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Il WEB 2.0




      Sapienza Università di Roma
     Anno Accademico 2012 – 2013
Informatica per gli Archivi e le Biblioteche
          Prof.ssa Linda Giuva

         Prof. Maurizio Caminito
               LEZIONE 8a                      1
La gestione dei contenuti:
            dal Web 1.0 al Web 2.0
  creare e rendere fruibili i contenuti sul web

Authors                      Webmaster
Content managers
Webmaster        Producers     Platform (blog, wiki)      Re-publishing
                 Providers                                Re-packaging




                                       Platform (social network)
                Consumers
                               Users
                             “Prosumers”
   Users
                  Web 1.0    Web 2.0
Gestione dei contenuti e Web 2.0




    Dalle pagine web create dai webmaster
        all'UGC (user-generated content)
           dal sito web al blog e al wiki,
   dall'inserimento manuale di informazioni
all'aggregazione di informazioni da altre fonti.
Sistemi informativi e Web 2.0




Da un flusso diretto dalla fonte all'utente finale che visualizza
l'informazione su una schermata

ad un flusso multi-direzionale in cui i produttori sono spesso
anche consumer e i consumer sono spesso servizi avanzati che
rielaborano, aggregano e disgregano i contenuti e li rendono
disponibili ad altri servizi consumer, in un ciclo potenzialmente
infinito.
DATI GENERATI DAGLI UTENTI

• Wikipedia, Flickr, YouTube, LinkedIn, Facebook
  (pubblicazione di testi, filmati, foto, …)

• Social tagging

• Tassonomie generate dagli utenti: FOLKSNOMIES
  (categorizzazione collaborativa)

• Passaparola = marketing virale
                                                   5
Il Mash up




          Mash-up (letteralmente: "poltiglia"):
         applicazione che usa contenuti da più
         sorgenti per creare un servizio nuovo.

Uso di applicazioni web di tipo ibrido, cioè tale da
includere dinamicamente informazioni o contenuti
provenienti da più fonti.

N.B. Chiunque può combinare dati in modi innovativi da siti
  come : Amazon.com, eBay, Google, Windows Live e Yahoo!      6
Gli strumenti per il Mash Up




Il contenuto dei mash-up è preso da terzi:
• via API,
• tramite feed (es. RSS e Atom)
• o Javascript.                              7
API



           (Application Programming Interface)

Sistema che permette la comunicazione tra applicazioni,
attraverso la possibilità di incorporare in un altro software
un pezzo di codice che non si può manipolare direttamente

L’API è una particolare interfaccia che librerie, software o
   piattaforme possono usare per interagire con un altro
   programma o un’altra piattaforma.                        8
A che servono le API

Per uno sviluppatore o un gestore di una
piattaforma o di un sito (di una biblioteca?)
mettere a disposizione un set di API di un suo
software significa dare la possibilità ad altri di
interagire con la sua piattaforma e, soprattutto,
estendere le funzioni e le caratteristiche della
struttura base della piattaforma.
Le API sono un ottimo strumento per promuovere
un programma offrendo ad altri un modo per
interagirci.                                       9
L’uso delle API


• Le foto possono essere condivise tra siti come FLICKR e Social
  Network come Facebook e Myspace.
• I contenuti che si trovano in siti diversi possono essere integrati
  tra di loro.
• I contenuti possono essere dinamicamente postati. Un commento
  lasciato su Twitter può essere direttamente condiviso ed apparire
  su Facebook tramite le API di Twitter e Facebook.
• I video possono essere scaricati da YOUTUBE e inseriti in un sito.
  ( in un blog per esempio)
• Le informazioni degli utenti possono essere condivise tra comunità
  web e applicazioni esterne, dando così nuove funzionalità alla
  comunità del web. Un esempio tipico di questo processo è dato
  dalla piattaforma delle applicazioni di Facebook.
                                                                 10
Un sito: molte API




                     11
Un altro esempio:
il mio sistema di commercio elettronico
può sfruttare le API messe a disposizione
da PayPal per consentire ai miei clienti
di pagare con PayPal un ordine,
nonostante io non sia PayPal e non
abbia un accesso diretto al loro sistema.




