno che si
propone di rispondere al grido d'allarme degli enti locali.
'Negli ultimi anni c’è stato un aumento spaventoso dei giochi d’alea, soprattutto nelle medie e grandi città, sia da
un punto di vista quantitativo sia qualitativo, con una diversificazione dell’offerta mirata a un allargamento della
platea dei giocatori, penso ai videopoker nella maggior parte dei bar, i gratta e vinci pubblicizzati negli uffici postali.
2
I problemi per i Comuni sono molteplici, sicuramente sociali anche per l’aumento di situazioni patologiche, ma non
sono da sottovalutare quelli di ordine pubblico. I Comuni, interpretando il loro mandato costituzionale di
rappresentanti della collettività nonché il loro potere di disciplinare le funzioni urbane primarie, penso alla Legge
quadro sulla sicurezza sociale, la n.328 del 2000, devono poter disporre dei poteri necessari ad attuare misure di
tutela degli interessi generali delle collettività'. Filippeschi lo spiega con un esempio: 'Nella bozza di legge delega
sulla riforma fiscale sono previste misure volte a tutelare i minori dalla pubblicità dei giochi e a disciplinare
opportunamente l’ubicazione dei locali adibiti a giochi sul territorio. E’ chiaro che questa norma di principio
generale dovrà tradursi in concreti poteri regolamentari a disposizione delle amministrazioni locali. Siamo di fronte
ad un paradosso: da un lato gli enti locali devono garantire la sicurezza urbana, e tenere in considerazione la
libertà d’impresa, dall’altro non hanno alcun potere né d’indirizzo, né regolativo, né ispettivo. I comuni pagano solo
le ricadute, soprattutto quelle sociali'.
I comuni hanno le mani legate: ogni volta che introducono delle regolamentazioni, c'è il rischio di qualche ricorso.
Gli enti locali come possono intervenire? Quale può essere la loro linea d'azione? 'La situazione in cui si trovano
gli enti locali è delicata - dice Filippeschi - i comuni devono poter regolare e indirizzare lo sviluppo del territorio
senza rischiare di essere multati come è successo al sindaco di Verbania per aver limitato l’orario di attivazione
delle slot machine. Abbiamo pensato per questo di organizzare il convegno di lunedì a Roma nelle sede della
Provincia: per mettere a disposizione dei Comuni, di Province e Regioni un complesso di proposte e di misure di
supporto per impostare in modo appropriato le iniziative dei poteri locali. Parleremo dell’impiego degli strumenti
amministrativi esistenti, per regolare le attività e per ridurre l’impatto del gioco d’azzardo sull’ordinato svolgimento
delle funzioni urbane, e parleremo anche di progettazione di nuovi atti aventi efficacia normativa. Altro tema è la
preparazione allo svolgimento di azioni di tutela delle autonomie locali in forma coordinata o associata verso i
poteri centrali (Governo e Parlamento) e regionali. Ne parleremo con amministratori e con esperti del settore'.
Cosa si può chiedere al Governo e al Parlamento? 'Il Parlamento si sta occupando da pochi mesi di approfondire il
tema. Occorrono provvedimenti urgenti, il riconoscimento ad esempio del Gioco d’Azzardo Patologico nel Livelli
Essenziali d’Assistenza, la devoluzione di poteri alle Regioni e soprattutto il ripristino di poteri ai Comuni. Si
potrebbe discutere- conclude di prevedere una compartecipazione comunale all’ imposizione fiscale del gioco
d’azzardo'.
VARIATI (sindaco di Vicenza): E' UN FAR WEST - Un atto 'senza precedenti' per non restare fermo ad
'aspettare le novita' legislative pur promesse da parlamento e governo'. Così il sindaco di Vicenza, Achille Variati,
presentava poco più di un mese fa la decisione di vietare la pubblicità del gioco d'azzardo nel suo comune. Un atto
di forza capace di sfidare eventuali ricorsi pur di 'proteggere i miei concittadini da una piaga sociale che distrugge
individui e sfascia famiglie'.
Come è andata a finire, sindaco Variati? La deliberà è stata poi approvata dal Consiglio comunale? 'Dopo aver
varato un regolamento comunale e una variante urbanistica per limitare la proliferazione delle sale giochi e
scommesse, vietando l’apertura di nuove attività a meno di 500 metri da luoghi sensibili come ad esempio le
scuole, il Consiglio comunale ha approvato a fine maggio il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo sul territorio
comunale. Perché?
Perché - spiega Variati all'agenzia Dire - soprattutto in tempi di crisi, messaggi che invitano a tentare la fortuna per
risolvere i problemi economici sono da considerare come un pericolo per la salute dei cittadini.
Ci sono infatti disoccupati, giovani, anziani, le fasce più vulnerabili della popolazione che buttano nel gioco i pochi
euro che hanno e sprofondano in un baratro di disperazione che si chiama 'ludopatia', rovinandosi per inseguire la
vincita che cambia la vita. Questa è un’emergenza sociale, un problema di salute pubblica che come autorità
sanitaria ho il dovere di affrontare con decisione'.
Ci sono stati dei ricorsi da parte delle aziende che gestiscono il settore? 'A fine mese saremo al Tar, chiamati in
giudizio insieme alla questura per il ricorso di due agenzie cui era stata bloccata l’apertura. Ma quel ricorso -
precisa il sindaco di Vicenza - probabilmente non avrà seguito, perché nel frattempo la situazione è cambiata: la
questura, infatti, ha modificato la propria linea, autorizzando le aperture. E così il Comune ha inviato diffide a sei
sale giochi e scommesse che erano state autorizzate dalla questura, imponendo di non aprire per violazione delle
norme urbanistiche, in seguito alla variante approvata dal Consiglio comunale. Una di queste sale ha aperto lo
stesso ignorando la diffida, e quindi abbiamo revocato l’agibilità dei locali per la violazione. Prevedo che sarà una
battaglia dura, anche a livello legale perché ci aspettiamo altri ricorsi al Tar. Ma per noi è una battaglia di civiltà,
una battaglia per la tutela della salute dei cittadini. Una battaglia che vale la pena combattere fino in fondo'.
Quali possono essere le mosse degli enti locali, considerando che hanno le mani legate dalla normativa? 'Le
Amministrazioni comunali - denuncia Variati - sono state lasciate sole dallo Stato: è necessaria una
regolamentazione per questo settore, perché la ludopatia causa devastazioni alle persone, alle famiglie, alla
comunità. Secondo le statistiche gli italiani sono ai primi posti nelle classifiche mondiali per soldi giocati all’anno
pro capite, e a Vicenza il numero di 'drogati del gioco' in cura nei centri specializzati è raddoppiato negli ultimi due
3
anni. E i luoghi dove giocare proliferano: a Vicenza - fa sapere Variati - una ventina di sale sono già in attività e ci
sono altre sette richieste per nuove aperture. Lo ripeto: qui non si tratta di fare crociate, stiamo parlando della
tutela della salute dei cittadini. Dovrebbe essere detto chiaramente a chi gioca che 'il banco vince' come sui
pacchetti di sigarette c’è scritto 'il fumo uccide'. Se lo Stato se ne infischia, un sindaco ha l’obbligo di intervenire'.
Quale intervento si può chiedere al Governo e al Parlamento? E i cittadini che ruolo possono assumere? 'Governo
e Parlamento - insiste il sindaco - devono smetterla di stendere tappeti rossi per l’apertura di queste attività e
devono regolamentare un settore dove regna il far west. E’ facile capire perché a Roma fanno finta di niente: il
gioco d’azzardo nel 2011 ha prodotto un giro d’affari di oltre 70 miliardi di euro, con entrate massicce per le casse
dello Stato. Ma quanto costerà in futuro tutto questo? Quanti ludopatici dovranno essere curati a spese del
sistema sanitario pubblico? Quanti italiani si saranno trasformati da forza produttiva a un peso per la società?
Quante famiglie saranno state rovinate? I cittadini possono fare molto per scongiurare quella che non esito a
definire una piaga sociale. A Vicenza la nostra battaglia è iniziata proprio dalla segnalazione di un gruppo di
cittadini preoccupati per l’apertura di una sala giochi e scommesse a pochi metri da una scuola. Governo e
Parlamento - conclude Variati - farebbero bene ad ascoltare i cittadini, come facciamo noi sindaci'.
FIASCO: ECCO I PROBLEMI PER I COMUNI - La diffusione del gioco d’azzardo ha un impatto “diretto e in varie
forme” sulla sicurezza delle città. “Ha creato un tessuto di insediamento per la criminalità strutturata che controlla
una parte delle installazioni e delle sale da gioco, oltre a interferire nei movimenti economici in generale legati alle
scommesse”. Lo sottolinea all'agenzia Dire il sociologo esperto della Consulta nazionale antiusura e consulente di
Legautonomie, Maurizio Fiasco. “Sono in funzione in Italia oltre 400mila apparecchi automatici. In pratica, è
impossibile un adeguato controllo amministrativo: troppo capillare la loro diffusione sul territorio. Una semplice
addizione di quelli censiti, nel corso di indagini sulla criminalità infiltrata nel settore, mostra che almeno il 10% è
risultato alterato. Proprio l'aleatorietà dei controlli permette alla malavita di espandere il raggio d'’azione: attraverso
l’'installazione, la manutenzione e la manomissione delle macchinette. Non dimentichiamo poi l’aumento della
vulnerabilità all’estorsione, dovuta al moltiplicarsi dei soggetti che muovono denaro a cui imporre la protezione”. Vi
si aggiungano l’usura e il riciclaggio collegati. D’altronde più si moltiplicano i luoghi dove si concentra denaro
contante, più aumenta la presenza della criminalità, sia comune che organizzata. Più bersagli facili per rapine e
furti, ovvero una galassia di reati molto diffusi e frequenti”. Di fronte a un fenomeno con conseguenze “così
impattanti i comuni per la prima volta si ritrovano senza alcun peso regolativo, ispettivo, autorizzativo”. E non si
tratta di un errore, spiega Fiasco, ma “è una 'colpa': così è stato previsto, ogni anno, nelle leggi finanziarie che
hanno via via introdotto dei nuovi giochi. Il dominus assoluto delle procedure è l’Amministrazione autonoma dei
Monopoli di Stato (Aams). In breve, i comuni sono stati proprio esclusi. Chi voglia aprire una sala per il bingo a
Belluno, basta che si faccia autorizzare dall'’Aams, a Roma, senza dover passare per una verifica d'impatto
ambientale da parte del comune'.
