Primo appuntamento del ciclo di incontri "Vissi d'arte, vissi d'amore", dedicato al tema del Dubbio, del 18 febbraio 2015. Evento a cura di Isabella Ciotti, presso lo Spazio Culturale ScambiaMenti del Comune di Cervia (RA).
http://scambiamenti.blogspot.com
2. La Satira: definizione
«Manifestazione del pensiero (talora di altissimo livello) che nei
tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores
ovvero, di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o
esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso
suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il
bene»
Sentenza numero 9246 del 2006
Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione
3. La nascita della satira:
Aristofane
Commediografo, massimo esponente della
Commedia Antica
Tra le sue opere più importanti troviamo:
-Le nuvole del 423 a.C.
-Gli uccelli del 414 a.C.
-Le rane del 405 a.C.
(Guarda il video Socrate e Aristofane)
4. La satira come forma letteraria:
Orazio e Giovenale
-Distacco ironico del saggio
-Sorriso bonario
-Indignazione
-Pessimismo
-Viene meno il ridiculum
tipico della commedia
-Linguaggio?
-Chi attacca?
-Come si pone nei
confronti dei suoi
bersagli?
-Attraverso quale mezzo?
6. Ironia
Dal greco ε ρωνείαἰ (eironèia): dissimulazione, finzione
Particolare modo di esprimersi che conferisce alle parole un
significato opposto o diverso da quello letterale, lasciando però
intravedere la realtà, che si usa per criticare, deridere o
rimproverare.
Per estensione: scherno, derisione
Enciclopedia Treccani
7. Parodia
dal greco παρ δ α, composto da παρα- per indicare somiglianza e δ «canto»ῳ ί ᾠ ή
Imitazione che ripropone uno stile, un genere o una persona
accentuandone le caratteristiche in modo caricaturale.
In senso figurato: persona o cosa che si rivela una brutta copia o
una contraffazione di ciò che in realtà dovrebbe essere (es. una
parodia di medico)
Enciclopedia Treccani
8. Sarcasmo
Dal greco σαρκασμός, derivato di σαρκάζω «lacerare le carni» per estensione «mordersi le
labbra»
Figura retorica consistente in una forma pungente ed amara di
ironia, volta allo schernire o umiliare qualcuno o qualcosa.
Può essere sottolineato anche attraverso particolari intonazioni
della voce in modo da enfatizzare parole o parti
dell'affermazione.
Enciclopedia Treccani
10. Cacare il senno, Esopo
- Saresti in grado di spiegarmi la ragione per cui, quando
defechiamo, guardiamo spesso i nostri escrementi?»
Esopo spiegò: - Anticamente ci fu il figlio di un re che, causa una
vita di lussi e mollezze, passava molto tempo seduto a cacare.
Una volta ci rimase tanto a lungo che, persa memoria delle
proprie azioni, cacò anche il senno. Da quel giorno gli uomini
cacano stando curvi, facendo attenzione a non cacare anche il
senno. Ma tu non fartene un problema: non potresti infatti cacare
il senno che non hai!-
Tratto da Romanzo di Esopo, I- II secolo
d.C
11. Nel Carnevale prevalevano le rappresentazioni grottesche
del corpo (da cui le maschere), le parodie delle cose sacre
e la piena licenza del linguaggio, compreso quello
blasfemo. Era il trionfo di tutto ciò che nel resto dell’anno
era considerato brutto o interdetto. Queste feste
rappresentavano tuttavia una parentesi concessa o
tollerata solo in certe specifiche occasioni. Per il resto
dell’anno c’erano le feste religiose ufficiali. Durante i
Carnevali l’ordine era rovesciato (si eleggevano persino i
re o i vescovi della festa) ed emergevano i tratti
buffoneschi e «vergognosi» della vita popolare. Ci si
vendicava gioiosamente del potere feudale ed
ecclesiastico e, attraverso parodie dei diavoli e del mondo
infernale, si cercava di reagire alla paura della morte e
dell’oltretomba, al terrore delle pestilenze e delle
sventure.
Una volta all’anno è lecito impazzire: Il
Carnevale
Semel in anno licet insanire
12. La caricatura
Immagine deformata a scopo satirico e umoristico, densa di
significati simbolici. Ha la caratteristica di accentuare nella figura
di una o più persone, atteggiamenti o tratti ridicoli cui si
accompagnano sembianze alterate e contraffatte, tali però da
lasciar riconoscere l'originale fornendo materia di riso o di
riflessione
13. La caricatura
«Testa di vecchio di profilo verso destra», di Leonardo da Vinci, XVI secolo
Leonardo inventava dei personaggi
immaginari con caratteristiche
rappresentative di un’intera categoria.
Non sceglieva, dunque, bersagli ben
riconoscibili.
14. La caricatura
Da una parte, Giolitti, su sfondo azzurro, ben vestito, con la bombetta, si rivolge ad un pubblico
borghese; dall'altra parte, Giolitti, su sfondo rosso, vestito in modo dimesso, con un grande fiocco
rosso, si rivolge ad un pubblico proletario.
19. Black Friday, folla di consumatori davanti ad un supermercato, USA, 2010
http://www.bloomberg.com/bw/articles/2012-11-27/chart-what-black-
fridays-59-billion-really-tells-us
20. I limiti della satira ieri
«[Cristo] Terribile quando rimprovera, accarezzevole e amabile
quando insegna, gioviale pur conservando la gravità. Qualche
volta ha pianto, ma non ha mai riso [non fu mai visto ridere,
bensì piangere]. La statura del suo corpo è alta e diritta, le mani e
le braccia sono graziose alla vista. Parla poco, grave e misurato.»
Epistula di Lentulo
«Se qualcuno verrà scoperto a ridere o a proferire scherzi (…)
Ordiniamo che per due settimane tale uomo, in nome del
Signore, sia represso in ogni modo con la frusta dell’umiltà.»
Regola dei quattro padri (V secolo)
21. I limiti della satira oggi
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
Art. 21 comma 1 e 2 della Costituzione Repubblica Italiana
«Chiunque,[…] comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è
punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032. […]
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di
pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a
tre anni o della multa non inferiore ad euro 516»
Art. 595 Codice Penale
23. Satira politica
Non mi interessa per niente piacerti, Cesare, né di sapere se sei
bianco o nero
Nihil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere, nec scire utrum sis
albus an ater homo.
Gaio Valerio Catullo 84 a.C – 54 a.C
29. Fonti
Documenti
•Aristofane, Le Nuvole
•Decimo Giunio Giovenale, Satire
•Orazio, Satire
•Umberto Eco, Storia della Bruttezza
•George Orwell, 1984
•William Golding, Il Signore delle Mosche
•Zombi, George Romero, 1978
•Charles Schultz, Peanuts
Video
•Aristofane e Socrate
•Il Terzo Segreto di Satira
•Daniele Luttazzi, Cos’è la satira
•Corrado Guzzanti, Padre Pizarro
•Fantozzi, La sveglia
•George Carlin, The invisible man
31. Licenza
Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione -
Non commerciale 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito
web http://creativecommons.org/licenses/by-nc/3.0/it/ o spedisci una
lettera a Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA.