SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  125
Télécharger pour lire hors ligne
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
1
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN TRENTINO:
LE STRATEGIE DELLE IMPRESE PER USCIRE DALLA CRISI
Quaderni di territorio
volume 3
A cura di Sergio Remi
Gruppo di lavoro:
Tristana Bianchi, Elisa D’Agnol, Claudio Filippi,
Gerardine Parisi, Paola Piazzi, Francesco Weber
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
2
Sommario
Prefazione ...........................................................................................................................................4
1. introduzione alla ricerca................................................................................................................7
2. Le caratteristiche (peculiari) del processo edilizio......................................................................9
2.1 La transizione (incompleta) del settore delle costruzioni ........................................................12
2.2 Dalla crisi alla riconfigurazione del mercato ...........................................................................16
3. Alcuni dati di contesto sulle imprese nel settore delle costruzioni in provincia di Trento....20
3.1 La formazione del campione di imprese coinvolte nell’indagine............................................23
3.2 La distribuzione territoriale del campione ...............................................................................24
4. Le caratteristiche delle imprese indagate. .................................................................................26
4.1 Modalità operative delle imprese.............................................................................................26
4.2 Forma giuridica e partecipazione a gruppi d’impresa..............................................................27
4.3 Attestazione SOA e certificazioni............................................................................................29
4.4 Gli addetti.................................................................................................................................32
4.5 I fatturati...................................................................................................................................39
4.6 Il mercato delle imprese...........................................................................................................42
4.7 La partecipazione a gare pubbliche..........................................................................................48
5. L’impatto della crisi finanziaria globale....................................................................................50
5.1 I dati congiunturali e le (molteplici) ragioni della crisi. ..........................................................50
5.2 Il “sentiment” delle imprese intervistate..................................................................................57
5.3 Le strategie delle imprese per attraversare la crisi...................................................................62
6. La cooperazione tra imprese.......................................................................................................64
6.1 Il difficile equilibrio tra crescita dimensionale e cooperazione di filiera ................................64
6.2 Le strategie cooperative delle imprese.....................................................................................68
6.3 Chi fa Cosa?.............................................................................................................................72
7. Il tema dell’innovazione...............................................................................................................75
7.1 Il catalizzatore innovativo della sostenibilità...........................................................................75
7.2 Le politiche per una filiera trentina della sostenibilità.............................................................78
7.3 La percezione delle imprese rispetto al mercato dell’edilizia sostenibile................................81
7.3 La domanda, i vincoli e gli attori dell’innovazione. ................................................................86
8. Il legno in edilizia .........................................................................................................................91
9. La responsabilità sociale d’impresa ...........................................................................................95
10. Idee, filiere e servizi per uscire dalla crisi................................................................................97
10.1 L’identità del “buon esecutore” non è più sufficiente............................................................97
10.2 Il settore delle costruzioni nel “nuovo capitalismo”..............................................................99
10.3 La nuova questione abitativa................................................................................................101
10.4 La sostenibilità ambientale e sociale come driver dell’innovazione....................................105
10.5 La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. ..........................................................111
10.6 Il nuovo ruolo strategico della “leva finanziaria”................................................................113
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
3
10.7 Compattare e allungare la filiera: innovazione, informazione e organizzazione nel processo
edilizio..........................................................................................................................................117
10.8 Le partnership pubblico private. ..........................................................................................121
RINGRAZIAMENTI.....................................................................................................................124
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
4
Prefazione
Il settore dell’edilizia è sempre stato all’attenzione delle analisi macroeconomiche e delle politiche
economiche dei Governi per la sua singolare capacità di produrre effetti trainanti nel sostenere pro-
cessi di crescita e di sviluppo nonché nelle politiche di stabilizzazione del ciclo per le sue capacità
di anticipare (nel bene e nel male) gli andamenti dell’economia; insomma “quand le batiment va
tout va !”.
Anche nell’economia locale il settore delle costruzioni ha tradizionalmente assunto un ruolo di par-
ticolare importanza contraddistinguendosi storicamente, rispetto al panorama nazionale, per la più
alta concentrazione di imprese. Ha inoltre realizzato una funzione di volano incidendo direttamente
su numerosi comparti merceologici dell’industria manifatturiera locale (anche se tradizionalmente
meno innovativi) concorrendo in modo significativo al prodotto interno lordo locale.
Il tutto grazie anche ad una funzione non secondaria dell’investitore pubblico Provincia con una
spesa in conto capitale pari quasi a tre volte quella nazionale; risultato questo di scelte lungimiranti
che hanno permesso di realizzare una consistente dotazione di infrastrutture, sostenendo al tempo
stesso la domanda.
Anche in epoca recente, a fronte della recessione globale il settore delle costruzioni e l’economia
trentina nel suo insieme hanno retto meglio di altri territori grazie alle misure poste tempestivamen-
te in atto con il Piano anticrisi della Provincia Autonoma di Trento.
Accanto alle politiche fondate sulla domanda pubblica e sull’incentivazione a sostegno delle singole
imprese si sono affiancate negli anni recenti nuove politiche volte a favorire la creazione di cluster,
poli di innovazione su temi di carattere trasversale al sistema (quali l’edilizia sostenibile).
Tale scelta nasce dalla consapevolezza che per poter competere a livello internazionale è sempre più
importante, specie per dimensioni territoriali e di impresa piccole come le nostre, mettere a fattore
comune saperi e competenze delle imprese, degli enti di ricerca e delle istituzioni indirizzandoli su
alcune vocazioni territoriali prevalenti realizzando in tal modo quella dimensione critica indispen-
sabile per poter sviluppare innovazione e internazionalizzazione.
A partire dal 2005, infatti, con un’intuizione politica che ha anticipato di qualche anno il lancio del-
la Green Economy a livello globale (come conseguenza e risposta alla grande crisi economica) il
Trentino ha avviato un progetto di sviluppo di sistema che ha posto il suo focus sui temi
dell’edilizia sostenibile, energie rinnovabili e tecnologie per l’ambiente.
Nello stesso anno l’edilizia eco-sostenibile rappresentava nel mondo un piccolo mercato pari a circa
il 2% dell’edilizia residenziale e non (commerciale ed istituzionale). Già nel 2008 questa percentua-
le è cresciuta al 10% e le attuali stime, in controtendenza con l’andamento del settore edile tradizio-
nale, indicano che tale quota dovrebbe quasi triplicarsi entro il 2013 (suddivisa alla pari tra residen-
ziale e non ) e quadruplicarsi per il mercato europeo.
La sostenibilità può quindi rappresentare oggi la vera innovazione del settore dell’edilizia. Un bene,
quello dell’edilizia, che è antico quanto la storia dell’uomo e che ha visto un lungo e lento percorso
verso il confort domestico a partire dalla caverna dei nostri progenitori (ove vi si passava il minor
tempo possibile quale riparo dalla pioggia e dal freddo) fino alle più recenti innovazioni datate circa
solo 150 anni fa con l’introduzione del vetro e la svolta dell’elettricità per arrivare alla casa che noi
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
5
conosciamo certamente più confortevole, supportata da tecnologie e macchinari raffinati ma non per
questo più rispettosa dell’ambiente esterno e talvolta della salute di chi la abita: vere macchine e-
nergivore concepite sul presupposto di risorse energetiche (fossili) illimitate e dell’assenza di danni
ambientali.
L’edilizia sostenibile, e in particolare quella in legno, può rappresentare l’innovazione in grado di
coniugare aspetti ambientali, sociali ed economici Riducendo l’effetto serra di un settore che incide
per il 40% nella produzione di anidride carbonica; basti pensare che un m3 in più di legno e in me-
no di cemento consente di ridurre di una tonnellata l’emissione di Co2 in atmosfera. Migliorando il
confort e la salubrità di chi l’abita con significativi effetti di tipo sociale ed economico come dimo-
strano recenti ricerche che testimoniano un significativo range di impatto positivo sulla salute e sul
benessere degli occupanti di edifici verdi: incrementi di produttività dei lavoratori negli edifici in-
dustriali, riduzione di somministrazione di medicamenti errati negli ospedali, riduzione
dell’assenteismo e crescita dei risultati scolastici degli studenti.
Realizzando infine benefici di carattere economico con il rilancio di un settore in crisi attraverso
l’innovazione di un prodotto ormai maturo ( e non più sostenibile) garantendo crescita di valore del
bene nel tempo, significativa diminuzione di costi di gestione e più veloce ritorno dell’investimento.
Per queste ragioni la scelta compiuta con la promozione del Distretto Habitech non rileva solo sul
modello di sviluppo economico sin qui perseguito, di tipo multisettoriale, integrandolo con filiere di
specializzazione tecnologica, ma propone un nuovo possibile paradigma di sviluppo: non più con-
trapposizione tra economia ed ambiente ma economia con l’ambiente, superando l’idea di sostenibi-
lità percepita solo come limite o vincolo per considerarla fonte di valore, un nuovo driver in grado
di sviluppare idee, innovazione ed investimenti.
Le tappe del percorso sin qui condotto sono note: Società consortile distretto tecnologico trentino,
costituzione di GBC Italia, Manifattura Domani, promozione di nuovi modelli di certificazione Le-
ed, standard energetico minimo di legge, disciplinare Casa legno trentina.
Accanto alla promozione di nuovi soggetti e nuovi standard setter, anche l’intervento pubblico a-
dotta un nuovo approccio di tipo integrato: politiche della ricerca e dell’innovazione che convergo-
no con quelle industriali su temi prioritari comuni, superando tradizionali asimmetrie, politiche ur-
banistiche (legge Gilmozzi ) ed energetiche che introducono nuovi strumenti (incentivi, bonus vo-
lumetrici, riduzione oneri urbanizzazione) finalizzati a promuovere comportamenti virtuosi del con-
sumatore finale nella direzione degli edifici verdi.
Il disegno distrettuale si rafforza infine con un sistema di alleanze di carattere internazionale con re-
altà ad alta vocazione di sostenibilità (British Columbia, Quebec) e attraverso intese istituzionali
con la vicina Provincia Autonoma di Bolzano per la condivisione e convergenza dei due modelli di
certificazione LEED e Casa Clima con l’obiettivo finale di dar vita ad un metadistretto regionale
sull’edilizia sostenibile.
All’interno di questo processo la leva della domanda pubblica è chiamata ancora una volta a svolge-
re un ruolo centrale con un ammontare di investimenti stimabili nei prossimi anni per nuove costru-
zioni e riqualificazioni intorno ai 350/400 milioni annui per l’intero sistema pubblico allargato di
cui il 20-30 in legno.
Non più però solo leva della domanda quantitativa ma sempre più leva dell’innovazione grazie a
standard di certificazione e procedure di gara in grado di indurre innovazione e aggregazione nelle
imprese.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
6
Un effetto innovativo che, date le caratteristiche già richiamate del settore, potrà risultare moltipli-
catore di processi di innovazione sul sistema manifatturiero e dei servizi ed in particolare questa
volta sui settori più innovativi quali produzione di nuovi componenti e materiali sostenibili (tra cui
il legno), conversione, accumulo, e distribuzione dell’energia, tecnologie ambientali e sistemi intel-
ligenti e domotici.
Ma analoghe ricadute sono attese sull’intera filiera per così dire verticale dell’edilizia: dalla proget-
tazione al sistema creditizio (Green loan) e assicurativo sino alle nuove forme di finanza di progetto
e di riqualificazione energetica attraverso ESCO e contratti di EPC.
In realtà come ben sappiamo ciò a cui stiamo assistendo nel settore dell’edilizia è solo una parte di
una grande rivoluzione verde imposta dal cambiamento climatico che investe non solo il modo di
produrre ma anche quello di vivere così come oggi lo conosciamo perché come tutte le vere rivolu-
zioni inciderà in termini radicali sui valori e sui comportamenti e stili di vita della popolazione glo-
bale.
In questo scenario quale sarà il ruolo di uno degli attori fondamentali rappresentato
dall’imprenditoria delle costruzioni e il suo contributo di saperi all’idea di città e valli del futuro?
Come sta riorganizzando le proprie imprese per uscire dalla crisi rispetto ai processi e alle dinami-
che in atto? Con quali soluzioni innovative ed organizzative rispetto anche ai temi della sostenibilità
e all’uso del legno come materiale da costruzione?
La risposta a queste ed altre domande poste è il fine della ricerca condotta dal gruppo di lavoro che
fa capo a Sergio Remi. Una ricerca, come altre dell’autore, di grande efficacia perché capace attra-
verso un ascolto attivo dell’interlocutore di cogliere aspetti e percezioni importanti, difficilmente
ricavabili dalla lettura del freddo dato statistico e destinate talvolta a rimanere dietro le quinte anche
nei dibattiti ufficiali ove i ruoli di rappresentanza informano linguaggi e relazioni. Conoscenze di
cui però il decisore politico ha sempre più bisogno nella costruzione di quella coesione sociale che
risulta indispensabile per l’efficacia di ogni azione pubblica.
Diego Loner
Dirigente Generale Progetto speciale
per la promozione dei distretti tecnologici
e per il programma di legislatura
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
7
1. introduzione alla ricerca
Trentino Sviluppo SpA, in collaborazione con il Distretto tecnologico trentino, ha avviato un per-
corso di ricerca sul mondo delle costruzioni in provincia di Trento, volto ad evidenziare le strategie
messe in atto dalle imprese del settore rispetto al superamento dell’attuale crisi economica, con par-
ticolare riferimento al consolidamento delle logiche di filiera ed alle innovazioni tecnologiche, or-
ganizzative e di mercato attuate dalle imprese.
Il settore delle costruzioni, nel suo insieme, ha rappresentato una delle forze trainanti dell’economia
della provincia a partire dalla seconda metà degli anni ’90 e per buona parte del decennio in corso,
prima di entrare - come tutto il comparto a livello nazionale - nella spirale negativa che segna il
mercato immobiliare e gli investimenti edilizi da almeno tre anni.
Sebbene in provincia di Trento l’impatto della crisi sia stato in parte attenuato da un importante
flusso di investimenti pubblici, non sono mancate situazioni di sofferenza, che hanno spinto molte
imprese del settore a ripensare il proprio modello di business, la propria formula imprenditoriale, le
tecniche di costruzione ed i mercati di riferimento. Come spesso accade, è proprio nei momenti dif-
ficili che gli attori trovano la forza e le motivazioni per ridefinire le basi del loro agire, per riformu-
lare i loro modelli di business, per dare vita a nuove architetture organizzative e di coordinamento.
Gli importanti investimenti della Provincia Autonoma di Trento nella promozione di un distretto
dell’edilizia sostenibile, di nuovi modelli dell’abitare, di sistemi di certificazione energetica ed am-
bientale, di rapporti sempre più stretti tra i mondi della ricerca e della produzione edilizia, di nuovi
sistemi costruttivi e materiali da costruzione, hanno accompagnato questo processo di riposiziona-
mento strategico delle imprese, nella consapevolezza dell’importanza che il settore delle costruzioni
ha sul piano economico, ma ancor più su quello sociale e culturale.
Le grandi trasformazioni produttive, tecnologiche, dei modelli di regolazione economica degli ulti-
mi anni si riflettono, infatti, nel mutamento che investe i temi dell’abitare, del cambiamento urbano,
dell’ambiente, degli stili di vita e dei modelli di consumo. Progettare e realizzare ambienti quotidia-
ni e produttivi, spazi abitativi, luoghi pubblici, infrastrutture, è attività sempre più complessa che
richiede la mobilitazione di conoscenze e kit cognitivi che attingono a molteplici sfere del sapere
tecnico e umano.
Questa ricerca sul settore edile in provincia di Trento, nasce, in particolare, a seguito di un impor-
tante evento di politica economica regionale: l'8 luglio 2009 a Trento, i Presidenti Lorenzo Dellai e
Luis Durnwalder hanno firmato il protocollo d’intesa sui temi strategici dell'edilizia sostenibile, sul-
la produzione energetica da fonti rinnovabili e sulla mobilità sostenibile. L’obiettivo dell'intesa è
quello di favorire la collaborazione tra la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di
Bolzano per condividere i due sistemi di certificazione energetica e di sostenibilità.
Nello specifico, Bolzano ha adottato la certificazione energetica Casa Clima, molto nota e consoli-
data a livello nazionale. La relativa agenzia che opera in Italia nella promozione della bioedilizia è
una rete promossa dalle istituzioni pubbliche, ma alla quale aderiscono anche consorzi di imprese
edili e banche locali. La fiera di Bolzano “CasaClima” ha avuto una forte risonanza a livello media-
tico e allo stesso tempo ha permesso di ampliare i mercati di riferimento.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
8
Trento, invece, ha investito sul sistema di certificazione LEED (Leadership in Energy and Envi-
ronmental Design) che dovrebbe garantire una certificazione di sostenibilità completa. In particola-
re LEED vuole favorire l’edilizia sostenibile (dell’intero processo di produzione), l’energia rinno-
vabile e le tecnologie ambientali. L’obiettivo di lungo periodo è quello di costituire una filiera
dell’edilizia con elevati standard innovativi nell’ambito della sostenibilità energetica.
Attraverso il protocollo d’intesa, le due Province hanno l’obiettivo di armonizzare i rispettivi siste-
mi di certificazione definendo così uno standard comune che riassuma il sistema LEED home e Ca-
sa Clima. Inoltre, si vogliono condividere progetti e modalità operative nell'ambito dell'efficienza
energetica sia per gli edifici pubblici che privati e le rispettive esperienze nello sviluppo e messa in
produzione di energie rinnovabili, di modelli di generazione distribuita.
Questo passaggio ha ovviamente una forte valenza strategica per entrambi i territori, i quali condi-
vidono una visione dell'edilizia quale motore fondamentale dell'economia, considerato che gli inve-
stimenti in questo settore hanno effetti positivi sull'intero sistema. L'edilizia ha inoltre ricadute im-
portanti sul versante della ricerca e dell'innovazione, specie nel campo delle tecnologie sostenibili e
a basso impatto ambientale. Forti di questa consapevolezza, Trento e Bolzano promuoveranno un
modello di governance comune che permetta di favorire la collaborazione tra le rispettive Universi-
tà ed enti di ricerca nonché la messa in rete delle rispettive imprese e filiere.
In questo scenario le imprese di costruzioni non possono rinunciare a svolgere il ruolo attivo di
classe dirigente che gli compete e ad inserirsi - sia in qualità di portatori di interessi, sia in quanto
detentori di conoscenze di interesse generale – nel dibattito e nei processi decisionali inerenti alla
progettazione del territorio. Le competenze tecniche e le conoscenze di cui sono detentrici, infatti,
costituiscono una risorsa di grande valore per la progettazione delle città e dei territori di domani.
Si tratta, di conseguenza, di valorizzare la presenza di imprese di costruzione che, nell’esercizio del
loro business, sono consapevoli dell’impatto collettivo della loro azione e dell’importanza delle loro
competenze. Obiettivo esplicito dell’indagine è stato quindi fornire evidenza alle imprese che in
questi anni si sono proposte per capacità di proporre soluzioni innovative, coerenti con la prospetti-
va della sostenibilità ambientale e con quella, altrettanto importante, di coniugare urbanizzazione
dolce e qualità della vita, efficienza e solidarietà.
Un settore definito tradizionale come quello delle costruzioni è in realtà attraversato da dinamiche
evolutive e processi di innovazione estremamente complessi. Capire come le imprese di costruzione
trentine si stanno riposizionando rispetto a queste dinamiche e processi, in un’ottica di superamento
dell’attuale crisi, è stato lo scopo di questa ricerca. Tutto ciò nella consapevolezza che le azioni di
accompagnamento che saranno attivate a livello istituzionale dovranno sempre più fondarsi sulle re-
ali strategie perseguite dalle imprese.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
9
2. Le caratteristiche (peculiari) del processo edilizio
L’industria delle costruzioni è un’industria del tutto particolare, diversa dalle altre industrie mani-
fatturiere: le conoscenze, le tecniche, i prodotti, le capacità manageriali, i rapporti che intercorrono
tra i vari operatori del processo edilizio, sono del tutto originali e difficilmente paragonabili a quelli
adottati in altri processi industriali. Alcune caratteristiche legate sia al processo di formazione della
domanda sia all'organizzazione dell'offerta ne confermano l’elevata specificità. Ciò implica che
nell’analisi del settore edilizio difficilmente possano applicarsi i metodi ed i parametri solitamente
usati nell’analisi di altri settori produttivi. Risulta pertanto utile sottolineare le principali peculiarità
del processo edilizio tradizionale (in quanto tale, largamente diffuso), al fine di avere una chiave in-
terpretativa a cui ricondurre i dati emersi dalla presente indagine. Queste prime riflessioni si riferi-
scono al settore edile in generale1
, prescindendo, per il momento, dalle specificità del settore a livel-
lo provinciale.
Un primo aspetto peculiare del processo di produzione edilizia è la sua stretta relazione con il
contesto territoriale e ambientale. Per esplicitarsi il processo edilizio ha bisogno di “appropriar-
si” di un pezzo del contesto.
Il processo edilizio è un processo produttivo senza la fabbrica, o per meglio dire, la fabbrica è il
territorio occupato temporaneamente dal cantiere. Il terreno su cui sorgerà il nuovo edificio – soli-
tamente di proprietà del committente - è la “fabbrica” nella quale il costruttore edile svolge la sua
attività produttiva temporanea, per poi spostarsi in altri cantieri, in una sorta di nomadismo produt-
tivo. L’attività d’impresa è quindi strutturata secondo parametri spazio-temporali del tutto peculiari
rispetto alle altre industrie: “tempo discreto” e “spazio variabile” contraddistinguono tutte le attività
del settore, basato sull’assenza di unità locali stabili (l’impresa edile è composta da una sede legale,
uffici ed eventualmente un deposito per materiali e macchinari). La continuità economica e fisica
dell’impresa dipende dalla capacità della stessa di impegnare le proprie risorse in cantieri di lunga
durata (come negli appalti pubblici) o in una molteplicità di cantieri minori e più brevi; ma, ovvia-
mente, ciò implica, da parte delle imprese di costruzione, una flessibilità elevata e comporta la
necessità di ricorrere a risorse - soprattutto professionali, ma anche finanziarie e impiantisti-
che - diversificate a seconda delle occasioni di lavoro. Il fatto che la “fabbrica”, all’interno della
quale opera il costruttore edile, sia una fabbrica che nasce e muore con ogni lavoro, comporta che,
nell’impresa di costruzione, le attrezzature fisse siano ridotte al minimo e che gli investimenti, di
conseguenza, siano limitati. L’impresa di costruzione, grazie alle sue caratteristiche di flessibilità e
agli impianti fissi ridotti al minimo, basa tradizionalmente il suo operare – ed anche il suo successo
competitivo – sulla capacità di organizzare fattori produttivi esterni per la realizzazione di o-
pere molto variabili.
Un’altra specificità del processo edilizio è che il suo prodotto è un bene “immobile” estrema-
mente costoso, molto più di quasi tutti gli altri prodotti industriali (ad esclusione dei transatlantici e
del jet di linea). Ciò implica un’accurata progettazione finanziaria di ogni singola vicenda co-
struttiva, che anticipa la stessa fase di progettazione architettonica. Raramente chi realizza o acqui-
sta un prodotto edilizio dispone fin dall’inizio i mezzi finanziari necessari. Il fatto che il prodotto
edilizio sia un prodotto di lunga durata fa si che le risorse finanziarie necessarie alla sua realizza-
zione possano essere restituite in tempi medio lunghi. Queste caratteristiche, peculiari del processo
1
Nella stesura di questo capitolo si è fatto particolare riferimento al testo di Nicola Sinopoli “La tecnologia invisibile: il
processo di produzione dell’architettura e le sue regie” Franco Angeli Serie di architettura. 1997
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
10
edilizio, hanno fatto si che la messa a disposizione del supporto finanziario da parte delle banche
abbia seguito strade originali - e, come dimostra l’attuale crisi, non sempre positive - rispetto a quel-
le che caratterizzano il finanziamento di altre attività produttive o i finanziamenti alle persone. Inol-
tre, a differenza della svalutazione che caratterizza quasi tutti i prodotti industriali, il prodotto edi-
lizio ha un valore che tende ad aumentare con il passare degli anni. Questa caratteristica fa si
che la domanda non riguardi necessariamente la diretta fruizione del bene edilizio, ma si rivolga ad
esso anche come bene rifugio o d’investimento. A differenza di altri processi industriali, il proces-
so edilizio è totalmente dominato dalla domanda e la figura del committente rappresenta la figura
peculiare del processo edilizio. Le caratteristiche di tipo speculativo che caratterizzano
un’importante fetta della domanda si riflettono sull’organizzazione del processo edilizio e motivano
lo scarso interesse che viene solitamente attribuito alle problematiche dell’organizzazione, della
produttività e dell’innovazione, dal momento che il profitto derivante dalle rendite fondiarie tende
spesso a fare premio sul profitto industriale.
In considerazione del fatto che ogni manufatto edilizio tende a diventare, nel bene e nel male e per
tempi molto lunghi, parte del paesaggio naturale e/o dell’ambiente urbano, esso necessita, a diffe-
renza di altri prodotti industriali, di rapportarsi con le caratteristiche del proprio contesto: con
quelle fisiche (clima, esposizione, geologia); con quelle paesaggistiche e storiche; con quelle fun-
zionali (urbanistica, assetto del territorio, caratteristiche socio-economiche, flussi di traffico); con
una serie di apparati regolamentari (sicurezza, rispetto di diritti altrui, decoro del sito). Il rapporto
con il contesto fa sì che il prodotto edilizio sommi al suo ruolo economico una serie di signifi-
cati di forte valenza culturale e simbolica, difficilmente rilevabili in altri contesti produttivi. Dal-
la qualità del prodotto edilizio dipende la qualità del tessuto urbano e territoriale, dei suoi modelli di
fruizione e quindi, in estrema sintesi, dei modelli di convivenza sociale. Le scelte relative al settore
edile impattano su tutto il sistema economico e sociale: dalle infrastrutture, dall’efficienza logistica
e dei servizi fino alla qualità della vita, alla salute e alla felicità delle persone. Anche nella dimen-
sione del privato, il “bene casa” rappresenta l’acquisto più costoso nella vita di una famiglia, ne
condiziona la qualità della vita e assume, molto più di altri prodotti industriali, il carattere di bene
distintivo, identitario, carico di valenze simboliche ed esperienziali.
Un secondo aspetto peculiare del settore edilizio tradizionale riguarda l’organizzazione del proces-
so produttivo. Contrariamente alle filiere industriali nel settore delle costruzioni raramente esiste
una figura capace di controllare l’intero processo di concezione, produzione e messa sul mercato del
prodotto.
Il committente è la figura che dà avvio al processo edilizio, ma rappresenta, nella maggioranza dei
casi un leader aleatorio. Si tratta, infatti, in molti casi (sia di committenza pubblica, sia di commit-
tenza privata) di un operatore non professionale che di solito si presenta sul mercato una sola volta e
che, di conseguenza, necessita di consulenti (il progettista, il direttore dei lavori, il collaudatore in
opera, il certificatore) per eseguire, gestire e controllare adempimenti così complessi e costosi come
sono quelli del processo edilizio. Spesso il committente (soprattutto nel residenziale) subisce l'offer-
ta del mercato, e non ha modo di influire più di tanto sugli aspetti progettuali e realizzativi. Al
committente spettano gli oneri di acquisire il suolo, di acquisire i permessi a costruire e di finanzia-
re l’opera, prima che questa sia realizzata. A differenza di altri prodotti industriali - che prima ven-
gono prodotti e poi venduti - un prodotto edilizio non esiste come oggetto fruibile prima della con-
clusione dei lavori. Al committente viene proposto un oggetto virtuale - un’idea, un progetto, una
simulazione al computer, più raramente un plastico - che viene fabbricato dopo essere stato compra-
to. A causa di questa, peraltro ineliminabile, caratteristica del processo edilizio la legge tende a tute-
lare il committente richiedendo agli operatori professionali del processo una serie di documenti e di
garanzie: il progetto, il capitolato, il contratto, le verifiche delle autorità competenti, il collaudo, le
cauzioni, le polizze assicurative.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
11
A differenza di tutti gli altri processi di produzione industriale il processo edilizio è caratterizzato
da una multi-organizzazione temporanea, anziché da un’organizzazione permanente. Il prefisso
multi sta ad indicare il notevole numero di operatori coinvolti nel processo edilizio e l’aggettivo
temporanea sta a significare la breve permanenza dei legami (deboli) che si instaurano tra i diversi
soggetti coinvolti in ogni singola vicenda costruttiva. Tradizionalmente il processo edilizio vede
una frammentazione delle responsabilità, un intervento sequenziale dei singoli operatori e la pre-
senza di un unico contratto di costruzione stipulato tra il committente ed un soggetto imprenditoria-
le – l’impresa generale di costruzioni – responsabile della costruzione del manufatto. A sua volta
l’impresa generale realizza con proprie maestranze solo una parte (spesso ridottissima) dell’opera,
