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La Città intende aderire al Bando pubblicato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 15 ottobre 2015 concernente “interventi di riqualificazione sociale e culturale delle
aree degradate” presentando una proposta di progetto affinché venga inserita nel Piano
Nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate .
L’area considerata è nell’ambito della Circoscrizione 7 ed è identificabile con parte del quartiere
Aurora, i confini sono compresi tra corso Vigevano a Nord, via Bologna a est, Lungo Dora
Napoli a sud e corso principe Oddone a ovest.
L’analisi sulla composizione sociale, meglio approfondita negli allegati specifici ai singoli
progetti, ha indirizzato a considerare sostanziale un intervento dell’Amministrazione in
quest’area. La prospettiva di poter realizzare in modo coordinato molteplici interventi diretti alla
riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale su questa porzione di quartiere
consente di immaginare un’azione che possa mettere le basi per una rigenerazione urbana più
ampia e duratura.
Ancora più efficace nel possibile risultato sarà la messa in atto di una riqualificazione fisica di
strutture edilizie, infrastrutture viarie e degli spazi pubblici connessi volto al miglioramento della
qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.
In relazione al progetto di riqualificazione dello spazio urbano l’intervento prende in esame
un’area comprendente l’asse di via Cecchi nel tratto tra via Cigna e corso Emilia su cui affaccia
il complesso delle ex officine di manutenzione del Comune.
L’azione progettuale si sviluppa intorno al fulcro rappresentato da questa struttura; il complesso
di edifici da cui essa è composta è articolato attorno a una corte in diretta connessione con via
Cecchi. Attualmente una porzione dell’edificio è già stata riqualificata e, in questo spazio,
gravitano alcune attività rivolte al territorio e attrattive rispetto alla popolazione; tali attività sono
riunite nel cosiddetto “Cecchi point“, che comprende un centro di protagonismo giovanile, un
hub multi culturale e dei laboratori aperti ai cittadini.
Questo tratto di via ospita anche un complesso scolastico (comprendente la piscina Cecchi) che
ha due accessi distinti per la scuola elementare Parini e la scuola media Morelli oltre alla scuola
materna municipale posta all’angolo con corso Emilia. Poco distante, su corso Vercelli, è la sede
della Circoscrizione 7: un insieme di strutture e di servizi tramite le quali potranno anche essere
indirizzate le azioni sul tessuto sociale.
Per quanto concerne lo spazio pubblico afferente l’intervento preso in esame, esso è definito dai
sedimi di via Cecchi e corso Emilia. Questi due assi viari dotati di una sezione stradale molto
ampia ma la loro percorribilità pedonale è in parte difficoltosa a causa della limitata dimensione
dei marciapiedi e alcuni degli attraversamenti pedonali presentano ancora barriere per disabili
motori.
Il quadro delle infrastrutture viarie si presenta inadeguato e, in parte, potenzialmente pericoloso
rispetto alla significativa concentrazione di funzioni insediate nel luogo; la presenza di
significativi flussi pedonali, che in determinati orari può essere elevata a causa della presenza
delle scuole e della piscina così come delle potenzialità espresse dalle iniziative presenti e future
offerte agli abitanti dal polo dell’attuale “Cecchi Point”, rende auspicabile un intervento di
riqualificazione dei percorsi pedonali e degli spazi pubblici connessi.
Per quanto riguarda il complesso delle ex officine dei magazzini comunali esso è, al momento,
usato solo parzialmente rispetto alle sue potenzialità e alcuni degli immobili che lo compongono
sono inagibili; lungo via Cigna e via Cecchi gli ex magazzini si allineano con una lunga cortina
muraria priva di aperture che contribuisce ad un’immagine complessiva di apparente abbandono
e degrado dello spazio pubblico corrispondente.
I fabbricati sono di varie epoche e con aspetti costruttivi differenti: quelli prospettanti sulle vie
Antonio Cecchi e Francesco Cigna sono caratterizzati da copertura a falde mentre, all’interno del
cortile, vi è un edificio di maggiori dimensioni a pianta quadrata con una copertura a shed. Nel
complesso i tetti versano in condizioni di degrado più o meno avanzato; le tegole sono in parte
danneggiate e mancanti, facilitando il deterioramento dell’orditura lignea sottostante e delle
capriate in ferro a causa delle infiltrazioni delle acque meteoriche. Lo stato attuale delle strutture
presenta comunque un degrado non così elevato da impedirne il recupero edilizio e la
rifunzionalizzazione.
La presente relazione tecnica è stata sviluppata dai competenti Servizi tecnici comunali,
rispettivamente per il recupero degli immobili delle ex officine comunali e per il progetto di
riqualificazione degli spazi pubblici. La singole relazioni illustrano in dettaglio gli aspetti
progettuali dall’analisi del contesto alle scelte di progetto.
La definizione puntuale degli obiettivi realizzata in questi studi di fattibilità, renderà tempestivo
lo sviluppo dei progetti nelle varie fasi preposte dalla legge, e la conseguente attuazione delle
opere
Inquadramento
L’intervento prende in esame una porzione di spazio urbano comprendente l’asse di via Cecchi
nel tratto tra via Cigna e corso Emilia.
L’azione progettuale si sviluppa intorno ad un fulcro rappresentato dalle ex officine di
manutenzione del Comune; il complesso di strutture è articolato attorno a una corte in diretta
connessione con via Cecchi. Attualmente una porzione dell’edificio è già stata riqualificata e
gravitano sullo spazio alcune attività, rivolte al territorio e attrattive rispetto alla popolazione,
riunite nel cosiddetto “Cecchi point“ che comprende un centro di protagonismo giovanile, un
hub multi culturale e dei laboratori aperti ai cittadini.
Questo tratto di via ospita un complesso scolastico (comprendente anche la piscina Cecchi) che
ha due accessi distinti per la scuola elementare Parini e la scuola media Morelli oltre alla scuola
materna municipale posta all’angolo con corso Emilia. Poco distante, su corso Vercelli, è la sede
della Circoscrizione 7.
Per quanto concerne lo spazio pubblico afferente l’intervento preso in esame, esso è determinato
dai sedimi di via Cecchi e corso Emilia, assi viari dotati di una sezione stradale molto ampia. In
particolare, per quanto riguarda via Cecchi, questa ampiezza (che permette una velocità di
percorrenza sostenuta) contraddice palesemente l’indicazione data dalla segnaletica stradale di
velocità massima a 30 all’ora; al contempo la percorribilità pedonale è in parte difficoltosa data
la limitata dimensione dei marciapiedi e alcuni degli attraversamenti pedonali presentano ancora
barriere per disabili motori.
L’incrocio tra via Cigna e via Cecchi al momento consiste in un’ampia e disorientante
intersezione veicolare con attraversamenti pedonali di lunghezza eccessiva e spesso ostruiti da
mezzi posteggiati impropriamente.
Il quadro delle infrastrutture viarie si presenta quindi in parte inadeguato e potenzialmente
pericoloso rispetto alla significativa concentrazione di funzioni insediate nel luogo; la presenza
di flussi pedonali, che in determinati orari può essere elevata a causa delle scuole e della piscina
così come delle potenzialità espresse dalle iniziative presenti e future offerte agli abitanti dal
polo del “Cecchi Point”, rende auspicabile un intervento di riqualificazione dei percorsi e degli
spazi pubblici connessi.
Breve storia della Borgata Aurora
a cura di Guido Giorza
La borgata Aurora è costituita da due nuclei separati, uno, tra Corso Vercelli e via Cigna, con
una storia legata alle industrie, e l'altro, lungo la Dora e sino alla via Bologna, tipico esempio di
agglomerato operaio otto-novecentesco.
Dell'antica cascina che dà nome al quartiere, che sorgeva all'angolo tra gli attuali C.so Giulio
Cesare (un tempo Strada Nuova d’Italia) e Corso Emilia, non rimane nulla, così come nulla resta
dei campi coltivati a cereali, dei prati e delle cascine isolate presenti sino alla seconda metà
dell'800.
I terreni ad est della Strada Reale d'Italia, l'attuale Corso Vercelli, tra la Dora e la Cinta
Daziaria del 1853, risultano utilizzati ai fini agricoli sino alla fine dell'800, nonostante
l’insediamento in zona di alcune piccole realtà produttive, soprattutto nel campo della chimica,
del tessile e della meccanica, poi diventate grosse realtà.
Prima del tracciamento, nel 1830, della Strada Nuova d'Italia, l'attuale Corso Giulio Cesare, e
della costruzione del Ponte Mosca, questo territorio era attraversato, oltre che dal grande asse di
collegamento extraurbano della Strada Reale d’Italia, da altre due strade, una diretta verso
l’Abbadia di San Giacomo di Stura (attuali vie Chivasso ed Aosta), l’altra verso la Venaria Reale
e le Valli di Lanzo (le attuali vie Antonio Cecchi, Giachino e Stradella).
La tortuosa Strada dell’Abbadia aveva inizio sulla sponda sinistra della Dora in prossimità
dell’attuale Piazza Borgo Dora, in corrispondenza, inizialmente, di una guado lungo il torrente
(sino al Medioevo), poi di un ponte di barche (nel ‘500) ed infine da un ponte prima di legno e
poi in muratura, passava accanto alla Cascina Aurora e, dopo avere sfiorato la periferica borgata
delle Maddalene, raggiungeva il greto della Stura di Lanzo, laddove oggi termina la Strada
dell'Arrivore, dove c’era un traghetto gestito dai Monaci Vallombrosiani di San Giacomo di
Stura.
La Strada della Venaria, invece, si dirigeva verso nord-ovest con andamento rettilineo a partire
dalle sponde della Dora e giungeva sino alla dimora Reale, per poi procedere verso le Valli di
Lanzo, costeggiata nel suo primo tratto da una piccola borgata, il ‘Pavön’, individuabile
nell’attuale isolato racchiuso da Corso Giulio Cesare, Corso Emilia, Corso Vercelli e il Lungo-
Dora Napoli.
La Strada della Venaria era un ampio viale alberato percorso da eleganti carrozze dirette al
Castello ma anche da semplici carri trainati da buoi o da cavalli che portavano in città i prodotti
della campagna.
Nel 1812, però, qualcosa cambia i destini di questa zona della città.
In vicinanza dell’antico Convento delle Maddalene, all’epoca ormai abbandonato e rimpiazzato
da una cascina chiamata ‘La Bisognosa’, lungo l’attuale via Aosta, si insedia una grande
Fabbrica Chimica per la produzione di acido solforico e concimi, di proprietà del Conte Vittorio
Felice Sclopis,
Parecchi anni dopo, lo scavo del Canale Ceronda a nord della Dora, decretato nel 1864 come
misura di ripiego per incrementare lo sviluppo industriale della Città, privata del ruolo di
Capitale a vantaggio prima di Firenze e poi di Roma, favorirà l'insediamento di altri grandi
stabilimenti industriali, tra cui la Ansaldi, per la produzione di macchine tipografiche, macchine
agricole e materiale d’artiglieria, entrata in produzione nel 1899 e divenuta poi F.I.A.T. Grandi
Motori per la produzione dei motori delle navi 15 anni più tardi, ed altre industrie del settore
meccanico, tessile e conciario.
Un paesaggio fatto di ciminiere, case da reddito, casette e cascinotti descritto da Edmondo De
Amicis nel suo celebre testo intitolato ‘La carrozza di tutti’, dato alle stampe nel 1896:
“…Entravamo allora in quel largo corso Vercelli, ai due lati del quale si aprono strade e vicoli
che si perdono nei campi e s'alzano camini di officine da ogni parte, in mezzo a case disuguali e
sparse, che paion d'un villaggio, ma che serbano ancora nell'architettura, nei colori nelle
botteghe, in qualche cosa che sfugge alla parola l'aspetto assestato e rigido dei quartieri
centrali di Torino….”
Negli anni ’20 del ‘900 il territorio dell’Oltre-Dora, in piena attività, non sarà certo il luogo più
ameno e salubre della città, almeno a giudicare da quanto ci racconta nel 1926 Pietro Abate Daga
nel suo saggio ‘Alle Porte di Torino’:
“… Già allo sguardo dell’osservatore si prospettano il grande edificio della Manifattura
Gilardini (sul Lungodora, stabilimento in cui inizialmente si producono ombrelli) e le alte
ciminiere degli stabilimenti industriali, ergentesi nere e fumanti come altrettante bandiere del
lavoro. Ma l’occhio volge istintivamente verso il letto della Dora, convinto che esso dovrebbe
offrire un ammirevole quadro della Natura.
Quale disillusione!
L’alveo, le sponde, l’acqua stessa non potrebbero mostrarsi in condizioni più miserevoli:
neppure l’ombra di una decorosa sistemazione, ……., non acqua chiara e limpida, ma un
liquame, rifiuto dei canali industriali….”
Un tributo che l’ambiente della Torino industriale ha dovuto pagare per molti decenni, in nome
del progresso e della produzione…..
Nei decenni successivi, però, le condizioni ambientali gradualmente miglioreranno e la Borgata
Aurora, che confermerà il suo ruolo di quartiere industriale sino agli anni ’50 del ‘900, si
trasformerà definitivamente in uno dei più popolosi quartieri della città, con notevoli ed eleganti
esempi di architettura liberty sparsi lungo le sue strade.
Oggi il quartiere Aurora, con le sue vecchie case a ringhiera, i suoi edifici moderni, le sue lunghe
strade rettilinee, si è trasformato in un quartiere multietnico, luogo di confronto e di integrazione,
di speranza e di innovazione.
Se ci si sofferma un po’ ad assaporarne l’atmosfera restano, qua e là, alcuni segni della sua antica
storia.
Una storia semplice… ma vera.
Obiettivi
Il progetto si propone di ridefinire i parametri di utilizzo dello spazio urbano che nello stato
attuale è incentrato esclusivamente sulla viabilità. Una riflessione sviluppata tramite la chiave di
lettura della mobilità sostenibile richiede un approccio nuovo per questo ambito urbano: è
necessario attuare delle soluzioni che restituiscano più spazio ai pedoni e, soprattutto, più spazio
qualitativo, intendendo per qualità la possibilità di scambio e relazione con le altre persone senza
perdere di vista l’obiettivo della definizione di luoghi più piacevoli, soprattutto con la
reinterpretazione dell’ambiente “strada”.
Le proposte progettuali, quindi, interessano sia gli spazi pedonali che la viabilità favorendo i
percorsi naturali di collegamento tra le attività quotidiane al fine anche di rivitalizzare quella
porzione di quartiere: condizione questa imprescindibile poiché la presenza viva di abitanti negli
spazi pubblici e nelle differenti attività affacciate ad esso costituisce miglior presidio del
territorio.
Le condizioni per un miglioramento della viabilità locale si stanno per concretizzare con la
progressiva attuazione della trasformazione della Spina Centrale che si sviluppa sopra il passante
ferroviario. La nuova viabilità che verrà messa in funzione sarà in grado, in tempi brevi, di
assorbire gran parte del traffico di attraversamento nord sud che attualmente è concentrato lungo
via Cigna. Con quella prospettiva concreta ed efficace di alleggerimento del traffico locale,
questo progetto ridefinisce l’incroci di via Cecchi con via Cigna e corso Emilia ampliandone gli
spazi pedonali. Per quanto riguarda il primo dei due nodi, è’ infatti obiettivo coordinato con il
progetto di recupero dell’edifico aprire un nuovo accesso pedonale posto sull’angolo tra via
Cigna e via Cecchi, dando maggior visibilità e immediatezza di identificazione al polo di
quartiere.
Il progetto
I temi sviluppati dallo studio di fattibilità consistono negli incroci di via Cigna e corso Emilia
con via Cecchi, il tratto di via Cecchi compreso tra questi due incroci e il collegamento al Lungo
Dora Napoli tramite via Mondovì.
