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• 1. L’alimentazione dei figli
• 2. Stile dei rapporti all’interno della
famiglia, del buon clima e dell’armonia
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Il primo contatto sociale consiste nel
• Ricevere nutrimento + l’abbraccio materno
=
La prima esperienza di soddisfazione di un
bisogno fisico: fame e affetto.
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Il rapporto con il cibo è intrecciato
con il rapporto con chi ci dà il cibo.
• Affettività
• Dipendenza
• Autonomia
• Responsabilizzazione
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• Il clima familiare e l’educazione incidono molto sulle risposte
del bambino a certi comportamenti degli adulti.
La qualità del rapporto tra genitore e bambino è fondamentale
per lo sviluppo psicofisico, e sarà la base per tutta la vita
affettiva e intellettiva futura del bambino che si alimenta di tale
rapporto. Ma sappiamo, anche, che il genitore deve educare e
per farlo deve dare regole.
Il bambino può accettare e rispondere alle richieste oppure può
rifiutarle e difendersi. Di qui lo scontro diretto, il capriccio, ma
anche, in casi più particolari, l’apatia o la regressione.
Nella crescita, se non si vuole intimorire il bambino, occorre
rispettare la gradualità delle richieste e non dimenticare mai
che il bambino ha sempre bisogno di sentirsi protetto e
accettato, rassicurato e amato, incoraggiato e approvato.
• Di solito le prime richieste esplicite da parte del
genitore compaiono dopo il primo anno, quando
il bambino sta acquisendo una progressiva
indipendenza di movimento. La mamma e il papà
con i loro interventi cercano di aiutare il bambino
a diventare autosufficiente. Il bambino è capace
di adeguarsi alle richieste se esse sono in accordo
con le sue attitudini e se sono ben dosate sulla
sua maturazione.
• Sono comportamenti dettati dagli adulti che il
bambino mette in atto dapprima per semplice
obbedienza, poi li fa suoi, perché da lui
controllabili, e non ha più bisogno che gli siano
imposti dall’esterno.
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• I conflitti sorgono quando le cose procedono
diversamente e i bambini cominciano a non
accettare alcune regole date dai genitori. E’ un
processo di per sé normale, cui gli adulti devono
saper rispondere pazientando e preoccupandosi
di offrire al bambino serenità e affetto più che
pressarlo con richieste ulteriori. Il bambino può
accettare e rispondere alle richieste oppure può
rifiutarle e difendersi. Di qui lo scontro diretto, il
capriccio, ma anche, in casi più
particolari, l’apatia o la regressione.
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• Se l’adulto manca di serenità, attenzione e affetto, il
bambino reagisce e, per ottenere di nuovo attenzione e
consenso, mette in atto tutta una serie di comportamenti.
Il capriccio ripetuto è solo uno di questi.
• C’è di solito nel comportamento dell’adulto una pretesa: il
bambino deve accettare le regole perché vengono dal
genitore. Questo modo di pensare del genitore non tiene
conto delle capacità di comprensione del bambino, anzi le
mortifica. Al bambino va, invece, spiegato esattamente ogni
comportamento senza ambiguità ed evitando informazioni
discordanti.
• Le regole dettate dall’adulto devono avere un
senso, devono essere adeguate alle situazioni e l’adesione
del bambino deve venire dagli obiettivi che esse
consentono di raggiungere. In questo modo il bambino
rafforza la fiducia verso l’adulto e acquista sicurezza in se
stesso.
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Si considera il capriccio come se fosse una cosa che
riguarda soltanto il bambino. Con l'aggettivo
“capriccioso”, si è tentati di ridurre il capriccio addirittura
a una caratteristica personale del bambino. Ma non esiste
nessun bambino che faccia un capriccio quando si trova
da solo.
Perché si strutturi un capriccio, è necessaria la
compresenza del bambino e di un qualche adulto cui il
bambino è e si sente affidato.
• Nascono all'interno della relazione
• Si svolgono all'interno della relazione e
• mirano (sia pure malamente) a modificare qualche
cosa di importante nella relazione.
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L’assoluta insensatezza del capriccio suscita
risposte irritate e contro-aggressive.
Il piano esplicito:
coinvolge cose
sciocche
pressoché
irrilevanti per
quantità e qualità
(p.es. un gelato
Il piano implicito:
quello
importante, di cui
entrambi non
sono consapevoli
(forse un po’ di più
il bambino).
esplicito
implicito
L’oggetto (ma anche
evento, azione, possibilità) del
«desiderio», che rappresenta un
valore …implicito
Può riguardare molti aspetti
della vita mentale e relazionale
del bambino e del
genitore, quindi riguarda la
relazione.www.counselingcontatto.it
• l‘Amore e il bisogno di segni concreti e
rassicurazione,
• il potere Mio e il bisogno di affermazione,
• il potere Tuo e il bisogno dei limiti,
• la Forza e il bisogno del porto sicuro,
• la Stabilità e il bisogno di chiarezza,
• la Soggettività e il bisogno di diventare autonomi
ed essere riconosciuti soggetto
desiderante, piuttosto che non ottenere la cosa
desiderata.
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Delego il ruolo di guida al
bambino,
ma anche indifferenza
Non riconosco il bisogno
implicito
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Vige la regola del “tutto è permesso”; regola che col passare degli anni si
trasformerà in un’arma a doppio taglio.
Limiti, confini e regole
• Il bambino ha bisogno di sentirsi dire dei "no" dai propri genitori in
modo inflessibile seppur motivati. Anche se questi divieti possono farlo
soffrire non dimentichiamoci che in realtà rispondono a un bisogno
evolutivo interiore del bambino.
