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Università degli Studi di Udine
     Corso di Laurea in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell'Informazione
                           Teorie e tecniche dei nuovi media




    Media Production, a cura di D. Hesmondhalgh
                       L'audience vista dai media
                                  (Jason Toynbee)




Marco Liotta                                       Anno accademico 2011/12
                                                                                    1
Introduzione
                                                  Jason Toynbee teaches in the
                                                  Sociology Department at the Open
                                                  University.
                                                  He writes about music and creativity.




David Hesmondhalgh
 is Head of the Institute of Communications
Studies, Professor of Media and Music
Industries and the Director of The Media
Industries Research Centre at the University of
Leeds.

                                                                                          2
In questo capitolo Jason Toynbee analizza il modo in cui le
industrie dei media hanno cercato di affrontare il problema
dell’audience e della sua misurazione utilizzando tecniche
di ricerca e di rilevazione.




                                                              3
Tre Posizioni Principali

1)Posizione Liberista

2)Posizione dell'economia politica

3)Posizione fallimentare




                                     4
1)Posizione Liberista

   Sostenuta dalle industrie dei media

   Ruolo primario delle agenzie pubblicitarie e dei
    ricercatori di mercato.




                                                       5
2)Posizione dell'Economia politica

   La ricerca sull’audience da parte dei media non è
    altro che una forma di sfruttamento

   Merce che viene venduta agli inserzionisti




                                                        6
3)Posizione Fallimentare

   Le organizzazioni mediali sostengono che le loro
    ricerche producono conoscenze reali (il vero
    audience interpreta i messaggi in un modo e
    non sempre come si evince dai risultati).

• Ang sostiene nel suo studio del 1991 che la
  conseguenza è che le forme di rilevazione
  adottate dai ricercatori che lavorano per i media
  danno una visione errata della situazione.

                                                       7
Di queste 3 posizioni elencate da Toynbee, molto diverse fra
loro, è possibile evidenziare un attributo comune:


                  L'incertezza




                                                               8
Perché l’incertezza è un punto così
importante per i media?

Una motivazione è la distanza fra produttori
e le audience in termini di tempo e spazio.

Esempio: il mercante di una bancarella.




                                               9
10
Nei nuovi media la distanza fra emittente e ricevente
non è così ridotta


Blumer definisce la folla atomizzata, cioè formata da
individui anonimi provenienti da diverse classi sociali e
fisicamente distinti l’uno dall’altro




                                                            11
Thompson ha ricavato da questo approccio riguardante
  l’audience di massa un punto di vista più sofisticato sul
  rapporto tra media e l’audience definito “quasi
  interazione mediata”, e caratterizzato da 4 punti:

   comunicazione unidirezionale
   la separazione della produzione dalla ricezione
   la ripetibilità dei messaggi
   un orientamento verso un insieme di riceventi
    potenziali indefinito




                                                              12
Nei media commerciali possiamo trovare due approcci alla
ricerca sull’audience:

1)Quando le entrate derivano dalle vendite (CD, libri, Tv via
cavo) l’obiettivo è quello di informarsi sulle preferenze
dell’audience al fine di massimizzare gli acquirenti.

2)Quando invece le entrate derivano dalla pubblicità, come
la tv commerciale e la stampa, l’obiettivo è diverso. Bisogna
in questo caso vendere l’audience agli inserzionisti.




                                                                13
LO SGUARDO DEI MEDIA SULLA
   RICERCA DELL’AUDIENCE




                             14
I media giustificano la ricerca
dell’audience sostenendo che le
organizzazioni mediali devono capire
cosa piaccia all’audience.


Produrre una quantità enorme di
materiale per un audience minimo
risulterebbe in uno spreco di denaro e
risorse irrecuperabile per un’azienda.




                                         15
IL PRE TESTING DEL PRODOTTO

• Tipo di ricerca sull’audience che viene effettuato prima che il
  prodotto venga messo in commercio.

• Ha come scopo quello di ridurre l’incertezza sulla domanda
  verso un target potenziale.
• In alcuni casi il pre testing non è funzionale (editoria,industria
  discografica).

• Per quanto riguarda le riviste, ciò che interessa agli
  inserzionisti è sapere chi legge cosa e quanto spesso, e non
  molto i dati di vendita della rivista stessa.
• Per quanto riguarda invece Tv, internet e la radio, non vi sono
  dati di vendita da analizzare-->effettuare ricerche
                                                                    16
GLI INDICI DI ASCOLTO

La questione più importante per le aziende televisive è
l’esigenza di dimostrare che i risultati della ricerca
corrispondano a una rilevazione esatta dell’audience reale.

Il primo passo di questo tipo di ricerca è la scelta di un
campione.




