2. Informazioni sulla mostra
Dove: Roma, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio, Palazzo Caffarelli
I Musei Capitolini sono il principale museo civico comunale di Roma e fanno parte del
"Sistema dei Musei in comune". Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria
raccolta di sculture antiche fu aggiunta da Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, di
soggetti prevalentemente romani.
La sede storica dei Capitolini è costituita dal Palazzo dei Conservatori e dal Palazzo Nuovo,
edifici che affacciano sulla michelangiolesca Piazza del Campidoglio.
Palazzo Caffarelli è stato costruito nella seconda metà del XVI sec. per volere di Ascanio
Caffarelli, membro della nobile famiglia presente a Roma sin dal XII sec. Con proprietà nel
Rione S. Eustachio. Sorge, nella zona della rupe Tarpea, sui resti dell’antico tempio di Giove
Capitolino o della triade capitolina (Giove, Giunione, Minerva), fondato secondo la tradizione
da Tarquinio Prisco e completato e inaugurato nel 509 A .C. sotto Tarquinio il Superbo.
Nell’aiuola a sinistra del palazzo se ne possono ammirare i resti in blocchi di cappellaccio. La
terrazza panoramica poggia, invece, in parte su antiche sostruzioni romane. Ceduto nel 1854 a
Guglielmo I di Prussia, l’edificio ospitò a breve l’Ambasciata di Germania. Allo scoppio della
Prima Guerra Mondiale il Palazzo fu sequestrato dal Governo Italiano alla Germania che vi
aveva l’ambasciata. Il Comune di Roma, a partire dal 1918 iniziò una serie di scavi
archeologici a seguito dei quali il palazzo venne rimaneggiato e restaurato per ospitare nel
1925 il Museo Mussolini poi Museo Nuovo (Musei Capitolini), dedicato alle sculture emerse
dopo il 1870 .
Apertura al pubblico: Dall’8 aprile al 5 luglio 2009
Orari: Dal martedì alla domenica ore 9.00 - 20.00, la biglietteria chiude alle 19.00
Chiuso lunedì, 1 maggio
Biglietto d'ingresso:
Integrato Museo + Mostra € 9.00 intero - € 7.00 ridotto
Solo Mostra € 6.00 intero - € 4.00 ridotto, gratuito per le categorie previste dalla tariffazione
vigente
Promossa da:
Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione,
Sovraintendenza ai Beni Culturali, Comitato Nazionale per i 550 anni della
morte del Beato Angelico, Zètema Progetto Cultura
Negli ultimi anni, Zètema si è specializzata nell’organizzazione di mostre
temporanee, seguendo da vicino ogni singolo momento del complesso processo di
realizzazione delle stesse. L’ufficio mostre di Zètema, composto da professionisti
del settore, ha curato dal 2000 ad oggi - in sinergia e in affidamento diretto da parte
del Comune di Roma ma anche in collaborazione e per conto di altri soggetti sia
pubblici che privati - decine di eventi espositivi di entità diverse, sugli argomenti più
disparati, spaziando dalla fotografia all’arte antica, dall’arte contemporanea alla
moda, dalla musica alla scienza.
In occasione di ogni mostra, Zètema:
3. - coordina le richieste di prestito delle opere ad istituzioni pubbliche e private
italiane e straniere;
- progetta e realizza gli allestimenti;
- elabora la relazione tecnica per la sicurezza;
- si occupa delle coperture assicurative;
- cura i trasporti;
- realizza e sviluppa l'immagine coordinata e il piano pubblicitario;
- attiva e gestisce i rapporti con gli sponsor;
- circuita le mostre a livello internazionale;
- progetta e realizza il sito internet;
- cura l'ufficio stampa;
- predispone l'accoglienza e garantisce l'informazione attraverso il call center;
- gestisce la biglietteria e il personale di sala
A cura di:
Curatori: Alessandro Zuccari, Giovanni Morello e Gerardo de Simone
Comitato scientifico: Maurizio Calvesi (presidente) Accademico dei Lincei
Antonio Paolucci Direttore dei Musei Vaticani
Cristina Acidini Soprintendente al Polo Museale Fiorentino
Magnolia Scudieri Direttrice del Museo di San Marco
Giorgio Bonsanti Università di Firenze
Gianni Carlo Sciolla Università di Torino
Maria Elisa Tittoni Dirigente dei Musei d’Arte Medioevale e Moderna del
Comune di Roma
Giovanni Morello Presidente della Fondazione per i Beni e le Attività
artistiche della Chiesa
Alessandro Zuccari Università di Roma “La Sapienza”, Presidente del
Comitato Nazionale
Laurence Kanter Curator of Early European Art, Yale University Art Gallery.