• Frustrazione, rabbia e pianto sono componenti imprescindibili di ogni
processo di apprendimento. Ma è anche necessario imparare a
gestire la propria rabbia e frustrazione, attraverso il dialogo con il
genitore, responsabile di accogliere le esigenze del bambino e fargli da
contenitore.
• Viviamo in comunità, ed è necessario imparare a esprimere le proprie
esigenze, si impara a chiedere di avere ciò che si desidera, ma non
sempre si può ottenere – arrabbiarsi è normale. Mettere invece il
bambino al centro dell’attenzione non lo aiuta a vivere bene nella
comunità. Chi è al centro dell’attenzione è fuori dalla comunità.
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• Con il venir meno della gerarchia familiare e
con la conseguente propensione a riconoscere
la competenza e la posizione paritaria ai
figli, esitano a assumere il ruolo di guida.
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• Rispettare la sua individualità
• Dimostrando autentica attenzione
• Interesse per le loro
opinioni, sentimenti, bisogni, limiti e
• Prendendoli sul serio.
=
Atteggiamenti che sostengono, guidano e danno
quegli strumenti che lo aiutino a crescere e ad
affrontare il mondo, anche senza di noi.
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Significa non cogliere il vero significato e a “negoziare” il
rapporto sul piano relazionale, che rimane quindi
inespresso, implicito appunto. Bambino e adulto
rimangono sulla pretesa che scontrandosi ingenera
frustrazione e rabbia in entrambi, sia nel mentre, sia dopo.
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Desiderio in
superficie
«voglio il gelato»
Bisogno profondo
«Ho bisogno di un
segno concreto
del tuo amore per
me»
Non viene
soddisfatto = Bisogno profondo
misconosciuto
Rabbia
Protesta
Frustrazione
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I vissuti dei genitori sono all’opposto dei vissuti del bambino. Per
il genitore si sta trattando di una stupidaggine. Per il bambino si
sta trattando di qualcosa di vitale e viceversa.
È principalmente l'equivoco che fa arrabbiare.
l sentirsi non capiti, non considerati e, soprattutto, contraddetti
su qualcosa di importante che viene misconosciuto.
E che permane misconosciuto, anche quando uno dei due la
spunta. In ogni caso i due restano rabbiosi, anche quello che
viene accontentato, sia esso il genitore o sia il bambino.
Pubblicità televisiva e capricci. La pubblicità televisiva, nella quale sono
quotidianamente immersi i nostri bambini (come del resto noi
genitori), favorisce gli equivoci fra oggettino posseduto e realizzazione di
sé, fra oggettino donato e relazione di amore. Essa è, quindi, un potente
terreno preparatorio per l'instaurarsi della relazionalità “capriccio”, che, per
l'appunto, è strutturata sulla sostituzione di un piano profondo importante
con un effimero piano superficiale concreto.
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lassista
troppo
rigido
• Credo di rispettare l’autonomia e la
libertà
• Credo di farlo felice
IN REALTA’
• Ho paura del conflitto
• Non mi assumo la responsabilità
• Credo che ancora non sei
competente
• Credo che tu debba rispettare le
regole e basta
IN REALTA’
• Non riesco andare oltre
• Non mi assumo la responsabilità
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Tre classiche situazioni di capricci
1. Non dimostra interesse verso il momento del
pasto
2. Rifiuto o fissazione di un particolare alimento
3. Cibo come arma
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RIFLETTERE
CAMBIARE
ANDARE OLTRE
PREVENIRE
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La cucina = il cuore della casa
Creare un atmosfera piacevole
Il piacere di stare insieme
Lo stato d’animo = barometro
dei membri della famiglia
«La qualità dei legami affettivi»
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Permettiamo al nostro bambino di aiutarci o
assistere ai preparativi che precedono il momento
del pasto: preparare la tavola, portare le posate e il
cestino del pane, andarsi a lavare le mani e da ultimo
accomodarsi a tavola…
COINVOLGERE
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• Fate la spesa insieme al bambino (dal negozio alla
cucina) e rendeteli partecipi dei motivi per cui si
acquistano certi alimenti.
• Chi ha la fortuna di possedere un orto, potrebbe
inoltre coinvolgere il bambino; Basta pensare ciò che
accade con gli orti scolastici in alcune scuole:
bambini che normalmente rifiutano le
verdure, mangiano di gusto quelle coltivate da loro
stessi.
La spesa e l’orto
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• Dare al bambino una “regolarità”, offrirgli
l’opportunità di una vita ordinata in cui le regole
del pasto, delle mani lavate prima di sedersi a
tavola, del riposo e della pipì, prima di andare a
dormire o di uscire, rappresentino una normale e
buona abitudine imposta dal genitore per il
benessere del bambino.
RITMO E RITO
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• iniziamo per tempo e avvisiamo i piccoli
di quel che stiamo per fare. Le azioni prevedibili
che, unite alle nostre spiegazioni, danno al bambino
un’anticipazione mentale di ciò che sta per accadere o
accadrà entro breve, e sapendolo, lo possano
anticipare ed accettare come naturale e scontato.
riconoscergli il tempo necessario per concludere quel
che sta facendo e aiutarlo a riporre i giochi. A nessuno
piace essere interrotto improvvisamente…
Avvisare
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Educare il gusto e i sensi
• I bambini non rimangono indifferenti agli
accostamenti cromatici, ai profumi e aromi
nuovi, sono sensibili alle esperienze tattili
degli alimenti, e perfino al suono di verdure
croccanti e così via…
STUZZICHIAMO LA NATURALE CURIOSITA’ DEI
NOSTRI BAMBINI !
