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Storie di
successo
Ciao sono Maria Vittoria,
vi racconto
alcune …
Adriano Olivetti
Un visionario, un imprenditore fuori dal comune, un genio eclettico. Così viene ricordato
ancora oggi Adriano Olivetti, l’industriale piemontese simbolo del Made in Italy, che ha creato
a Ivrea la prima Silicon Valley italiana. Tra i maggiori innovatori del secolo, sono tanti i settori di
cui si è occupato: economia, responsabilità sociale d’impresa, urbanistica, architettura, design,
editoria, politica. Nato a Ivrea nel 1901, è figlio di Camillo Olivetti, fondatore della Ing. C. Olivetti
& C., la prima azienda italiana a fabbricare macchine da scrivere. Dopo la laurea in Ingegneria
chimica al Politecnico di Torino, Adriano inizia a lavorare nell'azienda di famiglia, partendo dalla
catena di montaggio. Grazie a questa prima esperienza in fabbrica sviluppa un’empatia verso la
classe operaia che lo porterà, nel 1938, come Presidente della società, ad impegnarsi sempre
di più nel miglioramento delle condizioni di lavoro.
Nel secondo dopoguerra italiano, Olivetti infatti riuscirà a creare un’esperienza di fabbrica unica
al mondo, in cui l’impresa non doveva solo assicurarsi buoni profitti, ma anche realizzare lo
sviluppo sociale, culturale e umano dei lavoratori, rispettando il talento, l’individuo e
l’aspirazione personale. L’obiettivo era quindi di creare una società più giusta e più sana e una
comunità di lavoro basata sulla felicità collettiva. Fu perciò creato per i lavoratori un sistema di
servizi sociali che comprendeva quartieri residenziali, ambulatori medici, asili, mensa, biblioteca
e cinema gratuiti che portò ad un aumento della produttività e della qualità del lavoro.
Innovazione, eccellenza tecnologica, internazionalità e cura del design industriale sono solo
alcuni dei temi che hanno reso Olivetti uno tra i maggiori innovatori del XX secolo e una fonte di
ispirazione: "Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può
diventare qualcosa di infinitamente più grande”.
Il sogno di Olivetti vive ancora nei prodotti iconici della sua azienda come la famosa macchina
da scrivere Lettera 22 esposta al MoMa di New York e tra i riconoscimenti ricevuti in vita come
il premio per “l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale” della
National Management Association per aver trasformato un’azienda piemontese di macchine da
scrivere in un colosso dell’informatica mondiale. Grazie al patrimonio urbanistico e architettonico
ereditato dalla visione di un imprenditore illuminato quale fu Adriano Olivetti, nel 2018, Ivrea è
stata ufficialmente riconosciuta Patrimonio mondiale UNESCO come "città industriale del XX
secolo".
Steve Jobs
Il 16 ottobre ricorre lo Steve Jobs Day, una giornata pensata per celebrare una delle più brillanti menti del nostro secolo.
Ecco alcune curiosità su di lui:
- Nella sua vita ha depositato ben 323 brevetti: dal packaging agli adattatori per i suoi prodotti, fino alle scale di vetro presenti in molti
Apple Store.
-È stato buddista e fu tentato più volte, in gioventù, di diventare monaco.
- Il nome Apple nasce dalla sua passione per la frutta e per i Pink Floyd: “Apple” è il titolo di un loro album.
Come tante altre menti geniali, Steve Jobs era dislessico.
? Non voleva essere un uomo d’affari perché non voleva “essere come tutti gli uomini d’affari che conosceva”.
STEVE JOBS E LA SUA STORIA DI SUCCESSO
"Stay Hungry. Stay Foolish". Quattro semplici parole identificano Steve Jobs, il co-fondatore e CEO di Apple, l'imprenditore che in
pochi anni ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e che ha creato una delle aziende americane più grandi e redditizia al
mondo. La sua frase più famosa, pronunciata davanti ad una platea di giovani studenti della Stanford University nel 2005, ha
lasciato un segno indelebile nella storia. Il celebre discorso, in cui racconta tre episodi della sua vita, l'abbandono dei genitori naturali,
la cacciata dalla Apple e la malattia, è tuttora fonte di ispirazione per studenti, giovani imprenditori e lavoratori. Il messaggio? Non
arrendersi mai e continuare a combattere ogni giorno per ciò che si desidera.
"Non sprecate la vostra vita vivendo quella di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi. Non permettete che il fracasso delle
opinioni degli altri smorzino la vostra voce interiore. E soprattutto, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione".