Saranno ridisegnate le banchine pedonali in corrispondenza dei nodi indicati determinando dei
percorsi più sicuri e riconoscibili. La riqualificazione porrà attenzione anche alla eliminazione
delle barriere architettoniche ancora presenti; la realizzazione, dove possibile, degli
attraversamenti pedonali a livello delle banchine dei marciapiedi faciliterà l’abbattimento delle
barriere fisiche per i disabili motori; a questo occorrerà aggiungere eventuali elementi tattili per
la percorribilità facilitata dei disabili visivi.
In corrispondenza dell’ingresso alle scuole e al centro polifunzionale verrà ridefinita la sezione
stradale di via Cecchi restringendola ad una larghezza di 7,50 metri: questo consentirà
l’ampliamento dei marciapiedi a vantaggio dei percorsi pedonali e, grazie al corrispondente
rialzo della carreggiata, determinerà un notevole rallentamento di automobili e mezzi pubblici.
In particolare di fronte all’ingresso dell’attuale Cecchi Point, lo spazio pedonale occuperà anche
l’area destinata ai parcheggi consentendo la creazione di una piccola piazzetta di accesso alle
attività del centro.
L’incrocio di via Cigna verrà ridefinito con l’ampliamento dei marciapiedi in corrispondenza
degli attraversamenti pedonali al fine di impedire la sosta impropria delle auto, ma anche con
l’obiettivo di valorizzare un nuovo ingresso al complesso delle ex officine comunali che verrà
aperto sull’angolo nord ovest dell’edificio in corrispondenza dell’incrocio. Non secondario sarà
la riduzione dell’attraversamento stradale per i pedoni, condizione che migliorerà notevolmente
la sicurezza.
Verrà riqualificata anche una parte di area all’interno della corte, in corrispondenza del nuovo
ingresso. In questo casi si prevede il riutilizzo dei materiali lapidei delle pavimentazioni storiche
della città, materiali presenti in alcune degli edifici del complesso dei magazzini comunali
oggetto del restauro, laddove verranno rimossi per la creazioni di vespai potranno essere
impiegati in un disegno di pavimentazione per la corte interna.
Anche le infrastrutture semaforiche saranno adeguate ai nuovi spazi: per quanto riguarda
l’incrocio Cigna – Cecchi, verrà integralmente sostituito l’impianto con 8 nuove paline
posizionate secondo la nuova conformazione dei marciapiedi e l’intero impianto sarà adeguato al
nuovo Codice della Strada.
L’incrocio tra via Cecchi e corso Emilia sarà realizzato con una intersezione a rotatoria portando
un notevole vantaggio ambientale per la riduzione di smog e un risparmio per la città in termini
di costi di gestione futura.
Il tratto di via Mondovì sarà modificato portando la viabilità a senso unico e ampliando i percorsi
pedonali consentendo una percorrenza delle bici in sicurezza per collegare la struttura
riqualificata alla pista ciclabile del Lungo Dora. In coordinamento con l’ufficio biciclette verrà
prevista una stazione di to-bike all’incrocio di via Cigna in prossimità quindi del nuovo ingresso
al centro polifunzionale riqualificato.
Da ultimo l’attraversamento di Lungo Dora Napoli andrà messo in sicurezza e andranno
eliminate le barriere ancora presenti; questo consentirà un collegamento ciclo pedonale al
corrispondente ponte pedonale sulla Dora oltre ad un collegamento all’area di parcheggio di san
Pietro in Vincoli.
I materiali per le pavimentazioni dovranno coordinarsi con le differenti tipologie di marciapiedi
presenti; in particolare le parti pavimentate in pietra di fronte agli accessi verranno ampliate con
un disegno rispettoso della pavimentazione storica in lastre di luserna e al contempo in grado di
reinterpretarne il ruolo con nuove partiture.
Gli spazi saranno completati con la posa di arredi, potrà anche essere sperimentata una
collaborazione con la creatività e le manualità artigianali già presenti o messe in gioco
nell’ambito di azioni di coinvolgimento di giovani, artisti e artigiani locali.
Si promuoverà un coordinamento con il programma di rinnovo dell’impianto di illuminazione
pubblica che la città sta attuando, trasformando gli apparecchi con nuove sorgenti luminosa a
Led . La trasformazione di quegli apparecchi, guidata dall’applicazione di nuove tecnologie,
consentirà un notevole risparmio energetico: a parità di prestazioni illuminotecniche con sorgenti
tradizionali è possibile un notevole abbattimento dei costi di gestione degli impianti di pubblica
illuminazione; è possibile inoltre realizzare una illuminazione uniforme, priva di zone d’ombra,
senza alcuna dispersione del flusso, contribuendo efficacemente alle politiche di riduzione
dell’inquinamento luminoso.
Alcuni dati tecnici e
La superficie di area urbana riqualificata è di circa 15.000 mq. di cui 9000 mq. di spazio
pubblico esterno e 2800 mq di corte interna e 3.200 di superficie coperta dell’edificio; l’entità di
percorsi pedonali esistente coinvolta nella riqualificazione è di 2000 mq. a cui si andranno ad
aggiungere 1400 mq. di nuove superfici pedonali.
I tempi di esecuzione del progetto e delle opere aderiranno alle tempistiche richieste nelle
successive specifiche del bando le opere saranno concluse entro la scadenza del 2017.
L’importo complessivo dei lavori che si prevede di effettuare è di 500.000 €.
Il valore è stato ottenuto attraverso stime analitiche preliminari aventi come base importi di
opere analoghe effettuate dalla Città e il prezzario della Regione Piemonte in corso di validità.
L’ importo è comprensivo dell’IVA e degli oneri a disposizione secondo le normative oggi
vigenti.
.
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |1
INDICE
1. INTRODUZIONE...............................................................................................................2
1.1. Aspetti generali ..................................................................................................................2
1.2. Il contesto: Il Quartiere Aurora............................................................................................3
1.3. L’intervento di oggi e gli interventi futuri.............................................................................5
2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO......................................................................................6
2.1. Lo stato attuale – Allegati 4 e 5............................................................................................6
2.2. Scelte Progettuali................................................................................................................7
2.3. Le opere edili......................................................................................................................9
Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10..................................................................... 10
Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9................................................................................... 11
2.4. Gli impianti.......................................................................................................................12
Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10..................................................................... 12
Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9................................................................................... 13
2.5. Superamento delle barriere architettoniche ......................................................................13
2.6. Sicurezza e prevenzione incendi ........................................................................................14
2.7. Igiene e sanità...................................................................................................................14
3. QUADRO ECONOMICO E TEMPI D’ESECUZIONE..............................................................16
5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA................................................................................17
6. ALLEGATI ......................................................................................................................21
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |2
1.INTRODUZIONE
1.1. Aspetti generali
Il presente documento descrive brevemente e preliminarmente il progetto che si sta
sviluppando per la seconda fase dell’intervento di recupero funzionale delle “Ex Officine
Comunali” di via Antonio Cecchi nn. 17 e 21 all’angolo con via Francesco Cigna,
finalizzato all’utilizzo quale centro civico polivalente.
La prima fase dell’intervento aveva interessato i fabbricati in prossimità del civico 17 di
via A. Cecchi. L’intervento qui proposto estende l’opera di recupero al resto delle ex
officine, ed è finalizzato a recuperare alcune parti delle officine che versano oggi in gravi
condizioni di degrado. L’intervento migliorerà le condizioni di utilizzo dell’edificio
consentendo alle attività presenti di crescere e fornire un servizio sociale importante al
quartiere Aurora, alla Circoscrizione VII e anche a tutta la città di Torino.
L’intervento, peraltro, è fortemente richiesto dal successo che il centro ha avuto in
questi primi anni di utilizzo. L’elevato livello d’immigrazione presente nel quartiere
Aurora come anche in quelli adiacenti impone la presenza di un luogo di aggregazione
che agevoli l’incontro tra le diverse culture presenti. L’intervento è volto al recupero di
fabbricati all’interno dei quali si potranno creare i presupposti per un vero approccio
interculturale e non multiculturale al problema dell’immigrazione, creando un centro
polifunzionale di integrazione, ma anche un incubatore di idee promosse dal mondo
giovanile. Attraverso gli interventi in progetto si desidera aggiungere un tassello nella
trasformazione del Centro Cecchi in un luogo in cui si sperimenta, si crea e si cresce
intrecciando nuove relazioni, luogo in cui si promuovono percorsi volti allo sviluppo
dell’imprenditorialità, ma anche centro di sostegno per persone diversamente abili
attraverso laboratori e stage organizzati anche attraverso attività di volontariato.
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |3
1.2. Il contesto: Il Quartiere Aurora
Sviluppo e collocazione
Il quartiere si estende attualmente su entrambe le rive della Dora Riparia a cavallo tra la
zona centrale di Torino e la periferia Nord-Ovest ed è caratterizzato da cinque nuclei
fondamentali:
- Il rione Valdocco caratterizzato dalla presenza del Santuario di Maria
Ausiliatrice,
- Il rione Borgo Dora, l’abitato antico, all’interno del quale troviamo il “Mercato
delle Pulci” anche chiamato “Baloon” e che si sviluppa attorno la via San
Giuseppe Benedetto Cottolengo,
- Il rione di Porta Palazzo sede del più grande mercato scoperto della città,
- L’area racchiusa tra Corso Giulio Cesare, Corso Vigevano e la Dora interessata
dalla prima e dalla seconda industrializzazione della città,
- Il Borgo Rossini zona di vecchia edificazione cresciuta con un mix di residenza,
industria, commercio e artigianato.
Gli edifici testimoniano le numerose trasformazioni che il quartiere ha subito negli ultimi
tre secoli. Rimangono ad oggi diversi segni delle canalizzazioni e delle officine azionate
dall’energia idraulica. Gli edifici industriali rappresentano i diversi mutamenti subiti dalle
aziende con il passare del tempo.
Breve storia
Il quartiere Aurora nasce lungo un canale derivato dalla Dora nel tardo Medioevo. Tale
canale prende il nome di Canale Del Mulino e attorno ad esso il quartiere è costituito da
un piccolo gruppo di opifici azionati da ruote idrauliche. Esso prese consistenza tra il
‘600 e il ‘700 insieme agli edifici residenziali attorno alla Porta Doranea (Piazza della
Repubblica). Nel quartiere si potevano trovare concerie, battitori da panno, peste da
canapa e da olio, e su tutti dominava il complesso dei Molassi, i più importanti mulini
per granaglie della città. Qui sorgevano al tempo i due più grandi setifici del regno
Sabaudo e la Regia Polveriera oggi trasformata in Arsenale della Pace a cura del Sermig.
Nel 1832 apre la Piccola Casa della Divina Provvidenza meglio conosciuta come il
Cottolengo dal nome del suo fondatore. Il quartiere contava già 20.000 abitanti intorno
al 1850.
Nel passato più recente e precisamente nel 1964 Ernesto Olivero fonda il Sermig
(Servizio Missionario Giovani) con l’obiettivo di aiutare i bisognosi attraverso attività di
volontariato. La sua sede verrà trasferita nell’Arsenale della Pace nel 1983.
Alla fine degli anni ’80 la chiusura di alcune grandi fabbriche come la Fiat Grandi Motori
da inizio a un declino di residenti che verranno sostituiti in tempi più recenti da
extracomunitari.
Oggi il quartiere è in riqualificazione.
Caratteristiche demografiche e socio-economiche
Il quartiere Aurora ex Quartiere 7 è inserito all’interno della Circoscrizione VII. Secondo i
dati statistici ricavati dal Comune di Torino – Circ. VII, conta nel suo complesso più di
40.000 abitanti equamente divisi tra uomini e donne. Il quartiere è caratterizzato da un
forte livello di immigrazione per la maggioranza di nazionalità Rumena, Marocchina e
Cinese, che si attesta in più del 25% degli abitanti residenti.
In particolare la zona statistica 24 “Aurora” delimitata dai Corsi Vigevano, Novara, Via
Bologna e la Dora racchiude in se circa il 50% della popolazione residente nell’intero
quartiere mantenendo circa le stesse proporzioni indicate sopra con i residenti stranieri.
Si riportano qui di seguito alcune tabelle redatte dal Comune di Torino - Ufficio di
Statistica - via Frejus 21 - Elaborazione grafica - Centro di ricerca e documentazione della
Circoscrizione 7- che descrivono in modo completo e esauriente il trend di sviluppo della
popolazione residente nel quartiere e nella zona statistica 24 interessata dall’intervento.
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |4
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |5
Accessibilità
Pur essendo situato molto vicino all’area centrale di Torino, il quartiere Aurora rimane
comunque ben collegato alla tangenziale Nord attraverso Corso Regina, Corso Vercelli e
Corso Giulio Cesare; da quest’ultimo si imbocca direttamente l’autostrada A4 per
Milano. Inoltre percorrendo in direzione Nord via Cigna si accede direttamente al
Raccordo autostradale Torino-Caselle (Aeroporto di Torino).
Le nuove opere stradali costruite di recente e previste nel prossimo futuro
miglioreranno ulteriormente l’accessibilità al quartiere e alla zona oggetto d’intervento.
Il quartiere è inoltre servito dalla stazione ferroviaria Dora.
1.3. L’intervento di oggi e gli interventi futuri
Considerate le disponibilità economiche di oggi, connesse al bando per il recupero delle
aree urbane degradate, e considerata l’interazione che il centro deve avere con il
tessuto urbano circostante, si prevede l’esecuzione di interventi di recupero che
rispettando il “budget” abbiano il maggiore impatto visivo verso l’esterno.
La logica di procedimento che si è voluto privilegiare è quella che mette al primo posto
la messa in sicurezza dei locali insieme all’interazione con il tessuto urbano circostante,
il tutto finalizzato appunto al recupero di quest’area degradata della città di Torino. Una
volta raggiunto questo obbiettivo, si potrà provvedere ad intervenire migliorando la
distribuzione interna degli spazi e meglio adattandoli alle specificità delle attività svolte.
Eseguire nel suo complesso queste attività comporta costi superiori a quelli oggi
disponibili, conseguentemente si è dato un ordine di importanza ai lavori da affrontare,
dal quale si è definito l’intervento che si propone in questa fase, e gli interventi che si
potrebbero eseguire in rapida successione nel caso intervenissero ulteriori fondi da
destinare al recupero del centro.
Naturalmente risulta oggi impossibile definire tutto ciò che si potrebbe fare, ma gli
interventi che si descrivono successivamente come da eseguire in questa fase e nelle
eventuali fasi successive, sarebbero comunque da affrontare a prescindere dalle attività
che si deciderà di inserire in questo incubatore.
Facendo seguito a quanto esposto, nella presente relazione si descrivono sia gli
interventi che si intende affrontare subito con i fondi oggi disponibili che gli interventi
che si potrebbero eseguire in fasi successive nel caso intervenissero ulteriori fondi a
copertura dei lavori.
Esula dall’obbiettivo degli interventi descritti nel presente documento la realizzazione
completa e definita di tutto il centro, soprattutto per quanto concerne la distribuzione
interna dei locali e la definizione delle specifiche destinazioni d’uso.
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |6
2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Il nostro percorso, che analizza gli aspetti tecnici dell’intervento, parte dall’analisi delle
attuali condizioni della struttura, per arrivare a descrivere in modo dettagliato il risultato
finale e le opere necessarie per realizzarlo.
2.1. Lo stato attuale – Allegati 4 e 5
La piantina seguente riporta la suddivisione dell’impianto in aree secondo l’attuale e
futura conformazione. Nelle pagine seguenti si farà riferimento ai nomi qui assegnati
alle varie zone.
Il complesso edilizio del centro Cecchi si sviluppa su una superficie di circa 6.000 mq di
cui circa 3.200 coperti e i restanti di cortile scoperto.
Di questi circa 950 mq di superficie coperta e 800 di quella scoperta sono stati
recuperati nel primo intervento, zona contornata in blu, mentre i restanti sono oggetto
di questo secondo intervento di recupero con esclusione dell’edificio attualmente
occupato da Radio Blackout contornato in verde.
Di seguito, quando non espressamente indicato, si tratterà esclusivamente dei fabbricati
oggetto dell’intervento che oggi si propone di eseguire e che potrà essere eseguito in
futuro in dipendenza dei fondi che confluiranno sul centro. Le parti interessate sono
contornate in rosso nella planimetria precedentemente inserita.
