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Nel 1791 Luigi Galvani scoprì l'elettricità nei nervi di rane che
dissezionava. Pensava che l'elettricità fosse di origine animale e che si
potesse trovare solo nei tessuti viventi. Pochi anni dopo, nel 1800,
Alessandro Volta scoprì che l'elettricità poteva essere prodotta anche con
mezzi inorganici. Infatti, utilizzando piastrine di rame e di zinco e tessuto
imbevuto di soluzione acida, egli costruì una pila, il primo apparecchio in
grado di produrre elettricità. Ci fu subito chi profetizzò che tanto
l'elettricità non sarebbe mai servita a niente. Invece, l'elettricità ha avuto
un grande successo e l'elettrochimica viene ora insegnata anche nelle
scuole.
In, elettrotecnica e elettrochimica una pila è un
dispositivo che converte energia chimica in
energia elettrica
Recentemente sono state introdotte anche pile a
lunga durata (alcaline) con struttura ed elettrolito
diverso dalle Leclanché. In una tipica pila alcalina,
l'anodo (elettrodo negativo) è in zinco (Zn) mentre
il catodo (elettrodo positivo) è in biossido di
manganese (MnO2). L'elettrolito, che è una
soluzione di idrossido di potassio (KOH), permette
la conduzione elettrica all'interno dell'elemento
voltaico tramite migrazione di ioni.
Le pile che oggi si usano sono del tipo a «secco», dette anche pile
Leclanché.L'apparecchio è composto da un guscio formato da tre strati diversi: quello
esterno, in lamierino di latta, ha funzione protettiva; quello intermedio di plastica, ha
funzione isolante; quello interno, di zinco e di forma cilindrica, costituisce il polo
negativo. Il cilindro di zinco é riempito con una pasta nerastra, detta elettrolito,
composta da sali ammoniacali. Nell'elettrolito è immerso un bastoncino di carbone,
che costituisce il polo positivo. Una pila di questo tipo ha una tensione di 1,5 V e viene
anche detta pila zinco-carbone. Le pile piatte (4,5 volt) sono formate da tre pile
collegate in serie.
Materiali:
- 6 lamine o dischi di rame
- 6 lamine o dischi di zinco
- carta da filtri
- un elettrolita scelto fra:
- succo di limone
- aceto
- soluzione di cloruro di sodio (NaCl)
- soluzione di solfato di rame
- un tester
- un termometro o un orologio a cristalli liquidi
- due cavi con morsetti a coccodrillo
• Nel suo famoso esperimento del 1800, Alessandro Volta utilizzò una soluzione di acido
solforico come elettrolita. Quando è concentrato, questo acido è pericoloso. Se arriva sulla
pelle o sugli occhi, provoca gravi ustioni e può accecare. Dal momento che la pila funziona
ugualmente anche con un elettrolita differente, in questa esperienza utilizzeremo un
elettrolita meno pericoloso, come uno di quelli che abbiamo indicato fra i materiali, per
esempio la soluzione di solfato di rame. Nonostante questa piccola modifica alla pila di Volta,
il principio della produzione di energia elettrica per via chimica verrà ugualmente dimostrato.
PROCEDIMENTO:
• Montate ciascun dischetto di zinco sopra uno di rame in modo da avere sei coppie Cu-Zn.
Ora, come mostrato in figura 11, mettete una coppia sopra l'altra, interponendo fra ciascuna
coppia un dischetto di carta da filtri imbevuta della soluzione conduttrice. Fate attenzione a
non fare gocciolare lateralmente la soluzione perchè essa metterebbe in cortocircuito gli
elementi della pila. Notate che la sequenza dei materiali è questa: Cu, Zn, elettrolita, Cu, Zn,
elettrolita, etc. Quando avrete finito di montare la pila di elementi, misurate la tensione fra la
lamina di base (Cu) e quella di testa (Zn). Dovreste leggere 6,6 V, cioè 1,1 V per ciascuna
coppia di elementi. La tensione prodotta varia anche in base all'elettrolita che userete e alla
sua concentrazione. Come avete fatto con la pila al limone, alimentate un piccolo
apparecchio a cristalli liquidi come un orologio o un termometro o anche una calcolatrice.
• Con la sua invenzione, Alessandro Volta dette un forte impulso alle ricerche nel campo
dell'elettricità. Circa un secolo dopo, queste scoperte portarono la luce elettrica, il telefono,
la radio in milioni di case. Oggi, possiamo constatare l'importanza dell'energia elettrica in ogni
momento della nostra vita.
• Materiali:
• - una lamina di rame
- una lamina di zinco
- un recipiente
- un vaso poroso (vedi introduzione)
- tubo di plastica per innaffiare
- cotone idrofilo
- 100 g di solfato di rame (CuSO4)
- 100 g di solfato di zinco (ZnSO4)
- 5 g di nitrato di potassio (KNO3)
- 5 g di cloruro di sodio (NaCl) in alternativa al nitrato di
potassio
- un litro di acqua distillata
- un tester
- due cavi con morsetti a coccodrillo
• Preparate una soluzione abbastanza concentrata di
solfato di rame in acqua distillata e un'altra soluzione,
più o meno della stessa concentrazione, di solfato di
zinco in acqua distillata. Per entrambe queste soluzioni,
potete sciogliere dai 10 ai 30 grammi di sale ogni 100
cc di acqua distillata. Realizzate il montaggio mostrato
dalle figure 4 e 5. Versate la soluzione di CuSO4 dove
avete messo l'elettrodo di rame e la soluzione di ZnSO4
dove si trova l'elettrodo di zinco. Collegando il tester,
misurerete una tensione di 1,1 volt. Rispetto alla pila al
limone, la cella di Daniell ha una potenza superiore e
un funzionamento molto più prolungato. Tuttavia, per
riuscire ad accendere una lampadina, occorre avere
elettrodi di superficie ampia, elettroliti concentrati.
Provate con un LED
• Come funziona la pila di Daniell? Come abbiamo detto,
le reazioni che avvengono agli elettrodi forniscono
cariche e permettono alla pila di produrre energia per
lungo tempo. Nella pila di Daniell, la lamina di rame
richiama elettroni da quella di zinco. Essi passano
attraverso i cavi del circuito esterno. Ricevendo questi
elettroni, l'elettrodo di rame richiama gli ioni positivi
dell'elettrolita. Quindi, gli ioni Cu++ si dirigono verso
l'elettrodo di rame, dove prelevano due elettroni, si
neutralizzano e si depositano in forma metallica, quelli
Zn++ si muovono verso il vaso poroso. Per ogni atomo
di rame che si deposita, un atomo di zinco va in
soluzione cedendo due cariche al proprio elettrodo.
per mantenere l’elettro neutralità
La pila al Litio-ione , anche se sarebbe più corretto chiamarla accumulatore , in quanto ricaricabile, è un tipo di
batteria comunemente usato negli odierni dispositivi elettronici portatili, come i laptop o i telefoni cellulari. Ha
uno dei migliori rapporti potenza erogata/peso, non è soggetta all'effetto memoria, perde carica molto
lentamente, e possiede molte altre caratteristiche che la rendono la fonte di energia ideale per questi
apparecchi, a fronte però di una breve vita e di altri svantaggi, tra i quali la pericolosità delle sostanze chimiche
contenute.
Storia
La prima pila al litio fu fabbricata da Gilbert N. Lewis nel 1912, e non era ricaricabile. Per questo, bisognerà
attendere gli anni settanta, dove troviamo i primi progetti di un accumulatore al litio-ione. La prima batteria
ricaricabile al litio fu però messa in commercio solo nel 1991 dalla Sony, dopo quasi 20 anni di sviluppo delle
tecnologie di sicurezza implementate.
La batteria ricaricabile di un cellulare
Funzionamento
La tipica reazione redox di un accumulatore al Litio-
ione è la seguente:
Dove l'elettrodo negativo è costituito da carbone
litiato , il polo positivo è un ossido di litio e cobalto
e l'elettrolita è una soluzione di sale di litio (LiPF₆)
in una miscela di carbonio di etilene (EC) e
dimetilcarbonato (DMC) .

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Le pile

  • 1. Nel 1791 Luigi Galvani scoprì l'elettricità nei nervi di rane che dissezionava. Pensava che l'elettricità fosse di origine animale e che si potesse trovare solo nei tessuti viventi. Pochi anni dopo, nel 1800, Alessandro Volta scoprì che l'elettricità poteva essere prodotta anche con mezzi inorganici. Infatti, utilizzando piastrine di rame e di zinco e tessuto imbevuto di soluzione acida, egli costruì una pila, il primo apparecchio in grado di produrre elettricità. Ci fu subito chi profetizzò che tanto l'elettricità non sarebbe mai servita a niente. Invece, l'elettricità ha avuto un grande successo e l'elettrochimica viene ora insegnata anche nelle scuole. In, elettrotecnica e elettrochimica una pila è un dispositivo che converte energia chimica in energia elettrica
  • 2. Recentemente sono state introdotte anche pile a lunga durata (alcaline) con struttura ed elettrolito diverso dalle Leclanché. In una tipica pila alcalina, l'anodo (elettrodo negativo) è in zinco (Zn) mentre il catodo (elettrodo positivo) è in biossido di manganese (MnO2). L'elettrolito, che è una soluzione di idrossido di potassio (KOH), permette la conduzione elettrica all'interno dell'elemento voltaico tramite migrazione di ioni. Le pile che oggi si usano sono del tipo a «secco», dette anche pile Leclanché.L'apparecchio è composto da un guscio formato da tre strati diversi: quello esterno, in lamierino di latta, ha funzione protettiva; quello intermedio di plastica, ha funzione isolante; quello interno, di zinco e di forma cilindrica, costituisce il polo negativo. Il cilindro di zinco é riempito con una pasta nerastra, detta elettrolito, composta da sali ammoniacali. Nell'elettrolito è immerso un bastoncino di carbone, che costituisce il polo positivo. Una pila di questo tipo ha una tensione di 1,5 V e viene anche detta pila zinco-carbone. Le pile piatte (4,5 volt) sono formate da tre pile collegate in serie.
  • 3. Materiali: - 6 lamine o dischi di rame - 6 lamine o dischi di zinco - carta da filtri - un elettrolita scelto fra: - succo di limone - aceto - soluzione di cloruro di sodio (NaCl) - soluzione di solfato di rame - un tester - un termometro o un orologio a cristalli liquidi - due cavi con morsetti a coccodrillo
  • 4. • Nel suo famoso esperimento del 1800, Alessandro Volta utilizzò una soluzione di acido solforico come elettrolita. Quando è concentrato, questo acido è pericoloso. Se arriva sulla pelle o sugli occhi, provoca gravi ustioni e può accecare. Dal momento che la pila funziona ugualmente anche con un elettrolita differente, in questa esperienza utilizzeremo un elettrolita meno pericoloso, come uno di quelli che abbiamo indicato fra i materiali, per esempio la soluzione di solfato di rame. Nonostante questa piccola modifica alla pila di Volta, il principio della produzione di energia elettrica per via chimica verrà ugualmente dimostrato. PROCEDIMENTO: • Montate ciascun dischetto di zinco sopra uno di rame in modo da avere sei coppie Cu-Zn. Ora, come mostrato in figura 11, mettete una coppia sopra l'altra, interponendo fra ciascuna coppia un dischetto di carta da filtri imbevuta della soluzione conduttrice. Fate attenzione a non fare gocciolare lateralmente la soluzione perchè essa metterebbe in cortocircuito gli elementi della pila. Notate che la sequenza dei materiali è questa: Cu, Zn, elettrolita, Cu, Zn, elettrolita, etc. Quando avrete finito di montare la pila di elementi, misurate la tensione fra la lamina di base (Cu) e quella di testa (Zn). Dovreste leggere 6,6 V, cioè 1,1 V per ciascuna coppia di elementi. La tensione prodotta varia anche in base all'elettrolita che userete e alla sua concentrazione. Come avete fatto con la pila al limone, alimentate un piccolo apparecchio a cristalli liquidi come un orologio o un termometro o anche una calcolatrice. • Con la sua invenzione, Alessandro Volta dette un forte impulso alle ricerche nel campo dell'elettricità. Circa un secolo dopo, queste scoperte portarono la luce elettrica, il telefono, la radio in milioni di case. Oggi, possiamo constatare l'importanza dell'energia elettrica in ogni momento della nostra vita.
