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STANDARD E
                 GOVERNANCE
                    PER IL SSN
 - nFA SIENA -
                           Nicola Salerno
19 Giugno 2011
IL D. LGS. 68-2011


        UNA SIMUL DEL DECRETO


RAGGIUNGERE (E MANTENERE) GLI STANDARD


            VARIE (se c’è tempo …)
IL D. LGS. 68-2011
D. LGS. 68-2011
Solo Regioni statuto ordinario

Costi e fabbisogni standard determinati annualmente

Fsn finanziato top-down, nel rispetto equilibrio di finanza pubblica e del
target di massima pressione fiscale (5% collettiva ambiente di lavoro, 51% distrettuale, 44% ospedaliera)
Avvio nel 2013

Standard definiti dalle Regioni più virtuose. Si estende a tutte le Regioni la
spesa pro-capite delle Regioni benchmark, calcolata su popolazione pesata

I pesi sono quelli utilizzati ai fini del riparto due anni prima

Regioni benchmark sono quelle che soddisfano: equilibrio bilancio sanitario
con risorse ordinarie (Fsn e risorse proprie incardinate); qualità delle
prestazioni …
D. LGS. 68-2011
… I bench dovranno garantire rappresentatività geografica e contenere
almeno una Regione piccola

Ai fini degli standard, la spesa è depurata: della quota finanziata da risorse
proprie aggiuntive; delle quote di ammortamento finanziate al di fuori del
Fsn; delle quote che finanziano extra Lea

Revisione biennale dei criteri degli standard

Transizione in 5 anni

Durante la transizione, perequazione delle dotazioni infrastrutturali (art. 119
Cost.)

Implementazione di sistema di valutazione della qualità, di guida subito
durante la transizione
I DECRETI COLLEGATI
                       Legge n. 42 - 2009

                                                 Decreto 26 Novembre 2010
                                  “Disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale”




                                   Schema di d. lgs. su risorse aggiuntive e interventi speciali
                             per rimozione squilibri economico-sociali (Atto del Governo n. 328     )
D. Lgs. n. 68 - 2011
                                   Schema di d. lgs. su armonizzazione dei sistemi contabili
                                                  (Atto del Governo n. 339)




                               Schema di d. lgs. su meccanismi sanzionatori e premiali relativi a
                                   Regioni, Province e Comuni (Atto del Governo n. 365    )
UNA SIMUL PER
  IL 68-2011
SIMUL 68-2011
Si calcolano profili di spesa pro-capite per fascia di età per
ospedaliera (25,2 mld)
farmaceutica territoriale (11 mld)
diagnostica-specialistica (4,1 mld)

Le spese per personale (36,1 mld) e amministrazione-gestione (34,5 mld)
sono assegnate alle fasce di età con le stesse densità della ospedaliera

Bench le Regioni che, negli ultimi 5 anni, hanno mostrato:
il miglior equilibrio finanziamento-spesa
erogato prestazioni di qualità
ricevuto mobilità netta in ingresso

Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto

Che cosa accade estendendo a tutte le regioni i profili di spesa pro-capite?
QUALITÀ
OSPEDALIERA
OSPEDALIERA
SOVRASPESA
LA REGOLA DI RIPARTO
LA REGOLA DI RIPARTO
REGOLA vs. RIPARTO 2010
   106,4 mld ripartiti tra Regioni con la regola “CeRM”
REGOLA vs. RIPARTO 2011

   106,4 mld ripartiti tra Regioni con la regola “CeRM”
QUANTA PEREQUAZIONE?
La regola è semplice, trasparente, inequivocabile nei parametri

Il pro-capite omogeneo per fascia di età mette già in atto perequazione

Piuttosto che tentare di rafforzare questa funzione equitativa complicando la
regola di standardizzazione e di riparto, appare utile rendere efficaci gli altri
due canali di redistribuzione oggi trascurati:

        Perequazione delle infrastrutture durante la transizione
               Quali infrastrutture? Con quali risorse?
               In quanto tempo? Con quali regole operative per i progetti?

