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Il Naviglio di Galileo
Un viaggio alla scoperta della Teoria della Relatività

Conferme Sperimentali
della Relatività Generale
Le implicazioni della teoria
 Con la sua introduzione nel 1915, la teoria della relatività generale non aveva una

solida base empirica.
 Si sapeva che essa valutava correttamente l'"anomala" precessione del perielio di

Mercurio e secondo motivi filosofici era ritenuta soddisfacente per il fatto che fosse
stata in grado di unificare la legge di gravitazione universale di Newton con la
relatività ristretta.
 Il fatto che la luce sembrava curvarsi in prossimità dei campi gravitazionali, in linea

con le previsioni della relatività generale, venne scoperto nel 1919, ma fu soltanto
con un programma di test di precisione avviato nel 1959 che le varie previsioni della
relatività generale vennero verificate per ogni ulteriore grado di accuratezza nel
debole limite del campo gravitazionale, limitando fortemente possibili deviazioni
dalla teoria.
 A partire dal 1974, Hulse, Taylor e altri hanno studiato il comportamento delle

pulsar binarie sperimentando campi gravitazionali molto più forti di quelli che si
trovano nel nostro sistema solare.
Le “prove classiche”
 Einstein

propose tre prove della

relatività generale, successivamente
chiamate

prove

classiche

della

relatività generale, nel 1916:
 La

precessione

del

perielio

dell'orbita di Mercurio
 La deflessione della luce dal Sole
 Lo

spostamento

verso

gravitazionale della luce

il

rosso
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
L’avanzamento del perielio di
Mercurio
Il problema del perielio di Mercurio
 Nella fisica newtoniana, in base agli assunti standard di astrodinamica un

sistema a due corpi costituito da un solo oggetto in orbita intorno ad una

massa sferica traccerebbe con questa un'ellisse in un fuoco.
 Il punto di massimo avvicinamento, chiamato periapside (e per il nostro

sistema solare in particolare, perielio), è fisso.
Il problema del perielio di Mercurio
 Ci sono però un certo numero di fattori nel nostro sistema solare

che causano lo spostamento del perielio dei pianeti.

 Tale

spostamento,
detto precessione, è
dovuto principalmente
all'attrazione
gravitazionale
degli
altri pianeti;
 è inoltre dovuto, in
misura
minore,
allo
schiacciamento
polare del Sole.
Il problema del perielio di Mercurio
 Nel 1915 Einstein calcolò la velocità di avanzamento del perielio dell’orbita di

Mercurio secondo la sua teoria, e trovò che differiva da quella prevista da Newton
di 42.9 "/secolo, che era esattamente quanto mancava ai meccanici celesti per
mettere in accordo le proprie predizioni teoriche con le osservazioni astronomiche
….
 Predetto dalla meccanica celeste secondo la teoria newtoniana della gravitazione:
»
»
»
»
»

278 "/secolo dovuto a Venere
153 "/secolo dovuto a Giove
90 "/secolo dovuto alla Terra
10 "/secolo dovuto a tutti gli altri pianeti
totale: 531 "/secolo …

 …mancano circa 43 "/secolo rispetto al valore predetto dalla meccanica celeste!
 Osservato: 574 "/secolo
Il problema del perielio di Mercurio
 Attenzione ai facili entusiasmi … se il Sole non è una sfera perfetta, ma è un po’

schiacciato (perché ruota …), anche questo schiacciamento produce un avanzamento del
perielio di Mercurio (newtoniano) senza bisogno di scomodare la Relatività Generale.
 Per affermare che questo effetto è trascurabile rispetto ai 43 "/secolo della Relatività

Generale dobbiamo misurare con precisione il raggio del Sole e il suo schiacciamento.
 Le prime misure sono del 1966 (si usava un disco occultatore per produrre una eclissi

artificiale …), poi ancora negli anni ’70. Sono poco precise, e danno stime in eccesso, che
non permettono di decidere chiaramente in favore della Relatività Generale.
 Solo

negli anni ’80 misure precise di oscillazioni del sole (“eliosismologia”), che

dipendono dallo schiacciamento del corpo, hanno permesso di concludere che il
contributo all’avanzamento del perielio di Mercurio dovuto allo schiacciamento del Sole
è del tutto trascurabile.
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
La deflessione dei raggi
luminosi in un campo
gravitazionale
La deflessione dei raggi luminosi
La deflessione dei raggi luminosi
 Se il campo gravitazionale

é molto più forte di quello
terrestre e le distanze
considerate sono grandi,
su scala astronomica, il
fenomeno può diventare
rilevabile.
 Per esempio, un raggio di
luce che passi accanto al
Sole può venire deflesso
da esso in maniera
sensibile
La deflessione dei raggi luminosi
 “Revolution in science. New

theory of the
Newtonian
overthrown”

Universe,
ideas

 London Times,
 November 7 1919
La deflessione dei raggi luminosi
 L’articolo del “London Times” riportava la

notizia delle misure fatte da Eddington della
deflessione della luce di una stella lontana che
si trovava quasi dietro al Sole durante una
eclissi totale di Sole secondo le quali il valore

misurato è risultato essere doppio di quello
predetto da Newton, in accordo quindi con la
predizione di Einstein …
La deflessione dei raggi luminosi
 Occorre

di nuovo
precisazione …

 Solo

fare

una

negli anni ’70 la radiointerferometria di due QUASAR,
per le quali accadeva che il Sole
passasse vicino ad una delle due
nel suo moto annuale lungo
l’eclittica, ha permesso di fare una
misura accurata (la prima quasar
3C48 fu scoperta nel 1960…).
La deflessione dei raggi luminosi
 Il fenomeno della "lente gravitazionale" può facilmente essere compreso

quando si tenga presente che un raggio di luce viene deviato dalla sua
traiettoria (altrimenti rettilinea) tanto di più quanto maggiore è la massa
che si interpone tra la sorgente luminosa e l'osservatore e tanto più
"radente" è il passaggio.
 Questa deflessione ricorda molto da vicino la deviazione dei raggi luminosi
operata dalle comuni lenti d'ingrandimento, ed è per questo motivo che si
parla di "lente" gravitazionale.
 In realtà le leggi che regolano la deviazione dei raggi luminosi dai campi
gravitazionali sono più complesse di quella dell'ottica geometrica, e
possono portare alla formazione di immagini multiple, a seconda della
posizione relativa tra sorgente luminosa, massa deviante, e posizione
dell'osservatore.
 Non è difficile immaginare inoltre che anche la forma e la distribuzione
della massa all'interno del corpo deviante siano importanti nel
determinare le caratteristiche dell'immagine finale.
La deflessione dei raggi luminosi
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
Lo spostamento gravitazione
verso il rosso della luce
Lo spostamento verso il rosso
 Il terzo effetto previsto da Einstein è lo spostamento gravitazionale verso il