  • 5. • Materiali: • - una lamina di rame - una lamina di zinco - un recipiente - un vaso poroso (vedi introduzione) - tubo di plastica per innaffiare - cotone idrofilo - 100 g di solfato di rame (CuSO4) - 100 g di solfato di zinco (ZnSO4) - 5 g di nitrato di potassio (KNO3) - 5 g di cloruro di sodio (NaCl) in alternativa al nitrato di potassio - un litro di acqua distillata - un tester - due cavi con morsetti a coccodrillo
  • 6. • Preparate una soluzione abbastanza concentrata di solfato di rame in acqua distillata e un'altra soluzione, più o meno della stessa concentrazione, di solfato di zinco in acqua distillata. Per entrambe queste soluzioni, potete sciogliere dai 10 ai 30 grammi di sale ogni 100 cc di acqua distillata. Realizzate il montaggio mostrato dalle figure 4 e 5. Versate la soluzione di CuSO4 dove avete messo l'elettrodo di rame e la soluzione di ZnSO4 dove si trova l'elettrodo di zinco. Collegando il tester, misurerete una tensione di 1,1 volt. Rispetto alla pila al limone, la cella di Daniell ha una potenza superiore e un funzionamento molto più prolungato. Tuttavia, per riuscire ad accendere una lampadina, occorre avere elettrodi di superficie ampia, elettroliti concentrati. Provate con un LED
  • 7. • Come funziona la pila di Daniell? Come abbiamo detto, le reazioni che avvengono agli elettrodi forniscono cariche e permettono alla pila di produrre energia per lungo tempo. Nella pila di Daniell, la lamina di rame richiama elettroni da quella di zinco. Essi passano attraverso i cavi del circuito esterno. Ricevendo questi elettroni, l'elettrodo di rame richiama gli ioni positivi dell'elettrolita. Quindi, gli ioni Cu++ si dirigono verso l'elettrodo di rame, dove prelevano due elettroni, si neutralizzano e si depositano in forma metallica, quelli Zn++ si muovono verso il vaso poroso. Per ogni atomo di rame che si deposita, un atomo di zinco va in soluzione cedendo due cariche al proprio elettrodo.
  • 9. La pila al Litio-ione , anche se sarebbe più corretto chiamarla accumulatore , in quanto ricaricabile, è un tipo di batteria comunemente usato negli odierni dispositivi elettronici portatili, come i laptop o i telefoni cellulari. Ha uno dei migliori rapporti potenza erogata/peso, non è soggetta all'effetto memoria, perde carica molto lentamente, e possiede molte altre caratteristiche che la rendono la fonte di energia ideale per questi apparecchi, a fronte però di una breve vita e di altri svantaggi, tra i quali la pericolosità delle sostanze chimiche contenute. Storia La prima pila al litio fu fabbricata da Gilbert N. Lewis nel 1912, e non era ricaricabile. Per questo, bisognerà attendere gli anni settanta, dove troviamo i primi progetti di un accumulatore al litio-ione. La prima batteria ricaricabile al litio fu però messa in commercio solo nel 1991 dalla Sony, dopo quasi 20 anni di sviluppo delle tecnologie di sicurezza implementate. La batteria ricaricabile di un cellulare Funzionamento La tipica reazione redox di un accumulatore al Litio- ione è la seguente: Dove l'elettrodo negativo è costituito da carbone litiato , il polo positivo è un ossido di litio e cobalto e l'elettrolita è una soluzione di sale di litio (LiPF₆) in una miscela di carbonio di etilene (EC) e dimetilcarbonato (DMC) .