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GESTIONE DELLE RISORSE UMANE 
La gestione delle risorse umane è una delle attività del P.M. che deve essere amministrata sin dalle 
prime fasi del progetto; non solo è opportuno attribuire fin da subito le responsabilità all’interno del 
team, ma è fondamentale ipotizzare e prevenire ogni possibile conflitto. Il P.M. deve saper governare 
le dinamiche nelle relazioni interpersonali per creare il giusto clima all’interno del gruppo e favorire 
il team working, elemento determinante per il successo finale del progetto. 
Nel delicato equilibrio delle relazioni interpersonali, gioca un ruolo la comunicazione di progetto che 
dovrebbe essere opportunamente pianificata in modo che le informazioni giungano al giusto 
destinatario, nel giusto formato, con il contenuto giusto e al momento giusto. 
I processi di gestione delle risorse umane di progetto riguardano l’organizzazione, la gestione e la 
direzione del team di progetto. Per la buona riuscita del progetto è assolutamente necessario che il 
P.M. dedichi una parte consistente del suo tempo a una conduzione adeguata del team durante 
l’intero ciclo di vita del progetto. 
Il problema fondamentale genericamente affrontato dalla disciplina della gestione delle risorse 
umane riguarda il trattamento delle persone in un contesto operativo e attivo, e questo riporta alla 
necessità di avere il P.M. delle spiccate competenze interpersonali (già viste al capitolo iniziale). Le 
cosiddette Soft Skill: 
o Leadership: capacità di operare come leader; 
o Team Building: capacità di costruire e consolidare il team; 
o Motivation: capacità di motivare le persone; 
o Communication: capacità di comunicare; 
o Influencig: capacità di influenzare; 
o Decision Making: capacità decisionale; 
o Political and Cultural Awareness: capacità di avere consapevolezza politica e culturale; 
o Negotiation: capacità di negoziare; 
o Trust Building: capacità di costruire e mantenere rapporti di fiducia; 
o Conflict Management: capacità di gestire i conflitti interpersonali; 
o Coaching: capacità di addestrare e preparare le persone.
Le suddette competenze dovrebbero già far parte delle caratteristiche personali e delle capacità 
gestionali del P.M. E’ però qui necessario sottolineare che il valido P.M. dovrà saper adattare le sue 
caratteristiche e competenze al progetto che è chiamato a dirigere, creando e mantenendo il “clima” 
adatto per favorire il successo del progetto. 
E’ quindi necessaria una flessibilità gestionale di ampio respiro, ricordando che ogni progetto è una 
storia nuova, in quanto nuovo è il contesto, nuove le risorse, nuovi gli STK, nuove le situazioni al 
contorno, potendo essere nuove anche le leggi e le regole che dovranno essere seguite. 
Detto questo, ripartiamo un attimo dalla gestione dei tempi visto in precedenza, il quale come 
abbiamo visto, esiste un percorso che dalla formazione della WBS ci porta a strutturare i tempi e 
quindi, arrivati alle nostre Work Package costruiamo il reticolo di schedulazione del progetto, 
andiamo ad assegnare la durata a ciascuna attività e con il metodo del CPM o Pert, si calcola qual è 
la durata del progetto che poi viene ribaltata sul Gant che rappresenta la Baseline dei Tempi. 
Quando facciamo questo percorso, in prima analisi, lo facciamo a risorse illimitate. Ovvero quando 
assegniamo la durata alle attività lo facciamo tenendo conto di una situazione normale ipotizzando 
che tutto ciò di cui abbiamo bisogno risulta disponibile. 
Quando si arriva a costruire il percorso critico e quindi alla durata del progetto, prima di ribaltarla sul 
Gant per arrivare alla baseline dei tempi è necessario fare i conti con le reali risorse disponibili, 
considerando che per risorse si indicano le risorse umane, macchinari, mezzi, ecc. 
Da qui si evince che le situazioni cambiano, in quando è logico che nel momento in cui si va ad allestire 
il team di progetto non è detto che mi diano sempre quello skill di cui avrei bisogno. Se nell’azienda 
non c’è un personaggio con certe capacità lo devo andare a reperire all’esterno. 
In tutto questo c’è dunque il passaggio da risorse illimitate a risorse limitate. Si va a rifare il percorso 
visto in precedenza però scontrandoci con la dura realtà di chi dovrà svolgere effettivamente tali 
attività. Difatti se all’inizio si era stimato che per svolgere un’attività ci vuole 10 giorni, nella realtà se 
siamo fortunati possiamo aver che fare con un personaggio che magari ci mette anche di meno o 
viceversa. In tal ultimo caso lo skill può risultare basso e quindi occorre accompagnare la risorsa con 
un periodo di affiancamento con il risultato che il tempo occorrente non sarà più di 10 giorni bensì 
maggiore. 
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Quando si pianifica difatti non si pianifica mai una sola volta, perché per quanto il progetto possa 
andare bene e rispecchiare il piano iniziale così come è stato concepito, il P.M. avrà comunque 
compiuto una o più rivisitazioni del piano. 
L’area di conoscenza Risorse Umane è l’unica area che non possiede il gruppo di processi 
“monitoraggio e controllo”. 
L’area delle Risorse Umane è indirizzata prevalentemente al ciclo di vita finalizzata alla costruzione 
del team di progetto dandogli determinate linee guida ed indirizzi che poi permettono una adeguata 
costituzione, sviluppo e gestione a 360° di quelle che sono le performance del team stesso. 
E’ logico che è sempre in testa al P.M. la responsabilità di gestire questi processi ed egli stesso dovrà 
calare all’interno della realtà aziendale il frame work del PMBOK e allo stesso tempo su singolo 
progetto. 
DEF: La gestione delle Risorse Umane di progetto riguarda i processi necessari per organizzare e 
gestire il team di progetto affinché l’utilizzo delle persone coinvolte nel progetto sia il più efficace 
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possibile. 
Il fattore critico di successo di un progetto consiste nell’avere a disposizione le persone giuste, 
coinvolte nell’attività giusta e al momento giusto. 
Da parte loro, le risorse si aspettano di svolgere attività inerenti la loro professionalità e di poter 
acquisire, lavorando sul progetto, un’esperienza che consenta loro di crescere professionalmente e 
forse di puntare a ruoli di maggiore responsabilità e remunerazione. 
I concetti fondamentali relativi al team di progetto su cui ruotano i processi di quest’area di 
conoscenza sono: 
o Il team è composto dalle persone che operano nel progetto; 
o Il team può cambiare durante il ciclo di vita del progetto, nel senso che le persone che ne 
fanno parte entrano ed escono dal team a seconda delle effettive esigenze del progetto; 
o Raramente i componenti del team sono scelti dal P.M.: nel suo ruolo di coordinatore e 
integratore di risorse, il P.M. chiede risorse a seconda delle esigenze del progetto e i manager
funzionali forniscono risorse con le adeguate competenze per poter eseguire i compiti di 
progetto nei tempi e nella qualità prescritti; 
o Il team di project management (Project Management team), anche detto Core, Executive o 
leadership Team, è composto dalle persone che coadiuvano il P.M. a gestire il progetto; il 
team di project management è quindi un sottoinsieme del team di progetto; 
o Il team di progetto viene supportato dallo sponsor in attività come reperimento fondi, 
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risoluzione dei problemi di alto livello, attivazione di benefici per i progetto; 
o I P.M. deve creare e imporre un clima professionale ed etico, pretendendo da tutti i 
componenti un comportamento irreprensibile; 
o Il P.M. deve aere una cura particolare del team nella sua interezza e nei riguardi dei singoli 
individui che ne fanno parte: una presenza continua, una comunicazione aperta ed efficace, 
una disponibilità ad affrontare a viso aperto problemi e criticità sono alcuni dei segreti di una 
valida leadership. 
I processi di gestione delle risorse umane di progetto in accordo con il PMBOK sono i seguenti: 
• Pianificare la gestione delle risorse umane (Plan Human resource Management): identificare, 
documentare e assegnare i ruoli, le responsabilità, le competenze necessarie al progetto e le 
relazioni per il reporting di progetto realizzando il piano di gestione delle risorse umane 
(Human Resource Management Plan) che contiene anche il piano di gestione del personale 
(Staffing Management Plan); 
• Costituire il gruppo di progetto (Acquire Project Team): acquisire le risorse umane necessarie 
alle attività di progetto; 
• Sviluppare il gruppo di progetto (Develop Project Team): sviluppare le competenze 
individuali e di gruppo per migliorare le performance del progetto; 
• Gestire il gruppo di progetto (Manage Project Team): rilevare le prestazioni dei membri del 
gruppo, comunicare il feedback, affrontare e risolvere i problemi che riguardano il team di 
progetto e i singoli componenti. Mettere in campo modifiche volte a migliorare le prestazioni 
del team di progetto.
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PIANIFICARE LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE 
Questo processo ha come obiettivo principale la definizione dei ruoli e responsabilità e delle linee 
guida, procedure e documentazione per la gestione delle risorse umane del progetto. 
Processo finalizzato a creare un piano in cui sono riportate le linee guida che andranno tutte a 
confluire nel Piano di Project Management e che rappresenta la baseline di misurazione delle 
prestazioni che andrò ad utilizzare come benchmark nel momento in cui, una volta eseguita l’attività, 
in corrispondenza di una milestone verificherò la rispondenza, attraverso l’Earned Value 
Management, tra quanto effettivamente ad oggi fatto e quanto pianificato. 
Il deliverable principale che avrò da questo processo è il Piano di Gestione delle Risorse Umane che 
contiene anche il piano di gestione del personale (Staffing Management Plan), ovvero il Piano di 
Acquisizione delle risorse umane, che comprende le tempistiche per l’acquisizione e il rilascio del 
personale, l’identificazione delle esigenze di formazione, le strategie di team building, i piani per i 
programmi di riconoscimento e ricompensa, le considerazioni di compliance, le questioni legate alla 
sicurezza e l’impatto del piano di acquisizione delle risorse umane sull’organizzazione. 
E’ fondamentale l’andare a definire quali sono i ruoli e le responsabilità affinché si possa evitare che 
due persona facciano la stessa cosa.
Il processo definisce le relazioni di reporting e vengono enfatizzate tutta una serie di aspetti che 
hanno come input quanto già elaborato da altri processi. Tra cui la WBS e la curva di carico (effort 
effettivo della risorsa) da dove si vede che qualora ci sia un sovradimensionamento si passa al 
livellamento delle risorse. 
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Chiarimento tra definizione di effort, elapsed (tempo trascorso) e durata. 
Ad es. un progetto inizia il 1° Giugno e finisce il 1° Luglio. 
L’elapsed di questo progetto è pari a 2 mesi: il periodo di tempo solare che intercorre tra la data di 
inizio e fine del progetto (giorni naturali e consecutivi). 
Se invece volessi sapere qual è l’effort del progetto: esso è la sommatoria delle giornate uomo spese 
sul progetto. Vuol dire che magari in un determinato giorno lavorativo (escluso quindi sabato e 
domenica) posso avere un determinato numero di risorse, mentre magari il giorno dopo non ho 
nessuna risorsa da impiegare. 
La durata del progetto si calcola attraverso il percorso critico. Ad es. è possibile che tale progetto 
possa durare, determinato attraverso il CPM, 13 giorni. La durata è quella di inizio-fine che si esplode 
nel Gant considerando sempre i reali giorni lavorativi nonché la data di calendario di partenza del 
progetto. Se ad esempio il mio progetto parte il giorno 3 giugno che è un lunedì, i 13 giorni lavorativi 
mi portano a dire che la fine del progetto è il giorno 18 ovvero la sua durata. 
Tali differenze risulteranno importanti quando si farà l’approvvigionamento e quando si andranno a 
definire i contratti. 
o Infatti in un contratto dove si considera l’elapsed è un contratto chiamato a Fixed Price 
(prezzo fisso o chiavi in mano) dove il rischio è trasferito al fornitore. Tale contratto è anche 
detto a importo forfettario (Lump-Sum), in cui la cifra pattuita non è soggetta a revisione, 
tranne eventuali incentivi per il raggiungimento di obiettivi prefissati (ad es. un obiettivo 
temporale), e non dipende dalle spese nelle quali il fornitore incorre. 
o L’effort è legato invece ad un altro tipo di contratto che si chiama T&M (Time and Material) 
in cui il cliente mi corrisponde il time (le giornate uomo spese sul progetto) che vengono 
consuntivate a posteriori e tutte le spese (material). L’unica cosa che viene fissata è il costo 
della giornata uomo della figura professionale ed i costi vivi (trasferte, vitto, alloggio, ecc.): il 
fornitore viene rimborsato per l’impegno e non per il completamento del progetto. In tale
contratto le spese (materiali, viaggi, ecc.) vengono rimborsate, mentre il lavoro viene pagato 
sulla base del tempo d’impegno effettivo valutato su una tariffa unitaria stabilita inizialmente 
tra le parti. La tipologia di questo contratto si ha quando si hanno delle incertezze sul progetto 
ovvero quando la deliverable non è chiara: un incertezza cui si fa tipicamente fronte con le 
diverse tipologie contrattuali è quella che genera “extra costi”. Ad es. per progetti di ricerca 
e sviluppo (R&S) ovvero progetti di ricerche di mercato non ben definiti. 
Il passo successivo del P.M. è quello di tracciare un profilo dello skill della risorsa che gli serve e di 
seguito inizia una fase di negoziazione con i functional manager per avere quel tipo di competenze 
giuste, oppure quando presente, interpella il Resource Manager delle Unità Organizzative coinvolte. 
In alcune aziende è la stessa Direzione risorse Umane che si occupa dell’assegnazione delle risorse ai 
progetti. 
Nel caso in cui in un azienda non fossero disponibili le persone richieste o come numero di risorse 
necessarie, o per skill, il P.M. effettua una ricerca presso alcuni fornitori in grado di fornire il tipo di 
competenze richieste. 
Questo perché alla fine il P.M. dovrà associare la singola persona all’attività da svolgere (attività di 
Staffing o acquisizione) tenendo conto dei limiti temporali di disponibilità delle risorse. Perché ci può 
essere una risorsa che non è allocata full time per quel progetto. Quindi diventa importante avere un 
calendario di disponibilità delle risorse da assegnare al progetto. Cioè tra tutte le risorse che devono 
avere un determinato skill e che magari sono presenti in azienda, il P.M. deve sapere le loro 
disponibilità per allocarle poi sulle singole attività dettate dai W.P. 
Quindi ruoli e responsabilità possono essere assegnati a individui o gruppi sia interni sia esterni 
all’organizzazione che realizza il progetto. 
Il processo si svolge usualmente nelle prime fasi del progetto a valle della definizione dell’ambito del 
progetto (Scope Statement e WBS), ma è prevedibile una rivisitazione di ruoli e responsabilità anche 
in corso d’opera. 
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Tra gli Input troviamo: 
o Il Piano di Project Management: i vari documenti posti all’interno di detto piano mi possono 
servire per formulare il piano di gestione delle risorse. 
o I Requisiti di risorse per le attività: ovvero Activity Resource Requirement realizzato durante 
il processo Time Management (ovvero Estimate Activity Resource), ma non si deve 
dimenticare che qualsiasi altra informazione presente nel Project Management Plan può 
essere utile in questa fase. In tale fase si identificano le qualità, i requisiti e skill che ogni 
risorsa dovrà avere all’interno del mio progetto. Esso non mi identifica la persona, ma solo le 
caratteristiche che deve avere. 
o Fattori ambientali ed aziendali: è tutto ciò che tendenzialmente è esterno (esogeno) e che 
influenzano lo sviluppo del piano delle risorse umane riguardano cultura, regole e struttura 
organizzativa presenti nell’organizzazione, le risorse umane esistenti, le politiche di 
amministrazione del personale e le condizioni del mercato. 
- Vi possono dunque essere i fattori Organizzativi: all’atto della predisposizione del 
piano di gestione delle risorse umane del progetto è utile prosi alcune domande come: 
“con quale struttura organizzativa ci confronteremo nel progetto? quali accordi 
contrattuali sono stati stipulati? Quali sono le politiche aziendali attuali per la gestione 
del personale? Si possono attivare consulenze esterne? Abbiamo dei limiti in tale 
acquisizione? 
- Vi possono essere i fattori tecnici: quali sono le diverse discipline e le specialità 
necessarie al completamento del progetto? ci sono diversi tipi di linguaggi software, 
approcci tecnici o tipologie di attrezzature che devono essere coordinate? 
- Vi possono essere i fattori interpersonali: quali tipi di relazioni formali e informali sono 
presenti tra i candidati per il team? Quali sono le job description dei candidati? Quali 
differenze culturali o linguistiche possono influire sulle relazioni lavorative tra i 
membri del team? Qual è il livello di fiducia e rispetto instaurato? 
- Vi possono essere i fattori logistici: quanto sono distanti le risorse che sono coinvolte 
nel progetto? le persone si trovano in edifici diversi, confusi orari diversi o in paesi 
diversi?
- Vi possono essere i fattori Politici: quali sono gli obiettivi individuali dei potenziali STK 
di progetto? quali gruppi e persone sono dotati di un potere informale in aree 
importanti per il progetto? quali sono le alleanze informali? 
Alcuni vincoli possono limitare la flessibilità del processo di pianificazione delle risorse umane 
(ad es. la struttura organizzativa a matrice debole, gli accordi salariali collettivi, i blocchi delle 
assunzioni, i tagli ai fondi per la formazione o l’assenza di budget per le trasferte). 
o Asset dei processi organizzativi: esso è qualcosa di endogeno (cioè che viene da dentro), che 
ha già l’organizzazione, come ad es. le check list e tutto ciò che si possiede già all’interno, che 
mi permette di velocizzare ed ottimizzare i tempi senza dimenticarmi nulla, tra cui: 
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- La descrizione delle mansioni standard per ruolo presenti in azienda; 
- I processi e le politiche organizzative standard; 
- I template (modelli di documento) che possono essere utili alla pianificazione delle 
risorse umane e che comprendono gli organigrammi di progetto, le descrizioni delle 
mansioni, le valutazioni delle prestazioni di progetto e un approccio standard alla 
gestione dei conflitti: dunque utili per l’ufficializzazione e dei ruoli. 
- Le liste di controllo utili alla pianificazione delle risorse umane, comprendono ruoli e 
responsabilità di progetto usuali, competenze tecniche, programmi di formazione da 
prendere in considerazione, regole di base del gruppo, considerazioni sulla sicurezza, 
questioni relative alla conformità e idee per riconoscerli. 
- Le lesson learned se disponibili relative a strutture organizzative utilizzate in progetti 
precedenti; 
- Le procedure di escalation per gestire problemi nel team e nell’organizzazione; 
Tra gli strumenti e tecniche troviamo: 
Tra gli Input di tale processo abbiamo visto la necessità di reperire le risorse a partire dalla stima delle 
attività delle risorse, e quali skill devono possedere le stesse risorse. 
Vediamo ora con quali strumenti si mettono in evidenza le relazioni che devono avere le persone 
coinvolte, in quali reparti devono essere allocate ed in ultima analisi come gestire tutte le risorse (sia 
umane che strumentali) che saranno utilizzate nel nostro progetto.