        Valorizzazione delle Regioni nel declinare le scelte di universalismo
        selettivo, per raffinare la composizione e la destinazione dei flussi
        redistributivi
               La regola opera perequazione tra Regioni. La selettività approfondisce
               l’obiettivo redistributivo all’interno della Regione. A ogni Regione il
               suo schema, o schema base nazionale con varianti?
QUANTA PEREQUAZIONE?
Regole di pesatura/riparto che tentino di inglobare altre variabili economico-
sociali (es.: il cosiddetto indicatore di deprivazione) resterebbero continuamente
esposte ad opinabilità:

        Quali variabili?

        Come partecipano alla formula di riparto?

        Come tener conto del fatto che le grandezze socio-sanitario-economiche
        territoriali possono arrivare a compensarsi nei confronti tra
        macroaree? (es. incidenze epidemiologiche prevalenti) …

        … o seguire, in luogo della “canonica” distinzione Nord-Centro-Sud o
        accanto/sovrapposta a questa, quella tra aree metropolitane e aree di
        provincia, oppure tra aree ad elevato e basso costo della vita, a
        vocazione industriale o di terziario, etc?

        Come evitare di “accomodare” in toto o troppo il fabbisogno
        sanitario endogeno, quello che è un portato della cattiva governance?
INFRASTRUTTURE
INFRASTRUTTURE
RAGGIUNGERE
(E MANTENERE)
GLI STANDARD
PROGRAMMAZIONE FSN
Sforzo di programmazione del Fsn per tutta la durata della transizione.
Sono sufficienti 5 anni?

A regime, Fsn programmato per 5 anni con sistema a decalage. Ogni anno si
aggiunge la programmazione di un anno nuovo, ferma restando quella degli
altri quattro

Programmazione il più possibile al riparo da pressioni congiunturali
(il compito che normalmente dovrebbe essere svolto da plasticità di bilancio e
debito pubblico)

I Betas trattati come (anzi meglio!) dei coefficienti “Dini per le pensioni

Durante la transizione iI Fsn regionali convergono in maniera lineare verso i
valori programmati per il primo anno di nuove regole a regime

Per le Regioni sotto piano di rientro, la convergenza verso standard deve
inglobare il piano di rientro
RESPONSABILITÀ FISCALE
Le Regioni che chiudono sanità in deficit hanno l’obbligo di fissare addizionale
Irpef all’1,4% (l’aliquota base/minima è 0,9%)

Nel 2010 e 2011, per le Regioni con disavanzo sanitario più grave è scattato
l’obbligo di addizionale Irpef all’1,7% (il Lazio tra queste)

Sul fronte Irap, dal 2010 nelle Regioni in disavanzo è scattata la maggiorazione
di 0,15% sull’aliquota in vigore l’anno prima (aliquota base/minima è 3,9%,
con facoltà delle Regioni di aumentarla di 1 p.p.)

Per alcune Regioni (il Lazio tra queste), la maggiorazione Irap era già al
massimo dal 2005

Quadro di responsabilità sufficiente?
RESPONSABILITÀ FISCALE
Non bastano aumenti automatici limitati nell’importo e non vincolati
all’obiettivo

Ce lo dimostra il caso del Lazio. Gli aumenti si sono persi nei “meandri soffici”
del bilancio regionale, non impedendo l’accumularsi di una posizione
debitoria di circa 10 mld

La leva fiscale dovrebbe scattare automaticamente e sino a ripiano integrale
del disavanzo, anno per anno. Massima credibilità

Ce lo possiam permettere? Scogli politici e fattibilità economica …

La piena resposanbilizzazione dovrebbe valere sin da subito sui prestiti
trentennali dallo Stato alle Regioni con debito sanitario. Come si ripagano i
prestiti? Basta la promessa?

Addizionali/maggiorazioni vincolate alla redenzione del prestito. Avrebbe
forte valore “simbolico”. Aiuterebbe a far chiarezza su gettiti contesi da più
livelli di governo e da più finalità
POLITICI/AMMINISTRATORI
Quando sono toccate le posizioni economiche individuali, aumentano
attenzione, ricerca di informazione, partecipazione politica attiva …

Con le tornate elettorali si può punire l’inadempienza/incapacità di politici e
amministratori. Ma sino alla maturazione di questa nuova consapevolezza? E,
anche dopo, per permettere correzioni di governace non necessariamente
legate alle cadenze elettorali?

Fallimento politico
Decadenza da mandato/ufficio
Ineleggibilità
Restituzione dei finanziamenti elettorali
Perdita parte premiale di remunerazione di politici/amministratori
Decadenza rappresentanza regionale nel futuro Senato Federale
Obbligo di implementare azioni strutturali decise in Conferenza (l’obbligo in capo al
nuovo Presidente/Governatore)
PDS SANITARI REGIONALI
Quale governance ordinaria durante la transizione e poi a regime?

Annuale Programma di Convergenza del Ssr che, a regime, diviene Programma
di Sostenibilità del Ssr

Presentato dalla Regione e discusso/approvato dalla Conferenza (futuro Senato
Federale). Ne possono scaturire anche policy guideline a carattere cogente

Il primo programma copre tutta la transizione. Poi orizzonti di 5 anni con
sistema a decalage. Gradualmente capitolo con proiezioni a m/l

Che cosa c’è nel piano?
       Deospedalizzazione e razioanalizzazione rete ospedaliera
       Razionalizzazione del personale medico e amministrativo
       Integrazione socio-sanitaria & Prevenzione
       Coordinamento con Province e Comuni per la copertura territoriale
       Verifica pratiche terapeutiche e prescrittive
       Farmacie dei servizi
       Funding in altre parti bilancio Regione (certi, strutturali, senza squilibri altrove)
       Universalismo selettivo
PHARMA
UNIVERSALISMO SELETTIVO
Da quando è nato il Ssn, mai un raccordo esplicito tra perimetro dei Lea e
risorse disponibili

I Lea sono di fatto onnicomprensivi e quasi integralmente gratuti (il Dpcm 28/2/2001 è
stato meramente ricognitivo di tutto quanto allora il Ssn faceva)


Potenzialmente onnicomprensivi anche i Liveas (L. 328/2000) e i Lea socio-sanitari
(Dpcm 14/2/2001). Persino sulla Ltc che è praticamente inesistente


Efficientare una capitolo di spesa così grande e senza sia pur minime tensioni
responsabilizzanti a livello individuale è arduo. Si stanno chiedendo al sistema
obiettivi al di là delle risorse. Oltre alla inefficienza di spesa, c’è un problema di
proporzioni tra risorse dedicate e obiettivi di offerta

Tra l’altro il Fsn di parte corrente sta, da sempre, funzionando anche come
fonte di finanziamento della spesa in conto capitale. Svolge due funzioni

Queste considerazioni per dire che cosa? =>
UNIVERSALISMO SELETTIVO
Probabilmente, in questa fase di riorganizzazione federalista del Ssn e dello
Stato, sarebbe forse opportuno fare un passo indietro nelle promesse/pretese

Un universalismo assoluto di facciata non fa bene a nessuno

La selettività può essere uno strumento importante per rendere compatibili
obiettivi di efficentamento con obiettivi di adeguatezza ed equità

Mentre si riaggiusta la composizione della spesa e si ristabiliscono condizioni di
solidità di bilancio, la selettività è garanzia che non si intacchino finalità
equitative. Selettività = Ordinameno di priorità

Tra l’altro, il copay è strumento di standardizzazione endogena.
Responsabilizza, trasmette info sul costo di servizi/prestazioni, stimola cost-
effectiveness, mantiene la spesa effettiva il più possibile aderente al fabbisogno
vero (quello non osservabile)

Alle Regioni in disavanzo si potrà/dovrà chiedere di essere meno generose
almeno fino a quando non dimostrano di poterselo permettere (prestazioni gratuite o con
copay bassi solo per fasce di reddito medio-basse o casi di cronicità o altra casistica ritenuta rilevante)
INFRASTRUTTURE
Lo standard della egual spesa pro-capite per fascia di età è applicabile nella
misura in cui tutte le Regioni sono dotate di leve di governo sufficientemente
omogene

La perequazione infrastrutturale dovrebbe essere tutt’uno con il percorso di
transizione. A sostegno della transizione …

Quali risorse?
Fas e Fondi Strutturali seguendo i principi di concentrazione
Riutilizzo delle risorse liberate da efficientamento delle spese correnti
Cassa Depositi e Prestiti (sarebbe sua funzione istituzionale)

