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la Repubblica
GIOVEDÌ 6 GENNAIO 2011
                                                                                               @     PER SAPERNE DI PIÙ
                                                                                                     www.legaintroversi.it
                                                                                                     www.nilalienum.it
                                                                                                                                                          I 31



                                                                                     QUELL’INDECISIONE
                                                                                     CHE SPINSE PARSIFAL
                                                                                     A CERCARE IL GRAAL
                                                                                           STEFANO BARTEZZAGHI



                                                                                           R
                                                                                                      ossore, balbettio, incroci fantozziani di «diti». La
                                                                                                      fortuna aiuta gli audaci, ma carezza i timidi, che
                                                                                                      si fanno sempre benvolere con i loro modi schivi
                                                                                                      e i loro sguardi da cerbiatto. Non fare il timido, si
                                                                                          dice: così chi stava arrossendo, arrossisce il doppio.
                                                                                              In letteratura, il timido è Parsifal. Puro di cuore e istrui-
                                                                                          to alla modestia, Parsifal non pone la domanda che do-
                                                                                          vrebbe porre, alla corte del Re Pescatore. Di lì, la condan-
                                                                                          na a cercare il Graal senza mai trovarlo. In un mondo ora-
                                                                                          mai privo di Graal, non è piacevole avere a che fare con
                                                                                          qualcuno che manifesta timidezza nel fare quel che deve.
                                                                                          Uno stopper, una professoressa universitaria, un maître
                                                                                          di ristorante, una giornalista, un primo violino non pos-
                                                                                          sono svolgere la loro professione con timidezza. L’avvo-
                                                                                                                          cato che si fa paonazzo se una
                                                                                                                          bella ragazza lo guarda è un ti-
                                                                                     È un modo di essere mido; l’avvocato che non pren-
                                                                                     che si può ribaltare de la parola davanti alla Corte al
                                                                                                                          momento giusto è un incapace.
                                                                                     nel suo contrario                      Occorre quindi superare la
                                                                                     e sfociare                           timidezza, e per questo esisto-
                                                                                     nell’aggressività                    no appositi metodi e tecniche
                                                                                                                          che si apprendono con quei
                                                                                                                          corsi molto graditi dai quadri
                                                                                          aziendali che hanno così la scusa per passare qualche
                                                                                          mezza giornata fuori dall’ufficio. Non si sa se tali adde-
                                                                                          stramenti, debitamente approfonditi, possano portare al
                                                                                          controllo della sudorazione, ma sino a fare in modo che un
                                                                                          disgraziato svolga una relazione anche se l’intero Consi-
                                                                                          glio d’Amministrazione lo sta guardando con palese scet-
                                                                                          ticismo ci si può certo arrivare. Una volta ci arrivava per-
                                                                                          sino la scuola: ma, si sa, le cose poi sono cambiate.
                                                                                              Oggi la società delle apparenze e di quella che una pub-
                                                                                          blicità (profumi? collant?) chiamava “la pèrformance”
                                                                                          (con l’accento dove lo mettono assicuratori e commenta-
                                                                                          tori di bar sport) parrebbe richiedere a tutti parlata maga-
                                                                                          ri scorretta ma fluente; salivazione e sudorazione nella
                                                                                          norma; sguardo fiero; pancia in dentro e petto in fuori. I
                                                                                          fatti sono poi un’altra cosa, ma noi badiamo alle apparen-
                                                                                          ze. E allora ogni Cristiano scopre dentro di sé il suo Cyra-
                                                                                          no, una voce ben impostata che gli detta i suoi discorsi e fa
                                                                                          innamorare la sua bella, convincendo non solo Rossana
                                                                                          ma anche sé stesso che proprio quella sia la sua vera voce.