La superficie coperta è caratterizzata da fabbricati di diversa epoca di realizzazione e
dalle caratteristiche costruttive differenti: quelli prospettanti sulle vie A. Cecchi e F.
Cigna, identificati come Lotto 1, sono caratterizzati da copertura a falde. L’edificio
identificato come “Lotto 2” è caratterizzato da una copertura piana, sulla quale sono
presenti una serie di lucernari. Il terzo lotto è costituito da un edificio a pianta quadrata
con copertura tipo “shed”.
Lo stato attuale delle strutture presenta un degrado non così elevato da impedirne il
recupero edilizio e la rifunzionalizzazione.
Le coperture versano in condizioni di degrado più o meno avanzato; nella porzione
caratterizzata da tetti a falde le tegole sono in parte danneggiate e mancanti, l’assenza
di queste ultime ha facilitato il deterioramento dell’orditura lignea sottostante, che
risulta marcia, e delle capriate in ferro, arrugginite a causa delle infiltrazioni. Le
condizioni della copertura piana sono migliori, ma va verificato lo stato
dell’impermeabilizzazione. Nel capannone a pianta quadrata, la copertura tipo “shed”
ha un’impermeabilizzazione logora, viste anche le infiltrazioni riscontrate all’interno, e
gli infissi danneggiati.
Le lattonerie risultano in parte danneggiate e alcuni elementi risultano mancanti.
Tutte le murature esterne, sia lato strada che lato cortile, sono in condizioni tali da
necessitare di un risanamento sia delle tinte che degli intonaci. Come per le murature
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esterne, anche quelle che costituiscono le partizioni interne necessitano di risanamento
di tinte e intonaci.
I serramenti, sia quelli verticali che quelli negli shed e i lucernari nella copertura piana,
sono danneggiati e non più rispondenti alle prescrizioni attuali di legge.
Le pavimentazioni degli edifici identificati come “Lotto 1” sono in parte in lastre di
pietra, eventualmente riutilizzabili all’esterno, e in parte in battuto di cemento.
Una parte dell’edificio a copertura piana, identificato in pianta come “Lotto 2”, è già
stata oggetto di recupero e al suo interno sono state collocate delle sale per attività
musicali. La restante parte è parzialmente utilizzata come magazzino, caratterizzata da
una pavimentazione in cemento e in parte ospita servizi igienici, non conformi agli
standard minimi normativi attuali o non funzionanti.
Nel capannone con pianta quadrata denominato “Lotto 3” è presente una
pavimentazione in cemento e non sono presenti partizioni interne, alcuni elementi della
struttura portante in cemento armato si sono danneggiati a seguito delle infiltrazioni e
espongono i ferri dell’armatura.
Nessuna delle pavimentazioni è dotata di vespaio, necessario per un adeguato livello
igienico-sanitario laddove vi è presenza continuativa di persone.
Il cortile attualmente è asfaltato in tutta la superficie. L’asfalto si presenta in condizioni
critiche di conservazione, sono presenti evidenti e profondi avvallamenti del manto in
diversi punti.
2.2. Scelte Progettuali
Come precedentemente accennato in questa fase si prevede di intervenire dando
primaria importanza alla messa in sicurezza dei locali e alla loro interazione con il
tessuto urbano circostante. Oggi le officine si presentano, per le parti non ristrutturate,
fatiscenti agli occhi di chi le vede dall’esterno, pur avendo al loro interno un enorme
potenziale. L’area urbana circostante necessita di un segnale positivo, che è quello che si
vuole dare in questa fase d’intervento sia sui fabbricati delle ex officine municipali che
sulle infrastrutture adiacenti.
Da questa necessità derivano le scelte di intervenire prioritariamente sui fabbricati
adiacenti alle vie pubbliche Francesco Cigna e Antonio Cecchi, con particolare
attenzione alle facciate sulle vie pubbliche.
Il lotto 1 è naturalmente quello più visibile e di impatto della struttura intera. Ha una
maggiore visibilità anche rispetto all’area con accesso dal civico 17 ristrutturata in
passato. Pertanto si è deciso in prima battuta di intervenire sul suo involucro
mettendolo in sicurezza, recuperandolo in continuità con quanto eseguito in passato,
dando finalmente al centro quell’uniformità che mancava da troppo tempo.
Il lotto 1 è posizionato sull’angolo formato dalle vie Cigna e Cecchi, e quello smusso
creato all’incrocio tra le due maniche del lotto ha sempre rappresentato il punto più
idoneo per l’ingresso principale al centro. Oggi finalmente abbiamo inserito la
realizzazione di questo ingresso. Il nuovo ingresso pur rappresentando un costo minore
dell’intervento, ne rappresenta forse l’elemento principale garantendo un collegamento
importante tra il territorio circostante e il centro civico.
All’interno si prevede la realizzazione di un nuovo blocco per i servizi igienici che è
diventato fondamentale per migliorare lo stato igienico-sanitario del centro.
Gli interventi di sistemazione delle facciate si estendono anche al lotto 2 per completare
la manutenzione di tutte le facciate verso le vie pubbliche e per adeguare alle norme
vigenti in materia di sicurezza la quasi totalità delle facciate verso il cortile interno.
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In fasi successive, nel caso in cui fossero disponibili maggiori fondi da investire sul
centro, si continuerebbe l’intervento di recupero creando nuove pavimentazioni con
sottostanti vespai aerati, nuove coibentazioni per le pareti perimetrali, controsoffitti
esteticamente gradevoli per tutti i lotti e chiudendo la tettoia aperta del lotto 1,
recuperando nuove superfici da dedicare alle attività che potranno insediarsi nel centro.
Le scelte progettuali effettuate in questa fase consentiranno in futuro, una volta eseguiti
tutti gli interventi di recupero necessari, di avere spazi specifici idonei per il numero
maggiore possibile di attività, creando percorsi logici all’interno del centro in
continuazione con quanto precedentemente realizzato.
Pertanto, a titolo esemplificativo, le attività con maggiori caratteristiche di ritrovo e
socializzazione potranno essere posizionate vicine tra loro e al centro della struttura,
riservando gli spazi più periferici alle attività specifiche di lavorazione dei materiali, che
avrebbero sicuramente creato maggiori problemi di interferenze con il pubblico se
posizionate altrove.
Una volta terminato il centro sarà un insieme di attività sociali, di formazione, di lavoro,
di spettacolo, ecc.. connesse tra loro, ma sufficientemente indipendenti da garantire
standard sufficienti di sicurezza e igiene.
Negli allegati sono indicate le attività che ipoteticamente potranno in futuro essere
ospitate nel centro. Tali attività sono le seguenti:
• area di ritrovo e accoglienza destinata agli utenti di tutte le attività che saranno
ospitate nel complesso e destinata ad incentivare la funzione sociale del centro;
• attività artistiche e motorie suddivise in una sala danza e una palestra;
• sala polifunzionale destinata ad ospitare spettacoli con palco, regia, servizi e
camerini;
• attività artigianali di lavorazione del ferro, di verniciatura e di falegnameria;
• area magazzini e area per la logistica alimentare;
• ciclo-officina e attività quali sartoria, lavorazione pelli, carta e altri materiali
dotate di un’ampia area espositiva e di laboratori per la formazione e
l’interazione con persone esterne;
• campo sportivo polifunzionale nel cortile interno.
Dall’intervento oggi previsto nascerà subito un nuovo ingresso e nuovo blocco di servizi
igienici.
Sarà sempre presente una regia di tutto il centro che manterrà il suo fulcro in prossimità
del numero civico 17 di via Cecchi nei locali precedentemente recuperati.
Ovviamente le scelte progettuali di oggi sono state guidate dalla necessità di ridurre al
minimo i costi di realizzazione, conservando quindi gli attuali edifici e limitando gli
interventi a quelli necessari per la loro manutenzione. In futuro si prevedono, oltre ai
rimanenti interventi di manutenzione necessari, quelli indispensabili per adattare le
strutture ad accogliere le nuove attività.
Seguendo la linea della continuità con quanto già realizzato nella prima fase, le scelte
progettuali relative alla parte impiantistica sono indirizzate verso soluzioni che
permettano notevoli risparmi energetici attraverso tipologie di apparecchiature che
presentino alti rendimenti e bassi consumi.
Tali strategie, aggiunte ad un ottimo isolamento delle murature esterne e
all’installazione di serramenti estremamente performanti sotto il punto di vista
energetico e dell’abbattimento dei rumori, porteranno gli edifici oggetto dell’intervento
ad essere quasi ad impatto ambientale nullo.
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2.3. Le opere edili
I fabbricati presentano uno stato generale di degrado non particolarmente differente da
quello che a suo tempo si era presentato negli edifici sui quali si è già intervenuto.
Pertanto gli interventi che devono essere previsti per il recupero dei fabbricati sono di
analoga entità.
Sarà necessario intervenire sulle coperture sostituendo quasi la totalità dei manti. La
copertura dell’edificio con gli shed ha le tegole danneggiate, la lattoneria arrugginita, e i
serramenti vetrati parzialmente rotti e comunque non idonei alla loro funzione. Tutte
queste parti andranno sicuramente sostituite. Sui locali con copertura piana sarà
necessario verificare la tenuta delle impermeabilizzazioni, mentre gli edifici con
copertura a falde hanno le tegole in gran parte danneggiate dalle infiltrazioni, e in alcuni
punti sono già cadute al suolo. Queste vecchie coperture, posizionate in corrispondenza
dell’angolo tra le vie Cigna e Cecchi, hanno inoltre l’orditura lignea che sostiene il manto
anch’essa marcita per colpa delle infiltrazioni e le capriate in ferro arrugginite. È
pertanto necessario prevedere la sostituzione completa di tali coperture, recuperando
le tegole sane per riutilizzarle almeno in corrispondenza delle falde verso strada.
Ulteriori problemi strutturali di entità da indagare sono presenti nel locale con
copertura a shed, danneggiato dalle numerose infiltrazioni, che hanno portato
all’esposizione dei ferri di armatura in alcune travi e pilastri, e al crollo di alcuni elementi
in laterizio componenti i solai degli shed.
Le facciate dovranno essere pulite approfonditamente, trattate per renderle uniformi
con prodotti rasanti e nuovamente tinteggiate. I colori saranno ovviamente in continuità
con quelli già utilizzati per la prima parte.
Tutti i serramenti dovranno essere sostituiti con altri dotati di vetri di sicurezza e con
adeguate caratteristiche di isolamento termico.
Sarà poi necessario intervenire sulle pavimentazioni interne, creando idonei vespai
ovunque ci sarà presenza continuativa di persone, dovendo quindi prevedere, dove
indispensabile, la demolizione delle pavimentazioni in cemento esistenti e la rimozione
delle lastre di pietra oggi presenti in alcune parti delle officine.
Una volta terminati gli interventi di risanamento degli edifici bisognerà prevedere quelli
necessari per adattare i locali alle nuove esigenze e attività.
Dovranno essere realizzati nuovi divisori interni e nuove pavimentazioni. Gli involucri
dovranno essere dotati di cappotti isolanti interni, pannelli isolanti dovranno essere
posizionati anche sotto le nuove pavimentazioni e sopra le numerose controsoffittature
che verranno necessariamente realizzate. Attraverso le controsoffittature isolate
verranno ridotte le altezze di tutti i locali di servizio, in modo da ridurre al minimo i
volumi da riscaldare, e conseguentemente i costi di realizzazione dell’intervento e di
gestione.
Tutte le varie aree dovranno essere dotate di spazi dedicati ai servizi quali spogliatoi con
docce, servizi igienici, ecc.. oltre ad uffici e zone di accoglienza, tutti dimensionati nel
rispetto delle normative urbanistico-edilizie vigenti e di altri eventuali regolamenti
idonei per le attività svolte.
Potranno poi essere realizzati alcuni solai con struttura metallica al fine di recuperare le
necessarie superfici per i magazzini, ma anche per sfruttare le grandi altezze a
disposizione in alcuni degli edifici.
Conseguentemente alle opere interne si dovrà poi intervenire anche nel cortile con la
realizzazione di opere infrastrutturali. Dovrà essere realizzata una nuova rete fognaria
per collegare tutti i nuovi servizi presenti nel centro. La realizzazione di un marciapiede
che costeggia i diversi edifici sarà d’obbligo per superare i nuovi dislivelli che si saranno
creati tra i pavimenti interni e quelli esterni e rampe a pendenza ridotta consentiranno
l’accesso a persone con difficoltà motorie. Tali opere renderanno necessario il
rifacimento della pavimentazione esterna, per la quale si dovrà prevedere in parte di
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riutilizzare le lastre di pietra precedentemente rimosse da alcuni dei locali oggetto di
intervento, e che sarebbe sconveniente non riutilizzare.
Potrà essere poi realizzato un campo sportivo polifunzionale che, in conseguenza dello
spazio a disposizione, potrà avere solo dimensioni ridotte, e ospitare quindi un campo
regolamentare per il minibasket e non un campo da basket vero e proprio. Tale campo
potrà essere anche utilizzato per il tennis, la pallavolo, il calcetto, ecc...
Quanto descritto rappresenta tutto quello che sarà opportuno fare per completare il
centro, qui di seguito si descrive invece concretamente quello che oggi si prevede di
fare, in considerazione dei fondi derivanti dal bando per la riqualificazione delle aree
urbane degradate, e quanto si potrebbe realizzare nel caso in cui confluissero sul centro
ulteriori fondi per il suo recupero.
Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10
Lotto 1
L’edificio con copertura a falde inclinate, posizionato a nord delle ex officine, è costituito
da due maniche di circa 11 m di larghezza che partono dall’incrocio tra le vie A. Cecchi e
F. Cigna e corrono lungo le stesse. La superficie in pianta del lotto 1 misura circa 1000
mq.
In questo edificio si prevede il rifacimento dell’intera copertura, prestando particolare
cura nella rimozione delle tegole così da permettere il riutilizzo di quelle non
danneggiate nel nuovo manto. Non sarà invece recuperabile la struttura portante,
realizzata in parte in legno e in parte in ferro. La nuova copertura avrà struttura
portante in legno; su questa si poseranno le tegole recuperate e nuove tegole, in seguito
alla posa degli isolanti termici e delle impermeabilizzazioni necessarie.
Sui muri esterni verso la via pubblica verranno conservate le aperture esistenti con
l’eccezione del nuovo ingresso che verrà realizzato in corrispondenza dell’incrocio tra le
vie Cigna e Cecchi. Qui una grossa vetrata sostituirà il muro cieco oggi presente, e in
essa verranno inserite le nuove aperture per l’ingresso delle persone.
Tutti i serramenti presenti saranno sostituiti con nuovi serramenti di disegno analogo a
quelli già utilizzati nella precedente ristrutturazione, con buone caratteristiche di
isolamento termico.
Nelle facciate verso il cortile interno verranno eliminati i grandi serramenti esistenti e si
provvederà a ridurre le aperture presenti secondo un progetto unitario di modularità
ricorrente anche nel lotto 2. Questo implica che, con esclusione della porzione di tettoia
attualmente aperta e che rimarrà tale, le altre pareti verranno parzialmente chiuse con
nuovi muri. Tali muri saranno dotati di cappotti isolanti interni secondo quanto previsto
dalle normative vigenti in materia.
Al termine dei lavori sulle facciate interne sarà presente un’apertura con un serramento
vetrato per ogni campata.
Lotto 2
Il fabbricato è caratterizzato da copertura piana e pianta a L di circa 600 mq, con una
manica di larghezza di 11 m circa.
Le opere che oggi si prevede di eseguire in questo lotto riguardano fondamentalmente
le facciate verso strada e verso il cortile interno. Differentemente dal lotto 1 sono qui
previste alcune opere interne.