E le proposte per arginare questo problema? “Senza aspettare una legge che da qualcuno è richiesta, ma che non
si farà, almeno a breve, mi limiterei a poche cose. Prima di tutto, nella prossima legge di stabilità o nella delega
fiscale si potrebbe introdurre una norma affinché i comuni e le regioni siano interpellati e il loro parere sia
vincolante per l’organizzazione, la quantità e la compatibilità di queste attività di gioco con il normale svolgimento
della vita urbana. Poi- spiega Fiasco- va affrontata la questione dei ricorsi presentati al Tar contro i comuni che
hanno tentato di regolare gli orari delle attività: il caso più eclatante è quello di Verbania, dove regolamento
municipale è stato cancellato da una sentenza dei giudici amministrativi (anche perché il sindaco non si è
costituito in giudizio). Inoltre finora non si sono motivati i regolamenti facendo riferimento alla norma del decreto
‘sicurezza’ del 2008 che attribuisce una competenza diretta al comune in materia di sicurezza del territorio locale.
Se un ente locale dimostra che le attività di azzardo costituiscono un pericolo non già per l’ordine pubblico, che è
di competenza dello Stato, ma per la sicurezza urbana, ha tutti i titoli per poter emettere delle ordinanze. I ricorsi ci
possono stare, ma bisogna contrastarli. A Bolzano, per esempio, il ricorso è stato presentato alla Corte
Costituzionale (è una provincia autonoma) e la sentenza lo ha respinto. Se ci sono problemi di tutela delle fasce
sociali deboli e di sicurezza urbana o di gestione del traffico, la competenza delle amministrazioni locali prevale sul
diritto di fare business”.
Su questo punto e su altre implicazioni anche a carattere nazionale del boom del gioco d’'azzardo, denuncia
Fiasco, manca una diffusa consapevolezza. “Un problema grave e trascurato, ad eccezione della commissione
antimafia nella sua relazione approvata dal Senato lo scorso 4 ottobre. Occorre focalizzare l'’attenzione senza
finire in alto mare chiedendo mega-leggi organiche che poi non verranno approvate. Bisogna puntare su pochi
punti elementari e di più facile attuazione. Altrimenti proseguirà un inspiegabile e sospetto diniego del problema'.
SIMEONE: CONTRO L'AZZARDO UNICO ATTACCO DALLE AUTONOMIE LOCALI - 'Prima di tutto voglio
ribadire che la sentenza di Verbania non esiste per l’argomento che stiamo trattando, perché ci sono dei profili di
responsabilità che non è possibile tralasciare. Ovvero, il comune che decide di non costituirsi in giudizio: scelta
legittima ma che contraddice il motivo stesso che aveva portato all’emanazione di un regolamento verso alcuni
punti critici, come la tutela dei minori nelle fasce orarie più a rischio della giornata'. Così Attilio Simeone, avvocato
e coordinatore nazione del 'Cartello Insieme contro l'Azzardo', fa chiarezza sul caso di Verbania che, nel bene e
nel male, ha fatto da spartiacque nel rapporto tra gli enti locali e la questione del gioco d'azzardo.
4
'Questo caso– aggiunge- ha creato un forte allarme soprattutto tra i piccoli comuni, che in molti casi hanno
ricevuto diffide dalle concessionarie di giochi d’azzardo a rimuovere questi regolamenti sulla base proprio della
sentenza di Verbania che invece, e basta leggerla, non dice assolutamente nulla. E possiamo dire che da un
punto di vista etico c’è sicuramente un concorso di colpa, oltretutto consideriamo il principio che impone alle parti
di non sottoporre a un giudice la stessa questione per due volte. Ora, se mai questo fenomeno dovesse trovare
continuità in quella realtà sociale, a quali strumenti si affiderà il Comune di Verbania, non potendo più adire il
giudice?'.
Ma quali poteri hanno i comuni? 'I sindaci hanno un potere derivato dal decreto legislativo 267 del 2000, che
disciplina la loro attività e la loro facoltà di emettere ordinanze per far fronte a situazioni di emergenza.
Effettivamente hanno delle difficoltà legislative perché non c’è una disciplina ad hoc creata per queste
problematiche che consenta agli amministratori di intervenire direttamente, e oltretutto i controlli sono affidati
all’Aams, che per sua stessa ammissione non ha personale sufficiente per fare verifiche. Purtroppo- dice
l'avvocato- a livello centrale c’è molta confusione, il Parlamento non si sta occupando di queste cose che hanno
un’importanza prioritaria. Per questo abbiamo capito che l’unico punto d’attacco al problema può partire dal basso,
dalle autonomie locali. Dalla potestà dei sindaci in tema di sicurezza urbana e tutela dei minori e delle fasce più
deboli della cittadinanza. Purtroppo si cita sempre il caso di Verbania ma va ricordata una sentenza poco
conosciuta della Corte Costituzionale, la 300 del 2011, che conferma la competenza dello Stato nella disciplina dei
giochi, ma in tema di tutela di minori sancisce la possibilità di intervento diretto dei comuni. Tantissimi
amministratori - spiega Simeone - lo stanno già facendo, e questa strategia si può portare avanti dotando le
ordinanze di elementi inattaccabili come l’aspetto sociologico, legale, quello collegato alla medicina con il
riconoscimento della patologia del gioco d’azzardo. Proprio su questo punto stiamo spingendo con il ministro della
Salute, Balduzzi, e con quello della Cooperazione sociale, Riccardi, con i quali ci incontriamo spesso e
probabilmente presto arriveremo all’approvazione di una legge sul tema'. Infine, un appello e una precisazione.
'Dovremmo tutti prendere consapevolezza che l’azzardo non è un gioco: noi contestiamo l’uso del termine
‘ludopatia’, ovvero della ‘malattia del gioco’, a favore dell’espressione gioco d’azzardo patologico perché i
concessionari cominciano ad avere paura di questi termini, controproducenti per loro, e non è un caso se sempre
più spesso, da un mese a questa parte, vengono chiamati ‘giochi di abilità’. Ma dove sono l’abilità e il controllo
dietro a una slot machine?'.
MIOTTO (commissione Affari sociali Camera deputati): DARE AI SINDACI I POTERI DEI QUESTORI -
'Abbiamo presentato un programma per un’indagine conoscitiva che si è chiusa circa due settimane fa dopo due
mesi di audizioni e ora mi appresto a predisporre la relazione finale entro il mese di luglio in cui individueremo
strumenti appropriati e progetti di legge, proposte per affrontare la tematica in maniera conveniente'. Così Anna
Miotto, componente della commissione Affari sociali della Camera, fa il punto sulle iniziative in Parlamento per
regolamentare il gioco d'azzardo e il rapporto tra i concessionari e gli enti locali.
'Per i comuni- spiega la deputata- si tratta di una situazione paradossale: possono decidere dove un parrucchiere
può aprire la propria attività ma non possono intervenire su una sala giochi'. La soluzione, per concludere, 'è
cambiare la legge, bisogna conferire agli amministratori locali i poteri che oggi sono dei questori. Forse sono
mancate finora delle proposte efficaci ma la consapevolezza della gravità del problema c’è e per capirlo basta
vedere quante volte abbiamo affrontato il tema in questi ultimi mesi'.
1 / 3
MANIFESTO DEI SINDACI
PER LA LEGALITÀ CONTRO
IL GIOCO D’AZZARDO
associazione autonomie locali
LEGALITÀ
È CONTRASTO
AL GIOCO
D’AZZARDO
I comuni che per primi hanno sottoscritto il manifesto:
Corsico
Paderno
Franciacorta
Cavenago
in Brianza
Rezzato
Carpiano
Dovera
Lecco
Cornaredo
Castiglione
d’Adda
COMUNE DI LISCATE
(Provincia di Milano)
Liscate
Dresano
Milano
Sesto
San Giovanni
Gromo
Malegno
San Donato
Milanese
Olgiate Molgora
Mandello
del Lario
Cinisello
Balsamo
Comune
Ponte Lambro
Ponte
Lambro
Città di
COLOGNO MONZESE
!
Cologno
Monzese
Comune di Cosio Valtellino
Cosio Valtellino
Vimodrone
Piacenza
Rho
Stemma del comune di MONTECALVO IRPINO
Montecalvo
Irpino
Cassano
Magnago
Canegrate
Pogliano
Milanese
Desio
Mesero
Binasco
Corbetta
Padenghe
sul Garda
!COMUNE DI VANZAGHE
Vanzaghello
Osnago
COMUNE DI PREVALLE
BS Prevalle
Gazzada Schianno
San Giuliano
Milanese
-
Zeccone
-
Azzate
-
Visano
-
2 / 3
MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO
I NUMERI E LE CONSEGUENZE
DEL GIOCO D’AZZARDO L’ALLARME DEI SINDACI
100 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la 3° industria italiana,
8 miliardi di tasse.
12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo
del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine,
6.181 locali e agenzie autorizzate.
15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico, circa 800.000
i giocatori già patologici.
5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico.
Sono i numeri del gioco d’azzardo lecito che sta distruggendo le persone,
le famiglie, le comunità.