rosso dello spettro della luce quando questa si allontana da una sorgente

gravitazionale.
 Lo spostamento verso il rosso fa si che le onde luminose ci pervengano ad

una frequenza inferiore a quella a cui sono state emesse
Lo spostamento verso il rosso
Lo spostamento verso il rosso
 Ci sono parecchi modi per comprendere

l’origine dello spostamento gravitazionale
verso il rosso.
 Probabilmente il più semplice è quello di

ricorrere ad un’analogia.
 Immaginate di gettare una palla in aria.

Quando la palla sale, essa rallenta, dato che
si muove in senso contrario alla forza di
gravità.
 Ma l’energia della palla non viene dispersa,

anche se il moto è rallentato. Si converte in
energia potenziale, che viene poi rilasciata
sotto forma di energia cinetica quando la
palla ricade indietro.
Lo spostamento verso il rosso
 Lo stesso ragionamento si applica alla

particella di luce, il fotone.
 Come una palla lanciata in aria perde

quantità di moto, anche il fotone perde
quantità di moto quando sfugge ad un
campo gravitazionale.
 Anche in questo caso mentre contrasta

il campo gravitazionale il fotone perde
energia

guadagnando

energia

potenziale.
 Ma un fotone non può rallentare come

la palla dal momento che viaggia
sempre alla velocità della luce!
Lo spostamento verso il rosso
 Se un fotone perde energia si ha una

diminuzione della sua frequenza (è una
conseguenza

della

meccanica

quantistica peraltro scoperta proprio
da Einstein!):

 Ed è esattamente questo quello che

accade ad un fotone che va incontro
ad

una

variazione

di

potenziale

gravitazionale.
 Perde

energia,

e

così

facendo

diminuisce la sua frequenza e lo
spostamento verso il rosso è una
conseguenza di tale diminuzione.
Una parentesi: l’effetto Doppler
Lo spostamento verso il rosso
 Il test è basato sul seguente principio: Quando un atomo transita da

uno stato eccitato ad uno stato di base, emette un fotone con una
specifica frequenza ed energia
 Quando un atomo dello

stesso tipo nel suo stato
di

base

fotone

incontra

con

frequenza

la

stessa

ed energia,

assorbirà

il

passerà

allo

eccitato.

un

fotone

e

stato
Lo spostamento verso il rosso
 Se la frequenza del fotone ovvero la

sua energia l'energia è diversa anche
di pochissimo, l'atomo non può
assorbire il fotone (questa è la base
della teoria dei quanti).
 Quando il fotone viaggia attraverso

un

campo

gravitazionale,

la

frequenza e quindi la sua energia
cambierà a causa del red shift
gravitazionale.

Come

risultato,

l'atomo ricevente non può assorbire.
Lo spostamento verso il rosso
 Ma se si muovono gli atomi

emettitori con la giusta velocità
rispetto agli atomi di ricezione Lo
spostamento doppler risultante
annulla
lo
spostamento
gravitazionale e l'atomo di
ricezione può assorbire il fotone.
 La velocità relativa degli atomi è

quindi
una
misura
dello
spostamento gravitazionale (La
frequenza del fotone che viene
fatto "cadere" verso il fondo della
torre è blue-shifted).
 Pound e Rebka (1965)
Lo spostamento verso il rosso
 Un interessante conseguenza di questo fenomeno è che anche il tempo

viene alterato da un campo gravitazionale nel senso che laddove la
gravità è più intensa, gli orologi scorrono più lentamente!
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
Onde gravitazionali
Onde gravitazionali
 La relatività generale ha molte conseguenze che non si possono calcolare

con la teoria Newtoniana della gravità
 Fra i molti suoi meriti la relatività generale ha eliminato il fastidioso

concetto di azione a distanza della gravità newtoniana secondo il quale gli
effetti gravitazionali di un oggetto sono avvertiti ovunque non appena
l’oggetto appaia o si sposti.
 Con la relatività generale sappiamo che prima che la gravità possa agire, lo

spazio-tempo deve deformarsi.
 Questo però non avviene all’istante, occorre tempo.
 Gli effetti gravitazionali possono manifestarsi nel punto in cui vi trovate solo

dopo che il segnale vi è pervenuto distorcendo opportunamente lo spaziotempo.
Onde gravitazionali
 Questo non può accadere in nessun caso in un tempo inferiore a quello che

impiegherebbe la luce per arrivare proprio al punto in cui vi trovate.
 In modo analogo a quando avviene per il campo elettromagnetico, la

propagazione del campo gravitazionale avviene secondo la teoria della
relatività generale tramite una perturbazione dello spazio-tempo nota come
onda gravitazionale.
Onde gravitazionali
 Come spesso accade le analogie sono utili per una prima comprensione ma

non portano molto lontano.
 La struttura di un’onda gravitazionale e i suoi effetti sulla materia sono

molto più complessi di quelli relativi ad un’onda elettromagnetica.
 Una prima notevole differenza proviene dal fatto che la gravitazione è

puramente attrattiva; la massa, ovvero la “carica” gravitazionale ha sempre
lo stesso segno.
 Da ciò deriva ad esempio che un “oscillatore” gravitazionale elementare

composto da due masse vibranti all’estremità di una molla non irradia lo
stesso tipo di onde dovute a due cariche di segno opposto.
Onde gravitazionali
 Un’altra complicazione proviene dal fatto che l’onda gravitazionale

trasportando energia, per l’equivalenza fra energia e massa, trasporta
anche una “carica gravitazionale” mentre l’onda elettromagnetica non
trasporta alcuna carica elettrica.
 Di conseguenza l’onda gravitazionale generata da una carica accelerata è

essa stessa sorgente di gravitazione;
 In altre parole la gravitazione gravita e questo è un problema di una certa