Per quanto concerne la facciata verso strada gli interventi previsti sono identici a quelli
già descritti per il lotto 1, mentre nella facciata verso l’interno verrà sostanzialmente
mantenuta la modularità attuale dei serramenti presenti, limitandosi ad estendere fino
a terra tutti quelli che sono attualmente solo delle finestre. Tutti i serramenti verranno
sostituiti con altri identici a quelli nuovi installati nel lotto 1, e in tutti i padiglioni già
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ristrutturati, creando ordine e una modularità oggi inesistente. I fabbricati che oggi sono
il risultato di costruzioni differite nel tempo risulteranno più uniti ed uniformi.
Le facciate verranno trattate, pulite e ritinteggiate in continuità con il resto del centro
civico.
Nel lotto 2 verrà poi realizzato un nuovo blocco per i servizi igienici in prossimità del
fabbricato con copertura a shed. Questo blocco servizi verrà posizionato dove oggi è
presente la caldaia che serve parte dei locali, e che verrà a sua volta sostituita e spostata
come indicato nel paragrafo specifico. Conseguentemente alla realizzazione del nuovo
blocco servizi si provvederà a demolire i servizi esistenti liberando i locali in cui oggi
sono inseriti. Sotto il pavimento del nuovo blocco servizi verrà realizzato un vespaio
aerato.
Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9
Nel caso in cui fossero disponibili ulteriori fondi per il recupero del centro si potranno
attuare i seguenti interventi.
Lotto 1
Si potrà procedere con il completamento delle opere di recupero dell’involucro,
provvedendo inoltre a chiudere con nuovi muri perimetrali la porzione di tettoia aperta.
Il recupero completo del lotto, finalizzato ad inserire all’interno le più diverse attività,
come precedentemente indicato, necessiterà della demolizione dell’attuale
pavimentazione in cemento e della successiva realizzazione di un nuovo vespaio aerato
e di una nuova pavimentazione coibentata. Tutte le pareti esistenti potranno poi essere
coibentate attraverso la realizzazione di un cappotto interno, e alla copertura potrà
essere dato un aspetto più gradevole attraverso la controsoffittatura con pannelli in
cartongesso, magari lasciando a vista la travatura lignea principale già realizzata.
Una completa tinteggiatura di tutte le murature interne renderà l’involucro completo,
pur senza avere ancora affrontato gli aspetti relativi a partizioni e eventuali soppalchi
interni, dei quali oggi risulta ancora prematuro parlare.
Lotto 2
Anche su questo lotto l’intervento successivo che si potrà affrontare è il completamento
del recupero dell’involucro. Sono presenti però alcune differenze rispetto al lotto 1. Nel
lotto 2 non si è previsto oggi di intervenire sulle coperture, perché in uno stato di
conservazione migliore rispetto a quelle del lotto 1, e perché già oggetto recentemente
di un opera di nuova impermeabilizzazione. Questo pertanto implica che gli interventi di
minore entità, comunque da eseguire su tale copertura, dovranno essere previsti
successivamente nel caso in cui arrivassero nuovi fondi per il recupero del centro.
Va poi rilevato che nel lotto 2 sono oggi installate alcune sale di prova per la musica che
utilizzano il fabbricato delle officine come contenitore, ma che sono completamente
indipendenti sotto il profilo impiantistico e di isolamento. Questo consente un minore
intervento di recupero nell’area che le interessa.
Da quanto esposto deriva che gli interventi che si potranno affrontare sono la verifica
attenta dello stato dell’impermeabilizzazione sulla copertura piana, la sostituzione dei
serramenti che oggi compongono i torrini/lucernari presenti sulla copertura stessa.
Questi potranno essere sostituiti con serramenti in acciaio e policarbonato a forma di
volta a botte. All’interno potranno essere eseguiti gli stessi interventi di coibentazione,
realizzazione del vespaio aerato e della nuova pavimentazione oltre alla
controsoffittatura già previsti per il Lotto 1. Come sopra indicato, gli interventi descritti
all’interno potranno non essere eseguiti nella porzione di lotto che contiene le sale
prova musica, proprio in considerazione della loro indipendenza sotto il profilo igienico-
sanitario e termotecnico.
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Lotto 3
L’ultimo fabbricato che potrà essere oggetto d’intervento è a pianta quadrata ha
un’area di circa 600 mq, con copertura tipo “shed”.
L’edificio è realizzato con una struttura in cemento armato che dovrà sicuramente
essere oggetto di indagini in merito al suo stato conservativo. Solo in seguito potrà
essere definito correttamente come procedere nel suo recupero.
Sulla copertura si potrà prevedere la sostituzione delle tegole in laterizio presenti con
lastre in lamiera metallica coibentate. Potranno inoltre essere sostituiti i serramenti
presenti negli shed con nuovi serramenti dotati di superficie trasparente in
policarbonato.
Sull’involucro esterno le opere necessarie sono le medesime previste per gli altri lotti:
sostituzione dei serramenti, risanamento di tinte e intonaci interni ed esterni e
applicazione di isolamento “termico a cappotto” sulla superficie interna.
Sul lato che si affaccia verso il ristorante sarà realizzata un’uscita d’emergenza.
All’interno, sarà anche qui necessario un nuovo vespaio e un nuovo pavimento isolato
dal sottosuolo.
2.4. Gli impianti
Stato attuale
Attualmente la zona che è stata oggetto della vecchia riqualificazione è servita, dal
punto di vista degli impianti termici, da una centrale termica posta in un angolo del
cortile minore (ingresso da via Cecchi, 17), composta da un involucro da esterno nel
quale sono installati 2 moduli termici a condensazione, alimentati a gas metano, da 170
kW ciascuno, e vi è la predisposizione per installarne altri due aventi stessa potenzialità.
Adiacente alla Centrale Termica vi è una sotto-centrale di scambio fluidi che serve le
attuali utenze con il metodo definito a "spillamento". Le partenze sono quindi dotate di
elettropompe ed, eventualmente, di valvole a tre vie per regolare la temperatura di
alimentazione dei terminali che funzionano a bassa temperatura (ventilconvettori) o con
regolazione climatica (radiatori).
L'impianto elettrico è composto da un quadro generale di fabbricato dal quale partono
le linee che servono i quadri di zona degli edifici che sono già stati oggetto di
ristrutturazione.
Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10
L'intervento previsto in questa fase consiste nell'eliminazione della Centrale Termica
attualmente a servizio degli edifici che insistono sul cortile maggiore (ingresso da via
Cecchi, 21) ed il conseguente ribaltamento delle utenze sulla Centrale Termica installata
nel cortile minore, che verrà ampliata mediante l'installazione di due moduli aggiuntivi
aventi potenza di 170 kW ciascuno, vedi schema funzionale Allegato 10.
L'allaccio tra la Centrale Termica posizionata nel cortile minore e le tubazioni
dell'impianto esistente avverrà mediante tubazioni da teleriscaldamento installate in
scavo nel terreno.
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In questa fase è anche prevista l'esecuzione di un gruppo di servizi igienici. I carichi
(acqua calda e fredda) saranno anch'essi derivati dalla Centrale Termica posta in cortile
e le tubazioni passeranno nello scavo. Gli scarichi saranno convogliati in una colonna
attualmente esistente nelle vicinanze. L'impianto elettrico sarà derivato dall'attuale
quadro generale e sarà composto da un quadro di zona, linee elettriche a controsoffitto
o incassate nelle murature, corpi illuminanti e prese di potenza.
Per consentire la corretta aerazione dei locali verrà installato un estrattore che garantirà
i necessari ricambi aria (6 V/h) in tutti i locali servizi igienici.
Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9
Impiantisticamente, gli interventi futuri, seguiranno gli interventi edili, e saranno
finalizzati, principalmente, a mettere in sicurezza i locali, prevalentemente in campo
elettrico.
Saranno pertanto derivate delle nuove linee, dal quadro generale di fabbricato, che
alimenteranno quadri di zona che, a loro volta, alimenteranno i corpi illuminanti e le
prese di potenza.
Ove se ne riscontri la necessità, sarà installato un sistema di rivelazione fumi composto
da una centralina e da rilevatori (puntuali o lineari) che segnalerà l'allarme incendio
mediante sirene o avvisatori ottico/acustico.
2.5. Superamento delle barriere architettoniche
Secondo quanto previsto dalla normativa vigente sul superamento delle barriere
architettoniche per le opere pubbliche e comunque per i locali ad uso pubblico, il
presente impianto sarà accessibile in tutte le sue parti nessuna esclusa.
Tutti i locali in progetto sono accessibili dal cortile interno attraverso rampe, quando
necessario, che permettono il superamento dei dislivelli tra le varie pavimentazioni
interne e quelle esterne.
L’intervento che oggi si propone, ma anche quelli che potranno essere in futuro
realizzati nel caso in cui intervenissero ulteriori fondi non modificano le caratteristiche
di accessibilità dei locali. Questi si presenteranno sempre come degli ampi spazi privi di
dislivelli interni tra le pavimentazioni, che non genereranno alcun problema nella loro
fruizione da parte di persone con disabilità motorie.
Tutti i nuovi serramenti che si installeranno potranno essere utilizzati come uscite di
sicurezza dai locali e sono ugualmente fruibili anche da persone diversamente abili,
eliminando la necessità di creare spazi calmi di sosta che conservano comunque un
certo livello di rischio.
I bagni che si prevede di realizzare subito sono ampi, rispettano abbondantemente le
dimensioni minime richieste dalla norma, e saranno dotati di tutti gli accessori necessari
per la fruizione da parte di tutti.
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2.6. Sicurezza e prevenzione incendi
Non essendo oggi definito con precisione quali saranno le attività che verranno svolte
all’interno dei locali si è ritenuto opportuno realizzare verso il cortile interno una serie di
nuovi serramenti con una logica modularità e tutti apribili verso l’esterno e utilizzabili
come uscite di sicurezza. Questo lascia la massima libertà nella scelta delle attività
future che potranno insediarsi e nella distribuzione interna degli ambienti, consentendo
sempre il corretto deflusso delle persone come previsto dalle vigenti normative di
sicurezza. Le uscite sono tutte previste apribili a semplice spinta verso i cortili interni
con percorsi di lunghezze adeguate.
Il recupero delle strutture portanti degli edifici verrà effettuato nel rispetto di specifiche
caratteristiche di resistenza al fuoco sufficienti a garantire l’evacuazione di tutte le
persone prima del loro collasso.
Tutte le strutture, anche quelle non portanti, come anche tutti gli arredi avranno una
capacità di reazione al fuoco bassa o nulla.
Tutto il centro sarà dotato di impianti di protezione dagli incendi sia di natura idraulica
che elettrica.
Un’apposita relazione su questo argomento verrà redatta in fase di stesura dei progetti
definitivi insieme al progetto specifico che sarà sottoposto ad approvazione preliminare
del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
2.7. Igiene e sanità
Non ci dilungheremo in questo capitolo a descrivere ogni aspetto relativo a questo
argomento quali per esempio le tipologie di sanitari che andranno utilizzati o materiali
di rivestimento, ma sottolineeremo quegli aspetti fondamentali che hanno fortemente
caratterizzato le scelte progettuali.
Pur affrontando interventi non particolarmente invasivi sulle facciate, si è provveduto a
verificare che i rapporti minimi di legge tra l’aerazione e l’illuminazione dei locali con le
superfici di pavimento presenti fossero ampiamente rispettati. Anche la scelta di ridurre
le superfici con serramenti verso il cortile interno è stata dettata dall’esigenza di ridurre
l’illuminazione maggiormente derivante da sud, poco utile anzi in alcuni casi dannosa
per le attività che potranno insediarsi nei locali. La conservazione dei serramenti verso
le strade pubbliche è risultata invece la migliore soluzione anche sotto il profilo igienico-
sanitario: la loro esposizione, maggiormente rivolta a nord rispetto alle facciate del
cortile, consente un’illuminazione più dolce e uniforme dei locali, un’illuminazione più
idonea alle attività interne.
Il nuovo blocco di servizi igienici è invece stato posizionato in zona meno illuminata e
aerata naturalmente; le aerazioni necessarie saranno comunque ottenute mediante
l’utilizzo di adeguati impianti di aspirazione.
Un altro aspetto di particolare importanza per la salubrità degli ambienti riguarda la
presenza di un vespaio aerato sotto le pavimentazioni esistenti, finalizzato a separare
dal terreno i locali adibiti all’uso da parte delle persone. Oggi tale vespaio non è
presente nei locali oggetto di recupero ed è pertanto necessario prevederne la
realizzazione. Considerati i fondi oggi a disposizione e gli interventi di recupero
privilegiati, si è previsto di realizzare subito il vespaio solo sotto il nuovo blocco dei
servizi igienici. Tale vespaio aerato verrà realizzato con moduli prefabbricati in plastica
“igloo” ricoperti con un getto di calcestruzzo. Sopra il vespaio verranno posizionati gli
isolamenti termici e le pavimentazioni finali, ottenendo un adeguato livello di salubrità
dei locali.
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Se dovessero arrivare ulteriori fondi per il recupero del centro la realizzazione del
vespaio aerato nei diversi lotti sarà una delle prime lavorazioni che verrà eseguita.
Interventi di ripristino degli intonaci, di sostituzione dei serramenti, di inserimento di
cappotti interni alle pareti di tamponamento e tinteggiature concorreranno a migliorare
il livello di comfort, igiene e sanità richiesto dalle norme e dalla buona regola d’arte.
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3. QUADRO ECONOMICO E TEMPI D’ESECUZIONE
Qui di seguito sono riportati gli importi generali dei lavori. Viene indicato l’importo
complessivo dei lavori che si prevede di effettuare in questa fase, secondo i
finanziamenti disponibili dal bando per il recupero delle aree urbane degradate, e
successivamente gli importi per gli ulteriori interventi che si potrebbero effettuare nel
centro nel caso in cui confluissero ulteriori fondi per il suo recupero.
I valori di seguito indicati sono stati ottenuti attraverso stime analitiche preliminari
aventi come base importi definitivi di lavori di recupero analoghi effettuati in Torino, gli
importi definitivi dei lavori effettuati nel centro civico nel primo intervento effettuato
negli anni tra il 2009 e il 2011 e il prezzario della regione Piemonte in corso di validità.
Tutti gli importi indicati sono comprensivi dell’IVA e delle spese tecniche secondo le
normative oggi vigenti.
I tempi di esecuzione non comprendono quelli necessari per la redazione dei progetti e
l’ottenimento dei necessari permessi per iniziare i lavori.
Si precisa che le fasi di lavoro, sia quella che si prevede di eseguire oggi secondo i
finanziamenti disponibili che quelle future, sono totalmente indipendenti tra loro dal
punto di vista funzionale.
Lavori previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10:
Area interessata Importo
Tempi
d'esecuzione
Lotti 1 e 2 € 800.000,00 12 mesi
Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9:
Area interessata Costo
Tempi
d'esecuzione
Lotto 1 € 400.000,00 6 mesi
Lotto 2 € 400.000,00 6 mesi
Lotto 3 € 1.000.000,00 12 mesi
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |17
5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Foto 1 – Vista dall’alto di Torino con indicata l’area d’intervento – Estratto da Google
Foto 2 – Vista dall’alto delle Ex Officine Comunali – estratto da Google
Foto 3 – Vista delle ex Officine Municipali dall’angolo tra le vie A. Cecchi e F. Cigna
Foto 4 – Vista di una porzione del muro verso via F. Cigna delle ex Officine Municipali
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |18
Foto 5 – Vista dello stato di conservazione di una porzione delle murature perimetrali verso il via F. Cigna
Foto 6 – Vista dal cortile interno dell’edificio a pianta quadrata con copertura a shed – Lotto 3
Foto 7 – Vista dal cortile interno degli edifici a copertura piana – Lotto 2
Foto 8 – Vista dal cortile interno degli edifici con copertura a falde – Lotto 1
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |19
Foto 9 – Vista dall’interno di una porzione della copertura a falde dei locali che costeggiano via A. Cecchi – Lotto 1
Foto 10 – Vista dello stato di conservazione dei pilastri lato cortile dei locali che costeggiano via A. Cecchi – Lotto 1
Foto 11 – Vista dello stato di conservazione di una porzione delle murature perimetrali verso il cortile interno – Lotto 2
Foto 12 – Vista dello stato di conservazione di una porzione del cornicione verso il cortile interno – Lotto 2
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |20
Foto 13 – Vista dall’interno di una porzione della copertura dell’edificio con gli shed – Lotto 3
Foto 14 – Vista dall’interno di una porzione della copertura dell’edificio con gli shed – Lotto 3
Foto 15 – Vista dell’ingressa al civico 17 – Porzione di officine ristrutturate tra il 2009 e il 2011
Foto 16 – Vista dal cortile piccolo interno di alcuni dei locali recuperati nell’intervento realizzato tra il 2009 e il 2011
Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |21
6. ALLEGATI
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Torino Progetto Aurora

  • 1.