                                                              17
Il problema della società di produzione mediale era
garantire che un campione di audience ristretto
rappresentasse il mercato potenziale del prodotto mediale.

Ma con che criterio va selezionato?




                                                             18
Consideriamo diversi fattori, primo fra tutti la dimensione.
  Il campione deve quindi essere abbastanza ampio da
  rappresentare in modo adeguato l’audience.

   Nielsen utilizza un campione di circa 5000 famiglie (su
    100 milioni di possessori di televisione presente negli
    stati uniti).
   Campione ampio, ma bisogna garantire un campione
    casuale
   Prima problematica dell’analisi del campione: come
    raccogliere le informazioni sui programmi che l’audience
    sta guardando.
   Nella storia della rilevazione dell’audience sono stati
    usati due metodi principali, il diario e il meter.
                                                               19
1)Il diario è un libretto su cui un membro della famiglia
   annota tutti i programmi che si sono guardati in un
   periodo di sette giorni.

   Questi diari sono un metodo di ricerca economico
   Ma con molti difetti!

 Stress emotivo dei partecipanti nel momento della
  compilazione
 Tendenza dei partecipanti a compilare il diario in un
  secondo momento.
• Questo sta a significare una catalogazione abbastanza
  confusa basata su ricordi, e non sull’effettiva visione o
  ascolto del programma.
                                                              20
2)La seconda tecnica di ricerca è l’uso di
un meter collegato al televisore.

Dal 1987 la Nielsen ha utilizzato il people
meter per la ricerca sull’audience dei
network nazionali. Questo dispositivo non
solo registra continuamente quale canale
si sta guardando, ma permette anche un
certo grado di individuazione dei diversi
componenti della famiglia.

Il people meter indica anche le
caratteristiche demografiche di ogni
individuo → metodo di rilevazione
dell’audience più attendibile.
                                              21
I Progressi delle tecniche di ricerca hanno portato a
miglioramenti della qualità della televisione e ad una
maggior soddisfazione dell’audience, oltre che
all’identificazione di gruppi precedentemente “invisibili”.

Quindi è possibile capire che la ricerca dell’audience è
prevalentemente quantitativa poiché rivela il numero di
individui che guarda determinati programmi o emittenti a
una determinata ora.

Ma come vengono espressi questi numeri? Il termine
utilizzato nell’industria per descrivere i diversi tipi di
rilevazione dell’audience è “indici”

                                                              22
-Contatti:Hut (households using television) % delle famiglie
che in un dato mercato hanno un televisore acceso
-Share: la quota percentuale di pubblico che si è
sintonizzata su un determinato programma, rispetto al
totale del pubblico presente davanti al televisore nello
stesso intervallo di tempo considerato.

SHARE=ascolto medio di una emittente . 100
             Ascolto totale

-Rating: Percentuale delle famiglie in un dato mercato
sintonizzate su un determinato canale (ovvero, tutte le
famiglie che possiedono un televisore e non le famiglie che
hanno un televisore acceso, come nel caso dello share)
                                                               23
-GRPs (GRoss Rating Points): somma degli indici di ascolto
in un dato periodo di tempo (per esempio il lunedì dalle 8h
alle 9h) o durante uno spot pubblicitario per un certo
periodo di tempo (1 mese).
-Reach: Percentuale di famiglie che possiedono un
televisore e che si sono sintonizzati su un canale, un
programma o una pubblicità almeno una voglia in un dato
periodo.
-Frequenza: numero medio di volte che una famiglia si
sintonizza su un canale, un programma o una pubblicità in
un certo periodo di tempo.




                                                              24
   L’ASCOLTO MEDIO, ovvero il numero di spettatori presenti mediamente in
    ciascun minuto del programma.

          Ascolto medio = copertura lorda/durata

   LA PENETRAZIONE, ovvero il rapporto percentuale tra l’ascolto medio di
    un programma e la popolazione di riferimento

          PENETRAZIONE=ascolto medio di una emittente . 100
                         Popolazione

   I MINUTI VISTI, ovvero il numero dei minuti che i diversi spettatori hanno
    trascorso in media davanti al programma.

           MINUTI VISTI = ascolto medio
              copertura netta
   LA PERMANENZA, ovvero un indice della densità di consumo e della
    fedeltà del pubblico

          PERMANENZA = ascolto medio . 100
                 copertura netta
                                                                                 25
26 gennaio/1° febbraio 2004 dati
Friends: Indice 13.1, Share 21%
Famiglie:14 milioni




26 gennaio/1° febbraio 2004 dati
Superbowl: Indice 41.4,Share 63%
Famiglie 45 milioni

Il link seguente vi permette di avere
accesso agli spot della Fiat e della
chrysler trasmessi durante il
Superbowl 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/
02/07/l%E2%80%99immagine-
dell%E2%80%99italia-super-bowl-
                                     26
americano/189562/
LA RICERCA COME FORMA
  DI SFRUTTAMENTO




                        27
L’economia politica premette che le industrie dei media
devono essere intese come istituzioni che hanno notevole
potere sull’audience.