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• Date loro occasione di apprezzare il sapore di una
mela di stagione e capire la differenza di una
mela cerata del Sudamerica.
• Insegnate loro di usare le mani, gli occhi e il naso
per scegliere il cibo.
• Permettete loro di assaggiare i cibi ancora crudi e
freschi e sentire come si trasformano se cucinati.
• Fate le cose insieme ai bambini. Non è
necessario farlo tutti i giorni. È
divertente, importante e sensato. Non è una
questione di tempo; il vero problema è il come
trascorriamo il tempo che abbiamo a
disposizione.
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Attenzione: coinvolgere i bambini nella preparazione
del cibo non significa creare un progetto centrato
sul bambino .
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• Proponiamo piatti vari e stuzzicanti, ma non per
questo meno nutrictionally correct.
• Giocare con i colori, gli accostamenti
fantasiosi, stuzzicare la curiosità per sapori nuovi, può
facilitare il compito di un genitore di nutrire il figlio in
modo più equilibrato.
Approccio godereccio al cibo e
UN PO’ DI FANTASIA
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gli atteggiamenti che rinforzano il rifiuto.
Forzare i bambini a mangiare tutto quello che è nel
piatto. Certo, lo spreco non è un buon esempio, ma
neanche costringere il bimbo a finire tutto. l'idea del
cibo come costrizione non aiuta e può rinforzare il
rifiuto.
È buona regola evitare di riempire i piatti dei vostri
bambini Un piatto non troppo pieno rilassa il bambino
che non sente il disagio di dover mangiare tutto.
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Non rispettare il senso di sazietà
Ogni bambino ha un suo senso di sazietà
Il rifiuto può dipendere dal senso di sazietà del
bambino, ma anche dal suo disagio di sentirsi
"obbligato", condizione alla quale si reagisce spesso
con i capricci. Invitate i piccoli a
• farsi la porzione da soli (lasciando loro la possibilità
di prenderne ancora). Sarà un ottimo esercizio per
stimolare l'appetito del bambino e
• insegnare loro ad autoregolarsi, cosa che non può
avvenire se sono i genitori a stabilire le porzioni.
Costringendo i bambini a mangiare otteniamo un
rifiuto ancor più pronunciato sul momento e, a lungo
andare, un atteggiamento di inappetenza che può
consolidarsi.
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Non rispettare i gusti
Anche i bambini hanno i loro gusti, e a volte il
rifiuto verso un particolare cibo è direttamente
proporzionale all’ansia della madre che il figlio
mangi proprio quella pietanza. Rispettare i gusti
del bambino significa riconoscere l’esigenza del
bambino di costruire un proprio rapporto con il
cibo e fa parte di un primo tentativo di diventare
autonomi.
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Correre dietro al figlio
per farlo mangiare.
Non chiedere in continuazione se oggi
vuole la pasta o il riso, la bistecca o l’hamburger.
Sono i genitori a decidere cosa deve mangiare.
L’era della pappa e dei biberon è finita a tre anni.
Non differenziare Il cibo nel piatto del
bambino è uguale a quello degli adulti.
Non sminuzzare o schiacciare il cibo e
renderlo irriconoscibile. Lasciate che il bambino si
goda l’effetto cromatico della composizione e in un
secondo momento un adulto può aiutarlo a tagliare
il cibo.
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Niente conferenze di salute
Evitare discorsi su chili in più, non insistere sul controllo del
cibo e del corpo rispetto a criteri estetici.
Tasto dolente: La TV, distrarli è sbagliato
è opportuno che la nutrizione sia consapevole.
La tv va spenta durante i pasti, regola che vale per tutti. Non
si guardano i cartoni animati o la serie preferita, ma nemmeno
il telegiornale – a meno che non si faccia di quest'ultimo
argomento di discussione, quando i bambini sono cresciuti, e
non deve neanche fare da sottofondo. Il momento del pasto
dovrebbe essere un momento di condivisione, di dialogo e di
relazione. Questo vale anche per telefonini o giochi in
generale.
Niente fuggi fuggi generale
Ognuno sparecchia il proprio e aiuta a sistemare le cose.
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Perdere la calma
Cercate di mantenere la calma, ignorando
qualsiasi comunicazione inappropriata.
Di fronte a urla e pianti non serve nessun atto
di forza da parte vostra, è totalmente inutile la
vostra insistenza, alimentate ulteriormente la
ribellione.
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• Il cibo può diventare un arma potentissima nelle
mani del piccolo che è piccolo ma è anche un
individuo deciso a utilizzare il cibo per metterSI
alla prova e metterCI alla prova.
• Tale prova di forza fa parte di una fase necessaria
e sana del suo sviluppo. Attenzione:
NIENTE PROVE DI FORZA…
…ma…
… il buon esempio parte dai genitori.
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Il comportamento alimentare di un
bambino è un appreso, nasce
dall’esempio dei genitori
• «Se non finisci la carne non ti porto ai giardini»
• «Se non finisci la pasta chiamo i vigili»
• «Mangia tutto così fai contenta la mamma»
Il bambino intuisce il potere che l’altro ha su di lui, e
potrebbe accadere che sia poi il bambino a dire:
«Se non mi porti ai giardini non mangio»…
NIENTE RICATTI
NIENTE INTIMIDAZIONI
NO ALL’USO AFFETTIVO DEL CIBO
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IL CIBO NON E’ UN’ARMA MA NENACHE UN
PREMIO
• Tramite il cibo non si tratta niente e nessuno:
• Tramite il cibo non si ottiene una reazione
emozionale di mamma o papà.