  • 2. La Città intende aderire al Bando pubblicato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2015 concernente “interventi di riqualificazione sociale e culturale delle aree degradate” presentando una proposta di progetto affinché venga inserita nel Piano Nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate . L’area considerata è nell’ambito della Circoscrizione 7 ed è identificabile con parte del quartiere Aurora, i confini sono compresi tra corso Vigevano a Nord, via Bologna a est, Lungo Dora Napoli a sud e corso principe Oddone a ovest. L’analisi sulla composizione sociale, meglio approfondita negli allegati specifici ai singoli progetti, ha indirizzato a considerare sostanziale un intervento dell’Amministrazione in quest’area. La prospettiva di poter realizzare in modo coordinato molteplici interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale su questa porzione di quartiere consente di immaginare un’azione che possa mettere le basi per una rigenerazione urbana più ampia e duratura. Ancora più efficace nel possibile risultato sarà la messa in atto di una riqualificazione fisica di strutture edilizie, infrastrutture viarie e degli spazi pubblici connessi volto al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. In relazione al progetto di riqualificazione dello spazio urbano l’intervento prende in esame un’area comprendente l’asse di via Cecchi nel tratto tra via Cigna e corso Emilia su cui affaccia il complesso delle ex officine di manutenzione del Comune. L’azione progettuale si sviluppa intorno al fulcro rappresentato da questa struttura; il complesso di edifici da cui essa è composta è articolato attorno a una corte in diretta connessione con via Cecchi. Attualmente una porzione dell’edificio è già stata riqualificata e, in questo spazio, gravitano alcune attività rivolte al territorio e attrattive rispetto alla popolazione; tali attività sono riunite nel cosiddetto “Cecchi point“, che comprende un centro di protagonismo giovanile, un hub multi culturale e dei laboratori aperti ai cittadini. Questo tratto di via ospita anche un complesso scolastico (comprendente la piscina Cecchi) che ha due accessi distinti per la scuola elementare Parini e la scuola media Morelli oltre alla scuola materna municipale posta all’angolo con corso Emilia. Poco distante, su corso Vercelli, è la sede della Circoscrizione 7: un insieme di strutture e di servizi tramite le quali potranno anche essere indirizzate le azioni sul tessuto sociale. Per quanto concerne lo spazio pubblico afferente l’intervento preso in esame, esso è definito dai sedimi di via Cecchi e corso Emilia. Questi due assi viari dotati di una sezione stradale molto ampia ma la loro percorribilità pedonale è in parte difficoltosa a causa della limitata dimensione dei marciapiedi e alcuni degli attraversamenti pedonali presentano ancora barriere per disabili motori. Il quadro delle infrastrutture viarie si presenta inadeguato e, in parte, potenzialmente pericoloso rispetto alla significativa concentrazione di funzioni insediate nel luogo; la presenza di significativi flussi pedonali, che in determinati orari può essere elevata a causa della presenza delle scuole e della piscina così come delle potenzialità espresse dalle iniziative presenti e future offerte agli abitanti dal polo dell’attuale “Cecchi Point”, rende auspicabile un intervento di riqualificazione dei percorsi pedonali e degli spazi pubblici connessi. Per quanto riguarda il complesso delle ex officine dei magazzini comunali esso è, al momento, usato solo parzialmente rispetto alle sue potenzialità e alcuni degli immobili che lo compongono sono inagibili; lungo via Cigna e via Cecchi gli ex magazzini si allineano con una lunga cortina muraria priva di aperture che contribuisce ad un’immagine complessiva di apparente abbandono e degrado dello spazio pubblico corrispondente. I fabbricati sono di varie epoche e con aspetti costruttivi differenti: quelli prospettanti sulle vie Antonio Cecchi e Francesco Cigna sono caratterizzati da copertura a falde mentre, all’interno del cortile, vi è un edificio di maggiori dimensioni a pianta quadrata con una copertura a shed. Nel complesso i tetti versano in condizioni di degrado più o meno avanzato; le tegole sono in parte danneggiate e mancanti, facilitando il deterioramento dell’orditura lignea sottostante e delle capriate in ferro a causa delle infiltrazioni delle acque meteoriche. Lo stato attuale delle strutture presenta comunque un degrado non così elevato da impedirne il recupero edilizio e la rifunzionalizzazione. La presente relazione tecnica è stata sviluppata dai competenti Servizi tecnici comunali, rispettivamente per il recupero degli immobili delle ex officine comunali e per il progetto di riqualificazione degli spazi pubblici. La singole relazioni illustrano in dettaglio gli aspetti progettuali dall’analisi del contesto alle scelte di progetto. La definizione puntuale degli obiettivi realizzata in questi studi di fattibilità, renderà tempestivo lo sviluppo dei progetti nelle varie fasi preposte dalla legge, e la conseguente attuazione delle opere
  • 3.
  • 4. Inquadramento L’intervento prende in esame una porzione di spazio urbano comprendente l’asse di via Cecchi nel tratto tra via Cigna e corso Emilia. L’azione progettuale si sviluppa intorno ad un fulcro rappresentato dalle ex officine di manutenzione del Comune; il complesso di strutture è articolato attorno a una corte in diretta connessione con via Cecchi. Attualmente una porzione dell’edificio è già stata riqualificata e gravitano sullo spazio alcune attività, rivolte al territorio e attrattive rispetto alla popolazione, riunite nel cosiddetto “Cecchi point“ che comprende un centro di protagonismo giovanile, un hub multi culturale e dei laboratori aperti ai cittadini. Questo tratto di via ospita un complesso scolastico (comprendente anche la piscina Cecchi) che ha due accessi distinti per la scuola elementare Parini e la scuola media Morelli oltre alla scuola materna municipale posta all’angolo con corso Emilia. Poco distante, su corso Vercelli, è la sede della Circoscrizione 7. Per quanto concerne lo spazio pubblico afferente l’intervento preso in esame, esso è determinato dai sedimi di via Cecchi e corso Emilia, assi viari dotati di una sezione stradale molto ampia. In particolare, per quanto riguarda via Cecchi, questa ampiezza (che permette una velocità di percorrenza sostenuta) contraddice palesemente l’indicazione data dalla segnaletica stradale di velocità massima a 30 all’ora; al contempo la percorribilità pedonale è in parte difficoltosa data la limitata dimensione dei marciapiedi e alcuni degli attraversamenti pedonali presentano ancora barriere per disabili motori. L’incrocio tra via Cigna e via Cecchi al momento consiste in un’ampia e disorientante intersezione veicolare con attraversamenti pedonali di lunghezza eccessiva e spesso ostruiti da mezzi posteggiati impropriamente. Il quadro delle infrastrutture viarie si presenta quindi in parte inadeguato e potenzialmente pericoloso rispetto alla significativa concentrazione di funzioni insediate nel luogo; la presenza di flussi pedonali, che in determinati orari può essere elevata a causa delle scuole e della piscina così come delle potenzialità espresse dalle iniziative presenti e future offerte agli abitanti dal polo del “Cecchi Point”, rende auspicabile un intervento di riqualificazione dei percorsi e degli spazi pubblici connessi. Breve storia della Borgata Aurora a cura di Guido Giorza La borgata Aurora è costituita da due nuclei separati, uno, tra Corso Vercelli e via Cigna, con una storia legata alle industrie, e l'altro, lungo la Dora e sino alla via Bologna, tipico esempio di agglomerato operaio otto-novecentesco. Dell'antica cascina che dà nome al quartiere, che sorgeva all'angolo tra gli attuali C.so Giulio Cesare (un tempo Strada Nuova d’Italia) e Corso Emilia, non rimane nulla, così come nulla resta dei campi coltivati a cereali, dei prati e delle cascine isolate presenti sino alla seconda metà dell'800. I terreni ad est della Strada Reale d'Italia, l'attuale Corso Vercelli, tra la Dora e la Cinta Daziaria del 1853, risultano utilizzati ai fini agricoli sino alla fine dell'800, nonostante l’insediamento in zona di alcune piccole realtà produttive, soprattutto nel campo della chimica, del tessile e della meccanica, poi diventate grosse realtà. Prima del tracciamento, nel 1830, della Strada Nuova d'Italia, l'attuale Corso Giulio Cesare, e della costruzione del Ponte Mosca, questo territorio era attraversato, oltre che dal grande asse di collegamento extraurbano della Strada Reale d’Italia, da altre due strade, una diretta verso l’Abbadia di San Giacomo di Stura (attuali vie Chivasso ed Aosta), l’altra verso la Venaria Reale e le Valli di Lanzo (le attuali vie Antonio Cecchi, Giachino e Stradella).
  • 5. La tortuosa Strada dell’Abbadia aveva inizio sulla sponda sinistra della Dora in prossimità dell’attuale Piazza Borgo Dora, in corrispondenza, inizialmente, di una guado lungo il torrente (sino al Medioevo), poi di un ponte di barche (nel ‘500) ed infine da un ponte prima di legno e poi in muratura, passava accanto alla Cascina Aurora e, dopo avere sfiorato la periferica borgata delle Maddalene, raggiungeva il greto della Stura di Lanzo, laddove oggi termina la Strada dell'Arrivore, dove c’era un traghetto gestito dai Monaci Vallombrosiani di San Giacomo di Stura. La Strada della Venaria, invece, si dirigeva verso nord-ovest con andamento rettilineo a partire dalle sponde della Dora e giungeva sino alla dimora Reale, per poi procedere verso le Valli di Lanzo, costeggiata nel suo primo tratto da una piccola borgata, il ‘Pavön’, individuabile nell’attuale isolato racchiuso da Corso Giulio Cesare, Corso Emilia, Corso Vercelli e il Lungo- Dora Napoli. La Strada della Venaria era un ampio viale alberato percorso da eleganti carrozze dirette al Castello ma anche da semplici carri trainati da buoi o da cavalli che portavano in città i prodotti della campagna. Nel 1812, però, qualcosa cambia i destini di questa zona della città. In vicinanza dell’antico Convento delle Maddalene, all’epoca ormai abbandonato e rimpiazzato da una cascina chiamata ‘La Bisognosa’, lungo l’attuale via Aosta, si insedia una grande Fabbrica Chimica per la produzione di acido solforico e concimi, di proprietà del Conte Vittorio Felice Sclopis, Parecchi anni dopo, lo scavo del Canale Ceronda a nord della Dora, decretato nel 1864 come misura di ripiego per incrementare lo sviluppo industriale della Città, privata del ruolo di Capitale a vantaggio prima di Firenze e poi di Roma, favorirà l'insediamento di altri grandi stabilimenti industriali, tra cui la Ansaldi, per la produzione di macchine tipografiche, macchine agricole e materiale d’artiglieria, entrata in produzione nel 1899 e divenuta poi F.I.A.T. Grandi Motori per la produzione dei motori delle navi 15 anni più tardi, ed altre industrie del settore meccanico, tessile e conciario. Un paesaggio fatto di ciminiere, case da reddito, casette e cascinotti descritto da Edmondo De Amicis nel suo celebre testo intitolato ‘La carrozza di tutti’, dato alle stampe nel 1896: “…Entravamo allora in quel largo corso Vercelli, ai due lati del quale si aprono strade e vicoli che si perdono nei campi e s'alzano camini di officine da ogni parte, in mezzo a case disuguali e sparse, che paion d'un villaggio, ma che serbano ancora nell'architettura, nei colori nelle botteghe, in qualche cosa che sfugge alla parola l'aspetto assestato e rigido dei quartieri centrali di Torino….” Negli anni ’20 del ‘900 il territorio dell’Oltre-Dora, in piena attività, non sarà certo il luogo più ameno e salubre della città, almeno a giudicare da quanto ci racconta nel 1926 Pietro Abate Daga nel suo saggio ‘Alle Porte di Torino’: “… Già allo sguardo dell’osservatore si prospettano il grande edificio della Manifattura Gilardini (sul Lungodora, stabilimento in cui inizialmente si producono ombrelli) e le alte ciminiere degli stabilimenti industriali, ergentesi nere e fumanti come altrettante bandiere del lavoro. Ma l’occhio volge istintivamente verso il letto della Dora, convinto che esso dovrebbe offrire un ammirevole quadro della Natura. Quale disillusione! L’alveo, le sponde, l’acqua stessa non potrebbero mostrarsi in condizioni più miserevoli: neppure l’ombra di una decorosa sistemazione, ……., non acqua chiara e limpida, ma un liquame, rifiuto dei canali industriali….” Un tributo che l’ambiente della Torino industriale ha dovuto pagare per molti decenni, in nome del progresso e della produzione….. Nei decenni successivi, però, le condizioni ambientali gradualmente miglioreranno e la Borgata Aurora, che confermerà il suo ruolo di quartiere industriale sino agli anni ’50 del ‘900, si trasformerà definitivamente in uno dei più popolosi quartieri della città, con notevoli ed eleganti esempi di architettura liberty sparsi lungo le sue strade. Oggi il quartiere Aurora, con le sue vecchie case a ringhiera, i suoi edifici moderni, le sue lunghe strade rettilinee, si è trasformato in un quartiere multietnico, luogo di confronto e di integrazione, di speranza e di innovazione. Se ci si sofferma un po’ ad assaporarne l’atmosfera restano, qua e là, alcuni segni della sua antica storia. Una storia semplice… ma vera.
  • 6.
  • 7. Obiettivi Il progetto si propone di ridefinire i parametri di utilizzo dello spazio urbano che nello stato attuale è incentrato esclusivamente sulla viabilità. Una riflessione sviluppata tramite la chiave di lettura della mobilità sostenibile richiede un approccio nuovo per questo ambito urbano: è necessario attuare delle soluzioni che restituiscano più spazio ai pedoni e, soprattutto, più spazio qualitativo, intendendo per qualità la possibilità di scambio e relazione con le altre persone senza perdere di vista l’obiettivo della definizione di luoghi più piacevoli, soprattutto con la reinterpretazione dell’ambiente “strada”. Le proposte progettuali, quindi, interessano sia gli spazi pedonali che la viabilità favorendo i percorsi naturali di collegamento tra le attività quotidiane al fine anche di rivitalizzare quella porzione di quartiere: condizione questa imprescindibile poiché la presenza viva di abitanti negli spazi pubblici e nelle differenti attività affacciate ad esso costituisce miglior presidio del territorio. Le condizioni per un miglioramento della viabilità locale si stanno per concretizzare con la progressiva attuazione della trasformazione della Spina Centrale che si sviluppa sopra il passante ferroviario. La nuova viabilità che verrà messa in funzione sarà in grado, in tempi brevi, di assorbire gran parte del traffico di attraversamento nord sud che attualmente è concentrato lungo via Cigna. Con quella prospettiva concreta ed efficace di alleggerimento del traffico locale, questo progetto ridefinisce l’incroci di via Cecchi con via Cigna e corso Emilia ampliandone gli spazi pedonali. Per quanto riguarda il primo dei due nodi, è’ infatti obiettivo coordinato con il progetto di recupero dell’edifico aprire un nuovo accesso pedonale posto sull’angolo tra via Cigna e via Cecchi, dando maggior visibilità e immediatezza di identificazione al polo di quartiere.