A prescindere dai metodi adottati, l’obiettivo consiste nel garantire che ogni W.P. abbia un 
responsabile identificato senza ambiguità e che tutti i membri del gruppo di lavoro comprendano 
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a fondo i propri ruoli e responsabilità. 
o Organigrammi di progetto e descrizioni delle mansioni: sono diagrammi che spiegano le 
relazioni tra le persone coinvolte nel progetto. Questo tipo di organigramma non va confuso 
con l’organigramma aziendale o con una sua parte: deve infatti contenere soltanto i ruoli e le 
responsabilità necessari al progetto; inoltre non è obbligatorio che l’organigramma di 
progetto sia un estratto dell’organigramma aziendale, anzi, potrebbe essere completamente 
distinto; nulla toglie, infatti, che per un particolare progetto sia necessario attivare un 
organigramma straordinario che sconvolga le gerarchie aziendali. 
Tali organigrammi si distinguono in 3 categorie: 
- Organigramma gerarchico: OBS – Organization Breakdown Structure. E’ uno specifico 
formato di organigramma di progetto, organizzato in base ai reparti, unità, uffici 
dell’organizzazione operante, nel quale a ogni nodo sono associati i W.P. o le attività 
di competenza sul progetto. Generalmente si presenta con una forma del tipo: 
Essa è molto simile alla WBS, ma invece di essere ordinata in base alla scomposizione 
dei deliverable di progetto, è strutturata in base ai reparti, alle unità e ai gruppi 
esistenti all’interno della struttura organizzativa. Rappresenta l’organigramma di 
progetto. Con questo scompongo le responsabilità allo scopo di individuare 
univocamente i reparti, unità o uffici, responsabili dei W.P. 
Non necessariamente vi è una linea gerarchica nel senso tradizionale del termine, 
bensì semplicemente la suddivisione delle responsabilità dentro il progetto. Com’è 
nella natura intrinseca dei progetti (tempo limitato), la OBS è una struttura 
temporanea. Difatti i reparti (vedi figura sopra) appartengono a un più complessivo 
organigramma aziendale, da cui quindi si collegano le OBS dei vari progetti aziendali
diversi. Ciascun reparto può appartenere a più OBS. Quindi da un lato la OBS si correla 
con la WBS, dall’altro lato con l’organigramma aziendale. Ovvio che la “chiamata per 
competenza” ai fini progettuali dei singoli soggetti dalle funzioni di appartenenza deve 
essere tale da non superare il carico medio di lavoro previsto, considerando 
l’eventuale presenza di un soggetto sia in più nodi di una OBS sia in OBS di progetti 
differenti. Infatti dalla figura successiva si evince come un generico reparto, e quindi 
le proprie risorse, può appartenere a più W.P. e quindi il carico di lavoro viene 
raddoppiato, triplicato e maggiormente amplificato se le stesse risorse vengono 
allocate su progetti aziendali diversi. 
- Organigramma gerarchico: RBS (Resource Breakdown Structure): da non confondere 
con RBS relativamente ai rischi. 
E’ un organigramma gerarchico orientato a categorizzare le tipologie di risorse (sia 
umane che strumentali) che saranno utilizzate nel progetto. Il suo utilizzo facilita 
l’assegnazione delle risorse alle attività di progetto e può aiutare nella 
contabilizzazione dei costi. Un esempio è del tipo: 
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- Formato matriciale: RAM (Responsability Assignment Management): l’assegnazione 
di ruoli e responsabilità consiste nella definizione di chi è responsabile di cosa nel 
progetto ed è strettamente connessa alla definizione dell’ambito del progetto. 
Si può utilizzare una matrice di assegnazione delle responsabilità realizzata a vari livelli 
della WBS e al livello di attività. Infatti la RAM a livello alto mappa gruppi o unità 
responsabili per ciascun nodo di WBS, a livello basso assegna ruoli e responsabilità 
delle singole attività ai vari individui. 
Una RAM può essere rappresentata in modo grafico o tabellare. 
In modo grafico è data dall’incrocio fra la WBS (cosa si deve fare) e l’OBS (chi è 
responsabile nel progetto): un segno di spunta sul particolare incrocio informa che 
quel pezzo di lavoro ha come responsabile la persona rappresentata sul relativo nodo 
dell’OBS. 
Un’altra maniera grafica per rappresentare la RAM usa soltanto la WBS, ma mostra il 
nome del responsabile per ciascun nodo. Questa rappresentazione, pur se efficace, ha 
due limiti: appesantisce la WBS e non mette in necessario risalto il livello gerarchico 
tipico della OBS. 
Nella forma tabellare la RAM è formata da righe e colonne che rappresentano 
rispettivamente le cose da fare (ad es. i W.P.) e le persone che avranno le 
responsabilità. Un segno di spunta sulla casella di incrocio assegnerà la relativa 
responsabilità. 
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Di seguito un esempio grafico di RAM: 
- Formato matriciale: RACI - Responsible ovvero il ruolo di eseguire l’attività, 
responsabile operativo, Accountable ovvero il ruolo che ha la responsabilità generale 
dell’attività, Consulted ovvero persone che forniscono l’input per l’esecuzione 
dell’attività, Informed ovvero persone con un interesse specifico, che devono essere 
informate. 
Il diagramma prevede che vengano preventivamente formalizzate le responsabilità e 
i rapporti fra i vari manager (sia aziendali ingenerale sia direttamente coinvolti nel 
progetto) in relazione alle varie fasi di sviluppo del progetto. 
L’esempio di seguito mostra il lavoro da eseguire, nella colonna di sinistra, come 
attività. Le risorse assegnate possono essere rappresentate come individui o gruppi. Il 
P.M. può selezionare anche altre opzioni quali designazioni di leader e di risorsa o altre 
designazioni funzionali al progetto. Il diagramma RACI è uno strumento utile quando 
il gruppo è costituito da risorse interne ed esterne poiché consente una chiara 
divisione dei ruoli e delle aspettative.
Da notare che il grafico su riportato (proveniente dal PMBOK) riporta anche i nomi delle 
risorse. Ma a rigor di logica in questa fase di processo ancora non conosco i nomi da 
inserire. Solo con il processo successivo “Acquisire il gruppo di progetto” costituisco il 
team con tutti i nomi. Al limite al posto dei nomi, in questa fase, ci devo mettere i requisiti 
che devono avere le persone, requisiti scaturiti dall’attività di “stima delle attività delle 
risorse” (gestione dei tempi). La RACI ritorna utile solo a valle del processo “Acquisire il 
gruppo di progetto”. 
- Formati testuali: Ruoli, responsabilità e relativi mansionari possono essere espressi 
anche in un documento di testo. Questi documenti prendono il nome di descrizione 
delle mansioni (Position Description o Job description), ovvero con moduli ruolo-responsabilità- 
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autorità (Role-Responsability-Autority forms). 
Tali moduli descrittivi costituiscono degli ottimi modelli di documento per progetti 
futuri, specie nel caso in cui le informazioni vengano aggiornate continuamente 
durante il progetto in corso applicando la tecnica delle lesson learned. 
Alcune responsabilità inerenti la gestione del progetto sono elencate ed illustrate in 
apposite sezioni del piano di project management (ad es. il registro dei rischi elenca i 
proprietari dei rischi, il piano di comunicazione elenca i membri del team responsabili 
per le attività di comunicazione, analogamente per i piano di qualità, ecc.). 
La job description deve essere fatta molto bene in quanto all’interno devono essere 
descritte chiaramente le varie responsabilità. Per descrizione di posizione (in inglese: 
job description) si intende la descrizione analitica formalizzata per iscritto delle
principali caratteristiche di una posizione organizzativa. La job description indica, in 
particolare, il nome della posizione, le sue finalità principali, le dimensioni, la posizione 
in organigramma, le principali relazioni con le altre posizioni organizzative, le principali 
mansioni. 
o Networking: (gestire le informazioni): l’interazione informale con altre persone in una 
struttura organizzativa, settore o ambiente professionale rappresenta un metodo costruttivo 
per comprendere i fattori politici e interpersonali che influiscono sull’efficacia delle diverse 
opzioni di gestione del personale. Le attività di networking delle risorse umane comprendono 
corrispondenza proattiva, pranzi di lavoro, conversazioni informali, meeting, conferenze di 
settore. Sebbene il networking rappresenti una valida tecnica all’inizio di un progetto, anche 
l’esecuzione di attività di networking a cadenza regolare prima dell’inizio del progetto può 
rivelarsi molto efficace. 
o Teoria organizzativa: la teoria organizzativa fornisce informazioni in merito al 
comportamento di persone, gruppi e unità organizzative. L’applicazione di principi consolidati 
riduce il tempo necessario alla creazione degli output per la pianificazione delle risorse umane 
e accresce la probabilità che la pianificazione sia efficace. 
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o Parere degli esperti (appare solo nella 5° edizione del PMBOK): esso è utilizzato per: 
- Fornire un elenco dei requisiti preliminari associati agli skill richiesti; 
- Valutare i ruoli richiesti per il progetto sulla base delle job description aziendali; 
- Determinare il livello di effort ed il numero delle risorse umane necessarie per 
raggiungere gli obiettivi di progetto; 
- Definire le relazioni di reporting necessarie in funzione della cultura aziendale; 
- Identificare i rischi associati ai piani di acquisizione e rilascio delle risorse umane; 
o Riunioni: (in genere è sempre presente): il project Management team terrà riunioni di 
pianificazione (Planning meeting) al fine di raggiungere il consenso unanime degli STK sul 
piano di gestione delle risorse umane.
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Tra gli OUTPUT abbiamo: 
o Il piano di Gestione delle Risorse Umane: è l’unico deliverable che ha sotto di se altri 
deliverable. Esso è un contenitore che ha all’interno altri “piani” o altri deliverable tra cui: 
- Ruolo, autorità, responsabilità e competenza necessaria per ognuno delle posizioni 
individuate nel progetto. E nello specifico: 
Ruolo: etichetta che descrive la porzione di un progetto di cui è responsabile una 
persona. Alcuni esempi di ruoli di progetto possono essere ingegneri civili, analisti 
aziendali e coordinatori dei collaudi; 
Autorità: diritto di applicare le risorse al progetto, prendere decisioni e sottoscrivere 
le approvazioni. Alcuni esempi di decisioni che richiedono una chiara autorità 
includono la selezione di un metodo per il completamento di un’attività, l’accettazione 
della qualità e la risposta agli scostamenti di progetto. I membri del gruppo di lavoro 
sono facilitati nella loro funzione quando i loro livelli di autorità individuale 
corrispondono alle rispettive responsabilità; 
Responsabilità: lavoro che deve essere eseguito dal membro del gruppo di progetto 
per portare a termine le attività del progetto; 
Competenza: skill e capacità necessari a portare a termine le attività del progetto. Se 
i potenziali membri del gruppo di progetto non dispongono delle competenze 
richieste, vengono avviate delle risposte proattive come formazione, assunzione, 
modifiche alla schedulazione o all’ambito. 
- Organigramma di Progetto: è una rappresentazione grafica dei membri del gruppo di 
progetto e delle relative relazioni di reporting. Può essere formale o informale, 
dettagliato o sintetico, in base alle esigenze del progetto. Ad es., l’organigramma di 
progetto per la creazione di un gruppo di risposta ai disastri composto da 3000 
persone risulterà più dettagliato di un organigramma di progetto interno composto da 
20 persone.
- Piano di acquisizione delle risorse umane (Staffing Management Plan – Staffing non 
vuol dire acquisire bensì associare le risorse umane alle attività): descrive quando e 
come dovranno essere rispettati i requisiti relativi alle risorse umane. Il piano può 
essere formale o informale, dettagliato o sintetico, in base ai requisiti del progetto. Il 
piano viene aggiornato continuamente durante il progetto per orientare le operazioni 
di acquisizione dei membri del gruppo durante lo svolgimento del progetto e ole azioni 
di sviluppo. Le informazioni contenute nel piano di gestione delle risorse umane 
variano in base all’area applicativa e alle dimensioni del progetto: è tuttavia necessario 
tenere conto di una serie di elementi: 
Regole per l’acquisizione del personale (Staff Acquisitor) con risposte a domande del 
tipo: le risorse umane verranno dall’interno o dall’esterno? Lavoreranno in una stessa 
sede o in sedi diverse? Quali sono i costi associati ai vari livelli? 
Calendari di risorse (Resource Calendar), ovvero la quantità espresse di risorse 
necessarie al progetto distribuite nei periodi del progetto (es. uomini/giorno di 
architetti senior per settimana), la rappresentazione più tipica è quella grafica tramite 
istogramma di carico delle risorse (o tabella di marcia o curva di carico). Esso indica il 
carico di lavoro di ciascuna risorsa. Tale istogramma è un diagramma a barre che 
illustra il numero di ore che saranno necessarie a una persona, un reparto o un gruppo 
di progetto ogni settimana od ogni mese per l’intera durata del progetto. Il diagramma 
può comprendere una linea orizzontale che rappresenta il numero massimo di ore che 
una data risorsa mette a disposizione. 
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Per le barre che si estendono oltre il limite massimo di ore disponibili è necessario 
adottare una strategia di livellamento delle risorse (eliminazione/riduzione di sovra e 
sotto carico e ottimizzazione dell’impegno delle risorse). 
19 
Già nel capitolo gestone dei Tempi si è visto che 2 sono le tipologie di livellamento: 
Limitato nei tempi: non sposta la data fine progetto; 
Limitato nelle risorse: non aumenta la disponibilità delle risorse;
Il piano di acquisizione delle risorse dunque, mi indica le regole di come dovremmo comportarci nel 
caso in cui avrò un sovraccarico delle risorse, cioè se effettuare un livellamento a tempo limitato o a 
risorse limitate, ovvero nel primo caso se occorre spendere i soldi per comprare altre risorse o se 
ritarda i tempi e se tale ritardo risulta accettabile. Il PMBOK parla di livellamento delle risorse in 
20
questa fase non perché in tale fase si fa il livellamento bensì in tale fase si va a definire le regole e le 
linee guida per quanto poi si andrà a fare i livellamento. 
21 
Si fa presente che in questo momento ancora non ho definito il team di progetto. 
Il livellamento delle risorse è una delle attività per cui serve il software di Project Management. 
Per finire l’elenco del Piano di Acquisizione del team di progetto: 
Piano di rilascio delle risorse del team alla conclusione del loro impegno sul progetto 
(Staff Release Plan); 
Bisogni di formazione (Training Needs); 
Riconoscimenti e premi (Recognition and reward), ovvero regole e criteri per 
assegnare premi al raggiungimento di obiettivi personali e di team nell’ambito del 
progetto; 
Conformità (Compliance) con le normative di legge; 
Sicurezza (Safety), ovvero politiche e procedure di sicurezza sul lavoro. 
Tutto ciò descritto sopra verrà poi utilizzato in fase esecutiva (Acquire Project Team, ecc.). 
Andiamo ora a vedere l’altro processo che fa parte del processo di esecuzione che è il “Costituire il 
Gruppo di Progetto”, cioè andiamo a vedere quali sono le risorse umane necessarie al nostro 
progetto. 
COSTRUIRE IL GRUPPO DI PROGETTO
La costituzione del team avviene sulla base delle competenze necessarie al progetto e delle 
disponibilità aziendali e rappresenta un processo delicato che ha bisogno di una cura particolare 
basata su regole chiare e ben definite. 
L’obiettivo principale di tale processo è la scelta e l’assegnazione delle persone al team di progetto. 
Quadro generale: Il processo si esegue sulla base delle informazioni relative al personale interno o 
esterno reclutabile, le regole e il piano per la gestione delle risorse umane e del personale di progetto 
(Staffing Management Plan) e le pratiche di reclutamento (Recruitment Practices). 
Per la scelta delle persone possono essere usati criteri più o meno semplici (Multi-Criteria-Decision 
Analysis) basati su diversi parametri (fattori ambientali e aziendali) come disponibilità, costo, 
esperienza, conoscenza, attitudine, competenza o altri fattori internazionali come la conoscenza 
delle lingue o delle culture estere. 
Il risultato finale del processo è l’identificazione dello staff assegnato al progetto (Project Staff 
Assignment), ovvero la lista delle persone identificate con nome e cognome e il periodo di impiego. 
Al contempo sarà necessario aggiornare il calendario di disponibilità delle risorse (Resource 
Calendars) segnalando i periodi in cui le persone sono impegnate sul progetto, e quelli di eventuali 
indisponibilità (ferie e altro). 
22 
Tra gli INPUT abbiamo: 
o Piano di gestione delle risorse umane (output del processo “pianificare la gestione delle 
risorse umane”) 
o Fattori ambientali aziendali: l’assegnazione dei membri del team avviene sia all’interno che 
all’esterno dell’organizzazione. Il P.M. deve tener conto di alcuni elementi: 
- Disponibilità: chi è disponibile e quando? 
- Competenza. Quali competenze hanno le singole persone? 
- Esperienza: le persone hanno svolto lavori pregressi analoghi? 
- Interessi: le persone sono interessate a lavorare sul progetto? 
- Costo: quanto saranno pagate le persone? 
o Asset dei processi organizzativi: una o più delle organizzazioni coinvolte nel progetto possono 
disporre di politiche o procedure che regolano l’assegnazione del personale. Anche i reparti 
di gestione delle risorse umane possono collaborare all’individuazione, assunzione ed 
orientamento dei membri del project team. 
Ora occorre vedere come fare a portarmi a bordo le persone con lo skill tracciato?
23 
Vediamo gli Strumenti e le tecniche: 
o La Negoziazione: nella maggior parte dei casi, l’acquisizione dei componenti del team è frutto 
di negoziazione (Negotiation) con i functional manager da cui dipendono in organigramma 
aziendale le risorse interne necessarie al progetto. 
La capacità di influenzare i Functional Manager e le politiche dell’organizzazione giocano un 
forte ruolo nel processo di negoziazione (es. se un manager funzionale e remunerato in 
funzione della percentuale dell’utilizzo del suo staff, questo può divenire un incentivo a 
rendere disponibili le persone del suo staff su un progetto). 
In altri casi lo staff è preassegnato (Pre-Assignment) al progetto e non può subire modifiche. 
Questo accade quando ad es. lo staff è definito nell’offerta di gara, o quando un resource 
manager aziendale ha il compito di eseguire la composizione dei team per tutti i progetti. 
Il ricorso all’acquisizione di servizi di risorse esterne (Acquisition) è fondamentale qualora non 
siano disponibili internamente le competenze appropriate da dedicare al progetto. 
L’acquisizione di risorse umane all’esterno dell’organizzazione operante, come per qualsiasi 
altra risorsa o servizio, si interfaccia con i processi dell’area di gestione 
dell’approvvigionamento (Project Procurement Management). 
La pianificazione delle risorse umane dovrebbe essere sempre fatta su base skill, ovvero il 
P.M. dovrebbe richiedere competenze piuttosto che individui: saranno i functional manager 
a concedere al P.M. le persone adatte agli incarichi di progetto, laddove disponibili nel periodo 
di esigenza progettuale. 