• L’atto alimentare non deve diventare un teatro di
giochi di potere, proteste, ripicche.
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• Quanto più si viene presi sul serio, tanto meno ci
si deve forzare di imporre le proprie ragioni e la
propria volontà.
• Non è sempre facile dire di no alle persone che
amiamo, né dire di sì alle nostre esigenze, ma è
l’unica strada percorribile per imparare, da
entrambi le parti, a rispettare gli altri e a
riconoscere il valore.
• È anche il modo migliore per imparare a capire la
differenza che passa tra una voglia, un capriccio
passeggero, o una esigenza.
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• Le esperienze con i sensi e il gusto rimangono
nella memoria. Non ci si può aspettare che a
sei anni i bambini sappiano distinguere i cibi di
qualità e riconoscere gli ingredienti, ma col
tempo queste impressioni dei sensi
diventeranno importanti linee guida che li
accompagneranno per tutta la vita.
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• Il tempo trascorso con gioia in cucina è un investimento e
non è mai tempo sottratto ai figli: a prescindere dalla
qualità del cibo e l’alimentazione, si sta nutrendo non solo il
corpo. Educare e crescere significa anche esperimentare e
diventare competenti è un processo, si acquisisce nel corso
degli anni.
• A volte è necessario cambiare qualcosa in famiglia e
comunque i pasti sono sempre una sintesi di molti
aspetti, perché oltre al cibo entrano in gioco la cura, le
attenzioni per gli altri e le relazioni interpersonali.
• Non è scontato che possa regnare sempre e comunque la
pace e il benessere. Tutto quello che riguarda i rapporti
reciproci viene messo sul tappeto, direttamente o
indirettamente, durante i pasti. Se non c’è la consuetudine
di mangiare regolarmente insieme, le stesse cose verranno
fuori in un altro momento.
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Educazione = Prevenzione
• Tutte le volte che il rapporto educativo stride,
l’alimentazione se ne ricorda.
• I bambini assecondati nei loro capricci crescono
viziati, o meglio crescono fisicamente, ma non
emotivamente.
• Crescere con l’idea che impuntarsi davanti ad un
piatto paghi, sicuramente spiana la strada alle
estorsioni affettive.
• L’educazione del comportamento alimentare
concorre in modo significativo a comporre il
mosaico della maturità emotiva.
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Avere figli fa di voi un genitore non più di quanto
avere un pianoforte faccia di voi un pianista.
Michael Levine (Lessons at the Halfway Point, 1995)
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• Juul Vesper, Ragazzi, a Tavola! Il momento del pasto come specchio delle relazioni
familiari, Saggi Universali Economica Feltrinelli, Milano 2005.
• Cadonici Paola, Cibo, costume e dintorni. Riflessioni su gusti alimentari e disgusti
comportamentali dei nostri giorni, Rubbettino, 2005.
• Vianello Renzo, Psicologia dello sviluppo: Infanzia, Adolescenza, età adulta, età
senile, edizioni junior, 2004.
www.counselingcontatto.it
www.counselingcontatto.it
• Maionese di fragole di Moreno Cedroni
• I cibi che aiutano a crescere, Marco Bianchi
• Piccoli Gourmet crescono. Ricette e consigli per insegnare ai bambini a mangiare di tutto fin dallo svezzamento
• Mangiocando, la dieta sana e serena per tutti i bambini…anche i mangioni, gli inappetenti, gli schizzinosi e quelli
che odiano le verdure, di Patrizia Bollo
• Sempre capricci!? Storie «psicologicamente corrette» da leggere insieme ai bambini, Roberta Giudetti
• Mirtillo fa i capricci, Sara Agostini e Marta Tonin
• I capricci di Rosabella, Fulvia Degl’Innocenti
• Pappa gallo fa i capricci, Gabriele Clima
• Topo Tip fa i capricci, Anna Casalisi
• Capricci che passione!, Giusi Quarenghi e Chiara Carrer
• Storie di capricci, Lodovica Cima e Paola Formica
• Bamini in cucina, Suor Germana
• Bambini in cucina, Jane Bull
• Giochiamo in cucina, esperimenti, ri Patrizia Bollo
• Il cibo rifiutato. Intervento psicologico nei disturbi alimentari precoci: la giocoterapia focale con bambini e genitori
di Elena Trombin
• Genitroi e figli: le parole chiave, Lucia Attolica
• La bambina che contava le formiche. Meditazione in cucina di Gabriella Ganugi
• Bolli bolli pentolino fai la pappa al mio bambino, Comune di Bologna e F. Sillani
• Pappe da Favola. Golose ricette e allegre storielle per fare di ogni bambino un buongustaio, di Carmela Cipriani
• Cibo per pensare. La cucina terapeutica con bambini e adolescenti, di Carolina De Sena Gibertoni
• Fiabe in cucina, dalle fiabe più belle…le ricette più buone di Gabrielle Clima e Raffaella Bolaffio
• In cucina con i Barbapapà
• In cucina di Simonetta Capra

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Capricci a Tavola

  • 2. • 1. L’alimentazione dei figli • 2. Stile dei rapporti all’interno della famiglia, del buon clima e dell’armonia www.counselingcontatto.it
  • 3. Il primo contatto sociale consiste nel • Ricevere nutrimento + l’abbraccio materno = La prima esperienza di soddisfazione di un bisogno fisico: fame e affetto. www.counselingcontatto.it
  • 4. Il rapporto con il cibo è intrecciato con il rapporto con chi ci dà il cibo. • Affettività • Dipendenza • Autonomia • Responsabilizzazione www.counselingcontatto.it
  • 5. www.counselingcontatto.it • Il clima familiare e l’educazione incidono molto sulle risposte del bambino a certi comportamenti degli adulti. La qualità del rapporto tra genitore e bambino è fondamentale per lo sviluppo psicofisico, e sarà la base per tutta la vita affettiva e intellettiva futura del bambino che si alimenta di tale rapporto. Ma sappiamo, anche, che il genitore deve educare e per farlo deve dare regole. Il bambino può accettare e rispondere alle richieste oppure può rifiutarle e difendersi. Di qui lo scontro diretto, il capriccio, ma anche, in casi più particolari, l’apatia o la regressione. Nella crescita, se non si vuole intimorire il bambino, occorre rispettare la gradualità delle richieste e non dimenticare mai che il bambino ha sempre bisogno di sentirsi protetto e accettato, rassicurato e amato, incoraggiato e approvato.