gravità!
Onde gravitazionali
 In termini tecnici si dice che la gravità è “non lineare”
 Tale non linearità introduce molteplici difficoltà nella soluzione dei

problemi concernenti le onde gravitazionali.
 Ad

esempio se due corpi in movimento accelerato producono

individualmente il loro campo, la loro azione combinata produce un campo
che non è uguale alla somma dei due campi singoli; occorre tener conto
della gravitazione dovuta all’interazione
 Un campo gravitazionale si propaga

nello spazio in senso radiale, mentre
le

distorsioni

che

esso

provoca

localmente sono perpendicolari alla
sua direzione di propagazione.
Onde gravitazionali
 Evidenza indiretta PSR 1913+16
 Nobel a Hulse e Taylor nel 1993
Onde gravitazionali
 Al momento l’unica evidenza dell’esistenza di onde gravitazionali è solo

indiretta;
 Virgo è un rivelatore interferometrico di onde gravitazionali del

tipo interferometro di Michelson, con bracci lunghi 3 km, situato nel
comune di Cascina (PI), in località Santo Stefano a Macerata. La costruzione
dell'apparecchiatura è terminata nel 2003.
 Lo scopo del progetto, frutto di una collaborazione italo-francese tra

l'INFN e il CNRS, è quello di rivelare le onde gravitazionali, in un intervallo
di frequenze esteso tra i 10 e i 10000 Hz. La sensibilità dell'interferometro
permetterà di osservare gli effetti di supernovae e sistemi binari situati
nell'ammasso della Vergine (da cui il nome del progetto).
Onde gravitazionali
 Il progetto utilizza un laser ad alta precisione prestabilizzato, che viene

diviso e inviato nei due bracci del rivelatore. I fasci vengono fatti viaggiare

avanti e indietro per 50 volte grazie a delle cavità ottiche di FabryPerot che costituiscono i bracci dell'interferometro, per poi ricombinarsi
all'uscita dell'interferometro dove ne viene rivelata la differenza di fase
accumulata.
 Le onde gravitazionali che sono originate a centinaia di milioni di anni

luce dalla Terra dovrebbero distorcere i 3 chilometri di spazio tra gli
specchi di circa 10-18 m (come confronto, un atomo di idrogeno è circa
5 10-11 m).
Onde gravitazionali
 LISA (acronimo per Laser Interferometer Space Antenna) è una missione spaziale attualmente in fase di

progetto presso l'Agenzia Spaziale Europea, come parte del suo progetto ESA Horizon 2000. La data di
lancio è prevista per il 2017 con una vita operativa di cinque anni. ESA progetterà le sonde

mentre NASA fornirà il lanciatore per metterle in orbita.
 LISA è costituito da 3 satelliti artificiali posti ai vertici di un triangolo equilatero, separati tra loro da una

distanza di 5 milioni di chilometri. Questa costellazione di satelliti si muoverà in un'orbita solare, alla
distanza di 1 unità astronomica dal Sole. Tramite un interferometro laser la distanza reciproca verrà
accuratamente misurata, ed eventuali piccolissimi cambiamenti potranno essere attribuiti ad onde
gravitazionali di passaggio. I laser usati per la misurazione avranno una potenza di 1 watt, e saranno
osservati tramite piccoli telescopi di 30 cm di diametro.
 LISA sarà sensibile a onde gravitazionali a bassa frequenza, fra 0,1 mHz e 1 Hz, poiché non sarà affetto dai

disturbi ambientali di origine terrestre, come i microsismi, e potrà esplorare frequenze molto più basse di
quelle a cui sono sensibili gli interferometri terrestri, come Virgo e LIGO, e quindi osserverà sorgenti
diverse da quelle osservate da Virgo e LIGO. La sensibilità di LISA è stimata, nel caso migliore, a 10-11 m.
Questo sarà sufficiente per rilevare le emissioni di centinaia o migliaia di stelle binarie vicine, e quelle di
buchi neri poste in galassie lontane.
Onde gravitazionali
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
Buchi Neri
,

Buchi Neri
 Esistono quindi negli spazi celesti dei corpi

oscuri talmente considerevoli e forse
altrettanto numerosi delle stesse. Un astro
luminoso della stessa densità della Terra e il
cui diametro fosse duecentocinquanta volte
maggiore di quello del Sole non potrebbe farci
pervenire, a causa della propria attrazione
gravitazionale, alcun raggio luminoso; è quindi
possibile che i più grandi corpi luminosi
dell’Universo siano per la stessa ragione
invisibili.
 Pierre Simon de Laplace (1796)
Buchi Neri
 La velocità di fuga vf: la velocità da

imprimere

a

un

corpo

per

sottrarlo alla gravità di una massa
M con raggio R
 La

velocità

di

fuga

dalla

Terra è di 11.2 km/s
 Un

limite

satellite

in

orbita

dell’atmosfera

velocità di 7.9 km/s

al
ha

1 2
mv f
2

GMm
R

vf

2GM
R
Buchi Neri
 Nel 1798 Laplace valuta che, nella teoria corpuscolare newtoniana, la luce

non può sfuggire dalla superficie di un corpo che abbia vf > c: esistono le

stelle nere ?
 Non possiamo ricevere informazioni da un corpo di massa M che abbia un

raggio

R

Rorizz

2GM
c2

 Esiste un “orizzonte gravitazionale”
 Ma si afferma la teoria ondulatoria: la luce è un’onda, non ha massa !

 Come può allora sentire la forza gravitazionale ? L’orizzonte potrebbe essere

trasparente alla luce !
Buchi Neri
 Equivalenza di massa ed energia: anche

l’energia “sente” la forza gravitazionale
 I raggi di luce seguono le “geodetiche”,

traiettorie definite da una velocità sempre
eguale a c
I

fotoni

muovendosi

gravitazionale

perdono

in

un

energia

campo
e

si

“arrossano”
 Se il campo è molto intenso la loro energia

tende a zero e diventano invisibili
 Quindi il concetto di “orizzonte” si applica

anche alla luce
Buchi Neri
 I buchi neri sono previsti dalla Relatività Generale

(soluzione di Schwarzschild)
 Sono regioni in cui la curvatura è così forte da

intrappolare anche la luce
 Nulla che vi si avvicini troppo (orizzonte degli

eventi) ne può fuggire
 Nel caso di un buco nero, l'orizzonte degli eventi si

crea

nel

momento

in

cui,

in

un

corpo

autogravitante, la “materia” è così concentrata che
la velocità di fuga dovrebbe essere pari o
addirittura superiore a quella della luce.