I processi di comunicazione negoziale si basano sullo scambio continuo, sul confronto attivo 
ed anche sulle discussioni accese: l’animosità che può manifestarsi tra gli interlocutori è un 
segnale positivo di vivacità e coinvolgimento, ma può diventare pericolosa nel momento in 
cui, provocando la rottura degli argini, il “fiume” emotivo travolge le persone, “annegandole” 
in una conflittualità distruttiva. 
Le possibili tipologie di negoziazione differiscono tra loro per il grado di attenzione riservato 
dalle parti al proprio e all’altrui tornaconto secondo le modalità schematicamente 
rappresentate di seguito: tanto maggiore è l’attenzione posta dai negoziatori agli interessi 
propri e, contemporaneamente, a quelli della controparte (quadrante in alto a destra), tanto 
più elevata sarà la probabilità di raggiungere, in un clima sereno e collaborativo, un accordo 
vantaggioso per tutti i soggetti (creazione del valore). 
Quando, al contrario, le controparti considerano la trattativa unicamente come ambiente di 
competizione e di lotta (quadrante in basso a sinistra), e nell’ipotesi che tutti possano 
esercitare più o meno lo stesso potere, è facile prevedere un accodo conclusivo che lascerà 
scontenti tutti i contendenti in quanto ciascuno di loro avrà perso qualcosa. 
Infine, quando soltanto una controparte assume un atteggiamento cooperativo mentre l’altra 
sceglie la competizione, è molto probabile che insorgano situazioni conflittuali e dal negoziato 
esca un unico vincitore al quale ci si è visti costretti a elargire le più ampie concessioni.
o Gruppi Virtuali: un team virtuale (Virtual team) è un gruppo di persone con obiettivi condivisi 
ma che lavorano a distanza e che usano strumenti tecnologicamente avanzati per 
comunicare. Il team virtuale è quindi un’opzione utilizzabile nel processo di acquisizione delle 
risorse umane. 
Pur continuando a preferire l’utilizzo di un team di progetto in presenza, non si possono 
negare alcuni innegabili vantaggi di team virtuali: 
- Sfruttare competenze geograficamente distribuite; 
- Ridurre i costi di viaggio e di trasporto; 
- Incrementare il lavoro da casa; 
- Agevolare la partecipazione a progetti anche per persone diversamente abili o con 
limitazioni di mobilità. 
E ‘evidente che, in alcuni casi di utilizzo di team virtuale, una valida gestione della 
comunicazione risulta fondamentale per incrementare la coesione tra le persone e 
l’efficacia del progetto. 
Un team virtuale si chiama anche team geograficamente distribuito, definito come un 
gruppo di individui che lavorano su obiettivi comuni, superando i confini di spazio, di 
tempo e di organizzazione e sfruttando al meglio le nuove tecnologie web. 
I membri di un team virtuale comunicano riducendo al massimo le attività frontali, 
permettendo di usare i migliori talenti a prescindere dalle limitazioni geografiche. 
Il piano di gestione della comunicazione è il deliverable più importante alla base del 
team virtuale. 
La pianificazione della comunicazione del progetto, la chiara assegnazione di ruoli e 
responsabilità, la definizione di obiettivi “Smart” e di regole, strumenti e metodologie 
chiare e condivise, la creazione di un’infrastruttura che faciliti la comunicazione, i flussi 
lavorativi e la costruzione delle relazioni, giocano un ruolo fondamentale nella 
gestione dei virtual team. 
24
o Analisi decisionale multicriterio: i criteri di selezione sono spesso usati come strumento di 
costituzione del gruppo di progetto per valutare o pesare i potenziali membri del team. 
L’analisi multicriterio per scopo decisionale è una tecnica orientata a supportare il decisore 
qualora si trovi a operare con valutazioni numerose e conflittuali, consentendo di ottenere 
una soluzione di compromesso in modo trasparente. Tale tecnica permette al decisore di 
analizzare e valutare diverse alternative, monitorandone l’impatto su differenti attori del 
processo decisionale. Alcuni esempi di criteri di selezione a cui si possono associare anche dei 
punteggi, sono: 
25 
- Disponibilità (nella Project Timeline); 
- Costi; 
- Esperienza; 
- Abilità/competenza; 
- Conoscenza (del cliente, dell’ambiente di progetto, ecc.); 
- Capacità (ad es. utilizzo tools di progetto, ecc.) 
- Attitudine al teamworking; 
- Fattori internazionali (location, time zone, conoscenza delle lingue, ecc.) 
Gli OUTPUT del processo “Costituire il gruppo di progetto” sono:
26 
SVILUPPARE IL GRUPPO DI PROGETTO (il cuore del P.M.) 
QUADRO GENERALE: Sviluppare il gruppo di processo (Develop Project Team) è un processo che si 
occupa sia del miglioramento delle competenze e delle capacità (manageriali e tecniche) degli 
individui, sia del miglioramento della coesione e della forza del team. 
Questo processo ha come obiettivo principale il miglioramento delle persone che fanno parte del 
team ed il miglioramento del team stesso. 
Il miglioramento delle persone durante l’evoluzione del progetto, deve essere correttamente 
misurato: si dovrebbero stabilire delle metriche per misurare le prestazioni del team e dei singoli 
rappresentanti (Team Performance Assessment). 
Per ottenere buoni risultati del processo, il P.M. dovrà dare il massimo in termini di attività di team 
building (Team Building Activities) avvalendosi delle sue capacità interpersonali (Interpersonal Skill), 
sfruttando sistemi di riconoscimento e ricompensa (Recognition e Rewards) e cercando nei limiti del 
possibile di far operare il team in co-ubicazione (Colocation), ovvero in un posto fisicamente contiguo. 
In tale contesto la formazione (Training) del personale è spesso molto utile e a volte indispensabile.
27 
Gli obiettivi delle attività per lo sviluppo del team di progetto sono: 
o Coinvolgere tutti membri del team in un’ottica di squadra orientata al successo; 
o Migliorare la conoscenza e le competenze di tutti in modo da ottenere il massimo durante il 
progetto e, al completamento di questo, rilasciare all’azienda persone più preparate e pronte 
ad affrontare nuove sfide; 
o Migliorare il senso di gruppo, allo scopo di aumentare il morale, ridurre i conflitti e 
ottimizzare il lavoro di gruppo; 
o Creare una cultura di team per migliorare produttività, cooperazione e spirito di gruppo. 
DEF: Colocation: E’ il termine usato per indicare un team di progetto che opera nello stesso luogo 
fisco “a stretto contatto di gomito”. La traduzione del PMBOK è co-ubicazione; 
War – Room: letteralmente “stanza di guerra”, indica la postazione dove viene presa 
tempestivamente qualsiasi decisone relativa al progetto, brevi incontri del P.M., del team e di altro 
STK. War-Room è un esempio forte di Colocation. 
Tight Matrix: letteralmente “matrice stretta”, indica un attributo della comunicazione che 
induce ad attivare un livello di comunicazione diretta, prova di infrastrutture e di inutili formalismi, 
che riduce al minimo gli effetti gerarchici e che facilita lo sviluppo del team. Fare attenzione a non 
confondere la Tight Matrix con una delle strutture organizzative a matrice. 
Il processo Sviluppare il gruppo di Progetto è il cuore del P.M. in quanto per lui rappresenta la 
massima espressione di skill e capacità interpersonali. Infatti il P.M. passa almeno l’80% del tempo a 
gestire le relazioni a motivare e a far crescere professionalmente le persone. 
A prescindere dal progetto e dal contesto, ogni P.M. deve sentirsi investito sempre e comunque da 
un grande obiettivo: migliorare le persone e farle crescere sia individualmente, sia come spirito di 
gruppo. 
Un P.M. dovrebbe essere valutato non soltanto sul successo del progetto, ma anche su quanto, a fine 
progetto, riesce a riconsegnare all’azienda persone più esperte e più partecipative rispetto all’inizio 
del progetto. 
Quando i membri del team di progetto rispondono sia ai functional manager che al P.M., come nel 
caso dell’organizzazione a matrice, lo sviluppo del team di progetto può essere particolarmente 
critico. 
Infatti, l’applicazione di un sistema di obiettivi (MBO – Management by Objectives) e la relativa 
assegnazione di premi e riconoscimenti dipendono di solito direttamente dal manager della risorsa, 
piuttosto che dall’ufficio del personale (Human Resource Department) cosa che complica ancora di 
più il processo in questione.
In tale situazione il P.M. ha la responsabilità di una gestione efficace della relazione duale tra progetto 
e funzione d’appartenenza e tra progetto e dipartimento delle risorse umane, allo scopo di ottenere 
i mezzi per una crescita delle persone. 
Una buona comunicazione sulle esigenze di progetto, sulle esigenze del singolo e buone doti di 
negoziazione sono molto utili per risolvere tali criticità e per condividere approcci e piani di sviluppo. 
La gestione per obiettivi (Management by Objectives) è un metodo di valutazione del personale che 
si basa sui risultati raggiunti a fronte di obiettivi prefissati e non sulle competenze espresse. Se si 
usano congiuntamente i metodi di valutazione per obiettivi e quello per competenze, allora si utilizza 
il termine di valutazione mista. 
28 
Al conseguimento degli obiettivi è legato un riconoscimento economico. 
Gli obiettivi sono generalmente di tipo individuale, ma alcuni possono essere anche di gruppo. Il 
periodo assegnato per il raggiungimento è normalmente di un anno, all’interno del quale ci sono 
momenti intermedi di verifica. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, bisogna analizzarne 
le cause per verificare l’esistenza di eventi imprevisti e per porre rimedio a eventuali ostacoli. 
L’adozione della gestione per obiettivi richiede una stretta integrazione tra: 
- Il sistema di pianificazione e controllo; 
- Il sistema di valutazione del personale; 
- Il sistema incentivante; 
L’aspetto positivo di questo modello di valutazione è che traduce gli obiettivi strategici d’impresa in 
obiettivi tattici di progetto, permettendo di allineare l’attività della struttura organizzativa di progetto 
su specifici obiettivi aziendali. 
(Da notare che la gestione per obiettivi non viene citato nel PMBOK). 
Pur facendo parte del gruppo di “esecuzione”, tale processo è presente durante tutto il progetto ed 
ha una grossa valenza nella fase iniziale del progetto. 
Un lavoro di squadra efficace prevede, ad esempio, l’assistenza reciproca in caso di carichi di lavoro 
non bilanciati, la scelta delle modalità di comunicazione che più si addicono alle preferenze individuali 
e la condivisione delle informazioni e delle risorse.
Gli input provengono tutte dall’output del processo precedente. Qui ho sempre tutte le regole 
e linee guide definite. 
Tutti i processi di esecuzione hanno, in genere, in input un piano. 
29 
Tra gli Strumenti e Tecniche abbiamo: 
1. Attività di Team Building: un Team è un gruppo di persone che collaborano per il 
raggiungimento di obiettivi comuni e che forniscono ciascuno un contributo alla performance 
di gruppo. Il lavoro in team può consentire il raggiungimento più efficace ed efficiente degli 
obiettivi, ma può anche ostacolarlo. 
Le attività di team building sono importantissime in caso di team virtuali.
Per team building si intende tutto ciò che può essere messo in campo per migliorare le 
performance del gruppo. E’ compito del P.M. migliorare le capacità di ogni componente del 
team: le attività di team building sono quindi di sua responsabilità. 
Il team building deve essere previsto accanto alle altre attività di progetto e richiede 
un’attenzione e un impegno continuo durante tutto il ciclo di vita del progetto. 
Fare team building significa, quindi, aiutare un gruppo di persone, unite per uno scopo 
comune, a lavorare meglio insieme. Il P.M. rimane in stretto rapporto con molti STK. Una 
buona leadership e l’esecuzione di buone attività di team building sono funzionali al lavoro di 
squadra e al successo. 
Alcuni esempi di attività di team building: 
- Coinvolgere tutti durante il processo di pianificazione (e non solo il team di Project 
30 
Management); 
- Eseguire brevi riunioni giornaliere prima di iniziare il lavoro (Briefing); 
- Organizzare meeting periodici in sede che coinvolgono l’intero team; 
- Organizzare incontri fuori sede per migliorare le relazioni interpersonali fra i principali 
SK (una cena, una festa di compleanno, ecc.); 
- Stabilire regole di base; 
- Sviluppare congiuntamente la WBS: E’ il più importante strumento di Team Building 
- la WBS è uno strumento fondamentale di team building: il coinvolgimento nella sua 
creazione dei membri del team di progetto (anche i meno esperti), conduce a un 
incremento della coesione e dell’impegno di tutti, viatico importante per la buona 
riuscita del progetto. Essendo necessario realizzare la WBS in fase di pianificazione 
iniziale, la condivisione dell’impegno per la sua creazione velocizza e amplifica gli 
effetti collaborativi del team. 
Il team building deve essere eseguito con coscienza. Pertanto: 
- Tenere il meeting di avvio del team; 
- Assegnare al più presto ruoli, responsabilità e obiettivi; 
- Usare la delega come strumento di fiducia nei confronti del team; 
- Ottenere l’impegno sugli obiettivi da parte dei singoli; 
- Cercare il consenso del gruppo da subito; 
- Costruire i link di comunicazione, tentando di facilitare la comunicazione 
interpersonale fra i membri del team; 
- Organizzare attività extra-progetto ed extra-ufficio; 
- Inserire attività di consolidamento del team nelle attività di progetto (sondaggi, brevi 
meeting, attività di brainstorming, ecc.)
31 
I passi del processo di team-building 
o Pianificare la costruzione del team; 
o Negoziare per ottenere i membri del team; 
o Organizzare il team; 
o Ottenere l’impegno (committment) da parte dei membri del team; 
o Tenere il kick-Off meeting (1° riunione in fase esecutiva); 
o Costruire i link di comunicazione; 
o Condurre esercizi di team building; 
o Inserire attività di consolidamento del team nelle attività di progetto; 
Caratteristiche del lavoro in team:
32 
Vantaggi del lavoro in team 
Rischi del Teamworking: 
o Social loafing (ozio sociale o inerzia sociale): lavorando in gruppo, gli individui esercitano un 
minor livello di impegno di quello che eserciterebbero se operassero da soli; 
o Group think (pressione al conformismo): si ha quando il gruppo è particolarmente coeso o 
omogeneo. I membri del gruppo trovano difficile esprimere la loro opinione se la maggioranza 
o gli esponenti più “forti” sostengono un’altra posizione. Succede in tali casi che qualcuno per 
non “rompere” l’armonia all’interno del gruppo ciascuno tende a non far emergere il proprio 
punto di vista che, forse, è la situazione migliore per tutto il gruppo di progetto. 
o Alta propensione al rischio: fenomeno per il quale all’interno del gruppo si può sviluppare un 
aumento della propensione ad adottare soluzioni più rischiose in quanto condivise con un 
maggior numero di persone. Tutto questo per la comparsa di un falso senso di sicurezza in 
quanto la decisione rischiosa è condivisa da un più alto numero di persone che porta alla 
diminuzione della prudenza. La propensione al rischio del gruppo è dunque maggiore della 
sommatoria delle propensioni al rischio individuali 
o Polarizzazione: gli individui si identificano nel gruppo, isolandosi dal resto dell’organizzazione 
e creando subculture e clan; 
o Deresponsabilizzazione parassitaria: fenomeno per il quale all’interno del gruppo vi possono 
essere delle persone che si deresponsabilizzano ed assumono atteggiamenti di non 
coinvolgimento diretto e partecipe, utilizzando il gruppo in maniera “parassitaria” senza 
fornire quindi nessun contributo ma utilizzando strumentalmente il gruppo.
o Sindrome del “not invented here”: spesso in determinati gruppi si sforzano per trovare 
qualcosa che deve essere necessariamente originale. Laddove è stato già fatto qualcosa 
occorre prenderne esempio e semmai miglioralo. Fare qualcosa di nuovo potrebbe impattare 
negativamente sul progetto. 
33 
Sintomi negativi nel Team: 
Il team va osservato e monitorato attentamente durante il progetto: alcuni sintomi 
potrebbero far scattare opportuni campanelli di allarme: 
o Senso di frustrazione da parte dei singoli e del gruppo; 
o Eccessiva competizione conflittuale interne al team (attenzione: un minimo di conflitto 
dovuto a competizione non guasta); 
o Riunioni di progetto poco produttive; 
o Mancanza di fiducia o di confidenza nei confronti del P.M. 
Poteri del Project Manager: 
Il concetto di potere del P.M. è legato al sapere “cosa si può fare per far sì che le cose vengano fatte”. 
I tipi di potere del P.M. sono: 
o Formal Power: potere formale (anche detto legittimato): potere basato esclusivamente sulla 
posizione ufficiale. “…io sono il capo quindi ti fai quello che ti dico di fare perché ho il diritto di 
chiedertelo…” 
o Reward Power: potere premiante, basato sulla possibilità di premiare. “Se raggiungerai 
l’obiettivo, ti ricompenserò adeguatamente” - oppure – “per premiarti dello sforzo profuso 
verso la qualità del prodotto, ti farò partecipare come desideri al gruppo di test”; 
o Penalty Power: potere punente (anche detto coercitivo): basato sulla possibilità di punire. 
“Se quanto stabilito non sarà fatto nei tempi, ti rimuoverò dall’incarico”; 
o Expert Power: potere dell’esperto, basato sulla forza dell’esperienza. “Dovresti fare quello 
che ti dico, ho già avuto esperienza in questo campo”; 
o Referent Power: potere referenziale, basato sulla propria personalità oppure sul potersi 
riferire a un’autorità di più alta posizione. “il Presidente ha dato il massimo della priorità al 
progetto! Siamo chiamati a dare il massimo”. 
Il potere premiante ed il potere dell’esperto sono le migliori forme di potere in accordo con il PMI. 
Il peggior modo è il potere punente.
34 
Dirigere il Team 
Dirigere il team, coordinando efficacemente il progetto, è senz’altro uno dei compiti più difficili del 
P.M. Secondo Kezner una valida direzione di progetto si compone di alcuni passi come: 
o Staffing: reclutare (o pretendere che qualcuno recluti) le persone giuste per le posizioni di 
progetto necessarie; 
o Training: insegnare a singoli gruppi come eseguire i compiti assegnati; 
o Supervising: supervisionare l’operato del team, disciplinando le attività tramite 
somministrazione di input giornalieri; 
o Delegating: delegare, assegnando responsabilità e relativa autorità per ottenere il massimo 
da ciascuno; 
o Motivating: motivare le persone intervenendo sulle giuste leve; 
o Counseling: consigliare come migliorare e risolvere i problemi; 
o Coordinating: coordinare le persone e le attività in relazione alla loro importanza e con il 
minimo dei conflitti; 
Il Modello Tuckman 
Il modello di sviluppo del gruppo di lavoro è stato proposto da Bruce Tuckman nel 1965 che sostiene 
che le fasi di seguito specificate, prese nel suo ordine, sono tutte necessarie ed inevitabili per la 
crescita del gruppo di lavoro, per affrontare i cambiamenti, per risolvere problemi, per trovare le 
soluzioni, per pianificare il lavoro, e rilasciare i risultati. 