  • 6. • Di solito le prime richieste esplicite da parte del genitore compaiono dopo il primo anno, quando il bambino sta acquisendo una progressiva indipendenza di movimento. La mamma e il papà con i loro interventi cercano di aiutare il bambino a diventare autosufficiente. Il bambino è capace di adeguarsi alle richieste se esse sono in accordo con le sue attitudini e se sono ben dosate sulla sua maturazione. • Sono comportamenti dettati dagli adulti che il bambino mette in atto dapprima per semplice obbedienza, poi li fa suoi, perché da lui controllabili, e non ha più bisogno che gli siano imposti dall’esterno. www.counselingcontatto.it
  • 7. • I conflitti sorgono quando le cose procedono diversamente e i bambini cominciano a non accettare alcune regole date dai genitori. E’ un processo di per sé normale, cui gli adulti devono saper rispondere pazientando e preoccupandosi di offrire al bambino serenità e affetto più che pressarlo con richieste ulteriori. Il bambino può accettare e rispondere alle richieste oppure può rifiutarle e difendersi. Di qui lo scontro diretto, il capriccio, ma anche, in casi più particolari, l’apatia o la regressione. www.counselingcontatto.it
  • 8. • Se l’adulto manca di serenità, attenzione e affetto, il bambino reagisce e, per ottenere di nuovo attenzione e consenso, mette in atto tutta una serie di comportamenti. Il capriccio ripetuto è solo uno di questi. • C’è di solito nel comportamento dell’adulto una pretesa: il bambino deve accettare le regole perché vengono dal genitore. Questo modo di pensare del genitore non tiene conto delle capacità di comprensione del bambino, anzi le mortifica. Al bambino va, invece, spiegato esattamente ogni comportamento senza ambiguità ed evitando informazioni discordanti. • Le regole dettate dall’adulto devono avere un senso, devono essere adeguate alle situazioni e l’adesione del bambino deve venire dagli obiettivi che esse consentono di raggiungere. In questo modo il bambino rafforza la fiducia verso l’adulto e acquista sicurezza in se stesso. www.counselingcontatto.it
  • 9. Si considera il capriccio come se fosse una cosa che riguarda soltanto il bambino. Con l'aggettivo “capriccioso”, si è tentati di ridurre il capriccio addirittura a una caratteristica personale del bambino. Ma non esiste nessun bambino che faccia un capriccio quando si trova da solo. Perché si strutturi un capriccio, è necessaria la compresenza del bambino e di un qualche adulto cui il bambino è e si sente affidato. • Nascono all'interno della relazione • Si svolgono all'interno della relazione e • mirano (sia pure malamente) a modificare qualche cosa di importante nella relazione. www.counselingcontatto.it
  • 10. L’assoluta insensatezza del capriccio suscita risposte irritate e contro-aggressive. Il piano esplicito: coinvolge cose sciocche pressoché irrilevanti per quantità e qualità (p.es. un gelato Il piano implicito: quello importante, di cui entrambi non sono consapevoli (forse un po’ di più il bambino). esplicito implicito L’oggetto (ma anche evento, azione, possibilità) del «desiderio», che rappresenta un valore …implicito Può riguardare molti aspetti della vita mentale e relazionale del bambino e del genitore, quindi riguarda la relazione.www.counselingcontatto.it
  • 11. • l‘Amore e il bisogno di segni concreti e rassicurazione, • il potere Mio e il bisogno di affermazione, • il potere Tuo e il bisogno dei limiti, • la Forza e il bisogno del porto sicuro, • la Stabilità e il bisogno di chiarezza, • la Soggettività e il bisogno di diventare autonomi ed essere riconosciuti soggetto desiderante, piuttosto che non ottenere la cosa desiderata. www.counselingcontatto.it
  • 13. Delego il ruolo di guida al bambino, ma anche indifferenza Non riconosco il bisogno implicito www.counselingcontatto.it
  • 15. Vige la regola del “tutto è permesso”; regola che col passare degli anni si trasformerà in un’arma a doppio taglio. Limiti, confini e regole • Il bambino ha bisogno di sentirsi dire dei "no" dai propri genitori in modo inflessibile seppur motivati. Anche se questi divieti possono farlo soffrire non dimentichiamoci che in realtà rispondono a un bisogno evolutivo interiore del bambino. • Frustrazione, rabbia e pianto sono componenti imprescindibili di ogni processo di apprendimento. Ma è anche necessario imparare a gestire la propria rabbia e frustrazione, attraverso il dialogo con il genitore, responsabile di accogliere le esigenze del bambino e fargli da contenitore. • Viviamo in comunità, ed è necessario imparare a esprimere le proprie esigenze, si impara a chiedere di avere ciò che si desidera, ma non sempre si può ottenere – arrabbiarsi è normale. Mettere invece il bambino al centro dell’attenzione non lo aiuta a vivere bene nella comunità. Chi è al centro dell’attenzione è fuori dalla comunità. www.counselingcontatto.it