  • 8. Il progetto I temi sviluppati dallo studio di fattibilità consistono negli incroci di via Cigna e corso Emilia con via Cecchi, il tratto di via Cecchi compreso tra questi due incroci e il collegamento al Lungo Dora Napoli tramite via Mondovì. Saranno ridisegnate le banchine pedonali in corrispondenza dei nodi indicati determinando dei percorsi più sicuri e riconoscibili. La riqualificazione porrà attenzione anche alla eliminazione delle barriere architettoniche ancora presenti; la realizzazione, dove possibile, degli attraversamenti pedonali a livello delle banchine dei marciapiedi faciliterà l’abbattimento delle barriere fisiche per i disabili motori; a questo occorrerà aggiungere eventuali elementi tattili per la percorribilità facilitata dei disabili visivi. In corrispondenza dell’ingresso alle scuole e al centro polifunzionale verrà ridefinita la sezione stradale di via Cecchi restringendola ad una larghezza di 7,50 metri: questo consentirà l’ampliamento dei marciapiedi a vantaggio dei percorsi pedonali e, grazie al corrispondente rialzo della carreggiata, determinerà un notevole rallentamento di automobili e mezzi pubblici. In particolare di fronte all’ingresso dell’attuale Cecchi Point, lo spazio pedonale occuperà anche l’area destinata ai parcheggi consentendo la creazione di una piccola piazzetta di accesso alle attività del centro. L’incrocio di via Cigna verrà ridefinito con l’ampliamento dei marciapiedi in corrispondenza degli attraversamenti pedonali al fine di impedire la sosta impropria delle auto, ma anche con l’obiettivo di valorizzare un nuovo ingresso al complesso delle ex officine comunali che verrà aperto sull’angolo nord ovest dell’edificio in corrispondenza dell’incrocio. Non secondario sarà la riduzione dell’attraversamento stradale per i pedoni, condizione che migliorerà notevolmente la sicurezza. Verrà riqualificata anche una parte di area all’interno della corte, in corrispondenza del nuovo ingresso. In questo casi si prevede il riutilizzo dei materiali lapidei delle pavimentazioni storiche della città, materiali presenti in alcune degli edifici del complesso dei magazzini comunali oggetto del restauro, laddove verranno rimossi per la creazioni di vespai potranno essere impiegati in un disegno di pavimentazione per la corte interna. Anche le infrastrutture semaforiche saranno adeguate ai nuovi spazi: per quanto riguarda l’incrocio Cigna – Cecchi, verrà integralmente sostituito l’impianto con 8 nuove paline posizionate secondo la nuova conformazione dei marciapiedi e l’intero impianto sarà adeguato al nuovo Codice della Strada. L’incrocio tra via Cecchi e corso Emilia sarà realizzato con una intersezione a rotatoria portando un notevole vantaggio ambientale per la riduzione di smog e un risparmio per la città in termini di costi di gestione futura. Il tratto di via Mondovì sarà modificato portando la viabilità a senso unico e ampliando i percorsi pedonali consentendo una percorrenza delle bici in sicurezza per collegare la struttura riqualificata alla pista ciclabile del Lungo Dora. In coordinamento con l’ufficio biciclette verrà prevista una stazione di to-bike all’incrocio di via Cigna in prossimità quindi del nuovo ingresso al centro polifunzionale riqualificato. Da ultimo l’attraversamento di Lungo Dora Napoli andrà messo in sicurezza e andranno eliminate le barriere ancora presenti; questo consentirà un collegamento ciclo pedonale al corrispondente ponte pedonale sulla Dora oltre ad un collegamento all’area di parcheggio di san Pietro in Vincoli. I materiali per le pavimentazioni dovranno coordinarsi con le differenti tipologie di marciapiedi presenti; in particolare le parti pavimentate in pietra di fronte agli accessi verranno ampliate con un disegno rispettoso della pavimentazione storica in lastre di luserna e al contempo in grado di reinterpretarne il ruolo con nuove partiture. Gli spazi saranno completati con la posa di arredi, potrà anche essere sperimentata una collaborazione con la creatività e le manualità artigianali già presenti o messe in gioco nell’ambito di azioni di coinvolgimento di giovani, artisti e artigiani locali. Si promuoverà un coordinamento con il programma di rinnovo dell’impianto di illuminazione pubblica che la città sta attuando, trasformando gli apparecchi con nuove sorgenti luminosa a Led . La trasformazione di quegli apparecchi, guidata dall’applicazione di nuove tecnologie, consentirà un notevole risparmio energetico: a parità di prestazioni illuminotecniche con sorgenti tradizionali è possibile un notevole abbattimento dei costi di gestione degli impianti di pubblica illuminazione; è possibile inoltre realizzare una illuminazione uniforme, priva di zone d’ombra, senza alcuna dispersione del flusso, contribuendo efficacemente alle politiche di riduzione dell’inquinamento luminoso.
  • 9. Alcuni dati tecnici e La superficie di area urbana riqualificata è di circa 15.000 mq. di cui 9000 mq. di spazio pubblico esterno e 2800 mq di corte interna e 3.200 di superficie coperta dell’edificio; l’entità di percorsi pedonali esistente coinvolta nella riqualificazione è di 2000 mq. a cui si andranno ad aggiungere 1400 mq. di nuove superfici pedonali. I tempi di esecuzione del progetto e delle opere aderiranno alle tempistiche richieste nelle successive specifiche del bando le opere saranno concluse entro la scadenza del 2017. L’importo complessivo dei lavori che si prevede di effettuare è di 500.000 €. Il valore è stato ottenuto attraverso stime analitiche preliminari aventi come base importi di opere analoghe effettuate dalla Città e il prezzario della Regione Piemonte in corso di validità. L’ importo è comprensivo dell’IVA e degli oneri a disposizione secondo le normative oggi vigenti. .
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  • 18. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |1 INDICE 1. INTRODUZIONE...............................................................................................................2 1.1. Aspetti generali ..................................................................................................................2 1.2. Il contesto: Il Quartiere Aurora............................................................................................3 1.3. L’intervento di oggi e gli interventi futuri.............................................................................5 2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO......................................................................................6 2.1. Lo stato attuale – Allegati 4 e 5............................................................................................6 2.2. Scelte Progettuali................................................................................................................7 2.3. Le opere edili......................................................................................................................9 Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10..................................................................... 10 Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9................................................................................... 11 2.4. Gli impianti.......................................................................................................................12 Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10..................................................................... 12 Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9................................................................................... 13 2.5. Superamento delle barriere architettoniche ......................................................................13 2.6. Sicurezza e prevenzione incendi ........................................................................................14 2.7. Igiene e sanità...................................................................................................................14 3. QUADRO ECONOMICO E TEMPI D’ESECUZIONE..............................................................16 5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA................................................................................17 6. ALLEGATI ......................................................................................................................21
  • 19. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |2 1.INTRODUZIONE 1.1. Aspetti generali Il presente documento descrive brevemente e preliminarmente il progetto che si sta sviluppando per la seconda fase dell’intervento di recupero funzionale delle “Ex Officine Comunali” di via Antonio Cecchi nn. 17 e 21 all’angolo con via Francesco Cigna, finalizzato all’utilizzo quale centro civico polivalente. La prima fase dell’intervento aveva interessato i fabbricati in prossimità del civico 17 di via A. Cecchi. L’intervento qui proposto estende l’opera di recupero al resto delle ex officine, ed è finalizzato a recuperare alcune parti delle officine che versano oggi in gravi condizioni di degrado. L’intervento migliorerà le condizioni di utilizzo dell’edificio consentendo alle attività presenti di crescere e fornire un servizio sociale importante al quartiere Aurora, alla Circoscrizione VII e anche a tutta la città di Torino. L’intervento, peraltro, è fortemente richiesto dal successo che il centro ha avuto in questi primi anni di utilizzo. L’elevato livello d’immigrazione presente nel quartiere Aurora come anche in quelli adiacenti impone la presenza di un luogo di aggregazione che agevoli l’incontro tra le diverse culture presenti. L’intervento è volto al recupero di fabbricati all’interno dei quali si potranno creare i presupposti per un vero approccio interculturale e non multiculturale al problema dell’immigrazione, creando un centro polifunzionale di integrazione, ma anche un incubatore di idee promosse dal mondo giovanile. Attraverso gli interventi in progetto si desidera aggiungere un tassello nella trasformazione del Centro Cecchi in un luogo in cui si sperimenta, si crea e si cresce intrecciando nuove relazioni, luogo in cui si promuovono percorsi volti allo sviluppo dell’imprenditorialità, ma anche centro di sostegno per persone diversamente abili attraverso laboratori e stage organizzati anche attraverso attività di volontariato.
  • 20. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |3 1.2. Il contesto: Il Quartiere Aurora Sviluppo e collocazione Il quartiere si estende attualmente su entrambe le rive della Dora Riparia a cavallo tra la zona centrale di Torino e la periferia Nord-Ovest ed è caratterizzato da cinque nuclei fondamentali: - Il rione Valdocco caratterizzato dalla presenza del Santuario di Maria Ausiliatrice, - Il rione Borgo Dora, l’abitato antico, all’interno del quale troviamo il “Mercato delle Pulci” anche chiamato “Baloon” e che si sviluppa attorno la via San Giuseppe Benedetto Cottolengo, - Il rione di Porta Palazzo sede del più grande mercato scoperto della città, - L’area racchiusa tra Corso Giulio Cesare, Corso Vigevano e la Dora interessata dalla prima e dalla seconda industrializzazione della città, - Il Borgo Rossini zona di vecchia edificazione cresciuta con un mix di residenza, industria, commercio e artigianato. Gli edifici testimoniano le numerose trasformazioni che il quartiere ha subito negli ultimi tre secoli. Rimangono ad oggi diversi segni delle canalizzazioni e delle officine azionate dall’energia idraulica. Gli edifici industriali rappresentano i diversi mutamenti subiti dalle aziende con il passare del tempo. Breve storia Il quartiere Aurora nasce lungo un canale derivato dalla Dora nel tardo Medioevo. Tale canale prende il nome di Canale Del Mulino e attorno ad esso il quartiere è costituito da un piccolo gruppo di opifici azionati da ruote idrauliche. Esso prese consistenza tra il ‘600 e il ‘700 insieme agli edifici residenziali attorno alla Porta Doranea (Piazza della Repubblica). Nel quartiere si potevano trovare concerie, battitori da panno, peste da canapa e da olio, e su tutti dominava il complesso dei Molassi, i più importanti mulini per granaglie della città. Qui sorgevano al tempo i due più grandi setifici del regno Sabaudo e la Regia Polveriera oggi trasformata in Arsenale della Pace a cura del Sermig. Nel 1832 apre la Piccola Casa della Divina Provvidenza meglio conosciuta come il Cottolengo dal nome del suo fondatore. Il quartiere contava già 20.000 abitanti intorno al 1850. Nel passato più recente e precisamente nel 1964 Ernesto Olivero fonda il Sermig (Servizio Missionario Giovani) con l’obiettivo di aiutare i bisognosi attraverso attività di volontariato. La sua sede verrà trasferita nell’Arsenale della Pace nel 1983. Alla fine degli anni ’80 la chiusura di alcune grandi fabbriche come la Fiat Grandi Motori da inizio a un declino di residenti che verranno sostituiti in tempi più recenti da extracomunitari. Oggi il quartiere è in riqualificazione. Caratteristiche demografiche e socio-economiche Il quartiere Aurora ex Quartiere 7 è inserito all’interno della Circoscrizione VII. Secondo i dati statistici ricavati dal Comune di Torino – Circ. VII, conta nel suo complesso più di 40.000 abitanti equamente divisi tra uomini e donne. Il quartiere è caratterizzato da un forte livello di immigrazione per la maggioranza di nazionalità Rumena, Marocchina e Cinese, che si attesta in più del 25% degli abitanti residenti. In particolare la zona statistica 24 “Aurora” delimitata dai Corsi Vigevano, Novara, Via Bologna e la Dora racchiude in se circa il 50% della popolazione residente nell’intero quartiere mantenendo circa le stesse proporzioni indicate sopra con i residenti stranieri. Si riportano qui di seguito alcune tabelle redatte dal Comune di Torino - Ufficio di Statistica - via Frejus 21 - Elaborazione grafica - Centro di ricerca e documentazione della Circoscrizione 7- che descrivono in modo completo e esauriente il trend di sviluppo della popolazione residente nel quartiere e nella zona statistica 24 interessata dall’intervento.
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  • 22. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |5 Accessibilità Pur essendo situato molto vicino all’area centrale di Torino, il quartiere Aurora rimane comunque ben collegato alla tangenziale Nord attraverso Corso Regina, Corso Vercelli e Corso Giulio Cesare; da quest’ultimo si imbocca direttamente l’autostrada A4 per Milano. Inoltre percorrendo in direzione Nord via Cigna si accede direttamente al Raccordo autostradale Torino-Caselle (Aeroporto di Torino). Le nuove opere stradali costruite di recente e previste nel prossimo futuro miglioreranno ulteriormente l’accessibilità al quartiere e alla zona oggetto d’intervento. Il quartiere è inoltre servito dalla stazione ferroviaria Dora. 1.3. L’intervento di oggi e gli interventi futuri Considerate le disponibilità economiche di oggi, connesse al bando per il recupero delle aree urbane degradate, e considerata l’interazione che il centro deve avere con il tessuto urbano circostante, si prevede l’esecuzione di interventi di recupero che rispettando il “budget” abbiano il maggiore impatto visivo verso l’esterno. La logica di procedimento che si è voluto privilegiare è quella che mette al primo posto la messa in sicurezza dei locali insieme all’interazione con il tessuto urbano circostante, il tutto finalizzato appunto al recupero di quest’area degradata della città di Torino. Una volta raggiunto questo obbiettivo, si potrà provvedere ad intervenire migliorando la distribuzione interna degli spazi e meglio adattandoli alle specificità delle attività svolte. Eseguire nel suo complesso queste attività comporta costi superiori a quelli oggi disponibili, conseguentemente si è dato un ordine di importanza ai lavori da affrontare, dal quale si è definito l’intervento che si propone in questa fase, e gli interventi che si potrebbero eseguire in rapida successione nel caso intervenissero ulteriori fondi da destinare al recupero del centro. Naturalmente risulta oggi impossibile definire tutto ciò che si potrebbe fare, ma gli interventi che si descrivono successivamente come da eseguire in questa fase e nelle eventuali fasi successive, sarebbero comunque da affrontare a prescindere dalle attività che si deciderà di inserire in questo incubatore. Facendo seguito a quanto esposto, nella presente relazione si descrivono sia gli interventi che si intende affrontare subito con i fondi oggi disponibili che gli interventi che si potrebbero eseguire in fasi successive nel caso intervenissero ulteriori fondi a copertura dei lavori. Esula dall’obbiettivo degli interventi descritti nel presente documento la realizzazione completa e definita di tutto il centro, soprattutto per quanto concerne la distribuzione interna dei locali e la definizione delle specifiche destinazioni d’uso.