Tale teoria dichiara quindi che l’evoluzione del team passa attraverso quattro fasi: 
o Forming: ovvero durante i primi incontri, il P.M. mostri disponibilità, cortesia e tranquillità; 
questa fase è quella in cui il gruppo si incontra e apprende informazioni sul progetto e sui ruoli 
e le responsabilità formali. I membri del gruppo tendono a essere indipendenti e non molto 
aperti in questa fase. 
o Storming: i P.M. attui strategie orientate a confronti costruttivi e assegni ruoli e 
responsabilità; durante questa fase il gruppo inizia a occuparsi del lavoro di progetto, delle 
decisioni tecniche e dell’approccio di project management. Se i membri del gruppo non sono 
collaborativi e aperti a idee e prospettive diverse, l’ambiente può diventare 
controproducente. 
o Norming: il P.M. stabilisca e faccia seguire regole e procedure, e sviluppi le competenze dei 
singoli e del gruppo; nella fase di strutturazione, i membri del gruppo iniziano a lavorare 
insieme e a regolare le abitudini e i comportamenti di lavoro per supportare il gruppo. Il 
gruppo impara ad avere reciproca fiducia. 
o Performing: il P.M. continui a motivare, a essere flessibile e a curare i singoli ed il gruppo; i 
gruppi che raggiungono la fase di maturità operativa funzionano come una unità ben
organizzata. Sono interdipendenti e affrontano le questioni in modo efficace e senza 
problemi. 
o Adjourning (o mourning): disimpegno da parte del gruppo che completa i lavoro e si prepara 
a passare ad altro progetto; nella fase di disimpegno, il gruppo competa il lavoro e passa oltre 
il progetto. Ciò si verifica generalmente quando il personale viene rilasciato dal progetto 
poiché i deliverable sono stati completati o nell’ambito dello svolgimento del processo 
“Chiudere il processo o una sua fase”. 
35
Secondo tale teoria le attività di sviluppo del team devono tenere in conto il livello di maturazione 
del gruppo e il P.M. deve scegliere le attività più confacenti. 
Compito del P.M. è quella di guidare il team di progetto e portarlo dalla fase di Forming a quella di 
Performing nel più breve tempo possibile. 
La durata di una particolare fase dipende dalle dinamiche del gruppo, dalle dimensioni e dalla 
leadership. I P.M. devono avere una buona comprensione delle dinamiche di gruppo per far 
attraversare ai membri del gruppo tutte le fasi in modo efficace. 
36 
Altre tecniche: 
6. Riconoscimenti e ricompense (Recognition e Rewards) 
I sistemi di riconoscimento e di ricompense sono azioni formali di gestione che promuovono o 
rafforzano la motivazione e di conseguenza i comportamenti delle persone. 
Per essere efficaci tali sistemi dovrebbero: 
o Legare le performance dei singoli e del gruppo di progetto a obiettivi e premi chiari, 
espliciti e raggiungibili; 
o Essere specifici del progetto, in quanto speso quelli in uso nell’organizzazione non sono 
appropriati (es.: lo straordinario diventa incentivante se è necessario per raggiungere gli 
obiettivi di una schedulazione aggressiva; non lo è laddove diventa necessario per ovviare 
a problemi dovuti a una pianificazione errata); 
o Tener conto delle differenze culturali (es.: in una cultura che premia l’individualismo è 
difficile definire un appropriato sistema premiante a livello di team)
I riconoscimenti “Win-Lose” (vince uno e perdono tutti gli altri) possono ledere la coesione 
del gruppo: i riconoscimenti Win-Win (vince il team) danno maggiore coesione. Ciò dipende dalle 
abitudini socio-culturali. 
Il denaro è normalmente visto come aspetto tangibile ed efficace di un sistema di 
premiazione, anche se è spesso meno apprezzato rispetto al fornire opportunità di crescita, o di 
preposizione di attività sfidanti (vedi teoria di Maslow e le altre teorie sulla motivazione) 
37 
7. Strumenti di valutazione delle risorse di progetto (Team Performance Assessment) 
Il miglioramento delle prestazioni del gruppo può avvenire da più fonti e influenzare varie aree di 
progetto. 
o Il miglioramento degli skill individuali aumentano l’efficacia individuale nello svolgimento 
delle attività assegnate; 
o I miglioramenti dei comportamenti di gruppo (es.: imparare a gestire i conflitti) 
permettono ai singoli di dedicare una maggiore percentuale dei loro sforzi alle attività 
tecniche; 
o I miglioramenti nelle competenze sia individuali che di gruppo facilitano l’identificazione 
e lo sviluppo dei modi migliori di lavorare nel progetto e riducono i ricambio del personale 
(Staff Turnover); 
Una valutazione del miglioramento delle prestazioni sia dei singoli che del team è senz’altro 
necessaria. E’ quindi importante stabilire opportuni indicatori di valutazione basati su dati misurabili 
(sondaggi attitudinali, valutazioni specifiche, interviste strutturate, test di abilità e focus Group di tipo 
qualitativo). 
GESTIRE IL GRUPPO DI PROGETTO (Manage Project Team)
Quadro Generale: gestire il gruppo di progetto prevede la rilevazione delle prestazioni dei membri 
del gruppo di lavoro, la comunicazione dei feedback (fornire feedback sulle loro prestazioni), la 
risoluzione delle questioni (Issue) e dei conflitti, il coordinamento delle modifiche al piano delle 
risorse umane, inoltrare le richieste di modifica che vengono poi integrate nelle lesson learned; il 
tutto per favorire il miglioramento delle prestazioni del progetto, coordinare i cambiamenti per 
favorire i miglioramenti delle performance. 
Questo processo ha come obiettivo principale mantenere e migliorare l’efficacia del team di 
progetto e la gestione efficace del tema di progetto. 
38 
In INPUT oltre all’output del processo precedente, abbiamo: 
o Il Registro delle questioni (Issue Log – utilizzato durante l’esecuzione di altri processi come 
Manage Communications e Manage Stakeholder Engagement)): la presenza di un registro 
scritto consente di documentare le persone responsabili della risoluzione di questioni 
specifiche, insorte nel corso del progetto, entro una data fissata come obiettivo. Tale registro 
consente inoltre al gruppo di progetto di monitorare le questioni fino alla chiusura. 
La risoluzione delle questioni esamina gli ostacoli che possono impedire al gruppo di 
raggiungere i propri obiettivi. Tra questi sono presenti fattori come le differenze di opinione, 
situazioni su cui occorre fare luce e responsabilità emergenti o impreviste che devono essere 
assegnate a un membro del gruppo di progetto. 
o Report sullo stato di avanzamento dei lavori (output del processo Monitor and Control 
Project Work). I report dei lavori forniscono la documentazione sulle prestazioni messe a 
confronto con le previsioni di progetto. Esempi di aree delle prestazioni che possono 
contribuire alla gestione del gruppo di progetto comprendono i risultati di controllo sulle 
persone relativamente alla schedulazione, costi, qualità, verifica dell’ambito, ecc. Le 
informazioni contenute nei report sulle prestazioni e nelle previsioni correlate consentono di 
determinare i requisiti futuri delle risorse umane, i riconoscimenti e i premi e gli 
aggiornamenti al piano di gestione del personale. 
o Asset dei processi organizzativi: per una buona gestione del team di progetto, 
l’organizzazione può mettere a disposizione alcuni Asset importanti come i piani 
d’incentivazione (Bonus Structures), gli attestati di apprezzamento (Certificates of 
appreciation), l’abbigliamento aziendale (Company Apparel) e altri benefit come il posto auto, 
un abbonamento a teatro e altro. 
L’utilizzo dei siti aziendali e delle Newsletter aiuta inoltre a incrementare il senso di squadra 
e a migliorare il lavoro di gruppo.
39 
Tra gli Strumenti e Tecniche abbiamo: 
 Il termine Conflitto viene definito come: comportamento di un individuo, di un gruppo o di 
un’organizzazione che impedisce o limita (almeno temporaneamente) un’altra parte nel 
raggiungimento dei suoi desiderati obiettivi”. 
Il conflitto è connaturato con la natura umana. Nel team di progetto, e in genere in qualsiasi 
gruppo di persone (famiglia, comitiva, squadra sportiva, squadra di ricerca, ecc.), i conflitti 
esistono ed è sbagliato pensare di riuscire a evitarli.
Durante il progetto i conflitti si possono verificare tra tutti gli STK: le persone del Team, il P.M, 
il management, lo sponsor, il cliente, i fornitori, i responsabili di funzione,….; essi possono 
impattare diversi livelli dell’organizzazione e riguardare qualsiasi argomento. 
Molti pensano che i conflitti più frequenti siano quelli dovuti a differenze caratteriali o scontri 
di personalità dei singoli. In realtà le cause tipiche dei conflitti sono altre e si tramutano in 
conflitti di personalità quando non vengono risolte le vere cause scatenanti. 
I tipi di conflitto in ordine di frequenza sono i seguenti: 
1) Conflitti sui tempi (Schedules); 
2) Conflitti sulle priorità di progetto (Priorities); 
3) Conflitti sull’uso delle risorse umane (Manpower Resources); 
4) Conflitti su opinioni tecniche (Techinical Opinions); 
5) Conflitti sulle procedure amministrative (Administrative Procedures); 
6) Conflitti sui costi (Costs); 
7) Conflitti di personalità (Personality Clashes); 
8) Conflitti sulle risorse non umane (Equipment and Facilities); 
9) Conflitti sulle spese capitali (Capital Expenditures); 
10) Conflitti sulla responsabilità (Responsabilities); 
Una situazione conflittuale deve essere gestita in maniera costruttiva: da essa possono nascere spunti 
di riflessione orientati al miglioramento. Spesso accade infatti che, dopo aver risolto correttamente 
un conflitto interno, il team risulta essere più forte. 
Il P.M. è il maggior artefice della gestione dei conflitti fra le persone coinvolte ne progetto e deve 
usare un approccio positivo alla loro risoluzione. 
40
Il proliferare di conflitti in un team è un sinonimo negativo che spesso dipende da una difettosa 
assegnazione dei ruoli e da obiettivi non ben definiti o in contrasto tra loro. 
I conflitti nel progetto devono essere risolti al più presto possibile affrontandoli con coraggio. Conflitti 
repressi, prima o poi riemergeranno e potrebbero farlo con maggiore forza e con poco tempo a 
disposizione per risolverli. 
41 
Una cura contro i conflitti è quella di impostare obietti SMART: 
o S – Specifico, chiaro, ben definito; 
o M – misurabile e quindi tangibile e verificabile; 
o A – Raggiungibile 
o R – Realistico, quindi fattibile; 
o T – fissato nel tempo, quindi da raggiungere entro una data ben definita. 
Risoluzione dei conflitti:
42 
Modalità di risoluzione dei conflitti: 
Il PMBOK definisce delle modalità di risoluzione dei conflitti: 
o Collaborating/Problem Solve – Collaborazione/Risoluzione dei problemi: prevede l’analisi di 
più punti di vista e prospettive diverse, anche previa partecipazione di parti esterne al 
conflitto. Comporta un certo impegno fra le parti, ma spesso fa aumentare le probabilità di 
giungere alla risoluzione. 
o Compromising/Reconcile – Compromesso/Conciliazione: prevede la ricerca di una soluzione 
compromissoria, in cui le parti cedono qualcosa con l’obiettivo di giungere a una soluzione. 
Caratterizzato dall’attitudine reciproca del Give-and-Take, dai e prendi, porta a una posizione 
reciproca di Win-Win, vittoria per entrambi, ovvero reciproca soddisfazione; 
o Accomodating/Smooth – Accomodamento/attenuazione: prevede il tentativo di 
attenuazione (mitigazione) del contrasto fra le parti, riducendo l’importanza delle aree di 
disaccordo ed enfatizzando le aree di accordo. 
E’ un approccio portato avanti da una terza parte che tenta di ridurre l’emozione tipica del 
conflitto. Il metodo non risolve propriamente il conflitto, ma prepara la strada per tentare di 
convincere le parti che è necessario “rimanere al tavolo della trattativa”; 
o Forcing/Direct- Forzatura/Direzione: prevede una forzatura da parte di una delle parti nei 
confronti dell’altra, dettata da uso di maggiore potere, o da parte di una terza parte che 
impone la vittoria di una parte e la sconfitta dall’altra. In genere più in alto nella gerarchia va 
il conflitto, più è probabile la tendenza al Forcing. Essendo tale metodo caratterizzato da 
un’attitudine Win-Lose, in cui una parte vince e una parte perde, è il metodo di risoluzione
del conflitto meno consigliato. Altri termini in inglese usati per tale metodo sono: Competing, 
Being Uncooperative e Begin Assertive. 
o Avoiding/Withdraw – Astensione/ritirata: sta per indicare una ritirata, il ripiegamento. La 
tecnica prevede l’accettazione passiva o l’astensione da parte di una delle due parti che porta 
al naturale spegnimento del conflitto. 
Il termine viene usato anche per indicare il caso in cui si rimanda il problema: in questo caso 
non si tratta di una risoluzione del conflitto e il problema può emergere di nuovo in futuro. 
Molti considerano la scelta di tale metodo come un segno di debolezza o di codardia da parte 
del ripiegante. 
Tale metodo è un approccio utile soltanto in alcune situazioni contingenti ma non è mai 
risolutivo. 
I metodi di risoluzione descritti non sono alternativi, ma possono essere integrati e attivati in 
sequenza. 
E’ consigliabile attivare dapprima il metodo del Collaborate, a volte integrandolo con il Compromising 
e/o con lo Smoothing. 
Se il tempo è tiranno, o se il conflitto sta portando a degenerazioni nel team, o qualora le tecniche 
precedenti non abbiano portato ad alcun risultato positivo, il rimandare il problema potrebbe essere 
una soluzione momentanea anche se mai definitiva. 
43
Il Forcing, a causa dei risultati sbilanciati che porta con sé, rappresenta l’ultima chance per la 
risoluzione del conflitto. 
In generale si deve ricordare per l’esame che il metodo migliore è il Collaborative (o Problem Solving) 
e che il peggiore è il Forcing. 
La ritirata (Withdraw) è poco amato perché rimanda la soluzione del conflitto o perché la risoluzione 
è determinata dalla ritirata volontaria da parte di un contendente. Entrambi i casi non rappresentano 
mai una soluzione positiva. 
E’ utile ricordare che, in ambito progettuale, il P.M. ha il compito di risolvere i conflitti fra le persone 
del team. Nel caso di un conflitto di alto livello che il P.M. stesso non può risolvere, è invece 
necessario fare escalation portando il problema a un livello di soluzione più alto. Un esempio. tipico 
di quest’ultimo caso è quando nasce un conflitto fra due manager funzionali impegnati con le loro 
risorse sul progetto, o ancora più grave, quando nasce un conflitto fra il P.M. stesso e il cliente. 
44 
L’OUTPUT del processo “Gestire il team di progetto” è dato da:
45
46 
TEORIE MOTIVAZIONALI 
La motivazione rientra tra quello strumento presente all’interno delle “Capacità Interpersonali” (Soft 
Skill) del P.M., cioè capacità di stabilire e mantenere relazioni con le altre persone, e le identifica 
come uno strumento per processi importantissimi di gestione del gruppo di progetto (Develop 
Project Team e Manage Project Team) e di gestione degli STK (Manage STK Engagement). Le capacità 
interpersonali sono quindi indispensabili per qualsiasi P.M. nella gestione delle persone che ruotano 
intorno al progetto. 
La Motivazione è una delle armi più efficace per ottenere il massimo dell’impegno da parte dei 
componenti del team. E’ fondamentale per il P.M. motivare continuamente le persone durante 
l’intero ciclo di vita del progetto. Le teorie motivazionali si distinguono in: 
1) Teorie del processo (relative al collegamento fra bisogni e comportamento) 
o La teoria dell’aspettativa di Vroom: la teoria dell’aspettativa (Expectancy Theory) 
formulata da Vroom nel 1964, si basa sull’assunto che il comportamento delle persone in 
ambito lavorativo sia basato sulla forza delle loro aspettative: la motivazione è alta se 
l’aspettativa è significativa, si riduce a zero se non ci sono aspettative significative. 
L’attrazione del premio per un buon lavoro o una buona prestazione è una motivazione 
molto sentita. 
2) Teorie del contenuto (che cosa sono i bisogni) 
o La teoria dell’igiene di Herzberg: secondo tale teoria (1959) due fattori condizionano la 
motivazione dell’essere umano: 
- I fattori d’igiene (Hygiene Factors) - estrinseci: le condizioni di lavoro, le condizioni 
di sicurezza, lo stipendio, la vita personale, le relazioni al lavoro, la sicurezza. Se 
negativi, possono distruggere la motivazione, ma se migliorano non è detto che 
facciano aumentare la motivazione. 
- I fattori motivazionali (Motivator Factors) – intrinseci: la responsabilità, 
l’autorealizzazione, la crescita professionale, il riconoscimento. Sono cause 
scatenanti di un’effettiva crescita motivazionale. La loro assenza non provoca 
reazioni, la loro presenza crea soddisfazione. 
Il postulato della teoria è che non esiste uno spettro continuo fra i due fattori e che esiste un punto 
neutro che separa la soddisfazione dall’insoddisfazione e che, per arrivare alla vera motivazione 
bisogna sostituire i fattori di igiene con quelli motivazionali. Per quest’ultimo aspetto la teoria di 
Herzberg è molto discussa e controversa. 
o La teoria di Maslow: nel 1987 per primo ha formulato la tesi che la motivazione 
dell’individuo è strettamente connessa alla soddisfazione dei propri bisogni. Secondo la 
teoria di Maslow il fenomeno della motivazione dell’individuo può essere rappresentato 
attraverso la cosiddetta piramide dei bisogni, in cui ogni strato della piramide rappresenta
un livello di bisogno. Ogni individuo, rispetto al suo lavoro e alla sua professione, si trova 
in uno dei livelli della piramide e aspira a crescere. 
Maslow sostiene che non si può raggiungere il livello di bisogno superiore se non è soddisfatto quello 
inferiore: quindi è necessario seguire gli individui attraverso questa scala motivazionale per garantire 
la soddisfazione dei bisogni pertinenti al livello corrente. 
47 
I livelli di bisogno, dal basso all’alto della piramide sono: 
- Bisogni Fisiologici (Physiological Needs) 
- Bisogni di sicurezza (Safety Needs) 
- Bisogni sociali (Social Needs) 
- Bisogni di stima (Esteem Needs) 
- Bisogni di autorevolezza (Self-Actualization Needs) 
Maslow ha teorizzato la sola possibilità di crescita tra i livelli, dimenticando invece che la motivazione 
può sempre subire un arresto o addirittura diminuire, per sopraggiunti motivi. 
o La teoria X e la teoria Y di McGregor: la Teoria X descrive come i manager vedono i 
lavoratori. Scaturita da una ricerca eseguita sui manager, la teoria riporta risultati 
statistici allarmanti sulla motivazione in quanto, il più delle persone: 
- Non ama lavorare e ne farebbe volentieri a meno; 
- Manca d’ambizione; 
- Ha scarsa capacità creativa; 
- Non è propenso alla soluzione dei problemi;
48 
E questo comporta che, nell’ambito del lavoro le persone: 
- Preferiscono essere dirette ed evitano di prendere responsabilità e iniziativa; 
- Sono indifferenti ai bisogni dell’organizzazione e resistenti al cambiamento; 
- Sono motivati soltanto dai bisogni fisiologici e di sicurezza (i due livelli bassi della 
piramide di Maslow). 