Quali progetti?
Coerenti con: deospedalizzazione, day-hospital, integrazione socio-sanitaria,
prevenzione, sviluppo assistenza domiciliare, condivisione dei centri di
eccellenza, interventi di riassesto/ricollocazione dell’esistente

Come condurre i progetti?
Devono essere enclave di efficienza/efficacia e non subire l’influsso dei problemi
di governance delle Regioni. Resposnabilità ad personam?
QUALITÀ
È la dimensione più difficile da cambiare e da governare

È il frutto più tipicamente endogeno di un sistema sanitario

Questo non vuol dire che non possa essere rilevata e che non
possano scattare sanzioni, ma …

 … prima che un sistema regionale si assesti stabilmente su livelli
qualitativi più alti, deve compiersi un processo di maturazione
complessiva

L’obiettivo è rendere questo processo il più rapido possibile,
sostenuto da: standard di spesa; accountability di politici e
amministratori; partecipazione dei cittadini resa più forte da
copayment e responsabilità fiscale delle Regioni; circolazione di
informazione; benchmarking e emulazione; programmazione e
corenza tra risorse e obiettivi
VARIE   (se c’è tempo)
TREND STORICI
Negli ultimi 50 anni, incidenza sul Pil della spesa sanitaria (pubblica
e privata) almeno raddoppiata in tutti Paesi a economia e welfare
sviluppati (bismarkiani, beveridgiani, a prevalenza pubblica o
privata)

L’incremento già sconta gli interventi di policy di stabilizzazione

Non ci sono evidenze di effetti che dall’allungamento della vita si
traducano in riduzione/stabilizzazione della spesa (l’ipotesi
dell’healthy ageing)

Tra il 1960 e il 2009, l’incremento della spesa primaria sul Pil
potenziale è attribuibile per più della metà alla sanità. Nel G-7 il
56%, negli Usa il 68%
PROIEZIONI
Wga di Ecofin, Ocse e Fmi sono concordi nell’indicare che il trend
potenziale della spesa sanitaria va verso un raddoppio o un più che
raddoppio dell’incidenza sul Pil tra 40-50 anni


Alla base di questa dinamica: elasticità al Pil > 1, avanzamento scientifico-
tecnologico, ampliamento della domanda, diffusione e formalizzazione
delle prestazioni Ltc, effetto “Baumol”


Dal1960 ad oggi, il tasso di crescita della spesa pro-capite ha sovrastato
quello del Pil pro-capite di 1-2 p.p. a seconda del Paese. Sia nel comparto
della spesa pubblica che nel complesso pubblico + privato


Per gli Stati Uniti, il Congressional Budget Office proietta un +13 p.p. di Pil
al 2050
CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE?
CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE?
CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE?
LIVELLO TROPPO ELEVATO DI REDISTRIBUZIO TRA PERSONE E
TRA GENERAZIONI

La pressione sui redditi (da lavoro e non) anno per anno prodotti
diventerà sempre più forte, con probabili effetti distorsivi e depressivi e
di razionamento

Soglie incompatibili con il funzionamento dell’economia e il
finanziamento degli altri istituti di welfare a finalità redistributiva

MA PROBLEMI SOLO PER IL PAY-AS-YOU-GO PUBBLICO?

La stesso problema della ripartizione si ripresenta, con modalità solo
apparentemente diverse, nella mutualità privata (le società di mutuo
soccorso) e nel pooling assicurativo puro (i contratti di assicurazione sia
individuali che collettivi)

Spostare il finanziamento dal pubblico al privato di per sé non muta i
termini della sostenibilità della spesa, se non si inseriscono sufficienti
quote di accumulazione reale
I VANTAGGI DEL MIX
La ripartizione è essenziale per l’universalismo e la redistribuzione, ma
è “risorsa scarsa”. Oltre una certa soglia genera distorsioni. Non può
essere «monopolizzata» da pensioni e sanità perché ci sono altri istituti
a finalità redistributiva da sostenere

La ripartizione, oltre una certa soglia, è percepita come imposizione.
L’accumulazione come predisposizione di redditi che restano nella
piena disponibilità/appropriabilità individuale

La ripartizione può contare solo su redditi interni già prodotti.
L’accumulazione prepara per tempo le risorse e può rivolgersi anche a
opportunità di rendimento internazionali

La ripartizione è statica. L’accumulazione è dinamica

Finalità redistributive possono esser perseguite anche tramite la
fiscalità che vale sull’accumulazione
SANIREGIO2
SANIREGIO2
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GRAZIE!