Ma da dove deriva questo potere?

Secondo Garnham (1990) le industrie dei media non solo
producono merci – come programmi, libri, Cd, film – ma
hanno un ruolo fondamentale nella promozione attraverso
la pubblicità.

La pubblicità agevola quindi un processo di mercificazione:
cioè che sempre più persone comprano sempre più cose.

                                                              28
Questa posizione dell’audience viene vista come il
destinatario di messaggi di parte che promuovono il
consumo, sotto una visione estremamente critica.

•Dallas Smythe (1995) afferma inoltre, avvalorando le tesi
di Garnham, che l’audience dovrebbe essere considerata
come il destinatario dei messaggi delle merci, ma anche
che i suoi membri devono trasformarsi in consumatori che
scelgono attivamente da una varietà crescente di beni nei
negozi (e ora anche nei negozi online).

•In definitiva, l’audience diventa una merce che i media
vendono agli inserzionisti.

                                                             29
L’influenza della pubblicità sui quotidiani e sui
lettori

•James Curran (1986) sostiene che la pubblicità abbia avuto una forte
influenza sulla struttura dei media britannici fin dalla nascita della
televisione commerciale, nel 1956.

•La nuova emittente ITV attirava le entrate pubblicitarie, togliendole di
fatto ai media tradizionali, come la stampa popolare, che perse 5
testate tra il 1960 e il 1964.

•Per sopperire a questa crisi i quotidiani abbassarono il livello delle
tariffe pubblicitarie, in modo da attirare più inserzionisti, ma perdendo
così ulteriormente i margini del profitto.


                                                                            30
Un altro esempio da analizzare riguarda le così dette
merci-audience.

• Gruppo di lettori piccolo ma esclusivo, pubblicizzando
prodotti di alto livello.

La stampa in questo modo cerca di contrastare l’enorme
potere mediatico che ha avuto la televisione nei confronti
dell’audience, cercando di “tabloidizzarlo”. Fondamentale
diventa in queste circostanze definire una strategia chiave
per comprendere nel miglior modo possibile le persone e
capire come sfruttare questa conoscenza.

•Pubblicità e messaggi subliminali
                                                              31
32
•Nel 1980 Todd Gitlin effettuò uno studio particolare che
confermarono in parte le tesi dei ricercatori dell’economia politica.

•Gitlin intervistò diversi membri del personale di un network televisivo
americano, e concluse che la preoccupazione sulla dimensione del
pubblico produceva un effetto nocivo sui contenuti e portava a una
riprogrammazione costante ai danni dello sviluppo della televisione di
qualità.

“Quel che è certo è che anche l’aumento di un solo punto nell’indice di ascolto,
sostenuta nel corso di un intero anno, potrebbe valere 50 milioni di dollari o
più secondo le tariffe pubblicitarie del 1981; di conseguenza, quando un
programma è marginale e i dati sono ambigui, è facile che le pressioni reali e
attese degli inserzionisti facciano la differenza”



                                                                              33
L'AUDIENCE ISTITUZIONALE:UNA
     DISPERATA FINZIONE?




                               34
Il libro di Ien Ang “Cercasi Audience disperatamente” fece molto
scalpore nell’ambiente dei media quando venne pubblicato nel 1991.

•Questo libro era uno studio sulla televisione che contraddiceva sia la
posizione dell’industria dei media, che Ang chiama “punto di vista
istituzionale”, sia quella critica.

•Entrambe le posizioni affermano infatti che esiste un’audience
riconoscibile, ovvero un gruppo di persone coeso e misurabile occupato
nell’attività di prestare attenzione ai testi mediali.

•Per Ang questo punto di vista è una finzione, e critica fortemente la
posizione economia politica non solo per il fatto che mediante la
merce-audience si ottengono enormi guadagni sfruttando l’imperativo
capitalista, ma che vi è un vero e proprio “controllo attraverso la
conoscenza” (Focault)

                                                                          35
Particolare esempio a cui Ang attinge dagli studi di Focault nello scritto
(“Sorvegliare e punire”) è quello del Panopticon, una prigione modello
delineata dal filosofo Jeremy Bentham alla fine del 18°secolo.

In questa prigione le sentinelle sono posizionate in una torre centrale,
con le celle disposte in cerchio intorno a essa. Riparati da veneziane, i
sorveglianti del Panopticon possono vedere i prigionieri senza essere
visti.