  • 23. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |6 2. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO Il nostro percorso, che analizza gli aspetti tecnici dell’intervento, parte dall’analisi delle attuali condizioni della struttura, per arrivare a descrivere in modo dettagliato il risultato finale e le opere necessarie per realizzarlo. 2.1. Lo stato attuale – Allegati 4 e 5 La piantina seguente riporta la suddivisione dell’impianto in aree secondo l’attuale e futura conformazione. Nelle pagine seguenti si farà riferimento ai nomi qui assegnati alle varie zone. Il complesso edilizio del centro Cecchi si sviluppa su una superficie di circa 6.000 mq di cui circa 3.200 coperti e i restanti di cortile scoperto. Di questi circa 950 mq di superficie coperta e 800 di quella scoperta sono stati recuperati nel primo intervento, zona contornata in blu, mentre i restanti sono oggetto di questo secondo intervento di recupero con esclusione dell’edificio attualmente occupato da Radio Blackout contornato in verde. Di seguito, quando non espressamente indicato, si tratterà esclusivamente dei fabbricati oggetto dell’intervento che oggi si propone di eseguire e che potrà essere eseguito in futuro in dipendenza dei fondi che confluiranno sul centro. Le parti interessate sono contornate in rosso nella planimetria precedentemente inserita. La superficie coperta è caratterizzata da fabbricati di diversa epoca di realizzazione e dalle caratteristiche costruttive differenti: quelli prospettanti sulle vie A. Cecchi e F. Cigna, identificati come Lotto 1, sono caratterizzati da copertura a falde. L’edificio identificato come “Lotto 2” è caratterizzato da una copertura piana, sulla quale sono presenti una serie di lucernari. Il terzo lotto è costituito da un edificio a pianta quadrata con copertura tipo “shed”. Lo stato attuale delle strutture presenta un degrado non così elevato da impedirne il recupero edilizio e la rifunzionalizzazione. Le coperture versano in condizioni di degrado più o meno avanzato; nella porzione caratterizzata da tetti a falde le tegole sono in parte danneggiate e mancanti, l’assenza di queste ultime ha facilitato il deterioramento dell’orditura lignea sottostante, che risulta marcia, e delle capriate in ferro, arrugginite a causa delle infiltrazioni. Le condizioni della copertura piana sono migliori, ma va verificato lo stato dell’impermeabilizzazione. Nel capannone a pianta quadrata, la copertura tipo “shed” ha un’impermeabilizzazione logora, viste anche le infiltrazioni riscontrate all’interno, e gli infissi danneggiati. Le lattonerie risultano in parte danneggiate e alcuni elementi risultano mancanti. Tutte le murature esterne, sia lato strada che lato cortile, sono in condizioni tali da necessitare di un risanamento sia delle tinte che degli intonaci. Come per le murature
  • 24. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |7 esterne, anche quelle che costituiscono le partizioni interne necessitano di risanamento di tinte e intonaci. I serramenti, sia quelli verticali che quelli negli shed e i lucernari nella copertura piana, sono danneggiati e non più rispondenti alle prescrizioni attuali di legge. Le pavimentazioni degli edifici identificati come “Lotto 1” sono in parte in lastre di pietra, eventualmente riutilizzabili all’esterno, e in parte in battuto di cemento. Una parte dell’edificio a copertura piana, identificato in pianta come “Lotto 2”, è già stata oggetto di recupero e al suo interno sono state collocate delle sale per attività musicali. La restante parte è parzialmente utilizzata come magazzino, caratterizzata da una pavimentazione in cemento e in parte ospita servizi igienici, non conformi agli standard minimi normativi attuali o non funzionanti. Nel capannone con pianta quadrata denominato “Lotto 3” è presente una pavimentazione in cemento e non sono presenti partizioni interne, alcuni elementi della struttura portante in cemento armato si sono danneggiati a seguito delle infiltrazioni e espongono i ferri dell’armatura. Nessuna delle pavimentazioni è dotata di vespaio, necessario per un adeguato livello igienico-sanitario laddove vi è presenza continuativa di persone. Il cortile attualmente è asfaltato in tutta la superficie. L’asfalto si presenta in condizioni critiche di conservazione, sono presenti evidenti e profondi avvallamenti del manto in diversi punti. 2.2. Scelte Progettuali Come precedentemente accennato in questa fase si prevede di intervenire dando primaria importanza alla messa in sicurezza dei locali e alla loro interazione con il tessuto urbano circostante. Oggi le officine si presentano, per le parti non ristrutturate, fatiscenti agli occhi di chi le vede dall’esterno, pur avendo al loro interno un enorme potenziale. L’area urbana circostante necessita di un segnale positivo, che è quello che si vuole dare in questa fase d’intervento sia sui fabbricati delle ex officine municipali che sulle infrastrutture adiacenti. Da questa necessità derivano le scelte di intervenire prioritariamente sui fabbricati adiacenti alle vie pubbliche Francesco Cigna e Antonio Cecchi, con particolare attenzione alle facciate sulle vie pubbliche. Il lotto 1 è naturalmente quello più visibile e di impatto della struttura intera. Ha una maggiore visibilità anche rispetto all’area con accesso dal civico 17 ristrutturata in passato. Pertanto si è deciso in prima battuta di intervenire sul suo involucro mettendolo in sicurezza, recuperandolo in continuità con quanto eseguito in passato, dando finalmente al centro quell’uniformità che mancava da troppo tempo. Il lotto 1 è posizionato sull’angolo formato dalle vie Cigna e Cecchi, e quello smusso creato all’incrocio tra le due maniche del lotto ha sempre rappresentato il punto più idoneo per l’ingresso principale al centro. Oggi finalmente abbiamo inserito la realizzazione di questo ingresso. Il nuovo ingresso pur rappresentando un costo minore dell’intervento, ne rappresenta forse l’elemento principale garantendo un collegamento importante tra il territorio circostante e il centro civico. All’interno si prevede la realizzazione di un nuovo blocco per i servizi igienici che è diventato fondamentale per migliorare lo stato igienico-sanitario del centro. Gli interventi di sistemazione delle facciate si estendono anche al lotto 2 per completare la manutenzione di tutte le facciate verso le vie pubbliche e per adeguare alle norme vigenti in materia di sicurezza la quasi totalità delle facciate verso il cortile interno.
  • 25. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |8 In fasi successive, nel caso in cui fossero disponibili maggiori fondi da investire sul centro, si continuerebbe l’intervento di recupero creando nuove pavimentazioni con sottostanti vespai aerati, nuove coibentazioni per le pareti perimetrali, controsoffitti esteticamente gradevoli per tutti i lotti e chiudendo la tettoia aperta del lotto 1, recuperando nuove superfici da dedicare alle attività che potranno insediarsi nel centro. Le scelte progettuali effettuate in questa fase consentiranno in futuro, una volta eseguiti tutti gli interventi di recupero necessari, di avere spazi specifici idonei per il numero maggiore possibile di attività, creando percorsi logici all’interno del centro in continuazione con quanto precedentemente realizzato. Pertanto, a titolo esemplificativo, le attività con maggiori caratteristiche di ritrovo e socializzazione potranno essere posizionate vicine tra loro e al centro della struttura, riservando gli spazi più periferici alle attività specifiche di lavorazione dei materiali, che avrebbero sicuramente creato maggiori problemi di interferenze con il pubblico se posizionate altrove. Una volta terminato il centro sarà un insieme di attività sociali, di formazione, di lavoro, di spettacolo, ecc.. connesse tra loro, ma sufficientemente indipendenti da garantire standard sufficienti di sicurezza e igiene. Negli allegati sono indicate le attività che ipoteticamente potranno in futuro essere ospitate nel centro. Tali attività sono le seguenti: • area di ritrovo e accoglienza destinata agli utenti di tutte le attività che saranno ospitate nel complesso e destinata ad incentivare la funzione sociale del centro; • attività artistiche e motorie suddivise in una sala danza e una palestra; • sala polifunzionale destinata ad ospitare spettacoli con palco, regia, servizi e camerini; • attività artigianali di lavorazione del ferro, di verniciatura e di falegnameria; • area magazzini e area per la logistica alimentare; • ciclo-officina e attività quali sartoria, lavorazione pelli, carta e altri materiali dotate di un’ampia area espositiva e di laboratori per la formazione e l’interazione con persone esterne; • campo sportivo polifunzionale nel cortile interno. Dall’intervento oggi previsto nascerà subito un nuovo ingresso e nuovo blocco di servizi igienici. Sarà sempre presente una regia di tutto il centro che manterrà il suo fulcro in prossimità del numero civico 17 di via Cecchi nei locali precedentemente recuperati. Ovviamente le scelte progettuali di oggi sono state guidate dalla necessità di ridurre al minimo i costi di realizzazione, conservando quindi gli attuali edifici e limitando gli interventi a quelli necessari per la loro manutenzione. In futuro si prevedono, oltre ai rimanenti interventi di manutenzione necessari, quelli indispensabili per adattare le strutture ad accogliere le nuove attività. Seguendo la linea della continuità con quanto già realizzato nella prima fase, le scelte progettuali relative alla parte impiantistica sono indirizzate verso soluzioni che permettano notevoli risparmi energetici attraverso tipologie di apparecchiature che presentino alti rendimenti e bassi consumi. Tali strategie, aggiunte ad un ottimo isolamento delle murature esterne e all’installazione di serramenti estremamente performanti sotto il punto di vista energetico e dell’abbattimento dei rumori, porteranno gli edifici oggetto dell’intervento ad essere quasi ad impatto ambientale nullo.
  • 26. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |9 2.3. Le opere edili I fabbricati presentano uno stato generale di degrado non particolarmente differente da quello che a suo tempo si era presentato negli edifici sui quali si è già intervenuto. Pertanto gli interventi che devono essere previsti per il recupero dei fabbricati sono di analoga entità. Sarà necessario intervenire sulle coperture sostituendo quasi la totalità dei manti. La copertura dell’edificio con gli shed ha le tegole danneggiate, la lattoneria arrugginita, e i serramenti vetrati parzialmente rotti e comunque non idonei alla loro funzione. Tutte queste parti andranno sicuramente sostituite. Sui locali con copertura piana sarà necessario verificare la tenuta delle impermeabilizzazioni, mentre gli edifici con copertura a falde hanno le tegole in gran parte danneggiate dalle infiltrazioni, e in alcuni punti sono già cadute al suolo. Queste vecchie coperture, posizionate in corrispondenza dell’angolo tra le vie Cigna e Cecchi, hanno inoltre l’orditura lignea che sostiene il manto anch’essa marcita per colpa delle infiltrazioni e le capriate in ferro arrugginite. È pertanto necessario prevedere la sostituzione completa di tali coperture, recuperando le tegole sane per riutilizzarle almeno in corrispondenza delle falde verso strada. Ulteriori problemi strutturali di entità da indagare sono presenti nel locale con copertura a shed, danneggiato dalle numerose infiltrazioni, che hanno portato all’esposizione dei ferri di armatura in alcune travi e pilastri, e al crollo di alcuni elementi in laterizio componenti i solai degli shed. Le facciate dovranno essere pulite approfonditamente, trattate per renderle uniformi con prodotti rasanti e nuovamente tinteggiate. I colori saranno ovviamente in continuità con quelli già utilizzati per la prima parte. Tutti i serramenti dovranno essere sostituiti con altri dotati di vetri di sicurezza e con adeguate caratteristiche di isolamento termico. Sarà poi necessario intervenire sulle pavimentazioni interne, creando idonei vespai ovunque ci sarà presenza continuativa di persone, dovendo quindi prevedere, dove indispensabile, la demolizione delle pavimentazioni in cemento esistenti e la rimozione delle lastre di pietra oggi presenti in alcune parti delle officine. Una volta terminati gli interventi di risanamento degli edifici bisognerà prevedere quelli necessari per adattare i locali alle nuove esigenze e attività. Dovranno essere realizzati nuovi divisori interni e nuove pavimentazioni. Gli involucri dovranno essere dotati di cappotti isolanti interni, pannelli isolanti dovranno essere posizionati anche sotto le nuove pavimentazioni e sopra le numerose controsoffittature che verranno necessariamente realizzate. Attraverso le controsoffittature isolate verranno ridotte le altezze di tutti i locali di servizio, in modo da ridurre al minimo i volumi da riscaldare, e conseguentemente i costi di realizzazione dell’intervento e di gestione. Tutte le varie aree dovranno essere dotate di spazi dedicati ai servizi quali spogliatoi con docce, servizi igienici, ecc.. oltre ad uffici e zone di accoglienza, tutti dimensionati nel rispetto delle normative urbanistico-edilizie vigenti e di altri eventuali regolamenti idonei per le attività svolte. Potranno poi essere realizzati alcuni solai con struttura metallica al fine di recuperare le necessarie superfici per i magazzini, ma anche per sfruttare le grandi altezze a disposizione in alcuni degli edifici. Conseguentemente alle opere interne si dovrà poi intervenire anche nel cortile con la realizzazione di opere infrastrutturali. Dovrà essere realizzata una nuova rete fognaria per collegare tutti i nuovi servizi presenti nel centro. La realizzazione di un marciapiede che costeggia i diversi edifici sarà d’obbligo per superare i nuovi dislivelli che si saranno creati tra i pavimenti interni e quelli esterni e rampe a pendenza ridotta consentiranno l’accesso a persone con difficoltà motorie. Tali opere renderanno necessario il rifacimento della pavimentazione esterna, per la quale si dovrà prevedere in parte di
  • 27. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |10 riutilizzare le lastre di pietra precedentemente rimosse da alcuni dei locali oggetto di intervento, e che sarebbe sconveniente non riutilizzare. Potrà essere poi realizzato un campo sportivo polifunzionale che, in conseguenza dello spazio a disposizione, potrà avere solo dimensioni ridotte, e ospitare quindi un campo regolamentare per il minibasket e non un campo da basket vero e proprio. Tale campo potrà essere anche utilizzato per il tennis, la pallavolo, il calcetto, ecc... Quanto descritto rappresenta tutto quello che sarà opportuno fare per completare il centro, qui di seguito si descrive invece concretamente quello che oggi si prevede di fare, in considerazione dei fondi derivanti dal bando per la riqualificazione delle aree urbane degradate, e quanto si potrebbe realizzare nel caso in cui confluissero sul centro ulteriori fondi per il suo recupero. Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10 Lotto 1 L’edificio con copertura a falde inclinate, posizionato a nord delle ex officine, è costituito da due maniche di circa 11 m di larghezza che partono dall’incrocio tra le vie A. Cecchi e F. Cigna e corrono lungo le stesse. La superficie in pianta del lotto 1 misura circa 1000 mq. In questo edificio si prevede il rifacimento dell’intera copertura, prestando particolare cura nella rimozione delle tegole così da permettere il riutilizzo di quelle non danneggiate nel nuovo manto. Non sarà invece recuperabile la struttura portante, realizzata in parte in legno e in parte in ferro. La nuova copertura avrà struttura portante in legno; su questa si poseranno le tegole recuperate e nuove tegole, in seguito alla posa degli isolanti termici e delle impermeabilizzazioni necessarie. Sui muri esterni verso la via pubblica verranno conservate le aperture esistenti con l’eccezione del nuovo ingresso che verrà realizzato in corrispondenza dell’incrocio tra le vie Cigna e Cecchi. Qui una grossa vetrata sostituirà il muro cieco oggi presente, e in essa verranno inserite le nuove aperture per l’ingresso delle persone. Tutti i serramenti presenti saranno sostituiti con nuovi serramenti di disegno analogo a quelli già utilizzati nella precedente ristrutturazione, con buone caratteristiche di isolamento termico. Nelle facciate verso il cortile interno verranno eliminati i grandi serramenti esistenti e si provvederà a ridurre le aperture presenti secondo un progetto unitario di modularità ricorrente anche nel lotto 2. Questo implica che, con esclusione della porzione di tettoia attualmente aperta e che rimarrà tale, le altre pareti verranno parzialmente chiuse con nuovi muri. Tali muri saranno dotati di cappotti isolanti interni secondo quanto previsto dalle normative vigenti in materia. Al termine dei lavori sulle facciate interne sarà presente un’apertura con un serramento vetrato per ogni campata. Lotto 2 Il fabbricato è caratterizzato da copertura piana e pianta a L di circa 600 mq, con una manica di larghezza di 11 m circa. Le opere che oggi si prevede di eseguire in questo lotto riguardano fondamentalmente le facciate verso strada e verso il cortile interno. Differentemente dal lotto 1 sono qui previste alcune opere interne. Per quanto concerne la facciata verso strada gli interventi previsti sono identici a quelli già descritti per il lotto 1, mentre nella facciata verso l’interno verrà sostanzialmente mantenuta la modularità attuale dei serramenti presenti, limitandosi ad estendere fino a terra tutti quelli che sono attualmente solo delle finestre. Tutti i serramenti verranno sostituiti con altri identici a quelli nuovi installati nel lotto 1, e in tutti i padiglioni già
  • 28. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |11 ristrutturati, creando ordine e una modularità oggi inesistente. I fabbricati che oggi sono il risultato di costruzioni differite nel tempo risulteranno più uniti ed uniformi. Le facciate verranno trattate, pulite e ritinteggiate in continuità con il resto del centro civico. Nel lotto 2 verrà poi realizzato un nuovo blocco per i servizi igienici in prossimità del fabbricato con copertura a shed. Questo blocco servizi verrà posizionato dove oggi è presente la caldaia che serve parte dei locali, e che verrà a sua volta sostituita e spostata come indicato nel paragrafo specifico. Conseguentemente alla realizzazione del nuovo blocco servizi si provvederà a demolire i servizi esistenti liberando i locali in cui oggi sono inseriti. Sotto il pavimento del nuovo blocco servizi verrà realizzato un vespaio aerato. Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9 Nel caso in cui fossero disponibili ulteriori fondi per il recupero del centro si potranno attuare i seguenti interventi. Lotto 1 Si potrà procedere con il completamento delle opere di recupero dell’involucro, provvedendo inoltre a chiudere con nuovi muri perimetrali la porzione di tettoia aperta. Il recupero completo del lotto, finalizzato ad inserire all’interno le più diverse attività, come precedentemente indicato, necessiterà della demolizione dell’attuale pavimentazione in cemento e della successiva realizzazione di un nuovo vespaio aerato e di una nuova pavimentazione coibentata. Tutte le pareti esistenti potranno poi essere coibentate attraverso la realizzazione di un cappotto interno, e alla copertura potrà essere dato un aspetto più gradevole attraverso la controsoffittatura con pannelli in cartongesso, magari lasciando a vista la travatura lignea principale già realizzata. Una completa tinteggiatura di tutte le murature interne renderà l’involucro completo, pur senza avere ancora affrontato gli aspetti relativi a partizioni e eventuali soppalchi interni, dei quali oggi risulta ancora prematuro parlare. Lotto 2 Anche su questo lotto l’intervento successivo che si potrà affrontare è il completamento del recupero dell’involucro. Sono presenti però alcune differenze rispetto al lotto 1. Nel lotto 2 non si è previsto oggi di intervenire sulle coperture, perché in uno stato di conservazione migliore rispetto a quelle del lotto 1, e perché già oggetto recentemente di un opera di nuova impermeabilizzazione. Questo pertanto implica che gli interventi di minore entità, comunque da eseguire su tale copertura, dovranno essere previsti successivamente nel caso in cui arrivassero nuovi fondi per il recupero del centro. Va poi rilevato che nel lotto 2 sono oggi installate alcune sale di prova per la musica che utilizzano il fabbricato delle officine come contenitore, ma che sono completamente indipendenti sotto il profilo impiantistico e di isolamento. Questo consente un minore intervento di recupero nell’area che le interessa. Da quanto esposto deriva che gli interventi che si potranno affrontare sono la verifica attenta dello stato dell’impermeabilizzazione sulla copertura piana, la sostituzione dei serramenti che oggi compongono i torrini/lucernari presenti sulla copertura stessa. Questi potranno essere sostituiti con serramenti in acciaio e policarbonato a forma di volta a botte. All’interno potranno essere eseguiti gli stessi interventi di coibentazione, realizzazione del vespaio aerato e della nuova pavimentazione oltre alla controsoffittatura già previsti per il Lotto 1. Come sopra indicato, gli interventi descritti all’interno potranno non essere eseguiti nella porzione di lotto che contiene le sale prova musica, proprio in considerazione della loro indipendenza sotto il profilo igienico- sanitario e termotecnico.