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  • 1. STANDARD E GOVERNANCE PER IL SSN - nFA SIENA - Nicola Salerno 19 Giugno 2011
  • 2. IL D. LGS. 68-2011 UNA SIMUL DEL DECRETO RAGGIUNGERE (E MANTENERE) GLI STANDARD VARIE (se c’è tempo …)
  • 3. IL D. LGS. 68-2011
  • 4. D. LGS. 68-2011 Solo Regioni statuto ordinario Costi e fabbisogni standard determinati annualmente Fsn finanziato top-down, nel rispetto equilibrio di finanza pubblica e del target di massima pressione fiscale (5% collettiva ambiente di lavoro, 51% distrettuale, 44% ospedaliera) Avvio nel 2013 Standard definiti dalle Regioni più virtuose. Si estende a tutte le Regioni la spesa pro-capite delle Regioni benchmark, calcolata su popolazione pesata I pesi sono quelli utilizzati ai fini del riparto due anni prima Regioni benchmark sono quelle che soddisfano: equilibrio bilancio sanitario con risorse ordinarie (Fsn e risorse proprie incardinate); qualità delle prestazioni …
  • 5. D. LGS. 68-2011 … I bench dovranno garantire rappresentatività geografica e contenere almeno una Regione piccola Ai fini degli standard, la spesa è depurata: della quota finanziata da risorse proprie aggiuntive; delle quote di ammortamento finanziate al di fuori del Fsn; delle quote che finanziano extra Lea Revisione biennale dei criteri degli standard Transizione in 5 anni Durante la transizione, perequazione delle dotazioni infrastrutturali (art. 119 Cost.) Implementazione di sistema di valutazione della qualità, di guida subito durante la transizione
  • 6. I DECRETI COLLEGATI Legge n. 42 - 2009 Decreto 26 Novembre 2010 “Disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale” Schema di d. lgs. su risorse aggiuntive e interventi speciali per rimozione squilibri economico-sociali (Atto del Governo n. 328 ) D. Lgs. n. 68 - 2011 Schema di d. lgs. su armonizzazione dei sistemi contabili (Atto del Governo n. 339) Schema di d. lgs. su meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni (Atto del Governo n. 365 )
  • 7. UNA SIMUL PER IL 68-2011
  • 8. SIMUL 68-2011 Si calcolano profili di spesa pro-capite per fascia di età per ospedaliera (25,2 mld) farmaceutica territoriale (11 mld) diagnostica-specialistica (4,1 mld) Le spese per personale (36,1 mld) e amministrazione-gestione (34,5 mld) sono assegnate alle fasce di età con le stesse densità della ospedaliera Bench le Regioni che, negli ultimi 5 anni, hanno mostrato: il miglior equilibrio finanziamento-spesa erogato prestazioni di qualità ricevuto mobilità netta in ingresso Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto Che cosa accade estendendo a tutte le regioni i profili di spesa pro-capite?
  • 12.
  • 13.
  • 15.
  • 16.
  • 17. LA REGOLA DI RIPARTO
  • 18. LA REGOLA DI RIPARTO
  • 19. REGOLA vs. RIPARTO 2010 106,4 mld ripartiti tra Regioni con la regola “CeRM”
  • 20. REGOLA vs. RIPARTO 2011 106,4 mld ripartiti tra Regioni con la regola “CeRM”
  • 21.
  • 22.
  • 23. QUANTA PEREQUAZIONE? La regola è semplice, trasparente, inequivocabile nei parametri Il pro-capite omogeneo per fascia di età mette già in atto perequazione Piuttosto che tentare di rafforzare questa funzione equitativa complicando la regola di standardizzazione e di riparto, appare utile rendere efficaci gli altri due canali di redistribuzione oggi trascurati: Perequazione delle infrastrutture durante la transizione Quali infrastrutture? Con quali risorse? In quanto tempo? Con quali regole operative per i progetti? Valorizzazione delle Regioni nel declinare le scelte di universalismo selettivo, per raffinare la composizione e la destinazione dei flussi redistributivi La regola opera perequazione tra Regioni. La selettività approfondisce l’obiettivo redistributivo all’interno della Regione. A ogni Regione il suo schema, o schema base nazionale con varianti?