                                                                            36
Secondo Ang quindi la ricerca
    sull’audience rappresenta una forma di
    sorveglianza.

   L’obiettivo è quello di trasformare i
    sorvegliati in oggetti, calcolabili,
    controllabili mediante la rilevazione.

   Il people meter è stato il progresso
    tecnologico che più si avvicina a questa
    ideologia

   Dallo zapping allo zipping (portare avanti
    o indietro velocemente una trasmissione
    registrata su supporto magnetico) per
    evitare la pubblicità.

                                                 37
•Ang ha condotto le sue ricerche prima dell’avvento di Internet, e non
ha potuto considerare questa nuova strada dei prodotti mediali e
dell’audience che ne deriva.

•Nel caso della rete, l’alto grado di interattività e l’estrema moltitudine
di siti web rendono la rilevazione dell’audience ancora più complicata.

•Le prime ricerche su Internet utilizzavano l’indice di successo di un
sito, ma il conteggio delle visite su un sito non dice assolutamente nulla
riguardo alla qualità di utilizzo o all’identità dell’utente.




                                                                          38
Alla fine degli anni 90 è stato inventato un particolare
software che esegue le stesse funzionalità del people
meter, e che viene installato nei PC dei partecipanti alla
ricerca. Tuttavia la mole di siti web di conseguenza
necessita di garantire un campione ancora più grande per le
rilevazioni. (Napoli, 2003).

Estrazione contenuti online Eventi in Streaming
Possiamo quindi dire che esiste un Audience?

•Nelle sue conclusioni Ang sostiene che guardare la televisione è un processo
culturale complesso e dinamico, del tutto radicato nella confusione della vita
quotidiana.

•Morley nel 1990 riprende questo concetto e afferma inoltre che il semplice fatto
di avere una Tv accesa non vuol dire necessariamente che vi sia un’audience.
Potrebbe essere utile secondo Hesmondhalgh provare ad analizzare un altro
media, come la radio.




                                                                                 40
Vi sono prevalentemente due categorie di radioascoltatori: i

1)radioascoltatori fedeli ad una determinata emittente
2)radioascoltatori occasionali

•Questa differenziazione più marcata induce i ricercatori a pensare ad
un gruppo di persone che prestano attenzione verso i media in modo
più o meno coerente, a seconda di come sono, del loro carattere e dei
loro gusti.

•Toynbee continua il suo studio analizzando quindi l’audience più da
vicino.




                                                                       41
Con l’introduzione delle nuove tecnologie dei media e delle strategie di
marketing, i media hanno indubbiamente subito numerosi
cambiamenti nel corso degli ultimi 30 anni.

Vi sono innanzitutto due grossi avvenimenti da evidenziare:

1. La crescita del neoliberismo (ovvero quell’insieme di idee che
   legittimano la proprietà privata ed il mercato)
2. La crescente conglomerazione e concentrazione della proprietà dei
   media nelle mani di un numero ristretto di grandi società con varie
   holding dei media.

Ma quanto sono significativi questi cambiamenti per il modo in cui i
media si occupano di audience??


                                                                       42
Per Watt (1994) il cinema fornisce degli esempi molto interessanti.
Per primo il concetto di film “High Concept”, ovvero basati su un’idea
semplice che può essere spiegata e testata globalmente sul mercato
senza problemi. Il risultato è quindi una crescente formularizzazione
delle produzioni.

Le strategie di marketing e di pre-testing nella grande azienda che è
Hollywood ne sono un esempio.




                                                                         43
Per un importante scena di “King Kong” del 1933 il regista
decise di rigirare la suddetta scena poiché durante
l’anteprima del film, il pubblico reagì disgustato alle
immagini degli umani, all’inseguimento del gorilla, che
venivano attaccati da insetti giganti e dinosauri.

Oltre al pre-testing, l’industria Hollywoodiana ha sfruttato
anche le tecniche di branding, ovvero il reclutamento di
star di Hollywood utilizzate come “merce interna”.
CONCLUSIONI




              45
Toynbee analizza in questo capitolo le tensioni fra la conoscenza
   dell’audience e l’incertezza, che sono importanti caratteristiche della
   comunicazione mediata. Ed in un certo senso i 3 approcci analizzati si
   collocano fra questi due poli.

1. La posizione dell’industria dei media è di fiduciosa sicurezza nell’efficacia
   della ricerca sull’audience in termini quantitativi, permettendo quindi di
   finanziare i propri programmi con la pubblicità.

2. Secondo la posizione critica dell’economia politica dei media, la
   conoscenza dell’audience da parte delle industrie è sinonimo di controllo e
   sfruttamento, e che l’audience viene venduto agli inserzionisti.

3. Ang infine sostiene il fallimento continuo dei media, che non riescono a
   comprendere l’audience, data l’elevata complessità e la resistenza ad una
   classificazione e monitoraggio di massa.