Curiosità, ambizione, cambiamento e un pizzico di follia. Questi gli ingredienti che hanno portato Steve Jobs a trasformarsi in meno di
30 anni da ragazzino ribelle al guru della tecnologia. Nato in California, nel 1955, da una giovane coppia di studenti universitari, fu dato
in adozione ancora in fasce. All'inizio degli anni '70, dopo il diploma, Jobs si iscrive al Reed College di Portland, nell'Oregon, ma dopo
il primo semestre abbandona gli studi iniziando a lavorare in diverse attività.
Ma è nel 1976 che inizia ufficialmente il suo cammino nel mondo dei computer: a soli 20 anni fonda, nel garage di casa, insieme
all'amico Stephen Wozniak, la Apple Computer Inc, chiamando il primo computer prodotto Apple I. Per finanziare la sua idea, Jobs
arrivò a vendere il suo minivan della Volkswagen, mentre Wozniak fu costretto a privarsi della sua amata calcolatrice scientifica
dell'HP. Nel 1985 arriva la prima delusione e anche il periodo che Jobs racconta come il più creativo. L’estromissione dalla sua stessa
azienda gli permise di creare nuove realtà come NeXT Computer e Pixar, di sposarsi, avere una famiglia, di ricominciare, con lo stesso
amore e la stessa passione di prima.
Solo dopo dieci anni Jobs riuscirà a tornare alla guida di Apple salvandola dal fallimento e arrivando a trasformare la storica azienda di
Cupertino nella più avanzata nel campo della tecnologia. Con il lancio nel 2001 dell'iconico iPod, della piattaforma iTunes e in seguito
dell'iPhone, Jobs riuscirà ad esprimere al massimo il suo talento: non per l'invenzione di nuovi prodotti o servizi ma per la geniale
trasformazione del loro utilizzo. Una rivoluzione tecnologica e digitale mondiale che ha cambiato il modo di fruire la musica e di
utilizzare ogni giorno il telefono cellulare. Nel 2011 l'annuncio della sua morte giunge di notte all'improvviso sulla home page del sito
della sua azienda: "Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano". Con oltre 900
milioni di iPhone attivi ad oggi e un logo tra i più famosi al mondo, Steve Jobs ha lasciato un patrimonio inestimabile. Non era un
ingegnere, un designer e neppure un programmatore ma è riconosciuto oggi come uno dei più famosi imprenditori a livello
internazionale.
Henry Ford
Basta pronunciare il suo cognome e a chiunque viene in mente il grande marchio che ha creato: Henry Ford è stato
fondatore dell'omonima casa automobilistica, una delle più antiche e rinomate dei nostri tempi.
Nato nel 1863 in una fattoria di Dearborn, nello stato del Michigan, da William Ford, di origini irlandesi e da Mary
Ford, nata in America da immigrati del Belgio, fin da giovanissimo si avvicina al mondo del lavoro. Da piccolo, mostra
una passione nel riparare orologi da tasca e a soli 13 anni, inizia a guadagnare i primi dollari sistemando quelli di
amici e vicini di casa.
Dopo la scomparsa della madre, nel 1876, il giovane Ford si rifiuta di aiutare il padre nella fattoria di famiglia e tre
anni più tardi, appena 16enne, inizia a lavorare come apprendista macchinista a Detroit, prima nella
compagnia James F. Flower&Bros e, con la Detroit Dry Dock Co, poi. Questa esperienza si rivela determinante, in
quanto gli permette di apprendere le prime conoscenze in ambito automobilistico, un settore ancora poco
sviluppato ma che prometteva una forte crescita.
Tornato nella fattoria di famiglia, mette a frutto le competenze acquisite nel riparare le macchine agricole prodotte
da Westinghouse che, successivamente, lo assume per i riparare i motori a vapore dell'azienda. Sempre molto
attivo, si dedica contemporaneamente agli studi di contabilità presso il Bryant&Stratton Business Collage di Detroit.
Il primo passo importante nella sua carriera avviene nel 1893, quando Ford inizia a lavorare come capo
ingegnere nella Società di Elettricità Edison Illuminating Company, dopo essersi sposato e aver avuto un figlio,
Edsel.