  • 29. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |12 Lotto 3 L’ultimo fabbricato che potrà essere oggetto d’intervento è a pianta quadrata ha un’area di circa 600 mq, con copertura tipo “shed”. L’edificio è realizzato con una struttura in cemento armato che dovrà sicuramente essere oggetto di indagini in merito al suo stato conservativo. Solo in seguito potrà essere definito correttamente come procedere nel suo recupero. Sulla copertura si potrà prevedere la sostituzione delle tegole in laterizio presenti con lastre in lamiera metallica coibentate. Potranno inoltre essere sostituiti i serramenti presenti negli shed con nuovi serramenti dotati di superficie trasparente in policarbonato. Sull’involucro esterno le opere necessarie sono le medesime previste per gli altri lotti: sostituzione dei serramenti, risanamento di tinte e intonaci interni ed esterni e applicazione di isolamento “termico a cappotto” sulla superficie interna. Sul lato che si affaccia verso il ristorante sarà realizzata un’uscita d’emergenza. All’interno, sarà anche qui necessario un nuovo vespaio e un nuovo pavimento isolato dal sottosuolo. 2.4. Gli impianti Stato attuale Attualmente la zona che è stata oggetto della vecchia riqualificazione è servita, dal punto di vista degli impianti termici, da una centrale termica posta in un angolo del cortile minore (ingresso da via Cecchi, 17), composta da un involucro da esterno nel quale sono installati 2 moduli termici a condensazione, alimentati a gas metano, da 170 kW ciascuno, e vi è la predisposizione per installarne altri due aventi stessa potenzialità. Adiacente alla Centrale Termica vi è una sotto-centrale di scambio fluidi che serve le attuali utenze con il metodo definito a "spillamento". Le partenze sono quindi dotate di elettropompe ed, eventualmente, di valvole a tre vie per regolare la temperatura di alimentazione dei terminali che funzionano a bassa temperatura (ventilconvettori) o con regolazione climatica (radiatori). L'impianto elettrico è composto da un quadro generale di fabbricato dal quale partono le linee che servono i quadri di zona degli edifici che sono già stati oggetto di ristrutturazione. Gli interventi previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10 L'intervento previsto in questa fase consiste nell'eliminazione della Centrale Termica attualmente a servizio degli edifici che insistono sul cortile maggiore (ingresso da via Cecchi, 21) ed il conseguente ribaltamento delle utenze sulla Centrale Termica installata nel cortile minore, che verrà ampliata mediante l'installazione di due moduli aggiuntivi aventi potenza di 170 kW ciascuno, vedi schema funzionale Allegato 10. L'allaccio tra la Centrale Termica posizionata nel cortile minore e le tubazioni dell'impianto esistente avverrà mediante tubazioni da teleriscaldamento installate in scavo nel terreno.
  • 30. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |13 In questa fase è anche prevista l'esecuzione di un gruppo di servizi igienici. I carichi (acqua calda e fredda) saranno anch'essi derivati dalla Centrale Termica posta in cortile e le tubazioni passeranno nello scavo. Gli scarichi saranno convogliati in una colonna attualmente esistente nelle vicinanze. L'impianto elettrico sarà derivato dall'attuale quadro generale e sarà composto da un quadro di zona, linee elettriche a controsoffitto o incassate nelle murature, corpi illuminanti e prese di potenza. Per consentire la corretta aerazione dei locali verrà installato un estrattore che garantirà i necessari ricambi aria (6 V/h) in tutti i locali servizi igienici. Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9 Impiantisticamente, gli interventi futuri, seguiranno gli interventi edili, e saranno finalizzati, principalmente, a mettere in sicurezza i locali, prevalentemente in campo elettrico. Saranno pertanto derivate delle nuove linee, dal quadro generale di fabbricato, che alimenteranno quadri di zona che, a loro volta, alimenteranno i corpi illuminanti e le prese di potenza. Ove se ne riscontri la necessità, sarà installato un sistema di rivelazione fumi composto da una centralina e da rilevatori (puntuali o lineari) che segnalerà l'allarme incendio mediante sirene o avvisatori ottico/acustico. 2.5. Superamento delle barriere architettoniche Secondo quanto previsto dalla normativa vigente sul superamento delle barriere architettoniche per le opere pubbliche e comunque per i locali ad uso pubblico, il presente impianto sarà accessibile in tutte le sue parti nessuna esclusa. Tutti i locali in progetto sono accessibili dal cortile interno attraverso rampe, quando necessario, che permettono il superamento dei dislivelli tra le varie pavimentazioni interne e quelle esterne. L’intervento che oggi si propone, ma anche quelli che potranno essere in futuro realizzati nel caso in cui intervenissero ulteriori fondi non modificano le caratteristiche di accessibilità dei locali. Questi si presenteranno sempre come degli ampi spazi privi di dislivelli interni tra le pavimentazioni, che non genereranno alcun problema nella loro fruizione da parte di persone con disabilità motorie. Tutti i nuovi serramenti che si installeranno potranno essere utilizzati come uscite di sicurezza dai locali e sono ugualmente fruibili anche da persone diversamente abili, eliminando la necessità di creare spazi calmi di sosta che conservano comunque un certo livello di rischio. I bagni che si prevede di realizzare subito sono ampi, rispettano abbondantemente le dimensioni minime richieste dalla norma, e saranno dotati di tutti gli accessori necessari per la fruizione da parte di tutti.
  • 31. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |14 2.6. Sicurezza e prevenzione incendi Non essendo oggi definito con precisione quali saranno le attività che verranno svolte all’interno dei locali si è ritenuto opportuno realizzare verso il cortile interno una serie di nuovi serramenti con una logica modularità e tutti apribili verso l’esterno e utilizzabili come uscite di sicurezza. Questo lascia la massima libertà nella scelta delle attività future che potranno insediarsi e nella distribuzione interna degli ambienti, consentendo sempre il corretto deflusso delle persone come previsto dalle vigenti normative di sicurezza. Le uscite sono tutte previste apribili a semplice spinta verso i cortili interni con percorsi di lunghezze adeguate. Il recupero delle strutture portanti degli edifici verrà effettuato nel rispetto di specifiche caratteristiche di resistenza al fuoco sufficienti a garantire l’evacuazione di tutte le persone prima del loro collasso. Tutte le strutture, anche quelle non portanti, come anche tutti gli arredi avranno una capacità di reazione al fuoco bassa o nulla. Tutto il centro sarà dotato di impianti di protezione dagli incendi sia di natura idraulica che elettrica. Un’apposita relazione su questo argomento verrà redatta in fase di stesura dei progetti definitivi insieme al progetto specifico che sarà sottoposto ad approvazione preliminare del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. 2.7. Igiene e sanità Non ci dilungheremo in questo capitolo a descrivere ogni aspetto relativo a questo argomento quali per esempio le tipologie di sanitari che andranno utilizzati o materiali di rivestimento, ma sottolineeremo quegli aspetti fondamentali che hanno fortemente caratterizzato le scelte progettuali. Pur affrontando interventi non particolarmente invasivi sulle facciate, si è provveduto a verificare che i rapporti minimi di legge tra l’aerazione e l’illuminazione dei locali con le superfici di pavimento presenti fossero ampiamente rispettati. Anche la scelta di ridurre le superfici con serramenti verso il cortile interno è stata dettata dall’esigenza di ridurre l’illuminazione maggiormente derivante da sud, poco utile anzi in alcuni casi dannosa per le attività che potranno insediarsi nei locali. La conservazione dei serramenti verso le strade pubbliche è risultata invece la migliore soluzione anche sotto il profilo igienico- sanitario: la loro esposizione, maggiormente rivolta a nord rispetto alle facciate del cortile, consente un’illuminazione più dolce e uniforme dei locali, un’illuminazione più idonea alle attività interne. Il nuovo blocco di servizi igienici è invece stato posizionato in zona meno illuminata e aerata naturalmente; le aerazioni necessarie saranno comunque ottenute mediante l’utilizzo di adeguati impianti di aspirazione. Un altro aspetto di particolare importanza per la salubrità degli ambienti riguarda la presenza di un vespaio aerato sotto le pavimentazioni esistenti, finalizzato a separare dal terreno i locali adibiti all’uso da parte delle persone. Oggi tale vespaio non è presente nei locali oggetto di recupero ed è pertanto necessario prevederne la realizzazione. Considerati i fondi oggi a disposizione e gli interventi di recupero privilegiati, si è previsto di realizzare subito il vespaio solo sotto il nuovo blocco dei servizi igienici. Tale vespaio aerato verrà realizzato con moduli prefabbricati in plastica “igloo” ricoperti con un getto di calcestruzzo. Sopra il vespaio verranno posizionati gli isolamenti termici e le pavimentazioni finali, ottenendo un adeguato livello di salubrità dei locali.
  • 32. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |15 Se dovessero arrivare ulteriori fondi per il recupero del centro la realizzazione del vespaio aerato nei diversi lotti sarà una delle prime lavorazioni che verrà eseguita. Interventi di ripristino degli intonaci, di sostituzione dei serramenti, di inserimento di cappotti interni alle pareti di tamponamento e tinteggiature concorreranno a migliorare il livello di comfort, igiene e sanità richiesto dalle norme e dalla buona regola d’arte.
  • 33. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |16 3. QUADRO ECONOMICO E TEMPI D’ESECUZIONE Qui di seguito sono riportati gli importi generali dei lavori. Viene indicato l’importo complessivo dei lavori che si prevede di effettuare in questa fase, secondo i finanziamenti disponibili dal bando per il recupero delle aree urbane degradate, e successivamente gli importi per gli ulteriori interventi che si potrebbero effettuare nel centro nel caso in cui confluissero ulteriori fondi per il suo recupero. I valori di seguito indicati sono stati ottenuti attraverso stime analitiche preliminari aventi come base importi definitivi di lavori di recupero analoghi effettuati in Torino, gli importi definitivi dei lavori effettuati nel centro civico nel primo intervento effettuato negli anni tra il 2009 e il 2011 e il prezzario della regione Piemonte in corso di validità. Tutti gli importi indicati sono comprensivi dell’IVA e delle spese tecniche secondo le normative oggi vigenti. I tempi di esecuzione non comprendono quelli necessari per la redazione dei progetti e l’ottenimento dei necessari permessi per iniziare i lavori. Si precisa che le fasi di lavoro, sia quella che si prevede di eseguire oggi secondo i finanziamenti disponibili che quelle future, sono totalmente indipendenti tra loro dal punto di vista funzionale. Lavori previsti in questa fase – Allegati 6, 7 e 10: Area interessata Importo Tempi d'esecuzione Lotti 1 e 2 € 800.000,00 12 mesi Eventuali interventi aggiuntivi – Allegati 8 e 9: Area interessata Costo Tempi d'esecuzione Lotto 1 € 400.000,00 6 mesi Lotto 2 € 400.000,00 6 mesi Lotto 3 € 1.000.000,00 12 mesi
  • 34. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |17 5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Foto 1 – Vista dall’alto di Torino con indicata l’area d’intervento – Estratto da Google Foto 2 – Vista dall’alto delle Ex Officine Comunali – estratto da Google Foto 3 – Vista delle ex Officine Municipali dall’angolo tra le vie A. Cecchi e F. Cigna Foto 4 – Vista di una porzione del muro verso via F. Cigna delle ex Officine Municipali
  • 35. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |18 Foto 5 – Vista dello stato di conservazione di una porzione delle murature perimetrali verso il via F. Cigna Foto 6 – Vista dal cortile interno dell’edificio a pianta quadrata con copertura a shed – Lotto 3 Foto 7 – Vista dal cortile interno degli edifici a copertura piana – Lotto 2 Foto 8 – Vista dal cortile interno degli edifici con copertura a falde – Lotto 1
  • 36. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |19 Foto 9 – Vista dall’interno di una porzione della copertura a falde dei locali che costeggiano via A. Cecchi – Lotto 1 Foto 10 – Vista dello stato di conservazione dei pilastri lato cortile dei locali che costeggiano via A. Cecchi – Lotto 1 Foto 11 – Vista dello stato di conservazione di una porzione delle murature perimetrali verso il cortile interno – Lotto 2 Foto 12 – Vista dello stato di conservazione di una porzione del cornicione verso il cortile interno – Lotto 2
  • 37. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |20 Foto 13 – Vista dall’interno di una porzione della copertura dell’edificio con gli shed – Lotto 3 Foto 14 – Vista dall’interno di una porzione della copertura dell’edificio con gli shed – Lotto 3 Foto 15 – Vista dell’ingressa al civico 17 – Porzione di officine ristrutturate tra il 2009 e il 2011 Foto 16 – Vista dal cortile piccolo interno di alcuni dei locali recuperati nell’intervento realizzato tra il 2009 e il 2011
  • 38. Bando aree urbane degradate – Interventi di recupero delle ex Officine Municipali di via A. Cecchi 17 e 21 – Studio preliminare di fattibilità |21 6. ALLEGATI