Documento Direzione Provinciale Pd Catania del 20 Marzo 2015
1. Catania. Documento approvato in direzione provinciale del 20 Marzo 2015
“Il PD è oggi di gran lunga il primo partito italiano, al quale gli elettori hanno attribuito un ampio
consenso e la straordinaria responsabilità di architrave del sistema politico.
Il PD è una forza di centrosinistra aderente al Partito Socialista Europeo che intende interpretare e
governare un cambiamento profondo, equo e solidale del Paese ed è perciò proteso a coinvolgere sul
suo progetto politico e ideale le migliori energie della società italiana.
Si tratta di una grande, opzione strategica che ha l’ambizione di fare del PD non un contenitore
elettorale, un indifferenziato aggregatore di ceto politico e di Potere ma una forza riformista aperta e
plurale capace di restituire onore e credibilità alle istituzioni e alla politica e di rimotivare i cittadini
all’impegno.
Perciò la Direzione Provinciale del Partito catanese, pronunciandosi sull’annuncio di eventuali nuove
adesioni in blocco di soggetti politici e individuali al PD, ha recentemente approvato un documento
politico che, nell’ambito di una riflessione più generale, asseriva tra l’altro:
“…La centralità che il PD ha assunto a livello nazionale consegna anche a livello locale, infatti, la
necessità che a guidare una fase tanto complicata e di riassetto del quadro politico, sia un Partito che
non affidi ad una gestione contraddittoria delle alleanze, gli assetti del governo locale. Tale centralità
comporta anche una tendenza positiva per alcuni versi, ma carica di incognite per altre, che vede
numerosi esponenti politici che rivestono incarichi in altre formazioni, annunciare, ufficialmente o
ufficiosamente, la disponibilità ad aderire al Partito Democratico. In tal senso, appare necessario anche
un atto di indirizzo che, in sintonia con quanto deliberato dal livello regionale del Partito, definisca con
chiarezza che oltre al rigoroso rispetto delle norme etiche, valoriali e statutarie, l’opportunità che anche
la Direzione Provinciale debba esprimersi, circa le compatibilità politiche delle adesioni. L’adesione al
PD, infatti, non può avvenire esclusivamente per ragioni legate alla proiezione istituzionale di esponenti
politici che hanno maturato percorsi diversi o addirittura contrapposti all’identità politica e progettuale
del Partito Democratico, ma a seguito di un consolidato e maturato nel tempo, processo di sintonia ed
avvicinamento alle posizioni politiche del PD.”
Il valore e il senso di queste determinazioni è evidente e più che mai attuale dinanzi ad accelerazioni
calate dall’alto che rischiano di determinare fusioni fredde e controproducenti di classi dirigenti, in luogo
degli auspicati processi di allargamento di orizzonti politici e confini organizzativi del PD.
Si tratta di un giusto richiamo a principi fondamentali che non possono non regolare la convivenza
all’interno di un partito politico: dirigenti, iscritti, militanti, chi ogni giorno con la sua passione, impegno,
fatica e sacrificio incarna e fa vivere nella società la proposta politica del PD, deve poter dire la sua e
contare davvero sulle scelte di fondo.
Perché un partito popolare e moderno sia posto in grado di aprirsi alla società ed essere non
tatticamente strumento e luogo di sintesi di storie e culture politiche diverse, è fondamentale che le
eventuali integrazioni in esso di altre formazioni politiche siano processi non scontati, la cui valutazione
spetta agli organismi territoriali del partito (anche e soprattutto a livello dei circoli) al fine di scongiurare
trasformismi, alterazioni delle regole interne e offuscamenti della proposta politica del partito. Peraltro,
imporre ai territori processi politici elaborati altrove contraddice lo spirito federale del PD, sancito nello
statuto.
Per questo, la Direzione provinciale delibera di demandare ai singoli circoli, d’intesa con la Segreteria
Provinciale, la valutazione circa i processi di integrazione e di adesione al PD che non possono che
essere individuali.