                                            12
I feed RSS

Gli RSS Feed (Rich Site Summary ed anche
Really Simple Syndication) sono un formato per
la distribuzione automatica di contenuti Web.




Si riconoscono dalle icone (verso una standardizzazione)
Si leggono attraverso un lettore specifico locale o web based
(es.: Bloglines, Google Reader, ecc..)

• Un elenco completo dei lettori di Feed RSS disponibili:
                                                                13
              http://www.rss-world.info/aggregatori/
FEED: il flusso

Un feed è usato per fornire agli utilizzatori una serie di contenuti
aggiornati di frequente. I distributori del contenuto rendono
disponibile il feed e consentono agli utenti di iscriversi.
L'aggregazione consiste in un insieme di feeds accessibili
simultaneamente, ed è eseguita da un aggregatore Internet.

L'uso principale dei feed RSS (detti anche flussi RSS) è legato alla
possibilità di creare informazioni che un utente potrà vedere
molto comodamente, con l'aiuto di un lettore apposito, nella
stessa pagina, nella stessa finestra, senza dover andare ogni
volta nel sito principale.

                                                                  14
I Feed RSS in biblioteca

                         A cosa servono?
                (per i bibliotecari e per gli utenti)

•   Alerting sull’aggiornamento delle banche dati
•   Aggiornamento dei contenuti di un sito Web (i blog hanno
•   feed RSS)
•   TOC (Table of Contents) delle riviste

                     Utilità per chi li usa:
Non diffondo la mia mail
Mi difendo dallo spam
Scelgo io come e quando voglio ricevere informazione
                                                               15
RSS: gli aggregatori




            RSS reader / RSS aggregator

Un aggregatore è un software in grado di accedere ai
file delle feed RSS (è sufficiente che l'utente indichi al
 programma le URL delle feed), effettuarne il parsing
     (ovvero l'estrazione delle informazioni dai vari
 elementi XML), aggregarne i vari item e visualizzarli
           in base alle preferenze dell'utente.
Gli aggregatori RSS nei motori di ricerca
 • Aggregatori RSS online
   – Google Reader (http://www.google.com/reader/)
   – Yahoo Pipes (http://pipes.yahoo.com/pipes/)


Google Reader:
notizie aggregate
da diverse fonti su
“Informatica”
Feed RSS. Per approfondire




   Istruzioni per l’istallazione di un FeedRss
http://www.uniciber.it/fileadmin/doc_imm/documenti/RSS_02.pdf


           Per saperne di più sugli RSS
      http://it.wikipedia.org/wiki/Really_simple_syndication
                                                               18
JAVASCRIPT




             19
JAVASCRIPT

• Javascript è il principale linguaggio utilizzato per lo scripting
  lato-client, cioè per scrivere istruzioni che verranno eseguite
  a livello del client del visitatore di una pagina web.

  Il codice Javascript, pertanto, è sempre visibile all'interno del
  sorgente della pagina web scaricata dal browser in quanto
  quest'ultimo potrà eseguire le istruzioni Javascript solo dopo
  averne effettuato il download.

  Grazie a Javascript è possibile ridefinire in maniera dinamica
  le proprietà degli oggetti che formano la pagina Web.



                                                                      20
JavaScript: un linguaggio lato client
Il web funziona a due livelli:
le pagine web vengono inviate all’utente da un web server, cioè da un
programma che si trova su un computer remoto, e che invia le pagine a chi ne
fa richiesta
l’utente da casa visualizza sul proprio browser le pagine che gli sono state
inviate. Un “browser” è un programma che permette di leggere le pagine
scritte in linguaggio HTML: si tratta di “Internet Explorer”, “Netscape
Navigator”, “Opera” e altri.
Quando visualizziamo le nostre pagine web da casa ci sono dunque due
computer che si parlano: il server e il client.
Alcuni linguaggi di scripting (asp, php, perl) vengono eseguiti dal web server
(si chiamano appunto linguaggi server side o lato server). JavaScript, invece,
viene eseguito sul nostro computer di casa dal browser (è un linguaggio client
side o lato client).
                                                                            21
N.B.