rS

2GM
2
c
Buchi Neri
 Osservatore che attraversa l'orizzonte: non si

accorge di nulla e procede verso la singolarità in
un tempo finito per il suo orologio
 Osservatore lontano dal buco nero: vede l'altro

osservatore avvicinarsi all'orizzonte ma mai
raggiungerlo
 Un errore molto comune è quello di immaginare

l'orizzonte degli eventi di un buco nero come
una superficie statica di forma più o meno
sferica. Quello che è invece bene tenere
presente è che si tratta di un orizzonte a tutti gli
effetti, ovvero di qualcosa di non raggiungibile e
che si allontana all'avvicinarsi di un osservatore
(esattamente come l'orizzonte terrestre).
Buchi Neri
 Secondo una definizione data da Roger Penrose in un buco nero, l'orizzonte degli

eventi è una particolare superficie dello spazio-tempo che separa i posti da cui
possono sfuggire segnali da quelli da cui nessun segnale può sfuggire.
 In una accezione molto più generale, se per "evento" si intende un fenomeno

(particolare stato della realtà fisica osservabile), identificato dalle quattro coordinate
spazio-temporali, un "orizzonte degli eventi" può essere definito come una regione
dello spazio-tempo oltre la quale cessa di essere possibile osservare il fenomeno.
 Nel caso dei buchi neri di Schwarzschild, l'orizzonte degli eventi è una superficie

sferica che circonda una singolarità posta al centro della sfera; quest'ultima è un
punto nel quale la densità sarebbe infinita e le leggi della fisica, secondo la teoria
della relatività generale, perdono significato.
Esistono BH ?
 In condizioni normali la materia è ben lontana dallo stadio di BH
 In astrofisica è possibile raggiungere situazioni di forte compressione della

materia e quindi produrre oggetti di dimensioni inferiori al raggio
dell’orizzonte
 In termini di densità (corpi omogenei)

3c 6
3
2
32 G M
Strutture stellari di equilibrio
Buchi Neri: Nuclei galattici
 Le condensazioni centrali nei nuclei

delle galassie sono presumibilmente
BH perché contengono masse pari a
108 M entro raggi di dimensione del

sistema solare 108 km
 Le densità non sono in tal caso molto

grandi, ma la forza di gravità è enorme
 Il raggiungimento di questo stadio è

ineluttabile (Rees)
Come si possono “vedere” i buchi neri ?
 I BH sono “riscaldatori cosmici”
 Attraggono la materia circostante, la

comprimono, la frammentano e la
surriscaldano
 La materia diventa molto luminosa e

può essere osservata prima di essere

inghiottita dall’orizzonte
Come si possono “vedere” i buchi neri ?
 Dischi di accrescimento, vortici gravitazionali
 Il materiale che cade, rilascia fino al 40% dell’energia di massa: E ~ 0.4

mc2

1 caramella = 10 kilotoni

51
Come si possono “vedere” i buchi neri ?
 Per mantenere il BH luminoso per tempi

lunghi occorre un regolare rifornimento di
materia
 Sistemi stellari compatti
 Ambiente ricco di gas
 La materia si pone in orbita quasi-

Kepleriana e si surriscalda per effetto di
forze viscose

52
Il caso di Cygnus X-1
 Sorgente X scoperta dal satellite Uhuru nel 1970

Ottico

Raggi X
53
Il caso di Cygnus X-1
 Impulsi irregolari a raggi X della durata di millisecondi
 Radiazione del disco di accrescimento con irregolarità dovute alla dinamica

54
Il caso di Cygnus X-1
 La componente visibile è una supergigante O9-B0, con una temperatura

superficiale di 31.000 K ed una massa di 20-30 masse solari.
 L'oggetto compatto ha massa pari a 7-13 masse solari; poiché la massa di una stella

di neutroni non può superare le tre masse solari, si ritiene che possa essere

un buco nero.
 Altre ipotesi sull'essenza di Cygnus X-1 sono altrettanto possibili tuttavia. Si pensi,

ad esempio, ad una stella di neutroni in orbita attorno ad un'ordinaria stella di
massa solare 9 e che la coppia orbiti a sua volta attorno un'altra stella ordinaria di
circa 30 masse solari. Se la stella di massa solare 9 trasferisse massa alla stella di
neutroni, fenomeno che causerebbe emissione di raggi X, ci ritroveremmo con una
sorgente di raggi X di massa stellare 10 orbitante attorno ad una stella di massa
solare 30, esattamente come osservato. Questo scenario, un sistema stellare triplo,
non costituirebbe affatto un'anomalia. Si pensi infatti che la stella a noi più
vicina, Alfa Centauri, è parte essa stessa di un sistema stellare triplo.
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
Problemi Aperti
Quando la curvatura diventa infinita (?)
La curvatura dello spazio-tempo cambia a seconda della
massa dell'oggetto

Se un oggetto è abbastanza massivo (almeno 3
volte la massa del Sole) può collassare fino a un
punto
(singolarità
la teoria non è completa?)
Per la Terra il limite è 1 cm, per il Sole 3 km

Ma cosa accade oltre l’orizzonte degli eventi ?
Secondo la teoria la densità dell’oggetto dovrebbe

diventare infinita
???
Buchi Neri o Stelle Nere ?
 Alcuni scienziati hanno messo in dubbio l'esistenza dei buchi neri e hanno ipotizzato

che i corpi celesti identificati attualmente come buchi neri ma solo osservati
indirettamente siano in realtà "stelle nere" prive di orizzonte degli eventi.
 Tali scienziati hanno visto come la definizione attuale di buco nero provochi alcuni

paradossi: uno di questi è quello della perdita di informazioni.
 Questo paradosso consiste nel fatto che un buco nero, che contiene al suo interno

un enorme quantità di informazioni, evapori emettendo la radiazione di Hawking,
che tuttavia non porta con sé nessuna informazione.
 Di conseguenza, durante l'evaporazione del buco nero, le informazioni contenute in

esso svaniscono nel nulla. Questa perdita di informazioni contraddice una proprietà
fondamentale della meccanica quantistica, l'unitarietà, secondo cui nessuna
informazione può essere distrutta.
Conferme Sperimentali della

