1. “Sim, Sala… LIM?”
Tra risultati e prospettive del Piano formazione LIM in
Lombardia dal 2009 AL 2011
Francesca Scalabrini
Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia
Scolastica (ex IRRE Lombardia)
Viale Marche 71, 20159 Milano
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2. Sim Sala…LIM?
Come purtroppo ancora oggi accade nel nostro
paese quando si parla di tecnologie a scuola, si
parla troppo spesso di “magie possibili ed
impossibili”
La LIM non è una bacchetta magica.
Ciò che forse l’utilizzo adeguato della LIM in
classe favorisce, è finalmente la costruzione di
un Ambiente d’apprendimento integrato
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011
3. CREARE UN AIDA (AMBIENTE D'APPRENDIMENTO
INTEGRATO) SIGNIFICA QUINDI MODIFICARE
ANCHE E SOPRATTUTTO:
• l'ambiente fisico: setting d'aula-comunicazione dei docenti con alunni
e genitori..hardware formativo
l'ambiente comunicativo-educativo: approccio metodologico,
didattico e relazionale
l'ambiente di apprendimento virtuale: tecnologie usate anche nel
fuori scuola
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4. Proviamo allora a parlare …
…di chi abbiamo formato: tutor e corsisti. Le loro aspettative, le
loro competenze, le loro percezioni, le loro risposte in entrata ed in
uscita
…del modello di formazione regionale: come abbiamo integrato
l’offerta formativa nazionale
…di quali esigenze di formazione sono state realmente
espresse: siamo sicuri di aver fatto solo formazione sulla LIM?
…di quali esigenze di supporto sono state espresse dalle
istituzioni scolastiche: il ruolo strategico dei Dirigenti Scolastici, il
rapporto della scuola con il mondo dell’azienda e della tecnologia in
generale
…di quali iniziative intendiamo farci promotori a livello
regionale
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5. Chi abbiamo formato: tutor e corsisti.
TUTOR ( circa 75 docenti in servizio tra il 1° e il 2° anno di formazione)
Cosa ha funzionato nel primo anno…. Cosa ha funzionato “meno” e perché
La possibilità di poter contare a livello regionale Un profilo dell’e-tutor per docenti limitato a
su tutor già formati ed esperti in ambito di individuare solo le sue competenze
formazione sulla didattica delle tecnologie tecnologiche e non le sue competenze in
campo pedagogico, comunicativo e
Il bando ha portato fortunatamente all’individuazione di un gruppo tutor che da
anni opera come formatori sul territorio regionale e che si è messo a relazionale
disposizione dei tutor con meno esperienza. Non tutti i tutor, anche se formati e preparati in modo più che
adeguato a livello tecnologico, erano ugualmente preparati a livello
didattico-relazionale e soprattutto non tutti i tutor avevano avuto
un’esperienza reale e sufficiente per quanto riguarda l’animazione on
line di gruppi di lavoro di docenti.
La costruzione di un ambiente on line flessibile e Non appartenere all’ordine scolastico di
collaborativo e la nascita di una vera comunità di riferimento
pratica fondata su urgenti bisogni ed obiettivi L’appartenenza o meno all’ordine scolastico dei propri corsisti ha
determinato in alcuni casi, specie durante il 2°anno, alcune difficoltà di
comuni e condivisi rapporto e di comunicazione con i propri corsisti di riferimento e non
La costruzione immediata e spontanea di una comunità di pratica che fin dal sempre la comunità di pratica regionale riusciva a sostenere in modo
primo anno ha portato alla costruzione di un ambiente un ambiente on line adeguato le esigenze richieste, visti anche i tempi stretti dati dal
parallelo alla piattaforma nazionale per lo scambio e la condivisione delle modulo formativo nazionale.
risorse sia a livello tecnologico (1° anno), sia a livello disciplinare (II° anno),
sia a livello di moduli formativi integrati, condivisi e pubblici.