                                                                                   46
Pur essendoci dei cambiamenti in corso, è difficile
valutare la dimensione ed il significato dell’audience, e
tuttavia Toynbee conclude affermando che mentre le
grandi società stanno commercializzando prodotti
simbolici in un’intera gamma di attività mediali, i
lavoratori creativi e le audience hanno minor potere e
capacità di modellare la forma e la qualità delle loro
relazioni.



                                                            47
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  • 1. Università degli Studi di Udine Corso di Laurea in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell'Informazione Teorie e tecniche dei nuovi media Media Production, a cura di D. Hesmondhalgh L'audience vista dai media (Jason Toynbee) Marco Liotta Anno accademico 2011/12 1
  • 2. Introduzione Jason Toynbee teaches in the Sociology Department at the Open University. He writes about music and creativity. David Hesmondhalgh is Head of the Institute of Communications Studies, Professor of Media and Music Industries and the Director of The Media Industries Research Centre at the University of Leeds. 2
  • 3. In questo capitolo Jason Toynbee analizza il modo in cui le industrie dei media hanno cercato di affrontare il problema dell’audience e della sua misurazione utilizzando tecniche di ricerca e di rilevazione. 3
  • 4. Tre Posizioni Principali 1)Posizione Liberista 2)Posizione dell'economia politica 3)Posizione fallimentare 4
  • 5. 1)Posizione Liberista  Sostenuta dalle industrie dei media  Ruolo primario delle agenzie pubblicitarie e dei ricercatori di mercato. 5
  • 6. 2)Posizione dell'Economia politica  La ricerca sull’audience da parte dei media non è altro che una forma di sfruttamento  Merce che viene venduta agli inserzionisti 6
  • 7. 3)Posizione Fallimentare  Le organizzazioni mediali sostengono che le loro ricerche producono conoscenze reali (il vero audience interpreta i messaggi in un modo e non sempre come si evince dai risultati). • Ang sostiene nel suo studio del 1991 che la conseguenza è che le forme di rilevazione adottate dai ricercatori che lavorano per i media danno una visione errata della situazione. 7
  • 8. Di queste 3 posizioni elencate da Toynbee, molto diverse fra loro, è possibile evidenziare un attributo comune: L'incertezza 8
  • 9. Perché l’incertezza è un punto così importante per i media? Una motivazione è la distanza fra produttori e le audience in termini di tempo e spazio. Esempio: il mercante di una bancarella. 9
  • 10. 10
  • 11. Nei nuovi media la distanza fra emittente e ricevente non è così ridotta Blumer definisce la folla atomizzata, cioè formata da individui anonimi provenienti da diverse classi sociali e fisicamente distinti l’uno dall’altro 11
  • 12. Thompson ha ricavato da questo approccio riguardante l’audience di massa un punto di vista più sofisticato sul rapporto tra media e l’audience definito “quasi interazione mediata”, e caratterizzato da 4 punti:  comunicazione unidirezionale  la separazione della produzione dalla ricezione  la ripetibilità dei messaggi  un orientamento verso un insieme di riceventi potenziali indefinito 12
  • 13. Nei media commerciali possiamo trovare due approcci alla ricerca sull’audience: 1)Quando le entrate derivano dalle vendite (CD, libri, Tv via cavo) l’obiettivo è quello di informarsi sulle preferenze dell’audience al fine di massimizzare gli acquirenti. 2)Quando invece le entrate derivano dalla pubblicità, come la tv commerciale e la stampa, l’obiettivo è diverso. Bisogna in questo caso vendere l’audience agli inserzionisti. 13
  • 14. LO SGUARDO DEI MEDIA SULLA RICERCA DELL’AUDIENCE 14
  • 15. I media giustificano la ricerca dell’audience sostenendo che le organizzazioni mediali devono capire cosa piaccia all’audience. Produrre una quantità enorme di materiale per un audience minimo risulterebbe in uno spreco di denaro e risorse irrecuperabile per un’azienda. 15
  • 16. IL PRE TESTING DEL PRODOTTO • Tipo di ricerca sull’audience che viene effettuato prima che il prodotto venga messo in commercio. • Ha come scopo quello di ridurre l’incertezza sulla domanda verso un target potenziale. • In alcuni casi il pre testing non è funzionale (editoria,industria discografica). • Per quanto riguarda le riviste, ciò che interessa agli inserzionisti è sapere chi legge cosa e quanto spesso, e non molto i dati di vendita della rivista stessa. • Per quanto riguarda invece Tv, internet e la radio, non vi sono dati di vendita da analizzare-->effettuare ricerche 16
  • 17. GLI INDICI DI ASCOLTO La questione più importante per le aziende televisive è l’esigenza di dimostrare che i risultati della ricerca corrispondano a una rilevazione esatta dell’audience reale. Il primo passo di questo tipo di ricerca è la scelta di un campione. 17
  • 18. Il problema della società di produzione mediale era garantire che un campione di audience ristretto rappresentasse il mercato potenziale del prodotto mediale. Ma con che criterio va selezionato? 18
  • 19. Consideriamo diversi fattori, primo fra tutti la dimensione. Il campione deve quindi essere abbastanza ampio da rappresentare in modo adeguato l’audience.  Nielsen utilizza un campione di circa 5000 famiglie (su 100 milioni di possessori di televisione presente negli stati uniti).  Campione ampio, ma bisogna garantire un campione casuale  Prima problematica dell’analisi del campione: come raccogliere le informazioni sui programmi che l’audience sta guardando.  Nella storia della rilevazione dell’audience sono stati usati due metodi principali, il diario e il meter. 19
  • 20. 1)Il diario è un libretto su cui un membro della famiglia annota tutti i programmi che si sono guardati in un periodo di sette giorni.  Questi diari sono un metodo di ricerca economico  Ma con molti difetti!  Stress emotivo dei partecipanti nel momento della compilazione  Tendenza dei partecipanti a compilare il diario in un secondo momento. • Questo sta a significare una catalogazione abbastanza confusa basata su ricordi, e non sull’effettiva visione o ascolto del programma. 20
  • 21. 2)La seconda tecnica di ricerca è l’uso di un meter collegato al televisore. Dal 1987 la Nielsen ha utilizzato il people meter per la ricerca sull’audience dei network nazionali. Questo dispositivo non solo registra continuamente quale canale si sta guardando, ma permette anche un certo grado di individuazione dei diversi componenti della famiglia. Il people meter indica anche le caratteristiche demografiche di ogni individuo → metodo di rilevazione dell’audience più attendibile. 21
  • 22. I Progressi delle tecniche di ricerca hanno portato a miglioramenti della qualità della televisione e ad una maggior soddisfazione dell’audience, oltre che all’identificazione di gruppi precedentemente “invisibili”. Quindi è possibile capire che la ricerca dell’audience è prevalentemente quantitativa poiché rivela il numero di individui che guarda determinati programmi o emittenti a una determinata ora. Ma come vengono espressi questi numeri? Il termine utilizzato nell’industria per descrivere i diversi tipi di rilevazione dell’audience è “indici” 22
  • 23. -Contatti:Hut (households using television) % delle famiglie che in un dato mercato hanno un televisore acceso -Share: la quota percentuale di pubblico che si è sintonizzata su un determinato programma, rispetto al totale del pubblico presente davanti al televisore nello stesso intervallo di tempo considerato. SHARE=ascolto medio di una emittente . 100 Ascolto totale -Rating: Percentuale delle famiglie in un dato mercato sintonizzate su un determinato canale (ovvero, tutte le famiglie che possiedono un televisore e non le famiglie che hanno un televisore acceso, come nel caso dello share) 23
  • 24. -GRPs (GRoss Rating Points): somma degli indici di ascolto in un dato periodo di tempo (per esempio il lunedì dalle 8h alle 9h) o durante uno spot pubblicitario per un certo periodo di tempo (1 mese). -Reach: Percentuale di famiglie che possiedono un televisore e che si sono sintonizzati su un canale, un programma o una pubblicità almeno una voglia in un dato periodo. -Frequenza: numero medio di volte che una famiglia si sintonizza su un canale, un programma o una pubblicità in un certo periodo di tempo. 24
  • 25. L’ASCOLTO MEDIO, ovvero il numero di spettatori presenti mediamente in ciascun minuto del programma. Ascolto medio = copertura lorda/durata  LA PENETRAZIONE, ovvero il rapporto percentuale tra l’ascolto medio di un programma e la popolazione di riferimento PENETRAZIONE=ascolto medio di una emittente . 100 Popolazione  I MINUTI VISTI, ovvero il numero dei minuti che i diversi spettatori hanno trascorso in media davanti al programma. MINUTI VISTI = ascolto medio copertura netta  LA PERMANENZA, ovvero un indice della densità di consumo e della fedeltà del pubblico PERMANENZA = ascolto medio . 100 copertura netta 25
  • 26. 26 gennaio/1° febbraio 2004 dati Friends: Indice 13.1, Share 21% Famiglie:14 milioni 26 gennaio/1° febbraio 2004 dati Superbowl: Indice 41.4,Share 63% Famiglie 45 milioni Il link seguente vi permette di avere accesso agli spot della Fiat e della chrysler trasmessi durante il Superbowl 2012 http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/ 02/07/l%E2%80%99immagine- dell%E2%80%99italia-super-bowl- 26 americano/189562/