  • 24. QUANTA PEREQUAZIONE? Regole di pesatura/riparto che tentino di inglobare altre variabili economico- sociali (es.: il cosiddetto indicatore di deprivazione) resterebbero continuamente esposte ad opinabilità: Quali variabili? Come partecipano alla formula di riparto? Come tener conto del fatto che le grandezze socio-sanitario-economiche territoriali possono arrivare a compensarsi nei confronti tra macroaree? (es. incidenze epidemiologiche prevalenti) … … o seguire, in luogo della “canonica” distinzione Nord-Centro-Sud o accanto/sovrapposta a questa, quella tra aree metropolitane e aree di provincia, oppure tra aree ad elevato e basso costo della vita, a vocazione industriale o di terziario, etc? Come evitare di “accomodare” in toto o troppo il fabbisogno sanitario endogeno, quello che è un portato della cattiva governance?
  • 27.
  • 29. PROGRAMMAZIONE FSN Sforzo di programmazione del Fsn per tutta la durata della transizione. Sono sufficienti 5 anni? A regime, Fsn programmato per 5 anni con sistema a decalage. Ogni anno si aggiunge la programmazione di un anno nuovo, ferma restando quella degli altri quattro Programmazione il più possibile al riparo da pressioni congiunturali (il compito che normalmente dovrebbe essere svolto da plasticità di bilancio e debito pubblico) I Betas trattati come (anzi meglio!) dei coefficienti “Dini per le pensioni Durante la transizione iI Fsn regionali convergono in maniera lineare verso i valori programmati per il primo anno di nuove regole a regime Per le Regioni sotto piano di rientro, la convergenza verso standard deve inglobare il piano di rientro
  • 30. RESPONSABILITÀ FISCALE Le Regioni che chiudono sanità in deficit hanno l’obbligo di fissare addizionale Irpef all’1,4% (l’aliquota base/minima è 0,9%) Nel 2010 e 2011, per le Regioni con disavanzo sanitario più grave è scattato l’obbligo di addizionale Irpef all’1,7% (il Lazio tra queste) Sul fronte Irap, dal 2010 nelle Regioni in disavanzo è scattata la maggiorazione di 0,15% sull’aliquota in vigore l’anno prima (aliquota base/minima è 3,9%, con facoltà delle Regioni di aumentarla di 1 p.p.) Per alcune Regioni (il Lazio tra queste), la maggiorazione Irap era già al massimo dal 2005 Quadro di responsabilità sufficiente?
  • 31. RESPONSABILITÀ FISCALE Non bastano aumenti automatici limitati nell’importo e non vincolati all’obiettivo Ce lo dimostra il caso del Lazio. Gli aumenti si sono persi nei “meandri soffici” del bilancio regionale, non impedendo l’accumularsi di una posizione debitoria di circa 10 mld La leva fiscale dovrebbe scattare automaticamente e sino a ripiano integrale del disavanzo, anno per anno. Massima credibilità Ce lo possiam permettere? Scogli politici e fattibilità economica … La piena resposanbilizzazione dovrebbe valere sin da subito sui prestiti trentennali dallo Stato alle Regioni con debito sanitario. Come si ripagano i prestiti? Basta la promessa? Addizionali/maggiorazioni vincolate alla redenzione del prestito. Avrebbe forte valore “simbolico”. Aiuterebbe a far chiarezza su gettiti contesi da più livelli di governo e da più finalità
  • 32. POLITICI/AMMINISTRATORI Quando sono toccate le posizioni economiche individuali, aumentano attenzione, ricerca di informazione, partecipazione politica attiva … Con le tornate elettorali si può punire l’inadempienza/incapacità di politici e amministratori. Ma sino alla maturazione di questa nuova consapevolezza? E, anche dopo, per permettere correzioni di governace non necessariamente legate alle cadenze elettorali? Fallimento politico Decadenza da mandato/ufficio Ineleggibilità Restituzione dei finanziamenti elettorali Perdita parte premiale di remunerazione di politici/amministratori Decadenza rappresentanza regionale nel futuro Senato Federale Obbligo di implementare azioni strutturali decise in Conferenza (l’obbligo in capo al nuovo Presidente/Governatore)