Teoria della Relatività Generale
Conclusioni
Conclusioni
Stato dell’arte

Teoria altamente efficace per
descrivere la gravitazione e la
cosmologia

Singolarità e inconsistenza con la
Meccanica Quantistica
Conclusioni

R

1
g
2

8 G
T
4
c

Qualcosa oltre la Relatività
Generale deve ancora essere
trovato…

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Il naviglio di galileo 2.1

  • 1. Il Naviglio di Galileo Un viaggio alla scoperta della Teoria della Relatività Conferme Sperimentali della Relatività Generale
  • 2. Le implicazioni della teoria  Con la sua introduzione nel 1915, la teoria della relatività generale non aveva una solida base empirica.  Si sapeva che essa valutava correttamente l'"anomala" precessione del perielio di Mercurio e secondo motivi filosofici era ritenuta soddisfacente per il fatto che fosse stata in grado di unificare la legge di gravitazione universale di Newton con la relatività ristretta.  Il fatto che la luce sembrava curvarsi in prossimità dei campi gravitazionali, in linea con le previsioni della relatività generale, venne scoperto nel 1919, ma fu soltanto con un programma di test di precisione avviato nel 1959 che le varie previsioni della relatività generale vennero verificate per ogni ulteriore grado di accuratezza nel debole limite del campo gravitazionale, limitando fortemente possibili deviazioni dalla teoria.  A partire dal 1974, Hulse, Taylor e altri hanno studiato il comportamento delle pulsar binarie sperimentando campi gravitazionali molto più forti di quelli che si trovano nel nostro sistema solare.
  • 3. Le “prove classiche”  Einstein propose tre prove della relatività generale, successivamente chiamate prove classiche della relatività generale, nel 1916:  La precessione del perielio dell'orbita di Mercurio  La deflessione della luce dal Sole  Lo spostamento verso gravitazionale della luce il rosso
  • 4. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale L’avanzamento del perielio di Mercurio
  • 5. Il problema del perielio di Mercurio  Nella fisica newtoniana, in base agli assunti standard di astrodinamica un sistema a due corpi costituito da un solo oggetto in orbita intorno ad una massa sferica traccerebbe con questa un'ellisse in un fuoco.  Il punto di massimo avvicinamento, chiamato periapside (e per il nostro sistema solare in particolare, perielio), è fisso.
  • 6. Il problema del perielio di Mercurio  Ci sono però un certo numero di fattori nel nostro sistema solare che causano lo spostamento del perielio dei pianeti.  Tale spostamento, detto precessione, è dovuto principalmente all'attrazione gravitazionale degli altri pianeti;  è inoltre dovuto, in misura minore, allo schiacciamento polare del Sole.
  • 7. Il problema del perielio di Mercurio  Nel 1915 Einstein calcolò la velocità di avanzamento del perielio dell’orbita di Mercurio secondo la sua teoria, e trovò che differiva da quella prevista da Newton di 42.9 "/secolo, che era esattamente quanto mancava ai meccanici celesti per mettere in accordo le proprie predizioni teoriche con le osservazioni astronomiche ….  Predetto dalla meccanica celeste secondo la teoria newtoniana della gravitazione: » » » » » 278 "/secolo dovuto a Venere 153 "/secolo dovuto a Giove 90 "/secolo dovuto alla Terra 10 "/secolo dovuto a tutti gli altri pianeti totale: 531 "/secolo …  …mancano circa 43 "/secolo rispetto al valore predetto dalla meccanica celeste!  Osservato: 574 "/secolo
  • 8. Il problema del perielio di Mercurio  Attenzione ai facili entusiasmi … se il Sole non è una sfera perfetta, ma è un po’ schiacciato (perché ruota …), anche questo schiacciamento produce un avanzamento del perielio di Mercurio (newtoniano) senza bisogno di scomodare la Relatività Generale.  Per affermare che questo effetto è trascurabile rispetto ai 43 "/secolo della Relatività Generale dobbiamo misurare con precisione il raggio del Sole e il suo schiacciamento.  Le prime misure sono del 1966 (si usava un disco occultatore per produrre una eclissi artificiale …), poi ancora negli anni ’70. Sono poco precise, e danno stime in eccesso, che non permettono di decidere chiaramente in favore della Relatività Generale.  Solo negli anni ’80 misure precise di oscillazioni del sole (“eliosismologia”), che dipendono dallo schiacciamento del corpo, hanno permesso di concludere che il contributo all’avanzamento del perielio di Mercurio dovuto allo schiacciamento del Sole è del tutto trascurabile.
  • 9. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale La deflessione dei raggi luminosi in un campo gravitazionale
  • 10. La deflessione dei raggi luminosi
  • 11. La deflessione dei raggi luminosi  Se il campo gravitazionale é molto più forte di quello terrestre e le distanze considerate sono grandi, su scala astronomica, il fenomeno può diventare rilevabile.  Per esempio, un raggio di luce che passi accanto al Sole può venire deflesso da esso in maniera sensibile
  • 12. La deflessione dei raggi luminosi  “Revolution in science. New theory of the Newtonian overthrown” Universe, ideas  London Times,  November 7 1919
  • 13. La deflessione dei raggi luminosi  L’articolo del “London Times” riportava la notizia delle misure fatte da Eddington della deflessione della luce di una stella lontana che si trovava quasi dietro al Sole durante una eclissi totale di Sole secondo le quali il valore misurato è risultato essere doppio di quello predetto da Newton, in accordo quindi con la predizione di Einstein …
  • 14. La deflessione dei raggi luminosi  Occorre di nuovo precisazione …  Solo fare una negli anni ’70 la radiointerferometria di due QUASAR, per le quali accadeva che il Sole passasse vicino ad una delle due nel suo moto annuale lungo l’eclittica, ha permesso di fare una misura accurata (la prima quasar 3C48 fu scoperta nel 1960…).