                                                                                              Ci vorrebbe una riforma costituzionale che iscrivesse
                                                                                          tra i principi inderogabili della nostra convivenza civile:
                                                                                          “Passati i diciotto anni, la timidezza non è più una scusa”.
gono gettati all’improvviso in         fia dell’educazione e autore di                    Già perché con l’età che veniva detta (forse a torto) “della
contesti ricchi di frastuono —         «La vita schiva», da tempo si de-                  ragione” la timidezza si biforca: come la lingua dei menti-
sostiene Anepeta — occorre la-         dica a insegnare a scrivere la pro-                tori. Uno vi saluta solo quando ha bisogno di voi? State cer-
sciare loro la possibilità di ascol-   pria autobiografia. E annota: «I                   ti che chi lo conosce bene vi verrà a spiegare “È che in realtà
tare il proprio mondo interiore,       timidi sembrano avere più me-                      è un timido”. Temi l’ira dei deboli: e soprattutto guàrdati
di non omologarsi a forza. Le te-      moria, perché fin dalla primissi-                  dai soprusi dei timidi. Tanto apprezzata nei bambini più
stimonianze che arrivano sul           ma infanzia sono stati più atten-                  piccoli, la timidezza diventa un monstrum caratteriale
nostro forum (www.legaintro-           ti, più capaci di ascoltare. All’at-               negli adulti. Si alterna o si ribalta nel suo contrario, così che
versi.it) dimostrano quanto già        teggiamento riservato viene                        regolarmente degli aggressivi si dice: è una reazione alla
avevamo raccontato in un pre-          spesso contrapposta in modo                        timidezza. Un solo esempio: pare di aver saputo che José
cedente studio, “Timido, docile,       ossessivo la «socializzazione»:                    Mourinho è, in realtà, un timido. Sì, e forse da ragazzo an-
ardente”, e mostrano la fortuna        peccato che questa parola, ripe-                   che Mike Tyson era un fragile Mammolo.
di chi è stato accettato fin dal-      tuta all’infinito con pretese edu-                                                                  © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’infanzia e in seguito, magari        cative o peggio rieducative non
grazie a un percorso analitico,        faccia che deprimere chi vive la
ha potuto lasciare libere le pro-      timidezza come un segno di in-
prie inclinazioni». Il luogo in cui    feriorità o di colpa. Invece, è un
si vive influenza la possibilità di    talento che andrebbe coltivato
essere e dichiararsi timidi: per-      come tale». Vittorio Lingiardi,
fettamente accettata in Thailan-       psichiatra, psicoanalista e do-
dia, la timidezza sembra calare        cente, aggiunge: «Se la timidez-
in Israele e negli Stati Uniti, e in   za patologica, quella che produ-
generale in tutti quei paesi dove      ce una continua frustrazione del
al “successo” sociale sembra           desiderio di stare in relazione
corrispondere una forte capa-          con gli altri, ed è spesso inevita-
cità di dichiarare tutto di sé. An-    bilmente legata alla paura di non
che la filosofia ha la sua parte nel   essere apprezzati e di non vale-
dibattito. «Esistono almeno tre        re, è una condizione di effettivo
stadi della timidezza, che già Ari-    disagio, che una buona psicote-
stotele aveva provato a classifi-      rapia può aiutare ad affrontare,
care — ipotizza Franca D’Ago-          credo invece che la timidezza
stini, autrice per Bollati Borin-      come atteggiamento non-inva-
ghieri di Verità avvelenata, un’a-     sivo e non-autocelebrativo, di-
nalisi della menzogna nel di-          ciamo pure come ingrediente di
scorso pubblico — Tutto si basa        sobrietà nella vita sociale, possa
sui confini che poniamo tra noi e      invece favorire conoscenze più
gli altri. E nel momento in cui ri-    profonde, autentiche e meno
conosciamo che la nostra paura         esibizionistiche». Chi non è (o
di essere invasi è la stessa del no-   non è ancora) un “emotivo ano-
stro vicino esprimiamo un “nar-        nimo”, chi non ha trovato il tera-
cisismo timido” che è tipica-          peuta in grado di aiutarlo, può
mente alla base della democra-         sempre cercare compagni di
zia». E che non è uguale per gli       viaggio disponibili a rivendicare
uomini e per le donne, in parti-       con orgoglio rossori e ritrosie: lo
colare per quelle che (quando la       “shy pride” è alle porte, e chissà
scelta è volontaria) si difendono      che possa trasformarsi in un
col velo più o meno integrale: «Il     nuovo stile sociale. Con qualche
pudore è stato ed è ancora una         prudenza, perché, come dice
categoria spesso usata al femmi-       Alan Bennett nel nuovo Una vi-
nile — osserva D’Agostini — ma         ta come le altre (Adelphi) «Timi-
è anche un’importante forma di         do è uno spettro che si allarga da
protezione da una visibilità che       chi fa da tappezzeria alle feste fi-
può essere espropriante». Duc-         no allo psicopatico».