La Teoria Y, scaturita da una successiva ricerca direttamente sui lavoratori, descrive una situazione 
senz’altro meno preoccupante. Infatti, il risultato esprime che, in ambito lavorativo, il più delle 
persone: 
- Raggiunge il massimo delle prestazioni se opportunamente motivato e supportato; 
- È creativo e impegnato a raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione; 
- È autodisciplinato, può autocontrollarsi, desidera responsabilità e le accetta 
volentieri. 
Nell’ambito del lavoro i lavoratori sono motivati soprattutto dai livelli alti della piramide di Maslow. 
o La Teoria Z di Ouchi: egli sviluppò la teoria Z in ambito Giapponese. Questa ha 
caratteristiche simili alla teoria Y e si basa su un’integrazione tra gli aspetti di 
individualismo tipici della società americana e quelli di collettivismo e fidelizzazione tipici 
della società giapponese. 
Secondo tale teoria, nell’ambito del lavoro: 
- I lavoratori sono motivati soprattutto dall’autostima e dall’autorealizzazione 
(ovvero i due livelli alti della piramide di Maslow); 
- Il management, per ottenere motivazione, deve fornire al lavoratore: la possibilità 
di prendere le decisioni; una responsabilità estesa collettivamente a gruppi e non 
al singolo; un ambiente di lavoro che supporta la vita quotidiana. 
o Teoria ERG di Alderfer: dal temine greco (ergon) per designare il lavoro, individua tre 
categorie di bisogni: 
o
49 
o Teoria dei tre bisogni di McClelland:
50 
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6 human resources

  • 1. 1
  • 2. 2 GESTIONE DELLE RISORSE UMANE La gestione delle risorse umane è una delle attività del P.M. che deve essere amministrata sin dalle prime fasi del progetto; non solo è opportuno attribuire fin da subito le responsabilità all’interno del team, ma è fondamentale ipotizzare e prevenire ogni possibile conflitto. Il P.M. deve saper governare le dinamiche nelle relazioni interpersonali per creare il giusto clima all’interno del gruppo e favorire il team working, elemento determinante per il successo finale del progetto. Nel delicato equilibrio delle relazioni interpersonali, gioca un ruolo la comunicazione di progetto che dovrebbe essere opportunamente pianificata in modo che le informazioni giungano al giusto destinatario, nel giusto formato, con il contenuto giusto e al momento giusto. I processi di gestione delle risorse umane di progetto riguardano l’organizzazione, la gestione e la direzione del team di progetto. Per la buona riuscita del progetto è assolutamente necessario che il P.M. dedichi una parte consistente del suo tempo a una conduzione adeguata del team durante l’intero ciclo di vita del progetto. Il problema fondamentale genericamente affrontato dalla disciplina della gestione delle risorse umane riguarda il trattamento delle persone in un contesto operativo e attivo, e questo riporta alla necessità di avere il P.M. delle spiccate competenze interpersonali (già viste al capitolo iniziale). Le cosiddette Soft Skill: o Leadership: capacità di operare come leader; o Team Building: capacità di costruire e consolidare il team; o Motivation: capacità di motivare le persone; o Communication: capacità di comunicare; o Influencig: capacità di influenzare; o Decision Making: capacità decisionale; o Political and Cultural Awareness: capacità di avere consapevolezza politica e culturale; o Negotiation: capacità di negoziare; o Trust Building: capacità di costruire e mantenere rapporti di fiducia; o Conflict Management: capacità di gestire i conflitti interpersonali; o Coaching: capacità di addestrare e preparare le persone.
  • 3. Le suddette competenze dovrebbero già far parte delle caratteristiche personali e delle capacità gestionali del P.M. E’ però qui necessario sottolineare che il valido P.M. dovrà saper adattare le sue caratteristiche e competenze al progetto che è chiamato a dirigere, creando e mantenendo il “clima” adatto per favorire il successo del progetto. E’ quindi necessaria una flessibilità gestionale di ampio respiro, ricordando che ogni progetto è una storia nuova, in quanto nuovo è il contesto, nuove le risorse, nuovi gli STK, nuove le situazioni al contorno, potendo essere nuove anche le leggi e le regole che dovranno essere seguite. Detto questo, ripartiamo un attimo dalla gestione dei tempi visto in precedenza, il quale come abbiamo visto, esiste un percorso che dalla formazione della WBS ci porta a strutturare i tempi e quindi, arrivati alle nostre Work Package costruiamo il reticolo di schedulazione del progetto, andiamo ad assegnare la durata a ciascuna attività e con il metodo del CPM o Pert, si calcola qual è la durata del progetto che poi viene ribaltata sul Gant che rappresenta la Baseline dei Tempi. Quando facciamo questo percorso, in prima analisi, lo facciamo a risorse illimitate. Ovvero quando assegniamo la durata alle attività lo facciamo tenendo conto di una situazione normale ipotizzando che tutto ciò di cui abbiamo bisogno risulta disponibile. Quando si arriva a costruire il percorso critico e quindi alla durata del progetto, prima di ribaltarla sul Gant per arrivare alla baseline dei tempi è necessario fare i conti con le reali risorse disponibili, considerando che per risorse si indicano le risorse umane, macchinari, mezzi, ecc. Da qui si evince che le situazioni cambiano, in quando è logico che nel momento in cui si va ad allestire il team di progetto non è detto che mi diano sempre quello skill di cui avrei bisogno. Se nell’azienda non c’è un personaggio con certe capacità lo devo andare a reperire all’esterno. In tutto questo c’è dunque il passaggio da risorse illimitate a risorse limitate. Si va a rifare il percorso visto in precedenza però scontrandoci con la dura realtà di chi dovrà svolgere effettivamente tali attività. Difatti se all’inizio si era stimato che per svolgere un’attività ci vuole 10 giorni, nella realtà se siamo fortunati possiamo aver che fare con un personaggio che magari ci mette anche di meno o viceversa. In tal ultimo caso lo skill può risultare basso e quindi occorre accompagnare la risorsa con un periodo di affiancamento con il risultato che il tempo occorrente non sarà più di 10 giorni bensì maggiore. 3
  • 4. Quando si pianifica difatti non si pianifica mai una sola volta, perché per quanto il progetto possa andare bene e rispecchiare il piano iniziale così come è stato concepito, il P.M. avrà comunque compiuto una o più rivisitazioni del piano. L’area di conoscenza Risorse Umane è l’unica area che non possiede il gruppo di processi “monitoraggio e controllo”. L’area delle Risorse Umane è indirizzata prevalentemente al ciclo di vita finalizzata alla costruzione del team di progetto dandogli determinate linee guida ed indirizzi che poi permettono una adeguata costituzione, sviluppo e gestione a 360° di quelle che sono le performance del team stesso. E’ logico che è sempre in testa al P.M. la responsabilità di gestire questi processi ed egli stesso dovrà calare all’interno della realtà aziendale il frame work del PMBOK e allo stesso tempo su singolo progetto. DEF: La gestione delle Risorse Umane di progetto riguarda i processi necessari per organizzare e gestire il team di progetto affinché l’utilizzo delle persone coinvolte nel progetto sia il più efficace 4 possibile. Il fattore critico di successo di un progetto consiste nell’avere a disposizione le persone giuste, coinvolte nell’attività giusta e al momento giusto. Da parte loro, le risorse si aspettano di svolgere attività inerenti la loro professionalità e di poter acquisire, lavorando sul progetto, un’esperienza che consenta loro di crescere professionalmente e forse di puntare a ruoli di maggiore responsabilità e remunerazione. I concetti fondamentali relativi al team di progetto su cui ruotano i processi di quest’area di conoscenza sono: o Il team è composto dalle persone che operano nel progetto; o Il team può cambiare durante il ciclo di vita del progetto, nel senso che le persone che ne fanno parte entrano ed escono dal team a seconda delle effettive esigenze del progetto; o Raramente i componenti del team sono scelti dal P.M.: nel suo ruolo di coordinatore e integratore di risorse, il P.M. chiede risorse a seconda delle esigenze del progetto e i manager
  • 5. funzionali forniscono risorse con le adeguate competenze per poter eseguire i compiti di progetto nei tempi e nella qualità prescritti; o Il team di project management (Project Management team), anche detto Core, Executive o leadership Team, è composto dalle persone che coadiuvano il P.M. a gestire il progetto; il team di project management è quindi un sottoinsieme del team di progetto; o Il team di progetto viene supportato dallo sponsor in attività come reperimento fondi, 5 risoluzione dei problemi di alto livello, attivazione di benefici per i progetto; o I P.M. deve creare e imporre un clima professionale ed etico, pretendendo da tutti i componenti un comportamento irreprensibile; o Il P.M. deve aere una cura particolare del team nella sua interezza e nei riguardi dei singoli individui che ne fanno parte: una presenza continua, una comunicazione aperta ed efficace, una disponibilità ad affrontare a viso aperto problemi e criticità sono alcuni dei segreti di una valida leadership. I processi di gestione delle risorse umane di progetto in accordo con il PMBOK sono i seguenti: • Pianificare la gestione delle risorse umane (Plan Human resource Management): identificare, documentare e assegnare i ruoli, le responsabilità, le competenze necessarie al progetto e le relazioni per il reporting di progetto realizzando il piano di gestione delle risorse umane (Human Resource Management Plan) che contiene anche il piano di gestione del personale (Staffing Management Plan); • Costituire il gruppo di progetto (Acquire Project Team): acquisire le risorse umane necessarie alle attività di progetto; • Sviluppare il gruppo di progetto (Develop Project Team): sviluppare le competenze individuali e di gruppo per migliorare le performance del progetto; • Gestire il gruppo di progetto (Manage Project Team): rilevare le prestazioni dei membri del gruppo, comunicare il feedback, affrontare e risolvere i problemi che riguardano il team di progetto e i singoli componenti. Mettere in campo modifiche volte a migliorare le prestazioni del team di progetto.
  • 6. 6 PIANIFICARE LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE Questo processo ha come obiettivo principale la definizione dei ruoli e responsabilità e delle linee guida, procedure e documentazione per la gestione delle risorse umane del progetto. Processo finalizzato a creare un piano in cui sono riportate le linee guida che andranno tutte a confluire nel Piano di Project Management e che rappresenta la baseline di misurazione delle prestazioni che andrò ad utilizzare come benchmark nel momento in cui, una volta eseguita l’attività, in corrispondenza di una milestone verificherò la rispondenza, attraverso l’Earned Value Management, tra quanto effettivamente ad oggi fatto e quanto pianificato. Il deliverable principale che avrò da questo processo è il Piano di Gestione delle Risorse Umane che contiene anche il piano di gestione del personale (Staffing Management Plan), ovvero il Piano di Acquisizione delle risorse umane, che comprende le tempistiche per l’acquisizione e il rilascio del personale, l’identificazione delle esigenze di formazione, le strategie di team building, i piani per i programmi di riconoscimento e ricompensa, le considerazioni di compliance, le questioni legate alla sicurezza e l’impatto del piano di acquisizione delle risorse umane sull’organizzazione. E’ fondamentale l’andare a definire quali sono i ruoli e le responsabilità affinché si possa evitare che due persona facciano la stessa cosa.
  • 7. Il processo definisce le relazioni di reporting e vengono enfatizzate tutta una serie di aspetti che hanno come input quanto già elaborato da altri processi. Tra cui la WBS e la curva di carico (effort effettivo della risorsa) da dove si vede che qualora ci sia un sovradimensionamento si passa al livellamento delle risorse. 7 Chiarimento tra definizione di effort, elapsed (tempo trascorso) e durata. Ad es. un progetto inizia il 1° Giugno e finisce il 1° Luglio. L’elapsed di questo progetto è pari a 2 mesi: il periodo di tempo solare che intercorre tra la data di inizio e fine del progetto (giorni naturali e consecutivi). Se invece volessi sapere qual è l’effort del progetto: esso è la sommatoria delle giornate uomo spese sul progetto. Vuol dire che magari in un determinato giorno lavorativo (escluso quindi sabato e domenica) posso avere un determinato numero di risorse, mentre magari il giorno dopo non ho nessuna risorsa da impiegare. La durata del progetto si calcola attraverso il percorso critico. Ad es. è possibile che tale progetto possa durare, determinato attraverso il CPM, 13 giorni. La durata è quella di inizio-fine che si esplode nel Gant considerando sempre i reali giorni lavorativi nonché la data di calendario di partenza del progetto. Se ad esempio il mio progetto parte il giorno 3 giugno che è un lunedì, i 13 giorni lavorativi mi portano a dire che la fine del progetto è il giorno 18 ovvero la sua durata. Tali differenze risulteranno importanti quando si farà l’approvvigionamento e quando si andranno a definire i contratti. o Infatti in un contratto dove si considera l’elapsed è un contratto chiamato a Fixed Price (prezzo fisso o chiavi in mano) dove il rischio è trasferito al fornitore. Tale contratto è anche detto a importo forfettario (Lump-Sum), in cui la cifra pattuita non è soggetta a revisione, tranne eventuali incentivi per il raggiungimento di obiettivi prefissati (ad es. un obiettivo temporale), e non dipende dalle spese nelle quali il fornitore incorre. o L’effort è legato invece ad un altro tipo di contratto che si chiama T&M (Time and Material) in cui il cliente mi corrisponde il time (le giornate uomo spese sul progetto) che vengono consuntivate a posteriori e tutte le spese (material). L’unica cosa che viene fissata è il costo della giornata uomo della figura professionale ed i costi vivi (trasferte, vitto, alloggio, ecc.): il fornitore viene rimborsato per l’impegno e non per il completamento del progetto. In tale
  • 8. contratto le spese (materiali, viaggi, ecc.) vengono rimborsate, mentre il lavoro viene pagato sulla base del tempo d’impegno effettivo valutato su una tariffa unitaria stabilita inizialmente tra le parti. La tipologia di questo contratto si ha quando si hanno delle incertezze sul progetto ovvero quando la deliverable non è chiara: un incertezza cui si fa tipicamente fronte con le diverse tipologie contrattuali è quella che genera “extra costi”. Ad es. per progetti di ricerca e sviluppo (R&S) ovvero progetti di ricerche di mercato non ben definiti. Il passo successivo del P.M. è quello di tracciare un profilo dello skill della risorsa che gli serve e di seguito inizia una fase di negoziazione con i functional manager per avere quel tipo di competenze giuste, oppure quando presente, interpella il Resource Manager delle Unità Organizzative coinvolte. In alcune aziende è la stessa Direzione risorse Umane che si occupa dell’assegnazione delle risorse ai progetti. Nel caso in cui in un azienda non fossero disponibili le persone richieste o come numero di risorse necessarie, o per skill, il P.M. effettua una ricerca presso alcuni fornitori in grado di fornire il tipo di competenze richieste. Questo perché alla fine il P.M. dovrà associare la singola persona all’attività da svolgere (attività di Staffing o acquisizione) tenendo conto dei limiti temporali di disponibilità delle risorse. Perché ci può essere una risorsa che non è allocata full time per quel progetto. Quindi diventa importante avere un calendario di disponibilità delle risorse da assegnare al progetto. Cioè tra tutte le risorse che devono avere un determinato skill e che magari sono presenti in azienda, il P.M. deve sapere le loro disponibilità per allocarle poi sulle singole attività dettate dai W.P. Quindi ruoli e responsabilità possono essere assegnati a individui o gruppi sia interni sia esterni all’organizzazione che realizza il progetto. Il processo si svolge usualmente nelle prime fasi del progetto a valle della definizione dell’ambito del progetto (Scope Statement e WBS), ma è prevedibile una rivisitazione di ruoli e responsabilità anche in corso d’opera. 8
  • 9. 9 Tra gli Input troviamo: o Il Piano di Project Management: i vari documenti posti all’interno di detto piano mi possono servire per formulare il piano di gestione delle risorse. o I Requisiti di risorse per le attività: ovvero Activity Resource Requirement realizzato durante il processo Time Management (ovvero Estimate Activity Resource), ma non si deve dimenticare che qualsiasi altra informazione presente nel Project Management Plan può essere utile in questa fase. In tale fase si identificano le qualità, i requisiti e skill che ogni risorsa dovrà avere all’interno del mio progetto. Esso non mi identifica la persona, ma solo le caratteristiche che deve avere. o Fattori ambientali ed aziendali: è tutto ciò che tendenzialmente è esterno (esogeno) e che influenzano lo sviluppo del piano delle risorse umane riguardano cultura, regole e struttura organizzativa presenti nell’organizzazione, le risorse umane esistenti, le politiche di amministrazione del personale e le condizioni del mercato. - Vi possono dunque essere i fattori Organizzativi: all’atto della predisposizione del piano di gestione delle risorse umane del progetto è utile prosi alcune domande come: “con quale struttura organizzativa ci confronteremo nel progetto? quali accordi contrattuali sono stati stipulati? Quali sono le politiche aziendali attuali per la gestione del personale? Si possono attivare consulenze esterne? Abbiamo dei limiti in tale acquisizione? - Vi possono essere i fattori tecnici: quali sono le diverse discipline e le specialità necessarie al completamento del progetto? ci sono diversi tipi di linguaggi software, approcci tecnici o tipologie di attrezzature che devono essere coordinate? - Vi possono essere i fattori interpersonali: quali tipi di relazioni formali e informali sono presenti tra i candidati per il team? Quali sono le job description dei candidati? Quali differenze culturali o linguistiche possono influire sulle relazioni lavorative tra i membri del team? Qual è il livello di fiducia e rispetto instaurato? - Vi possono essere i fattori logistici: quanto sono distanti le risorse che sono coinvolte nel progetto? le persone si trovano in edifici diversi, confusi orari diversi o in paesi diversi?