  • 16. • Con il venir meno della gerarchia familiare e con la conseguente propensione a riconoscere la competenza e la posizione paritaria ai figli, esitano a assumere il ruolo di guida. www.counselingcontatto.it
  • 17. • Rispettare la sua individualità • Dimostrando autentica attenzione • Interesse per le loro opinioni, sentimenti, bisogni, limiti e • Prendendoli sul serio. = Atteggiamenti che sostengono, guidano e danno quegli strumenti che lo aiutino a crescere e ad affrontare il mondo, anche senza di noi. www.counselingcontatto.it
  • 19. Significa non cogliere il vero significato e a “negoziare” il rapporto sul piano relazionale, che rimane quindi inespresso, implicito appunto. Bambino e adulto rimangono sulla pretesa che scontrandosi ingenera frustrazione e rabbia in entrambi, sia nel mentre, sia dopo. www.counselingcontatto.it
  • 20. Desiderio in superficie «voglio il gelato» Bisogno profondo «Ho bisogno di un segno concreto del tuo amore per me» Non viene soddisfatto = Bisogno profondo misconosciuto Rabbia Protesta Frustrazione www.counselingcontatto.it
  • 21. I vissuti dei genitori sono all’opposto dei vissuti del bambino. Per il genitore si sta trattando di una stupidaggine. Per il bambino si sta trattando di qualcosa di vitale e viceversa. È principalmente l'equivoco che fa arrabbiare. l sentirsi non capiti, non considerati e, soprattutto, contraddetti su qualcosa di importante che viene misconosciuto. E che permane misconosciuto, anche quando uno dei due la spunta. In ogni caso i due restano rabbiosi, anche quello che viene accontentato, sia esso il genitore o sia il bambino. Pubblicità televisiva e capricci. La pubblicità televisiva, nella quale sono quotidianamente immersi i nostri bambini (come del resto noi genitori), favorisce gli equivoci fra oggettino posseduto e realizzazione di sé, fra oggettino donato e relazione di amore. Essa è, quindi, un potente terreno preparatorio per l'instaurarsi della relazionalità “capriccio”, che, per l'appunto, è strutturata sulla sostituzione di un piano profondo importante con un effimero piano superficiale concreto. www.counselingcontatto.it
  • 22. lassista troppo rigido • Credo di rispettare l’autonomia e la libertà • Credo di farlo felice IN REALTA’ • Ho paura del conflitto • Non mi assumo la responsabilità • Credo che ancora non sei competente • Credo che tu debba rispettare le regole e basta IN REALTA’ • Non riesco andare oltre • Non mi assumo la responsabilità www.counselingcontatto.it
  • 24. Tre classiche situazioni di capricci 1. Non dimostra interesse verso il momento del pasto 2. Rifiuto o fissazione di un particolare alimento 3. Cibo come arma www.counselingcontatto.it
  • 26. La cucina = il cuore della casa Creare un atmosfera piacevole Il piacere di stare insieme Lo stato d’animo = barometro dei membri della famiglia «La qualità dei legami affettivi» www.counselingcontatto.it
  • 28. Permettiamo al nostro bambino di aiutarci o assistere ai preparativi che precedono il momento del pasto: preparare la tavola, portare le posate e il cestino del pane, andarsi a lavare le mani e da ultimo accomodarsi a tavola… COINVOLGERE www.counselingcontatto.it
  • 29. • Fate la spesa insieme al bambino (dal negozio alla cucina) e rendeteli partecipi dei motivi per cui si acquistano certi alimenti. • Chi ha la fortuna di possedere un orto, potrebbe inoltre coinvolgere il bambino; Basta pensare ciò che accade con gli orti scolastici in alcune scuole: bambini che normalmente rifiutano le verdure, mangiano di gusto quelle coltivate da loro stessi. La spesa e l’orto www.counselingcontatto.it
  • 30. • Dare al bambino una “regolarità”, offrirgli l’opportunità di una vita ordinata in cui le regole del pasto, delle mani lavate prima di sedersi a tavola, del riposo e della pipì, prima di andare a dormire o di uscire, rappresentino una normale e buona abitudine imposta dal genitore per il benessere del bambino. RITMO E RITO www.counselingcontatto.it
  • 31. • iniziamo per tempo e avvisiamo i piccoli di quel che stiamo per fare. Le azioni prevedibili che, unite alle nostre spiegazioni, danno al bambino un’anticipazione mentale di ciò che sta per accadere o accadrà entro breve, e sapendolo, lo possano anticipare ed accettare come naturale e scontato. riconoscergli il tempo necessario per concludere quel che sta facendo e aiutarlo a riporre i giochi. A nessuno piace essere interrotto improvvisamente… Avvisare www.counselingcontatto.it
  • 32. Educare il gusto e i sensi • I bambini non rimangono indifferenti agli accostamenti cromatici, ai profumi e aromi nuovi, sono sensibili alle esperienze tattili degli alimenti, e perfino al suono di verdure croccanti e così via… STUZZICHIAMO LA NATURALE CURIOSITA’ DEI NOSTRI BAMBINI ! www.counselingcontatto.it