cio Demetrio, docente di filoso-                          © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La rivincita dei timidi nella società arrogante (3)

  • 1. la Repubblica GIOVEDÌ 6 GENNAIO 2011 @ PER SAPERNE DI PIÙ www.legaintroversi.it www.nilalienum.it I 31 QUELL’INDECISIONE CHE SPINSE PARSIFAL A CERCARE IL GRAAL STEFANO BARTEZZAGHI R ossore, balbettio, incroci fantozziani di «diti». La fortuna aiuta gli audaci, ma carezza i timidi, che si fanno sempre benvolere con i loro modi schivi e i loro sguardi da cerbiatto. Non fare il timido, si dice: così chi stava arrossendo, arrossisce il doppio. In letteratura, il timido è Parsifal. Puro di cuore e istrui- to alla modestia, Parsifal non pone la domanda che do- vrebbe porre, alla corte del Re Pescatore. Di lì, la condan- na a cercare il Graal senza mai trovarlo. In un mondo ora- mai privo di Graal, non è piacevole avere a che fare con qualcuno che manifesta timidezza nel fare quel che deve. Uno stopper, una professoressa universitaria, un maître di ristorante, una giornalista, un primo violino non pos- sono svolgere la loro professione con timidezza. L’avvo- cato che si fa paonazzo se una bella ragazza lo guarda è un ti- È un modo di essere mido; l’avvocato che non pren- che si può ribaltare de la parola davanti alla Corte al momento giusto è un incapace. nel suo contrario Occorre quindi superare la e sfociare timidezza, e per questo esisto- nell’aggressività no appositi metodi e tecniche che si apprendono con quei corsi molto graditi dai quadri aziendali che hanno così la scusa per passare qualche mezza giornata fuori dall’ufficio. Non si sa se tali adde- stramenti, debitamente approfonditi, possano portare al controllo della sudorazione, ma sino a fare in modo che un disgraziato svolga una relazione anche se l’intero Consi- glio d’Amministrazione lo sta guardando con palese scet- ticismo ci si può certo arrivare. Una volta ci arrivava per- sino la scuola: ma, si sa, le cose poi sono cambiate. Oggi la società delle apparenze e di quella che una pub- blicità (profumi? collant?) chiamava “la pèrformance” (con l’accento dove lo mettono assicuratori e commenta- tori di bar sport) parrebbe richiedere a tutti parlata maga- ri scorretta ma fluente; salivazione e sudorazione nella norma; sguardo fiero; pancia in dentro e petto in fuori. I fatti sono poi un’altra cosa, ma noi badiamo alle apparen- ze. E allora ogni Cristiano scopre dentro di sé il suo Cyra- no, una voce ben impostata che gli detta i suoi discorsi e fa innamorare la sua bella, convincendo non solo Rossana ma anche sé stesso che proprio quella sia la sua vera voce. Ci vorrebbe una riforma costituzionale che iscrivesse tra i principi inderogabili della nostra convivenza civile: “Passati i diciotto anni, la timidezza non è più una scusa”. gono gettati all’improvviso in fia dell’educazione e autore di Già perché con l’età che veniva detta (forse a torto) “della contesti ricchi di frastuono — «La vita schiva», da tempo si de- ragione” la timidezza si biforca: come la lingua dei menti- sostiene Anepeta — occorre la- dica a insegnare a scrivere la pro- tori. Uno vi saluta solo quando ha bisogno di voi? State cer- sciare loro la possibilità di ascol- pria autobiografia. E annota: «I ti che chi lo conosce bene vi verrà a spiegare “È che in realtà tare il proprio mondo interiore, timidi sembrano avere più me- è un timido”. Temi l’ira dei deboli: e soprattutto guàrdati di non omologarsi a forza. Le te- moria, perché fin dalla primissi- dai soprusi