Il gioco d’azzardo sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero,
e produce sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale,
di aspettativa di futuro. Altera i presupposti morali e sociali degli Italiani
sostituendo con l’azzardo i valori fondati sul lavoro, sulla fatica e sui talenti
Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre
comunità.
Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità
dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata. Il gioco
d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo,
ispettivo, autorizzativo.
I SINDACI NON CI STANNO E REAGISCONO
Chiedono UNA NUOVA LEGGE NAZIONALE, fondata sulla riduzione dell’offerta
e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività
di prevenzione e cura; chiedono LEGGI REGIONALI in cui siano esplicitati
i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la
prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti
locali.
Chiedono che SIA CONSENTITO IL POTERE DI ORDINANZA DEI SINDACI
per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi
sensibili, e sia richiesto ai Comuni e alle Autonomie locali il PARERE PREVENTIVO e
vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.
3 / 3
MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO
	 •	 gli STATUTI comunali
	 •	 i REGOLAMENTI (di Polizia locale, del Commercio, della Pubblicità, delle Sale gioco)
	 •	 le ORDINANZE basate sulla necessità di proteggere i più deboli e garantire la
sicurezza urbana
	 •	 i CONTROLLI della Polizia locale sulle sale gioco e su coloro che le frequentano,
ai fini della prevenzione nei confronti della malavita organizzata
	 •	 STRUMENTI E MODELLI OPERATIVI INFORMATICI per conoscere sempre meglio
il territorio e i fenomeni che vi si manifestano
I Sindaci si organizzano in RETE consapevoli che insieme si è più forti e si può
contrastare la diffusione del gioco d’azzardo.
Costruiscono RETI NEI TERRITORI con associazioni, volontari, polizia locale e forze
dell’ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione
e di contrasto.
Costruiscono RETI SOVRATERRITORIALI con le ASL e con Prefettura, Questura
e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori
patologici.
Si impegnano per la FORMAZIONE propria, degli esercenti e dei cittadini,
consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere
la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, costruire nuovi atteggiamenti
e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul
lavoro, sull’impegno e sui talenti.
Si impegnano a UTILIZZARE TUTTI GLI STRUMENTI DISPONIBILI per esercitare tutte
le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo. Ritengono di poter intervenire su:
Informazioni e contatti:
Piero Magri
Terre di Mezzo
via Calatafimi 10,
20122 Milano
Tel. 02 83 24 24 26
Cell. 349 5214692
pieromagri@terre.it
Angela Fioroni
Legautonomie Lombardia
Duccio di Boninsegna 21/23,
20145 Milano
Tel. 02 36799650
fax 02 93650604
lombardia@legautonomie.it

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Il comune di legnano che fa contro il gioco d'azzardo

  • 1. Report Conferenza stampa del 14 gennaio 2013 Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo Presentazione di delibere, regolamenti, attività e progetti Aprono la conferenza Piero Magri di Terre di mezzo e Angela Fioroni di Legautonomie Lombardia. Raccontano i motivi che hanno spinto la Scuola delle Buone pratiche a occuparsi di gioco d’azzardo. Nell’edizione della Scuola del 2012, che si è svolta a Fa' la cosa giusta!, partecipò il Comune di Corsico, spiegando tutte le attività intraprese per la legalità. Un laboratorio che ebbe molto successo, e fece nascere l'idea di un percorso di approfondimento dei temi della legalità. Il percorso si articola in 4 tappe: 1. il gioco d’azzardo, come contrastarne la dipendenza; 2. l’economia sana e l’ente locale: la convenienza, la bellezza, la giustizia dell’economia legale; 3. la comunicazione della legalità con i propri cittadini: come fare in modo che le azioni per la legalità siano condivise tra Amministrazione locale e cittadini. 4. l'ultima a Fa' la cosa giusta! Il 15 marzo 2013, sarà un momento di raccolta e sintesi del percorso. Perché proprio il gioco d’azzardo? È la domanda che ci hanno posto alcuni giornalisti. Per diversi motivi, è la risposta, e ne abbiamo elencati alcuni: 1. sono ormai dimostrati i legami tra gioco d’azzardo, la criminalità organizzata e i legami tra il gioco e la microcriminalità: scippi, furti, prestiti a usura, minacce, il degrado di alcuni quartieri 2. cominciano a diventare evidenti le devastazioni che il gioco d’azzardo e la dipendenza, che troppo frequentemente comporta, producono nelle persone, nelle famiglie e nelle comunità; alcuni esempi: • persone, famiglie che perdono tutto ciò che hanno: lavoro, casa, risparmi; conseguenti litigi, rotture, vergogne, anche tentativi di suicidio • famiglie che usano per il gioco d’azzardo i finanziamenti dei contributi pubblici che ricevono per la scuola dei figli, l’affitto, le cure • famiglie che non pagano le spese condominiali, rischiando – e subendo – la chiusura dell’erogazione del gas, e quindi del riscaldamento domestico • persone sotto scacco degli usurai da cui hanno avuto in prestito i soldi per giocare • genitori, madri e padri, che vanno a giocare portando con sé i bambini
  • 2. • persone che, stimolate da un desiderio irresistibile e irrefrenabile del giocare d’azzardo, sottraggono ore al lavoro, alla vita affettiva e di relazione, al tempo libero • persone che per giocare mettono in atto azioni illegali, quali l’appropriazione indebita, la truffa, il furto • persone che dietro l’inseguimento di una vincita – che sanno sarà sempre molto inferiore a quanto giocato – stravolgono i fondamenti ai quali sono stati educati e sui quali è costruita la nostra società: il lavoro, la fatica, i talenti È chiaro che i Sindaci, lanciando l’allarme contro il gioco d’azzardo e le patologie che ne conseguono, non inseguono una chimera ideologica né oscurantista, ma si preoccupano del benessere dei propri cittadini, della stabilità delle famiglie, della salvaguardia delle comunità e della sicurezza urbana. Senza avere alcuno strumento normativo o regolativo per intervenire su questa materia. Per queste ragioni nel seminario di Corsico è stato deciso di creare un network di Comuni in rete, per sostenere le attività, condividere le azioni intraprese, decidere insieme i percorsi da attivare: perché in occasione del seminario è stata mostrata la grande mole di lavoro che – nonostante i limiti, i divieti, i provvedimenti respinti dai Tar - i Sindaci hanno già avviato per far fronte a questa calamità: norme nei PGT, regolamenti (di Polizia Locale, per l’insediamento e la gestione delle sale gioco, per la pubblicità) percorsi culturali e formativi rivolti ai cittadini, ai giovani, agli anziani. La Scuola delle buone pratiche, con il Comune di Corsico, ha deciso di sostenere le richieste dei Sindaci, i quali lanciano e chiamano a sottoscrivere un Manifesto in cui: • richiamano i numeri del Gioco d’azzardo perché sia manifesto a tutti quale sia l’entità del problema che affrontano • chiedono la possibilità di intervenire con le ordinanze necessarie e la possibilità di esprimere un parere preventivo per l’installazione dei giochi d’azzardo • chiedono una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta, il contenimento dell’accesso, un’adeguata informazione ai cittadini; una legge che preveda attività di prevenzione e cura • chiedono leggi regionali che esplicitino i compiti e gli impegni delle regioni per la cura dei giocatori patologici, la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, il sostegno alle azioni dei Comuni • manifestano la volontà di organizzarsi in rete, per essere più forti e incisivi • si impegnano ad attivare reti nei territori con tutte le associazioni disponibili a far fronte comune per attivare iniziative culturali e di prevenzione; e ad attivare reti sovra territoriali nelle Asl, con la Prefettura, la Questura, la Dia, le forze dell’ordine per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici • si impegnano per la formazione: propria, delle polizie locali e dei servizi sociali, degli
  • 3. esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo fondamentale e insostituibile della cultura per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo. Sanno che la nuova frontiera del gioco è l’online, al quale ogni singola persona accede da sola nella propria casa; nel momento in cui scriviamo questo report sono diffuse le informazioni della ricerca condotta da Telefono Azzurro sulla dimestichezza con il gioco d’azzardo dei bambini dai 7 agli 11 anni e sul numero crescente di giocatori adolescenti: fatti allarmanti, che potranno essere contenuti solo con la formazione, la prevenzione e il lavoro congiunto di amministrazioni, asl, scuole, famiglie, associazioni • si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo Si informano i presenti del fatto che il Questore di Milano, dott. Luigi Savina, invitato alla conferenza, ha inviato una mail per informare che non avrebbe partecipato oggi, ma parteciperà e farà intervenire il Dirigente della Polizia Amministrativa qualora venga realizzata dalla Prefettura, dalla Provincia o anche dai Comuni, una giornata di studio sul fenomeno. Maria Ferrucci, sindaca di Corsico, illustra le motivazioni che hanno portato al manifesto, e i contenuti dello stesso. Il suo intervento, completo, è reperibile sul sito della Scuola delle buone pratiche www.scuoladellebuonepratiche.it Eugenio Comincini, presidente regionale di Legautonomie, sottolinea l’interesse di questa associazione a proseguire la Scuola delle buone pratiche con Terre di mezzo, e a sostenere e intraprendere pratiche amministrative innovative, in grado di affrontare e prevedere i problemi che si presentano nei territori. Ritiene che particolarmente rilevante sia il percorso sulla legalità, poiché la legalità è condizione indispensabile per affrontare ogni altra problematica amministrativa. Indispensabile affrontare il tema del gioco d’azzardo per dare ai sindaci, che sono gli unici a riscontrare le conseguenze di queste attività nei territori che amministrano, il potere di intervenire. Antonello Concas, sindaco di Pioltello, riprende brevemente le considerazioni presentate nel seminario di Corsico (nel Report del 30 novembre 2012), e aggiunge un’informazione importante. Parlando con un ingegnere che ha partecipato all’elaborazione del software dei giochi d’azzardo, ha scoperto che il programma non dà a tutti i giocatori le stesse opportunità, ciò che contrasta con i diritti dei giocatori. Il Comune di Pioltello perciò sta valutando la possibilità di un’azione su questo tema specifico. Mario Soldano, sindaco di Cologno Milanese, racconta ai presenti la beffa subita nel suo comune: dopo aver approvato norme nel PGT per regolare l’insediamento delle sale gioco e quindi sentirsi al sicuro almeno su questo versante, ha scoperto che le sale gioco