affidando (con contratti di subappalto e/o di fornitura in opera) gran parte lavori (impianti, infissi,
intonaci, ecc.) ad imprese specialiste e organizzando l’approvvigionamento del cantiere rivolgendo-
si a diversi fornitori di materiali edili e componenti. Date le infinite possibilità di aggregazione tra
diversi operatori (progettisti, imprese generali, imprese specialiste, impiantisti, fornitori di materiali
e componenti, enti di controllo, enti finanziatori, ecc.) e nonostante il fatto che le imprese tendano a
coinvolgere propri fornitori di fiducia, non sempre la combinazione di operatori che si aggrega-
no attorno ad un cantiere viene riprodotta in altri cantieri. L’intervento sequenziale dei vari o-
peratori nelle varie fasi del processo comporta il fatto che ogni singolo operatore lavora sul risultato
dell’attività svolta dall’operatore che lo precede, senza che si configuri mai formalmente né un co-
ordinamento, né un preciso momento di sintesi, né tantomeno la possibilità di fruire di informazioni
di ritorno. Nella labilità della squadra, nel poco tempo a disposizione dei suoi componenti per impa-
rare a lavorare insieme e nella non riproducibilità del gruppo di operatori formato dal committente
(o dal progettista, o dall’impresa generale) troviamo la fonte principale dell’incertezza e dei con-
flitti che caratterizzano il processo edilizio. A tale proposito, uno dei libri più interessanti scritti
sul processo di produzione in edilizia: “La tecnologia invisibile” di Nicola Sinopoli, sottolinea co-
me la qualità del processo edilizio - e quindi del manufatto - dipenda in modo decisivo dalla qualità
delle informazioni trasmesse dal committente, da come queste vengono trasformate in un progetto,
dai criteri adottati per scegliere le imprese di costruzione e dalle modalità di verifica e controllo
dell’attività in cantiere. L’assunto, in definitiva, è che la qualità dipende dall’organizzazione del
processo edilizio e dall’informazione che vi circola.
Un'altra peculiarità del processo edilizio riguarda il time to market. Nel processo edilizio i
tempi di concezione e produzione del prodotto finale sono relativamente lunghi. Nei processi indu-
striali la riduzione del tempo che intercorre tra la concezione di un prodotto e la sua immissione sul
mercato è considerato un fattore decisivo di successo e riduzioni drastiche del time to market sono
state ottenute nella gran parte dei processi produttivi di tipo industriale. Ciò non è avvenuto nel set-
tore delle costruzioni, dove i tempi di progettazione, di approvazione da parte delle autorità e di co-
struzione di un fabbricato tendono non solo ad essere difficilmente comprimibili, ma ad aumentare.
Solo in alcuni contesti, particolarmente legati alle contingenze di una domanda di realizzazioni ac-
celerate (insediamenti produttivi, interventi di social housing) hanno cominciato a diffondersi prati-
che di fast track scheduling, ovvero realizzazioni nelle quali i processi normalmente sequenziali (sia
progettuali che esecutivi) vengono posti, per quanto possibile, in parallelo, con modalità gestionali
ed organizzative che possono essere ritenute, in un certo senso, la trasposizione delle tecniche di
concurrent engineering2
, nate e sviluppatesi negli ambienti industriali manifatturieri ad elevata tec-
2
Per concurrent engineering si intende un insieme organico di metodologie, tecniche e strumenti che consente un ap-
proccio alla progettazione integrata di un prodotto e del relativo processo produttivo. Tale approccio permette di ridurre
drasticamente i tempi di sviluppo e i costi connessi, consente inoltre maggiore flessibilità alla progettazione e alla pro-
duzione, oltre che una migliore qualità dei prodotti. Questa logica di progettazione è conosciuta anche come simultane-
ous engineering, life-cycle engineering, parallel engineering, multi-disciplinary team approach o integrated product
and process development.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
12
nologia, al mondo delle costruzioni. Anche in contesti più tradizionali, come il settore immobiliare
privato, costituisce prassi abbastanza consolidata avviare i lavori di realizzazione delle strutture ri-
mandando la definizione degli impianti tecnologici e delle finiture a quando sarà stato individuato il
relativo acquirente, con modalità parzialmente riconducibili alle tecniche di fast track.
2.1 La transizione (incompleta) del settore delle costruzioni
Le caratteristiche peculiari del processo edilizio tradizionale, richiamate nel precedente capitolo,
portano a descrivere lo stesso, come un settore sostanzialmente statico, arretrato e poco perme-
abile all’innovazione. La frammentazione del settore, sia in termini di offerta, sia in termini di do-
manda, ha tradizionalmente ostacolato l’affermarsi di un ampio mercato concorrenziale, accentuan-
done invece la segmentazione in molti mercati locali, popolati da una galassia di imprese, in larga
misura di piccola e piccolissima dimensione. Questa situazione è riconosciuta come una delle cause
della bassa produttività che ancora caratterizza i processi produttivi delle costruzioni ed ha certa-
mente frenato anche la dinamica dell’innovazione. Parecchie analisi hanno rilevato che i livelli di
efficienza e gli indici di sviluppo tecnico delle costruzioni non seguono la dinamica degli altri setto-
ri industriali, dalla cui evoluzione, anzi, tendono ad essere sempre più distanziati.
E’ però anche vero che sono le stesse caratteristiche peculiari del processo edilizio ad evidenziare
come un settore comunemente definito tradizionale sia, in realtà, caratterizzato da dinamiche
evolutive estremamente complesse, spesso anticipatrici di ciò che avviene all’interno di altri
settori produttivi. Il settore delle costruzioni, per molti aspetti, ha anticipato quel processo di rior-
ganizzazione e articolazione delle figure produttive che a partire dagli anni ’90 si è generalizzato
all’intero comparto produttivo e che si ritiene fondante del modello post-fordista. Nei fatti, il setto-
re meno investito dall’organizzazione tayloristica del lavoro è oggi quello più post-fordista.
Già alla fine degli anni ’70, l’impresa di costruzione comincia ad assumere l’assetto di
un’“organizzazione virtuale” a prescindere dalla sua dimensione statistica. E’ in quegli anni che ini-
zia un processo di disarticolazione “funzionale” delle grandi imprese di costruzione in unità
minori specializzate, cui fa riscontro la diffusione di competenze sul territorio nelle forme della
micro-impresa e del lavoro autonomo. Processo che deriva non solo dalla necessità di contenere i
costi ma anche dalla spinta derivante dalla specializzazione dell’organizzazione del lavoro.
La grande impresa industriale, a partire da quegli anni, si è andata trasformando in un’azienda ca-
pace di acquisire commesse e di coordinare in cantiere il lavoro di piccole imprese specializza-
te in fasi distinte del processo produttivo, mantenendo al proprio interno soltanto alcune funzioni
organizzative strategiche e alcune figure professionali di elevato profilo, in grado di gestire cantieri
e apporti di imprese minori, oppure di manovrare macchinario complesso come le gru.
Il processo di frammentazione del settore è ampliamente avvalorato dal notevole peso che vengono
contemporaneamente ad assumere le “imprese artigiane” sul complesso delle imprese edili, e che
possiamo assumere come ulteriore fattore di flessibilizzazione del lavoro.
In uno dei settori più labour-intensive, si realizza il massimo di flessibilità rispetto a tutti gli altri
settori produttivi. E ciò avviene proprio sul fattore più importante che caratterizza il settore delle
costruzioni, ovvero il fattore lavoro. Il cantiere si presenta sempre più come il luogo nel quale i
due fattori più importanti della produzione (l’organizzazione da un lato e il lavoro dall’altro),
sempre più autonomi e “separati”, si incontrano per produrre.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
13
E’ proprio questo processo di esternalizzazione e frammentazione della produzione a far si che il
settore delle costruzioni sia stato il primo a registrare l’imposizione per legge della certificazione
dell’organizzazione della produzione – altro concetto tipicamente post-fordista - attraverso la cer-
tificazione ISO 9000 nel settore dei lavori pubblici (con la legge quadro dei lavori pubblici).
Il sistema della “sub contrattazione” assume una spinta talmente forte da far saltare i modelli tradi-
zionali di lettura delle imprese in questo settore. La stessa nozione di grande, media, piccola impre-
sa nel mondo delle costruzioni è certamente da rivisitare alla luce della configurazione assunta del
sistema e alle forme di coordinamento tra gli operatori che connotano il settore. Grande è colui che
compie grandi operazioni, a prescindere dal fatto che disponga, al proprio interno, delle risor-
se necessarie per realizzarle o che piuttosto le reperisca sul mercato. Ciò non esclude però una
correlazione tra entità delle operazioni condotte e solidità organizzativa dell’azienda.
L’impresa virtuale per eccellenza (terziarizzata, immateriale, leggera) nasce e si rafforza nel
settore considerato fra i più arretrati e “pesanti”: un paradosso solo apparente che dipende solo
dal punto di vista con il quale si può definire arretrato o avanzato un settore economico. Quello che
appariva il settore più arretrato rispetto al modello fordista stava dimostrandosi il settore più
avanzato sulla strada del cambiamento post-fordista: cambiamento che ha continuato fino ai
nostri giorni, rendendo l’edilizia un osservatorio privilegiato - pur con le sue peculiarità non riduci-
bili ad altre industrie e attività di servizio - sulle forme dell’impresa e del lavoro contemporanei.
La filiera “abitazione” funziona attraverso la messa in rete e la cooperazione produttiva di una
gamma di soggetti d’impresa e del lavoro estremamente differenziata, che include società immobi-
liari e intermediari finanziari, medie imprese di costruzioni e pulviscolo molecolare di lavoratori in
proprio, professionisti creativi e manodopera di bassa qualificazione. Le imprese di costruzioni
cooperano assai più che gli operatori di altri settori, sebbene tale strategia si sostanzi in asso-
ciazioni temporanee e partnership “a progetto” che in veri accordi prefiguranti modelli più
stabili di organizzazione a rete. Il funzionamento di quasi tutte le imprese si basa sulla mobilita-
zione di network informali che, di fatto, assumono la forma di “imprese a rete” dalla membership
variabile.
Questo tipo di multi-organizzazione temporanea non è, naturalmente, una peculiarità del solo pro-
cesso edilizio ma presenta analogie con altri processi produttivi caratterizzati da un forte accentra-
mento della fase creativa e da un radicale decentramento produttivo. Negli Stati Uniti, ad esempio,
questa aggregazione di specialisti autonomi attorno a progetti circoscrivibili nel tempo viene chia-
mato “Modello Hollywood” definizione ripresa anche da Jeremy Rifkin nel suo libro “L’Era
dell’Accesso”.3
L’analogia è riferita all’industria cinematografica dove chi produce un film mette
insieme una squadra formata dal regista, gli attori, gli sceneggiatori, i tecnici, che si scioglie quando
la pellicola è pronta per le sale cinematografiche.
Lo stesso assioma post-fordista della centralità della personalizzazione del prodotto e delle picco-
le serie, trova nel mondo delle costruzioni una versione estrema, poiché qui ogni realizzazione co-
stituisce un prototipo e la possibilità di realizzare economie di scala è molto limitata. Dunque, più
ancora che in altri settori, il controllo dell’incertezza e la necessità di rispondere just in time alle ca-
ratteristiche variabili della domanda assume, nel processo edilizio, una rilevanza strategica.
E’ sulla base di questa esigenza che, nelle situazioni più avanzate - per i grandi progetti di trasfor-
mazione urbana – hanno cominciato a delinearsi “regie innovative” del processo edilizio basate sul
management. Si parla di project management, construction management, management contrac-
3
Jeremy Rifkin, L'Era Dell'Accesso. La rivoluzione della new economy, Mondadori, 2001
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
14
ting, fast track scheduling. Modelli organizzativi caratterizzati da una progettazione unitaria e inte-
grata, opposta a quella sequenziale tipica degli approcci tradizionali, dal rapporto diretto tra com-
mittente, progettista e produttore di componenti dall’adozione diffusa di contratti separati fra com-
mittente e fornitori e da una drastica riduzione del time to market del prodotto edilizio.
Questi nuovi approcci organizzativi del processo edilizio prendono forma a fronte della progressiva
diminuzione delle risorse mobilitabili da parte dei “committenti puri” (non importa se pubblici o
privati), dalla deregulation in campo economico e urbanistico e dall’irrompere nel processo edilizio
della variabile finanziaria, come variabile condizionante la fattibilità stessa di ogni possibile inizia-
tiva. Sono questi fattori che portano alla comparsa nel processo edilizio di una nuova classe di pro-
motori: i così detti developers, sviluppatori immobiliari che sono operatori finanziari più che o-
peratori edilizi, portatori in quanto tali, di obiettivi di redditività a breve termine dei capitali inve-
stiti. A sostenere questa dinamica è il nuovo interesse nei confronti del real estate dei grandi gestori
di capitali - banche, assicurazioni, fondi pensione, private equity, merchant bank, operatori di pro-
ject financing, importanti gruppi industriali riconvertiti al FIRE (Finance, Insurance, Real Estate ) -
in quanto attività speculativa che assicura profitti notevoli in una fase di bassi rendimenti azionari.
Si assiste alla progressiva ibridazione tra mercato finanziario e immobiliare, con conseguente
condivisione dei rischi e delle incertezze generati nei due mercati. Le ricadute della recente crisi fi-
nanziaria originata dai mutui statunitensi “a rischio” (subprime) dimostrano in maniera emblematica
la portata di questi fenomeni.
La domanda che si rivolge al settore delle costruzioni si è inoltre progressivamente orientata su una
richiesta crescente di attività di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che ha, negli ultimi
anni, superato il livello della nuova produzione, e che – attraverso i nuovi contratti di facility
management4
e global service 5
– viene sempre più spesso fornita insieme ad altri servizi, facenti ca-
po a differenti settori produttivi.
Le costruzioni hanno sviluppato un cospicuo potere attivante e un’influenza determinante su una
parte consistente della base manifatturiera nazionale (il settore delle costruzioni acquista beni e ser-
vizi dall’80% dei settori economici). E’ stato stimato che ogni aumento di 1 miliardo di euro di
domanda nel settore delle costruzioni attiva un volume di affari 1,796 miliardi di euro (1 miliardo di
euro nelle costruzioni e 0,796 miliardi di euro nei settori collegati). Inoltre, 1 miliardo di euro di
nuova produzione significa 23.620 nuovi posti di lavoro, di cui 15.100 nelle costruzioni e 8.520
nei settori collegati. 6
Dal lato dell'offerta la crescente complessità del prodotto edilizio da realiz-
zare (che integra tecnologie di processo e di prodotto provenienti da numerosi settori industriali:
chimica, elettronica, metallurgia, ecc.) richiede una struttura industriale in grado di far convergere
sul singolo manufatto competenze tecnologiche sempre più specialistiche. Accanto alla tradiziona-
le impresa di costruzioni si sviluppa un’industria manifatturiera produttrice di materiali, se-
milavorati, componenti, attrezzature, macchinari che studia i mercati, concepisce prodotti in-
novativi, li distribuisce e li commercializza. La filiera delle costruzioni presenta un indotto indu-
striale che mette a disposizione nuovi materiali, nuove componenti, nuove tecnologie costruttive,
innovazioni immateriali. Le relazioni di interdipendenza fra i vari settori del sistema delle costru-
zioni sono sia dirette sia indirette, così da creare interconnessioni rilevanti, volte ad influenzare i
driver di sviluppo e di innovazione dei singoli settori di specializzazione.
4
Per facility management si intende un approccio integrato volto al funzionamento, manutenzione, miglioramento, e
adattamento degli immobili, delle infrastrutture di un’azienda o un’istituzione che esternalizza tali funzioni a soggetti
terzi. Il F.M. prevede un continuo allineamento tra l’uso dello spazio fisico e i bisogni o indirizzi strategici di
un’organizzazione.
5
Per global service si intende un modello di offerta che veda integrati, in un soggetto imprenditoriale nuovo, imprese di
costruzione e imprese di servizi.
6
Federcostruzioni Rapporto 2010 sul sistema italiano delle costruzioni.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
15
Il settore delle costruzioni è quindi tutt’altro che statico, perlomeno per ciò che concerne la con-
tinua ridefinizione dei propri modelli di business e processi produttivi. E’ comunque anche vero che
le dinamiche evolutive fin qui schematicamente descritte, sono determinate da un sistema competi-
tivo basato essenzialmente sul prezzo. Le costruzioni, infatti, sono un settore cost-driven, in cui le
imprese, piuttosto che focalizzarsi su fattori strategici, tendono ad assumere le proprie decisioni sul-
la base del livello più basso dei costi. Tale approccio si è tradotto in un orientamento (positivo, ma
che non si può certo considerare anticipatore del mercato) all’innovazione “di processo”, con poca
o pochissima innovazione “di prodotto”, laddove è sempre più chiaro che il “prodotto” vero, in
edilizia, consiste nei luoghi dell’abitare. La stessa innovazione “tecnologica” viene accettata con
fatica e solo quando riesce a trovare una collocazione - senza perturbarlo - nell’assetto tecnico con-
solidato, anzi, addirittura nella particolare configurazione tecnologica che caratterizza ormai
quasi stabilmente le varie tipologie di prodotto: poco calcestruzzo e molto laterizio per la resi-
denza; travi pilastri e pannelli prefabbricati nell’edilizia industriale; prodotti a posa rapida e sempli-
ce nel recupero.
Certamente, l’estrema frammentazione, la scarsa competitività ed il riferimento a mercati prevalen-
temente locali, che caratterizzano gran parte del settore delle costruzioni, non facilitano
l’innovazione, l’investimento in R&S e la collaborazione con i centri di ricerca. Il settore continua
a presentare una dinamica d’innovazione lenta rispetto le opportunità e le necessità di crescita
del livello qualitativo degli edifici e di miglioramento della qualità di fruizione degli stessi in
termini di sicurezza, sostenibilità ambientale, crescita dell’efficienza energetica, durabilità e manu-
tentibilità, eccellenza tecnologica e bellezza architettonica.
Da questo punto vista il “prodotto casa” è sostanzialmente fermo agli anni ‘50. Solo
nell’impiantistica si è, in parte, riusciti a portare dentro gli edifici nuove prestazioni tangibili: la re-
golazione e la programmazione delle temperature interne, caldaie più efficienti e meno inquinanti,
reti di distribuzione dei fluidi più rapide da posare e meno invasive grazie ai tubi in materiali sinte-
tici. E dotazioni e livelli di comfort impensabili solo vent’anni fa: dalle vasche a idromassaggio al
raffrescamento estivo, con costi (d’installazione) quasi popolari.
Le caratteristiche e le dimensioni economiche degli appalti spesso non sono tali da consentire con
frequenza l’uso di tecnologie avanzate. Al contrario del settore manifatturiero, dove l’innovazione
di prodotto di successo comporta una premialità di mercato per l’impresa, nel caso dell’edilizia ciò
non avviene, a meno che l’impiego di una tecnologia innovativa non sia esplicitamente richiesto nel
capitolato. Emerge dunque che nelle imprese operanti nel settore dell’edilizia - data anche la ridotta
dimensione media e le limitate capacità di investimento - i processi di innovazione sono di tipo
“adattivo” o “reattivo”, nel senso che i fabbisogni di innovazione emergono, di volta in volta, ri-
spetto alle specifiche problematiche da affrontare nelle fasi di realizzazione delle commesse acqui-
site. L’innovazione nel settore delle costruzioni funziona quando risponde a logiche “interne”
all’organizzazione produttiva, mentre difficilmente è guidata dalla necessità di rispondere
all’evoluzione della domanda, che è il motore fondamentale di tutta l’innovazione dei prodotti e
dei processi industriali.
Il settore economico che per primo ha adottato schemi organizzativi e di funzionamento post-
fordisti, appare in ritardo nell’adottare fino in fondo la logica intima del “nuovo capitalismo”
- incentrata sulla domanda del cliente, sull’innovazione tecnologica e finanziaria, sulla valorizza-
zione dei servizi, dei fattori immateriali e di esperienza che sono commessi al consumo e alla frui-
zione dei prodotti industriali - rimanendo forse imprigionato all’interno di quel frazionamento indi-
vidualistico che si traduce in scarsa articolazione dell’offerta, in rari esempi di anticipazione del
mercato e in penuria di risorse da destinare alla ricerca e all’innovazione.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
16
Non è detto, comunque, che quanto si è faticato a realizzare - o non si è realizzato affatto - nel corso
della fase ascendente del mercato edilizio non sia realizzabile nella crisi. Forse, proprio la contra-
zione delle opportunità acquisibili attraverso i consolidati meccanismi di controllo del mercato loca-
le incentiveranno la ricerca di nuove formule imprenditoriali e il rinnovamento dei modelli di busi-
ness. Proprio la crisi, inoltre, potrebbe premiare sul medio periodo gli operatori che sapranno anti-
cipare le tendenze dell’abitare che promettono di svilupparsi nei prossimi anni.
2.2 Dalla crisi alla riconfigurazione del mercato
La crisi ha evidenziato alcune criticità, come la mancanza di fiducia nel mercato, una frenata nei
consumi per le famiglie e la difficoltà di accesso al credito, ma è anche una grande opportunità
per riconfigurare il rapporto tra domanda e offerta nel settore delle costruzioni, dal punto or-
ganizzativo e strategico. Il settore delle costruzioni è sempre più esposto ad una pressione competi-
tiva e ad una domanda che dall’esterno lo sollecita all’evoluzione, chiedendogli di fornire prodotti
dotati di prestazioni nuove, di funzionalità migliori, di maggiore valore. Il settore delle costruzioni
può dare all’innovazione contributi rilevanti, se lo si concepisce come catalizzatore di una serie di
innovazioni per la casa, per l’ambiente, per la persona; è un settore a potenziale alto tasso di inno-
vazione se solo si pensa alle questioni dei nuovi materiali, della personalizzazione, della casa come
servizio, della gestione dei mercati immobiliari finanziari di tipo più evoluto.
Una recente ricerca realizzata da ANCE Lombardia e CRESME7
individua sei driver del cambia-
mento su cui puntare nei prossimi anni per ridisegnare il mercato delle costruzioni:
• l'innovazione tecnologica: l'impiego della tecnologia in tutte le fasi del processo costruttivo –
dalla progettazione alla gestione, passando per la fase realizzativa in cantiere – dovrà imporsi
come il motore dell'innovazione del prodotto edilizio;
• la sostenibilità ambientale: l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale sono i nuovi e-
lementi innovativi a cui il mercato deve rispondere nel breve termine;
• la sostenibilità sociale: una fascia di popolazione sempre più ampia, che non è in grado di acce-
dere all’attuale offerta del mercato, origina una domanda di social housing, a cui il mercato delle
costruzioni deve dare risposta secondo logiche di collaborazione tra pubblico, privato e terzo set-
tore;
• il nodo delle risorse: il mercato evolve sempre più rapidamente verso modelli di partenariato
pubblico-privato (PPP), sviluppando forme di investimento integrate che richiedono nuove cono-
scenze economiche e finanziarie: gli operatori del settore dovranno essere in grado di portare ca-
pacità ideativa, tecnica, finanziaria e gestionale dialogando con interlocutori pubblici in grado di
crescere sullo stesso piano;
• l'intreccio tra costruzioni e servizi: l'attenzione del mercato si sposta progressivamente dal me-
ro piano dell'esecuzione a quello della gestione: la filiera delle costruzioni e quella dei servizi
dovranno crescere in maniera integrata, grazie agli strumenti del facility management e del glo-
bal service, che negli ultimi anni hanno già portato notevoli vantaggi;
• l'intervento sul patrimonio esistente: quello delle ristrutturazioni e della riqualificazione edili-
zia ed urbanistica sia relativa al consistente patrimonio di edilizia residenziale in pessimo stato di
conservazione, sia relativa alla riconversione di aree industriali dismesse, si imporrà, nei prossi-
mi anni, come un mercato di riferimento importante.
Tali driver del cambiamento non fanno riferimento ad un dato congiunturale - legato alla crisi
e al suo superamento - ma ad un dato di mutamento strutturale del mercato delle costruzioni.
Con il 2010 - sempre secondo le analisi del CRESME - dovrebbe, infatti, concludersi il sesto ciclo
7
ANCE Lombardia CRESME: Il mercato immobiliare in Lombardia nel 2010
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
17
edilizio italiano dal secondo dopoguerra8
. La fine di un ciclo e l’avvio del ciclo successivo compor-
tano da un lato il ridimensionamento dei potenziali di mercato e dall’altro un processo di riconfi-
gurazione della domanda e dell’offerta.
Figura 1: Serie cicliche delle costruzioni (Fonte: elaborazioni CRESME su dati ISTAT)
Figura 2 Le aree di mercato del nuovo ciclo edilizio (ns. rielaborazione grafica su dati CRESME)
8
Per ciclo edilizio si intende un insieme di processi edilizi di carattere costruttivo, politico amministrativo, economico,
compiutisi sul territorio in un determinato arco temporale con periodizzazioni riferite a fasi omogenee. Con l’esclusione
del primo ciclo, quello di una crescita straordinaria durata quattordici anni, dal 1951 al 1964, dovuto alla ricostruzione e
al miracolo economico, oggi viviamo la fine della fase espansiva più lunga in assoluto, iniziata nel 1995, In particolare
dal 2000 al 2007 si determinato il più intenso boom del mercato immobiliare registrato in Italia.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
18
Limitandoci all’edilizia residenziale, il ridimensionamento e la riconfigurazione della domanda evi-
denziano nuove esigenze di sostenibilità ambientale e sociale che caratterizzano una domanda di
residenzialità profondamente diversa rispetto agli standard consolidati che hanno caratterizzato i
precedenti cicli edilizi.
Gli acquirenti di immobili sono sempre più attenti e consapevoli dei vantaggi che l'acquisto di un
immobile di qualità può loro apportare sia in termini di miglioramento delle condizioni di vita, sia
in termini di riduzione dei costi di manutenzione nel medio e lungo periodo. Per una fascia di fami-
glie a più alto reddito, emerge una domanda matura che esprime nuove esigenze di qualità e
premia aspetti come quelli dell'innovazione tecnologica, del risparmio energetico e del benes-
sere abitativo. Un vero e proprio "salto di scala" nella qualità della domanda, con le famiglie che
sembrano puntare ad una valorizzazione del loro investimento. Si tratta di una domanda che spesso
si scontra con la bassa qualità del patrimonio edilizio esistente e che contribuisce in parte a spiegare
la contrazione di compravendite e prezzi nel segmento di mercato dell'usato e la corrispondente te-
nuta del nuovo. Il concetto di qualità, declinato in tutte le sue molteplici accezioni, diventa il
principio guida per una nuova fase di produzione e riqualificazione edilizia. L’abitazione come
bene “distintivo” di qualità elevata è uno degli aspetti centrali della riflessione sui modi dell’abitare.
Poiché tale tendenza, a dispetto della crisi, appare piuttosto strutturata e radicata nella società italia-
na, è facile ipotizzare che anche in futuro il settore immobiliare costituisca uno dei principali merca-
ti ove realizzare aspettative, desiderio di appartenenza, senso d’identità.
Non va, inoltre, trascurato che sta crescendo una nuova domanda di abitazioni sociali, che non
trova, al momento, risposte in un'offerta economicamente alla sua portata. Il drastico calo delle
compravendite di abitazioni, registrato nel recente periodo, evidenzia che gli effetti della crisi hanno
fortemente indebolito il potere d'acquisto di alcune fasce di acquirenti. La crisi ha esteso il disagio
abitativo ad un’area sempre più vasta di ceto medio (famiglie a reddito fisso, famiglie numerose,
giovani coppie, lavoratori temporanei, studenti fuori sede, anziani, ecc.). Si tratta di soggetti i cui
livelli di reddito non consentono di accedere ai programmi di edilizia sociale sovvenzionata, ma che
allo stesso tempo non hanno mezzi adeguati per accedere alla casa in proprietà e soffrono del rile-
vante aumento degli affitti. A fronte di questa domanda si assiste recentemente allo sviluppo di pro-
getti che mirano all’housing sociale perseguendo strategie di offerta articolate tra edilizia privata e
edilizia sociale con la partecipazione di soggetti no profit e fondazioni bancarie. A questi progetti si
affianca l’esigenza di tecniche di costruzione low cost, con processi di progettazione integrata e di
industrializzazione leggera che trasformano il cantiere sempre più in un luogo di assemblaggio di
componenti prefabbricati, con una significativa contrazione dei tempi e dei costi di realizzazione.
La grande sfida per i costruttori e per le amministrazioni pubbliche, che hanno la responsabilità del
governo del territorio è oggi la sua riqualificazione a cominciare dal recupero edilizio e dalla ri-
conversione in termini funzionali delle aree degradate, presenti un po' ovunque, sia all'interno
dei centri storici sia nelle periferie urbane e industriali. Le prospettive di questo comparto sono
potenzialmente enormi; è richiesto, tuttavia, un grande impegno sia agli imprenditori, chiamati a ge-
stire operazioni complesse, sia alle pubbliche amministrazioni, cui si impone uno scatto in termini
di semplificazione e di rapidità decisionale. Vista la crescente riduzione delle risorse di cui dispon-
gono le Amministrazioni Pubbliche, è evidente che il partenariato pubblico - privato rappresenti
una strada obbligata per promuovere operazioni di riqualificazione del tessuto edilizio e sociale, che
diano alle nostre città nuovi servizi ed una nuova estetica, nel segno dell'efficienza e della moderni-
tà.
A fronte di questa evoluzione della domanda il settore delle costruzioni deve oggi ripensare il pro-
prio modello di offerta attraverso il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale,
economica e culturale che consentano al settore di trasformarsi in un’industria della conoscenza e
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
19
dei servizi, orientata ai bisogni del cliente e caratterizzata dall’innovazione. In particolare, so-
no quattro i principali fronti di innovazione organizzativa e tecnologica aperti nel settore edilizio:
• da un lato, “costruire sostenibile” e “curare la manutenzione degli edifici” aspetti che condi-
zioneranno le pratiche del costruire nei prossimi decenni;
• dall’altro, “costruire edifici comodi e fruibili” e “costruire presto e bene”, aspetti aperti da
più tempo ma ancora lontano dall’avere esaurito la loro spinta propulsiva.
A ciò si aggiunge lo sviluppo di competenze capaci di affrontare un mercato in cui sono sempre più
sfumati confini tra pubblico e privato e tra lavori e servizi ed in cui l’impresa di costruzione è
sempre più chiamata a svolgere un ruolo a monte – promozione, innovazione e finanzia - e a
valle – gestione e manutenzione – del processo produttivo.
Le riflessioni ruotano intorno alla necessità di una nuova cultura imprenditoriale unita a una ri-
alfabetizzazione della progettualità tecnologica ed economico finanziaria, capace di far partecipare
alle opportunità nascenti dai nuovi mercati il sistema della piccola e media impresa che rappresenta
il cuore del settore delle costruzioni.
Essere imprenditori delle costruzioni è e sarà sempre più difficile in un mercato sempre più ridotto
e selettivo e per questo più complicato, perché richiede maggiori risorse finanziarie, maggiori capa-
cità progettuali, maggiori conoscenze tecnologiche. E’ necessario ripensamento del ruolo tradizio-
nale dell'imprenditore edile, che non può più essere solamente “costruttore”, ma deve acquisire, in
sinergia con le altre componenti del sistema, nuove professionalità, in modo da proporre ai suoi