  • 27. LA RICERCA COME FORMA DI SFRUTTAMENTO 27
  • 28. L’economia politica premette che le industrie dei media devono essere intese come istituzioni che hanno notevole potere sull’audience. Ma da dove deriva questo potere? Secondo Garnham (1990) le industrie dei media non solo producono merci – come programmi, libri, Cd, film – ma hanno un ruolo fondamentale nella promozione attraverso la pubblicità. La pubblicità agevola quindi un processo di mercificazione: cioè che sempre più persone comprano sempre più cose. 28
  • 29. Questa posizione dell’audience viene vista come il destinatario di messaggi di parte che promuovono il consumo, sotto una visione estremamente critica. •Dallas Smythe (1995) afferma inoltre, avvalorando le tesi di Garnham, che l’audience dovrebbe essere considerata come il destinatario dei messaggi delle merci, ma anche che i suoi membri devono trasformarsi in consumatori che scelgono attivamente da una varietà crescente di beni nei negozi (e ora anche nei negozi online). •In definitiva, l’audience diventa una merce che i media vendono agli inserzionisti. 29
  • 30. L’influenza della pubblicità sui quotidiani e sui lettori •James Curran (1986) sostiene che la pubblicità abbia avuto una forte influenza sulla struttura dei media britannici fin dalla nascita della televisione commerciale, nel 1956. •La nuova emittente ITV attirava le entrate pubblicitarie, togliendole di fatto ai media tradizionali, come la stampa popolare, che perse 5 testate tra il 1960 e il 1964. •Per sopperire a questa crisi i quotidiani abbassarono il livello delle tariffe pubblicitarie, in modo da attirare più inserzionisti, ma perdendo così ulteriormente i margini del profitto. 30
  • 31. Un altro esempio da analizzare riguarda le così dette merci-audience. • Gruppo di lettori piccolo ma esclusivo, pubblicizzando prodotti di alto livello. La stampa in questo modo cerca di contrastare l’enorme potere mediatico che ha avuto la televisione nei confronti dell’audience, cercando di “tabloidizzarlo”. Fondamentale diventa in queste circostanze definire una strategia chiave per comprendere nel miglior modo possibile le persone e capire come sfruttare questa conoscenza. •Pubblicità e messaggi subliminali 31
  • 32. 32
  • 33. •Nel 1980 Todd Gitlin effettuò uno studio particolare che confermarono in parte le tesi dei ricercatori dell’economia politica. •Gitlin intervistò diversi membri del personale di un network televisivo americano, e concluse che la preoccupazione sulla dimensione del pubblico produceva un effetto nocivo sui contenuti e portava a una riprogrammazione costante ai danni dello sviluppo della televisione di qualità. “Quel che è certo è che anche l’aumento di un solo punto nell’indice di ascolto, sostenuta nel corso di un intero anno, potrebbe valere 50 milioni di dollari o più secondo le tariffe pubblicitarie del 1981; di conseguenza, quando un programma è marginale e i dati sono ambigui, è facile che le pressioni reali e attese degli inserzionisti facciano la differenza” 33
  • 34. L'AUDIENCE ISTITUZIONALE:UNA DISPERATA FINZIONE? 34
  • 35. Il libro di Ien Ang “Cercasi Audience disperatamente” fece molto scalpore nell’ambiente dei media quando venne pubblicato nel 1991. •Questo libro era uno studio sulla televisione che contraddiceva sia la posizione dell’industria dei media, che Ang chiama “punto di vista istituzionale”, sia quella critica. •Entrambe le posizioni affermano infatti che esiste un’audience riconoscibile, ovvero un gruppo di persone coeso e misurabile occupato nell’attività di prestare attenzione ai testi mediali. •Per Ang questo punto di vista è una finzione, e critica fortemente la posizione economia politica non solo per il fatto che mediante la merce-audience si ottengono enormi guadagni sfruttando l’imperativo capitalista, ma che vi è un vero e proprio “controllo attraverso la conoscenza” (Focault) 35
  • 36. Particolare esempio a cui Ang attinge dagli studi di Focault nello scritto (“Sorvegliare e punire”) è quello del Panopticon, una prigione modello delineata dal filosofo Jeremy Bentham alla fine del 18°secolo. In questa prigione le sentinelle sono posizionate in una torre centrale, con le celle disposte in cerchio intorno a essa. Riparati da veneziane, i sorveglianti del Panopticon possono vedere i prigionieri senza essere visti. 36
  • 37. Secondo Ang quindi la ricerca sull’audience rappresenta una forma di sorveglianza.  L’obiettivo è quello di trasformare i sorvegliati in oggetti, calcolabili, controllabili mediante la rilevazione.  Il people meter è stato il progresso tecnologico che più si avvicina a questa ideologia  Dallo zapping allo zipping (portare avanti o indietro velocemente una trasmissione registrata su supporto magnetico) per evitare la pubblicità. 37