La motivazione e la disponibilità di numerosi Presentare un modello di formazione di
tutor ad andare oltre ai assegnati dal bando carattere nazionale, senza la possibilità di
Disponibilità da parte di un numeroso gruppo di tutor ad accettare di contestualizzare il percorso formativo da
impegnarsi anche al di fuori del proprio monte ore stabilito dal bando per la
costruzione di strumenti di ricerca-monitoraggio regionale, percorsi integrati offrire anche a livello territoriale
con diversi docenti e seminari pratici aperti anche ai docenti non coinvolti nel
Piano di Formazione.
6. Cosa ha funzionato nel secondo Cosa ha funzionato “meno” e perché
anno….
Poter contare su un gruppo coeso e più La proposta di una formazione ancora
“omogeneo” nell’approccio formativo concentrata in tre giornate solo a livello
Le esperienze pregresse della maggior parte dei tutor selezionati, nazionale, anche se…
hanno consentito di mantenere le proprie aspettative e le proprie Una formazione concentrata di tre giornate a livello nazionale non
percezioni come formatori all’interno di un modello condiviso ha certo esaurito o risposto sempre alle necessità di formazione e
sostenibile per tutti, indipendentemente dal proprio livello di di preparazione ai modelli formativi previsti, specie per la fase
competenza. frontale. Strategica a questo riguardo è stata la comunità
regionale, soprattutto nei riguardi del sostegno dato ai tutor meno
esperti. Esiste ormai la necessità di realizzare un albo di tutor
qualificati e riconosciuti anche a livello regionale.
Poter contare su un ambiente on line condiviso e Il numero limitato di tutor appartenenti alla
ricco di risorse scuola primaria anche se, alla fine….
Le numerose ed articolate risorse condivise all’interno della Sicuramente la mancanza di tutor appartenenti alla scuola primaria
comunità durante il primo anno di formazione e la riconferma quasi ha determinato alcune difficoltà iniziali di rapporto, superate però
totale dei nominativi individuati anche per il secondo anno, hanno dalla risposta avuta da parte dei corsisti di questo ordine
consentito di puntare sulla continuità di collaborazione all’interno del scolastico e che hanno impegnato fortemente i tutor anche al di
gruppo costruendo una cassetta di attrezzi multimediali, di esempi di fuori della piattaforma. Ciò dimostra ancora una volta come il
lavoro, di risorse on line messi subito a disposizione dei tutor di profilo dell’e-tutor sia estremamente complesso e difficile da
nuova entrata. circoscrivere e sostenere se non si possiedono forti competenze
comunicative e relazionali anche e non solo di animazione on line.
Riuscire a condividere realmente insieme Dover richiedere (e non poter riconoscere), per
l’esperienza di formazione garantire un intervento di qualità, un impegno
Le percezioni di tutor sono state efficacemente elaborate, espresse e sicuramente maggiore a quello formalmente
condivise sistematicamente all’interno di un blog che è diventato ben
presto un prezioso diario di bordo condiviso e che si è rivelato anche
richiesto
un prezioso strumento per rilevare la risposta data dai corsiti e dalle L’impegno richiesto ai tutor della Lombardia è stato sicuramente
istituzioni scolastiche coinvolte nel Piano di formazione, maggiore di quello richiesto a livello nazionale e quindi non tutti i
evidenzianone potenzialità e limiti in modo inequivocabile. tutor sono riusciti partecipare allo stesso modo al lavoro di
crescita di gruppo interno.
7. Esempi dal nostro diario di bordo…
Il diario di bordo che è stato “imposto” dal modello regionale (un breve resoconto narrativo
personale libero da stendere dopo ogni incontro), ha consentito di:
•avere costanti ed immediati ritorni su cosa avveniva realmente nelle diverse classi;
•avere notizie importanti sul clima e la partecipazione di tutti gli attori che
partecipavano del percorso formativo;
•Poter riflettere insieme e modificare in progress la struttura data ai diversi moduli
formativi in risposta alle esigenze espresse
•Conoscere maggiormente le caratteristiche tecniche le potenzialità didattiche e i
limiti oggettivi delle diverse LIM utilizzate;
•Intervenire subito su eventuali problemi logistici-burocratici da risolvere.