clienti, pubblici e privati, non più solo il “prodotto edilizio”, ma un insieme articolato di prestazioni
e servizi. L'imprenditore edile del futuro dovrà essere allo stesso tempo promotore immobilia-
re, progettista, esecutore, venditore e gestore dell'immobile che ha realizzato, mettendosi in
“rete” con altri professionisti e imprenditori.
E’ sempre più necessario il passaggio ad una reale dimensione industriale, passaggio seriamente o-
stacolato dalla frammentazione del settore. Per tale motivo, lavorare in reti di impresa caratteriz-
zate da maggiore stabilità è la strada per continuare ad essere competitivi, ottimizzando i costi e
creando le condizioni per offrire un prodotto di qualità al giusto prezzo di mercato. Per la fascia del-
le imprese di media e piccola dimensione, la risposta alle nuove sfide competitiva si può basare solo
sullo sviluppo di nuovi modelli di alleanze strategiche, orizzontali e verticali all’interno della filiera
allargata del settore delle costruzioni.
Come vedremo dai dati riportati nella presente ricerca, tra le stesse imprese si è ormai diffusa la
consapevolezza che la maggiore competitività delle singole imprese e dell'intero sistema dipende
dalla concreta capacità dei vari attori della filiera di integrare le loro attività, valorizzando ciascuno
le proprie specifiche competenze e senza per questo necessariamente rinunciare alla propria identità
di impresa.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
20
3. Alcuni dati di contesto sulle imprese nel settore delle costruzioni in
provincia di Trento
Le costruzioni rappresentano un settore fondamentale dell’economia trentina, sia in termini di ric-
chezza prodotta che sotto il profilo occupazionale, le cui positive performance, almeno fino al 2006,
hanno contribuito in misura significativa alla “tenuta” del PIL provinciale.
L’elevato peso economico dell’edilizia in Trentino può senz’altro essere interpretato come il risulta-
to di una forma di specializzazione dell’economia provinciale nel settore. Nel 2008 le imprese di
costruzioni rappresentano il 16% dell’intero tessuto produttivo della provincia di Trento, superando
notevolmente l’intera area manifatturiera che rappresenta solo il 10% delle attività economiche tren-
tine. C’è da considerare, inoltre, che una parte delle imprese normalmente raggruppate nel settore
terziario dei servizi come le attività immobiliari, frequentemente, possono rientrare nelle imprese di
costruzioni. Per questo motivo l’incidenza dell’intera filiera di costruzioni sul tessuto produttivo
provinciale è da considerarsi superiore al 16%.
Il settore delle costruzioni, che aveva subito nel corso di buona parte degli anni Novanta un signifi-
cativo ridimensionamento, ha poi evidenziato, a partire dal 1998 un’inversione di tendenza. Infatti,
la presenza di una riduzione generalizzata dei tassi di interesse, le agevolazioni fiscali accordate ed
una spesa pubblica più sostenuta hanno stimolato la domanda di investimenti immobiliari, specie
nel settore delle ristrutturazioni, in modo sufficiente ad invertire il trend negativo degli anni prece-
denti. Nel 2007, dopo anni di crescita continua, è iniziata una nuova fase di contrazione dell’attività
che è proseguita, fino ad oggi in maniera abbastanza marcata.
Un’analisi sull’andamento del numero di imprese è reso possibile dai dati Infocamere riportati
nella seguente tabella: dal 2000 al 2008 il numero totale d’imprese attive nel settore delle costruzio-
ni in provincia di Trento passa da 5.959 a 7.568 con una variazione percentuale del 22,2%. Nella
stessa misura aumentano anche le imprese di costruzioni artigiane che, infatti, rappresentano più
dell’80% dell’intero settore di costruzioni, nel corso dei vari anni. Nel 2000 l’artigianato rappresen-
ta l’82% dell’intero settore di costruzioni, mentre nel 2009 sale all’83%.
Tabella 1: Andamento imprese del settore costruzioni in provincia di Trento.
2000 2008 2009
var%
00-08
Totale imprese costruzioni 5.959 7.663 7.568 22,2%
Imprese costruzione artigianato 4.899 6.351 6.278 22,9%
Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere
Quindi, l’aumento totale delle imprese nel settore costruzioni si può attribuire quasi esclusi-
vamente alle imprese artigiane. Tra il 2000 e il 2008, a Trento, sono nate 1.704 imprese di cui 252
sono industriali mentre 1.452 sono artigiane, ciò significa che per ogni nuova singola impresa indu-
striale ne sono nate 5,76 di artigiane.
Una ripartizione delle imprese per classe di addetti è resa possibile dai dati dall’archivio ASIA
dell’ISTAT (2007) che riporta l’esistenza di 6.264 imprese appartenenti al settore delle costruzioni.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
21
Rispetto al numero di imprese attive in Provincia di Trento – pari complessivamente a 45.217 unità
- le imprese di costruzione rapprendano, come già evidenziato, il 16 % del totale provinciale. Sul
fronte occupazionale in Trentino i lavoratori impiegati nel settore delle costruzioni sono quantificati
in 24.560 unità, pari al 13,7% della forza lavoro complessiva provinciale (178.989). Dalla tabella
seguente si riscontra la dimensione limitata delle imprese edili, indice di un elevato grado di
frammentazione dell’assetto produttivo.
Tabella 2: Unità locali e addetti nelle unità locali
Classe di addetti Unità locali Addetti
1 addetto 4.164 4.441,57
Da 2 a 9 addetti 2.617 10.337,98
Da 10 a 19 addetti 335 4.556,83
Da 20 a 49 addetti 129 3.917,47
Da 50 a 249 addetti 19 1.289,65
> 250 addetti 0 0
Totale complessivo 7.264 24.544
Fonte: ISTAT archivio statistico imprese attive
Come è riscontrabile dai grafici riportati di seguito nel complesso:
• la microimpresa (< di 10 addetti) rappresenta il 93,3 % delle imprese di costruzione in Trentino e
da lavoro al 60,2 % degli occupati nel settore.
• la piccola impresa (da 10 a 50 addetti) rappresenta il 6,4% delle imprese e da lavoro al 34,5%
degli addetti.
• la media impresa (da 50 a 249 addetti) rappresenta lo 0,2 % del totale provinciale e da lavoro al
5,2 % degli addetti.
Figura 3: Settore costruzioni. Percentuale imprese per classe dimensionale.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
22
Figura 4 Settore costruzioni: Percentuale addetti per classe dimensione delle unità locali
Il sistema delle imprese di costruzioni trentine, visto nel suo insieme, si connota per alcune caratte-
ristiche generali, che è opportuno richiamare brevemente. A fronte di una sostanziale assenza di
grandi aziende di costruzioni e contestuale assenza di imprese di costruzioni appartenenti a grandi
gruppi d’impresa, il sistema appare relativamente distribuito (se si eccettuano partite iva individuali,
cottimisti, lavoratori autonomi) su tre livelli dimensionali:
• una dimensione artigiana, preponderante sia per quanto attiene al numero di imprese sia per
quanto riguarda il numero degli occupati; sono imprese che operano prevalentemente in conto
terzi, nelle ristrutturazioni e nei lavori di finitura, ma non mancano realtà che operano autono-
mamente sul mercato immobiliare privato;
• la dimensione intermedia, rappresentata dalle imprese (comunque di piccole dimensioni) che
lavorano prevalentemente in conto proprio, gestendo l’intero ciclo produttivo, dall’acquisto dei
terreni alla vendita, affidando quote variabili di produzione all’esterno – perlopiù a imprese arti-
giane del primo tipo -; in questo gruppo rientrano anche le piccole imprese che operano nel cam-
po dei lavori pubblici, generalmente un po’ più strutturate delle altre;
• un gruppo relativamente ristretto di medie imprese, che generalmente operano in più campi
(pubblico e privato) e secondo diverse modalità (conto proprio e conto terzi) e che di solito pre-
sentano una superiore articolazione di prodotto e del mercato (anche con quote fuori regione).
Il sistema è completato dalle piccole società di sviluppo immobiliare - senza attività di costruzioni -
per quanto non poche tra le aziende del secondo gruppo tendano recentemente a convergere su que-
sto tipo di operatore e dal settore cooperativo che, in provincia di Trento, si compone perlopiù di
cooperative di abitazione specializzate però nella parte di sviluppo immobiliare e non di costruzioni.
Il profilo prevalente di imprese analizzato nella presente indagine si compone di piccole e medie
imprese “industriali” che, con qualche forzatura, possono essere considerati l’equivalente “funzio-
nale”, in edilizia, di quella media impresa manifatturiera che molti osservatori considerano il vero
architrave produttivo del paese, in quanto capace, attraverso i propri processi di outsourcing, di
svolgere un ruolo di stabilizzazione delle aggregazioni tra imprese e di diffusione dell’innovazione.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
23
3.1 La formazione del campione di imprese coinvolte nell’indagine
Gli obiettivi posti alla base della presente indagine hanno condizionato la formazione del campione
delle imprese da analizzare. I dati riportati nei successivi capitoli non sono quindi da interpretare
come dati assoluti, rappresentativi dell’universo delle imprese del settore delle costruzioni in Tren-
tino, quanto piuttosto di una più ristretta fascia di imprese che, già nella fase di predisposizione del
campione, si presumeva potessero essere orientate all’acquisizione di innovazioni nel campo della
sostenibilità e al consolidamento di reti di collaborazione tra imprese.
L’obiettivo di fondo della ricerca riguarda l’individuazione di un nucleo di imprese che svolgono il
ruolo di leader di filiera attorno a cui si “ricondensa” il tessuto frammentato e molecolare del pro-
cesso edilizio e che sono capaci di fare evolvere il loro retroterra di relazioni produttive. Partendo
dalle strategie evolutive di questo nucleo di imprese committenti si può forse capire come i processi
d’innovazione si diffondono sul territorio, lungo i percorsi del subappalto e della subfornitura, e
come possono essere ulteriormente sostenuti ed incrementati.
Il consolidamento di reti di fornitura a livello locale consente alle imprese leader di filiera di rag-
giungere un maggiore livello di flessibilità nei confronti del mercato, grazie all’utilizzo di compe-
tenze sedimentatisi a livello locale. In quest’ottica tendono ad instaurarsi legami preferenziali e sta-
bili con fornitori e subappaltatori selezionati in grado di rispondere a standard definiti, diminuisce la
sostituibilità degli attori relativamente ad alcune fasi del processo produttivo, aumenta la specificità
degli investimenti in conoscenza, logistica e sistemi di garanzia.
In sostanza, si è cercato di individuare un campione di imprese che - almeno sul piano teorico - pre-
sentassero le caratteristiche del first mover che guida di volta in volta le altre imprese nei processi di
aggregazione e di innovazione. La scelta del campione si è quindi orientata, in prima istanza verso
le imprese:
• maggiormente strutturate sul piano dimensionale e di mercato;
• maggiormente attive nel campo dell’edilizia residenziale (campo particolarmente suscettibile a
forme pervasive di innovazione);
• che svolgono un ruolo da impresa generale, quindi con un significativo ricorso all’outsoucing
(senza per questo escludere dall’indagine le imprese specialiste ed il pulviscolo del lavoro auto-
nomo);
• che fossero già coinvolte in reti di innovazione operanti nella realtà trentina.
Sulla base di questa prima approssimativa griglia di selezione è stato costruito un indirizzario di 200
imprese vagliando gli elenchi dei soci del distretto tecnologico Habitech e dei soci di GBC Italia, e
successivamente integrando il campione con imprese segnate dall’Ance di Trento, dalla Federazio-
ne delle cooperative, e dall’Associazione artigiani. A tali imprese è stata inviata una lettera di pre-
sentazione dell’indagine e di richiesta di intervista.
Come avviene in questo tipo di indagini la reale formazione del campione è stata determinata
dalla disponibilità delle imprese a concedere l’intervista. Nel periodo maggio - settembre 2010
sono state intervistate 91 imprese a cui è stato somministrato un questionario strutturato partico-
larmente articolato. Considerata la complessità del questionario le interviste sono state direttamente
realizzate da ricercatori (giovani laureati impegnati in uno stage presso Trentino Sviluppo SpA) in
modo da chiarire all’istante ogni dubbio di interpretazione delle domande contenute nel questiona-
rio.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
24
All’analisi quantitativa è stata aggiunta un’analisi di tipo qualitativo, realizzata con interviste a una
decina di testimoni privilegiati (delegati comprensoriali delle associazioni, aziende di fornitura di
materiali edili, istituti bancari, ecc.) che ha consentito una maggior differenziazione delle dinamiche
del comparto nei vari territori provinciali e l’approfondimento di alcune tematiche emerse durante
l’indagine quantitativa.
Box 1: Le imprese del campione
Nell’ambito delle 91 imprese analizzate:
• 57 imprese sono associate a Confindustria (Ance);
• 19 imprese sono artigiane;
• 3 imprese fanno riferimento al sistema cooperativo;
• 12 imprese hanno dichiarano di non fare riferimento ad alcuna associazione di rappresentanza;
• 21 imprese sono partner del Distretto tecnologico trentino Habitech;
• 5 imprese sono partner dell’Agenzia CasaClima.
3.2 La distribuzione territoriale del campione
Una ripartizione del numero totale delle imprese per comprensorio è fornita dal Servizio statistico
della PAT sempre sulla base dei dati ASIA ISTAT 2007.
Tabella 3 Imprese e addetti del settore costruzioni per comprensorio
Comprensori Imprese % Addetti %
della Valle di Fiemme 392 5,67 1.320 5,37
di Primiero 130 1,88 482 1,96
della Bassa Valsugana e del Tesino 389 5,62 1.721 7,01
Alta Valsugana 795 11,49 2.133 8,68
della Valle dell'Adige 2.027 29,30 7.920 32,25
della Valle di Non 527 7,62 1.709 6,96
della Valle di Sole 275 3,98 892 3,63
delle Giudicarie 673 9,73 2.414 9,83
Alto Garda e Ledro 532 7,69 1.979 8,06
della Vallagarina 1.025 14,82 3.479 14,17
Ladino di Fassa 152 2,20 513 2,09
Provincia 6.917 100 24.560 100
(*) Archivio Statistico delle Imprese Attive
Fonte: Istat - PAT, Servizio Statistica
Pur nella casualità che ha caratterizzato formazione del campione di indagine - su cui ha fortemente
inciso la disponibilità delle imprese a concedere l’intervista – si è riusciti a mantenere una certa
proporzionalità nella rappresentatività del campione su base territoriale.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
25
Figura 5 Percentuale distribuzione territoriale delle imprese di costruzione ( campione e universo di riferimen-
to).
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
26
4. Le caratteristiche delle imprese indagate.
4.1 Modalità operative delle imprese.
Un primo dato importante che caratterizza la tipologia delle imprese riguarda le modalità operative
dell’impresa all’interno del processo edilizio. Coerentemente con quelle che erano le finalità
dell’indagine, la maggior parte delle imprese intervistate (68) si caratterizza come impresa genera-
le di costruzioni.
Tali tipologie di imprese edili acquisiscono commesse la cui realizzazione richiede competenze plu-
ri-disciplinari ed operano coordinando in cantiere i lavori di singole imprese specializzate e lavora-
tori autonomi (outsourcing).
Tabella 4 Modalità operative dell’impresa.
Tipologie di impresa: v.a.
Impresa generale 68
Imprese individuali e lavoratori autonomi 10
Impresa specializzata 9
Impresa che partecipa a consorzio ammesso ai pubblici appalti 3
Altro 1
Totale 91
Le suddette imprese generali devono assicurare la capacità di efficace coordinamento e gestione
delle attività operative (sia progettuali, sia realizzative) affidate all’esterno (governo
dell’outsourcing), fra loro anche diversificate (flessibilità), mantenendo piena responsabilità nei
confronti della committenza in ordine alla qualità delle opere realizzate.
Una larga parte delle imprese italiane – indipendentemente dalla dimensione – opera prevalente-
mente come impresa generale di costruzione, coordinando dei subappaltatori; la caratteristica di im-
presa generale di costruzione può facilmente essere desunta, oltre che dalle modalità operative della
stessa impresa, dal rapporto fra fatturato e numero medio di dipendenti nell’anno: sembra, infatti,
sostenibile che a fatturati procapite superiori a 150.000 euro corrisponda una quota di subappalti
superiore al 50% del fatturato e quindi sostanzialmente un’impresa generale di costruzione.
Essere impresa generale di costruzione è una caratteristica strutturale che condiziona il modo di o-
perare e non è correlata alle tipologie di lavorazioni effettuate o, ancor meno, alle categorie compre-
se nell’attestato rilasciato dalla SOA: Esistono imprese generali di costruzione che operano in setto-
ri ad elevata specializzazione come ad esempio il restauro o l’impiantistica elettrica.
Tra le imprese generali di costruzione rientra anche la figura denominata “General Contractor”
(Legge obiettivo 190/2002) ma le due figure non devono essere confuse. Il contraente generale è,
infatti, un’impresa generale di costruzioni dotata di particolari caratteristiche dimensionali, tecniche
e finanziarie.
Sul fronte opposto troviamo 9 imprese intervistate che operano come imprese specializzate. Sono
imprese che operano prevalentemente in uno o più settori specialistici, secondo procedimen-
ti/procedure standardizzati, generalmente in subappalto alle imprese generali di cui sopra. Le
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
27
suddette imprese devono assicurare il possesso ed il mantenimento di adeguata competenza tecnica
specialistica e la disponibilità di adeguate risorse umane e strumentali. In tal senso, queste tipologie
di imprese edili sono più simili, nel loro modo di operare, alle imprese manifatturiere.
Le imprese individuali e i lavoratori autonomi coinvolti nell’indagine sono in totale 10. Tale tipo
di imprese rappresenta lo “zoccolo duro” del settore edilizio trentino (e italiano) composto in preva-
lenza da imprese artigiane senza lavoratori dipendenti. Come evidenziato nella tabella 1 e nelle fi-
gure 3 e 4 riportate nei precedenti paragrafi, le imprese edili con un solo addetto in provincia di
Trento rappresento il 53,7% delle imprese ed il 18,1% degli addetti nel settore: la consistenza delle
imprese individuali nel settore delle costruzioni non è solo un elemento strutturale ma anche ten-
denziale. Non vi è dubbio, che in rapporto al peso che ha nel comparto a livello provinciale, questa
tipologia d’impresa, è - nell’ambito della presente indagine – decisamente sottorappresentata. Si
tratta comunque dell’ultimo anello della filiera del costruire ed il loro coinvolgimento nell’indagine
è stato volutamente parziale in quanto è abbastanza difficile attribuire a questo tipo di imprese stra-
tegie orientate all’innovazione e all’aggregazione.
Per ultime (3 imprese) troviamo le imprese partecipanti a consorzi ammessi ai pubblici appalti.
Questi consorzi concorrono in prima persona alle procedure di affidamento delle opere, assumendo
la titolarità e responsabilità professionale e giuridica della relativa realizzazione. La struttura attra-
verso la quale garantiscono l’esecuzione delle lavorazioni e delle altre prestazioni oggetto del con-
tratto è, per legge, quella costituita dall’insieme delle società consorziate, considerate parte organica
della struttura consortile. Il trasferimento ad una consorziata della responsabilità per l’esecuzione
del contratto avviene attraverso un atto specifico (l’assegnazione) che non costituisce subappalto.
Ne consegue che la qualità delle opere realizzate dipende dalle capacità complessive delle imprese
consorziate nel loro insieme che, come si è detto, costituisce parte integrante e essenziale della
struttura consortile.
4.2 Forma giuridica e partecipazione a gruppi d’impresa
Il dato relativo alle forme giuridiche assunte dalle imprese indagate riflette le caratteristiche delle
imprese del settore in termini di modalità operative e dimensioni delle unità locali. Le società di ca-
pitale hanno un “peso” più elevato dove la necessità di far fronte a lavori completi di costruzione
spinge le imprese a dotarsi di strutture aziendali più complesse Per contro, il comparto che richiede
singole specializzazioni produttive oltreché bassi investimenti, si caratterizza per l’ampia prevalen-
za di società di persone. Data la prevalente tipologia d’imprese analizzate, le forme giuridiche più
diffuse riguardano, per l’appunto, le società di capitali, in particolare la S.r.l (57 imprese); mentre la
S.p.A. si colloca a notevole distanza riguardando 9 imprese tra quelle analizzate.
Tabella 5 Forma giudica dell’impresa.
Forma giuridica v.a.
S.r.l. 57
S.n.c. 12
S.p.A 9
S.a.s. 5
Cooperativa 4
Impresa individuale 3
Consorzio 1
Totale 91
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
28
Abbastanza diffusa è anche la S.n.c (12 imprese) e limitate a 5 casi le S.a.s.: quest’ultimo tipo di
società, nasce solitamente quando ci sono dei soggetti capitalisti che vogliono investire, ma limitare
il proprio rischio, e soggetti imprenditori che sono in possesso di una parte limitata di capitali. Lo
scarso numero di imprese individuali (solo 3 imprese) riflette lo scarso peso attributo a questo tipo
di imprese nella definizione del campione utilizzato nella presente indagine, ma anche il fatto che le
imprese individuali e i lavoratori autonomi si dotano spesso di forme giuridiche più complesse.
Tabella 6 Forma giuridica per tipologia d’impresa.
Impresa
Generale
Impresa
Individuale e
Lavoratori
autonomi
Impresa
specializzata
Impresa
partecipante
a consorzi per
pubblici
appalti
Altro
Totale
S.r.l. 44 4 8 1 57
S.n.c. 9 2 0 1 12
S.p.A 9 0 0 9
S.a.s. 4 0 1 0 5
Cooperativa 1 1 0 1 1 4
Impresa individuale 0 3 0 0 3
Consorzio 1 0 0 0 1
Totale 68 10 9 3 1 91
L'appartenenza a gruppi è un altro indicatore della struttura di relazioni tra imprese. La formazio-
ne dei gruppi è nei fatti una forma di integrazione verticale9
attuata attraverso l’acquisizione (o cre-
azione) di aziende subfornitrici o comunque complementari al ciclo produttivo. Si tratta di un mo-
dello che può essere in molti casi interpretato come la “formalizzazione” di rapporti inter-aziendali
di filiera e che segna in molti casi una fase cruciale nella crescita delle imprese: non una crescita per
via interna (con l’ampliamento della base occupazionale) bensì per linee esterne, attraverso
l’acquisizione (o la creazione ex novo) di imprese, nella maggior parte dei casi legate al core busi-
ness aziendale e aggregate in forma gerarchica sotto un’impresa leader ben riconoscibile sul merca-
to. I principali benefici derivati dalla formazione del gruppo, riguardano la possibilità di favorire la
specializzazione delle attività produttive, di accedere a mercati di dimensioni di più ampie e di svi-
luppare maggiori opportunità di business rispetto a quanto sarebbe possibile operando singolarmen-
te.
Nell’ambito del campione analizzato 16 imprese hanno dichiarato di far parte di un gruppo, di
queste, 6 hanno partecipazioni (o sono partecipate) in società immobiliari, presidiando in tal mo-
do la funzione di vendita.
9
Nella microeconomia e nel management strategico, il termine integrazione verticale descrive uno stile di possesso e
di controllo. Compagnie integrate verticalmente sono unite attraverso una gerarchia e condividono un proprietario co-
mune. Di solito ogni membro della gerarchia si occupa di prodotti differenti e i prodotti insieme soddisfano un bisogno
comune. Tramite questo approccio strategico, la compagnia può godere di molti benefici: il controllo dei processi e del-
le fonti, la riduzione dei rischi di stockout delle scorte, impiego degli slack di capacità produttiva, l'eliminazione dei
contrasti con i fornitori a monte, una maggiore customizzazione dei prodotti o dei servizi erogati, lo sfruttamento di e-
conomia di scala (con lo svantaggio di perdere specializzazione) e la conservazione del talento organizzativo.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
29
Tabella 7 Appartenenza a gruppi per tipologia di impresa.
Tipologie di impresa: SI NO Totale
Impresa generale 15 54 68
Imprese individuali e lavoratori autonomi 0 10 10
Impresa specializzata 0 9 9
Impresa che partecipa a consorzio ammesso ai pubblici appalti 1 2 3
Altro 0 1 1
Totale 16 75 91
Tabella 8 Appartenenza a gruppi per forma giuridica.
Forma giuridica SI NO Totale
S.r.l. 11 46 57
S.n.c. 1 11 12
S.p.A 4 5 9
S.a.s. 0 5 5
Cooperativa 0 4 4
Impresa individuale 0 3 3
Consorzio 0 1 1
Totale 16 75 91
4.3 Attestazione SOA e certificazioni
La qualificazione delle imprese è un elemento strategico per affrontare il mercato. Le domande ri-
guardanti la presenza di certificazioni ISO 9000 e la presenza di attestazione SOA evidenziano, in-
fatti, che le imprese del campione guardano, in una percentuale assolutamente rilevante, alla certifi-
cazione di qualità come un elemento importante per stare sul mercato, in quanto legata alla capacità
dell’impresa di organizzarsi al suo interno. La normativa vigente prevede un sistema unico di quali-
ficazione delle imprese di costruzione, obbligatorio per tutti gli esecutori di lavori pubblici di im-
porto superiore a 150.000 euro, attuato da società per azioni di diritto speciale denominate S.O.A.
(Società Organismi di Attestazione), appositamente autorizzate dall’Autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici e da questa controllate. Le imprese qualificate SOA sono iscritte in un apposito
Casellario, in vigore dal 2000, che costituisce un importante strumento informativo a disposizione
delle stazioni appaltanti, nell’ottica di una maggiore semplificazione delle procedure di gara.
Nell’ambito delle imprese analizzate le qualificate SOA sono 63 su 91. Tra queste troviamo:
• 46 imprese generali di costruzioni (su 68);
• 6 imprese specializzate (su 9);
• 7 imprese individuali ( su 10);
• e, naturalmente, tutte tre le imprese aderenti a consorzi ammessi a pubblici appalti.
Le 28 imprese che non hanno acquisito la qualificazione SOA hanno motivato tale scelta con il fatto
di non partecipare volutamente ad appalti pubblici.
Condizione necessaria per il rilascio dell’attestazione da parte di una SOA (per classifiche maggiori
o uguali alla III) è in ogni caso il possesso da parte di un’impresa di un certificato ISO 9000.
All’interno del campione analizzato le imprese che hanno dichiarato di possedere la certificazione
ISO 9001 sono 63. Sono, inoltre, 5 le imprese che, oltre, all’ISO 9001, sono anche in possesso della
certificazione ISO 14001.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
30
Tabella 9 Qualificazioni SOA delle imprese intervistate.
Qualificazioni SOA
I
Fino a €
258.228
II
Fino a €
516.457
III
Fino a €
1.032.913
IV
Fino a €
2.582.284
V
Fino a €
5.164.569
VI
Fino a €
10.329.138
VII
Fino a €
15.493.707
VIII
Oltre a €
15.493.707
Totale
OG 1 Edifici civili e industriali 1 2 4 12 15 12 3 12 61
OG 2 Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela 1 5 3 1 1 1 12
OG 3 Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, metropolitane 1 4 14 6 6 3 2 36
OG 4 Opere d’arte nel sottosuolo 1 1
OG 5 Dighe 1 1
OG 6
Acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere di irrigazione e di eva-
cuazione
2 3 6 3 6 3 23
OG 7 Opere marittime e lavori di dragaggio
OG 8 Opere fluviali, di difesa, di sistemazione idraulica e di bonifica 3 3 6
OG 9 Impianti per la produzione di energia elettrica
OG 10
Impianti per la trasformazione e distribuzione di energia elet-
trica
OG 11 Impianti tecnologici
OG 12 Opere ed impianti di bonifica e protezione ambientale 1 1 2 1 5
OG 13 Opere di ingegneria naturalistica 1 1 1 3
OS 1 Lavori in terra 1 3 5 1 1 11
OS 2 Superfici decorate e beni mobili di interesse storico e artistico
OS 3 Impianti idrico-sanitario, cucine, lavanderie 1 1
OS 4 Impianti elettromeccanici trasportatori
OS 5 Impianti pneumatici e antintrusione
OS 6
Finiture di opere generali in materiali lignei, plastici, metallici e
vetrosi
2 1 1 4
OS 7 Finiture di opere generali di natura edile 1 1 2
OS 8 Finiture di opere generali di natura tecnica 2 2
OS 9 Impianti per la segnaletica luminosa e la sicurezza del traffico
OS 10 Segnaletica stradale non luminosa
OS 11 Apparecchiature strutturali speciali 1 1
OS 12 Barriere e protezioni stradali 1 1 2
OS 13 Strutture prefabbricate in cemento armato
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
31
OS 14 Impianti di smaltimento e recupero rifiuti
OS 15 Pulizia di acque marine, lacustri, fluviali
OS 16 Impianti per centrali produzione energia elettrica
OS 17 Linee telefoniche ed impianti di telefonia
OS 18 Componenti strutturali in acciaio o metallo 2 1 1 4
OS 19
Impianti di reti di telecomunicazione e di trasmissioni e trat-
tamento à.
OS 20 Rilevamenti topografici
OS 21 Opere strutturali speciali 3 6 2 1 12
OS 22 Demolizione di opere 1 1 2
OS 23 Impianti di potabilizzazione e depurazione 1 4 1 6
OS 24 Verde e arredo urbano 1 2 2 5
OS 25 Scavi archeologici
OS 26 Pavimentazioni e sovrastrutture speciali 1 1
OS 27 Impianti per la trazione elettrica
OS 28 Impianti termici e di condizionamento
OS 29 Armamento ferroviario
OS 30 Impianti interni elettrici, telefonici, radiotelefonici e televisivi
OS 31 Impianti per la mobilità sospesa
OS 32 Strutture in legno 1 1 1 3
OS 33 Coperture speciali 1 1
OS 34 Sistemi antirumore per infrastrutture di mobilità 1 1
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
32
4.4 Gli addetti.
La ripartizione delle 91 imprese analizzate per classi di occupati in azienda (inclusi titolari, soci e
familiari se operativi in azienda) è schematizzata nella seguente tabella da cui si evidenzia: il 24 %
di microimprese; il 60 % di piccole imprese; il 16 % di medie imprese. Gli estremi sono rappre-
sentati da 4 imprese senza dipendenti (una ha più soci operativi) e da due imprese con più di 100
dipendenti (rispettivamente 110 e 120 dipendenti).
Tabella 10 Numero di imprese per classi di addetti.
Occupati N.
1 occupato (il titolare) 3
Da 2 a 9 occupati 19
Da 10 a 19 occupati 33
Da 20 a 49 occupati 21
da 50 a 120 occupati 14
Non risposto 1
Totale 91
In totale nelle 90 imprese analizzate (un’impresa non ha fornito i dati relativi al personale) sono
occupate 2.161 persone. Una ripartizione percentuale di tali occupati per livello di inquadramen-
to è schematizzata dal seguente grafico in cui si rileva il 66% di figure operarie (dove a prevalere
sono gli operai specializzati e super specializzati) e il 34% di figure “terziarie” (dove a prevale-
re sono i tecnici).
Figura 6 Percentuale personale delle imprese per livello di inquadramento.
Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA
33
Chiaramente tali livelli di inquadramento del personale occupato in aziende non sono rilevabili in
tutte le aziende del campione e la loro consistenza varia a seconda della dimensione dell’impresa. I
dati rilevati evidenziano come:
• la microimpresa si caratterizza per una maggiore percentuale di soci e famigliari coinvolti
nell’operatività dell’impresa:
• la piccola impresa si caratterizza per una maggiore percentuale di operai specializzati e super-
specializzati;
• la media impresa si caratterizza per la maggiore percentuale di personale tecnico, oltre che per
la presenza di dirigenti e quadri (comunque presenti, anche se in misura più limitata, nella pic-
cola impresa).
Figura 7 Percentuale personale delle imprese per livello di inquadramento e per dimensione d’impresa.
9,1 9 9,3
18,2 20,1 19,4
23,6
42,2
34,5
19,1
17,9 30,7
30
9,3
3
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Microimprese Piccole imprese Medie imprese
soci e famigliari operativi
dirigenti
quadri
impiegati tecnici
operai
specializzati/superspecializzati
operai qualificati
operai comuni
Tabella 11: Numero imprese con personale per livello di inquadramento.
Microimprese
Piccole
imprese
Medie
imprese
Totale
Numero aziende: 22 54 14 90
senza dipendenti 4 - - 4
con operai comuni 7 31 11 49
con operai qualificati 8 43 13 64
con operai specializzati/super specializzati 11 50 14 75
con impiegati tecnici 10 42 13 65
con quadri 0 2 9 11
con dirigenti 0 7 4 11
Con soci e famigliari operativi 16 37 10 63
Un dato di interesse rispetto alla composizione del personale delle aziende è dato dalla percentuale
di personale operativo in azienda su diverse funzioni aziendali. Ad interessare è in particolare la
quota di personale interno all’impresa dedicato alla produzione di conoscenza (progettazione, ri-
cerca, design, sviluppo processi) alla logistica di produzione e di mercato (sistemi informativi,
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi
Il settore delle costruzioni in trentino   le strategie delle imprese per uscire dalla crisi