  • 33. • Date loro occasione di apprezzare il sapore di una mela di stagione e capire la differenza di una mela cerata del Sudamerica. • Insegnate loro di usare le mani, gli occhi e il naso per scegliere il cibo. • Permettete loro di assaggiare i cibi ancora crudi e freschi e sentire come si trasformano se cucinati. • Fate le cose insieme ai bambini. Non è necessario farlo tutti i giorni. È divertente, importante e sensato. Non è una questione di tempo; il vero problema è il come trascorriamo il tempo che abbiamo a disposizione. www.counselingcontatto.it
  • 35. Attenzione: coinvolgere i bambini nella preparazione del cibo non significa creare un progetto centrato sul bambino . www.counselingcontatto.it
  • 36. • Proponiamo piatti vari e stuzzicanti, ma non per questo meno nutrictionally correct. • Giocare con i colori, gli accostamenti fantasiosi, stuzzicare la curiosità per sapori nuovi, può facilitare il compito di un genitore di nutrire il figlio in modo più equilibrato. Approccio godereccio al cibo e UN PO’ DI FANTASIA www.counselingcontatto.it
  • 39. gli atteggiamenti che rinforzano il rifiuto. Forzare i bambini a mangiare tutto quello che è nel piatto. Certo, lo spreco non è un buon esempio, ma neanche costringere il bimbo a finire tutto. l'idea del cibo come costrizione non aiuta e può rinforzare il rifiuto. È buona regola evitare di riempire i piatti dei vostri bambini Un piatto non troppo pieno rilassa il bambino che non sente il disagio di dover mangiare tutto. www.counselingcontatto.it
  • 40. Non rispettare il senso di sazietà Ogni bambino ha un suo senso di sazietà Il rifiuto può dipendere dal senso di sazietà del bambino, ma anche dal suo disagio di sentirsi "obbligato", condizione alla quale si reagisce spesso con i capricci. Invitate i piccoli a • farsi la porzione da soli (lasciando loro la possibilità di prenderne ancora). Sarà un ottimo esercizio per stimolare l'appetito del bambino e • insegnare loro ad autoregolarsi, cosa che non può avvenire se sono i genitori a stabilire le porzioni. Costringendo i bambini a mangiare otteniamo un rifiuto ancor più pronunciato sul momento e, a lungo andare, un atteggiamento di inappetenza che può consolidarsi. www.counselingcontatto.it
  • 41. Non rispettare i gusti Anche i bambini hanno i loro gusti, e a volte il rifiuto verso un particolare cibo è direttamente proporzionale all’ansia della madre che il figlio mangi proprio quella pietanza. Rispettare i gusti del bambino significa riconoscere l’esigenza del bambino di costruire un proprio rapporto con il cibo e fa parte di un primo tentativo di diventare autonomi. www.counselingcontatto.it
  • 42. Correre dietro al figlio per farlo mangiare. Non chiedere in continuazione se oggi vuole la pasta o il riso, la bistecca o l’hamburger. Sono i genitori a decidere cosa deve mangiare. L’era della pappa e dei biberon è finita a tre anni. Non differenziare Il cibo nel piatto del bambino è uguale a quello degli adulti. Non sminuzzare o schiacciare il cibo e renderlo irriconoscibile. Lasciate che il bambino si goda l’effetto cromatico della composizione e in un secondo momento un adulto può aiutarlo a tagliare il cibo. www.counselingcontatto.it
  • 43. Niente conferenze di salute Evitare discorsi su chili in più, non insistere sul controllo del cibo e del corpo rispetto a criteri estetici. Tasto dolente: La TV, distrarli è sbagliato è opportuno che la nutrizione sia consapevole. La tv va spenta durante i pasti, regola che vale per tutti. Non si guardano i cartoni animati o la serie preferita, ma nemmeno il telegiornale – a meno che non si faccia di quest'ultimo argomento di discussione, quando i bambini sono cresciuti, e non deve neanche fare da sottofondo. Il momento del pasto dovrebbe essere un momento di condivisione, di dialogo e di relazione. Questo vale anche per telefonini o giochi in generale. Niente fuggi fuggi generale Ognuno sparecchia il proprio e aiuta a sistemare le cose. www.counselingcontatto.it
  • 44. Perdere la calma Cercate di mantenere la calma, ignorando qualsiasi comunicazione inappropriata. Di fronte a urla e pianti non serve nessun atto di forza da parte vostra, è totalmente inutile la vostra insistenza, alimentate ulteriormente la ribellione. www.counselingcontatto.it
  • 45. • Il cibo può diventare un arma potentissima nelle mani del piccolo che è piccolo ma è anche un individuo deciso a utilizzare il cibo per metterSI alla prova e metterCI alla prova. • Tale prova di forza fa parte di una fase necessaria e sana del suo sviluppo. Attenzione: NIENTE PROVE DI FORZA… …ma… … il buon esempio parte dai genitori. www.counselingcontatto.it
  • 46. Il comportamento alimentare di un bambino è un appreso, nasce dall’esempio dei genitori • «Se non finisci la carne non ti porto ai giardini» • «Se non finisci la pasta chiamo i vigili» • «Mangia tutto così fai contenta la mamma» Il bambino intuisce il potere che l’altro ha su di lui, e potrebbe accadere che sia poi il bambino a dire: «Se non mi porti ai giardini non mangio»… NIENTE RICATTI NIENTE INTIMIDAZIONI NO ALL’USO AFFETTIVO DEL CIBO www.counselingcontatto.it