In realtà questo “racconto corale” spesso offre uno spaccato puntuale e preciso di
come si vive oggi nella scuola e del rapporto che esiste tra “didattica di
classe/disciplina” e l’utilizzo delle tecnologie in generale.
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011
8. Dall’altra parte, la condivisione di ostacoli, aneddoti, progressi e risultati
ottenuti con i propri corsisti,
• ha rafforzato molto il senso di gruppo fra numerosi tutor
• ha favorito lo scambio e la condivisione anche di risorse
multimediali e digitali (videotutorial, sitografie ragionate, trucchi del
mestiere per utilizzare al meglio le diverse marche di LIM…unità di lavoro
preconfezionate su diverse discipline…)
• ha fatto nascere una vera e propria “piccola” community
caratterizzata da un sapere sempre più condiviso e “mobile”.
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011
9. I corsisti in Lombardia: 1800 docenti di
Lombardia
scuola primaria, 4500 circa docenti di
scuola secondaria di I grado, 1100
docenti di scuola secondaria di II grado
Cosa ha funzionato NEL PRIMO Cosa ha funzionato “meno” e perché
ANNO….
LA REALE MOTIVAZIONE E CURIOSITA’ L’ETEROGENEITA’ DI ASPETTATIVE
La motivazione o se non altro la curiosità dei corsisti spinta e sostenuta anche I corsisti dei tre ordini scolastici coinvolti presentano aspettative, ma
dal forte dibattito mediatico sulle tecnologie 2.0 è stata via via stimolata ed soprattutto competenze tecnologiche e metodologiche completamente
implementata. Strategico è stato il ruolo dei Dirigenti Scolastici i quali, una differenti il che favorisce o, al contrario, ostacola l’ingresso e l’utilizzo
volta coinvolti direttamente attraverso incontri sistematici ed un sistema di mirato della tecnologia nella didattica di classe.vedi questionari
newsletter mirata, attiva e periodica, hanno risposto generalmente in modo preventivi elaborati a livello regionale.
molto positivo.
CONSENTIRE DI ACCETTARE ANCHE DOCENTI L’ETEROGENEITA’ DI COMPETENZE
“UDITORI” Le competenze tecnologiche dei docenti sono ancora ad oggi molto
eterogenee e costruire dei percorsi di carattere nazionale
La disponibilità ad accettare sempre anche docenti uditori, i quali, pur non
standardizzato non corrisponde affatto alle necessità di
essendo formalmente coinvolti dal Piano, si dimostravano molto motivati e
alfabetizzazione strumentale e di formazione metodologia che
partecipi, ha consentito di creare spesso gruppi di lavoro trasversali anche on
numerosi docenti ancora oggi hanno anche sul nostro territorio
line, favorendo la condivisione di esperienze e l’aiuto reciproco tra diversi
regionale.
corsisti.
STIMOLARE LA PRODUZIONE DI UNITA’ DI L’ETEROGENEITA’ DEI PRODOTTI
LAVORO REALIZZATI E I LIMITI DEL DATABASE
Lo stimolare a mettersi in gioco nella fase di coaching, dando anche un bonus NAZIONALE
di impegno orario a chi arrivava a produrre almeno ad una sceneggiatura di
I prodotti realizzati dai corsisti vanno analizzati e riorganizzati secondo
percorso didattico/disciplinare, ha consentito in poco tempo di realizzare un
criteri di qualità che riportano al problema innovazione -metodologia-
metodologia-
importante database regionale e ragionato, da mettere a disposizione di tutti i
didattica della tecnologia
docenti interessati a vedere esempi di unità di lavoro
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011
10. Cosa ha funzionato NEL SECONDO Cosa ha funzionato “meno” e perché
ANNO….