  • 33. PDS SANITARI REGIONALI Quale governance ordinaria durante la transizione e poi a regime? Annuale Programma di Convergenza del Ssr che, a regime, diviene Programma di Sostenibilità del Ssr Presentato dalla Regione e discusso/approvato dalla Conferenza (futuro Senato Federale). Ne possono scaturire anche policy guideline a carattere cogente Il primo programma copre tutta la transizione. Poi orizzonti di 5 anni con sistema a decalage. Gradualmente capitolo con proiezioni a m/l Che cosa c’è nel piano? Deospedalizzazione e razioanalizzazione rete ospedaliera Razionalizzazione del personale medico e amministrativo Integrazione socio-sanitaria & Prevenzione Coordinamento con Province e Comuni per la copertura territoriale Verifica pratiche terapeutiche e prescrittive Farmacie dei servizi Funding in altre parti bilancio Regione (certi, strutturali, senza squilibri altrove) Universalismo selettivo
  • 35. UNIVERSALISMO SELETTIVO Da quando è nato il Ssn, mai un raccordo esplicito tra perimetro dei Lea e risorse disponibili I Lea sono di fatto onnicomprensivi e quasi integralmente gratuti (il Dpcm 28/2/2001 è stato meramente ricognitivo di tutto quanto allora il Ssn faceva) Potenzialmente onnicomprensivi anche i Liveas (L. 328/2000) e i Lea socio-sanitari (Dpcm 14/2/2001). Persino sulla Ltc che è praticamente inesistente Efficientare una capitolo di spesa così grande e senza sia pur minime tensioni responsabilizzanti a livello individuale è arduo. Si stanno chiedendo al sistema obiettivi al di là delle risorse. Oltre alla inefficienza di spesa, c’è un problema di proporzioni tra risorse dedicate e obiettivi di offerta Tra l’altro il Fsn di parte corrente sta, da sempre, funzionando anche come fonte di finanziamento della spesa in conto capitale. Svolge due funzioni Queste considerazioni per dire che cosa? =>
  • 36. UNIVERSALISMO SELETTIVO Probabilmente, in questa fase di riorganizzazione federalista del Ssn e dello Stato, sarebbe forse opportuno fare un passo indietro nelle promesse/pretese Un universalismo assoluto di facciata non fa bene a nessuno La selettività può essere uno strumento importante per rendere compatibili obiettivi di efficentamento con obiettivi di adeguatezza ed equità Mentre si riaggiusta la composizione della spesa e si ristabiliscono condizioni di solidità di bilancio, la selettività è garanzia che non si intacchino finalità equitative. Selettività = Ordinameno di priorità Tra l’altro, il copay è strumento di standardizzazione endogena. Responsabilizza, trasmette info sul costo di servizi/prestazioni, stimola cost- effectiveness, mantiene la spesa effettiva il più possibile aderente al fabbisogno vero (quello non osservabile) Alle Regioni in disavanzo si potrà/dovrà chiedere di essere meno generose almeno fino a quando non dimostrano di poterselo permettere (prestazioni gratuite o con copay bassi solo per fasce di reddito medio-basse o casi di cronicità o altra casistica ritenuta rilevante)
  • 37. INFRASTRUTTURE Lo standard della egual spesa pro-capite per fascia di età è applicabile nella misura in cui tutte le Regioni sono dotate di leve di governo sufficientemente omogene La perequazione infrastrutturale dovrebbe essere tutt’uno con il percorso di transizione. A sostegno della transizione … Quali risorse? Fas e Fondi Strutturali seguendo i principi di concentrazione Riutilizzo delle risorse liberate da efficientamento delle spese correnti Cassa Depositi e Prestiti (sarebbe sua funzione istituzionale) Quali progetti? Coerenti con: deospedalizzazione, day-hospital, integrazione socio-sanitaria, prevenzione, sviluppo assistenza domiciliare, condivisione dei centri di eccellenza, interventi di riassesto/ricollocazione dell’esistente Come condurre i progetti? Devono essere enclave di efficienza/efficacia e non subire l’influsso dei problemi di governance delle Regioni. Resposnabilità ad personam?