  • 15. La deflessione dei raggi luminosi  Il fenomeno della "lente gravitazionale" può facilmente essere compreso quando si tenga presente che un raggio di luce viene deviato dalla sua traiettoria (altrimenti rettilinea) tanto di più quanto maggiore è la massa che si interpone tra la sorgente luminosa e l'osservatore e tanto più "radente" è il passaggio.  Questa deflessione ricorda molto da vicino la deviazione dei raggi luminosi operata dalle comuni lenti d'ingrandimento, ed è per questo motivo che si parla di "lente" gravitazionale.  In realtà le leggi che regolano la deviazione dei raggi luminosi dai campi gravitazionali sono più complesse di quella dell'ottica geometrica, e possono portare alla formazione di immagini multiple, a seconda della posizione relativa tra sorgente luminosa, massa deviante, e posizione dell'osservatore.  Non è difficile immaginare inoltre che anche la forma e la distribuzione della massa all'interno del corpo deviante siano importanti nel determinare le caratteristiche dell'immagine finale.
  • 16. La deflessione dei raggi luminosi
  • 17. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale Lo spostamento gravitazione verso il rosso della luce
  • 18. Lo spostamento verso il rosso  Il terzo effetto previsto da Einstein è lo spostamento gravitazionale verso il rosso dello spettro della luce quando questa si allontana da una sorgente gravitazionale.  Lo spostamento verso il rosso fa si che le onde luminose ci pervengano ad una frequenza inferiore a quella a cui sono state emesse
  • 20. Lo spostamento verso il rosso  Ci sono parecchi modi per comprendere l’origine dello spostamento gravitazionale verso il rosso.  Probabilmente il più semplice è quello di ricorrere ad un’analogia.  Immaginate di gettare una palla in aria. Quando la palla sale, essa rallenta, dato che si muove in senso contrario alla forza di gravità.  Ma l’energia della palla non viene dispersa, anche se il moto è rallentato. Si converte in energia potenziale, che viene poi rilasciata sotto forma di energia cinetica quando la palla ricade indietro.
  • 21. Lo spostamento verso il rosso  Lo stesso ragionamento si applica alla particella di luce, il fotone.  Come una palla lanciata in aria perde quantità di moto, anche il fotone perde quantità di moto quando sfugge ad un campo gravitazionale.  Anche in questo caso mentre contrasta il campo gravitazionale il fotone perde energia guadagnando energia potenziale.  Ma un fotone non può rallentare come la palla dal momento che viaggia sempre alla velocità della luce!
  • 22. Lo spostamento verso il rosso  Se un fotone perde energia si ha una diminuzione della sua frequenza (è una conseguenza della meccanica quantistica peraltro scoperta proprio da Einstein!):  Ed è esattamente questo quello che accade ad un fotone che va incontro ad una variazione di potenziale gravitazionale.  Perde energia, e così facendo diminuisce la sua frequenza e lo spostamento verso il rosso è una conseguenza di tale diminuzione.
  • 24. Lo spostamento verso il rosso  Il test è basato sul seguente principio: Quando un atomo transita da uno stato eccitato ad uno stato di base, emette un fotone con una specifica frequenza ed energia  Quando un atomo dello stesso tipo nel suo stato di base fotone incontra con frequenza la stessa ed energia, assorbirà il passerà allo eccitato. un fotone e stato
  • 25. Lo spostamento verso il rosso  Se la frequenza del fotone ovvero la sua energia l'energia è diversa anche di pochissimo, l'atomo non può assorbire il fotone (questa è la base della teoria dei quanti).  Quando il fotone viaggia attraverso un campo gravitazionale, la frequenza e quindi la sua energia cambierà a causa del red shift gravitazionale. Come risultato, l'atomo ricevente non può assorbire.
  • 26. Lo spostamento verso il rosso  Ma se si muovono gli atomi emettitori con la giusta velocità rispetto agli atomi di ricezione Lo spostamento doppler risultante annulla lo spostamento gravitazionale e l'atomo di ricezione può assorbire il fotone.  La velocità relativa degli atomi è quindi una misura dello spostamento gravitazionale (La frequenza del fotone che viene fatto "cadere" verso il fondo della torre è blue-shifted).  Pound e Rebka (1965)
  • 27. Lo spostamento verso il rosso  Un interessante conseguenza di questo fenomeno è che anche il tempo viene alterato da un campo gravitazionale nel senso che laddove la gravità è più intensa, gli orologi scorrono più lentamente!
  • 28. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale Onde gravitazionali
  • 29. Onde gravitazionali  La relatività generale ha molte conseguenze che non si possono calcolare con la teoria Newtoniana della gravità  Fra i molti suoi meriti la relatività generale ha eliminato il fastidioso concetto di azione a distanza della gravità newtoniana secondo il quale gli effetti gravitazionali di un oggetto sono avvertiti ovunque non appena l’oggetto appaia o si sposti.  Con la relatività generale sappiamo che prima che la gravità possa agire, lo spazio-tempo deve deformarsi.  Questo però non avviene all’istante, occorre tempo.  Gli effetti gravitazionali possono manifestarsi nel punto in cui vi trovate solo dopo che il segnale vi è pervenuto distorcendo opportunamente lo spaziotempo.
  • 30. Onde gravitazionali  Questo non può accadere in nessun caso in un tempo inferiore a quello che impiegherebbe la luce per arrivare proprio al punto in cui vi trovate.  In modo analogo a quando avviene per il campo elettromagnetico, la propagazione del campo gravitazionale avviene secondo la teoria della relatività generale tramite una perturbazione dello spazio-tempo nota come onda gravitazionale.
  • 31. Onde gravitazionali  Come spesso accade le analogie sono utili per una prima comprensione ma non portano molto lontano.  La struttura di un’onda gravitazionale e i suoi effetti sulla materia sono molto più complessi di quelli relativi ad un’onda elettromagnetica.  Una prima notevole differenza proviene dal fatto che la gravitazione è puramente attrattiva; la massa, ovvero la “carica” gravitazionale ha sempre lo stesso segno.  Da ciò deriva ad esempio che un “oscillatore” gravitazionale elementare composto da due masse vibranti all’estremità di una molla non irradia lo stesso tipo di onde dovute a due cariche di segno opposto.