Contenu connexe

Similaire à Il settore delle costruzioni in trentino le strategie delle imprese per uscire dalla crisi

Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminare
Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminareOpen Innovation in Trentino?Un'analisi preliminare
Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminareAlessandro Trentin
 
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_new
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_newIpotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_new
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_newAntonio Palmieri
 
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_Paolo Pascucci
 
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015BTO Educational
 
Raccolta Interviste a Cristian Randieri
Raccolta Interviste a Cristian RandieriRaccolta Interviste a Cristian Randieri
Raccolta Interviste a Cristian RandieriCristian Randieri PhD
 
2017 03 16 realtà liguria speciale
2017 03 16 realtà liguria speciale2017 03 16 realtà liguria speciale
2017 03 16 realtà liguria specialeFranco Cavagnaro
 
ICT e Innovazione: che fare?
ICT e Innovazione: che fare?ICT e Innovazione: che fare?
ICT e Innovazione: che fare?Alfonso Fuggetta
 
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013infoprogetto
 
Ebook crescita investimenti e territorio
Ebook   crescita investimenti e territorioEbook   crescita investimenti e territorio
Ebook crescita investimenti e territorioRiccardo Cappellin
 
Ebook crescita investimenti e territorio
Ebook   crescita investimenti e territorioEbook   crescita investimenti e territorio
Ebook crescita investimenti e territorioRiccardo Cappellin
 
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologia
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologiaTekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologia
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologiaTekneco
 
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011BTO Educational
 
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...BTO Educational
 
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...ideaTRE60
 
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&D
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&Dprotocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&D
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&Dfrancesco loro
 
Ance_Gallesio_24052011
Ance_Gallesio_24052011Ance_Gallesio_24052011
Ance_Gallesio_24052011Rèdais
 
HBR Viceconte Il medium Tech
HBR Viceconte Il medium TechHBR Viceconte Il medium Tech
HBR Viceconte Il medium TechEnrico Viceconte
 

Similaire à Il settore delle costruzioni in trentino le strategie delle imprese per uscire dalla crisi (20)

Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminare
Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminareOpen Innovation in Trentino?Un'analisi preliminare
Open Innovation in Trentino?Un'analisi preliminare
 
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_new
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_newIpotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_new
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_new
 
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_
Ipotesi di revisione_del_prelievo_sugli_immobili_
 
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015
REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015
 
Raccolta Interviste a Cristian Randieri
Raccolta Interviste a Cristian RandieriRaccolta Interviste a Cristian Randieri
Raccolta Interviste a Cristian Randieri
 
Exsu bassa (1)
Exsu bassa (1)Exsu bassa (1)
Exsu bassa (1)
 
2017 03 16 realtà liguria speciale
2017 03 16 realtà liguria speciale2017 03 16 realtà liguria speciale
2017 03 16 realtà liguria speciale
 
ICT e Innovazione: che fare?
ICT e Innovazione: che fare?ICT e Innovazione: che fare?
ICT e Innovazione: che fare?
 