  • 38. QUALITÀ È la dimensione più difficile da cambiare e da governare È il frutto più tipicamente endogeno di un sistema sanitario Questo non vuol dire che non possa essere rilevata e che non possano scattare sanzioni, ma … … prima che un sistema regionale si assesti stabilmente su livelli qualitativi più alti, deve compiersi un processo di maturazione complessiva L’obiettivo è rendere questo processo il più rapido possibile, sostenuto da: standard di spesa; accountability di politici e amministratori; partecipazione dei cittadini resa più forte da copayment e responsabilità fiscale delle Regioni; circolazione di informazione; benchmarking e emulazione; programmazione e corenza tra risorse e obiettivi
  • 39. VARIE (se c’è tempo)
  • 40. TREND STORICI Negli ultimi 50 anni, incidenza sul Pil della spesa sanitaria (pubblica e privata) almeno raddoppiata in tutti Paesi a economia e welfare sviluppati (bismarkiani, beveridgiani, a prevalenza pubblica o privata) L’incremento già sconta gli interventi di policy di stabilizzazione Non ci sono evidenze di effetti che dall’allungamento della vita si traducano in riduzione/stabilizzazione della spesa (l’ipotesi dell’healthy ageing) Tra il 1960 e il 2009, l’incremento della spesa primaria sul Pil potenziale è attribuibile per più della metà alla sanità. Nel G-7 il 56%, negli Usa il 68%
  • 41. PROIEZIONI Wga di Ecofin, Ocse e Fmi sono concordi nell’indicare che il trend potenziale della spesa sanitaria va verso un raddoppio o un più che raddoppio dell’incidenza sul Pil tra 40-50 anni Alla base di questa dinamica: elasticità al Pil > 1, avanzamento scientifico- tecnologico, ampliamento della domanda, diffusione e formalizzazione delle prestazioni Ltc, effetto “Baumol” Dal1960 ad oggi, il tasso di crescita della spesa pro-capite ha sovrastato quello del Pil pro-capite di 1-2 p.p. a seconda del Paese. Sia nel comparto della spesa pubblica che nel complesso pubblico + privato Per gli Stati Uniti, il Congressional Budget Office proietta un +13 p.p. di Pil al 2050
  • 42. CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE?
  • 43. CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE?
  • 44. CE LA FARÀ LA RIPARTIZIONE? LIVELLO TROPPO ELEVATO DI REDISTRIBUZIO TRA PERSONE E TRA GENERAZIONI La pressione sui redditi (da lavoro e non) anno per anno prodotti diventerà sempre più forte, con probabili effetti distorsivi e depressivi e di razionamento Soglie incompatibili con il funzionamento dell’economia e il finanziamento degli altri istituti di welfare a finalità redistributiva MA PROBLEMI SOLO PER IL PAY-AS-YOU-GO PUBBLICO? La stesso problema della ripartizione si ripresenta, con modalità solo apparentemente diverse, nella mutualità privata (le società di mutuo soccorso) e nel pooling assicurativo puro (i contratti di assicurazione sia individuali che collettivi) Spostare il finanziamento dal pubblico al privato di per sé non muta i termini della sostenibilità della spesa, se non si inseriscono sufficienti quote di accumulazione reale
  • 45. I VANTAGGI DEL MIX La ripartizione è essenziale per l’universalismo e la redistribuzione, ma è “risorsa scarsa”. Oltre una certa soglia genera distorsioni. Non può essere «monopolizzata» da pensioni e sanità perché ci sono altri istituti a finalità redistributiva da sostenere La ripartizione, oltre una certa soglia, è percepita come imposizione. L’accumulazione come predisposizione di redditi che restano nella piena disponibilità/appropriabilità individuale La ripartizione può contare solo su redditi interni già prodotti. L’accumulazione prepara per tempo le risorse e può rivolgersi anche a opportunità di rendimento internazionali La ripartizione è statica. L’accumulazione è dinamica Finalità redistributive possono esser perseguite anche tramite la fiscalità che vale sull’accumulazione