  • 47. IL CIBO NON E’ UN’ARMA MA NENACHE UN PREMIO • Tramite il cibo non si tratta niente e nessuno: • Tramite il cibo non si ottiene una reazione emozionale di mamma o papà. • L’atto alimentare non deve diventare un teatro di giochi di potere, proteste, ripicche. www.counselingcontatto.it
  • 48. • Quanto più si viene presi sul serio, tanto meno ci si deve forzare di imporre le proprie ragioni e la propria volontà. • Non è sempre facile dire di no alle persone che amiamo, né dire di sì alle nostre esigenze, ma è l’unica strada percorribile per imparare, da entrambi le parti, a rispettare gli altri e a riconoscere il valore. • È anche il modo migliore per imparare a capire la differenza che passa tra una voglia, un capriccio passeggero, o una esigenza. www.counselingcontatto.it
  • 50. • Le esperienze con i sensi e il gusto rimangono nella memoria. Non ci si può aspettare che a sei anni i bambini sappiano distinguere i cibi di qualità e riconoscere gli ingredienti, ma col tempo queste impressioni dei sensi diventeranno importanti linee guida che li accompagneranno per tutta la vita. www.counselingcontatto.it
  • 51. • Il tempo trascorso con gioia in cucina è un investimento e non è mai tempo sottratto ai figli: a prescindere dalla qualità del cibo e l’alimentazione, si sta nutrendo non solo il corpo. Educare e crescere significa anche esperimentare e diventare competenti è un processo, si acquisisce nel corso degli anni. • A volte è necessario cambiare qualcosa in famiglia e comunque i pasti sono sempre una sintesi di molti aspetti, perché oltre al cibo entrano in gioco la cura, le attenzioni per gli altri e le relazioni interpersonali. • Non è scontato che possa regnare sempre e comunque la pace e il benessere. Tutto quello che riguarda i rapporti reciproci viene messo sul tappeto, direttamente o indirettamente, durante i pasti. Se non c’è la consuetudine di mangiare regolarmente insieme, le stesse cose verranno fuori in un altro momento. www.counselingcontatto.it
  • 52. Educazione = Prevenzione • Tutte le volte che il rapporto educativo stride, l’alimentazione se ne ricorda. • I bambini assecondati nei loro capricci crescono viziati, o meglio crescono fisicamente, ma non emotivamente. • Crescere con l’idea che impuntarsi davanti ad un piatto paghi, sicuramente spiana la strada alle estorsioni affettive. • L’educazione del comportamento alimentare concorre in modo significativo a comporre il mosaico della maturità emotiva. www.counselingcontatto.it
  • 53. Avere figli fa di voi un genitore non più di quanto avere un pianoforte faccia di voi un pianista. Michael Levine (Lessons at the Halfway Point, 1995) www.counselingcontatto.it
  • 54. • Juul Vesper, Ragazzi, a Tavola! Il momento del pasto come specchio delle relazioni familiari, Saggi Universali Economica Feltrinelli, Milano 2005. • Cadonici Paola, Cibo, costume e dintorni. Riflessioni su gusti alimentari e disgusti comportamentali dei nostri giorni, Rubbettino, 2005. • Vianello Renzo, Psicologia dello sviluppo: Infanzia, Adolescenza, età adulta, età senile, edizioni junior, 2004. www.counselingcontatto.it
  • 55. www.counselingcontatto.it • Maionese di fragole di Moreno Cedroni • I cibi che aiutano a crescere, Marco Bianchi • Piccoli Gourmet crescono. Ricette e consigli per insegnare ai bambini a mangiare di tutto fin dallo svezzamento • Mangiocando, la dieta sana e serena per tutti i bambini…anche i mangioni, gli inappetenti, gli schizzinosi e quelli che odiano le verdure, di Patrizia Bollo • Sempre capricci!? Storie «psicologicamente corrette» da leggere insieme ai bambini, Roberta Giudetti • Mirtillo fa i capricci, Sara Agostini e Marta Tonin • I capricci di Rosabella, Fulvia Degl’Innocenti • Pappa gallo fa i capricci, Gabriele Clima • Topo Tip fa i capricci, Anna Casalisi • Capricci che passione!, Giusi Quarenghi e Chiara Carrer • Storie di capricci, Lodovica Cima e Paola Formica • Bamini in cucina, Suor Germana • Bambini in cucina, Jane Bull • Giochiamo in cucina, esperimenti, ri Patrizia Bollo • Il cibo rifiutato. Intervento psicologico nei disturbi alimentari precoci: la giocoterapia focale con bambini e genitori di Elena Trombin • Genitroi e figli: le parole chiave, Lucia Attolica • La bambina che contava le formiche. Meditazione in cucina di Gabriella Ganugi • Bolli bolli pentolino fai la pappa al mio bambino, Comune di Bologna e F. Sillani • Pappe da Favola. Golose ricette e allegre storielle per fare di ogni bambino un buongustaio, di Carmela Cipriani • Cibo per pensare. La cucina terapeutica con bambini e adolescenti, di Carolina De Sena Gibertoni • Fiabe in cucina, dalle fiabe più belle…le ricette più buone di Gabrielle Clima e Raffaella Bolaffio • In cucina con i Barbapapà • In cucina di Simonetta Capra