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013
Presentazione paolo peris ordine architetti 05122013
 
Progetto Cariplo Vogogna
Progetto Cariplo VogognaProgetto Cariplo Vogogna
Progetto Cariplo Vogogna
 
Ebook crescita investimenti e territorio
Ebook   crescita investimenti e territorioEbook   crescita investimenti e territorio
Ebook crescita investimenti e territorio
 
Ebook crescita investimenti e territorio
Ebook   crescita investimenti e territorioEbook   crescita investimenti e territorio
Ebook crescita investimenti e territorio
 
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologia
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologiaTekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologia
Tekneco: edilizia sostenbile, ecologia & tecnologia
 
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011
INTERNET BETTER TUSCANY - 5 Maggio 2011
 
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...
INCENTIVI.GOV.IT | Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo | Marz...
 
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...
RAPPORTO AGCOM: Analisi sulle determinani del processo di sviluppo della band...
 
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&D
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&Dprotocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&D
protocollo europeo per la gestione dei rifiuti da C&D
 
Ance_Gallesio_24052011
Ance_Gallesio_24052011Ance_Gallesio_24052011
Ance_Gallesio_24052011
 
HBR Viceconte Il medium Tech
HBR Viceconte Il medium TechHBR Viceconte Il medium Tech
HBR Viceconte Il medium Tech
 
Piano Strategico del Turismo 2017-2022
Piano Strategico del Turismo 2017-2022Piano Strategico del Turismo 2017-2022
Piano Strategico del Turismo 2017-2022
 

Plus de Sergio Remi

La filiera dei piccoli
La filiera dei piccoliLa filiera dei piccoli
La filiera dei piccoliSergio Remi
 
Le botteghe artigianali del gusto def
Le botteghe artigianali del gusto defLe botteghe artigianali del gusto def
Le botteghe artigianali del gusto defSergio Remi
 
Impresa sociale di comunita'
Impresa sociale di comunita'Impresa sociale di comunita'
Impresa sociale di comunita'Sergio Remi
 
6. Capitalismo Personale
6. Capitalismo Personale6. Capitalismo Personale
6. Capitalismo PersonaleSergio Remi
 
Capitalismo Molecolare
Capitalismo MolecolareCapitalismo Molecolare
Capitalismo MolecolareSergio Remi
 
Nessuna Impresa E Unisola
Nessuna Impresa E UnisolaNessuna Impresa E Unisola
Nessuna Impresa E UnisolaSergio Remi
 
1 Agire Per Lo Sviluppo
1 Agire Per Lo Sviluppo1 Agire Per Lo Sviluppo
1 Agire Per Lo SviluppoSergio Remi
 

Plus de Sergio Remi (8)

La filiera dei piccoli
La filiera dei piccoliLa filiera dei piccoli
La filiera dei piccoli
 
Le botteghe artigianali del gusto def
Le botteghe artigianali del gusto defLe botteghe artigianali del gusto def
Le botteghe artigianali del gusto def
 
Impresa sociale di comunita'
Impresa sociale di comunita'Impresa sociale di comunita'
Impresa sociale di comunita'
 
6. Capitalismo Personale
6. Capitalismo Personale6. Capitalismo Personale
6. Capitalismo Personale
 
Capitalismo Molecolare
Capitalismo MolecolareCapitalismo Molecolare
Capitalismo Molecolare
 
Dulcis In Fondo
Dulcis In FondoDulcis In Fondo
Dulcis In Fondo
 
Nessuna Impresa E Unisola
Nessuna Impresa E UnisolaNessuna Impresa E Unisola
Nessuna Impresa E Unisola
 
1 Agire Per Lo Sviluppo
1 Agire Per Lo Sviluppo1 Agire Per Lo Sviluppo
1 Agire Per Lo Sviluppo
 

Il settore delle costruzioni in trentino le strategie delle imprese per uscire dalla crisi