  • 10. - Vi possono essere i fattori Politici: quali sono gli obiettivi individuali dei potenziali STK di progetto? quali gruppi e persone sono dotati di un potere informale in aree importanti per il progetto? quali sono le alleanze informali? Alcuni vincoli possono limitare la flessibilità del processo di pianificazione delle risorse umane (ad es. la struttura organizzativa a matrice debole, gli accordi salariali collettivi, i blocchi delle assunzioni, i tagli ai fondi per la formazione o l’assenza di budget per le trasferte). o Asset dei processi organizzativi: esso è qualcosa di endogeno (cioè che viene da dentro), che ha già l’organizzazione, come ad es. le check list e tutto ciò che si possiede già all’interno, che mi permette di velocizzare ed ottimizzare i tempi senza dimenticarmi nulla, tra cui: 10 - La descrizione delle mansioni standard per ruolo presenti in azienda; - I processi e le politiche organizzative standard; - I template (modelli di documento) che possono essere utili alla pianificazione delle risorse umane e che comprendono gli organigrammi di progetto, le descrizioni delle mansioni, le valutazioni delle prestazioni di progetto e un approccio standard alla gestione dei conflitti: dunque utili per l’ufficializzazione e dei ruoli. - Le liste di controllo utili alla pianificazione delle risorse umane, comprendono ruoli e responsabilità di progetto usuali, competenze tecniche, programmi di formazione da prendere in considerazione, regole di base del gruppo, considerazioni sulla sicurezza, questioni relative alla conformità e idee per riconoscerli. - Le lesson learned se disponibili relative a strutture organizzative utilizzate in progetti precedenti; - Le procedure di escalation per gestire problemi nel team e nell’organizzazione; Tra gli strumenti e tecniche troviamo: Tra gli Input di tale processo abbiamo visto la necessità di reperire le risorse a partire dalla stima delle attività delle risorse, e quali skill devono possedere le stesse risorse. Vediamo ora con quali strumenti si mettono in evidenza le relazioni che devono avere le persone coinvolte, in quali reparti devono essere allocate ed in ultima analisi come gestire tutte le risorse (sia umane che strumentali) che saranno utilizzate nel nostro progetto.
  • 11. A prescindere dai metodi adottati, l’obiettivo consiste nel garantire che ogni W.P. abbia un responsabile identificato senza ambiguità e che tutti i membri del gruppo di lavoro comprendano 11 a fondo i propri ruoli e responsabilità. o Organigrammi di progetto e descrizioni delle mansioni: sono diagrammi che spiegano le relazioni tra le persone coinvolte nel progetto. Questo tipo di organigramma non va confuso con l’organigramma aziendale o con una sua parte: deve infatti contenere soltanto i ruoli e le responsabilità necessari al progetto; inoltre non è obbligatorio che l’organigramma di progetto sia un estratto dell’organigramma aziendale, anzi, potrebbe essere completamente distinto; nulla toglie, infatti, che per un particolare progetto sia necessario attivare un organigramma straordinario che sconvolga le gerarchie aziendali. Tali organigrammi si distinguono in 3 categorie: - Organigramma gerarchico: OBS – Organization Breakdown Structure. E’ uno specifico formato di organigramma di progetto, organizzato in base ai reparti, unità, uffici dell’organizzazione operante, nel quale a ogni nodo sono associati i W.P. o le attività di competenza sul progetto. Generalmente si presenta con una forma del tipo: Essa è molto simile alla WBS, ma invece di essere ordinata in base alla scomposizione dei deliverable di progetto, è strutturata in base ai reparti, alle unità e ai gruppi esistenti all’interno della struttura organizzativa. Rappresenta l’organigramma di progetto. Con questo scompongo le responsabilità allo scopo di individuare univocamente i reparti, unità o uffici, responsabili dei W.P. Non necessariamente vi è una linea gerarchica nel senso tradizionale del termine, bensì semplicemente la suddivisione delle responsabilità dentro il progetto. Com’è nella natura intrinseca dei progetti (tempo limitato), la OBS è una struttura temporanea. Difatti i reparti (vedi figura sopra) appartengono a un più complessivo organigramma aziendale, da cui quindi si collegano le OBS dei vari progetti aziendali
  • 12. diversi. Ciascun reparto può appartenere a più OBS. Quindi da un lato la OBS si correla con la WBS, dall’altro lato con l’organigramma aziendale. Ovvio che la “chiamata per competenza” ai fini progettuali dei singoli soggetti dalle funzioni di appartenenza deve essere tale da non superare il carico medio di lavoro previsto, considerando l’eventuale presenza di un soggetto sia in più nodi di una OBS sia in OBS di progetti differenti. Infatti dalla figura successiva si evince come un generico reparto, e quindi le proprie risorse, può appartenere a più W.P. e quindi il carico di lavoro viene raddoppiato, triplicato e maggiormente amplificato se le stesse risorse vengono allocate su progetti aziendali diversi. - Organigramma gerarchico: RBS (Resource Breakdown Structure): da non confondere con RBS relativamente ai rischi. E’ un organigramma gerarchico orientato a categorizzare le tipologie di risorse (sia umane che strumentali) che saranno utilizzate nel progetto. Il suo utilizzo facilita l’assegnazione delle risorse alle attività di progetto e può aiutare nella contabilizzazione dei costi. Un esempio è del tipo: 12
  • 13. - Formato matriciale: RAM (Responsability Assignment Management): l’assegnazione di ruoli e responsabilità consiste nella definizione di chi è responsabile di cosa nel progetto ed è strettamente connessa alla definizione dell’ambito del progetto. Si può utilizzare una matrice di assegnazione delle responsabilità realizzata a vari livelli della WBS e al livello di attività. Infatti la RAM a livello alto mappa gruppi o unità responsabili per ciascun nodo di WBS, a livello basso assegna ruoli e responsabilità delle singole attività ai vari individui. Una RAM può essere rappresentata in modo grafico o tabellare. In modo grafico è data dall’incrocio fra la WBS (cosa si deve fare) e l’OBS (chi è responsabile nel progetto): un segno di spunta sul particolare incrocio informa che quel pezzo di lavoro ha come responsabile la persona rappresentata sul relativo nodo dell’OBS. Un’altra maniera grafica per rappresentare la RAM usa soltanto la WBS, ma mostra il nome del responsabile per ciascun nodo. Questa rappresentazione, pur se efficace, ha due limiti: appesantisce la WBS e non mette in necessario risalto il livello gerarchico tipico della OBS. Nella forma tabellare la RAM è formata da righe e colonne che rappresentano rispettivamente le cose da fare (ad es. i W.P.) e le persone che avranno le responsabilità. Un segno di spunta sulla casella di incrocio assegnerà la relativa responsabilità. 13
  • 14. 14 Di seguito un esempio grafico di RAM: - Formato matriciale: RACI - Responsible ovvero il ruolo di eseguire l’attività, responsabile operativo, Accountable ovvero il ruolo che ha la responsabilità generale dell’attività, Consulted ovvero persone che forniscono l’input per l’esecuzione dell’attività, Informed ovvero persone con un interesse specifico, che devono essere informate. Il diagramma prevede che vengano preventivamente formalizzate le responsabilità e i rapporti fra i vari manager (sia aziendali ingenerale sia direttamente coinvolti nel progetto) in relazione alle varie fasi di sviluppo del progetto. L’esempio di seguito mostra il lavoro da eseguire, nella colonna di sinistra, come attività. Le risorse assegnate possono essere rappresentate come individui o gruppi. Il P.M. può selezionare anche altre opzioni quali designazioni di leader e di risorsa o altre designazioni funzionali al progetto. Il diagramma RACI è uno strumento utile quando il gruppo è costituito da risorse interne ed esterne poiché consente una chiara divisione dei ruoli e delle aspettative.
  • 15. Da notare che il grafico su riportato (proveniente dal PMBOK) riporta anche i nomi delle risorse. Ma a rigor di logica in questa fase di processo ancora non conosco i nomi da inserire. Solo con il processo successivo “Acquisire il gruppo di progetto” costituisco il team con tutti i nomi. Al limite al posto dei nomi, in questa fase, ci devo mettere i requisiti che devono avere le persone, requisiti scaturiti dall’attività di “stima delle attività delle risorse” (gestione dei tempi). La RACI ritorna utile solo a valle del processo “Acquisire il gruppo di progetto”. - Formati testuali: Ruoli, responsabilità e relativi mansionari possono essere espressi anche in un documento di testo. Questi documenti prendono il nome di descrizione delle mansioni (Position Description o Job description), ovvero con moduli ruolo-responsabilità- 15 autorità (Role-Responsability-Autority forms). Tali moduli descrittivi costituiscono degli ottimi modelli di documento per progetti futuri, specie nel caso in cui le informazioni vengano aggiornate continuamente durante il progetto in corso applicando la tecnica delle lesson learned. Alcune responsabilità inerenti la gestione del progetto sono elencate ed illustrate in apposite sezioni del piano di project management (ad es. il registro dei rischi elenca i proprietari dei rischi, il piano di comunicazione elenca i membri del team responsabili per le attività di comunicazione, analogamente per i piano di qualità, ecc.). La job description deve essere fatta molto bene in quanto all’interno devono essere descritte chiaramente le varie responsabilità. Per descrizione di posizione (in inglese: job description) si intende la descrizione analitica formalizzata per iscritto delle
  • 16. principali caratteristiche di una posizione organizzativa. La job description indica, in particolare, il nome della posizione, le sue finalità principali, le dimensioni, la posizione in organigramma, le principali relazioni con le altre posizioni organizzative, le principali mansioni. o Networking: (gestire le informazioni): l’interazione informale con altre persone in una struttura organizzativa, settore o ambiente professionale rappresenta un metodo costruttivo per comprendere i fattori politici e interpersonali che influiscono sull’efficacia delle diverse opzioni di gestione del personale. Le attività di networking delle risorse umane comprendono corrispondenza proattiva, pranzi di lavoro, conversazioni informali, meeting, conferenze di settore. Sebbene il networking rappresenti una valida tecnica all’inizio di un progetto, anche l’esecuzione di attività di networking a cadenza regolare prima dell’inizio del progetto può rivelarsi molto efficace. o Teoria organizzativa: la teoria organizzativa fornisce informazioni in merito al comportamento di persone, gruppi e unità organizzative. L’applicazione di principi consolidati riduce il tempo necessario alla creazione degli output per la pianificazione delle risorse umane e accresce la probabilità che la pianificazione sia efficace. 16 o Parere degli esperti (appare solo nella 5° edizione del PMBOK): esso è utilizzato per: - Fornire un elenco dei requisiti preliminari associati agli skill richiesti; - Valutare i ruoli richiesti per il progetto sulla base delle job description aziendali; - Determinare il livello di effort ed il numero delle risorse umane necessarie per raggiungere gli obiettivi di progetto; - Definire le relazioni di reporting necessarie in funzione della cultura aziendale; - Identificare i rischi associati ai piani di acquisizione e rilascio delle risorse umane; o Riunioni: (in genere è sempre presente): il project Management team terrà riunioni di pianificazione (Planning meeting) al fine di raggiungere il consenso unanime degli STK sul piano di gestione delle risorse umane.
  • 17. 17 Tra gli OUTPUT abbiamo: o Il piano di Gestione delle Risorse Umane: è l’unico deliverable che ha sotto di se altri deliverable. Esso è un contenitore che ha all’interno altri “piani” o altri deliverable tra cui: - Ruolo, autorità, responsabilità e competenza necessaria per ognuno delle posizioni individuate nel progetto. E nello specifico: Ruolo: etichetta che descrive la porzione di un progetto di cui è responsabile una persona. Alcuni esempi di ruoli di progetto possono essere ingegneri civili, analisti aziendali e coordinatori dei collaudi; Autorità: diritto di applicare le risorse al progetto, prendere decisioni e sottoscrivere le approvazioni. Alcuni esempi di decisioni che richiedono una chiara autorità includono la selezione di un metodo per il completamento di un’attività, l’accettazione della qualità e la risposta agli scostamenti di progetto. I membri del gruppo di lavoro sono facilitati nella loro funzione quando i loro livelli di autorità individuale corrispondono alle rispettive responsabilità; Responsabilità: lavoro che deve essere eseguito dal membro del gruppo di progetto per portare a termine le attività del progetto; Competenza: skill e capacità necessari a portare a termine le attività del progetto. Se i potenziali membri del gruppo di progetto non dispongono delle competenze richieste, vengono avviate delle risposte proattive come formazione, assunzione, modifiche alla schedulazione o all’ambito. - Organigramma di Progetto: è una rappresentazione grafica dei membri del gruppo di progetto e delle relative relazioni di reporting. Può essere formale o informale, dettagliato o sintetico, in base alle esigenze del progetto. Ad es., l’organigramma di progetto per la creazione di un gruppo di risposta ai disastri composto da 3000 persone risulterà più dettagliato di un organigramma di progetto interno composto da 20 persone.
  • 18. - Piano di acquisizione delle risorse umane (Staffing Management Plan – Staffing non vuol dire acquisire bensì associare le risorse umane alle attività): descrive quando e come dovranno essere rispettati i requisiti relativi alle risorse umane. Il piano può essere formale o informale, dettagliato o sintetico, in base ai requisiti del progetto. Il piano viene aggiornato continuamente durante il progetto per orientare le operazioni di acquisizione dei membri del gruppo durante lo svolgimento del progetto e ole azioni di sviluppo. Le informazioni contenute nel piano di gestione delle risorse umane variano in base all’area applicativa e alle dimensioni del progetto: è tuttavia necessario tenere conto di una serie di elementi: Regole per l’acquisizione del personale (Staff Acquisitor) con risposte a domande del tipo: le risorse umane verranno dall’interno o dall’esterno? Lavoreranno in una stessa sede o in sedi diverse? Quali sono i costi associati ai vari livelli? Calendari di risorse (Resource Calendar), ovvero la quantità espresse di risorse necessarie al progetto distribuite nei periodi del progetto (es. uomini/giorno di architetti senior per settimana), la rappresentazione più tipica è quella grafica tramite istogramma di carico delle risorse (o tabella di marcia o curva di carico). Esso indica il carico di lavoro di ciascuna risorsa. Tale istogramma è un diagramma a barre che illustra il numero di ore che saranno necessarie a una persona, un reparto o un gruppo di progetto ogni settimana od ogni mese per l’intera durata del progetto. Il diagramma può comprendere una linea orizzontale che rappresenta il numero massimo di ore che una data risorsa mette a disposizione. 18
  • 19. Per le barre che si estendono oltre il limite massimo di ore disponibili è necessario adottare una strategia di livellamento delle risorse (eliminazione/riduzione di sovra e sotto carico e ottimizzazione dell’impegno delle risorse). 19 Già nel capitolo gestone dei Tempi si è visto che 2 sono le tipologie di livellamento: Limitato nei tempi: non sposta la data fine progetto; Limitato nelle risorse: non aumenta la disponibilità delle risorse;
  • 20. Il piano di acquisizione delle risorse dunque, mi indica le regole di come dovremmo comportarci nel caso in cui avrò un sovraccarico delle risorse, cioè se effettuare un livellamento a tempo limitato o a risorse limitate, ovvero nel primo caso se occorre spendere i soldi per comprare altre risorse o se ritarda i tempi e se tale ritardo risulta accettabile. Il PMBOK parla di livellamento delle risorse in 20
  • 21. questa fase non perché in tale fase si fa il livellamento bensì in tale fase si va a definire le regole e le linee guida per quanto poi si andrà a fare i livellamento. 21 Si fa presente che in questo momento ancora non ho definito il team di progetto. Il livellamento delle risorse è una delle attività per cui serve il software di Project Management. Per finire l’elenco del Piano di Acquisizione del team di progetto: Piano di rilascio delle risorse del team alla conclusione del loro impegno sul progetto (Staff Release Plan); Bisogni di formazione (Training Needs); Riconoscimenti e premi (Recognition and reward), ovvero regole e criteri per assegnare premi al raggiungimento di obiettivi personali e di team nell’ambito del progetto; Conformità (Compliance) con le normative di legge; Sicurezza (Safety), ovvero politiche e procedure di sicurezza sul lavoro. Tutto ciò descritto sopra verrà poi utilizzato in fase esecutiva (Acquire Project Team, ecc.). Andiamo ora a vedere l’altro processo che fa parte del processo di esecuzione che è il “Costituire il Gruppo di Progetto”, cioè andiamo a vedere quali sono le risorse umane necessarie al nostro progetto. COSTRUIRE IL GRUPPO DI PROGETTO
  • 22. La costituzione del team avviene sulla base delle competenze necessarie al progetto e delle disponibilità aziendali e rappresenta un processo delicato che ha bisogno di una cura particolare basata su regole chiare e ben definite. L’obiettivo principale di tale processo è la scelta e l’assegnazione delle persone al team di progetto. Quadro generale: Il processo si esegue sulla base delle informazioni relative al personale interno o esterno reclutabile, le regole e il piano per la gestione delle risorse umane e del personale di progetto (Staffing Management Plan) e le pratiche di reclutamento (Recruitment Practices). Per la scelta delle persone possono essere usati criteri più o meno semplici (Multi-Criteria-Decision Analysis) basati su diversi parametri (fattori ambientali e aziendali) come disponibilità, costo, esperienza, conoscenza, attitudine, competenza o altri fattori internazionali come la conoscenza delle lingue o delle culture estere. Il risultato finale del processo è l’identificazione dello staff assegnato al progetto (Project Staff Assignment), ovvero la lista delle persone identificate con nome e cognome e il periodo di impiego. Al contempo sarà necessario aggiornare il calendario di disponibilità delle risorse (Resource Calendars) segnalando i periodi in cui le persone sono impegnate sul progetto, e quelli di eventuali indisponibilità (ferie e altro). 22 Tra gli INPUT abbiamo: o Piano di gestione delle risorse umane (output del processo “pianificare la gestione delle risorse umane”) o Fattori ambientali aziendali: l’assegnazione dei membri del team avviene sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione. Il P.M. deve tener conto di alcuni elementi: - Disponibilità: chi è disponibile e quando? - Competenza. Quali competenze hanno le singole persone? - Esperienza: le persone hanno svolto lavori pregressi analoghi? - Interessi: le persone sono interessate a lavorare sul progetto? - Costo: quanto saranno pagate le persone? o Asset dei processi organizzativi: una o più delle organizzazioni coinvolte nel progetto possono disporre di politiche o procedure che regolano l’assegnazione del personale. Anche i reparti di gestione delle risorse umane possono collaborare all’individuazione, assunzione ed orientamento dei membri del project team. Ora occorre vedere come fare a portarmi a bordo le persone con lo skill tracciato?
