Nella logica di narrazione, in cui gli occhi di chi guarda sono scevri da condizionamenti delle logiche del mercato, chi ne guadagna sono proprio le piccole realtà, i produttori che sono custodi della biodiversità.
3. Dal prodotto al consumatore
Siamo passati dal marketing inteso in senso classico,
dove si tiene in considerazione la leva del prezzo, del
prodotto, della comunicazione e del posizionamento ad un
concetto più ampio in cui i mercati diventano
conversazioni.
5. Dal prodotto al consumatore
Storicamente, il mercato era un luogo in cui persone si
riunivano e parlavano tra loro: potevano discutere dei
prodotti disponibili, del prezzo, della reputazione e in tal
modo
si tenevano in contatto con gli altri.
7. Dal prodotto al consumatore
La rete è un mezzo, per chiunque sia connesso,
per rientrare in un mercato virtuale e, ancora una volta,
raggiungere un tale livello di comunicazione tra le
persone.
A questo bisogna aggiungere che il consumatore non
resta più solo a guardare ma cerca in qualche modo di
modificare le stesse politiche delle aziende produttrici,
diventando in qualche modo PROSUMER.
8. Dal prodotto al consumatore
È cominciata a livello mondiale una conversazione
vigorosa. Attraverso Internet, le persone stanno
scoprendo
e inventando nuovi modi di condividere le conoscenze
pertinenti, con incredibile rapidità.
Come diretta conseguenza, i mercati stanno diventando
più intelligenti e più veloci della maggior parte delle
aziende.
9. La narrazione del prodotto
In una tale evoluzione, dove i mercati sono divenuti
conversazioni, è importante che le aziende imparino a
raccontare delle storie fatte di parole ed immagini.
È importante partire dalla creazione di un brand condiviso
e rappresentativo delle caratteristiche principali del
prodotto, delle persone che lo fanno, del territorio:
in definitiva della sua biodiversità.
10. La narrazione del prodotto
In un mercato fatto di conversazioni, la qualità del
prodotto deve essere accompagnata dalla qualità della
comunicazione, che ne deve rappresentare le peculiarità
per trasmetterle
alle tribù più sensibili, in modo da creare reputazione.
Ogni qualità dovrà essere collegata ad un valore
autentico,
ad un archetipo, ad un dato verificabile, in modo da
generare nelle persone fiducia e consapevolezza.
12. Lo storytelling
Ma noi facciamo ancora un passo avanti e ci lasciamo alle
spalle la promozione commerciale per entrare a pieno
titolo nel campo della narrazione identitaria.
Raccontiamo il territorio non con i canoni di chi costruisce
un’immagine ma con la volontà di chi
vuole rappresentare la realtà in tutta la sua bellezza.
13. Lo storytelling
La Basilicata è la terra
così come doveva essere.
F.F. Coppola
15. Lo storytelling
Nella logica di narrazione, in cui gli occhi di chi guarda
sono scevri da condizionamenti delle logiche del mercato,
chi ne guadagna sono proprio le piccole realtà, i produttori
che sono custodi della biodiversità.
16. Lo storytelling
Ed è in questa logica che l’attività di creazione
di una immagine rappresentativa forte e condivisa
acquista tutto il suo valore.
Noi non abbiamo grandi fette di mercato da conquistare,
noi dobbiamo tutelare le specificità del prodotto e creare
economia attraverso la promozione del territorio.
17. Lo storytelling
Solo se riusciremo a creare un legame forte tra gusto,
cultura, saper fare e territorio avremo vinto.
In questa logica, oggi, esistono anche moltissimi strumenti
che ci danno l’opportunità di investire in idee e strategie,
attraverso linee di finanziamento direttamente collegate
alla valorizzazione delle attività di rete in una visione
europea.
18. Il marchio collettivo
Per tutti questi motivi e per la necessità di parlare
con una voce unica di un prodotto unico,
abbiamo ideato il marchio collettivo:
Podolica Lucana
20. Il marchio collettivo
Abbiamo lavorato su alcuni semplici concetti:
1: riconoscibilità
2: facilità di riproduzione
3: coerenza cromatica
4: declinabilità
5: carattere emozionale
21. Gli strumenti utilizzati per la sua creazione
Per creare questo marchio abbiamo acquisito informazioni
attraverso una serie di interviste sul territorio.
In una seconda fase abbiamo organizzato un focus group
in cui erano presenti rappresentanti di tutti i target
portatori di interessi.
Solo successivamente siamo partiti con la progettazione
vera e propria che ha portato alla definizione di marchio,
pay-off, immagine coordinata.
22. Gli strumenti utilizzati per la sua comunicazione
È stata predisposta una campagna di comunicazione
integrata che ha fatto leva su una attività istituzionale per
la creazione ed il riconoscimento del brand.
Tutto è ruotato intorno all’attività dell’ufficio stampa che ha
svolto un’attività informativo/divulgativa presso i target più
sensibili: testate locali, istituzioni, uffici stampa, portatori di
interesse, associazioni.
26. EXPO 2015 e le energie del territorio
Nella logica di EXPO2015 le energie del territorio devono
trovare la massima ispirazione e devono cercare mani e
menti esperte che sappiano guidarli alla scoperta delle
opportunità che l’esposizione universale saprà offrire.
Non bisogna necessariamente stare in EXPO, ma
bisognerà necessariamente capire e utilizzare EXPO,
per trarne tutti i vantaggi possibili, partendo dall’ascolto
delle conversazioni (che sono i nostri nuovi mercati)
e dall’interazione costante con le tribù.