  • 1. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 1 IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN TRENTINO: LE STRATEGIE DELLE IMPRESE PER USCIRE DALLA CRISI Quaderni di territorio volume 3 A cura di Sergio Remi Gruppo di lavoro: Tristana Bianchi, Elisa D’Agnol, Claudio Filippi, Gerardine Parisi, Paola Piazzi, Francesco Weber
  • 2. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 2 Sommario Prefazione ...........................................................................................................................................4 1. introduzione alla ricerca................................................................................................................7 2. Le caratteristiche (peculiari) del processo edilizio......................................................................9 2.1 La transizione (incompleta) del settore delle costruzioni ........................................................12 2.2 Dalla crisi alla riconfigurazione del mercato ...........................................................................16 3. Alcuni dati di contesto sulle imprese nel settore delle costruzioni in provincia di Trento....20 3.1 La formazione del campione di imprese coinvolte nell’indagine............................................23 3.2 La distribuzione territoriale del campione ...............................................................................24 4. Le caratteristiche delle imprese indagate. .................................................................................26 4.1 Modalità operative delle imprese.............................................................................................26 4.2 Forma giuridica e partecipazione a gruppi d’impresa..............................................................27 4.3 Attestazione SOA e certificazioni............................................................................................29 4.4 Gli addetti.................................................................................................................................32 4.5 I fatturati...................................................................................................................................39 4.6 Il mercato delle imprese...........................................................................................................42 4.7 La partecipazione a gare pubbliche..........................................................................................48 5. L’impatto della crisi finanziaria globale....................................................................................50 5.1 I dati congiunturali e le (molteplici) ragioni della crisi. ..........................................................50 5.2 Il “sentiment” delle imprese intervistate..................................................................................57 5.3 Le strategie delle imprese per attraversare la crisi...................................................................62 6. La cooperazione tra imprese.......................................................................................................64 6.1 Il difficile equilibrio tra crescita dimensionale e cooperazione di filiera ................................64 6.2 Le strategie cooperative delle imprese.....................................................................................68 6.3 Chi fa Cosa?.............................................................................................................................72 7. Il tema dell’innovazione...............................................................................................................75 7.1 Il catalizzatore innovativo della sostenibilità...........................................................................75 7.2 Le politiche per una filiera trentina della sostenibilità.............................................................78 7.3 La percezione delle imprese rispetto al mercato dell’edilizia sostenibile................................81 7.3 La domanda, i vincoli e gli attori dell’innovazione. ................................................................86 8. Il legno in edilizia .........................................................................................................................91 9. La responsabilità sociale d’impresa ...........................................................................................95 10. Idee, filiere e servizi per uscire dalla crisi................................................................................97 10.1 L’identità del “buon esecutore” non è più sufficiente............................................................97 10.2 Il settore delle costruzioni nel “nuovo capitalismo”..............................................................99 10.3 La nuova questione abitativa................................................................................................101 10.4 La sostenibilità ambientale e sociale come driver dell’innovazione....................................105 10.5 La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. ..........................................................111 10.6 Il nuovo ruolo strategico della “leva finanziaria”................................................................113
  • 3. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 3 10.7 Compattare e allungare la filiera: innovazione, informazione e organizzazione nel processo edilizio..........................................................................................................................................117 10.8 Le partnership pubblico private. ..........................................................................................121 RINGRAZIAMENTI.....................................................................................................................124
  • 4. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 4 Prefazione Il settore dell’edilizia è sempre stato all’attenzione delle analisi macroeconomiche e delle politiche economiche dei Governi per la sua singolare capacità di produrre effetti trainanti nel sostenere pro- cessi di crescita e di sviluppo nonché nelle politiche di stabilizzazione del ciclo per le sue capacità di anticipare (nel bene e nel male) gli andamenti dell’economia; insomma “quand le batiment va tout va !”. Anche nell’economia locale il settore delle costruzioni ha tradizionalmente assunto un ruolo di par- ticolare importanza contraddistinguendosi storicamente, rispetto al panorama nazionale, per la più alta concentrazione di imprese. Ha inoltre realizzato una funzione di volano incidendo direttamente su numerosi comparti merceologici dell’industria manifatturiera locale (anche se tradizionalmente meno innovativi) concorrendo in modo significativo al prodotto interno lordo locale. Il tutto grazie anche ad una funzione non secondaria dell’investitore pubblico Provincia con una spesa in conto capitale pari quasi a tre volte quella nazionale; risultato questo di scelte lungimiranti che hanno permesso di realizzare una consistente dotazione di infrastrutture, sostenendo al tempo stesso la domanda. Anche in epoca recente, a fronte della recessione globale il settore delle costruzioni e l’economia trentina nel suo insieme hanno retto meglio di altri territori grazie alle misure poste tempestivamen- te in atto con il Piano anticrisi della Provincia Autonoma di Trento. Accanto alle politiche fondate sulla domanda pubblica e sull’incentivazione a sostegno delle singole imprese si sono affiancate negli anni recenti nuove politiche volte a favorire la creazione di cluster, poli di innovazione su temi di carattere trasversale al sistema (quali l’edilizia sostenibile). Tale scelta nasce dalla consapevolezza che per poter competere a livello internazionale è sempre più importante, specie per dimensioni territoriali e di impresa piccole come le nostre, mettere a fattore comune saperi e competenze delle imprese, degli enti di ricerca e delle istituzioni indirizzandoli su alcune vocazioni territoriali prevalenti realizzando in tal modo quella dimensione critica indispen- sabile per poter sviluppare innovazione e internazionalizzazione. A partire dal 2005, infatti, con un’intuizione politica che ha anticipato di qualche anno il lancio del- la Green Economy a livello globale (come conseguenza e risposta alla grande crisi economica) il Trentino ha avviato un progetto di sviluppo di sistema che ha posto il suo focus sui temi dell’edilizia sostenibile, energie rinnovabili e tecnologie per l’ambiente. Nello stesso anno l’edilizia eco-sostenibile rappresentava nel mondo un piccolo mercato pari a circa il 2% dell’edilizia residenziale e non (commerciale ed istituzionale). Già nel 2008 questa percentua- le è cresciuta al 10% e le attuali stime, in controtendenza con l’andamento del settore edile tradizio- nale, indicano che tale quota dovrebbe quasi triplicarsi entro il 2013 (suddivisa alla pari tra residen- ziale e non ) e quadruplicarsi per il mercato europeo. La sostenibilità può quindi rappresentare oggi la vera innovazione del settore dell’edilizia. Un bene, quello dell’edilizia, che è antico quanto la storia dell’uomo e che ha visto un lungo e lento percorso verso il confort domestico a partire dalla caverna dei nostri progenitori (ove vi si passava il minor tempo possibile quale riparo dalla pioggia e dal freddo) fino alle più recenti innovazioni datate circa solo 150 anni fa con l’introduzione del vetro e la svolta dell’elettricità per arrivare alla casa che noi
  • 5. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 5 conosciamo certamente più confortevole, supportata da tecnologie e macchinari raffinati ma non per questo più rispettosa dell’ambiente esterno e talvolta della salute di chi la abita: vere macchine e- nergivore concepite sul presupposto di risorse energetiche (fossili) illimitate e dell’assenza di danni ambientali. L’edilizia sostenibile, e in particolare quella in legno, può rappresentare l’innovazione in grado di coniugare aspetti ambientali, sociali ed economici Riducendo l’effetto serra di un settore che incide per il 40% nella produzione di anidride carbonica; basti pensare che un m3 in più di legno e in me- no di cemento consente di ridurre di una tonnellata l’emissione di Co2 in atmosfera. Migliorando il confort e la salubrità di chi l’abita con significativi effetti di tipo sociale ed economico come dimo- strano recenti ricerche che testimoniano un significativo range di impatto positivo sulla salute e sul benessere degli occupanti di edifici verdi: incrementi di produttività dei lavoratori negli edifici in- dustriali, riduzione di somministrazione di medicamenti errati negli ospedali, riduzione dell’assenteismo e crescita dei risultati scolastici degli studenti. Realizzando infine benefici di carattere economico con il rilancio di un settore in crisi attraverso l’innovazione di un prodotto ormai maturo ( e non più sostenibile) garantendo crescita di valore del bene nel tempo, significativa diminuzione di costi di gestione e più veloce ritorno dell’investimento. Per queste ragioni la scelta compiuta con la promozione del Distretto Habitech non rileva solo sul modello di sviluppo economico sin qui perseguito, di tipo multisettoriale, integrandolo con filiere di specializzazione tecnologica, ma propone un nuovo possibile paradigma di sviluppo: non più con- trapposizione tra economia ed ambiente ma economia con l’ambiente, superando l’idea di sostenibi- lità percepita solo come limite o vincolo per considerarla fonte di valore, un nuovo driver in grado di sviluppare idee, innovazione ed investimenti. Le tappe del percorso sin qui condotto sono note: Società consortile distretto tecnologico trentino, costituzione di GBC Italia, Manifattura Domani, promozione di nuovi modelli di certificazione Le- ed, standard energetico minimo di legge, disciplinare Casa legno trentina. Accanto alla promozione di nuovi soggetti e nuovi standard setter, anche l’intervento pubblico a- dotta un nuovo approccio di tipo integrato: politiche della ricerca e dell’innovazione che convergo- no con quelle industriali su temi prioritari comuni, superando tradizionali asimmetrie, politiche ur- banistiche (legge Gilmozzi ) ed energetiche che introducono nuovi strumenti (incentivi, bonus vo- lumetrici, riduzione oneri urbanizzazione) finalizzati a promuovere comportamenti virtuosi del con- sumatore finale nella direzione degli edifici verdi. Il disegno distrettuale si rafforza infine con un sistema di alleanze di carattere internazionale con re- altà ad alta vocazione di sostenibilità (British Columbia, Quebec) e attraverso intese istituzionali con la vicina Provincia Autonoma di Bolzano per la condivisione e convergenza dei due modelli di certificazione LEED e Casa Clima con l’obiettivo finale di dar vita ad un metadistretto regionale sull’edilizia sostenibile. All’interno di questo processo la leva della domanda pubblica è chiamata ancora una volta a svolge- re un ruolo centrale con un ammontare di investimenti stimabili nei prossimi anni per nuove costru- zioni e riqualificazioni intorno ai 350/400 milioni annui per l’intero sistema pubblico allargato di cui il 20-30 in legno. Non più però solo leva della domanda quantitativa ma sempre più leva dell’innovazione grazie a standard di certificazione e procedure di gara in grado di indurre innovazione e aggregazione nelle imprese.
  • 6. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 6 Un effetto innovativo che, date le caratteristiche già richiamate del settore, potrà risultare moltipli- catore di processi di innovazione sul sistema manifatturiero e dei servizi ed in particolare questa volta sui settori più innovativi quali produzione di nuovi componenti e materiali sostenibili (tra cui il legno), conversione, accumulo, e distribuzione dell’energia, tecnologie ambientali e sistemi intel- ligenti e domotici. Ma analoghe ricadute sono attese sull’intera filiera per così dire verticale dell’edilizia: dalla proget- tazione al sistema creditizio (Green loan) e assicurativo sino alle nuove forme di finanza di progetto e di riqualificazione energetica attraverso ESCO e contratti di EPC. In realtà come ben sappiamo ciò a cui stiamo assistendo nel settore dell’edilizia è solo una parte di una grande rivoluzione verde imposta dal cambiamento climatico che investe non solo il modo di produrre ma anche quello di vivere così come oggi lo conosciamo perché come tutte le vere rivolu- zioni inciderà in termini radicali sui valori e sui comportamenti e stili di vita della popolazione glo- bale. In questo scenario quale sarà il ruolo di uno degli attori fondamentali rappresentato dall’imprenditoria delle costruzioni e il suo contributo di saperi all’idea di città e valli del futuro? Come sta riorganizzando le proprie imprese per uscire dalla crisi rispetto ai processi e alle dinami- che in atto? Con quali soluzioni innovative ed organizzative rispetto anche ai temi della sostenibilità e all’uso del legno come materiale da costruzione? La risposta a queste ed altre domande poste è il fine della ricerca condotta dal gruppo di lavoro che fa capo a Sergio Remi. Una ricerca, come altre dell’autore, di grande efficacia perché capace attra- verso un ascolto attivo dell’interlocutore di cogliere aspetti e percezioni importanti, difficilmente ricavabili dalla lettura del freddo dato statistico e destinate talvolta a rimanere dietro le quinte anche nei dibattiti ufficiali ove i ruoli di rappresentanza informano linguaggi e relazioni. Conoscenze di cui però il decisore politico ha sempre più bisogno nella costruzione di quella coesione sociale che risulta indispensabile per l’efficacia di ogni azione pubblica. Diego Loner Dirigente Generale Progetto speciale per la promozione dei distretti tecnologici e per il programma di legislatura
  • 7. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 7 1. introduzione alla ricerca Trentino Sviluppo SpA, in collaborazione con il Distretto tecnologico trentino, ha avviato un per- corso di ricerca sul mondo delle costruzioni in provincia di Trento, volto ad evidenziare le strategie messe in atto dalle imprese del settore rispetto al superamento dell’attuale crisi economica, con par- ticolare riferimento al consolidamento delle logiche di filiera ed alle innovazioni tecnologiche, or- ganizzative e di mercato attuate dalle imprese. Il settore delle costruzioni, nel suo insieme, ha rappresentato una delle forze trainanti dell’economia della provincia a partire dalla seconda metà degli anni ’90 e per buona parte del decennio in corso, prima di entrare - come tutto il comparto a livello nazionale - nella spirale negativa che segna il mercato immobiliare e gli investimenti edilizi da almeno tre anni. Sebbene in provincia di Trento l’impatto della crisi sia stato in parte attenuato da un importante flusso di investimenti pubblici, non sono mancate situazioni di sofferenza, che hanno spinto molte imprese del settore a ripensare il proprio modello di business, la propria formula imprenditoriale, le tecniche di costruzione ed i mercati di riferimento. Come spesso accade, è proprio nei momenti dif- ficili che gli attori trovano la forza e le motivazioni per ridefinire le basi del loro agire, per riformu- lare i loro modelli di business, per dare vita a nuove architetture organizzative e di coordinamento. Gli importanti investimenti della Provincia Autonoma di Trento nella promozione di un distretto dell’edilizia sostenibile, di nuovi modelli dell’abitare, di sistemi di certificazione energetica ed am- bientale, di rapporti sempre più stretti tra i mondi della ricerca e della produzione edilizia, di nuovi sistemi costruttivi e materiali da costruzione, hanno accompagnato questo processo di riposiziona- mento strategico delle imprese, nella consapevolezza dell’importanza che il settore delle costruzioni ha sul piano economico, ma ancor più su quello sociale e culturale. Le grandi trasformazioni produttive, tecnologiche, dei modelli di regolazione economica degli ulti- mi anni si riflettono, infatti, nel mutamento che investe i temi dell’abitare, del cambiamento urbano, dell’ambiente, degli stili di vita e dei modelli di consumo. Progettare e realizzare ambienti quotidia- ni e produttivi, spazi abitativi, luoghi pubblici, infrastrutture, è attività sempre più complessa che richiede la mobilitazione di conoscenze e kit cognitivi che attingono a molteplici sfere del sapere tecnico e umano. Questa ricerca sul settore edile in provincia di Trento, nasce, in particolare, a seguito di un impor- tante evento di politica economica regionale: l'8 luglio 2009 a Trento, i Presidenti Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder hanno firmato il protocollo d’intesa sui temi strategici dell'edilizia sostenibile, sul- la produzione energetica da fonti rinnovabili e sulla mobilità sostenibile. L’obiettivo dell'intesa è quello di favorire la collaborazione tra la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano per condividere i due sistemi di certificazione energetica e di sostenibilità. Nello specifico, Bolzano ha adottato la certificazione energetica Casa Clima, molto nota e consoli- data a livello nazionale. La relativa agenzia che opera in Italia nella promozione della bioedilizia è una rete promossa dalle istituzioni pubbliche, ma alla quale aderiscono anche consorzi di imprese edili e banche locali. La fiera di Bolzano “CasaClima” ha avuto una forte risonanza a livello media- tico e allo stesso tempo ha permesso di ampliare i mercati di riferimento.
  • 8. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 8 Trento, invece, ha investito sul sistema di certificazione LEED (Leadership in Energy and Envi- ronmental Design) che dovrebbe garantire una certificazione di sostenibilità completa. In particola- re LEED vuole favorire l’edilizia sostenibile (dell’intero processo di produzione), l’energia rinno- vabile e le tecnologie ambientali. L’obiettivo di lungo periodo è quello di costituire una filiera dell’edilizia con elevati standard innovativi nell’ambito della sostenibilità energetica. Attraverso il protocollo d’intesa, le due Province hanno l’obiettivo di armonizzare i rispettivi siste- mi di certificazione definendo così uno standard comune che riassuma il sistema LEED home e Ca- sa Clima. Inoltre, si vogliono condividere progetti e modalità operative nell'ambito dell'efficienza energetica sia per gli edifici pubblici che privati e le rispettive esperienze nello sviluppo e messa in produzione di energie rinnovabili, di modelli di generazione distribuita. Questo passaggio ha ovviamente una forte valenza strategica per entrambi i territori, i quali condi- vidono una visione dell'edilizia quale motore fondamentale dell'economia, considerato che gli inve- stimenti in questo settore hanno effetti positivi sull'intero sistema. L'edilizia ha inoltre ricadute im- portanti sul versante della ricerca e dell'innovazione, specie nel campo delle tecnologie sostenibili e a basso impatto ambientale. Forti di questa consapevolezza, Trento e Bolzano promuoveranno un modello di governance comune che permetta di favorire la collaborazione tra le rispettive Universi- tà ed enti di ricerca nonché la messa in rete delle rispettive imprese e filiere. In questo scenario le imprese di costruzioni non possono rinunciare a svolgere il ruolo attivo di classe dirigente che gli compete e ad inserirsi - sia in qualità di portatori di interessi, sia in quanto detentori di conoscenze di interesse generale – nel dibattito e nei processi decisionali inerenti alla progettazione del territorio. Le competenze tecniche e le conoscenze di cui sono detentrici, infatti, costituiscono una risorsa di grande valore per la progettazione delle città e dei territori di domani. Si tratta, di conseguenza, di valorizzare la presenza di imprese di costruzione che, nell’esercizio del loro business, sono consapevoli dell’impatto collettivo della loro azione e dell’importanza delle loro competenze. Obiettivo esplicito dell’indagine è stato quindi fornire evidenza alle imprese che in questi anni si sono proposte per capacità di proporre soluzioni innovative, coerenti con la prospetti- va della sostenibilità ambientale e con quella, altrettanto importante, di coniugare urbanizzazione dolce e qualità della vita, efficienza e solidarietà. Un settore definito tradizionale come quello delle costruzioni è in realtà attraversato da dinamiche evolutive e processi di innovazione estremamente complessi. Capire come le imprese di costruzione trentine si stanno riposizionando rispetto a queste dinamiche e processi, in un’ottica di superamento dell’attuale crisi, è stato lo scopo di questa ricerca. Tutto ciò nella consapevolezza che le azioni di accompagnamento che saranno attivate a livello istituzionale dovranno sempre più fondarsi sulle re- ali strategie perseguite dalle imprese.
  • 9. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 9 2. Le caratteristiche (peculiari) del processo edilizio L’industria delle costruzioni è un’industria del tutto particolare, diversa dalle altre industrie mani- fatturiere: le conoscenze, le tecniche, i prodotti, le capacità manageriali, i rapporti che intercorrono tra i vari operatori del processo edilizio, sono del tutto originali e difficilmente paragonabili a quelli adottati in altri processi industriali. Alcune caratteristiche legate sia al processo di formazione della domanda sia all'organizzazione dell'offerta ne confermano l’elevata specificità. Ciò implica che nell’analisi del settore edilizio difficilmente possano applicarsi i metodi ed i parametri solitamente usati nell’analisi di altri settori produttivi. Risulta pertanto utile sottolineare le principali peculiarità del processo edilizio tradizionale (in quanto tale, largamente diffuso), al fine di avere una chiave in- terpretativa a cui ricondurre i dati emersi dalla presente indagine. Queste prime riflessioni si riferi- scono al settore edile in generale1 , prescindendo, per il momento, dalle specificità del settore a livel- lo provinciale. Un primo aspetto peculiare del processo di produzione edilizia è la sua stretta relazione con il contesto territoriale e ambientale. Per esplicitarsi il processo edilizio ha bisogno di “appropriar- si” di un pezzo del contesto. Il processo edilizio è un processo produttivo senza la fabbrica, o per meglio dire, la fabbrica è il territorio occupato temporaneamente dal cantiere. Il terreno su cui sorgerà il nuovo edificio – soli- tamente di proprietà del committente - è la “fabbrica” nella quale il costruttore edile svolge la sua attività produttiva temporanea, per poi spostarsi in altri cantieri, in una sorta di nomadismo produt- tivo. L’attività d’impresa è quindi strutturata secondo parametri spazio-temporali del tutto peculiari rispetto alle altre industrie: “tempo discreto” e “spazio variabile” contraddistinguono tutte le attività del settore, basato sull’assenza di unità locali stabili (l’impresa edile è composta da una sede legale, uffici ed eventualmente un deposito per materiali e macchinari). La continuità economica e fisica dell’impresa dipende dalla capacità della stessa di impegnare le proprie risorse in cantieri di lunga durata (come negli appalti pubblici) o in una molteplicità di cantieri minori e più brevi; ma, ovvia- mente, ciò implica, da parte delle imprese di costruzione, una flessibilità elevata e comporta la necessità di ricorrere a risorse - soprattutto professionali, ma anche finanziarie e impiantisti- che - diversificate a seconda delle occasioni di lavoro. Il fatto che la “fabbrica”, all’interno della quale opera il costruttore edile, sia una fabbrica che nasce e muore con ogni lavoro, comporta che, nell’impresa di costruzione, le attrezzature fisse siano ridotte al minimo e che gli investimenti, di conseguenza, siano limitati. L’impresa di costruzione, grazie alle sue caratteristiche di flessibilità e agli impianti fissi ridotti al minimo, basa tradizionalmente il suo operare – ed anche il suo successo competitivo – sulla capacità di organizzare fattori produttivi esterni per la realizzazione di o- pere molto variabili. Un’altra specificità del processo edilizio è che il suo prodotto è un bene “immobile” estrema- mente costoso, molto più di quasi tutti gli altri prodotti industriali (ad esclusione dei transatlantici e del jet di linea). Ciò implica un’accurata progettazione finanziaria di ogni singola vicenda co- struttiva, che anticipa la stessa fase di progettazione architettonica. Raramente chi realizza o acqui- sta un prodotto edilizio dispone fin dall’inizio i mezzi finanziari necessari. Il fatto che il prodotto edilizio sia un prodotto di lunga durata fa si che le risorse finanziarie necessarie alla sua realizza- zione possano essere restituite in tempi medio lunghi. Queste caratteristiche, peculiari del processo 1 Nella stesura di questo capitolo si è fatto particolare riferimento al testo di Nicola Sinopoli “La tecnologia invisibile: il processo di produzione dell’architettura e le sue regie” Franco Angeli Serie di architettura. 1997
  • 10. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 10 edilizio, hanno fatto si che la messa a disposizione del supporto finanziario da parte delle banche abbia seguito strade originali - e, come dimostra l’attuale crisi, non sempre positive - rispetto a quel- le che caratterizzano il finanziamento di altre attività produttive o i finanziamenti alle persone. Inol- tre, a differenza della svalutazione che caratterizza quasi tutti i prodotti industriali, il prodotto edi- lizio ha un valore che tende ad aumentare con il passare degli anni. Questa caratteristica fa si che la domanda non riguardi necessariamente la diretta fruizione del bene edilizio, ma si rivolga ad esso anche come bene rifugio o d’investimento. A differenza di altri processi industriali, il proces- so edilizio è totalmente dominato dalla domanda e la figura del committente rappresenta la figura peculiare del processo edilizio. Le caratteristiche di tipo speculativo che caratterizzano un’importante fetta della domanda si riflettono sull’organizzazione del processo edilizio e motivano lo scarso interesse che viene solitamente attribuito alle problematiche dell’organizzazione, della produttività e dell’innovazione, dal momento che il profitto derivante dalle rendite fondiarie tende spesso a fare premio sul profitto industriale. In considerazione del fatto che ogni manufatto edilizio tende a diventare, nel bene e nel male e per tempi molto lunghi, parte del paesaggio naturale e/o dell’ambiente urbano, esso necessita, a diffe- renza di altri prodotti industriali, di rapportarsi con le caratteristiche del proprio contesto: con quelle fisiche (clima, esposizione, geologia); con quelle paesaggistiche e storiche; con quelle fun- zionali (urbanistica, assetto del territorio, caratteristiche socio-economiche, flussi di traffico); con una serie di apparati regolamentari (sicurezza, rispetto di diritti altrui, decoro del sito). Il rapporto con il contesto fa sì che il prodotto edilizio sommi al suo ruolo economico una serie di signifi- cati di forte valenza culturale e simbolica, difficilmente rilevabili in altri contesti produttivi. Dal- la qualità del prodotto edilizio dipende la qualità del tessuto urbano e territoriale, dei suoi modelli di fruizione e quindi, in estrema sintesi, dei modelli di convivenza sociale. Le scelte relative al settore edile impattano su tutto il sistema economico e sociale: dalle infrastrutture, dall’efficienza logistica e dei servizi fino alla qualità della vita, alla salute e alla felicità delle persone. Anche nella dimen- sione del privato, il “bene casa” rappresenta l’acquisto più costoso nella vita di una famiglia, ne condiziona la qualità della vita e assume, molto più di altri prodotti industriali, il carattere di bene distintivo, identitario, carico di valenze simboliche ed esperienziali. Un secondo aspetto peculiare del settore edilizio tradizionale riguarda l’organizzazione del proces- so produttivo. Contrariamente alle filiere industriali nel settore delle costruzioni raramente esiste una figura capace di controllare l’intero processo di concezione, produzione e messa sul mercato del prodotto. Il committente è la figura che dà avvio al processo edilizio, ma rappresenta, nella maggioranza dei casi un leader aleatorio. Si tratta, infatti, in molti casi (sia di committenza pubblica, sia di commit- tenza privata) di un operatore non professionale che di solito si presenta sul mercato una sola volta e che, di conseguenza, necessita di consulenti (il progettista, il direttore dei lavori, il collaudatore in opera, il certificatore) per eseguire, gestire e controllare adempimenti così complessi e costosi come sono quelli del processo edilizio. Spesso il committente (soprattutto nel residenziale) subisce l'offer- ta del mercato, e non ha modo di influire più di tanto sugli aspetti progettuali e realizzativi. Al committente spettano gli oneri di acquisire il suolo, di acquisire i permessi a costruire e di finanzia- re l’opera, prima che questa sia realizzata. A differenza di altri prodotti industriali - che prima ven- gono prodotti e poi venduti - un prodotto edilizio non esiste come oggetto fruibile prima della con- clusione dei lavori. Al committente viene proposto un oggetto virtuale - un’idea, un progetto, una simulazione al computer, più raramente un plastico - che viene fabbricato dopo essere stato compra- to. A causa di questa, peraltro ineliminabile, caratteristica del processo edilizio la legge tende a tute- lare il committente richiedendo agli operatori professionali del processo una serie di documenti e di garanzie: il progetto, il capitolato, il contratto, le verifiche delle autorità competenti, il collaudo, le cauzioni, le polizze assicurative.