Il suo naturale talento lo porta a creare un'automobile con il motore a combustione interna, inventato pochi anni
prima da Karl Benz e Gottlieb Daimler, un mezzo innovativo sperimentato su strada ed è il famoso Thomas Edison
che lo incoraggia a costruirne un secondo modello. Dopo anni di esperienza maturati con la Edison e,
successivamente, con la Detroit Automobile Company, Ford prende la decisione più importante della sua vita:
fondare la Ford Motor Company a Dearborn. Il suo obiettivo è quello di contenere i prezzi dei beni prodotti,
riducendo i tempi di lavorazione: questo è il momento che segna l'invenzione della catena di montaggio, un
sistema di produzione innovativo che avrebbe reso, nel giro di pochi anni, i prezzi accessibili, avviando
una produzione di massa.
Pur non essendo l'inventore dell'automobile, l'imprenditore americano ne rivoluzionò la storia: il 26 luglio 1903 è la
data in cui lancia sul mercato la prima autovettura marchiata "Ford", chiamata "Model T" o, comunemente,
"Lizzie, la prima dell'azienda a essere prodotta su grande scala.
Un business che aumenta a ritmo accelerato e che porta ben presto l'azienda a fatturati importanti, tanto che Ford
coinvolge anche suo figlio Edsel, nominandolo Presidente della Società. A seguito della sua precoce scomparsa,
l'imprenditore torna alla guida dell'azienda ma solo per pochi anni, quando lascia la carica a favore del nipote Henry
Ford II.
Ritiratosi a vita privata, riceve numerosi premi come l'American Automotive Golden Jubilee per il suo apporto al
settore automobilistico e, a seguire, la medaglia d'oro dall'American Petroleum Institute, per il prezioso contributo al
benessere dell'umanità.
Bill Gates
Imprenditore, filantropo, terzo uomo più ricco al mondo: è il 1955 quando nasce Bill Gates, il creatore della più grande
azienda di software del mondo, la Microsoft.
Bill Gates nasce a Seattle da una famiglia della buona borghesia locale. Il padre era procuratore, mentre la madre,
insegnante universitaria. Proprio per questo, il giovane Bill accede alla prestigiosa scuola privata Lakeside, luogo dove
entra in contatto per la prima volta con un computer.
Qui inizia il suo "approccio" al mondo informatico, appena tredicenne, insieme ad altri studenti. In quel contesto
incontra,Paul Allen, che sarà il suo socio e cofondatore della società.
Quella che si può definire l'antenata della Microsoft è la Lakeside Programmers Group, nata con l'obiettivo di poter
utilizzare a tempo indeterminato questo nuovo dispositivo.
L'evoluzione del business aziendale porta alla creazione della Traf-O-Data, una nuova Società fondata sempre con Allen,
dove i soci progettano un computer per misurare il traffico stradale. Questo dispositivo frutta alla Società i primi guadagni
e, pochi anni dopo, Gates decide di iscriversi alla Facoltà di Legge ad Harvard: sono anni di grande fermento
economico e il giovane imprenditore intuisce il grande potenziale del mercato dei computer.
Nel 1975 nasce la Micro-soft Company: Gates e Allen sviluppano il linguaggio di programmazione BASIC. Questa fase
segna una vera e propria ascesa che permette all'azienda di crescere e al fatturato di "esplodere" nell'arco di pochi anni.
Basti pensare che, se nel 1979 contava solo 3 dipendenti e un fatturato di poco più di 16.000 dollari, solo cinque anni
dopo parliamo di oltre 600 dipendenti e un fatturato di quasi 100 milioni di dollari.
Dagli Stati Uniti all'Europa il passo è breve: la Microsoft apre le prime succursali in Francia, Germania, Inghilterra e il
primo stabilimento produttivo fuori dai confini americani, in Irlanda. Sono gli anni in cui viene messo in vendita la prima
versione di Windows al costo 99 dollari.
Altro step decisivo nella crescita dell'azienda è l'ingresso in Borsa, nel 1986, e la crescita è inarrestabile: alla fine del
1990, l'azienda conta oltre 4.000 dipendenti e ricavi per oltre 800 milioni di dollari.
Anche i prodotti si diversificano: esce la versione di Windows 3.0 e le sue determinanti azioni per lo sviluppo tecnologico
valgono a Gates la National Medal of Technology. consegnatagli da George Bush nel 1992.
Negli anni successivi, quando la vendita dei personal computer e la diffusione della rete internet sono ormai capillari,
Microsoft lancia Windows 98, il sistema operativo che si diffonderà su tutti i dispositivi a macchia d'olio. Ormai in vetta alla
classifica degli uomini più ricchi al mondo e dopo oltre 30 anni di attività nella sua azienda, nel 2008 Gates si dimette dalla
carica di Amministratore Delegato, per dedicare tutte le sue energie alla Fondazione Bill & Melinda Gates,
un'organizzazione umanitaria creata insieme alla moglie per curare alcune malattie nelle zone più bisognose del pianeta.