Con il contributo di:
Banche Tesoriere del Comune di Roma: BNL – Gruppo BNP Paribas, Unicredit
Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena
Vodafone
Con il contributo tecnico di: Carrier
Toshiba
Insurance Service
Axa Art
La Repubblica
Servizi di Vigilanza: Travis
Supporto organizzativo: Artifex – comunicare con l’arte
Catalogo: Skira
Info:
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.museicapitolini.org www.museiincomuneroma.it www.060608.it
4. I musei Capitolini e la Pinacoteca:
perché Roma come sede espositiva invece di Firenze, dove si svolse gran parte dell’attività di
Beato Angelico?
Roma vede operare l’Angelico nella seconda parte della sua attività. Era stato chiamato da papa Eugenio
IV nel 1445 per affrescare in Vaticano la Cappella del Sacramento, ma lavorerà anche per Niccolò V per la
gran stima di cui godeva come interprete della cultura artistica umanistica in una città tornata capitale
dell’umanesimo. Alla sua morte, avvenuta nel 1455, viene sepolto nella chiesa di Santa Maria sopra
Minerva, il che la dice tutta: solo Brunelleschi e Gentile da Fabriano avevano ricevuto un onore simile, avere
addirittura una tomba dedicata a un artista.
Per quale occasione è stata organizzata la mostra?
Il Comitato Nazionale per la celebrazioni del 550esimo anniversario della morte di Guido di Pietro, alias
fra’ Giovanni da Fiesole, presenta le due facce dell’Angelicus pictor e doctus, artista prolifico che seppe
coniugare le nuove formule espressive elaborate dai grandi artisti innovatori fiorentini, in una pittura
razionale, dai colori smaglianti. Il pittore domenicano si libera dai canoni troppo stretti delle formule
trecentesche e svolta l’angolo dentro il Rinascimento, dove traduce figurativamente l’impianto razionale
della teologia di San Tommaso d’Aquino.
Nelle sale dei Musei Capitolini a Roma, il Comitato nazionale, affiancato da quello scientifico presieduto da
Maurizio Calvesi apre la mostra che giunge a compimento di un itinerario di ricerca iniziato nel 2005.
Per festeggiare il 550esimo anniversario della morte del pittore si è pensato anche di condurre
un’apposita una campagna di indagini scientifiche e di restauri?
Il Comitato ha finanziato un’indagine riflettografica agli infrarossi su una serie di opere condotta dal
Laboratorio Arti Visive della Scuola Normale Superiore di Pisa. I restauri effettuati appositamente per
l’occasione, con un finanziamento sostenuto dal Comitato, sono stati tre: il Giudizio Finale, l’Ascensione e la
Pentecoste del cosiddetto trittico della Galleria Corsini di Roma. Quest’ultima ha rivelato una tale qualità di
composizione da fugare ogni residuo dubbio sulla reale autografia. Probabilmente è stata realizzata negli
anni romani tra il 1448 e il 1449, ai tempi dei lavori nella Cappella Niccolina. Un altro importante restauro
ha riguardato la predella della pala di Bosco ai frati, che era comunque in buono stato di conservazione.
Infine, uno dei tre pannelli della pala di Annalena verrà esposto per la prima volta proprio dopo il restauro.
L’evento si presta anche a pubblicazioni e convegni...
La mostra è frutto di un lungo lavoro iniziato nel 2005. Il Comitato ha tenuto un convegno intitolato Il Beato
Angelico, il suo tempo, la sua eredità nel 2006 nelle sedi del Salone dei Cento Giorni del Palazzo della
Cancelleria e nell’Odeion del Museo di Arte Classica dell’Università La Sapienza di Roma, i cui saggi sono
stati raccolti nel volume Angelicus Pictor. Ricerche e interpretazioni sul Beato Angelico pubblicato nel 2008
per Skira. La mostra quindi è il coronamento di un percorso che ha visto coinvolti tanti studiosi e ha
analizzato aspetti in passato solo sfiorati, anche in testi pur rilevanti come la monografia sull’artista di Mario
Salmi del 1958 e quella di Sergio Samek Ludovici del 1956.