  • 4. aperte all’interno dei centri commerciali sono esentate da qualsiasi norma, quindi oltre al danno il comune ha subito anche la beffa: una sala giochi si è insediata all’interno di un centro commerciale, al di là delle norme dettate dal Comune. Il Sindaco pertanto aderisce al manifesto perché ritiene indispensabile una nuova legge nazionale, una legge regionale, e la possibilità di ordinanza nonché l’espressione di un parere preventivo da parte dei Sindaci. Pietro Romano, sindaco di Rho, riprende le motivazioni di adesione al manifesto presentate da Soldano, e racconta il proliferare di sale e slot-machine nel proprio comune senza che l’Amministrazione possa intervenire in alcun modo. Il Comune di Rho ha deliberato un regolamento, ha coinvolto la stampa locale e i servizi comunali su questo tema, che è di portata enorme oggi, di portata devastante in previsione, quando affioreranno tutte le dipendenze oggi ancora sotto traccia. Il sindaco dunque ritiene essenziale il manifesto e la mobilitazione che riuscirà a costruire. Ritiene importante però che la questione del gioco d’azzardo sia anche oggetto di campagna elettorale, nel senso che i candidati al governo della Regione e del nostro Paese esplicitino la propria posizione nei confronti del gioco d’azzardo. Maria Grazia Guida, vicesindaco del Comune di Milano, presenta l’informativa condivisa dalla giunta comunale e dichiara che questa iniziativa le sembra segno dei tempi: le problematiche affrontate, i problemi evidenziati e le soluzioni possibili interpretano le necessità della nostra società. Lei stessa si era già occupata dei problemi prodotti dal gioco d’azzardo nell’associazione in cui lavorava prima di essere eletta, e in giunta comunale ha presentato un percorso che impegna tutta l’Amministrazione. Già hanno discusso del manifesto le commissioni comunali antimafia, sicurezza, commercio e scuola, prendendo ciascuna gli impegni specifici per quanto concerne il loro operato. La vicesindaco poi ricorda le cause principali di questa corsa al gioco d’azzardo: • la crisi economica, che porta i più fragili a pensare di poter risolvere i problemi con la scorciatoia del gioco d’azzardo • la normativa schizofrenica che da una parte vuol regolamentare il gioco lecito per toglierlo alla clandestinità e all’illecito; dall’altra parte però produce patologia e reti di criminalità organizzate intorno al gioco lecito • la capillarizzazione dei luoghi del gioco d’azzardo: le 400.000 postazioni in Italia, contro le 30.000 nel paese europeo di maggior diffusione, spiega l’offerta pervasiva del gioco d’azzardo senza bisogno di altri ragionamenti. Ritiene che il Comune debba dare sostegno alle fragilità che si manifestano soprattutto fra le donne sole non più giovani, le donne immigrate, gli anziani. Sono necessarie attività educative/formative, e occorre intraprendere attività per ottenere una nuova legge. Nelle prossime elezioni Maria Grazia Guida è capolista al senato per la Lombardia, si
  • 5. impegna ad affrontare l’emanazione di una nuova legge sul gioco d’azzardo come chiesto nel manifesto. Lucrezia Ricchiuti, vicesindaco di Desio, una delle promotrici del manifesto e della conferenza stampa odierna al seminario di Corsico, sottolinea le azioni che insieme ad Avviso Pubblico possono intraprendere i Sindaci. Richiama le proposte di Avviso Pubblico (divieto di pubblicità, gioco patologico inserito nei LEA con l’1% del fatturato complessivo sul gioco devoluto alla riparazione dei danni, moratoria per l’inserimento di nuovi giochi, potere di ordinanza dei sindaci per l’orario e le distanze, parere preventivo dei comuni per l’installazione dei giochi, accesso alle macchinette autorizzato tramite tessera sanitaria, abolita la tassazione agevolata, controllo dei flussi di denaro, controlli più rigorosi nei confronti dei concessionari) affinché i Comuni le sostengano e ne chiedano l’attuazione. Lucrezia Ricchiuti è candidata alle prossime elezioni nazionali, ha deciso di candidarsi proprio per impegnarsi sul versante della legalità e quindi del gioco d’azzardo. Giuseppe Calanni, assessore a Cinisello Balsamo, da medico denuncia i danni prodotti dal gioco d’azzardo e da assessore manifesta l’impegno al contrasto al gioco d’azzardo per la dipendenza che induce e per il sistema di valori che stravolge. Richiama le norme inserite nel PGT del comune, e il progetto “Il paese dei balocchi” approvato dalla giunta comunale (vedi il progetto sul sito www.scuoladellebuonepratiche.it) Monica Chittò, sindaco di Sesto San Giovanni, esprime il piacere di non sentirsi sola nell’affrontare una questione dalle implicazioni così importanti. I sindaci non sono per il proibizionismo, però occorre rilevare la contraddizione del gioco lecito, legale, che richiama tutto il mondo dell’illegalità. Occorre dare poteri ai comuni per una gestione davvero legale del gioco d’azzardo. Richiama il problema economico delle famiglie che sempre più spesso si rivolgono ai comuni per chiedere aiuti, e il problema economico dei comuni che si trovano senza risorse economiche a causa delle norme nazionali. Intorno al gioco d’azzardo si muovono interessi davvero forti, in grado di fare pressioni e anche minacce: da qui l’importanza di una Rete che non lasci i sindaci da soli a fronteggiare questo problema. Nell’eventualità che il nuovo parlamento non decida per una nuova legge, si può pensare anche a una legge di iniziativa popolare. Tiziano Torretta, vicesindaco di Vanzaghello, un piccolo comune non ancora coinvolto dal problema,si prepara però ad affrontarlo. Hanno cominciato a scrivere articoli sul periodico comunale, ad allertare i servizi sociali affinché prestino attenzione alle tipologie di aiuto che vengono richieste per riscontrare conseguenze del gioco d’azzardo. Si preparano inoltre a predisporre un regolamento. Evidenzia però che i comuni piccoli da soli non ce la fanno: per questo è necessaria la rete, ed è necessaria anche la legge regionale che si faccia carico della prevenzione, della cura e del sostegno alle azioni dei comuni.
  • 6. Francesco Seghi, assessore a Cavenago, richiama la necessità della tracciabilità dei contributi economici erogati dagli enti pubblici alle famiglie, perché di certo molti finiscono nel gioco d’azzardo. Dichiara la quantità di contributi erogati dal comune, una quantità eccessiva rispetto al numero degli abitanti, eppure necessaria. Si interroga sui motivi delle richieste, se non vi sia anche il gioco d’azzardo, che a Cavenago è diffuso e molto praticato, anche dalle madri che vanno a giocare portandosi insieme i figli, al termine della scuola. Dice che occorre lanciare un urlo per far sentire la gravità di questo problema, e afferma la necessità di iniziative come questa, per mettere in rete i Comuni. Pierattilio Superti, direttore generale di Anci Lombardia, afferma che iniziative come questa servono a riportare in campo i temi concreti, anche nella politica. Occorre non lasciare soli i sindaci, minacciati dai proprietari delle sale gioco. Richiama il fatto che la liberalizzazione totale degli orari decisa dal Governo porta anche all’impossibilità di regolare gli orari delle sale gioco: Anci ha già richiamato questa questione in prospettiva dell’approvazione della legge, senza ricevere ascolto. Ricorda quanto è successo in Parlamento per l’apertura delle nuove 1.000 sale poker, e la diminuzione della pressione fiscale per gli introiti del gioco d’azzardo. Denuncia i soldi della dote scuola spesi da alcuni genitori per il gioco d’azzardo, e pone l’accento sulla politica e le problematiche poste dai voucher. Afferma che occorre rileggere la nostra società per griglie di priorità e di interventi, superando l’idea che tutto ciò che si decide all’esterno dei ministeri sia spreco. Occorrono i poteri di ordinanza dei sindaci, e un’articolazione più giusta ed efficace dei poteri all’interno dello Stato. Occorre che gli Enti locali possano recuperare strumenti operativi per esercitare in pieno la loro responsabilità. Sono necessarie iniziative unitarie, e occorre pressione sul nuovo parlamento per una nuova legge. Nicola Poliseno, sindaco di Cassano Magnago, afferma che nel suo comune funziona la norma sulla non monetizzazione dei parcheggi, deterrente rispetto all’apertura di sale gioco. È venuto a sapere dell’apertura di una sala e ha chiesto informazioni al Questore. Occorre incoraggiare gli esercenti che non accettano slot-machine nei propri locali, come ha fatto un bar a Casorate Sempione, che vuol essere un BAR NO SLOT. Occorre affrontare il tema con serietà e forza, e affrontarlo insieme è il modo più adeguato. Ruggero Rognoni, assessore a Binasco, denuncia l’abitudine di molte madri di Binasco di accompagnare i figli a scuola, per poi ritrovarsi insieme a far colazione e giocare d’azzardo al bar. Ricorda i 6 attentati avvenuti a Binasco l’anno scorso, attentati che segnalano la presenza della criminalità organizzata. Lavorando con associazioni ambientaliste incontra contadini che segnalano la presenza di slot-machine abbandonate nei campi, al fine –hanno scoperto – di poterne modificare i software. Occorre chiedere