  • 38. •Ang ha condotto le sue ricerche prima dell’avvento di Internet, e non ha potuto considerare questa nuova strada dei prodotti mediali e dell’audience che ne deriva. •Nel caso della rete, l’alto grado di interattività e l’estrema moltitudine di siti web rendono la rilevazione dell’audience ancora più complicata. •Le prime ricerche su Internet utilizzavano l’indice di successo di un sito, ma il conteggio delle visite su un sito non dice assolutamente nulla riguardo alla qualità di utilizzo o all’identità dell’utente. 38
  • 39. Alla fine degli anni 90 è stato inventato un particolare software che esegue le stesse funzionalità del people meter, e che viene installato nei PC dei partecipanti alla ricerca. Tuttavia la mole di siti web di conseguenza necessita di garantire un campione ancora più grande per le rilevazioni. (Napoli, 2003). Estrazione contenuti online Eventi in Streaming
  • 40. Possiamo quindi dire che esiste un Audience? •Nelle sue conclusioni Ang sostiene che guardare la televisione è un processo culturale complesso e dinamico, del tutto radicato nella confusione della vita quotidiana. •Morley nel 1990 riprende questo concetto e afferma inoltre che il semplice fatto di avere una Tv accesa non vuol dire necessariamente che vi sia un’audience. Potrebbe essere utile secondo Hesmondhalgh provare ad analizzare un altro media, come la radio. 40
  • 41. Vi sono prevalentemente due categorie di radioascoltatori: i 1)radioascoltatori fedeli ad una determinata emittente 2)radioascoltatori occasionali •Questa differenziazione più marcata induce i ricercatori a pensare ad un gruppo di persone che prestano attenzione verso i media in modo più o meno coerente, a seconda di come sono, del loro carattere e dei loro gusti. •Toynbee continua il suo studio analizzando quindi l’audience più da vicino. 41
  • 42. Con l’introduzione delle nuove tecnologie dei media e delle strategie di marketing, i media hanno indubbiamente subito numerosi cambiamenti nel corso degli ultimi 30 anni. Vi sono innanzitutto due grossi avvenimenti da evidenziare: 1. La crescita del neoliberismo (ovvero quell’insieme di idee che legittimano la proprietà privata ed il mercato) 2. La crescente conglomerazione e concentrazione della proprietà dei media nelle mani di un numero ristretto di grandi società con varie holding dei media. Ma quanto sono significativi questi cambiamenti per il modo in cui i media si occupano di audience?? 42
  • 43. Per Watt (1994) il cinema fornisce degli esempi molto interessanti. Per primo il concetto di film “High Concept”, ovvero basati su un’idea semplice che può essere spiegata e testata globalmente sul mercato senza problemi. Il risultato è quindi una crescente formularizzazione delle produzioni. Le strategie di marketing e di pre-testing nella grande azienda che è Hollywood ne sono un esempio. 43
  • 44. Per un importante scena di “King Kong” del 1933 il regista decise di rigirare la suddetta scena poiché durante l’anteprima del film, il pubblico reagì disgustato alle immagini degli umani, all’inseguimento del gorilla, che venivano attaccati da insetti giganti e dinosauri. Oltre al pre-testing, l’industria Hollywoodiana ha sfruttato anche le tecniche di branding, ovvero il reclutamento di star di Hollywood utilizzate come “merce interna”.
  • 46. Toynbee analizza in questo capitolo le tensioni fra la conoscenza dell’audience e l’incertezza, che sono importanti caratteristiche della comunicazione mediata. Ed in un certo senso i 3 approcci analizzati si collocano fra questi due poli. 1. La posizione dell’industria dei media è di fiduciosa sicurezza nell’efficacia della ricerca sull’audience in termini quantitativi, permettendo quindi di finanziare i propri programmi con la pubblicità. 2. Secondo la posizione critica dell’economia politica dei media, la conoscenza dell’audience da parte delle industrie è sinonimo di controllo e sfruttamento, e che l’audience viene venduto agli inserzionisti. 3. Ang infine sostiene il fallimento continuo dei media, che non riescono a comprendere l’audience, data l’elevata complessità e la resistenza ad una classificazione e monitoraggio di massa. 46
  • 47. Pur essendoci dei cambiamenti in corso, è difficile valutare la dimensione ed il significato dell’audience, e tuttavia Toynbee conclude affermando che mentre le grandi società stanno commercializzando prodotti simbolici in un’intera gamma di attività mediali, i lavoratori creativi e le audience hanno minor potere e capacità di modellare la forma e la qualità delle loro relazioni. 47