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  • 1. Storie di successo Ciao sono Maria Vittoria, vi racconto alcune …
  • 2. Adriano Olivetti Un visionario, un imprenditore fuori dal comune, un genio eclettico. Così viene ricordato ancora oggi Adriano Olivetti, l’industriale piemontese simbolo del Made in Italy, che ha creato a Ivrea la prima Silicon Valley italiana. Tra i maggiori innovatori del secolo, sono tanti i settori di cui si è occupato: economia, responsabilità sociale d’impresa, urbanistica, architettura, design, editoria, politica. Nato a Ivrea nel 1901, è figlio di Camillo Olivetti, fondatore della Ing. C. Olivetti & C., la prima azienda italiana a fabbricare macchine da scrivere. Dopo la laurea in Ingegneria chimica al Politecnico di Torino, Adriano inizia a lavorare nell'azienda di famiglia, partendo dalla catena di montaggio. Grazie a questa prima esperienza in fabbrica sviluppa un’empatia verso la classe operaia che lo porterà, nel 1938, come Presidente della società, ad impegnarsi sempre di più nel miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel secondo dopoguerra italiano, Olivetti infatti riuscirà a creare un’esperienza di fabbrica unica al mondo, in cui l’impresa non doveva solo assicurarsi buoni profitti, ma anche realizzare lo sviluppo sociale, culturale e umano dei lavoratori, rispettando il talento, l’individuo e l’aspirazione personale. L’obiettivo era quindi di creare una società più giusta e più sana e una comunità di lavoro basata sulla felicità collettiva. Fu perciò creato per i lavoratori un sistema di servizi sociali che comprendeva quartieri residenziali, ambulatori medici, asili, mensa, biblioteca e cinema gratuiti che portò ad un aumento della produttività e della qualità del lavoro. Innovazione, eccellenza tecnologica, internazionalità e cura del design industriale sono solo alcuni dei temi che hanno reso Olivetti uno tra i maggiori innovatori del XX secolo e una fonte di ispirazione: "Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”. Il sogno di Olivetti vive ancora nei prodotti iconici della sua azienda come la famosa macchina da scrivere Lettera 22 esposta al MoMa di New York e tra i riconoscimenti ricevuti in vita come il premio per “l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale” della National Management Association per aver trasformato un’azienda piemontese di macchine da scrivere in un colosso dell’informatica mondiale. Grazie al patrimonio urbanistico e architettonico ereditato dalla visione di un imprenditore illuminato quale fu Adriano Olivetti, nel 2018, Ivrea è stata ufficialmente riconosciuta Patrimonio mondiale UNESCO come "città industriale del XX secolo".
  • 3. Steve Jobs Il 16 ottobre ricorre lo Steve Jobs Day, una giornata pensata per celebrare una delle più brillanti menti del nostro secolo. Ecco alcune curiosità su di lui: - Nella sua vita ha depositato ben 323 brevetti: dal packaging agli adattatori per i suoi prodotti, fino alle scale di vetro presenti in molti Apple Store. -È stato buddista e fu tentato più volte, in gioventù, di diventare monaco. - Il nome Apple nasce dalla sua passione per la frutta e per i Pink Floyd: “Apple” è il titolo di un loro album. Come tante altre menti geniali, Steve Jobs era dislessico. ? Non voleva essere un uomo d’affari perché non voleva “essere come tutti gli uomini d’affari che conosceva”. STEVE JOBS E LA SUA STORIA DI SUCCESSO "Stay Hungry. Stay Foolish". Quattro semplici parole identificano Steve Jobs, il co-fondatore e CEO di Apple, l'imprenditore che in pochi anni ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e che ha creato una delle aziende americane più grandi e redditizia al mondo. La sua frase più famosa, pronunciata davanti ad una platea di giovani studenti della Stanford University nel 2005, ha lasciato un segno indelebile nella storia. Il celebre discorso, in cui racconta tre episodi della sua vita, l'abbandono dei genitori naturali, la cacciata dalla Apple e la malattia, è tuttora fonte di ispirazione per studenti, giovani imprenditori e lavoratori. Il messaggio? Non arrendersi mai e continuare a combattere ogni giorno per ciò che si desidera. "Non sprecate la vostra vita vivendo quella di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi. Non permettete che il fracasso delle opinioni degli altri smorzino la vostra voce interiore. E soprattutto, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione". Curiosità, ambizione, cambiamento e un pizzico di follia. Questi gli ingredienti che hanno portato Steve Jobs a trasformarsi in meno di 30 anni da ragazzino ribelle al guru della tecnologia. Nato in California, nel 1955, da una giovane coppia di studenti universitari, fu dato in adozione ancora in fasce. All'inizio degli anni '70, dopo il diploma, Jobs si iscrive al Reed College di Portland, nell'Oregon, ma dopo il primo semestre abbandona gli studi iniziando a lavorare in diverse attività. Ma è nel 1976 che inizia ufficialmente il suo cammino nel mondo dei