In realtà il web è fatto a tre livelli, e non a due:
•il client (il pc su cui visualizzate le pagine)
•il “web server” (il programma che vi spedisce le
pagine dal pc remoto)
•il “database server” (un altro programma che
immagazzina i dati e li restituisce, quando
vengono richiesti)

                                                  22
JavaScript: Visualizzare gli oggetti
Quando programmate con JavaScript dovete immaginare che la pagina HTML sia
formata da vari elementi (o oggetti) in varia relazione fra loro. Il browser infatti (con
all’interno il documento HTML) può essere infatti “sezionato” in vari elementi:
•la finestra che contiene tutto quanto (l’oggetto window)
•eventuali frames (l’oggetto window.frames)
•il documento HTML vero e proprio (document)
•i moduli per raccogliere l’input dell’utente
•le immagini
•i cookie
•i livelli
•le applet
•la barra degli indirizzi (location)
•la barra di stato, nella parte bassa del browser (status)
Tutti gli oggetti che vediamo nel browser sono in relazione gerarchica fra di loro e
tramite JavaScript – utilizzando la corretta sintassi – è possibile interrogare questi
elementi, leggerne le proprietà e in taluni casi anche cambiare il valore di queste
proprietà.
                                                                                            23
DOM: Document Object Model



Una pagina web è un documento. Questo documento è visibile all'utente come
semplice testo (visualizzazione del codice) o attraverso un'interfaccia grafica, la
pagina internet che tutti conosciamo.

Il DOM è un terzo modo di guardare il documento, esso è una rappresentazione
completamente orientata agli oggetti della pagina web. Attraverso di esso, oltre
a guardare il documento, possiamo anche modificarlo con un linguaggio di
scripting, ad esempio Javascript.


DEFINIZIONE: Il Document Object Model (spesso abbreviato come DOM),
letteralmente modello a oggetti del documento, è una forma di rappresentazione
dei documenti strutturati come modello orientato agli oggetti.
                                                                                24
Gli «oggetti» del Javascript
Javascript è un linguaggio di programmazione che di per sé non
ha nulla a che vedere con i documenti xml o html.
Esso però "entra in contatto" con il documento per mezzo del
DOM, che è quindi una interfaccia per programmare
l'applicazione javascript che vuole agire sul documento.

Tutto ciò che è contenuto nel documento ha il suo corrispettivo
nel DOM, e una modifica programmata tramite DOM si riflette
in una modifica al documento.

Javascript può quindi modificare il documento attraverso i
metodi del DOM
                                                             25
I «metodi» del JavaScript

       Ognuno degli oggetti del browser ha i propri metodi
                                =
       ognuno degli oggetti del browser ha a disposizione
                determinate azioni e non altre.

Es.: Esiste l’oggetto history che contiene la storia della navigazione
dell’utente per quel che riguarda una finestra.
Tramite il metodo back() dell’oggetto history è possibile mandare indietro
l’utente alla pagina da cui è arrivato.
Il metodo back() è proprio dell’oggetto history, e non (per esempio) del
campo di un form in cui è previsto solo il riempimento di alcuni campi con
dati inseriti dall’utente.
                                                                             26
Gli «eventi» nel JavaScript - 1
                  Oltre essere organizzato a oggetti e metodi,
                  con JavaScript si programmano degli eventi.
               Un evento è qualcosa che accade nel documento.
Il documento è l’ambiente entro cui vengono realizzate delle “azioni”, in
parte dovute alla volontà dell’utente (passaggio del mouse su un link, click su
qualcosa…), altre volte dovute alla situazione contingente (la pagina è stata
caricata).
Grazie agli eventi possiamo “impacchettare” il codice scritto attraverso
JavaScript e farlo eseguire non appena l’utente esegue una data azione:
quando si clicca su un bottone di un form possiamo controllare che i dati
siano nel formato giusto; quando passa su un determinato link possiamo
scambiare due immagini, eccetera.
Gli eventi (le possibili cose che possono capitare all’interno della pagina)
  Es.: “alert” è una finestra di dialogo che avverte di qualcosa.
                                                                             27
Gli «eventi» nel JavaScript - 2
              Allo stesso elemento
      possono essere collegati eventi diversi,
    ciascuno con il proprio codice da eseguire.
    Ogni elemento dell’HTML ha a disposizione
          determinati eventi e non altri.
Possiamo inserire il codice JavaScript in qualsiasi parte del documento a
seconda delle nostre esigenze.
Per scrivere la sintassi è sufficiente aprire il tag <SCRIPT>. Il codice JavaScript
va inserito tra l’apertura e la chiusura del tag. Così:
                                      <script>
                                    alert(“ciao”);                                28
                                     </script>
IL DHTML