La fase di coaching-accompagnamento da Un modello formativo nazionale ancora
svolgere direttamente nelle scuole o per gruppi piuttosto rigido, anche se…
spontanei di lavoro e la produzione di unità di Il modello formativo rigido del primo anno di formazione
nazionale ha avuto conseguenze fortemente negative sulla
lavoro più corrette anche dal punto di vista partecipazione effettiva da parte dei corsisti. Un modello
pedagogico-metodologico-didattico formativo più flessibile e personalizzabile come quello
La fase di coaching ha visto quest’anno un maggior coinvolgimento da presentato quest’anno, ha contenuto maggiormente il livello di
parte dei docenti e di conseguenza anche un innalzamento del livello drop out che, per la maggior parte dei casi, corrisponde
didattico e tecnologico dei prodotti realizzati, anche e soprattutto nella tuttavia, quasi sempre, al mancato allineamento del percorso
scuola secondaria di II grado. Aver puntato sulla stesura di formativo con i tempi e i ritmi dell’anno scolastico.
sceneggiatura didattica, ha sicuramente favorito la riflessione anche
sul piano metodologico.
La riconoscibilità e la competenza del gruppo tutor Uno spazio limitato dato alla riflessione su
Il poter contare su un gruppo tutor coeso e ormai abbastanza metodologie e didattica disciplinare
omogeneo, ha consentito di fornire risposte più adeguate e tempestive Esiste ad oggi ancora un grosso stereotipo legato all’utilizzo
alle molteplici esigenze espresse da parte dei corsisti. L’attenzione si è della tecnologia all’interno della didattica e non si può più
spostata progressivamente dalla LIM alla didattica delle tecnologie prescindere anche da una profonda riflessione sulla
anche con la LIM. metodologia attuata, indipendentemente dalle tecnologie
utilizzate. I corsisti che non si sono messi in gioco anche su
utilizzate
questo piano, hanno ottenuto risultati assolutamente inferiori
alle proprie aspettative.
La collaborazione con i dirigenti Scolastici e Una fase di coaching ancora troppo limitata
l’avvio delle prime reti territoriali di lavoro anche in rispetto al resto del percorso formativo
collaborazione diretta con alcune aziende La fase di coaching sebbene essenziale per quanto riguarda
La fase di coaching è stata essenziale per creare nuovi legami e gruppi questo modello formativo è risultata ancora profondamente
di lavoro anche tra istituzioni scolastiche che non erano mai entrate in sbilanciata per spazi e tempi, costringendo corsisti e relatori a
contatto fra loro: questo ha consentito di avviare anche la costituzionie lavorare anche a luglio, a corso terminato, con ovvie
di reti scolastiche anche sul piano della formazione. conseguenze sul piano della motivazione e della gratificazione
finale.
11. Il modello di formazione
regionale
Su cosa abbiamo puntato da realizzare attraverso:
• la formazione di vero gruppo di • l’orizzontalità e la circolarità delle informazioni
lavoro • la condivisione di ogni risorsa
• la possibilità di allenarsi di fronte a platee di docenti appartenenti a
diversi ordini scolastici, in seminari aperti a tutti
• la costruzione di un ambiente di collaborazione condiviso (wiki-
blog)
• La costruzione di un database regionale
• La sistematicità di incontri plenari di riflessione-progettazione
• un monitoraggio di tipo qualitativo • la predisposizione di questionari preventivi e consuntivi per i
docenti coinvolti rivolti a raccogliere sia competenze, percezioni ed
aspettative, sia osservazioni sulla reale produzione di unità di lavoro
in classe
• l’animazione diretta e costante del gruppo on line dei tutor
• l’allargamento dei focus e delle visite nelle scuole coinvolte
• seminari tenuti da docenti per docenti aperti agli insegnanti non
coinvolti dal Piano Nazionale
• coinvolgimento diretto dei Dirigenti
• creazione di una sezione dedicata sul sito istituzionale e di un
e di altri docenti interessati per la database pubblico per raccogliere prodotti realizzati con diverse
diffusione dell’esperienza di marche di LIM
formazione in atto • realizzazione di newsletter/mailing list mirata ed aggiornata in
tempo reale per i Dirigenti Scolastici ed i ref. di progetto sulle
tecnologie
• incontri periodici e sistematici con tutti i Dirigenti sedi di corso e/o
interessati
12. Siamo sicuri di aver fatto
formazione “solo” sulla LIM?