computer: a soli 20 anni fonda, nel garage di casa, insieme all'amico Stephen Wozniak, la Apple Computer Inc, chiamando il primo computer prodotto Apple I. Per finanziare la sua idea, Jobs arrivò a vendere il suo minivan della Volkswagen, mentre Wozniak fu costretto a privarsi della sua amata calcolatrice scientifica dell'HP. Nel 1985 arriva la prima delusione e anche il periodo che Jobs racconta come il più creativo. L’estromissione dalla sua stessa azienda gli permise di creare nuove realtà come NeXT Computer e Pixar, di sposarsi, avere una famiglia, di ricominciare, con lo stesso amore e la stessa passione di prima. Solo dopo dieci anni Jobs riuscirà a tornare alla guida di Apple salvandola dal fallimento e arrivando a trasformare la storica azienda di Cupertino nella più avanzata nel campo della tecnologia. Con il lancio nel 2001 dell'iconico iPod, della piattaforma iTunes e in seguito dell'iPhone, Jobs riuscirà ad esprimere al massimo il suo talento: non per l'invenzione di nuovi prodotti o servizi ma per la geniale trasformazione del loro utilizzo. Una rivoluzione tecnologica e digitale mondiale che ha cambiato il modo di fruire la musica e di utilizzare ogni giorno il telefono cellulare. Nel 2011 l'annuncio della sua morte giunge di notte all'improvviso sulla home page del sito della sua azienda: "Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano". Con oltre 900 milioni di iPhone attivi ad oggi e un logo tra i più famosi al mondo, Steve Jobs ha lasciato un patrimonio inestimabile. Non era un ingegnere, un designer e neppure un programmatore ma è riconosciuto oggi come uno dei più famosi imprenditori a livello internazionale.
  • 4. Henry Ford Basta pronunciare il suo cognome e a chiunque viene in mente il grande marchio che ha creato: Henry Ford è stato fondatore dell'omonima casa automobilistica, una delle più antiche e rinomate dei nostri tempi. Nato nel 1863 in una fattoria di Dearborn, nello stato del Michigan, da William Ford, di origini irlandesi e da Mary Ford, nata in America da immigrati del Belgio, fin da giovanissimo si avvicina al mondo del lavoro. Da piccolo, mostra una passione nel riparare orologi da tasca e a soli 13 anni, inizia a guadagnare i primi dollari sistemando quelli di amici e vicini di casa. Dopo la scomparsa della madre, nel 1876, il giovane Ford si rifiuta di aiutare il padre nella fattoria di famiglia e tre anni più tardi, appena 16enne, inizia a lavorare come apprendista macchinista a Detroit, prima nella compagnia James F. Flower&Bros e, con la Detroit Dry Dock Co, poi. Questa esperienza si rivela determinante, in quanto gli permette di apprendere le prime conoscenze in ambito automobilistico, un settore ancora poco sviluppato ma che prometteva una forte crescita. Tornato nella fattoria di famiglia, mette a frutto le competenze acquisite nel riparare le macchine agricole prodotte da Westinghouse che, successivamente, lo assume per i riparare i motori a vapore dell'azienda. Sempre molto attivo, si dedica contemporaneamente agli studi di contabilità presso il Bryant&Stratton Business Collage di Detroit. Il primo passo importante nella sua carriera avviene nel 1893, quando Ford inizia a lavorare come capo ingegnere nella Società di Elettricità Edison Illuminating Company, dopo essersi sposato e aver avuto un figlio, Edsel. Il suo naturale talento lo porta a creare un'automobile con il motore a combustione interna, inventato pochi anni prima da Karl Benz e Gottlieb Daimler, un mezzo innovativo sperimentato su strada ed è il famoso Thomas Edison che lo incoraggia a costruirne un secondo modello. Dopo anni di esperienza maturati con la Edison e, successivamente, con la Detroit Automobile Company, Ford prende la decisione più importante della sua vita: fondare la Ford Motor Company a Dearborn. Il suo obiettivo è quello di contenere i prezzi dei beni prodotti, riducendo i tempi di lavorazione: questo è il momento che segna l'invenzione della catena di montaggio, un sistema di produzione innovativo che avrebbe reso, nel giro di pochi anni, i prezzi accessibili, avviando una produzione di massa. Pur non essendo l'inventore dell'automobile, l'imprenditore americano ne rivoluzionò la storia: il 26 luglio 1903 è la data in cui lancia sul mercato la prima autovettura marchiata "Ford", chiamata "Model T" o, comunemente, "Lizzie, la prima dell'azienda a essere prodotta su grande scala. Un business che aumenta a ritmo accelerato e che porta ben presto l'azienda a fatturati importanti, tanto che Ford coinvolge anche suo figlio Edsel, nominandolo Presidente della Società. A seguito della sua precoce scomparsa, l'imprenditore torna alla guida dell'azienda ma solo per pochi anni, quando lascia la carica a favore del nipote Henry Ford II. Ritiratosi a vita privata, riceve numerosi premi come l'American Automotive Golden Jubilee per il suo apporto al settore automobilistico e, a seguire, la medaglia d'oro dall'American Petroleum Institute, per il prezioso contributo al benessere dell'umanità.