  • 7. che la Finanza controlli le slot e i software, per rilevare contraffazioni. Si rilevano pressioni degli esercenti sui vigili, per essere lasciati in pace. Occorrono corsi di formazione per i vigili, per affrontare con competenza questa tematica. Concettina Monguzzi, sindaco di Lissone, ringrazia per questa iniziativa, che la fa sentire meno sola. A Lissone ci sono 6 sale gioco, 2 sale scommesse, più una quantità di slot. Riconosce che solitamente i comuni agiscono sull’onda dell’emergenza, in questo tema invece, articolando questa rete di sindaci, si cerca di agire anche a prevenzione del problema. Descrive una delibera adottata in Consiglio, e si sofferma ad analizzare la contraddizione insita nella parola gioco per definire il gioco d’azzardo e la stessa ludopatia. Il gioco è il contrario dell’azzardo, afferma. È attività necessaria per crescere, sviluppare la personalità e la socialità, affrontare i ruoli, accettare le sconfitte e le vittorie. Nel gioco i bambini e i giovani scoprono le proprie forze e le debolezze, rafforzano il carattere, sperimentano la fatica e l’esercitazione, l’abilità e le difficoltà, il successo e l’insuccesso, l’altruismo e l’assunzione di responsabilità. Tutte esperienza necessarie per crescere bene, sviluppare relazioni positive, affrontare la vita con sicurezza. Il contrario di quanto succede con il gioco d’azzardo. Per queste ragioni, del manifesto apprezza in modo particolare la parte dedicata all’impegno per la formazione ai fini di recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti. Cristina Perilli collabora con Libera e il Comune di Milano, è impegnata con progetti formativi di contrasto al gioco d’azzardo nell’Asl di Milano. Racconta la sua meraviglia quando, tornata in Italia qualche anno fa dall’Australia dove aveva seguito i problemi legati alle dipendenze del gioco d’azzardo, si aspettava di trovare tutti gli organismi pubblici preparati con progetti di contrasto, di prevenzione e di cura. Invece, ha trovato il nulla. Non solo. Racconta della beffa del progetto Giovani e gioco, organizzato nel 2009 per studenti delle scuole superiori da parte dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, al fine di “generare in ognuno una coscienza del gioco legale e responsabile, facendo sì che ciascuno possa diventare un adulto in grado di comprendere che la “misura” è la migliore soluzione per giocare divertendosi ed evitare pericolose conseguenze”. Di questo progetto nel 2012 è stata chiesta la sospensione da parte di numerose associazioni impegnate nel contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo, poiché ritengono che alcuni messaggi del Gioco sembrano incentivare l’accesso ai giochi per i più giovani. Queste associazioni ritengono “inammissibile che un progetto che coinvolge 70.000 studenti e che, secondo le dichiarazioni del direttore dei Monopoli, si vuole estendere alle fasce dei minori più piccoli, contenga frasi come: Evolve chi si prende una giusta dose di rischio, mentre è punito chi non rischia mai o chi rischia troppo!, o Ci si attacca alla rete, al cellulare, alle slot machine o ai videopoker parcheggiati nei bar per dare risposta al primordiale bisogno di vincita che l'essere umano ha in sé, o dove viene promosso l'aspetto meno educativo e socializzante dei giochi online dichiarando che grazie a questi: Non c'è bisogno di cercare compagni di
  • 8. gioco come si faceva da bambini, perché questo gioco è spesso solitario e decontestualizzato. http://www.gruppoabele.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2539 http://centrostudi.gruppoabele.org/gambling/?q=node/266 La dottoressa Perilli racconta poi i progetti ideati per i vigili urbani, gli anziani, e i giovani delle scuole superiori. Si stima intorno al 47% la partecipazione dei giovani al gioco d’azzardo, ciò che rende urgenti misure e attività di formazione e prevenzione. Pippo Monti, dell’Associazione Vinciamo il gioco si dichiara felice di questo incontro che evidenzia problemi già individuati dalla propria associazione, la quale si mette a disposizione per iniziative nei territori. Hanno già sperimentato serate a tema anche con la presenza di ex giocatori, per informare, sensibilizzare, fare prevenzione. Cristina Bertuletti, sindaco di Gazzada Schianno, ringrazia la Scuola delle buone pratiche per la focalizzazione del problema e la ricerca di mezzi per affrontarlo. Con altri Comuni in provincia di Varese hanno intrapreso una formazione per gli esercenti: poca partecipazione, comprensibile. Per gli esercenti le slot sono fonti di introito di un certo rilievo, difficile rinunciarvi. Quindi non bisogna demordere, ma continuare a impegnarsi. Importante il manifesto, perché mostra quanto ci tengono gli amministratori locali al benessere dei propri cittadini, alla salvaguardia delle famiglie e delle comunità. Importante ristabilire i valori fondanti delle nostre società: i talenti, la fatica, il lavoro. Necessario che sia dato potere ai sindaci, perché loro sono sui territori insieme ai cittadini, e verificano di persona i danni che produce il gioco d’azzardo. Anche il comune di Gazzada Schianno ha adottato un regolamento per l’insediamento e la gestione delle sale a gioco. Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco sul Naviglio e presidente regionale di Legautonomie, riprende alcuni temi presenti negli interventi dei presenti attraverso alcune parole-chiave che li contraddistinguono: • Atteggiamento bipartisan: il problema del gioco d’azzardo viene affrontato con la stessa determinazione e gli stessi atteggiamenti da parte delle Amministrazioni locali, qualsiasi sia la loro colorazione politica. La dipendenza dal gioco d’azzardo è una questione di una gravità inimmaginabile (ciò che affrontiamo oggi è solo la punta dell’iceberg), è giusto che tutte le amministrazioni locali se ne preoccupino • Interdisciplinarità: i problemi inerenti la dipendenza dal gioco d’azzardo vanno affrontati con l’apporto delle diverse discipline: educative, formative, mediche, sportive, sociali • Cultura del gioco d’azzardo: si è formata un’abitudine al gioco d’azzardo che va combattuta con una vera cultura del gioco d’azzardo, che ne mostri tutte le ambiguità, i rischi, gli interessi, le finalità • Interistituzionalità: il contrasto al gioco d’azzardo coinvolge in modo trasversale tutte le istituzioni: i comuni, le regioni, il parlamento, le asl, la prefettura, la questura, i media,
  • 9. le associazioni, le scuole. Nel costruire reti dunque dovremo sempre più ricercare il contributo delle istituzioni presenti sul territorio e sovra territoriali. Alla conferenza, oltre a Mariagrazia Guida e a Lucrezia Ricchiuti, sono presenti anche alcuni candidati alle regionali e al parlamento. Sono stati invitati i candidati già conosciuti, di diversi schieramenti, sono presenti Vinicio Peluffo, Carlo Borghetti e Arianna Censi. Li invitiamo a intervenire, data l’evidenza della necessità di relazioni con la Regione e il Parlamento, se vogliamo nuove leggi. Vinicio Peluffo, candidato al parlamento, afferma che nella legislazione passata in parlamento è stata aperta la discussione, nella legislazione prossima occorre impegnarsi per affrontare seriamente la questione. Occorre intervenire a monte, con leggi nazionali e regionali, e a valle, con poteri dei sindaci. Occorrono sinergie e impegno di tutti. Carlo Borghetti, candidato alla regione e firmatario di un progetto di legge regionale sul gioco d’azzardo firmato anche da alcuni consiglieri del centrodestra, si mostra fiducioso sulla possibilità di approvare la legge nella prossima legislatura. Afferma che sarà necessario approvare finalmente una legge per il welfare, e quindi anche per il gioco d’azzardo. I pilastri della legge dovrebbero essere: • L’istituzione di una unità operativa per mettere a sistema tutti i livelli che si occupano di questo tema • L’obbligo di accesso alle macchinette tramite la carta regionale dei servizi • L’inserimento del gioco d’azzardo patologico nei LEA, con relative possibilità di cura e di finanziamento • Il sostegno agli Enti locali per le azioni di prevenzione e contrasto. Arianna Censi, candidata alla regione, è convinta della necessità di un cambio di rapporto della regione con gli Enti locali. È necessario che la Regione utilizzi l’esperienza dei sindaci e degli amministratori, i quali sul campo conoscono la realtà e mostrano capacità di intervento, di prevenzione e di formazione adeguate ed efficaci. Prevenire, contrastare, intervenire sono i tre campi in cui espletare l’azione per affrontare i problemi posti dal gioco d’azzardo. È necessaria la rete, i legami tra enti locali, cittadini e istituzioni per affrontare insieme i problemi. In un contesto così articolato una legge regionale è già ipotizzabile, a partire proprio dalle relazioni con i comuni. Occorre infine considerare che i costi per la prevenzione sono di gran lunga inferiori a quelli per la cura, quindi è mistificatorio affermare che non ci sono finanziamenti per la prevenzione. La prevenzione è assolutamente il percorso preferibile, quello dove indirizzare tutte le energie possibili. Richiesta di attività simili a livello nazionale In questi giorni di pubblicizzazione del Manifesto in Lombardia, alla Scuola delle buone pratiche sono pervenute richieste da molti comuni italiani di adesione al manifesto e di