  • 23. 23 Vediamo gli Strumenti e le tecniche: o La Negoziazione: nella maggior parte dei casi, l’acquisizione dei componenti del team è frutto di negoziazione (Negotiation) con i functional manager da cui dipendono in organigramma aziendale le risorse interne necessarie al progetto. La capacità di influenzare i Functional Manager e le politiche dell’organizzazione giocano un forte ruolo nel processo di negoziazione (es. se un manager funzionale e remunerato in funzione della percentuale dell’utilizzo del suo staff, questo può divenire un incentivo a rendere disponibili le persone del suo staff su un progetto). In altri casi lo staff è preassegnato (Pre-Assignment) al progetto e non può subire modifiche. Questo accade quando ad es. lo staff è definito nell’offerta di gara, o quando un resource manager aziendale ha il compito di eseguire la composizione dei team per tutti i progetti. Il ricorso all’acquisizione di servizi di risorse esterne (Acquisition) è fondamentale qualora non siano disponibili internamente le competenze appropriate da dedicare al progetto. L’acquisizione di risorse umane all’esterno dell’organizzazione operante, come per qualsiasi altra risorsa o servizio, si interfaccia con i processi dell’area di gestione dell’approvvigionamento (Project Procurement Management). La pianificazione delle risorse umane dovrebbe essere sempre fatta su base skill, ovvero il P.M. dovrebbe richiedere competenze piuttosto che individui: saranno i functional manager a concedere al P.M. le persone adatte agli incarichi di progetto, laddove disponibili nel periodo di esigenza progettuale. I processi di comunicazione negoziale si basano sullo scambio continuo, sul confronto attivo ed anche sulle discussioni accese: l’animosità che può manifestarsi tra gli interlocutori è un segnale positivo di vivacità e coinvolgimento, ma può diventare pericolosa nel momento in cui, provocando la rottura degli argini, il “fiume” emotivo travolge le persone, “annegandole” in una conflittualità distruttiva. Le possibili tipologie di negoziazione differiscono tra loro per il grado di attenzione riservato dalle parti al proprio e all’altrui tornaconto secondo le modalità schematicamente rappresentate di seguito: tanto maggiore è l’attenzione posta dai negoziatori agli interessi propri e, contemporaneamente, a quelli della controparte (quadrante in alto a destra), tanto più elevata sarà la probabilità di raggiungere, in un clima sereno e collaborativo, un accordo vantaggioso per tutti i soggetti (creazione del valore). Quando, al contrario, le controparti considerano la trattativa unicamente come ambiente di competizione e di lotta (quadrante in basso a sinistra), e nell’ipotesi che tutti possano esercitare più o meno lo stesso potere, è facile prevedere un accodo conclusivo che lascerà scontenti tutti i contendenti in quanto ciascuno di loro avrà perso qualcosa. Infine, quando soltanto una controparte assume un atteggiamento cooperativo mentre l’altra sceglie la competizione, è molto probabile che insorgano situazioni conflittuali e dal negoziato esca un unico vincitore al quale ci si è visti costretti a elargire le più ampie concessioni.
  • 24. o Gruppi Virtuali: un team virtuale (Virtual team) è un gruppo di persone con obiettivi condivisi ma che lavorano a distanza e che usano strumenti tecnologicamente avanzati per comunicare. Il team virtuale è quindi un’opzione utilizzabile nel processo di acquisizione delle risorse umane. Pur continuando a preferire l’utilizzo di un team di progetto in presenza, non si possono negare alcuni innegabili vantaggi di team virtuali: - Sfruttare competenze geograficamente distribuite; - Ridurre i costi di viaggio e di trasporto; - Incrementare il lavoro da casa; - Agevolare la partecipazione a progetti anche per persone diversamente abili o con limitazioni di mobilità. E ‘evidente che, in alcuni casi di utilizzo di team virtuale, una valida gestione della comunicazione risulta fondamentale per incrementare la coesione tra le persone e l’efficacia del progetto. Un team virtuale si chiama anche team geograficamente distribuito, definito come un gruppo di individui che lavorano su obiettivi comuni, superando i confini di spazio, di tempo e di organizzazione e sfruttando al meglio le nuove tecnologie web. I membri di un team virtuale comunicano riducendo al massimo le attività frontali, permettendo di usare i migliori talenti a prescindere dalle limitazioni geografiche. Il piano di gestione della comunicazione è il deliverable più importante alla base del team virtuale. La pianificazione della comunicazione del progetto, la chiara assegnazione di ruoli e responsabilità, la definizione di obiettivi “Smart” e di regole, strumenti e metodologie chiare e condivise, la creazione di un’infrastruttura che faciliti la comunicazione, i flussi lavorativi e la costruzione delle relazioni, giocano un ruolo fondamentale nella gestione dei virtual team. 24
  • 25. o Analisi decisionale multicriterio: i criteri di selezione sono spesso usati come strumento di costituzione del gruppo di progetto per valutare o pesare i potenziali membri del team. L’analisi multicriterio per scopo decisionale è una tecnica orientata a supportare il decisore qualora si trovi a operare con valutazioni numerose e conflittuali, consentendo di ottenere una soluzione di compromesso in modo trasparente. Tale tecnica permette al decisore di analizzare e valutare diverse alternative, monitorandone l’impatto su differenti attori del processo decisionale. Alcuni esempi di criteri di selezione a cui si possono associare anche dei punteggi, sono: 25 - Disponibilità (nella Project Timeline); - Costi; - Esperienza; - Abilità/competenza; - Conoscenza (del cliente, dell’ambiente di progetto, ecc.); - Capacità (ad es. utilizzo tools di progetto, ecc.) - Attitudine al teamworking; - Fattori internazionali (location, time zone, conoscenza delle lingue, ecc.) Gli OUTPUT del processo “Costituire il gruppo di progetto” sono:
  • 26. 26 SVILUPPARE IL GRUPPO DI PROGETTO (il cuore del P.M.) QUADRO GENERALE: Sviluppare il gruppo di processo (Develop Project Team) è un processo che si occupa sia del miglioramento delle competenze e delle capacità (manageriali e tecniche) degli individui, sia del miglioramento della coesione e della forza del team. Questo processo ha come obiettivo principale il miglioramento delle persone che fanno parte del team ed il miglioramento del team stesso. Il miglioramento delle persone durante l’evoluzione del progetto, deve essere correttamente misurato: si dovrebbero stabilire delle metriche per misurare le prestazioni del team e dei singoli rappresentanti (Team Performance Assessment). Per ottenere buoni risultati del processo, il P.M. dovrà dare il massimo in termini di attività di team building (Team Building Activities) avvalendosi delle sue capacità interpersonali (Interpersonal Skill), sfruttando sistemi di riconoscimento e ricompensa (Recognition e Rewards) e cercando nei limiti del possibile di far operare il team in co-ubicazione (Colocation), ovvero in un posto fisicamente contiguo. In tale contesto la formazione (Training) del personale è spesso molto utile e a volte indispensabile.
  • 27. 27 Gli obiettivi delle attività per lo sviluppo del team di progetto sono: o Coinvolgere tutti membri del team in un’ottica di squadra orientata al successo; o Migliorare la conoscenza e le competenze di tutti in modo da ottenere il massimo durante il progetto e, al completamento di questo, rilasciare all’azienda persone più preparate e pronte ad affrontare nuove sfide; o Migliorare il senso di gruppo, allo scopo di aumentare il morale, ridurre i conflitti e ottimizzare il lavoro di gruppo; o Creare una cultura di team per migliorare produttività, cooperazione e spirito di gruppo. DEF: Colocation: E’ il termine usato per indicare un team di progetto che opera nello stesso luogo fisco “a stretto contatto di gomito”. La traduzione del PMBOK è co-ubicazione; War – Room: letteralmente “stanza di guerra”, indica la postazione dove viene presa tempestivamente qualsiasi decisone relativa al progetto, brevi incontri del P.M., del team e di altro STK. War-Room è un esempio forte di Colocation. Tight Matrix: letteralmente “matrice stretta”, indica un attributo della comunicazione che induce ad attivare un livello di comunicazione diretta, prova di infrastrutture e di inutili formalismi, che riduce al minimo gli effetti gerarchici e che facilita lo sviluppo del team. Fare attenzione a non confondere la Tight Matrix con una delle strutture organizzative a matrice. Il processo Sviluppare il gruppo di Progetto è il cuore del P.M. in quanto per lui rappresenta la massima espressione di skill e capacità interpersonali. Infatti il P.M. passa almeno l’80% del tempo a gestire le relazioni a motivare e a far crescere professionalmente le persone. A prescindere dal progetto e dal contesto, ogni P.M. deve sentirsi investito sempre e comunque da un grande obiettivo: migliorare le persone e farle crescere sia individualmente, sia come spirito di gruppo. Un P.M. dovrebbe essere valutato non soltanto sul successo del progetto, ma anche su quanto, a fine progetto, riesce a riconsegnare all’azienda persone più esperte e più partecipative rispetto all’inizio del progetto. Quando i membri del team di progetto rispondono sia ai functional manager che al P.M., come nel caso dell’organizzazione a matrice, lo sviluppo del team di progetto può essere particolarmente critico. Infatti, l’applicazione di un sistema di obiettivi (MBO – Management by Objectives) e la relativa assegnazione di premi e riconoscimenti dipendono di solito direttamente dal manager della risorsa, piuttosto che dall’ufficio del personale (Human Resource Department) cosa che complica ancora di più il processo in questione.
  • 28. In tale situazione il P.M. ha la responsabilità di una gestione efficace della relazione duale tra progetto e funzione d’appartenenza e tra progetto e dipartimento delle risorse umane, allo scopo di ottenere i mezzi per una crescita delle persone. Una buona comunicazione sulle esigenze di progetto, sulle esigenze del singolo e buone doti di negoziazione sono molto utili per risolvere tali criticità e per condividere approcci e piani di sviluppo. La gestione per obiettivi (Management by Objectives) è un metodo di valutazione del personale che si basa sui risultati raggiunti a fronte di obiettivi prefissati e non sulle competenze espresse. Se si usano congiuntamente i metodi di valutazione per obiettivi e quello per competenze, allora si utilizza il termine di valutazione mista. 28 Al conseguimento degli obiettivi è legato un riconoscimento economico. Gli obiettivi sono generalmente di tipo individuale, ma alcuni possono essere anche di gruppo. Il periodo assegnato per il raggiungimento è normalmente di un anno, all’interno del quale ci sono momenti intermedi di verifica. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, bisogna analizzarne le cause per verificare l’esistenza di eventi imprevisti e per porre rimedio a eventuali ostacoli. L’adozione della gestione per obiettivi richiede una stretta integrazione tra: - Il sistema di pianificazione e controllo; - Il sistema di valutazione del personale; - Il sistema incentivante; L’aspetto positivo di questo modello di valutazione è che traduce gli obiettivi strategici d’impresa in obiettivi tattici di progetto, permettendo di allineare l’attività della struttura organizzativa di progetto su specifici obiettivi aziendali. (Da notare che la gestione per obiettivi non viene citato nel PMBOK). Pur facendo parte del gruppo di “esecuzione”, tale processo è presente durante tutto il progetto ed ha una grossa valenza nella fase iniziale del progetto. Un lavoro di squadra efficace prevede, ad esempio, l’assistenza reciproca in caso di carichi di lavoro non bilanciati, la scelta delle modalità di comunicazione che più si addicono alle preferenze individuali e la condivisione delle informazioni e delle risorse.
  • 29. Gli input provengono tutte dall’output del processo precedente. Qui ho sempre tutte le regole e linee guide definite. Tutti i processi di esecuzione hanno, in genere, in input un piano. 29 Tra gli Strumenti e Tecniche abbiamo: 1. Attività di Team Building: un Team è un gruppo di persone che collaborano per il raggiungimento di obiettivi comuni e che forniscono ciascuno un contributo alla performance di gruppo. Il lavoro in team può consentire il raggiungimento più efficace ed efficiente degli obiettivi, ma può anche ostacolarlo. Le attività di team building sono importantissime in caso di team virtuali.
  • 30. Per team building si intende tutto ciò che può essere messo in campo per migliorare le performance del gruppo. E’ compito del P.M. migliorare le capacità di ogni componente del team: le attività di team building sono quindi di sua responsabilità. Il team building deve essere previsto accanto alle altre attività di progetto e richiede un’attenzione e un impegno continuo durante tutto il ciclo di vita del progetto. Fare team building significa, quindi, aiutare un gruppo di persone, unite per uno scopo comune, a lavorare meglio insieme. Il P.M. rimane in stretto rapporto con molti STK. Una buona leadership e l’esecuzione di buone attività di team building sono funzionali al lavoro di squadra e al successo. Alcuni esempi di attività di team building: - Coinvolgere tutti durante il processo di pianificazione (e non solo il team di Project 30 Management); - Eseguire brevi riunioni giornaliere prima di iniziare il lavoro (Briefing); - Organizzare meeting periodici in sede che coinvolgono l’intero team; - Organizzare incontri fuori sede per migliorare le relazioni interpersonali fra i principali SK (una cena, una festa di compleanno, ecc.); - Stabilire regole di base; - Sviluppare congiuntamente la WBS: E’ il più importante strumento di Team Building - la WBS è uno strumento fondamentale di team building: il coinvolgimento nella sua creazione dei membri del team di progetto (anche i meno esperti), conduce a un incremento della coesione e dell’impegno di tutti, viatico importante per la buona riuscita del progetto. Essendo necessario realizzare la WBS in fase di pianificazione iniziale, la condivisione dell’impegno per la sua creazione velocizza e amplifica gli effetti collaborativi del team. Il team building deve essere eseguito con coscienza. Pertanto: - Tenere il meeting di avvio del team; - Assegnare al più presto ruoli, responsabilità e obiettivi; - Usare la delega come strumento di fiducia nei confronti del team; - Ottenere l’impegno sugli obiettivi da parte dei singoli; - Cercare il consenso del gruppo da subito; - Costruire i link di comunicazione, tentando di facilitare la comunicazione interpersonale fra i membri del team; - Organizzare attività extra-progetto ed extra-ufficio; - Inserire attività di consolidamento del team nelle attività di progetto (sondaggi, brevi meeting, attività di brainstorming, ecc.)
  • 31. 31 I passi del processo di team-building o Pianificare la costruzione del team; o Negoziare per ottenere i membri del team; o Organizzare il team; o Ottenere l’impegno (committment) da parte dei membri del team; o Tenere il kick-Off meeting (1° riunione in fase esecutiva); o Costruire i link di comunicazione; o Condurre esercizi di team building; o Inserire attività di consolidamento del team nelle attività di progetto; Caratteristiche del lavoro in team:
  • 32. 32 Vantaggi del lavoro in team Rischi del Teamworking: o Social loafing (ozio sociale o inerzia sociale): lavorando in gruppo, gli individui esercitano un minor livello di impegno di quello che eserciterebbero se operassero da soli; o Group think (pressione al conformismo): si ha quando il gruppo è particolarmente coeso o omogeneo. I membri del gruppo trovano difficile esprimere la loro opinione se la maggioranza o gli esponenti più “forti” sostengono un’altra posizione. Succede in tali casi che qualcuno per non “rompere” l’armonia all’interno del gruppo ciascuno tende a non far emergere il proprio punto di vista che, forse, è la situazione migliore per tutto il gruppo di progetto. o Alta propensione al rischio: fenomeno per il quale all’interno del gruppo si può sviluppare un aumento della propensione ad adottare soluzioni più rischiose in quanto condivise con un maggior numero di persone. Tutto questo per la comparsa di un falso senso di sicurezza in quanto la decisione rischiosa è condivisa da un più alto numero di persone che porta alla diminuzione della prudenza. La propensione al rischio del gruppo è dunque maggiore della sommatoria delle propensioni al rischio individuali o Polarizzazione: gli individui si identificano nel gruppo, isolandosi dal resto dell’organizzazione e creando subculture e clan; o Deresponsabilizzazione parassitaria: fenomeno per il quale all’interno del gruppo vi possono essere delle persone che si deresponsabilizzano ed assumono atteggiamenti di non coinvolgimento diretto e partecipe, utilizzando il gruppo in maniera “parassitaria” senza fornire quindi nessun contributo ma utilizzando strumentalmente il gruppo.
  • 33. o Sindrome del “not invented here”: spesso in determinati gruppi si sforzano per trovare qualcosa che deve essere necessariamente originale. Laddove è stato già fatto qualcosa occorre prenderne esempio e semmai miglioralo. Fare qualcosa di nuovo potrebbe impattare negativamente sul progetto. 33 Sintomi negativi nel Team: Il team va osservato e monitorato attentamente durante il progetto: alcuni sintomi potrebbero far scattare opportuni campanelli di allarme: o Senso di frustrazione da parte dei singoli e del gruppo; o Eccessiva competizione conflittuale interne al team (attenzione: un minimo di conflitto dovuto a competizione non guasta); o Riunioni di progetto poco produttive; o Mancanza di fiducia o di confidenza nei confronti del P.M. Poteri del Project Manager: Il concetto di potere del P.M. è legato al sapere “cosa si può fare per far sì che le cose vengano fatte”. I tipi di potere del P.M. sono: o Formal Power: potere formale (anche detto legittimato): potere basato esclusivamente sulla posizione ufficiale. “…io sono il capo quindi ti fai quello che ti dico di fare perché ho il diritto di chiedertelo…” o Reward Power: potere premiante, basato sulla possibilità di premiare. “Se raggiungerai l’obiettivo, ti ricompenserò adeguatamente” - oppure – “per premiarti dello sforzo profuso verso la qualità del prodotto, ti farò partecipare come desideri al gruppo di test”; o Penalty Power: potere punente (anche detto coercitivo): basato sulla possibilità di punire. “Se quanto stabilito non sarà fatto nei tempi, ti rimuoverò dall’incarico”; o Expert Power: potere dell’esperto, basato sulla forza dell’esperienza. “Dovresti fare quello che ti dico, ho già avuto esperienza in questo campo”; o Referent Power: potere referenziale, basato sulla propria personalità oppure sul potersi riferire a un’autorità di più alta posizione. “il Presidente ha dato il massimo della priorità al progetto! Siamo chiamati a dare il massimo”. Il potere premiante ed il potere dell’esperto sono le migliori forme di potere in accordo con il PMI. Il peggior modo è il potere punente.