  • 5. Bill Gates Imprenditore, filantropo, terzo uomo più ricco al mondo: è il 1955 quando nasce Bill Gates, il creatore della più grande azienda di software del mondo, la Microsoft. Bill Gates nasce a Seattle da una famiglia della buona borghesia locale. Il padre era procuratore, mentre la madre, insegnante universitaria. Proprio per questo, il giovane Bill accede alla prestigiosa scuola privata Lakeside, luogo dove entra in contatto per la prima volta con un computer. Qui inizia il suo "approccio" al mondo informatico, appena tredicenne, insieme ad altri studenti. In quel contesto incontra,Paul Allen, che sarà il suo socio e cofondatore della società. Quella che si può definire l'antenata della Microsoft è la Lakeside Programmers Group, nata con l'obiettivo di poter utilizzare a tempo indeterminato questo nuovo dispositivo. L'evoluzione del business aziendale porta alla creazione della Traf-O-Data, una nuova Società fondata sempre con Allen, dove i soci progettano un computer per misurare il traffico stradale. Questo dispositivo frutta alla Società i primi guadagni e, pochi anni dopo, Gates decide di iscriversi alla Facoltà di Legge ad Harvard: sono anni di grande fermento economico e il giovane imprenditore intuisce il grande potenziale del mercato dei computer. Nel 1975 nasce la Micro-soft Company: Gates e Allen sviluppano il linguaggio di programmazione BASIC. Questa fase segna una vera e propria ascesa che permette all'azienda di crescere e al fatturato di "esplodere" nell'arco di pochi anni. Basti pensare che, se nel 1979 contava solo 3 dipendenti e un fatturato di poco più di 16.000 dollari, solo cinque anni dopo parliamo di oltre 600 dipendenti e un fatturato di quasi 100 milioni di dollari. Dagli Stati Uniti all'Europa il passo è breve: la Microsoft apre le prime succursali in Francia, Germania, Inghilterra e il primo stabilimento produttivo fuori dai confini americani, in Irlanda. Sono gli anni in cui viene messo in vendita la prima versione di Windows al costo 99 dollari. Altro step decisivo nella crescita dell'azienda è l'ingresso in Borsa, nel 1986, e la crescita è inarrestabile: alla fine del 1990, l'azienda conta oltre 4.000 dipendenti e ricavi per oltre 800 milioni di dollari. Anche i prodotti si diversificano: esce la versione di Windows 3.0 e le sue determinanti azioni per lo sviluppo tecnologico valgono a Gates la National Medal of Technology. consegnatagli da George Bush nel 1992. Negli anni successivi, quando la vendita dei personal computer e la diffusione della rete internet sono ormai capillari, Microsoft lancia Windows 98, il sistema operativo che si diffonderà su tutti i dispositivi a macchia d'olio. Ormai in vetta alla classifica degli uomini più ricchi al mondo e dopo oltre 30 anni di attività nella sua azienda, nel 2008 Gates si dimette dalla carica di Amministratore Delegato, per dedicare tutte le sue energie alla Fondazione Bill & Melinda Gates, un'organizzazione umanitaria creata insieme alla moglie per curare alcune malattie nelle zone più bisognose del pianeta.