  • 32. Onde gravitazionali  Un’altra complicazione proviene dal fatto che l’onda gravitazionale trasportando energia, per l’equivalenza fra energia e massa, trasporta anche una “carica gravitazionale” mentre l’onda elettromagnetica non trasporta alcuna carica elettrica.  Di conseguenza l’onda gravitazionale generata da una carica accelerata è essa stessa sorgente di gravitazione;  In altre parole la gravitazione gravita e questo è un problema di una certa gravità!
  • 33. Onde gravitazionali  In termini tecnici si dice che la gravità è “non lineare”  Tale non linearità introduce molteplici difficoltà nella soluzione dei problemi concernenti le onde gravitazionali.  Ad esempio se due corpi in movimento accelerato producono individualmente il loro campo, la loro azione combinata produce un campo che non è uguale alla somma dei due campi singoli; occorre tener conto della gravitazione dovuta all’interazione  Un campo gravitazionale si propaga nello spazio in senso radiale, mentre le distorsioni che esso provoca localmente sono perpendicolari alla sua direzione di propagazione.
  • 34. Onde gravitazionali  Evidenza indiretta PSR 1913+16  Nobel a Hulse e Taylor nel 1993
  • 35. Onde gravitazionali  Al momento l’unica evidenza dell’esistenza di onde gravitazionali è solo indiretta;  Virgo è un rivelatore interferometrico di onde gravitazionali del tipo interferometro di Michelson, con bracci lunghi 3 km, situato nel comune di Cascina (PI), in località Santo Stefano a Macerata. La costruzione dell'apparecchiatura è terminata nel 2003.  Lo scopo del progetto, frutto di una collaborazione italo-francese tra l'INFN e il CNRS, è quello di rivelare le onde gravitazionali, in un intervallo di frequenze esteso tra i 10 e i 10000 Hz. La sensibilità dell'interferometro permetterà di osservare gli effetti di supernovae e sistemi binari situati nell'ammasso della Vergine (da cui il nome del progetto).
  • 36. Onde gravitazionali  Il progetto utilizza un laser ad alta precisione prestabilizzato, che viene diviso e inviato nei due bracci del rivelatore. I fasci vengono fatti viaggiare avanti e indietro per 50 volte grazie a delle cavità ottiche di FabryPerot che costituiscono i bracci dell'interferometro, per poi ricombinarsi all'uscita dell'interferometro dove ne viene rivelata la differenza di fase accumulata.  Le onde gravitazionali che sono originate a centinaia di milioni di anni luce dalla Terra dovrebbero distorcere i 3 chilometri di spazio tra gli specchi di circa 10-18 m (come confronto, un atomo di idrogeno è circa 5 10-11 m).
  • 37. Onde gravitazionali  LISA (acronimo per Laser Interferometer Space Antenna) è una missione spaziale attualmente in fase di progetto presso l'Agenzia Spaziale Europea, come parte del suo progetto ESA Horizon 2000. La data di lancio è prevista per il 2017 con una vita operativa di cinque anni. ESA progetterà le sonde mentre NASA fornirà il lanciatore per metterle in orbita.  LISA è costituito da 3 satelliti artificiali posti ai vertici di un triangolo equilatero, separati tra loro da una distanza di 5 milioni di chilometri. Questa costellazione di satelliti si muoverà in un'orbita solare, alla distanza di 1 unità astronomica dal Sole. Tramite un interferometro laser la distanza reciproca verrà accuratamente misurata, ed eventuali piccolissimi cambiamenti potranno essere attribuiti ad onde gravitazionali di passaggio. I laser usati per la misurazione avranno una potenza di 1 watt, e saranno osservati tramite piccoli telescopi di 30 cm di diametro.  LISA sarà sensibile a onde gravitazionali a bassa frequenza, fra 0,1 mHz e 1 Hz, poiché non sarà affetto dai disturbi ambientali di origine terrestre, come i microsismi, e potrà esplorare frequenze molto più basse di quelle a cui sono sensibili gli interferometri terrestri, come Virgo e LIGO, e quindi osserverà sorgenti diverse da quelle osservate da Virgo e LIGO. La sensibilità di LISA è stimata, nel caso migliore, a 10-11 m. Questo sarà sufficiente per rilevare le emissioni di centinaia o migliaia di stelle binarie vicine, e quelle di buchi neri poste in galassie lontane.
  • 39. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale Buchi Neri
  • 40. , Buchi Neri  Esistono quindi negli spazi celesti dei corpi oscuri talmente considerevoli e forse altrettanto numerosi delle stesse. Un astro luminoso della stessa densità della Terra e il cui diametro fosse duecentocinquanta volte maggiore di quello del Sole non potrebbe farci pervenire, a causa della propria attrazione gravitazionale, alcun raggio luminoso; è quindi possibile che i più grandi corpi luminosi dell’Universo siano per la stessa ragione invisibili.  Pierre Simon de Laplace (1796)
  • 41. Buchi Neri  La velocità di fuga vf: la velocità da imprimere a un corpo per sottrarlo alla gravità di una massa M con raggio R  La velocità di fuga dalla Terra è di 11.2 km/s  Un limite satellite in orbita dell’atmosfera velocità di 7.9 km/s al ha 1 2 mv f 2 GMm R vf 2GM R
  • 42. Buchi Neri  Nel 1798 Laplace valuta che, nella teoria corpuscolare newtoniana, la luce non può sfuggire dalla superficie di un corpo che abbia vf > c: esistono le stelle nere ?  Non possiamo ricevere informazioni da un corpo di massa M che abbia un raggio R Rorizz 2GM c2  Esiste un “orizzonte gravitazionale”  Ma si afferma la teoria ondulatoria: la luce è un’onda, non ha massa !  Come può allora sentire la forza gravitazionale ? L’orizzonte potrebbe essere trasparente alla luce !
  • 43. Buchi Neri  Equivalenza di massa ed energia: anche l’energia “sente” la forza gravitazionale  I raggi di luce seguono le “geodetiche”, traiettorie definite da una velocità sempre eguale a c I fotoni muovendosi gravitazionale perdono in un energia campo e si “arrossano”  Se il campo è molto intenso la loro energia tende a zero e diventano invisibili  Quindi il concetto di “orizzonte” si applica anche alla luce
  • 44. Buchi Neri  I buchi neri sono previsti dalla Relatività Generale (soluzione di Schwarzschild)  Sono regioni in cui la curvatura è così forte da intrappolare anche la luce  Nulla che vi si avvicini troppo (orizzonte degli eventi) ne può fuggire  Nel caso di un buco nero, l'orizzonte degli eventi si crea nel momento in cui, in un corpo autogravitante, la “materia” è così concentrata che la velocità di fuga dovrebbe essere pari o addirittura superiore a quella della luce. rS 2GM 2 c