  • 10. organizzazione di attività simili anche in altre regioni e a livello nazionale. Il primo è stato il Comune di Santhià, in provincia di Vercelli: 9.000 abitanti, 5 sale da gioco, 130 slot- machines, un’ordinanza e un regolamento respinti dal Tar. La consigliera Simonetta Todi, dopo essersi consultata con il sindaco e gli altri consiglieri, si rivolge alla Scuola per chiedere se questa iniziativa potrà avere anche carattere nazionale; chiede comunque di estenderla al Piemonte. Richieste che la Scuola, con il contributo di Legautonomie nazionale, intende accogliere. La Conferenza stampa di oggi si configura allora come una Tappa. Una tappa verso: • la sessione della Scuola delle buone pratiche che si terrà il 15 marzo in occasione della fiera Fa’ la cosa giusta! (www.falacosagiusta.org) • tutti i Comuni che intendono aderire alle richieste e alle iniziative proposte nel Manifesto • gli altri Sindaci che ancora non avvertono il problema • noi tutti, per intraprendere percorsi positivi insieme • una mobilitazione a livello nazionale Ulteriori elementi di analisi e di proposte emersi dalla conferenza Nella conferenza stampa sono emersi ulteriori elementi di analisi dei fenomeni inerenti il gioco d’azzardo nei territori, e altre proposte di intervento dei sindaci. Ulteriori elementi di analisi • La crisi economica spinge al gioco d’azzardo le persone più fragili: donne sole non più giovani, donne immigrate, anziani. • Siamo in presenza di una normativa schizofrenica e contraddittoria: da una parte vuol regolamentare il gioco lecito per toglierlo alla clandestinità e all’illecito; dall’altra parte però produce patologia e reti di criminalità organizzate intorno al gioco lecito • La capillarizzazione dei luoghi del gioco d’azzardo ne spiega la diffusione. • Valutare il problema economico delle famiglie che sempre più spesso chiedono aiuto ai Comuni e il problema economico dei comuni che si trovano senza risorse economiche a causa delle norme nazionali. • Considerare gli interessi davvero forti che si muovono intorno al gioco d’azzardo, in grado di fare pressioni e anche minacce: da qui l’importanza di una Rete • Valutare le minacce o le offerte a cui sono sottoposti i vigili urbani nelloro lavoro di con- trollo delle slot e delle sale gioco: necessità di formazione specifica per loro • La liberalizzazione totale degli orari dei pubblici esercizi decisa dal Governo impedisce ai Sindaci di poter intervenire sull’orario delle sale gioco
  • 11. • Analizzare la contraddizione insita nella parola gioco per definire il gioco d’azzardo e la stessa ludopatia. Il gioco è il contrario dell’azzardo, è attività necessaria per crescere, sviluppare la personalità e la socialità, affrontare i ruoli, accettare le sconfitte e le vitto- rie, ecc. • Considerare la forte ambiguità all’interno di pratiche educative che spesso rischiano di spingere al gioco d’azzardo, anziché allontanare. • Importante il manifesto, perché mostra quanto ci tengono gli amministratori locali al be- nessere dei propri cittadini, alla salvaguardia delle famiglie e delle comunità. • Sottolineati i caratteri bipartisan del contrasto al gioco d’azzardo Ulteriori proposte di interventi • Valutare l’azione che si può intraprendere in conseguenza del fatto che il software del gioco d’azzardo non garantisce le stesse opportunità a tutti i giocatoir che gioca- no alla stessa slot • Chiedere che le proposte dei sindaci diventino oggetto di campagna elettorale da parte dei candidati al governo della regione e al Parlamento • Divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo • Destinazione dell’1% del fatturato complessivo sul gioco d’azzardo alla riparazione dei danni • Moratoria per l’inserimento di nuovi giochi • Accesso alle macchinette autorizzato tramite tessera sanitaria • Abolita la tassazione agevolata • Controllo dei flussi di denaro • Controlli più rigorosi nei confronti dei concessionari • Pensare a una legge di iniziativa popolare nell’eventualità che il nuovo Parlamento non faccia una nuova legge • Allertare i servizi sociali affinché prestino attenzione alle tipologie di aiuto che ven- gono richieste per riscontrare se dipendono anche dal gioco d’azzardo • Procedere a una tracciabilità dell’uso dei contributi economici ricevuti dagli enti pub- blici, per garantire che vengano spesi per gli usi per cui sono stati erogati • Riflettere sulle conseguenze della politica dei voucher e comunque dei contributi in soldi erogati dagli enti pubblici • Occorre potere di ordinanza dei sindaci, ma è necessaria anche un’articolazione più giusta ed efficace dei poteri all’interno dello Stato • Il divieto di monetizzare i parcheggi produce effetti positivi • Richiedere informazioni al Questore • Incoraggiare gli esercenti a non ospitare slot nei loro locali, studiare le forme di in- centivazione
  • 12. • Chiedere che la Finanza controlli i software delle slot, perché spesso vengono ma- nomessi • Necessità di una cultura del gioco d’azzardo generalizzata, che ne mostri tutte le ambiguità, i rischi, gli interessi, le finalità • Necessità di interdisciplinarità e interistituzionalità per affrontare l’analisi e le conseguenze del gioco, la prevenzione e le cure indispensabili
  • 13. 1 WELFARE LOCALE/SANITÀ FOCUS/ Enti locali e gioco d'azzardo, i pericoli delle slot machines 22 Giugno 2012 Il presidente nazionale di Legautonomie e sindaco di Pisa Marco Filippeschi: "Servono provvedimenti urgenti" Il settimanale di approfondimento tematico a cura di Legautonomie e Agenzia Dire si occupa questa settimana della diffusione del gioco d’azzardo nei territori urbani, in vista del convegno che si svolgerà a Roma lunedì 25 giugno nella sede della Provincia di Roma. Gli interventi di: Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente nazionale Legautonomie; Achille Variati, sindaco di Vicenza; Maurizio Fiasco, sociologo esperto della Consulta nazionale antiusura e consulente di Legautonomie; Attilio Simeone, avvocato e coordinatore nazione del 'Cartello Insieme contro l'Azzardo'; Anna Miotto, componente della commissione Affari sociali della Camera. ROMA - Sono tre milioni gli italiani a rischio patologico sui quindici complessivi che abitualmente giocano d'azzardo. Il dato, reso noto recentemente dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, prende in esame la larghissima diffusione negli ultimi mesi delle cosiddette 'ludopatie' (termine che però fa storcere il naso agli esperti del settore), un fenomeno sul quale si sta alzando l'attenzione non solo delle associazioni del settore ma anche delle parti politiche. Perché il confine tra gioco e dipendenza e' sempre piu' sottile. Anche il Parlamento si è messo al lavoro: alla Camera è stato infatti presentato un disegno di legge che prevede, tra le varie linee guida, l'inserimento della ludopatia tra le malattie per cui è previsto l'intervento della sanita' pubblica, la facoltà per i sindaci di vietare l'apertura di sale da gioco in luoghi sensibili, il controllo più efficace della liquidita' mobilitata, mentre sono allo studio anche misure di prevenzione e per regolamentare gli spot sui media oltre che l'accesso dei minori a i giochi con vincite in denaro. Proprio il ruolo dei sindaci è sotto la lente di ingrandimento del convegno organizzato da Legautonomie, in programma lunedì prossimo a Roma, e in cui si cercherà di impostare in modo appropriato le iniziative dei poteri locali. Risposte a un problema che sta mettendo in difficoltà gli enti locali, con i territori che da dieci anni a questa parte sono stati 'invasi' da installazioni e aree destinate al gioco d'azzardo. Sono infatti 400mila gli apparecchi automatici, 14mila le agenzie di raccolta delle scommesse, senza contare l’offerta di 'alea' situata presso bar, ristoranti, alberghi e negli uffici postali, mentre si stima che nel 2012 nelle abitazioni, divenute terminali di sistemi informatici di azzardo on line, si consumeranno oltre 20 miliardi di euro. Si tratta di una diffusione capillare che ha generato problemi di pertinenza delle amministrazioni comunali, provinciali e delle Asl, costretti però a fare i conti con le ricadute sociali, economiche e urbanistiche. Un caso emblematico è rappresentato dalla 'crociata' del comune di Verbania, fermato dal Tribunale amministrativo piemontese che non solo gli ha contestato una regolamentazione relativa all'orario di attivazione di slot machines e videopoker, ma gli ha anche notificato una richiesta di risarcimento danni di oltre 1 milione e 300mila euro presentata dall'azienda che gestiva le installazioni. Il sindaco, Marco Zacchera, difese la sua iniziativa spiegando che si trattava di una scelta di 'carattere socio-sanitaro, a difesa di chi si rovina e non capisce che giocando in modo forsennato è condannato a perdere salute, pensioni e stipendio'. Secondo i giudici amministrativi, dunque, non è compito delle amministrazioni locali legiferare ma devono piuttosto affidarsi agli interventi dello Stato. Ecco perché è sempre più urgente una normativa precisa in materia, per dare strumenti operativi chiari agli enti locali. FILIPPESCHI (sindaco di Pisa e presidente Legautonomie): SERVONO PROVVEDIMENTI URGENTI - Problemi sociali e di ordine pubblico. Da alcuni anni sono queste le problematiche con cui devono fare i conti i comuni. Lo dice Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente di Legautonomie, alla vigilia del convegno che si propone di rispondere al grido d'allarme degli enti locali. 'Negli ultimi anni c’è stato un aumento spaventoso dei giochi d’alea, soprattutto nelle medie e grandi città, sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo, con una diversificazione dell’offerta mirata a un allargamento della platea dei giocatori, penso ai videopoker nella maggior parte dei bar, i gratta e vinci pubblicizzati negli uffici postali.