            Dynamic HTML
                     =
             linguaggio che,
congiungendo HTML, CSS e JavaScript,
      permette ai livelli di muoversi
 all’interno della finestra del browser

                                          29
AJAX: la comunicazione asincrona
Ajax elimina la natura del Web contraddistinta da momenti
alternati di dialogo-risposta che fanno attendere l’utente,
introducendo un intermediario - un motore Ajax - tra
l’utente e il server.
Può sembrare di aggiungere un livello all’applicazione che
la rende meno veloce a rispondere, però è vero il contrario.
Invece di caricare una classica pagina web, ad inizio
sessione, il browser carica il motore Ajax. Questo motore è
responsabile della comunicazione tra l’interfaccia utente e il
server, mettendoli in comunicazione tra di loro. Il motore
Ajax permette all’interazione dell’utente con l’applicazione
di essere asincrona. Così l’utente non rimane in attesa
della finestra del browser bianca e dell’icona indicante il
caricamento, aspettando che il server esegua le
                                                                 30
operazioni.
Cosa cambia con AJAX

   Le applicazioni web




                         31
In biblioteca una nuova pagina web
 Topeka & Swanee County Public Library




                                         32
33

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8a. Il web 2.0

  • 1. Il WEB 2.0 Sapienza Università di Roma Anno Accademico 2012 – 2013 Informatica per gli Archivi e le Biblioteche Prof.ssa Linda Giuva Prof. Maurizio Caminito LEZIONE 8a 1
  • 2. La gestione dei contenuti: dal Web 1.0 al Web 2.0 creare e rendere fruibili i contenuti sul web Authors Webmaster Content managers Webmaster Producers Platform (blog, wiki) Re-publishing Providers Re-packaging Platform (social network) Consumers Users “Prosumers” Users Web 1.0 Web 2.0
  • 3. Gestione dei contenuti e Web 2.0 Dalle pagine web create dai webmaster all'UGC (user-generated content) dal sito web al blog e al wiki, dall'inserimento manuale di informazioni all'aggregazione di informazioni da altre fonti.
  • 4. Sistemi informativi e Web 2.0 Da un flusso diretto dalla fonte all'utente finale che visualizza l'informazione su una schermata ad un flusso multi-direzionale in cui i produttori sono spesso anche consumer e i consumer sono spesso servizi avanzati che rielaborano, aggregano e disgregano i contenuti e li rendono disponibili ad altri servizi consumer, in un ciclo potenzialmente infinito.
  • 5. DATI GENERATI DAGLI UTENTI • Wikipedia, Flickr, YouTube, LinkedIn, Facebook (pubblicazione di testi, filmati, foto, …) • Social tagging • Tassonomie generate dagli utenti: FOLKSNOMIES (categorizzazione collaborativa) • Passaparola = marketing virale 5
  • 6. Il Mash up Mash-up (letteralmente: "poltiglia"): applicazione che usa contenuti da più sorgenti per creare un servizio nuovo. Uso di applicazioni web di tipo ibrido, cioè tale da includere dinamicamente informazioni o contenuti provenienti da più fonti. N.B. Chiunque può combinare dati in modi innovativi da siti come : Amazon.com, eBay, Google, Windows Live e Yahoo! 6
  • 7. Gli strumenti per il Mash Up Il contenuto dei mash-up è preso da terzi: • via API, • tramite feed (es. RSS e Atom) • o Javascript. 7
  • 8. API (Application Programming Interface) Sistema che permette la comunicazione tra applicazioni, attraverso la possibilità di incorporare in un altro software un pezzo di codice che non si può manipolare direttamente L’API è una particolare interfaccia che librerie, software o piattaforme possono usare per interagire con un altro programma o un’altra piattaforma. 8