  • 11. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 11 A differenza di tutti gli altri processi di produzione industriale il processo edilizio è caratterizzato da una multi-organizzazione temporanea, anziché da un’organizzazione permanente. Il prefisso multi sta ad indicare il notevole numero di operatori coinvolti nel processo edilizio e l’aggettivo temporanea sta a significare la breve permanenza dei legami (deboli) che si instaurano tra i diversi soggetti coinvolti in ogni singola vicenda costruttiva. Tradizionalmente il processo edilizio vede una frammentazione delle responsabilità, un intervento sequenziale dei singoli operatori e la pre- senza di un unico contratto di costruzione stipulato tra il committente ed un soggetto imprenditoria- le – l’impresa generale di costruzioni – responsabile della costruzione del manufatto. A sua volta l’impresa generale realizza con proprie maestranze solo una parte (spesso ridottissima) dell’opera, affidando (con contratti di subappalto e/o di fornitura in opera) gran parte lavori (impianti, infissi, intonaci, ecc.) ad imprese specialiste e organizzando l’approvvigionamento del cantiere rivolgendo- si a diversi fornitori di materiali edili e componenti. Date le infinite possibilità di aggregazione tra diversi operatori (progettisti, imprese generali, imprese specialiste, impiantisti, fornitori di materiali e componenti, enti di controllo, enti finanziatori, ecc.) e nonostante il fatto che le imprese tendano a coinvolgere propri fornitori di fiducia, non sempre la combinazione di operatori che si aggrega- no attorno ad un cantiere viene riprodotta in altri cantieri. L’intervento sequenziale dei vari o- peratori nelle varie fasi del processo comporta il fatto che ogni singolo operatore lavora sul risultato dell’attività svolta dall’operatore che lo precede, senza che si configuri mai formalmente né un co- ordinamento, né un preciso momento di sintesi, né tantomeno la possibilità di fruire di informazioni di ritorno. Nella labilità della squadra, nel poco tempo a disposizione dei suoi componenti per impa- rare a lavorare insieme e nella non riproducibilità del gruppo di operatori formato dal committente (o dal progettista, o dall’impresa generale) troviamo la fonte principale dell’incertezza e dei con- flitti che caratterizzano il processo edilizio. A tale proposito, uno dei libri più interessanti scritti sul processo di produzione in edilizia: “La tecnologia invisibile” di Nicola Sinopoli, sottolinea co- me la qualità del processo edilizio - e quindi del manufatto - dipenda in modo decisivo dalla qualità delle informazioni trasmesse dal committente, da come queste vengono trasformate in un progetto, dai criteri adottati per scegliere le imprese di costruzione e dalle modalità di verifica e controllo dell’attività in cantiere. L’assunto, in definitiva, è che la qualità dipende dall’organizzazione del processo edilizio e dall’informazione che vi circola. Un'altra peculiarità del processo edilizio riguarda il time to market. Nel processo edilizio i tempi di concezione e produzione del prodotto finale sono relativamente lunghi. Nei processi indu- striali la riduzione del tempo che intercorre tra la concezione di un prodotto e la sua immissione sul mercato è considerato un fattore decisivo di successo e riduzioni drastiche del time to market sono state ottenute nella gran parte dei processi produttivi di tipo industriale. Ciò non è avvenuto nel set- tore delle costruzioni, dove i tempi di progettazione, di approvazione da parte delle autorità e di co- struzione di un fabbricato tendono non solo ad essere difficilmente comprimibili, ma ad aumentare. Solo in alcuni contesti, particolarmente legati alle contingenze di una domanda di realizzazioni ac- celerate (insediamenti produttivi, interventi di social housing) hanno cominciato a diffondersi prati- che di fast track scheduling, ovvero realizzazioni nelle quali i processi normalmente sequenziali (sia progettuali che esecutivi) vengono posti, per quanto possibile, in parallelo, con modalità gestionali ed organizzative che possono essere ritenute, in un certo senso, la trasposizione delle tecniche di concurrent engineering2 , nate e sviluppatesi negli ambienti industriali manifatturieri ad elevata tec- 2 Per concurrent engineering si intende un insieme organico di metodologie, tecniche e strumenti che consente un ap- proccio alla progettazione integrata di un prodotto e del relativo processo produttivo. Tale approccio permette di ridurre drasticamente i tempi di sviluppo e i costi connessi, consente inoltre maggiore flessibilità alla progettazione e alla pro- duzione, oltre che una migliore qualità dei prodotti. Questa logica di progettazione è conosciuta anche come simultane- ous engineering, life-cycle engineering, parallel engineering, multi-disciplinary team approach o integrated product and process development.
  • 12. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 12 nologia, al mondo delle costruzioni. Anche in contesti più tradizionali, come il settore immobiliare privato, costituisce prassi abbastanza consolidata avviare i lavori di realizzazione delle strutture ri- mandando la definizione degli impianti tecnologici e delle finiture a quando sarà stato individuato il relativo acquirente, con modalità parzialmente riconducibili alle tecniche di fast track. 2.1 La transizione (incompleta) del settore delle costruzioni Le caratteristiche peculiari del processo edilizio tradizionale, richiamate nel precedente capitolo, portano a descrivere lo stesso, come un settore sostanzialmente statico, arretrato e poco perme- abile all’innovazione. La frammentazione del settore, sia in termini di offerta, sia in termini di do- manda, ha tradizionalmente ostacolato l’affermarsi di un ampio mercato concorrenziale, accentuan- done invece la segmentazione in molti mercati locali, popolati da una galassia di imprese, in larga misura di piccola e piccolissima dimensione. Questa situazione è riconosciuta come una delle cause della bassa produttività che ancora caratterizza i processi produttivi delle costruzioni ed ha certa- mente frenato anche la dinamica dell’innovazione. Parecchie analisi hanno rilevato che i livelli di efficienza e gli indici di sviluppo tecnico delle costruzioni non seguono la dinamica degli altri setto- ri industriali, dalla cui evoluzione, anzi, tendono ad essere sempre più distanziati. E’ però anche vero che sono le stesse caratteristiche peculiari del processo edilizio ad evidenziare come un settore comunemente definito tradizionale sia, in realtà, caratterizzato da dinamiche evolutive estremamente complesse, spesso anticipatrici di ciò che avviene all’interno di altri settori produttivi. Il settore delle costruzioni, per molti aspetti, ha anticipato quel processo di rior- ganizzazione e articolazione delle figure produttive che a partire dagli anni ’90 si è generalizzato all’intero comparto produttivo e che si ritiene fondante del modello post-fordista. Nei fatti, il setto- re meno investito dall’organizzazione tayloristica del lavoro è oggi quello più post-fordista. Già alla fine degli anni ’70, l’impresa di costruzione comincia ad assumere l’assetto di un’“organizzazione virtuale” a prescindere dalla sua dimensione statistica. E’ in quegli anni che ini- zia un processo di disarticolazione “funzionale” delle grandi imprese di costruzione in unità minori specializzate, cui fa riscontro la diffusione di competenze sul territorio nelle forme della micro-impresa e del lavoro autonomo. Processo che deriva non solo dalla necessità di contenere i costi ma anche dalla spinta derivante dalla specializzazione dell’organizzazione del lavoro. La grande impresa industriale, a partire da quegli anni, si è andata trasformando in un’azienda ca- pace di acquisire commesse e di coordinare in cantiere il lavoro di piccole imprese specializza- te in fasi distinte del processo produttivo, mantenendo al proprio interno soltanto alcune funzioni organizzative strategiche e alcune figure professionali di elevato profilo, in grado di gestire cantieri e apporti di imprese minori, oppure di manovrare macchinario complesso come le gru. Il processo di frammentazione del settore è ampliamente avvalorato dal notevole peso che vengono contemporaneamente ad assumere le “imprese artigiane” sul complesso delle imprese edili, e che possiamo assumere come ulteriore fattore di flessibilizzazione del lavoro. In uno dei settori più labour-intensive, si realizza il massimo di flessibilità rispetto a tutti gli altri settori produttivi. E ciò avviene proprio sul fattore più importante che caratterizza il settore delle costruzioni, ovvero il fattore lavoro. Il cantiere si presenta sempre più come il luogo nel quale i due fattori più importanti della produzione (l’organizzazione da un lato e il lavoro dall’altro), sempre più autonomi e “separati”, si incontrano per produrre.
  • 13. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 13 E’ proprio questo processo di esternalizzazione e frammentazione della produzione a far si che il settore delle costruzioni sia stato il primo a registrare l’imposizione per legge della certificazione dell’organizzazione della produzione – altro concetto tipicamente post-fordista - attraverso la cer- tificazione ISO 9000 nel settore dei lavori pubblici (con la legge quadro dei lavori pubblici). Il sistema della “sub contrattazione” assume una spinta talmente forte da far saltare i modelli tradi- zionali di lettura delle imprese in questo settore. La stessa nozione di grande, media, piccola impre- sa nel mondo delle costruzioni è certamente da rivisitare alla luce della configurazione assunta del sistema e alle forme di coordinamento tra gli operatori che connotano il settore. Grande è colui che compie grandi operazioni, a prescindere dal fatto che disponga, al proprio interno, delle risor- se necessarie per realizzarle o che piuttosto le reperisca sul mercato. Ciò non esclude però una correlazione tra entità delle operazioni condotte e solidità organizzativa dell’azienda. L’impresa virtuale per eccellenza (terziarizzata, immateriale, leggera) nasce e si rafforza nel settore considerato fra i più arretrati e “pesanti”: un paradosso solo apparente che dipende solo dal punto di vista con il quale si può definire arretrato o avanzato un settore economico. Quello che appariva il settore più arretrato rispetto al modello fordista stava dimostrandosi il settore più avanzato sulla strada del cambiamento post-fordista: cambiamento che ha continuato fino ai nostri giorni, rendendo l’edilizia un osservatorio privilegiato - pur con le sue peculiarità non riduci- bili ad altre industrie e attività di servizio - sulle forme dell’impresa e del lavoro contemporanei. La filiera “abitazione” funziona attraverso la messa in rete e la cooperazione produttiva di una gamma di soggetti d’impresa e del lavoro estremamente differenziata, che include società immobi- liari e intermediari finanziari, medie imprese di costruzioni e pulviscolo molecolare di lavoratori in proprio, professionisti creativi e manodopera di bassa qualificazione. Le imprese di costruzioni cooperano assai più che gli operatori di altri settori, sebbene tale strategia si sostanzi in asso- ciazioni temporanee e partnership “a progetto” che in veri accordi prefiguranti modelli più stabili di organizzazione a rete. Il funzionamento di quasi tutte le imprese si basa sulla mobilita- zione di network informali che, di fatto, assumono la forma di “imprese a rete” dalla membership variabile. Questo tipo di multi-organizzazione temporanea non è, naturalmente, una peculiarità del solo pro- cesso edilizio ma presenta analogie con altri processi produttivi caratterizzati da un forte accentra- mento della fase creativa e da un radicale decentramento produttivo. Negli Stati Uniti, ad esempio, questa aggregazione di specialisti autonomi attorno a progetti circoscrivibili nel tempo viene chia- mato “Modello Hollywood” definizione ripresa anche da Jeremy Rifkin nel suo libro “L’Era dell’Accesso”.3 L’analogia è riferita all’industria cinematografica dove chi produce un film mette insieme una squadra formata dal regista, gli attori, gli sceneggiatori, i tecnici, che si scioglie quando la pellicola è pronta per le sale cinematografiche. Lo stesso assioma post-fordista della centralità della personalizzazione del prodotto e delle picco- le serie, trova nel mondo delle costruzioni una versione estrema, poiché qui ogni realizzazione co- stituisce un prototipo e la possibilità di realizzare economie di scala è molto limitata. Dunque, più ancora che in altri settori, il controllo dell’incertezza e la necessità di rispondere just in time alle ca- ratteristiche variabili della domanda assume, nel processo edilizio, una rilevanza strategica. E’ sulla base di questa esigenza che, nelle situazioni più avanzate - per i grandi progetti di trasfor- mazione urbana – hanno cominciato a delinearsi “regie innovative” del processo edilizio basate sul management. Si parla di project management, construction management, management contrac- 3 Jeremy Rifkin, L'Era Dell'Accesso. La rivoluzione della new economy, Mondadori, 2001
  • 14. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 14 ting, fast track scheduling. Modelli organizzativi caratterizzati da una progettazione unitaria e inte- grata, opposta a quella sequenziale tipica degli approcci tradizionali, dal rapporto diretto tra com- mittente, progettista e produttore di componenti dall’adozione diffusa di contratti separati fra com- mittente e fornitori e da una drastica riduzione del time to market del prodotto edilizio. Questi nuovi approcci organizzativi del processo edilizio prendono forma a fronte della progressiva diminuzione delle risorse mobilitabili da parte dei “committenti puri” (non importa se pubblici o privati), dalla deregulation in campo economico e urbanistico e dall’irrompere nel processo edilizio della variabile finanziaria, come variabile condizionante la fattibilità stessa di ogni possibile inizia- tiva. Sono questi fattori che portano alla comparsa nel processo edilizio di una nuova classe di pro- motori: i così detti developers, sviluppatori immobiliari che sono operatori finanziari più che o- peratori edilizi, portatori in quanto tali, di obiettivi di redditività a breve termine dei capitali inve- stiti. A sostenere questa dinamica è il nuovo interesse nei confronti del real estate dei grandi gestori di capitali - banche, assicurazioni, fondi pensione, private equity, merchant bank, operatori di pro- ject financing, importanti gruppi industriali riconvertiti al FIRE (Finance, Insurance, Real Estate ) - in quanto attività speculativa che assicura profitti notevoli in una fase di bassi rendimenti azionari. Si assiste alla progressiva ibridazione tra mercato finanziario e immobiliare, con conseguente condivisione dei rischi e delle incertezze generati nei due mercati. Le ricadute della recente crisi fi- nanziaria originata dai mutui statunitensi “a rischio” (subprime) dimostrano in maniera emblematica la portata di questi fenomeni. La domanda che si rivolge al settore delle costruzioni si è inoltre progressivamente orientata su una richiesta crescente di attività di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che ha, negli ultimi anni, superato il livello della nuova produzione, e che – attraverso i nuovi contratti di facility management4 e global service 5 – viene sempre più spesso fornita insieme ad altri servizi, facenti ca- po a differenti settori produttivi. Le costruzioni hanno sviluppato un cospicuo potere attivante e un’influenza determinante su una parte consistente della base manifatturiera nazionale (il settore delle costruzioni acquista beni e ser- vizi dall’80% dei settori economici). E’ stato stimato che ogni aumento di 1 miliardo di euro di domanda nel settore delle costruzioni attiva un volume di affari 1,796 miliardi di euro (1 miliardo di euro nelle costruzioni e 0,796 miliardi di euro nei settori collegati). Inoltre, 1 miliardo di euro di nuova produzione significa 23.620 nuovi posti di lavoro, di cui 15.100 nelle costruzioni e 8.520 nei settori collegati. 6 Dal lato dell'offerta la crescente complessità del prodotto edilizio da realiz- zare (che integra tecnologie di processo e di prodotto provenienti da numerosi settori industriali: chimica, elettronica, metallurgia, ecc.) richiede una struttura industriale in grado di far convergere sul singolo manufatto competenze tecnologiche sempre più specialistiche. Accanto alla tradiziona- le impresa di costruzioni si sviluppa un’industria manifatturiera produttrice di materiali, se- milavorati, componenti, attrezzature, macchinari che studia i mercati, concepisce prodotti in- novativi, li distribuisce e li commercializza. La filiera delle costruzioni presenta un indotto indu- striale che mette a disposizione nuovi materiali, nuove componenti, nuove tecnologie costruttive, innovazioni immateriali. Le relazioni di interdipendenza fra i vari settori del sistema delle costru- zioni sono sia dirette sia indirette, così da creare interconnessioni rilevanti, volte ad influenzare i driver di sviluppo e di innovazione dei singoli settori di specializzazione. 4 Per facility management si intende un approccio integrato volto al funzionamento, manutenzione, miglioramento, e adattamento degli immobili, delle infrastrutture di un’azienda o un’istituzione che esternalizza tali funzioni a soggetti terzi. Il F.M. prevede un continuo allineamento tra l’uso dello spazio fisico e i bisogni o indirizzi strategici di un’organizzazione. 5 Per global service si intende un modello di offerta che veda integrati, in un soggetto imprenditoriale nuovo, imprese di costruzione e imprese di servizi. 6 Federcostruzioni Rapporto 2010 sul sistema italiano delle costruzioni.
  • 15. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 15 Il settore delle costruzioni è quindi tutt’altro che statico, perlomeno per ciò che concerne la con- tinua ridefinizione dei propri modelli di business e processi produttivi. E’ comunque anche vero che le dinamiche evolutive fin qui schematicamente descritte, sono determinate da un sistema competi- tivo basato essenzialmente sul prezzo. Le costruzioni, infatti, sono un settore cost-driven, in cui le imprese, piuttosto che focalizzarsi su fattori strategici, tendono ad assumere le proprie decisioni sul- la base del livello più basso dei costi. Tale approccio si è tradotto in un orientamento (positivo, ma che non si può certo considerare anticipatore del mercato) all’innovazione “di processo”, con poca o pochissima innovazione “di prodotto”, laddove è sempre più chiaro che il “prodotto” vero, in edilizia, consiste nei luoghi dell’abitare. La stessa innovazione “tecnologica” viene accettata con fatica e solo quando riesce a trovare una collocazione - senza perturbarlo - nell’assetto tecnico con- solidato, anzi, addirittura nella particolare configurazione tecnologica che caratterizza ormai quasi stabilmente le varie tipologie di prodotto: poco calcestruzzo e molto laterizio per la resi- denza; travi pilastri e pannelli prefabbricati nell’edilizia industriale; prodotti a posa rapida e sempli- ce nel recupero. Certamente, l’estrema frammentazione, la scarsa competitività ed il riferimento a mercati prevalen- temente locali, che caratterizzano gran parte del settore delle costruzioni, non facilitano l’innovazione, l’investimento in R&S e la collaborazione con i centri di ricerca. Il settore continua a presentare una dinamica d’innovazione lenta rispetto le opportunità e le necessità di crescita del livello qualitativo degli edifici e di miglioramento della qualità di fruizione degli stessi in termini di sicurezza, sostenibilità ambientale, crescita dell’efficienza energetica, durabilità e manu- tentibilità, eccellenza tecnologica e bellezza architettonica. Da questo punto vista il “prodotto casa” è sostanzialmente fermo agli anni ‘50. Solo nell’impiantistica si è, in parte, riusciti a portare dentro gli edifici nuove prestazioni tangibili: la re- golazione e la programmazione delle temperature interne, caldaie più efficienti e meno inquinanti, reti di distribuzione dei fluidi più rapide da posare e meno invasive grazie ai tubi in materiali sinte- tici. E dotazioni e livelli di comfort impensabili solo vent’anni fa: dalle vasche a idromassaggio al raffrescamento estivo, con costi (d’installazione) quasi popolari. Le caratteristiche e le dimensioni economiche degli appalti spesso non sono tali da consentire con frequenza l’uso di tecnologie avanzate. Al contrario del settore manifatturiero, dove l’innovazione di prodotto di successo comporta una premialità di mercato per l’impresa, nel caso dell’edilizia ciò non avviene, a meno che l’impiego di una tecnologia innovativa non sia esplicitamente richiesto nel capitolato. Emerge dunque che nelle imprese operanti nel settore dell’edilizia - data anche la ridotta dimensione media e le limitate capacità di investimento - i processi di innovazione sono di tipo “adattivo” o “reattivo”, nel senso che i fabbisogni di innovazione emergono, di volta in volta, ri- spetto alle specifiche problematiche da affrontare nelle fasi di realizzazione delle commesse acqui- site. L’innovazione nel settore delle costruzioni funziona quando risponde a logiche “interne” all’organizzazione produttiva, mentre difficilmente è guidata dalla necessità di rispondere all’evoluzione della domanda, che è il motore fondamentale di tutta l’innovazione dei prodotti e dei processi industriali. Il settore economico che per primo ha adottato schemi organizzativi e di funzionamento post- fordisti, appare in ritardo nell’adottare fino in fondo la logica intima del “nuovo capitalismo” - incentrata sulla domanda del cliente, sull’innovazione tecnologica e finanziaria, sulla valorizza- zione dei servizi, dei fattori immateriali e di esperienza che sono commessi al consumo e alla frui- zione dei prodotti industriali - rimanendo forse imprigionato all’interno di quel frazionamento indi- vidualistico che si traduce in scarsa articolazione dell’offerta, in rari esempi di anticipazione del mercato e in penuria di risorse da destinare alla ricerca e all’innovazione.
  • 16. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 16 Non è detto, comunque, che quanto si è faticato a realizzare - o non si è realizzato affatto - nel corso della fase ascendente del mercato edilizio non sia realizzabile nella crisi. Forse, proprio la contra- zione delle opportunità acquisibili attraverso i consolidati meccanismi di controllo del mercato loca- le incentiveranno la ricerca di nuove formule imprenditoriali e il rinnovamento dei modelli di busi- ness. Proprio la crisi, inoltre, potrebbe premiare sul medio periodo gli operatori che sapranno anti- cipare le tendenze dell’abitare che promettono di svilupparsi nei prossimi anni. 2.2 Dalla crisi alla riconfigurazione del mercato La crisi ha evidenziato alcune criticità, come la mancanza di fiducia nel mercato, una frenata nei consumi per le famiglie e la difficoltà di accesso al credito, ma è anche una grande opportunità per riconfigurare il rapporto tra domanda e offerta nel settore delle costruzioni, dal punto or- ganizzativo e strategico. Il settore delle costruzioni è sempre più esposto ad una pressione competi- tiva e ad una domanda che dall’esterno lo sollecita all’evoluzione, chiedendogli di fornire prodotti dotati di prestazioni nuove, di funzionalità migliori, di maggiore valore. Il settore delle costruzioni può dare all’innovazione contributi rilevanti, se lo si concepisce come catalizzatore di una serie di innovazioni per la casa, per l’ambiente, per la persona; è un settore a potenziale alto tasso di inno- vazione se solo si pensa alle questioni dei nuovi materiali, della personalizzazione, della casa come servizio, della gestione dei mercati immobiliari finanziari di tipo più evoluto. Una recente ricerca realizzata da ANCE Lombardia e CRESME7 individua sei driver del cambia- mento su cui puntare nei prossimi anni per ridisegnare il mercato delle costruzioni: • l'innovazione tecnologica: l'impiego della tecnologia in tutte le fasi del processo costruttivo – dalla progettazione alla gestione, passando per la fase realizzativa in cantiere – dovrà imporsi come il motore dell'innovazione del prodotto edilizio; • la sostenibilità ambientale: l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale sono i nuovi e- lementi innovativi a cui il mercato deve rispondere nel breve termine; • la sostenibilità sociale: una fascia di popolazione sempre più ampia, che non è in grado di acce- dere all’attuale offerta del mercato, origina una domanda di social housing, a cui il mercato delle costruzioni deve dare risposta secondo logiche di collaborazione tra pubblico, privato e terzo set- tore; • il nodo delle risorse: il mercato evolve sempre più rapidamente verso modelli di partenariato pubblico-privato (PPP), sviluppando forme di investimento integrate che richiedono nuove cono- scenze economiche e finanziarie: gli operatori del settore dovranno essere in grado di portare ca- pacità ideativa, tecnica, finanziaria e gestionale dialogando con interlocutori pubblici in grado di crescere sullo stesso piano; • l'intreccio tra costruzioni e servizi: l'attenzione del mercato si sposta progressivamente dal me- ro piano dell'esecuzione a quello della gestione: la filiera delle costruzioni e quella dei servizi dovranno crescere in maniera integrata, grazie agli strumenti del facility management e del glo- bal service, che negli ultimi anni hanno già portato notevoli vantaggi; • l'intervento sul patrimonio esistente: quello delle ristrutturazioni e della riqualificazione edili- zia ed urbanistica sia relativa al consistente patrimonio di edilizia residenziale in pessimo stato di conservazione, sia relativa alla riconversione di aree industriali dismesse, si imporrà, nei prossi- mi anni, come un mercato di riferimento importante. Tali driver del cambiamento non fanno riferimento ad un dato congiunturale - legato alla crisi e al suo superamento - ma ad un dato di mutamento strutturale del mercato delle costruzioni. Con il 2010 - sempre secondo le analisi del CRESME - dovrebbe, infatti, concludersi il sesto ciclo 7 ANCE Lombardia CRESME: Il mercato immobiliare in Lombardia nel 2010
  • 17. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 17 edilizio italiano dal secondo dopoguerra8 . La fine di un ciclo e l’avvio del ciclo successivo compor- tano da un lato il ridimensionamento dei potenziali di mercato e dall’altro un processo di riconfi- gurazione della domanda e dell’offerta. Figura 1: Serie cicliche delle costruzioni (Fonte: elaborazioni CRESME su dati ISTAT) Figura 2 Le aree di mercato del nuovo ciclo edilizio (ns. rielaborazione grafica su dati CRESME) 8 Per ciclo edilizio si intende un insieme di processi edilizi di carattere costruttivo, politico amministrativo, economico, compiutisi sul territorio in un determinato arco temporale con periodizzazioni riferite a fasi omogenee. Con l’esclusione del primo ciclo, quello di una crescita straordinaria durata quattordici anni, dal 1951 al 1964, dovuto alla ricostruzione e al miracolo economico, oggi viviamo la fine della fase espansiva più lunga in assoluto, iniziata nel 1995, In particolare dal 2000 al 2007 si determinato il più intenso boom del mercato immobiliare registrato in Italia.
  • 18. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 18 Limitandoci all’edilizia residenziale, il ridimensionamento e la riconfigurazione della domanda evi- denziano nuove esigenze di sostenibilità ambientale e sociale che caratterizzano una domanda di residenzialità profondamente diversa rispetto agli standard consolidati che hanno caratterizzato i precedenti cicli edilizi. Gli acquirenti di immobili sono sempre più attenti e consapevoli dei vantaggi che l'acquisto di un immobile di qualità può loro apportare sia in termini di miglioramento delle condizioni di vita, sia in termini di riduzione dei costi di manutenzione nel medio e lungo periodo. Per una fascia di fami- glie a più alto reddito, emerge una domanda matura che esprime nuove esigenze di qualità e premia aspetti come quelli dell'innovazione tecnologica, del risparmio energetico e del benes- sere abitativo. Un vero e proprio "salto di scala" nella qualità della domanda, con le famiglie che sembrano puntare ad una valorizzazione del loro investimento. Si tratta di una domanda che spesso si scontra con la bassa qualità del patrimonio edilizio esistente e che contribuisce in parte a spiegare la contrazione di compravendite e prezzi nel segmento di mercato dell'usato e la corrispondente te- nuta del nuovo. Il concetto di qualità, declinato in tutte le sue molteplici accezioni, diventa il principio guida per una nuova fase di produzione e riqualificazione edilizia. L’abitazione come bene “distintivo” di qualità elevata è uno degli aspetti centrali della riflessione sui modi dell’abitare. Poiché tale tendenza, a dispetto della crisi, appare piuttosto strutturata e radicata nella società italia- na, è facile ipotizzare che anche in futuro il settore immobiliare costituisca uno dei principali merca- ti ove realizzare aspettative, desiderio di appartenenza, senso d’identità. Non va, inoltre, trascurato che sta crescendo una nuova domanda di abitazioni sociali, che non trova, al momento, risposte in un'offerta economicamente alla sua portata. Il drastico calo delle compravendite di abitazioni, registrato nel recente periodo, evidenzia che gli effetti della crisi hanno fortemente indebolito il potere d'acquisto di alcune fasce di acquirenti. La crisi ha esteso il disagio abitativo ad un’area sempre più vasta di ceto medio (famiglie a reddito fisso, famiglie numerose, giovani coppie, lavoratori temporanei, studenti fuori sede, anziani, ecc.). Si tratta di soggetti i cui livelli di reddito non consentono di accedere ai programmi di edilizia sociale sovvenzionata, ma che allo stesso tempo non hanno mezzi adeguati per accedere alla casa in proprietà e soffrono del rile- vante aumento degli affitti. A fronte di questa domanda si assiste recentemente allo sviluppo di pro- getti che mirano all’housing sociale perseguendo strategie di offerta articolate tra edilizia privata e edilizia sociale con la partecipazione di soggetti no profit e fondazioni bancarie. A questi progetti si affianca l’esigenza di tecniche di costruzione low cost, con processi di progettazione integrata e di industrializzazione leggera che trasformano il cantiere sempre più in un luogo di assemblaggio di componenti prefabbricati, con una significativa contrazione dei tempi e dei costi di realizzazione. La grande sfida per i costruttori e per le amministrazioni pubbliche, che hanno la responsabilità del governo del territorio è oggi la sua riqualificazione a cominciare dal recupero edilizio e dalla ri- conversione in termini funzionali delle aree degradate, presenti un po' ovunque, sia all'interno dei centri storici sia nelle periferie urbane e industriali. Le prospettive di questo comparto sono potenzialmente enormi; è richiesto, tuttavia, un grande impegno sia agli imprenditori, chiamati a ge- stire operazioni complesse, sia alle pubbliche amministrazioni, cui si impone uno scatto in termini di semplificazione e di rapidità decisionale. Vista la crescente riduzione delle risorse di cui dispon- gono le Amministrazioni Pubbliche, è evidente che il partenariato pubblico - privato rappresenti una strada obbligata per promuovere operazioni di riqualificazione del tessuto edilizio e sociale, che diano alle nostre città nuovi servizi ed una nuova estetica, nel segno dell'efficienza e della moderni- tà. A fronte di questa evoluzione della domanda il settore delle costruzioni deve oggi ripensare il pro- prio modello di offerta attraverso il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale che consentano al settore di trasformarsi in un’industria della conoscenza e
  • 19. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 19 dei servizi, orientata ai bisogni del cliente e caratterizzata dall’innovazione. In particolare, so- no quattro i principali fronti di innovazione organizzativa e tecnologica aperti nel settore edilizio: • da un lato, “costruire sostenibile” e “curare la manutenzione degli edifici” aspetti che condi- zioneranno le pratiche del costruire nei prossimi decenni; • dall’altro, “costruire edifici comodi e fruibili” e “costruire presto e bene”, aspetti aperti da più tempo ma ancora lontano dall’avere esaurito la loro spinta propulsiva. A ciò si aggiunge lo sviluppo di competenze capaci di affrontare un mercato in cui sono sempre più sfumati confini tra pubblico e privato e tra lavori e servizi ed in cui l’impresa di costruzione è sempre più chiamata a svolgere un ruolo a monte – promozione, innovazione e finanzia - e a valle – gestione e manutenzione – del processo produttivo. Le riflessioni ruotano intorno alla necessità di una nuova cultura imprenditoriale unita a una ri- alfabetizzazione della progettualità tecnologica ed economico finanziaria, capace di far partecipare alle opportunità nascenti dai nuovi mercati il sistema della piccola e media impresa che rappresenta il cuore del settore delle costruzioni. Essere imprenditori delle costruzioni è e sarà sempre più difficile in un mercato sempre più ridotto e selettivo e per questo più complicato, perché richiede maggiori risorse finanziarie, maggiori capa- cità progettuali, maggiori conoscenze tecnologiche. E’ necessario ripensamento del ruolo tradizio- nale dell'imprenditore edile, che non può più essere solamente “costruttore”, ma deve acquisire, in sinergia con le altre componenti del sistema, nuove professionalità, in modo da proporre ai suoi clienti, pubblici e privati, non più solo il “prodotto edilizio”, ma un insieme articolato di prestazioni e servizi. L'imprenditore edile del futuro dovrà essere allo stesso tempo promotore immobilia- re, progettista, esecutore, venditore e gestore dell'immobile che ha realizzato, mettendosi in “rete” con altri professionisti e imprenditori. E’ sempre più necessario il passaggio ad una reale dimensione industriale, passaggio seriamente o- stacolato dalla frammentazione del settore. Per tale motivo, lavorare in reti di impresa caratteriz- zate da maggiore stabilità è la strada per continuare ad essere competitivi, ottimizzando i costi e creando le condizioni per offrire un prodotto di qualità al giusto prezzo di mercato. Per la fascia del- le imprese di media e piccola dimensione, la risposta alle nuove sfide competitiva si può basare solo sullo sviluppo di nuovi modelli di alleanze strategiche, orizzontali e verticali all’interno della filiera allargata del settore delle costruzioni. Come vedremo dai dati riportati nella presente ricerca, tra le stesse imprese si è ormai diffusa la consapevolezza che la maggiore competitività delle singole imprese e dell'intero sistema dipende dalla concreta capacità dei vari attori della filiera di integrare le loro attività, valorizzando ciascuno le proprie specifiche competenze e senza per questo necessariamente rinunciare alla propria identità di impresa.