  • 14. 2 I problemi per i Comuni sono molteplici, sicuramente sociali anche per l’aumento di situazioni patologiche, ma non sono da sottovalutare quelli di ordine pubblico. I Comuni, interpretando il loro mandato costituzionale di rappresentanti della collettività nonché il loro potere di disciplinare le funzioni urbane primarie, penso alla Legge quadro sulla sicurezza sociale, la n.328 del 2000, devono poter disporre dei poteri necessari ad attuare misure di tutela degli interessi generali delle collettività'. Filippeschi lo spiega con un esempio: 'Nella bozza di legge delega sulla riforma fiscale sono previste misure volte a tutelare i minori dalla pubblicità dei giochi e a disciplinare opportunamente l’ubicazione dei locali adibiti a giochi sul territorio. E’ chiaro che questa norma di principio generale dovrà tradursi in concreti poteri regolamentari a disposizione delle amministrazioni locali. Siamo di fronte ad un paradosso: da un lato gli enti locali devono garantire la sicurezza urbana, e tenere in considerazione la libertà d’impresa, dall’altro non hanno alcun potere né d’indirizzo, né regolativo, né ispettivo. I comuni pagano solo le ricadute, soprattutto quelle sociali'. I comuni hanno le mani legate: ogni volta che introducono delle regolamentazioni, c'è il rischio di qualche ricorso. Gli enti locali come possono intervenire? Quale può essere la loro linea d'azione? 'La situazione in cui si trovano gli enti locali è delicata - dice Filippeschi - i comuni devono poter regolare e indirizzare lo sviluppo del territorio senza rischiare di essere multati come è successo al sindaco di Verbania per aver limitato l’orario di attivazione delle slot machine. Abbiamo pensato per questo di organizzare il convegno di lunedì a Roma nelle sede della Provincia: per mettere a disposizione dei Comuni, di Province e Regioni un complesso di proposte e di misure di supporto per impostare in modo appropriato le iniziative dei poteri locali. Parleremo dell’impiego degli strumenti amministrativi esistenti, per regolare le attività e per ridurre l’impatto del gioco d’azzardo sull’ordinato svolgimento delle funzioni urbane, e parleremo anche di progettazione di nuovi atti aventi efficacia normativa. Altro tema è la preparazione allo svolgimento di azioni di tutela delle autonomie locali in forma coordinata o associata verso i poteri centrali (Governo e Parlamento) e regionali. Ne parleremo con amministratori e con esperti del settore'. Cosa si può chiedere al Governo e al Parlamento? 'Il Parlamento si sta occupando da pochi mesi di approfondire il tema. Occorrono provvedimenti urgenti, il riconoscimento ad esempio del Gioco d’Azzardo Patologico nel Livelli Essenziali d’Assistenza, la devoluzione di poteri alle Regioni e soprattutto il ripristino di poteri ai Comuni. Si potrebbe discutere- conclude di prevedere una compartecipazione comunale all’ imposizione fiscale del gioco d’azzardo'. VARIATI (sindaco di Vicenza): E' UN FAR WEST - Un atto 'senza precedenti' per non restare fermo ad 'aspettare le novita' legislative pur promesse da parlamento e governo'. Così il sindaco di Vicenza, Achille Variati, presentava poco più di un mese fa la decisione di vietare la pubblicità del gioco d'azzardo nel suo comune. Un atto di forza capace di sfidare eventuali ricorsi pur di 'proteggere i miei concittadini da una piaga sociale che distrugge individui e sfascia famiglie'. Come è andata a finire, sindaco Variati? La deliberà è stata poi approvata dal Consiglio comunale? 'Dopo aver varato un regolamento comunale e una variante urbanistica per limitare la proliferazione delle sale giochi e scommesse, vietando l’apertura di nuove attività a meno di 500 metri da luoghi sensibili come ad esempio le scuole, il Consiglio comunale ha approvato a fine maggio il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo sul territorio comunale. Perché? Perché - spiega Variati all'agenzia Dire - soprattutto in tempi di crisi, messaggi che invitano a tentare la fortuna per risolvere i problemi economici sono da considerare come un pericolo per la salute dei cittadini. Ci sono infatti disoccupati, giovani, anziani, le fasce più vulnerabili della popolazione che buttano nel gioco i pochi euro che hanno e sprofondano in un baratro di disperazione che si chiama 'ludopatia', rovinandosi per inseguire la vincita che cambia la vita. Questa è un’emergenza sociale, un problema di salute pubblica che come autorità sanitaria ho il dovere di affrontare con decisione'. Ci sono stati dei ricorsi da parte delle aziende che gestiscono il settore? 'A fine mese saremo al Tar, chiamati in giudizio insieme alla questura per il ricorso di due agenzie cui era stata bloccata l’apertura. Ma quel ricorso - precisa il sindaco di Vicenza - probabilmente non avrà seguito, perché nel frattempo la situazione è cambiata: la questura, infatti, ha modificato la propria linea, autorizzando le aperture. E così il Comune ha inviato diffide a sei sale giochi e scommesse che erano state autorizzate dalla questura, imponendo di non aprire per violazione delle norme urbanistiche, in seguito alla variante approvata dal Consiglio comunale. Una di queste sale ha aperto lo stesso ignorando la diffida, e quindi abbiamo revocato l’agibilità dei locali per la violazione. Prevedo che sarà una battaglia dura, anche a livello legale perché ci aspettiamo altri ricorsi al Tar. Ma per noi è una battaglia di civiltà, una battaglia per la tutela della salute dei cittadini. Una battaglia che vale la pena combattere fino in fondo'. Quali possono essere le mosse degli enti locali, considerando che hanno le mani legate dalla normativa? 'Le Amministrazioni comunali - denuncia Variati - sono state lasciate sole dallo Stato: è necessaria una regolamentazione per questo settore, perché la ludopatia causa devastazioni alle persone, alle famiglie, alla comunità. Secondo le statistiche gli italiani sono ai primi posti nelle classifiche mondiali per soldi giocati all’anno pro capite, e a Vicenza il numero di 'drogati del gioco' in cura nei centri specializzati è raddoppiato negli ultimi due
  • 15. 3 anni. E i luoghi dove giocare proliferano: a Vicenza - fa sapere Variati - una ventina di sale sono già in attività e ci sono altre sette richieste per nuove aperture. Lo ripeto: qui non si tratta di fare crociate, stiamo parlando della tutela della salute dei cittadini. Dovrebbe essere detto chiaramente a chi gioca che 'il banco vince' come sui pacchetti di sigarette c’è scritto 'il fumo uccide'. Se lo Stato se ne infischia, un sindaco ha l’obbligo di intervenire'. Quale intervento si può chiedere al Governo e al Parlamento? E i cittadini che ruolo possono assumere? 'Governo e Parlamento - insiste il sindaco - devono smetterla di stendere tappeti rossi per l’apertura di queste attività e devono regolamentare un settore dove regna il far west. E’ facile capire perché a Roma fanno finta di niente: il gioco d’azzardo nel 2011 ha prodotto un giro d’affari di oltre 70 miliardi di euro, con entrate massicce per le casse dello Stato. Ma quanto costerà in futuro tutto questo? Quanti ludopatici dovranno essere curati a spese del sistema sanitario pubblico? Quanti italiani si saranno trasformati da forza produttiva a un peso per la società? Quante famiglie saranno state rovinate? I cittadini possono fare molto per scongiurare quella che non esito a definire una piaga sociale. A Vicenza la nostra battaglia è iniziata proprio dalla segnalazione di un gruppo di cittadini preoccupati per l’apertura di una sala giochi e scommesse a pochi metri da una scuola. Governo e Parlamento - conclude Variati - farebbero bene ad ascoltare i cittadini, come facciamo noi sindaci'. FIASCO: ECCO I PROBLEMI PER I COMUNI - La diffusione del gioco d’azzardo ha un impatto “diretto e in varie forme” sulla sicurezza delle città. “Ha creato un tessuto di insediamento per la criminalità strutturata che controlla una parte delle installazioni e delle sale da gioco, oltre a interferire nei movimenti economici in generale legati alle scommesse”. Lo sottolinea all'agenzia Dire il sociologo esperto della Consulta nazionale antiusura e consulente di Legautonomie, Maurizio Fiasco. “Sono in funzione in Italia oltre 400mila apparecchi automatici. In pratica, è impossibile un adeguato controllo amministrativo: troppo capillare la loro diffusione sul territorio. Una semplice addizione di quelli censiti, nel corso di indagini sulla criminalità infiltrata nel settore, mostra che almeno il 10% è risultato alterato. Proprio l'aleatorietà dei controlli permette alla malavita di espandere il raggio d'’azione: attraverso l’'installazione, la manutenzione e la manomissione delle macchinette. Non dimentichiamo poi l’aumento della vulnerabilità all’estorsione, dovuta al moltiplicarsi dei soggetti che muovono denaro a cui imporre la protezione”. Vi si aggiungano l’usura e il riciclaggio collegati. D’altronde più si moltiplicano i luoghi dove si concentra denaro contante, più aumenta la presenza della criminalità, sia comune che organizzata. Più bersagli facili per rapine e furti, ovvero una galassia di reati molto diffusi e frequenti”. Di fronte a un fenomeno con conseguenze “così impattanti i comuni per la prima volta si ritrovano senza alcun peso regolativo, ispettivo, autorizzativo”. E non si tratta di un errore, spiega Fiasco, ma “è una 'colpa': così è stato previsto, ogni anno, nelle leggi finanziarie che hanno via via introdotto dei nuovi giochi. Il dominus assoluto delle procedure è l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (Aams). In breve, i comuni sono stati proprio esclusi. Chi voglia aprire una sala per il bingo a Belluno, basta che si faccia autorizzare dall'’Aams, a Roma, senza dover passare per una verifica d'impatto ambientale da parte del comune'. E le proposte per arginare questo problema? “Senza aspettare una legge che da qualcuno è richiesta, ma che non si farà, almeno a breve, mi limiterei a poche cose. Prima di tutto, nella prossima legge di stabilità o nella delega fiscale si potrebbe introdurre una norma affinché i comuni e le regioni siano interpellati e il loro parere sia vincolante per l’organizzazione, la quantità e la compatibilità di queste attività di gioco con il normale svolgimento della vita urbana. Poi- spiega Fiasco- va affrontata la questione dei ricorsi presentati al Tar contro i comuni che hanno tentato di regolare gli orari delle attività: il caso più eclatante è quello di Verbania, dove regolamento municipale è stato cancellato da una sentenza dei giudici amministrativi (anche perché il sindaco non si è costituito in giudizio). Inoltre finora non si sono motivati i regolamenti facendo riferimento alla norma del decreto ‘sicurezza’ del 2008 che attribuisce una competenza diretta al comune in materia di sicurezza del territorio locale. Se un ente locale dimostra che le attività di azzardo costituiscono un pericolo non già per l’ordine pubblico, che è di competenza dello Stato, ma per la sicurezza urbana, ha tutti i titoli per poter emettere delle ordinanze. I ricorsi ci possono stare, ma bisogna contrastarli. A Bolzano, per esempio, il ricorso è stato presentato alla Corte Costituzionale (è una provincia autonoma) e la sentenza lo ha respinto. Se ci sono problemi di tutela delle fasce sociali deboli e di sicurezza urbana o di gestione del traffico, la competenza delle amministrazioni locali prevale sul diritto di fare business”. Su questo punto e su altre implicazioni anche a carattere nazionale del boom del gioco d’'azzardo, denuncia Fiasco, manca una diffusa consapevolezza. “Un problema grave e trascurato, ad eccezione della commissione antimafia nella sua relazione approvata dal Senato lo scorso 4 ottobre. Occorre focalizzare l'’attenzione senza finire in alto mare chiedendo mega-leggi organiche che poi non verranno approvate. Bisogna puntare su pochi punti elementari e di più facile attuazione. Altrimenti proseguirà un inspiegabile e sospetto diniego del problema'. SIMEONE: CONTRO L'AZZARDO UNICO ATTACCO DALLE AUTONOMIE LOCALI - 'Prima di tutto voglio ribadire che la sentenza di Verbania non esiste per l’argomento che stiamo trattando, perché ci sono dei profili di responsabilità che non è possibile tralasciare. Ovvero, il comune che decide di non costituirsi in giudizio: scelta legittima ma che contraddice il motivo stesso che aveva portato all’emanazione di un regolamento verso alcuni punti critici, come la tutela dei minori nelle fasce orarie più a rischio della giornata'. Così Attilio Simeone, avvocato e coordinatore nazione del 'Cartello Insieme contro l'Azzardo', fa chiarezza sul caso di Verbania che, nel bene e nel male, ha fatto da spartiacque nel rapporto tra gli enti locali e la questione del gioco d'azzardo.