  • 9. A che servono le API Per uno sviluppatore o un gestore di una piattaforma o di un sito (di una biblioteca?) mettere a disposizione un set di API di un suo software significa dare la possibilità ad altri di interagire con la sua piattaforma e, soprattutto, estendere le funzioni e le caratteristiche della struttura base della piattaforma. Le API sono un ottimo strumento per promuovere un programma offrendo ad altri un modo per interagirci. 9
  • 10. L’uso delle API • Le foto possono essere condivise tra siti come FLICKR e Social Network come Facebook e Myspace. • I contenuti che si trovano in siti diversi possono essere integrati tra di loro. • I contenuti possono essere dinamicamente postati. Un commento lasciato su Twitter può essere direttamente condiviso ed apparire su Facebook tramite le API di Twitter e Facebook. • I video possono essere scaricati da YOUTUBE e inseriti in un sito. ( in un blog per esempio) • Le informazioni degli utenti possono essere condivise tra comunità web e applicazioni esterne, dando così nuove funzionalità alla comunità del web. Un esempio tipico di questo processo è dato dalla piattaforma delle applicazioni di Facebook. 10
  • 11. Un sito: molte API 11
  • 12. Un altro esempio: il mio sistema di commercio elettronico può sfruttare le API messe a disposizione da PayPal per consentire ai miei clienti di pagare con PayPal un ordine, nonostante io non sia PayPal e non abbia un accesso diretto al loro sistema. 12
  • 13. I feed RSS Gli RSS Feed (Rich Site Summary ed anche Really Simple Syndication) sono un formato per la distribuzione automatica di contenuti Web. Si riconoscono dalle icone (verso una standardizzazione) Si leggono attraverso un lettore specifico locale o web based (es.: Bloglines, Google Reader, ecc..) • Un elenco completo dei lettori di Feed RSS disponibili: 13 http://www.rss-world.info/aggregatori/
  • 14. FEED: il flusso Un feed è usato per fornire agli utilizzatori una serie di contenuti aggiornati di frequente. I distributori del contenuto rendono disponibile il feed e consentono agli utenti di iscriversi. L'aggregazione consiste in un insieme di feeds accessibili simultaneamente, ed è eseguita da un aggregatore Internet. L'uso principale dei feed RSS (detti anche flussi RSS) è legato alla possibilità di creare informazioni che un utente potrà vedere molto comodamente, con l'aiuto di un lettore apposito, nella stessa pagina, nella stessa finestra, senza dover andare ogni volta nel sito principale. 14
  • 15. I Feed RSS in biblioteca A cosa servono? (per i bibliotecari e per gli utenti) • Alerting sull’aggiornamento delle banche dati • Aggiornamento dei contenuti di un sito Web (i blog hanno • feed RSS) • TOC (Table of Contents) delle riviste Utilità per chi li usa: Non diffondo la mia mail Mi difendo dallo spam Scelgo io come e quando voglio ricevere informazione 15
  • 16. RSS: gli aggregatori RSS reader / RSS aggregator Un aggregatore è un software in grado di accedere ai file delle feed RSS (è sufficiente che l'utente indichi al programma le URL delle feed), effettuarne il parsing (ovvero l'estrazione delle informazioni dai vari elementi XML), aggregarne i vari item e visualizzarli in base alle preferenze dell'utente.
  • 17. Gli aggregatori RSS nei motori di ricerca • Aggregatori RSS online – Google Reader (http://www.google.com/reader/) – Yahoo Pipes (http://pipes.yahoo.com/pipes/) Google Reader: notizie aggregate da diverse fonti su “Informatica”
  • 18. Feed RSS. Per approfondire Istruzioni per l’istallazione di un FeedRss http://www.uniciber.it/fileadmin/doc_imm/documenti/RSS_02.pdf Per saperne di più sugli RSS http://it.wikipedia.org/wiki/Really_simple_syndication 18