  • 45. Buchi Neri  Osservatore che attraversa l'orizzonte: non si accorge di nulla e procede verso la singolarità in un tempo finito per il suo orologio  Osservatore lontano dal buco nero: vede l'altro osservatore avvicinarsi all'orizzonte ma mai raggiungerlo  Un errore molto comune è quello di immaginare l'orizzonte degli eventi di un buco nero come una superficie statica di forma più o meno sferica. Quello che è invece bene tenere presente è che si tratta di un orizzonte a tutti gli effetti, ovvero di qualcosa di non raggiungibile e che si allontana all'avvicinarsi di un osservatore (esattamente come l'orizzonte terrestre).
  • 46. Buchi Neri  Secondo una definizione data da Roger Penrose in un buco nero, l'orizzonte degli eventi è una particolare superficie dello spazio-tempo che separa i posti da cui possono sfuggire segnali da quelli da cui nessun segnale può sfuggire.  In una accezione molto più generale, se per "evento" si intende un fenomeno (particolare stato della realtà fisica osservabile), identificato dalle quattro coordinate spazio-temporali, un "orizzonte degli eventi" può essere definito come una regione dello spazio-tempo oltre la quale cessa di essere possibile osservare il fenomeno.  Nel caso dei buchi neri di Schwarzschild, l'orizzonte degli eventi è una superficie sferica che circonda una singolarità posta al centro della sfera; quest'ultima è un punto nel quale la densità sarebbe infinita e le leggi della fisica, secondo la teoria della relatività generale, perdono significato.
  • 47. Esistono BH ?  In condizioni normali la materia è ben lontana dallo stadio di BH  In astrofisica è possibile raggiungere situazioni di forte compressione della materia e quindi produrre oggetti di dimensioni inferiori al raggio dell’orizzonte  In termini di densità (corpi omogenei) 3c 6 3 2 32 G M
  • 48. Strutture stellari di equilibrio
  • 49. Buchi Neri: Nuclei galattici  Le condensazioni centrali nei nuclei delle galassie sono presumibilmente BH perché contengono masse pari a 108 M entro raggi di dimensione del sistema solare 108 km  Le densità non sono in tal caso molto grandi, ma la forza di gravità è enorme  Il raggiungimento di questo stadio è ineluttabile (Rees)
  • 50. Come si possono “vedere” i buchi neri ?  I BH sono “riscaldatori cosmici”  Attraggono la materia circostante, la comprimono, la frammentano e la surriscaldano  La materia diventa molto luminosa e può essere osservata prima di essere inghiottita dall’orizzonte
  • 51. Come si possono “vedere” i buchi neri ?  Dischi di accrescimento, vortici gravitazionali  Il materiale che cade, rilascia fino al 40% dell’energia di massa: E ~ 0.4 mc2 1 caramella = 10 kilotoni 51
  • 52. Come si possono “vedere” i buchi neri ?  Per mantenere il BH luminoso per tempi lunghi occorre un regolare rifornimento di materia  Sistemi stellari compatti  Ambiente ricco di gas  La materia si pone in orbita quasi- Kepleriana e si surriscalda per effetto di forze viscose 52
  • 53. Il caso di Cygnus X-1  Sorgente X scoperta dal satellite Uhuru nel 1970 Ottico Raggi X 53
  • 54. Il caso di Cygnus X-1  Impulsi irregolari a raggi X della durata di millisecondi  Radiazione del disco di accrescimento con irregolarità dovute alla dinamica 54
  • 55. Il caso di Cygnus X-1  La componente visibile è una supergigante O9-B0, con una temperatura superficiale di 31.000 K ed una massa di 20-30 masse solari.  L'oggetto compatto ha massa pari a 7-13 masse solari; poiché la massa di una stella di neutroni non può superare le tre masse solari, si ritiene che possa essere un buco nero.  Altre ipotesi sull'essenza di Cygnus X-1 sono altrettanto possibili tuttavia. Si pensi, ad esempio, ad una stella di neutroni in orbita attorno ad un'ordinaria stella di massa solare 9 e che la coppia orbiti a sua volta attorno un'altra stella ordinaria di circa 30 masse solari. Se la stella di massa solare 9 trasferisse massa alla stella di neutroni, fenomeno che causerebbe emissione di raggi X, ci ritroveremmo con una sorgente di raggi X di massa stellare 10 orbitante attorno ad una stella di massa solare 30, esattamente come osservato. Questo scenario, un sistema stellare triplo, non costituirebbe affatto un'anomalia. Si pensi infatti che la stella a noi più vicina, Alfa Centauri, è parte essa stessa di un sistema stellare triplo.
  • 56. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale Problemi Aperti
  • 57. Quando la curvatura diventa infinita (?) La curvatura dello spazio-tempo cambia a seconda della massa dell'oggetto Se un oggetto è abbastanza massivo (almeno 3 volte la massa del Sole) può collassare fino a un punto (singolarità la teoria non è completa?) Per la Terra il limite è 1 cm, per il Sole 3 km Ma cosa accade oltre l’orizzonte degli eventi ? Secondo la teoria la densità dell’oggetto dovrebbe diventare infinita ???
  • 58. Buchi Neri o Stelle Nere ?  Alcuni scienziati hanno messo in dubbio l'esistenza dei buchi neri e hanno ipotizzato che i corpi celesti identificati attualmente come buchi neri ma solo osservati indirettamente siano in realtà "stelle nere" prive di orizzonte degli eventi.  Tali scienziati hanno visto come la definizione attuale di buco nero provochi alcuni paradossi: uno di questi è quello della perdita di informazioni.  Questo paradosso consiste nel fatto che un buco nero, che contiene al suo interno un enorme quantità di informazioni, evapori emettendo la radiazione di Hawking, che tuttavia non porta con sé nessuna informazione.  Di conseguenza, durante l'evaporazione del buco nero, le informazioni contenute in esso svaniscono nel nulla. Questa perdita di informazioni contraddice una proprietà fondamentale della meccanica quantistica, l'unitarietà, secondo cui nessuna informazione può essere distrutta.
  • 59. Conferme Sperimentali della Teoria della Relatività Generale Conclusioni
  • 60. Conclusioni Stato dell’arte Teoria altamente efficace per descrivere la gravitazione e la cosmologia Singolarità e inconsistenza con la Meccanica Quantistica
  • 61. Conclusioni R 1 g 2 8 G T 4 c Qualcosa oltre la Relatività Generale deve ancora essere trovato…