Lavoro - Conciliazione dei tempi della vita e dei tempi del lavoro
1. Conciliazione dei tempi della vita e
dei tempi del lavoro
8 Aprile 2013
Sara
Montelupo Demo Lab
2. Perché interessarsi a questo tema?
Perché sostenendo i lavoratori nella conciliazione dei tempi
della vita e dei tempi del lavoro, SI CREA OCCUPAZIONE.
I Paesi in cui lo Stato interviene attivamente a favore della
conciliazione sono quelli in cui il livello di occupazione (in
particolare l’occupazione femminile) è più elevato.
Montelupo Demo Lab
3. Fonte: Eurostat Labour Force Survey anno 2011
tasso di occupazione femminile
Paese occupazione femminile
Svezia 72,30%
Germania 71,10%
Francia 64,20%
Europa (18) 63,00%
Italia 48,70%
Montelupo Demo Lab
4. 80,00%
72,30% 71,10%
70,00% 64,20% 63,00%
60,00%
50,00%
48,70%
40,00%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
Svezia Germania Francia Europa Italia
(18)
occupazione femminile
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5. Per favorire la conciliazione occorre:
- Destrutturare un sistema lavoro ancora basato sul modello anni
’70 delle 40 ore lavorative su 5 giorni
- Abbandonare l’idea che la conciliazione riguardi la equa
ripartizione dei carichi di lavoro all’interno della coppia; questi
sono affari privati
A Parlamento e Governo chiedo invece di promuovere leggi e
azioni che facilitino i lavoratori nella conciliazione dei
tempi della vita e dei tempi del lavoro, permettendo in questo
modo all’Italia di allinearsi agli standard di qualità della vita e di
qualità del lavoro dei Paesi europei più avanzati.
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6. Gli strumenti di promozione della conciliazione:
(rimodulazione congedi parentali e promozione del lavoro part-time, sono stati
oggetto di 2 disegni di legge Pd):
- Aumento dei trasferimenti a favore dei servizi alla famiglia: asili nido,
voucher per baby-sitter e badanti, centri per anziani
-Incentivo alla flessibilità degli orari in entrata e uscita: incentivi alle aziende
che consentono una finestra di entrata e uscita ai lavoratori e un monte-ore
settimanale
-Revisione del congedo obbligatorio per maternità:
La legislazione italiana è la più avanzata nella tutela della lavoratrice madre, ma
finisce per penalizzare le giovani donne. Bisogna che parte del congedo
parentale sia resa obbligatoria per i padri. I congedi devono trasformarsi in una
riduzione dell’orario di lavoro settimanale dei genitori, obbligatoria fino al
compimento del 5°-6° anno di età del bambino (sull’esempio del Paesi Nord Europei e
della Francia) – vd proposte di legge del Pd -.
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7. Un ulteriore strumenti di Percentuale delle lavoratrici part-
conciliazione: la facilitazione time sul totale delle occupate
dell’accesso al lavoro part- Fonte: Part-time work in Europe - Eurofound
report 2011
time:
80%
Effetti positivi della 70%
76%
promozione del part-time 60%
50%
-Incremento dell’ 40%
45% 44% 43%
occupazione femminile 30%
20% 28%
10%
0%
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8. Cosa succede oggi:
le famiglie non contano né su servizi adeguati, né su facilitazioni al
lavoro part-time né su nonni baby-sitter: in Italia si stima che il 30
% delle lavoratrici abbandoni il posto di lavoro dopo essere
diventata madre (Istat 2012).
Gli asili nido non sono sufficienti se i bambino si ammala spesso e i
nonni non sono disponibili
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9. Cosa succede se si facilita il ricorso al lavoro part-
time:
• Aumentano Pil e posti di lavoro (con un’occupazione femminile al 60%
(obiettivo di Lisbona) ogni 100 assunzioni di donne si creerebbero 15 nuovi posti di
lavoro nel settore dei servizi- Del Boca anno 2012)
•Aumentano i contribuenti al sistema previdenziale: a causa
dell’invecchiamento della popolazione è necessario che aumenti chi versa ontributi a
sostegno delle prestazioni previdenziali ad essi erogate
•Cresce la natalità : a partire dagli anni ’80 i paesi in cui è più elevata l’occupazione
femminile hanno un numero maggiore di nuovi nati rispetto ai Paesi come Italia,
Spagna e Grecia a bassa occupazione femminile (Livi Bacci). In Italia nelle regioni più
attente nella promozione della conciliazione (come l’Emilia R.) il calo della natalità sta
iniziando a diminuire.
•Aumenta il sostegno ai lavoratori negli impegni di cura verso bambini e
anziani: a causa dell’invecchiamento della popolazione e della riforma Fornero, i
lavoratori over60 dovranno lavorare e occuparsi di nipotini e genitori anziani.
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10. Perché il lavoro part-time non è stato promosso
adeguatamente in Italia:
Per ragioni di tipo culturale:
- In Italia si sostiene che il part-time sia il ghetto delle donne; al
contrario i Paesi in cui è più diffuso e in cui il livello di occupazione
femminile è più elevato, sono quelli in cui la condizione della donna non è
triste, come in Italia
- Il nostro tessuto produttivo si fonda sulla Pmi che teme i costi
organizzativi del part-time: in realtà i lavoratori part-time
mostrano in genere un maggiore attaccamento e un minore
assenteismo (dati dall’indagine “People First! 2010 Promossa da I-CSR)
dei lavoratori full-time.
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11. Quando intervenire a favore della conciliazione?
Ora:
-Prima che il tasso di natalità continui a diminuire e il tasso di invecchiamento
della popolazione ad aumentare
- Prima che i lavoratori sessantenni si trovino schiacciati dal lavoro e dagli
obblighi di cura, sempre crescenti
Incentivi e copertura finanziaria:
- Per incentivare l’utilizzo degli strumenti di conciliazione è necessario che il
lavoro part-time diventi conveniente per le imprese, attraverso sgravi
fiscali. E sia un part-time reale (non un full-time mascherato). E’
necessario che gli organi di controllo intervengano efficacemente.
-E’ necessario chiedere le risorse a chi ne dispone: non più lavoratori e imprese
ma evasori fiscali grandi e piccoli. Si potrebbe intanto iniziare a limitare il nero
promuovendo i pagamenti con bancomat e carta di credito
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