  • 20. JAVASCRIPT • Javascript è il principale linguaggio utilizzato per lo scripting lato-client, cioè per scrivere istruzioni che verranno eseguite a livello del client del visitatore di una pagina web. Il codice Javascript, pertanto, è sempre visibile all'interno del sorgente della pagina web scaricata dal browser in quanto quest'ultimo potrà eseguire le istruzioni Javascript solo dopo averne effettuato il download. Grazie a Javascript è possibile ridefinire in maniera dinamica le proprietà degli oggetti che formano la pagina Web. 20
  • 21. JavaScript: un linguaggio lato client Il web funziona a due livelli: le pagine web vengono inviate all’utente da un web server, cioè da un programma che si trova su un computer remoto, e che invia le pagine a chi ne fa richiesta l’utente da casa visualizza sul proprio browser le pagine che gli sono state inviate. Un “browser” è un programma che permette di leggere le pagine scritte in linguaggio HTML: si tratta di “Internet Explorer”, “Netscape Navigator”, “Opera” e altri. Quando visualizziamo le nostre pagine web da casa ci sono dunque due computer che si parlano: il server e il client. Alcuni linguaggi di scripting (asp, php, perl) vengono eseguiti dal web server (si chiamano appunto linguaggi server side o lato server). JavaScript, invece, viene eseguito sul nostro computer di casa dal browser (è un linguaggio client side o lato client). 21
  • 22. N.B. In realtà il web è fatto a tre livelli, e non a due: •il client (il pc su cui visualizzate le pagine) •il “web server” (il programma che vi spedisce le pagine dal pc remoto) •il “database server” (un altro programma che immagazzina i dati e li restituisce, quando vengono richiesti) 22
  • 23. JavaScript: Visualizzare gli oggetti Quando programmate con JavaScript dovete immaginare che la pagina HTML sia formata da vari elementi (o oggetti) in varia relazione fra loro. Il browser infatti (con all’interno il documento HTML) può essere infatti “sezionato” in vari elementi: •la finestra che contiene tutto quanto (l’oggetto window) •eventuali frames (l’oggetto window.frames) •il documento HTML vero e proprio (document) •i moduli per raccogliere l’input dell’utente •le immagini •i cookie •i livelli •le applet •la barra degli indirizzi (location) •la barra di stato, nella parte bassa del browser (status) Tutti gli oggetti che vediamo nel browser sono in relazione gerarchica fra di loro e tramite JavaScript – utilizzando la corretta sintassi – è possibile interrogare questi elementi, leggerne le proprietà e in taluni casi anche cambiare il valore di queste proprietà. 23
  • 24. DOM: Document Object Model Una pagina web è un documento. Questo documento è visibile all'utente come semplice testo (visualizzazione del codice) o attraverso un'interfaccia grafica, la pagina internet che tutti conosciamo. Il DOM è un terzo modo di guardare il documento, esso è una rappresentazione completamente orientata agli oggetti della pagina web. Attraverso di esso, oltre a guardare il documento, possiamo anche modificarlo con un linguaggio di scripting, ad esempio Javascript. DEFINIZIONE: Il Document Object Model (spesso abbreviato come DOM), letteralmente modello a oggetti del documento, è una forma di rappresentazione dei documenti strutturati come modello orientato agli oggetti. 24
  • 25. Gli «oggetti» del Javascript Javascript è un linguaggio di programmazione che di per sé non ha nulla a che vedere con i documenti xml o html. Esso però "entra in contatto" con il documento per mezzo del DOM, che è quindi una interfaccia per programmare l'applicazione javascript che vuole agire sul documento. Tutto ciò che è contenuto nel documento ha il suo corrispettivo nel DOM, e una modifica programmata tramite DOM si riflette in una modifica al documento. Javascript può quindi modificare il documento attraverso i metodi del DOM 25