  • 34. 34 Dirigere il Team Dirigere il team, coordinando efficacemente il progetto, è senz’altro uno dei compiti più difficili del P.M. Secondo Kezner una valida direzione di progetto si compone di alcuni passi come: o Staffing: reclutare (o pretendere che qualcuno recluti) le persone giuste per le posizioni di progetto necessarie; o Training: insegnare a singoli gruppi come eseguire i compiti assegnati; o Supervising: supervisionare l’operato del team, disciplinando le attività tramite somministrazione di input giornalieri; o Delegating: delegare, assegnando responsabilità e relativa autorità per ottenere il massimo da ciascuno; o Motivating: motivare le persone intervenendo sulle giuste leve; o Counseling: consigliare come migliorare e risolvere i problemi; o Coordinating: coordinare le persone e le attività in relazione alla loro importanza e con il minimo dei conflitti; Il Modello Tuckman Il modello di sviluppo del gruppo di lavoro è stato proposto da Bruce Tuckman nel 1965 che sostiene che le fasi di seguito specificate, prese nel suo ordine, sono tutte necessarie ed inevitabili per la crescita del gruppo di lavoro, per affrontare i cambiamenti, per risolvere problemi, per trovare le soluzioni, per pianificare il lavoro, e rilasciare i risultati. Tale teoria dichiara quindi che l’evoluzione del team passa attraverso quattro fasi: o Forming: ovvero durante i primi incontri, il P.M. mostri disponibilità, cortesia e tranquillità; questa fase è quella in cui il gruppo si incontra e apprende informazioni sul progetto e sui ruoli e le responsabilità formali. I membri del gruppo tendono a essere indipendenti e non molto aperti in questa fase. o Storming: i P.M. attui strategie orientate a confronti costruttivi e assegni ruoli e responsabilità; durante questa fase il gruppo inizia a occuparsi del lavoro di progetto, delle decisioni tecniche e dell’approccio di project management. Se i membri del gruppo non sono collaborativi e aperti a idee e prospettive diverse, l’ambiente può diventare controproducente. o Norming: il P.M. stabilisca e faccia seguire regole e procedure, e sviluppi le competenze dei singoli e del gruppo; nella fase di strutturazione, i membri del gruppo iniziano a lavorare insieme e a regolare le abitudini e i comportamenti di lavoro per supportare il gruppo. Il gruppo impara ad avere reciproca fiducia. o Performing: il P.M. continui a motivare, a essere flessibile e a curare i singoli ed il gruppo; i gruppi che raggiungono la fase di maturità operativa funzionano come una unità ben
  • 35. organizzata. Sono interdipendenti e affrontano le questioni in modo efficace e senza problemi. o Adjourning (o mourning): disimpegno da parte del gruppo che completa i lavoro e si prepara a passare ad altro progetto; nella fase di disimpegno, il gruppo competa il lavoro e passa oltre il progetto. Ciò si verifica generalmente quando il personale viene rilasciato dal progetto poiché i deliverable sono stati completati o nell’ambito dello svolgimento del processo “Chiudere il processo o una sua fase”. 35
  • 36. Secondo tale teoria le attività di sviluppo del team devono tenere in conto il livello di maturazione del gruppo e il P.M. deve scegliere le attività più confacenti. Compito del P.M. è quella di guidare il team di progetto e portarlo dalla fase di Forming a quella di Performing nel più breve tempo possibile. La durata di una particolare fase dipende dalle dinamiche del gruppo, dalle dimensioni e dalla leadership. I P.M. devono avere una buona comprensione delle dinamiche di gruppo per far attraversare ai membri del gruppo tutte le fasi in modo efficace. 36 Altre tecniche: 6. Riconoscimenti e ricompense (Recognition e Rewards) I sistemi di riconoscimento e di ricompense sono azioni formali di gestione che promuovono o rafforzano la motivazione e di conseguenza i comportamenti delle persone. Per essere efficaci tali sistemi dovrebbero: o Legare le performance dei singoli e del gruppo di progetto a obiettivi e premi chiari, espliciti e raggiungibili; o Essere specifici del progetto, in quanto speso quelli in uso nell’organizzazione non sono appropriati (es.: lo straordinario diventa incentivante se è necessario per raggiungere gli obiettivi di una schedulazione aggressiva; non lo è laddove diventa necessario per ovviare a problemi dovuti a una pianificazione errata); o Tener conto delle differenze culturali (es.: in una cultura che premia l’individualismo è difficile definire un appropriato sistema premiante a livello di team)
  • 37. I riconoscimenti “Win-Lose” (vince uno e perdono tutti gli altri) possono ledere la coesione del gruppo: i riconoscimenti Win-Win (vince il team) danno maggiore coesione. Ciò dipende dalle abitudini socio-culturali. Il denaro è normalmente visto come aspetto tangibile ed efficace di un sistema di premiazione, anche se è spesso meno apprezzato rispetto al fornire opportunità di crescita, o di preposizione di attività sfidanti (vedi teoria di Maslow e le altre teorie sulla motivazione) 37 7. Strumenti di valutazione delle risorse di progetto (Team Performance Assessment) Il miglioramento delle prestazioni del gruppo può avvenire da più fonti e influenzare varie aree di progetto. o Il miglioramento degli skill individuali aumentano l’efficacia individuale nello svolgimento delle attività assegnate; o I miglioramenti dei comportamenti di gruppo (es.: imparare a gestire i conflitti) permettono ai singoli di dedicare una maggiore percentuale dei loro sforzi alle attività tecniche; o I miglioramenti nelle competenze sia individuali che di gruppo facilitano l’identificazione e lo sviluppo dei modi migliori di lavorare nel progetto e riducono i ricambio del personale (Staff Turnover); Una valutazione del miglioramento delle prestazioni sia dei singoli che del team è senz’altro necessaria. E’ quindi importante stabilire opportuni indicatori di valutazione basati su dati misurabili (sondaggi attitudinali, valutazioni specifiche, interviste strutturate, test di abilità e focus Group di tipo qualitativo). GESTIRE IL GRUPPO DI PROGETTO (Manage Project Team)
  • 38. Quadro Generale: gestire il gruppo di progetto prevede la rilevazione delle prestazioni dei membri del gruppo di lavoro, la comunicazione dei feedback (fornire feedback sulle loro prestazioni), la risoluzione delle questioni (Issue) e dei conflitti, il coordinamento delle modifiche al piano delle risorse umane, inoltrare le richieste di modifica che vengono poi integrate nelle lesson learned; il tutto per favorire il miglioramento delle prestazioni del progetto, coordinare i cambiamenti per favorire i miglioramenti delle performance. Questo processo ha come obiettivo principale mantenere e migliorare l’efficacia del team di progetto e la gestione efficace del tema di progetto. 38 In INPUT oltre all’output del processo precedente, abbiamo: o Il Registro delle questioni (Issue Log – utilizzato durante l’esecuzione di altri processi come Manage Communications e Manage Stakeholder Engagement)): la presenza di un registro scritto consente di documentare le persone responsabili della risoluzione di questioni specifiche, insorte nel corso del progetto, entro una data fissata come obiettivo. Tale registro consente inoltre al gruppo di progetto di monitorare le questioni fino alla chiusura. La risoluzione delle questioni esamina gli ostacoli che possono impedire al gruppo di raggiungere i propri obiettivi. Tra questi sono presenti fattori come le differenze di opinione, situazioni su cui occorre fare luce e responsabilità emergenti o impreviste che devono essere assegnate a un membro del gruppo di progetto. o Report sullo stato di avanzamento dei lavori (output del processo Monitor and Control Project Work). I report dei lavori forniscono la documentazione sulle prestazioni messe a confronto con le previsioni di progetto. Esempi di aree delle prestazioni che possono contribuire alla gestione del gruppo di progetto comprendono i risultati di controllo sulle persone relativamente alla schedulazione, costi, qualità, verifica dell’ambito, ecc. Le informazioni contenute nei report sulle prestazioni e nelle previsioni correlate consentono di determinare i requisiti futuri delle risorse umane, i riconoscimenti e i premi e gli aggiornamenti al piano di gestione del personale. o Asset dei processi organizzativi: per una buona gestione del team di progetto, l’organizzazione può mettere a disposizione alcuni Asset importanti come i piani d’incentivazione (Bonus Structures), gli attestati di apprezzamento (Certificates of appreciation), l’abbigliamento aziendale (Company Apparel) e altri benefit come il posto auto, un abbonamento a teatro e altro. L’utilizzo dei siti aziendali e delle Newsletter aiuta inoltre a incrementare il senso di squadra e a migliorare il lavoro di gruppo.
  • 39. 39 Tra gli Strumenti e Tecniche abbiamo: Il termine Conflitto viene definito come: comportamento di un individuo, di un gruppo o di un’organizzazione che impedisce o limita (almeno temporaneamente) un’altra parte nel raggiungimento dei suoi desiderati obiettivi”. Il conflitto è connaturato con la natura umana. Nel team di progetto, e in genere in qualsiasi gruppo di persone (famiglia, comitiva, squadra sportiva, squadra di ricerca, ecc.), i conflitti esistono ed è sbagliato pensare di riuscire a evitarli.
  • 40. Durante il progetto i conflitti si possono verificare tra tutti gli STK: le persone del Team, il P.M, il management, lo sponsor, il cliente, i fornitori, i responsabili di funzione,….; essi possono impattare diversi livelli dell’organizzazione e riguardare qualsiasi argomento. Molti pensano che i conflitti più frequenti siano quelli dovuti a differenze caratteriali o scontri di personalità dei singoli. In realtà le cause tipiche dei conflitti sono altre e si tramutano in conflitti di personalità quando non vengono risolte le vere cause scatenanti. I tipi di conflitto in ordine di frequenza sono i seguenti: 1) Conflitti sui tempi (Schedules); 2) Conflitti sulle priorità di progetto (Priorities); 3) Conflitti sull’uso delle risorse umane (Manpower Resources); 4) Conflitti su opinioni tecniche (Techinical Opinions); 5) Conflitti sulle procedure amministrative (Administrative Procedures); 6) Conflitti sui costi (Costs); 7) Conflitti di personalità (Personality Clashes); 8) Conflitti sulle risorse non umane (Equipment and Facilities); 9) Conflitti sulle spese capitali (Capital Expenditures); 10) Conflitti sulla responsabilità (Responsabilities); Una situazione conflittuale deve essere gestita in maniera costruttiva: da essa possono nascere spunti di riflessione orientati al miglioramento. Spesso accade infatti che, dopo aver risolto correttamente un conflitto interno, il team risulta essere più forte. Il P.M. è il maggior artefice della gestione dei conflitti fra le persone coinvolte ne progetto e deve usare un approccio positivo alla loro risoluzione. 40
  • 41. Il proliferare di conflitti in un team è un sinonimo negativo che spesso dipende da una difettosa assegnazione dei ruoli e da obiettivi non ben definiti o in contrasto tra loro. I conflitti nel progetto devono essere risolti al più presto possibile affrontandoli con coraggio. Conflitti repressi, prima o poi riemergeranno e potrebbero farlo con maggiore forza e con poco tempo a disposizione per risolverli. 41 Una cura contro i conflitti è quella di impostare obietti SMART: o S – Specifico, chiaro, ben definito; o M – misurabile e quindi tangibile e verificabile; o A – Raggiungibile o R – Realistico, quindi fattibile; o T – fissato nel tempo, quindi da raggiungere entro una data ben definita. Risoluzione dei conflitti:
  • 42. 42 Modalità di risoluzione dei conflitti: Il PMBOK definisce delle modalità di risoluzione dei conflitti: o Collaborating/Problem Solve – Collaborazione/Risoluzione dei problemi: prevede l’analisi di più punti di vista e prospettive diverse, anche previa partecipazione di parti esterne al conflitto. Comporta un certo impegno fra le parti, ma spesso fa aumentare le probabilità di giungere alla risoluzione. o Compromising/Reconcile – Compromesso/Conciliazione: prevede la ricerca di una soluzione compromissoria, in cui le parti cedono qualcosa con l’obiettivo di giungere a una soluzione. Caratterizzato dall’attitudine reciproca del Give-and-Take, dai e prendi, porta a una posizione reciproca di Win-Win, vittoria per entrambi, ovvero reciproca soddisfazione; o Accomodating/Smooth – Accomodamento/attenuazione: prevede il tentativo di attenuazione (mitigazione) del contrasto fra le parti, riducendo l’importanza delle aree di disaccordo ed enfatizzando le aree di accordo. E’ un approccio portato avanti da una terza parte che tenta di ridurre l’emozione tipica del conflitto. Il metodo non risolve propriamente il conflitto, ma prepara la strada per tentare di convincere le parti che è necessario “rimanere al tavolo della trattativa”; o Forcing/Direct- Forzatura/Direzione: prevede una forzatura da parte di una delle parti nei confronti dell’altra, dettata da uso di maggiore potere, o da parte di una terza parte che impone la vittoria di una parte e la sconfitta dall’altra. In genere più in alto nella gerarchia va il conflitto, più è probabile la tendenza al Forcing. Essendo tale metodo caratterizzato da un’attitudine Win-Lose, in cui una parte vince e una parte perde, è il metodo di risoluzione
  • 43. del conflitto meno consigliato. Altri termini in inglese usati per tale metodo sono: Competing, Being Uncooperative e Begin Assertive. o Avoiding/Withdraw – Astensione/ritirata: sta per indicare una ritirata, il ripiegamento. La tecnica prevede l’accettazione passiva o l’astensione da parte di una delle due parti che porta al naturale spegnimento del conflitto. Il termine viene usato anche per indicare il caso in cui si rimanda il problema: in questo caso non si tratta di una risoluzione del conflitto e il problema può emergere di nuovo in futuro. Molti considerano la scelta di tale metodo come un segno di debolezza o di codardia da parte del ripiegante. Tale metodo è un approccio utile soltanto in alcune situazioni contingenti ma non è mai risolutivo. I metodi di risoluzione descritti non sono alternativi, ma possono essere integrati e attivati in sequenza. E’ consigliabile attivare dapprima il metodo del Collaborate, a volte integrandolo con il Compromising e/o con lo Smoothing. Se il tempo è tiranno, o se il conflitto sta portando a degenerazioni nel team, o qualora le tecniche precedenti non abbiano portato ad alcun risultato positivo, il rimandare il problema potrebbe essere una soluzione momentanea anche se mai definitiva. 43
  • 44. Il Forcing, a causa dei risultati sbilanciati che porta con sé, rappresenta l’ultima chance per la risoluzione del conflitto. In generale si deve ricordare per l’esame che il metodo migliore è il Collaborative (o Problem Solving) e che il peggiore è il Forcing. La ritirata (Withdraw) è poco amato perché rimanda la soluzione del conflitto o perché la risoluzione è determinata dalla ritirata volontaria da parte di un contendente. Entrambi i casi non rappresentano mai una soluzione positiva. E’ utile ricordare che, in ambito progettuale, il P.M. ha il compito di risolvere i conflitti fra le persone del team. Nel caso di un conflitto di alto livello che il P.M. stesso non può risolvere, è invece necessario fare escalation portando il problema a un livello di soluzione più alto. Un esempio. tipico di quest’ultimo caso è quando nasce un conflitto fra due manager funzionali impegnati con le loro risorse sul progetto, o ancora più grave, quando nasce un conflitto fra il P.M. stesso e il cliente. 44 L’OUTPUT del processo “Gestire il team di progetto” è dato da:
  • 45. 45
  • 46. 46 TEORIE MOTIVAZIONALI La motivazione rientra tra quello strumento presente all’interno delle “Capacità Interpersonali” (Soft Skill) del P.M., cioè capacità di stabilire e mantenere relazioni con le altre persone, e le identifica come uno strumento per processi importantissimi di gestione del gruppo di progetto (Develop Project Team e Manage Project Team) e di gestione degli STK (Manage STK Engagement). Le capacità interpersonali sono quindi indispensabili per qualsiasi P.M. nella gestione delle persone che ruotano intorno al progetto. La Motivazione è una delle armi più efficace per ottenere il massimo dell’impegno da parte dei componenti del team. E’ fondamentale per il P.M. motivare continuamente le persone durante l’intero ciclo di vita del progetto. Le teorie motivazionali si distinguono in: 1) Teorie del processo (relative al collegamento fra bisogni e comportamento) o La teoria dell’aspettativa di Vroom: la teoria dell’aspettativa (Expectancy Theory) formulata da Vroom nel 1964, si basa sull’assunto che il comportamento delle persone in ambito lavorativo sia basato sulla forza delle loro aspettative: la motivazione è alta se l’aspettativa è significativa, si riduce a zero se non ci sono aspettative significative. L’attrazione del premio per un buon lavoro o una buona prestazione è una motivazione molto sentita. 2) Teorie del contenuto (che cosa sono i bisogni) o La teoria dell’igiene di Herzberg: secondo tale teoria (1959) due fattori condizionano la motivazione dell’essere umano: - I fattori d’igiene (Hygiene Factors) - estrinseci: le condizioni di lavoro, le condizioni di sicurezza, lo stipendio, la vita personale, le relazioni al lavoro, la sicurezza. Se negativi, possono distruggere la motivazione, ma se migliorano non è detto che facciano aumentare la motivazione. - I fattori motivazionali (Motivator Factors) – intrinseci: la responsabilità, l’autorealizzazione, la crescita professionale, il riconoscimento. Sono cause scatenanti di un’effettiva crescita motivazionale. La loro assenza non provoca reazioni, la loro presenza crea soddisfazione. Il postulato della teoria è che non esiste uno spettro continuo fra i due fattori e che esiste un punto neutro che separa la soddisfazione dall’insoddisfazione e che, per arrivare alla vera motivazione bisogna sostituire i fattori di igiene con quelli motivazionali. Per quest’ultimo aspetto la teoria di Herzberg è molto discussa e controversa. o La teoria di Maslow: nel 1987 per primo ha formulato la tesi che la motivazione dell’individuo è strettamente connessa alla soddisfazione dei propri bisogni. Secondo la teoria di Maslow il fenomeno della motivazione dell’individuo può essere rappresentato attraverso la cosiddetta piramide dei bisogni, in cui ogni strato della piramide rappresenta
  • 47. un livello di bisogno. Ogni individuo, rispetto al suo lavoro e alla sua professione, si trova in uno dei livelli della piramide e aspira a crescere. Maslow sostiene che non si può raggiungere il livello di bisogno superiore se non è soddisfatto quello inferiore: quindi è necessario seguire gli individui attraverso questa scala motivazionale per garantire la soddisfazione dei bisogni pertinenti al livello corrente. 47 I livelli di bisogno, dal basso all’alto della piramide sono: - Bisogni Fisiologici (Physiological Needs) - Bisogni di sicurezza (Safety Needs) - Bisogni sociali (Social Needs) - Bisogni di stima (Esteem Needs) - Bisogni di autorevolezza (Self-Actualization Needs) Maslow ha teorizzato la sola possibilità di crescita tra i livelli, dimenticando invece che la motivazione può sempre subire un arresto o addirittura diminuire, per sopraggiunti motivi. o La teoria X e la teoria Y di McGregor: la Teoria X descrive come i manager vedono i lavoratori. Scaturita da una ricerca eseguita sui manager, la teoria riporta risultati statistici allarmanti sulla motivazione in quanto, il più delle persone: - Non ama lavorare e ne farebbe volentieri a meno; - Manca d’ambizione; - Ha scarsa capacità creativa; - Non è propenso alla soluzione dei problemi;
  • 48. 48 E questo comporta che, nell’ambito del lavoro le persone: - Preferiscono essere dirette ed evitano di prendere responsabilità e iniziativa; - Sono indifferenti ai bisogni dell’organizzazione e resistenti al cambiamento; - Sono motivati soltanto dai bisogni fisiologici e di sicurezza (i due livelli bassi della piramide di Maslow). La Teoria Y, scaturita da una successiva ricerca direttamente sui lavoratori, descrive una situazione senz’altro meno preoccupante. Infatti, il risultato esprime che, in ambito lavorativo, il più delle persone: - Raggiunge il massimo delle prestazioni se opportunamente motivato e supportato; - È creativo e impegnato a raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione; - È autodisciplinato, può autocontrollarsi, desidera responsabilità e le accetta volentieri. Nell’ambito del lavoro i lavoratori sono motivati soprattutto dai livelli alti della piramide di Maslow. o La Teoria Z di Ouchi: egli sviluppò la teoria Z in ambito Giapponese. Questa ha caratteristiche simili alla teoria Y e si basa su un’integrazione tra gli aspetti di individualismo tipici della società americana e quelli di collettivismo e fidelizzazione tipici della società giapponese. Secondo tale teoria, nell’ambito del lavoro: - I lavoratori sono motivati soprattutto dall’autostima e dall’autorealizzazione (ovvero i due livelli alti della piramide di Maslow); - Il management, per ottenere motivazione, deve fornire al lavoratore: la possibilità di prendere le decisioni; una responsabilità estesa collettivamente a gruppi e non al singolo; un ambiente di lavoro che supporta la vita quotidiana. o Teoria ERG di Alderfer: dal temine greco (ergon) per designare il lavoro, individua tre categorie di bisogni: o
  • 49. 49 o Teoria dei tre bisogni di McClelland:
  • 50. 50 Altre teorie motivazionali