  • 16. 4 'Questo caso– aggiunge- ha creato un forte allarme soprattutto tra i piccoli comuni, che in molti casi hanno ricevuto diffide dalle concessionarie di giochi d’azzardo a rimuovere questi regolamenti sulla base proprio della sentenza di Verbania che invece, e basta leggerla, non dice assolutamente nulla. E possiamo dire che da un punto di vista etico c’è sicuramente un concorso di colpa, oltretutto consideriamo il principio che impone alle parti di non sottoporre a un giudice la stessa questione per due volte. Ora, se mai questo fenomeno dovesse trovare continuità in quella realtà sociale, a quali strumenti si affiderà il Comune di Verbania, non potendo più adire il giudice?'. Ma quali poteri hanno i comuni? 'I sindaci hanno un potere derivato dal decreto legislativo 267 del 2000, che disciplina la loro attività e la loro facoltà di emettere ordinanze per far fronte a situazioni di emergenza. Effettivamente hanno delle difficoltà legislative perché non c’è una disciplina ad hoc creata per queste problematiche che consenta agli amministratori di intervenire direttamente, e oltretutto i controlli sono affidati all’Aams, che per sua stessa ammissione non ha personale sufficiente per fare verifiche. Purtroppo- dice l'avvocato- a livello centrale c’è molta confusione, il Parlamento non si sta occupando di queste cose che hanno un’importanza prioritaria. Per questo abbiamo capito che l’unico punto d’attacco al problema può partire dal basso, dalle autonomie locali. Dalla potestà dei sindaci in tema di sicurezza urbana e tutela dei minori e delle fasce più deboli della cittadinanza. Purtroppo si cita sempre il caso di Verbania ma va ricordata una sentenza poco conosciuta della Corte Costituzionale, la 300 del 2011, che conferma la competenza dello Stato nella disciplina dei giochi, ma in tema di tutela di minori sancisce la possibilità di intervento diretto dei comuni. Tantissimi amministratori - spiega Simeone - lo stanno già facendo, e questa strategia si può portare avanti dotando le ordinanze di elementi inattaccabili come l’aspetto sociologico, legale, quello collegato alla medicina con il riconoscimento della patologia del gioco d’azzardo. Proprio su questo punto stiamo spingendo con il ministro della Salute, Balduzzi, e con quello della Cooperazione sociale, Riccardi, con i quali ci incontriamo spesso e probabilmente presto arriveremo all’approvazione di una legge sul tema'. Infine, un appello e una precisazione. 'Dovremmo tutti prendere consapevolezza che l’azzardo non è un gioco: noi contestiamo l’uso del termine ‘ludopatia’, ovvero della ‘malattia del gioco’, a favore dell’espressione gioco d’azzardo patologico perché i concessionari cominciano ad avere paura di questi termini, controproducenti per loro, e non è un caso se sempre più spesso, da un mese a questa parte, vengono chiamati ‘giochi di abilità’. Ma dove sono l’abilità e il controllo dietro a una slot machine?'. MIOTTO (commissione Affari sociali Camera deputati): DARE AI SINDACI I POTERI DEI QUESTORI - 'Abbiamo presentato un programma per un’indagine conoscitiva che si è chiusa circa due settimane fa dopo due mesi di audizioni e ora mi appresto a predisporre la relazione finale entro il mese di luglio in cui individueremo strumenti appropriati e progetti di legge, proposte per affrontare la tematica in maniera conveniente'. Così Anna Miotto, componente della commissione Affari sociali della Camera, fa il punto sulle iniziative in Parlamento per regolamentare il gioco d'azzardo e il rapporto tra i concessionari e gli enti locali. 'Per i comuni- spiega la deputata- si tratta di una situazione paradossale: possono decidere dove un parrucchiere può aprire la propria attività ma non possono intervenire su una sala giochi'. La soluzione, per concludere, 'è cambiare la legge, bisogna conferire agli amministratori locali i poteri che oggi sono dei questori. Forse sono mancate finora delle proposte efficaci ma la consapevolezza della gravità del problema c’è e per capirlo basta vedere quante volte abbiamo affrontato il tema in questi ultimi mesi'.
  • 17. 1 / 3 MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO associazione autonomie locali LEGALITÀ È CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO I comuni che per primi hanno sottoscritto il manifesto: Corsico Paderno Franciacorta Cavenago in Brianza Rezzato Carpiano Dovera Lecco Cornaredo Castiglione d’Adda COMUNE DI LISCATE (Provincia di Milano) Liscate Dresano Milano Sesto San Giovanni Gromo Malegno San Donato Milanese Olgiate Molgora Mandello del Lario Cinisello Balsamo Comune Ponte Lambro Ponte Lambro Città di COLOGNO MONZESE ! Cologno Monzese Comune di Cosio Valtellino Cosio Valtellino Vimodrone Piacenza Rho Stemma del comune di MONTECALVO IRPINO Montecalvo Irpino Cassano Magnago Canegrate Pogliano Milanese Desio Mesero Binasco Corbetta Padenghe sul Garda !COMUNE DI VANZAGHE Vanzaghello Osnago COMUNE DI PREVALLE BS Prevalle Gazzada Schianno San Giuliano Milanese - Zeccone - Azzate - Visano -
  • 18. 2 / 3 MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO I NUMERI E LE CONSEGUENZE DEL GIOCO D’AZZARDO L’ALLARME DEI SINDACI 100 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la 3° industria italiana, 8 miliardi di tasse. 12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate. 15 milioni di giocatori abituali, 3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici. 5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico. Sono i numeri del gioco d’azzardo lecito che sta distruggendo le persone, le famiglie, le comunità. Il gioco d’azzardo sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero, e produce sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro. Altera i presupposti morali e sociali degli Italiani sostituendo con l’azzardo i valori fondati sul lavoro, sulla fatica e sui talenti Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità. Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata. Il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo, autorizzativo. I SINDACI NON CI STANNO E REAGISCONO Chiedono UNA NUOVA LEGGE NAZIONALE, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono LEGGI REGIONALI in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. Chiedono che SIA CONSENTITO IL POTERE DI ORDINANZA DEI SINDACI per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai Comuni e alle Autonomie locali il PARERE PREVENTIVO e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.
  • 19. 3 / 3 MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO • gli STATUTI comunali • i REGOLAMENTI (di Polizia locale, del Commercio, della Pubblicità, delle Sale gioco) • le ORDINANZE basate sulla necessità di proteggere i più deboli e garantire la sicurezza urbana • i CONTROLLI della Polizia locale sulle sale gioco e su coloro che le frequentano, ai fini della prevenzione nei confronti della malavita organizzata • STRUMENTI E MODELLI OPERATIVI INFORMATICI per conoscere sempre meglio il territorio e i fenomeni che vi si manifestano I Sindaci si organizzano in RETE consapevoli che insieme si è più forti e si può contrastare la diffusione del gioco d’azzardo. Costruiscono RETI NEI TERRITORI con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto. Costruiscono RETI SOVRATERRITORIALI con le ASL e con Prefettura, Questura e Dia per monitorare, prevenire, contrastare il gioco d’azzardo e curare i giocatori patologici. Si impegnano per la FORMAZIONE propria, degli esercenti e dei cittadini, consapevoli del ruolo insostituibile della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti. Si impegnano a UTILIZZARE TUTTI GLI STRUMENTI DISPONIBILI per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo. Ritengono di poter intervenire su: Informazioni e contatti: Piero Magri Terre di Mezzo via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02 83 24 24 26 Cell. 349 5214692 pieromagri@terre.it Angela Fioroni Legautonomie Lombardia Duccio di Boninsegna 21/23, 20145 Milano Tel. 02 36799650 fax 02 93650604 lombardia@legautonomie.it