  • 26. I «metodi» del JavaScript Ognuno degli oggetti del browser ha i propri metodi = ognuno degli oggetti del browser ha a disposizione determinate azioni e non altre. Es.: Esiste l’oggetto history che contiene la storia della navigazione dell’utente per quel che riguarda una finestra. Tramite il metodo back() dell’oggetto history è possibile mandare indietro l’utente alla pagina da cui è arrivato. Il metodo back() è proprio dell’oggetto history, e non (per esempio) del campo di un form in cui è previsto solo il riempimento di alcuni campi con dati inseriti dall’utente. 26
  • 27. Gli «eventi» nel JavaScript - 1 Oltre essere organizzato a oggetti e metodi, con JavaScript si programmano degli eventi. Un evento è qualcosa che accade nel documento. Il documento è l’ambiente entro cui vengono realizzate delle “azioni”, in parte dovute alla volontà dell’utente (passaggio del mouse su un link, click su qualcosa…), altre volte dovute alla situazione contingente (la pagina è stata caricata). Grazie agli eventi possiamo “impacchettare” il codice scritto attraverso JavaScript e farlo eseguire non appena l’utente esegue una data azione: quando si clicca su un bottone di un form possiamo controllare che i dati siano nel formato giusto; quando passa su un determinato link possiamo scambiare due immagini, eccetera. Gli eventi (le possibili cose che possono capitare all’interno della pagina) Es.: “alert” è una finestra di dialogo che avverte di qualcosa. 27
  • 28. Gli «eventi» nel JavaScript - 2 Allo stesso elemento possono essere collegati eventi diversi, ciascuno con il proprio codice da eseguire. Ogni elemento dell’HTML ha a disposizione determinati eventi e non altri. Possiamo inserire il codice JavaScript in qualsiasi parte del documento a seconda delle nostre esigenze. Per scrivere la sintassi è sufficiente aprire il tag <SCRIPT>. Il codice JavaScript va inserito tra l’apertura e la chiusura del tag. Così: <script> alert(“ciao”); 28 </script>
  • 29. IL DHTML  Dynamic HTML = linguaggio che, congiungendo HTML, CSS e JavaScript, permette ai livelli di muoversi all’interno della finestra del browser 29
  • 30. AJAX: la comunicazione asincrona Ajax elimina la natura del Web contraddistinta da momenti alternati di dialogo-risposta che fanno attendere l’utente, introducendo un intermediario - un motore Ajax - tra l’utente e il server. Può sembrare di aggiungere un livello all’applicazione che la rende meno veloce a rispondere, però è vero il contrario. Invece di caricare una classica pagina web, ad inizio sessione, il browser carica il motore Ajax. Questo motore è responsabile della comunicazione tra l’interfaccia utente e il server, mettendoli in comunicazione tra di loro. Il motore Ajax permette all’interazione dell’utente con l’applicazione di essere asincrona. Così l’utente non rimane in attesa della finestra del browser bianca e dell’icona indicante il caricamento, aspettando che il server esegua le 30 operazioni.
  • 31. Cosa cambia con AJAX Le applicazioni web 31
  • 32. In biblioteca una nuova pagina web Topeka & Swanee County Public Library 32
  • 33. 33

Editor's Notes

  1. Creazione: si passa dalle pagine web create dai webmaster all&apos;UCC (user-created content), dal sito web al blog e al wiki, dall&apos;inserimento manuale di informazioni all&apos;aggregazione di informazioni da altre fonti.
  2. Il flusso delle informazioni: da un flusso che era (o almeno era percepito come) un flusso diretto dalla fonte all&apos;utente finale, che visualizzava l&apos;informazione in una schermata, ad un flusso incontrollato multi-direzionale in cui i produttori sono spesso anche consumer e i consumer sono spesso servizi avanzati che rielaborano, aggregano e disgregano i contenuti e li rendono disponibili ad altri servizi consumer, in un ciclo potenzialmente infinito.