Ciò che sta emergendo dalle sceneggiature di unità di lavoro
raccolte (più di 600 per ogni ordine e grado), secondo alcuni
format condivisi e standardizzati e dai questionari compilati
volontariamente dai docenti a consuntivo della reale attività
svolta in classe (solo quest’anno hanno risposto il 40% dei
docenti coinvolti al Piano di Formazione) ci dice ancora una
volta che la formazione sulla didattica delle tecnologie tocca
molti aspetti del processo di insegnamento ed
apprendimento.
D’altra parte i fattori che entrano in gioco sono ancora
troppo numerosi per determinare un rapporto diretto tra
utilizzo della tecnologia e miglioramento del livello
d’apprendimento.
Tuttavia gli stessi docenti (di ogni ordine e grado), coinvolti
anche nei focus a fine percorso, rilevano risultati significativi
che non riguardano solo la motivazione e la
partecipazione, ma anche un miglioramento di
performance da parte degli alunni, così come da parte
degli stessi insegnanti.
Infine, non si deve mai dimenticare che l’introduzione di
questo strumento in classe ha quasi sempre significato
acquistare anche altri tipi di strumenti tecnologici, iniziare ad
utilizzare nuovi sw…oltre che iniziare a conoscere ed usare in
modo più adeguato ed efficace le risorse presenti nel mondo
del web 2.0.
13. Cosa ci chiedono le
istituzioni scolastiche?
•Un ambiente di comunicazione integrato, veloce ed aggiornato in tempo reale
per far circolare informazioni, risorse…
•Momenti sistematici di confronto e di condivisione che favoriscano il
coinvolgimento diretto dei Dirigenti Scolastici anche sul piano dell’offerta di
percorsi di formazione mirati e differenziati a seconda delle competenze dei
propri docenti
•La possibilità di avere un concreto supporto attraverso azioni di
accompagnamento contestualizzati che partano dall’interno delle istituzioni
scolastiche per allargarsi poi a reti territoriali
•La diffusione di centri di riferimento sulle tecnologie e sulla didattica delle
tecnologie che siano reali,riconoscibili e facilmente individuabili
•Un nuovo rapporto con le aziende del settore ( hardware, sw, editoria…)per
l’avvio di nuovi modelli diretti di collaborazione, sperimentazione e formazione
su hardware,sw avanzati, prodotti digitali “pensati”e strutturati per il mondo della
scuola
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011
14. Iniziative di cui intendiamo farci
promotori a livello regionale, come
da mandato ANSAS
•Realizzare un portale per raccogliere e condividere in modo ragionato risorse e
prodotti LIM realizzati dai docenti, secondo criteri “di qualità” pedagogico-
didattica, anche in collaborazione con aziende interessate a lavorare in questa
direzione (community regionale)
•Continuare a realizzare seminari/laboratori coordinati da docenti esperti ed
aperti a tutti i docenti interessati, anche quelli non coinvolti dal Piano Nazionale
di formazione
•Favorire la nascita e lo sviluppo di centri territoriali di sperimentazione e
formazione nell’ambito della didattica delle tecnologie
•Offrire azioni di supporto e di accompagnamento alle singole istituzioni
scolastiche e/o a reti territoriali che richiedano l’avvio o lo sviluppo di ambienti
integrati d’apprendimento
•Garantire la comunicazione diretta con i Dirigenti Scolastici, già per altro
avviata, attraverso la nostra mailing list e le nostre specifiche newsletter
•Realizzare incontri sistematici e periodici di confronto, studio e riflessione.
Francesca Scalabrini ANSAS Nucleo Territoriale Lombardia 7-9-2011