dei timidi. Tanto apprezzata nei bambini più stimonianze che arrivano sul ma infanzia sono stati più atten- piccoli, la timidezza diventa un monstrum caratteriale nostro forum (www.legaintro- ti, più capaci di ascoltare. All’at- negli adulti. Si alterna o si ribalta nel suo contrario, così che versi.it) dimostrano quanto già teggiamento riservato viene regolarmente degli aggressivi si dice: è una reazione alla avevamo raccontato in un pre- spesso contrapposta in modo timidezza. Un solo esempio: pare di aver saputo che José cedente studio, “Timido, docile, ossessivo la «socializzazione»: Mourinho è, in realtà, un timido. Sì, e forse da ragazzo an- ardente”, e mostrano la fortuna peccato che questa parola, ripe- che Mike Tyson era un fragile Mammolo. di chi è stato accettato fin dal- tuta all’infinito con pretese edu- © RIPRODUZIONE RISERVATA l’infanzia e in seguito, magari cative o peggio rieducative non grazie a un percorso analitico, faccia che deprimere chi vive la ha potuto lasciare libere le pro- timidezza come un segno di in- prie inclinazioni». Il luogo in cui feriorità o di colpa. Invece, è un si vive influenza la possibilità di talento che andrebbe coltivato essere e dichiararsi timidi: per- come tale». Vittorio Lingiardi, fettamente accettata in Thailan- psichiatra, psicoanalista e do- dia, la timidezza sembra calare cente, aggiunge: «Se la timidez- in Israele e negli Stati Uniti, e in za patologica, quella che produ- generale in tutti quei paesi dove ce una continua frustrazione del al “successo” sociale sembra desiderio di stare in relazione corrispondere una forte capa- con gli altri, ed è spesso inevita- cità di dichiarare tutto di sé. An- bilmente legata alla paura di non che la filosofia ha la sua parte nel essere apprezzati e di non vale- dibattito. «Esistono almeno tre re, è una condizione di effettivo stadi della timidezza, che già Ari- disagio, che una buona psicote- stotele aveva provato a classifi- rapia può aiutare ad affrontare, care — ipotizza Franca D’Ago- credo invece che la timidezza stini, autrice per Bollati Borin- come atteggiamento non-inva- ghieri di Verità avvelenata, un’a- sivo e non-autocelebrativo, di- nalisi della menzogna nel di- ciamo pure come ingrediente di scorso pubblico — Tutto si basa sobrietà nella vita sociale, possa sui confini che poniamo tra noi e invece favorire conoscenze più gli altri. E nel momento in cui ri- profonde, autentiche e meno conosciamo che la nostra paura esibizionistiche». Chi non è (o di essere invasi è la stessa del no- non è ancora) un “emotivo ano- stro vicino esprimiamo un “nar- nimo”, chi non ha trovato il tera- cisismo timido” che è tipica- peuta in grado di aiutarlo, può mente alla base della democra- sempre cercare compagni di zia». E che non è uguale per gli viaggio disponibili a rivendicare uomini e per le donne, in parti- con orgoglio rossori e ritrosie: lo colare per quelle che (quando la “shy pride” è alle porte, e chissà scelta è volontaria) si difendono che possa trasformarsi in un col velo più o meno integrale: «Il nuovo stile sociale. Con qualche pudore è stato ed è ancora una prudenza, perché, come dice categoria spesso usata al femmi- Alan Bennett nel nuovo Una vi- nile — osserva D’Agostini — ma ta come le altre (Adelphi) «Timi- è anche un’importante forma di do è uno spettro che si allarga da protezione da una visibilità che chi fa da tappezzeria alle feste fi- può essere espropriante». Duc- no allo psicopatico». cio Demetrio, docente di filoso- © RIPRODUZIONE RISERVATA