  • 20. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 20 3. Alcuni dati di contesto sulle imprese nel settore delle costruzioni in provincia di Trento Le costruzioni rappresentano un settore fondamentale dell’economia trentina, sia in termini di ric- chezza prodotta che sotto il profilo occupazionale, le cui positive performance, almeno fino al 2006, hanno contribuito in misura significativa alla “tenuta” del PIL provinciale. L’elevato peso economico dell’edilizia in Trentino può senz’altro essere interpretato come il risulta- to di una forma di specializzazione dell’economia provinciale nel settore. Nel 2008 le imprese di costruzioni rappresentano il 16% dell’intero tessuto produttivo della provincia di Trento, superando notevolmente l’intera area manifatturiera che rappresenta solo il 10% delle attività economiche tren- tine. C’è da considerare, inoltre, che una parte delle imprese normalmente raggruppate nel settore terziario dei servizi come le attività immobiliari, frequentemente, possono rientrare nelle imprese di costruzioni. Per questo motivo l’incidenza dell’intera filiera di costruzioni sul tessuto produttivo provinciale è da considerarsi superiore al 16%. Il settore delle costruzioni, che aveva subito nel corso di buona parte degli anni Novanta un signifi- cativo ridimensionamento, ha poi evidenziato, a partire dal 1998 un’inversione di tendenza. Infatti, la presenza di una riduzione generalizzata dei tassi di interesse, le agevolazioni fiscali accordate ed una spesa pubblica più sostenuta hanno stimolato la domanda di investimenti immobiliari, specie nel settore delle ristrutturazioni, in modo sufficiente ad invertire il trend negativo degli anni prece- denti. Nel 2007, dopo anni di crescita continua, è iniziata una nuova fase di contrazione dell’attività che è proseguita, fino ad oggi in maniera abbastanza marcata. Un’analisi sull’andamento del numero di imprese è reso possibile dai dati Infocamere riportati nella seguente tabella: dal 2000 al 2008 il numero totale d’imprese attive nel settore delle costruzio- ni in provincia di Trento passa da 5.959 a 7.568 con una variazione percentuale del 22,2%. Nella stessa misura aumentano anche le imprese di costruzioni artigiane che, infatti, rappresentano più dell’80% dell’intero settore di costruzioni, nel corso dei vari anni. Nel 2000 l’artigianato rappresen- ta l’82% dell’intero settore di costruzioni, mentre nel 2009 sale all’83%. Tabella 1: Andamento imprese del settore costruzioni in provincia di Trento. 2000 2008 2009 var% 00-08 Totale imprese costruzioni 5.959 7.663 7.568 22,2% Imprese costruzione artigianato 4.899 6.351 6.278 22,9% Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere Quindi, l’aumento totale delle imprese nel settore costruzioni si può attribuire quasi esclusi- vamente alle imprese artigiane. Tra il 2000 e il 2008, a Trento, sono nate 1.704 imprese di cui 252 sono industriali mentre 1.452 sono artigiane, ciò significa che per ogni nuova singola impresa indu- striale ne sono nate 5,76 di artigiane. Una ripartizione delle imprese per classe di addetti è resa possibile dai dati dall’archivio ASIA dell’ISTAT (2007) che riporta l’esistenza di 6.264 imprese appartenenti al settore delle costruzioni.
  • 21. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 21 Rispetto al numero di imprese attive in Provincia di Trento – pari complessivamente a 45.217 unità - le imprese di costruzione rapprendano, come già evidenziato, il 16 % del totale provinciale. Sul fronte occupazionale in Trentino i lavoratori impiegati nel settore delle costruzioni sono quantificati in 24.560 unità, pari al 13,7% della forza lavoro complessiva provinciale (178.989). Dalla tabella seguente si riscontra la dimensione limitata delle imprese edili, indice di un elevato grado di frammentazione dell’assetto produttivo. Tabella 2: Unità locali e addetti nelle unità locali Classe di addetti Unità locali Addetti 1 addetto 4.164 4.441,57 Da 2 a 9 addetti 2.617 10.337,98 Da 10 a 19 addetti 335 4.556,83 Da 20 a 49 addetti 129 3.917,47 Da 50 a 249 addetti 19 1.289,65 > 250 addetti 0 0 Totale complessivo 7.264 24.544 Fonte: ISTAT archivio statistico imprese attive Come è riscontrabile dai grafici riportati di seguito nel complesso: • la microimpresa (< di 10 addetti) rappresenta il 93,3 % delle imprese di costruzione in Trentino e da lavoro al 60,2 % degli occupati nel settore. • la piccola impresa (da 10 a 50 addetti) rappresenta il 6,4% delle imprese e da lavoro al 34,5% degli addetti. • la media impresa (da 50 a 249 addetti) rappresenta lo 0,2 % del totale provinciale e da lavoro al 5,2 % degli addetti. Figura 3: Settore costruzioni. Percentuale imprese per classe dimensionale.
  • 22. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 22 Figura 4 Settore costruzioni: Percentuale addetti per classe dimensione delle unità locali Il sistema delle imprese di costruzioni trentine, visto nel suo insieme, si connota per alcune caratte- ristiche generali, che è opportuno richiamare brevemente. A fronte di una sostanziale assenza di grandi aziende di costruzioni e contestuale assenza di imprese di costruzioni appartenenti a grandi gruppi d’impresa, il sistema appare relativamente distribuito (se si eccettuano partite iva individuali, cottimisti, lavoratori autonomi) su tre livelli dimensionali: • una dimensione artigiana, preponderante sia per quanto attiene al numero di imprese sia per quanto riguarda il numero degli occupati; sono imprese che operano prevalentemente in conto terzi, nelle ristrutturazioni e nei lavori di finitura, ma non mancano realtà che operano autono- mamente sul mercato immobiliare privato; • la dimensione intermedia, rappresentata dalle imprese (comunque di piccole dimensioni) che lavorano prevalentemente in conto proprio, gestendo l’intero ciclo produttivo, dall’acquisto dei terreni alla vendita, affidando quote variabili di produzione all’esterno – perlopiù a imprese arti- giane del primo tipo -; in questo gruppo rientrano anche le piccole imprese che operano nel cam- po dei lavori pubblici, generalmente un po’ più strutturate delle altre; • un gruppo relativamente ristretto di medie imprese, che generalmente operano in più campi (pubblico e privato) e secondo diverse modalità (conto proprio e conto terzi) e che di solito pre- sentano una superiore articolazione di prodotto e del mercato (anche con quote fuori regione). Il sistema è completato dalle piccole società di sviluppo immobiliare - senza attività di costruzioni - per quanto non poche tra le aziende del secondo gruppo tendano recentemente a convergere su que- sto tipo di operatore e dal settore cooperativo che, in provincia di Trento, si compone perlopiù di cooperative di abitazione specializzate però nella parte di sviluppo immobiliare e non di costruzioni. Il profilo prevalente di imprese analizzato nella presente indagine si compone di piccole e medie imprese “industriali” che, con qualche forzatura, possono essere considerati l’equivalente “funzio- nale”, in edilizia, di quella media impresa manifatturiera che molti osservatori considerano il vero architrave produttivo del paese, in quanto capace, attraverso i propri processi di outsourcing, di svolgere un ruolo di stabilizzazione delle aggregazioni tra imprese e di diffusione dell’innovazione.
  • 23. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 23 3.1 La formazione del campione di imprese coinvolte nell’indagine Gli obiettivi posti alla base della presente indagine hanno condizionato la formazione del campione delle imprese da analizzare. I dati riportati nei successivi capitoli non sono quindi da interpretare come dati assoluti, rappresentativi dell’universo delle imprese del settore delle costruzioni in Tren- tino, quanto piuttosto di una più ristretta fascia di imprese che, già nella fase di predisposizione del campione, si presumeva potessero essere orientate all’acquisizione di innovazioni nel campo della sostenibilità e al consolidamento di reti di collaborazione tra imprese. L’obiettivo di fondo della ricerca riguarda l’individuazione di un nucleo di imprese che svolgono il ruolo di leader di filiera attorno a cui si “ricondensa” il tessuto frammentato e molecolare del pro- cesso edilizio e che sono capaci di fare evolvere il loro retroterra di relazioni produttive. Partendo dalle strategie evolutive di questo nucleo di imprese committenti si può forse capire come i processi d’innovazione si diffondono sul territorio, lungo i percorsi del subappalto e della subfornitura, e come possono essere ulteriormente sostenuti ed incrementati. Il consolidamento di reti di fornitura a livello locale consente alle imprese leader di filiera di rag- giungere un maggiore livello di flessibilità nei confronti del mercato, grazie all’utilizzo di compe- tenze sedimentatisi a livello locale. In quest’ottica tendono ad instaurarsi legami preferenziali e sta- bili con fornitori e subappaltatori selezionati in grado di rispondere a standard definiti, diminuisce la sostituibilità degli attori relativamente ad alcune fasi del processo produttivo, aumenta la specificità degli investimenti in conoscenza, logistica e sistemi di garanzia. In sostanza, si è cercato di individuare un campione di imprese che - almeno sul piano teorico - pre- sentassero le caratteristiche del first mover che guida di volta in volta le altre imprese nei processi di aggregazione e di innovazione. La scelta del campione si è quindi orientata, in prima istanza verso le imprese: • maggiormente strutturate sul piano dimensionale e di mercato; • maggiormente attive nel campo dell’edilizia residenziale (campo particolarmente suscettibile a forme pervasive di innovazione); • che svolgono un ruolo da impresa generale, quindi con un significativo ricorso all’outsoucing (senza per questo escludere dall’indagine le imprese specialiste ed il pulviscolo del lavoro auto- nomo); • che fossero già coinvolte in reti di innovazione operanti nella realtà trentina. Sulla base di questa prima approssimativa griglia di selezione è stato costruito un indirizzario di 200 imprese vagliando gli elenchi dei soci del distretto tecnologico Habitech e dei soci di GBC Italia, e successivamente integrando il campione con imprese segnate dall’Ance di Trento, dalla Federazio- ne delle cooperative, e dall’Associazione artigiani. A tali imprese è stata inviata una lettera di pre- sentazione dell’indagine e di richiesta di intervista. Come avviene in questo tipo di indagini la reale formazione del campione è stata determinata dalla disponibilità delle imprese a concedere l’intervista. Nel periodo maggio - settembre 2010 sono state intervistate 91 imprese a cui è stato somministrato un questionario strutturato partico- larmente articolato. Considerata la complessità del questionario le interviste sono state direttamente realizzate da ricercatori (giovani laureati impegnati in uno stage presso Trentino Sviluppo SpA) in modo da chiarire all’istante ogni dubbio di interpretazione delle domande contenute nel questiona- rio.
  • 24. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 24 All’analisi quantitativa è stata aggiunta un’analisi di tipo qualitativo, realizzata con interviste a una decina di testimoni privilegiati (delegati comprensoriali delle associazioni, aziende di fornitura di materiali edili, istituti bancari, ecc.) che ha consentito una maggior differenziazione delle dinamiche del comparto nei vari territori provinciali e l’approfondimento di alcune tematiche emerse durante l’indagine quantitativa. Box 1: Le imprese del campione Nell’ambito delle 91 imprese analizzate: • 57 imprese sono associate a Confindustria (Ance); • 19 imprese sono artigiane; • 3 imprese fanno riferimento al sistema cooperativo; • 12 imprese hanno dichiarano di non fare riferimento ad alcuna associazione di rappresentanza; • 21 imprese sono partner del Distretto tecnologico trentino Habitech; • 5 imprese sono partner dell’Agenzia CasaClima. 3.2 La distribuzione territoriale del campione Una ripartizione del numero totale delle imprese per comprensorio è fornita dal Servizio statistico della PAT sempre sulla base dei dati ASIA ISTAT 2007. Tabella 3 Imprese e addetti del settore costruzioni per comprensorio Comprensori Imprese % Addetti % della Valle di Fiemme 392 5,67 1.320 5,37 di Primiero 130 1,88 482 1,96 della Bassa Valsugana e del Tesino 389 5,62 1.721 7,01 Alta Valsugana 795 11,49 2.133 8,68 della Valle dell'Adige 2.027 29,30 7.920 32,25 della Valle di Non 527 7,62 1.709 6,96 della Valle di Sole 275 3,98 892 3,63 delle Giudicarie 673 9,73 2.414 9,83 Alto Garda e Ledro 532 7,69 1.979 8,06 della Vallagarina 1.025 14,82 3.479 14,17 Ladino di Fassa 152 2,20 513 2,09 Provincia 6.917 100 24.560 100 (*) Archivio Statistico delle Imprese Attive Fonte: Istat - PAT, Servizio Statistica Pur nella casualità che ha caratterizzato formazione del campione di indagine - su cui ha fortemente inciso la disponibilità delle imprese a concedere l’intervista – si è riusciti a mantenere una certa proporzionalità nella rappresentatività del campione su base territoriale.
  • 25. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 25 Figura 5 Percentuale distribuzione territoriale delle imprese di costruzione ( campione e universo di riferimen- to).
  • 26. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 26 4. Le caratteristiche delle imprese indagate. 4.1 Modalità operative delle imprese. Un primo dato importante che caratterizza la tipologia delle imprese riguarda le modalità operative dell’impresa all’interno del processo edilizio. Coerentemente con quelle che erano le finalità dell’indagine, la maggior parte delle imprese intervistate (68) si caratterizza come impresa genera- le di costruzioni. Tali tipologie di imprese edili acquisiscono commesse la cui realizzazione richiede competenze plu- ri-disciplinari ed operano coordinando in cantiere i lavori di singole imprese specializzate e lavora- tori autonomi (outsourcing). Tabella 4 Modalità operative dell’impresa. Tipologie di impresa: v.a. Impresa generale 68 Imprese individuali e lavoratori autonomi 10 Impresa specializzata 9 Impresa che partecipa a consorzio ammesso ai pubblici appalti 3 Altro 1 Totale 91 Le suddette imprese generali devono assicurare la capacità di efficace coordinamento e gestione delle attività operative (sia progettuali, sia realizzative) affidate all’esterno (governo dell’outsourcing), fra loro anche diversificate (flessibilità), mantenendo piena responsabilità nei confronti della committenza in ordine alla qualità delle opere realizzate. Una larga parte delle imprese italiane – indipendentemente dalla dimensione – opera prevalente- mente come impresa generale di costruzione, coordinando dei subappaltatori; la caratteristica di im- presa generale di costruzione può facilmente essere desunta, oltre che dalle modalità operative della stessa impresa, dal rapporto fra fatturato e numero medio di dipendenti nell’anno: sembra, infatti, sostenibile che a fatturati procapite superiori a 150.000 euro corrisponda una quota di subappalti superiore al 50% del fatturato e quindi sostanzialmente un’impresa generale di costruzione. Essere impresa generale di costruzione è una caratteristica strutturale che condiziona il modo di o- perare e non è correlata alle tipologie di lavorazioni effettuate o, ancor meno, alle categorie compre- se nell’attestato rilasciato dalla SOA: Esistono imprese generali di costruzione che operano in setto- ri ad elevata specializzazione come ad esempio il restauro o l’impiantistica elettrica. Tra le imprese generali di costruzione rientra anche la figura denominata “General Contractor” (Legge obiettivo 190/2002) ma le due figure non devono essere confuse. Il contraente generale è, infatti, un’impresa generale di costruzioni dotata di particolari caratteristiche dimensionali, tecniche e finanziarie. Sul fronte opposto troviamo 9 imprese intervistate che operano come imprese specializzate. Sono imprese che operano prevalentemente in uno o più settori specialistici, secondo procedimen- ti/procedure standardizzati, generalmente in subappalto alle imprese generali di cui sopra. Le
  • 27. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 27 suddette imprese devono assicurare il possesso ed il mantenimento di adeguata competenza tecnica specialistica e la disponibilità di adeguate risorse umane e strumentali. In tal senso, queste tipologie di imprese edili sono più simili, nel loro modo di operare, alle imprese manifatturiere. Le imprese individuali e i lavoratori autonomi coinvolti nell’indagine sono in totale 10. Tale tipo di imprese rappresenta lo “zoccolo duro” del settore edilizio trentino (e italiano) composto in preva- lenza da imprese artigiane senza lavoratori dipendenti. Come evidenziato nella tabella 1 e nelle fi- gure 3 e 4 riportate nei precedenti paragrafi, le imprese edili con un solo addetto in provincia di Trento rappresento il 53,7% delle imprese ed il 18,1% degli addetti nel settore: la consistenza delle imprese individuali nel settore delle costruzioni non è solo un elemento strutturale ma anche ten- denziale. Non vi è dubbio, che in rapporto al peso che ha nel comparto a livello provinciale, questa tipologia d’impresa, è - nell’ambito della presente indagine – decisamente sottorappresentata. Si tratta comunque dell’ultimo anello della filiera del costruire ed il loro coinvolgimento nell’indagine è stato volutamente parziale in quanto è abbastanza difficile attribuire a questo tipo di imprese stra- tegie orientate all’innovazione e all’aggregazione. Per ultime (3 imprese) troviamo le imprese partecipanti a consorzi ammessi ai pubblici appalti. Questi consorzi concorrono in prima persona alle procedure di affidamento delle opere, assumendo la titolarità e responsabilità professionale e giuridica della relativa realizzazione. La struttura attra- verso la quale garantiscono l’esecuzione delle lavorazioni e delle altre prestazioni oggetto del con- tratto è, per legge, quella costituita dall’insieme delle società consorziate, considerate parte organica della struttura consortile. Il trasferimento ad una consorziata della responsabilità per l’esecuzione del contratto avviene attraverso un atto specifico (l’assegnazione) che non costituisce subappalto. Ne consegue che la qualità delle opere realizzate dipende dalle capacità complessive delle imprese consorziate nel loro insieme che, come si è detto, costituisce parte integrante e essenziale della struttura consortile. 4.2 Forma giuridica e partecipazione a gruppi d’impresa Il dato relativo alle forme giuridiche assunte dalle imprese indagate riflette le caratteristiche delle imprese del settore in termini di modalità operative e dimensioni delle unità locali. Le società di ca- pitale hanno un “peso” più elevato dove la necessità di far fronte a lavori completi di costruzione spinge le imprese a dotarsi di strutture aziendali più complesse Per contro, il comparto che richiede singole specializzazioni produttive oltreché bassi investimenti, si caratterizza per l’ampia prevalen- za di società di persone. Data la prevalente tipologia d’imprese analizzate, le forme giuridiche più diffuse riguardano, per l’appunto, le società di capitali, in particolare la S.r.l (57 imprese); mentre la S.p.A. si colloca a notevole distanza riguardando 9 imprese tra quelle analizzate. Tabella 5 Forma giudica dell’impresa. Forma giuridica v.a. S.r.l. 57 S.n.c. 12 S.p.A 9 S.a.s. 5 Cooperativa 4 Impresa individuale 3 Consorzio 1 Totale 91
  • 28. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 28 Abbastanza diffusa è anche la S.n.c (12 imprese) e limitate a 5 casi le S.a.s.: quest’ultimo tipo di società, nasce solitamente quando ci sono dei soggetti capitalisti che vogliono investire, ma limitare il proprio rischio, e soggetti imprenditori che sono in possesso di una parte limitata di capitali. Lo scarso numero di imprese individuali (solo 3 imprese) riflette lo scarso peso attributo a questo tipo di imprese nella definizione del campione utilizzato nella presente indagine, ma anche il fatto che le imprese individuali e i lavoratori autonomi si dotano spesso di forme giuridiche più complesse. Tabella 6 Forma giuridica per tipologia d’impresa. Impresa Generale Impresa Individuale e Lavoratori autonomi Impresa specializzata Impresa partecipante a consorzi per pubblici appalti Altro Totale S.r.l. 44 4 8 1 57 S.n.c. 9 2 0 1 12 S.p.A 9 0 0 9 S.a.s. 4 0 1 0 5 Cooperativa 1 1 0 1 1 4 Impresa individuale 0 3 0 0 3 Consorzio 1 0 0 0 1 Totale 68 10 9 3 1 91 L'appartenenza a gruppi è un altro indicatore della struttura di relazioni tra imprese. La formazio- ne dei gruppi è nei fatti una forma di integrazione verticale9 attuata attraverso l’acquisizione (o cre- azione) di aziende subfornitrici o comunque complementari al ciclo produttivo. Si tratta di un mo- dello che può essere in molti casi interpretato come la “formalizzazione” di rapporti inter-aziendali di filiera e che segna in molti casi una fase cruciale nella crescita delle imprese: non una crescita per via interna (con l’ampliamento della base occupazionale) bensì per linee esterne, attraverso l’acquisizione (o la creazione ex novo) di imprese, nella maggior parte dei casi legate al core busi- ness aziendale e aggregate in forma gerarchica sotto un’impresa leader ben riconoscibile sul merca- to. I principali benefici derivati dalla formazione del gruppo, riguardano la possibilità di favorire la specializzazione delle attività produttive, di accedere a mercati di dimensioni di più ampie e di svi- luppare maggiori opportunità di business rispetto a quanto sarebbe possibile operando singolarmen- te. Nell’ambito del campione analizzato 16 imprese hanno dichiarato di far parte di un gruppo, di queste, 6 hanno partecipazioni (o sono partecipate) in società immobiliari, presidiando in tal mo- do la funzione di vendita. 9 Nella microeconomia e nel management strategico, il termine integrazione verticale descrive uno stile di possesso e di controllo. Compagnie integrate verticalmente sono unite attraverso una gerarchia e condividono un proprietario co- mune. Di solito ogni membro della gerarchia si occupa di prodotti differenti e i prodotti insieme soddisfano un bisogno comune. Tramite questo approccio strategico, la compagnia può godere di molti benefici: il controllo dei processi e del- le fonti, la riduzione dei rischi di stockout delle scorte, impiego degli slack di capacità produttiva, l'eliminazione dei contrasti con i fornitori a monte, una maggiore customizzazione dei prodotti o dei servizi erogati, lo sfruttamento di e- conomia di scala (con lo svantaggio di perdere specializzazione) e la conservazione del talento organizzativo.
  • 29. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 29 Tabella 7 Appartenenza a gruppi per tipologia di impresa. Tipologie di impresa: SI NO Totale Impresa generale 15 54 68 Imprese individuali e lavoratori autonomi 0 10 10 Impresa specializzata 0 9 9 Impresa che partecipa a consorzio ammesso ai pubblici appalti 1 2 3 Altro 0 1 1 Totale 16 75 91 Tabella 8 Appartenenza a gruppi per forma giuridica. Forma giuridica SI NO Totale S.r.l. 11 46 57 S.n.c. 1 11 12 S.p.A 4 5 9 S.a.s. 0 5 5 Cooperativa 0 4 4 Impresa individuale 0 3 3 Consorzio 0 1 1 Totale 16 75 91 4.3 Attestazione SOA e certificazioni La qualificazione delle imprese è un elemento strategico per affrontare il mercato. Le domande ri- guardanti la presenza di certificazioni ISO 9000 e la presenza di attestazione SOA evidenziano, in- fatti, che le imprese del campione guardano, in una percentuale assolutamente rilevante, alla certifi- cazione di qualità come un elemento importante per stare sul mercato, in quanto legata alla capacità dell’impresa di organizzarsi al suo interno. La normativa vigente prevede un sistema unico di quali- ficazione delle imprese di costruzione, obbligatorio per tutti gli esecutori di lavori pubblici di im- porto superiore a 150.000 euro, attuato da società per azioni di diritto speciale denominate S.O.A. (Società Organismi di Attestazione), appositamente autorizzate dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e da questa controllate. Le imprese qualificate SOA sono iscritte in un apposito Casellario, in vigore dal 2000, che costituisce un importante strumento informativo a disposizione delle stazioni appaltanti, nell’ottica di una maggiore semplificazione delle procedure di gara. Nell’ambito delle imprese analizzate le qualificate SOA sono 63 su 91. Tra queste troviamo: • 46 imprese generali di costruzioni (su 68); • 6 imprese specializzate (su 9); • 7 imprese individuali ( su 10); • e, naturalmente, tutte tre le imprese aderenti a consorzi ammessi a pubblici appalti. Le 28 imprese che non hanno acquisito la qualificazione SOA hanno motivato tale scelta con il fatto di non partecipare volutamente ad appalti pubblici. Condizione necessaria per il rilascio dell’attestazione da parte di una SOA (per classifiche maggiori o uguali alla III) è in ogni caso il possesso da parte di un’impresa di un certificato ISO 9000. All’interno del campione analizzato le imprese che hanno dichiarato di possedere la certificazione ISO 9001 sono 63. Sono, inoltre, 5 le imprese che, oltre, all’ISO 9001, sono anche in possesso della certificazione ISO 14001.
  • 30. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 30 Tabella 9 Qualificazioni SOA delle imprese intervistate. Qualificazioni SOA I Fino a € 258.228 II Fino a € 516.457 III Fino a € 1.032.913 IV Fino a € 2.582.284 V Fino a € 5.164.569 VI Fino a € 10.329.138 VII Fino a € 15.493.707 VIII Oltre a € 15.493.707 Totale OG 1 Edifici civili e industriali 1 2 4 12 15 12 3 12 61 OG 2 Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela 1 5 3 1 1 1 12 OG 3 Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, metropolitane 1 4 14 6 6 3 2 36 OG 4 Opere d’arte nel sottosuolo 1 1 OG 5 Dighe 1 1 OG 6 Acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere di irrigazione e di eva- cuazione 2 3 6 3 6 3 23 OG 7 Opere marittime e lavori di dragaggio OG 8 Opere fluviali, di difesa, di sistemazione idraulica e di bonifica 3 3 6 OG 9 Impianti per la produzione di energia elettrica OG 10 Impianti per la trasformazione e distribuzione di energia elet- trica OG 11 Impianti tecnologici OG 12 Opere ed impianti di bonifica e protezione ambientale 1 1 2 1 5 OG 13 Opere di ingegneria naturalistica 1 1 1 3 OS 1 Lavori in terra 1 3 5 1 1 11 OS 2 Superfici decorate e beni mobili di interesse storico e artistico OS 3 Impianti idrico-sanitario, cucine, lavanderie 1 1 OS 4 Impianti elettromeccanici trasportatori OS 5 Impianti pneumatici e antintrusione OS 6 Finiture di opere generali in materiali lignei, plastici, metallici e vetrosi 2 1 1 4 OS 7 Finiture di opere generali di natura edile 1 1 2 OS 8 Finiture di opere generali di natura tecnica 2 2 OS 9 Impianti per la segnaletica luminosa e la sicurezza del traffico OS 10 Segnaletica stradale non luminosa OS 11 Apparecchiature strutturali speciali 1 1 OS 12 Barriere e protezioni stradali 1 1 2 OS 13 Strutture prefabbricate in cemento armato
  • 31. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 31 OS 14 Impianti di smaltimento e recupero rifiuti OS 15 Pulizia di acque marine, lacustri, fluviali OS 16 Impianti per centrali produzione energia elettrica OS 17 Linee telefoniche ed impianti di telefonia OS 18 Componenti strutturali in acciaio o metallo 2 1 1 4 OS 19 Impianti di reti di telecomunicazione e di trasmissioni e trat- tamento à. OS 20 Rilevamenti topografici OS 21 Opere strutturali speciali 3 6 2 1 12 OS 22 Demolizione di opere 1 1 2 OS 23 Impianti di potabilizzazione e depurazione 1 4 1 6 OS 24 Verde e arredo urbano 1 2 2 5 OS 25 Scavi archeologici OS 26 Pavimentazioni e sovrastrutture speciali 1 1 OS 27 Impianti per la trazione elettrica OS 28 Impianti termici e di condizionamento OS 29 Armamento ferroviario OS 30 Impianti interni elettrici, telefonici, radiotelefonici e televisivi OS 31 Impianti per la mobilità sospesa OS 32 Strutture in legno 1 1 1 3 OS 33 Coperture speciali 1 1 OS 34 Sistemi antirumore per infrastrutture di mobilità 1 1
  • 32. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 32 4.4 Gli addetti. La ripartizione delle 91 imprese analizzate per classi di occupati in azienda (inclusi titolari, soci e familiari se operativi in azienda) è schematizzata nella seguente tabella da cui si evidenzia: il 24 % di microimprese; il 60 % di piccole imprese; il 16 % di medie imprese. Gli estremi sono rappre- sentati da 4 imprese senza dipendenti (una ha più soci operativi) e da due imprese con più di 100 dipendenti (rispettivamente 110 e 120 dipendenti). Tabella 10 Numero di imprese per classi di addetti. Occupati N. 1 occupato (il titolare) 3 Da 2 a 9 occupati 19 Da 10 a 19 occupati 33 Da 20 a 49 occupati 21 da 50 a 120 occupati 14 Non risposto 1 Totale 91 In totale nelle 90 imprese analizzate (un’impresa non ha fornito i dati relativi al personale) sono occupate 2.161 persone. Una ripartizione percentuale di tali occupati per livello di inquadramen- to è schematizzata dal seguente grafico in cui si rileva il 66% di figure operarie (dove a prevalere sono gli operai specializzati e super specializzati) e il 34% di figure “terziarie” (dove a prevale- re sono i tecnici). Figura 6 Percentuale personale delle imprese per livello di inquadramento.
  • 33. Habitech Distretto tecnologico Trentino Trentino Sviluppo SpA 33 Chiaramente tali livelli di inquadramento del personale occupato in aziende non sono rilevabili in tutte le aziende del campione e la loro consistenza varia a seconda della dimensione dell’impresa. I dati rilevati evidenziano come: • la microimpresa si caratterizza per una maggiore percentuale di soci e famigliari coinvolti nell’operatività dell’impresa: • la piccola impresa si caratterizza per una maggiore percentuale di operai specializzati e super- specializzati; • la media impresa si caratterizza per la maggiore percentuale di personale tecnico, oltre che per la presenza di dirigenti e quadri (comunque presenti, anche se in misura più limitata, nella pic- cola impresa). Figura 7 Percentuale personale delle imprese per livello di inquadramento e per dimensione d’impresa. 9,1 9 9,3 18,2 20,1 19,4 23,6 42,2 34,5 19,1 17,9 30,7 30 9,3 3 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Microimprese Piccole imprese Medie imprese soci e famigliari operativi dirigenti quadri impiegati tecnici operai specializzati/superspecializzati operai qualificati operai comuni Tabella 11: Numero imprese con personale per livello di inquadramento. Microimprese Piccole imprese Medie imprese Totale Numero aziende: 22 54 14 90 senza dipendenti 4 - - 4 con operai comuni 7 31 11 49 con operai qualificati 8 43 13 64 con operai specializzati/super specializzati 11 50 14 75 con impiegati tecnici 10 42 13 65 con quadri 0 2 9 11 con dirigenti 0 7 4 11 Con soci e famigliari operativi 16 37 10 63 Un dato di interesse rispetto alla composizione del personale delle aziende è dato dalla percentuale di personale operativo in azienda su diverse funzioni aziendali. Ad interessare è in particolare la quota di personale interno all’impresa dedicato alla produzione di conoscenza (progettazione, ri- cerca, design, sviluppo processi) alla logistica di produzione e di mercato (sistemi informativi,