Sull’allestimento…
Sono presentate opere provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri: molte tavole provengono
dal museo del convento di San Marco in Firenze grazie alla collaborazione della direttrice Magnolia Scuderi,
altre da collezioni private.
Si è pensato a un percorso espositivo essenzialmente cronologico composto da 49 opere di cui 40
sicuramente realizzate dal pittore fiesolano.
5. L’esposizione documenta la lunga e feconda attività di fra’ Giovanni da Fiesole, dalla giovinezza, ispirata
alle più squisite eleganze tardogotiche (ad es. la Tebaide degli Uffizi e la Madonna di Cedri del Museo di
Pisa), fino all’ultima fase romana, ormai definitivamente caratterizzata da una facies umanistica,
monumentale e classicheggiante (ad es. il Trittico della Galleria Corsini o la predella della Pala di Bosco ai
Frati).
La scelta delle opere – pur condizionata dalla fragilità dei supporti (tavole o codici miniati) – è stata
compiuta secondo due fondamentali direttrici: da un lato ha osservato i criteri di qualità ed autografia,
volti ad assicurare una significativa campionatura delle varie fasi della produzione dell’Angelico (tra i
dipinti figurano un capolavoro assoluto come il Paradiso degli Uffizi, il grande trittico di Cortona completo
della sua predella, la luminosa e policroma Annunciazione di San Giovanni
Valdarno, due straordinari pannelli dell’Armadio degli Argenti, uno dei più significativi prestiti concessi
dal Museo fiorentino di San Marco), dall’altro ha mirato a far conoscere opere meno note, raramente o
mai esposte, per offrire agli studiosi e al grande pubblico le differenti espressioni del ramificato
operato dell’artista.
Documenterà i diversi periodi della produzione dell’artista e il suo versatile operato come pittore (attraverso
tavole, tabernacoli, scomparti di pale e di polittici, tele), come miniatore (i più importanti codici decorati
dall’Angelico e dai suoi collaboratori) e come disegnatore (per la prima volta viene dedicato uno studio
monografico a questo importante settore dell’arte del Beato Angelico).Chiude la rassegna la tela raffigurante
la Madonna col Bambino, proveniente dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, che si conferma dopo le
indagini radiografiche essere stata eseguita in parte dall’Angelico.
Beato Angelico lavorò a lungo all’interno delle celle del convento di San Marco a Firenze.
E’ stato previsto un collegamento che illustri anche questi capolavori?
A parte la difficoltà per ragioni logistiche, si è preferito concentrare l’attenzione sull’operato dell’Angelico
a Roma, che costituisce una parte consistente per la sua attività.
Beato Angelico miniatore. Vedremo in mostra alcune pagine “griffate” dall’artista fiorentino?
Sì: ben otto codici miniati, di cui sei sicuramente autografi. Questi provengono dalla biblioteca del convento
fiorentino, mentre il Graduale 555 dei Musei Vaticani potrà essere sfogliato interamente grazie a
un’accuratissima riproduzione digitale finanziata con il contributo del Comitato.
Novità, inediti, nuove attribuzioni?
Saranno visibili per la prima volta la notevole e complessa predella di Zagabria (Stimmate di san
Francesco e Martirio di san Pietro martire), la problematica Annunciazione di Dresda (riassemblata nel
XVI secolo), il pregevole frammento con San Giovanni Battista di Lipsia (forse collegabile alla pala di
San Marco), lo scomparto della pala di Annalena oggi a Zurigo. Pressoché inedite sono l’Imago
pietatis su pergamena di Collezione privata torinese, eseguita dalla bottega ma la cui storia è
interessantissima; i due raffinati laterali di trittico con i Beati e i Dannati (1430 c.) oggi in collezione
privata americana.
6. Visite guidate e laboratori per non vedenti
Tipologia: Iniziativa didattica
La mostra sarà visitabile anche dal pubblico non vedente grazie ad un itinerario tattile e multidisciplinare.
L’attività è gratuita e con prenotazione obbligatoria al numero 060608.
Il percorso didattico verrà realizzato con l’ausilio di disegni tattili e con la riproduzione a rilievo
dell’Annunciazione di San Giovanni Valdarno, effettuata con la tecnica della termoformatura. Un metodo
che permetterà di accostarsi alla percezione e alla conoscenza del contenuto figurativo di alcune delle più
importanti opere presenti in mostra. Inoltre, con uno specifico approccio plurisensoriale, saranno illustrate le
tecniche della pittura su tavola e dei manoscritti miniati.
La lettura dei disegni tattili sarà accompagnata dall’ascolto di opere letterarie e musicali. Attraverso richiami
analogici e sinestetici i visitatori potranno così comprendere i valori estetici e simbolici espressi nell’opera
dell’Angelicus pictor.
Le visite saranno arricchite da laboratori manuali di disegno e di manipolazione della creta in cui sarà
possibile creare un’opera ispirata ai dipinti presenti in mostra.
Anche i laboratori sono gratuiti con prenotazione obbligatoria - distinta da quella della visita - al numero
060608.
Il programma delle attività nasce dalla collaborazione tra la direzione dei Musei Capitolini, Zètema Progetto
Cultura e l’associazione di volontariato Museum che ha realizzato il materiale didattico ed impegnerà i
propri operatori specializzati.
Visite guidate:
- Mercoledì 13 Maggio dalle ore 17 alle 19
- Sabato 16 Maggio " " "
- Mercoledì 20 Maggio " " "
- Sabato 23 Maggio " " "
- Mercoledì 27 Maggio " " "
- Sabato 30 Maggio " " "
Massimo 6 persone non vedenti a visita.
Laboratori:
- Sabato 6 Giugno dalle ore 10 alle 12
- Sabato 13 Giugno " " "
- Sabato 20 Giugno " " "
- Sabato 27 Giugno " " "
Massimo 8 persone non vedenti e ipovedenti a laboratorio.
Per il sabato successivo le persone, già presenti in quello precedente, devono rinnovare la prenotazione.
Biglietto d'ingresso
gratuito
Prenotazione obbligatoria
si
7. Incoronazione della Vergine
Dopo lo smembramento, la pala giunse agli Uffizi nel 1825 con il fondo di opere dell'Ospedale. A
quell'epoca risale la nuova cornice neoclassica con fregio di conchiglie e palmette. A più riprese la
tavola fu collocata a San Marco, ma venne infine destinata agli Uffizi per rappresentare
significativamente l'opera del frate domenicano nel più importante percorso sulla pittura fiorentina.
In una astratto fondo d’oro legato alla tradizione medievale si distende un paradiso in miniatura
dove al centro si stra svolgendo la scena dell'incoronazione della Vergine da parte di Cristo,
evidenziata dai raggi dorati tutt'attorno, simboli di luce divina, ottenuti con particolari incisioni
sull'oro. In realtà si tratta del momento immediatamente successivo all'incoronazione, perché la
Vergine ha già in testa il diadema, al quale la mano di Cristo sembra stare per aggiungere un'altra
gemma.
Il tono è, come altre opere dell'Angelico, estremamente mistico, con una grande schieramento
ordinato di santi. A sinistra si vede in primo piano sant'Egidio, titolare della chiesa, che forse venne
modellato sulle fattezze dell'arcivescovo Antonino Pierozzi, già priore domenicano nel convento di
San Marco, lo stesso dell'Angelico. Seguono il vescovo Zanobi, e dietro san Francesco e san
Domenico. Dal lato destro, delle sante, si riconosce in prima fila la Maria Maddalena inginocchiata.
La struttura dell'opera e l'uso splendente dei colori sull'oro risente dell'influenza del maestro
dell'Angelico, Lorenzo Monaco, autore di un'altra Incoronazione sempre agli Uffizi. L'Angelico
fece un uso della luce che rispecchiava il pensiero di san Tommaso d'Aquino, secondo il quale essa
era emanazione divina che rivelava con la sua presenza la maggiore o minore partecipazione dei
personaggi all'essenza di Dio. Ciò è evidente se si considera l'emanazione dorata che parte dal
gruppo di Cristo e la Madonna al centro.
Grande attenzione è posta ai dettagli di ciascun santo e angelo, con una diversa individuazione
fisiognomica che restituisce loro la dimensione di individui, secondo l'impostazione
dell'umanesimo. Altro elemento tipicamente rinascimentale è lo schema spaziale, che suggerisce
8. profondità tramite la graduale riduzione delle figure poste in cerchio e tramite la prospettiva
digradante del piano di nuvolette in basso.