Sintesi della mozione Bersani con riferimenti alla mozione Martina (segretario PD Lombardia) realizzata da Manuel Marzia per il Comitato Adda Martesana per Bersani.
Contatti: manuel.marzia.78@gmail.com
2. Perché sostenere la Mozione Bersani: identità, territorio, organizzazione 1° congresso del Partito Democratico “ Tocca alla politica pronunciare un’idea di società”
3. Ciò che abbiamo realizzato nei primi venti mesi è al di sotto del progetto che intendevamo perseguire. Ciò che il Pd aveva di meglio da dire agli italiani non lo ha ancora detto. E’ nostra precisa responsabilità creare le condizioni perché il PD sia finalmente in grado di convincere e di vincere. Cominciare da un’analisi autocritica
4. I problemi del partito non nascono dal tradimento della ispirazione originaria. Un congresso fondativo ESSA E’ ANCORA FORTE E VITALE
5. Un congresso fondativo I problemi derivano piuttosto dalla mancanza di basi culturali, politiche ed organizzative solide. Il congresso, da questo punto di vista, dovrà rappresentare un momento “fondativo” , che finora è venuto a mancare a causa delle circostanze contingenti e delle scadenze non rinviabili.
6. E’ assolutamente vitale che il PD stabilisca chiaramente quali sono i tratti che ne definiscono i valori e l’identità. La nostra identità
7. Dobbiamo dunque riaffermare con forza le parole chiave che sono alla base della nascita del Partito Democratico. La nostra identità
8. Un partito popolare, riformista, ambientalista e laico, che promuove l’uguaglianza, il lavoro e il civismo. Un partito che si apre ai giovani e al tessuto produttivo e che persegue le pari opportunità tra i generi e tra i ceti sociali. La nostra identità
9. La formazione politica come presupposto per il consolidamento di una identità condivisa. La nostra identità Martina propone un “patto formativo” con il Centro di Formazione Politica di Milano
10. Laicità e valori condivisi Il principio di laicità è la nostra bussola, la via maestra di una convivenza plurale. Da dove ripartire
11. Da dove ripartire Laicità e valori condivisi La laicità si nutre di rispetto reciproco e di neutralità – che non significa indifferenza – della Repubblica di fronte alle diverse culture, convinzioni ideali, filosofiche, morali e religiose. È anche impegno per la loro salvaguardia, promozione del dialogo interculturale e interreligioso, mutuo apprendimento.
12. La vocazione maggioritaria Non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di vincoli programmatici. Da soli si può fare poco...
13. Da soli si può fare poco... La vocazione maggioritaria Non consiste nell’autosufficienza, ma nella capacità di ritrovare una funzione di rappresentanza popolare, e nell’impegno ad elaborare un progetto di governo che convinca il Paese.
14. Non possiamo più confondere il bipolarismo, che è una conquista della nostra democrazia, con il bipartitismo, che non ha fondamento nella realtà storica, sociale e politica del Paese. Da soli si può fare poco...
15. Il primo requisito per essere riconosciuti e riconoscibili come una forza autorevole consiste nel possedere un reale radicamento nel tessuto sociale. Il radicamento: un requisito essenziale
16. Per questo, nel rispetto della reciproca autonomia, vanno coltivati rapporti con tutte le organizzazioni sociali, del lavoro, dell’impresa, dei consumatori e del volontariato. Il radicamento: un requisito essenziale
17. La forma di “ partito federale ” deve trovare compiuta realizzazione in una ripartizione razionale delle risorse economiche, che tenga in debito conto le esigenze di finanziamento di ogni livello territoriale. Un partito VERAMENTE federale
18. E’ necessario inoltre che tutti gli organi di direzione del partito siano almeno per la metà diretta espressione del livello territoriale immediatamente inferiore , al fine di mantenere un rapporto diretto tra gli iscritti (la “base”) e la direzione nazionale lungo tutta la catena degli organismi rappresentativi. Un partito VERAMENTE federale
19. E’ poi necessario che gli organi dirigenti abbiano una dimensione minore di quella attuale: assemblee troppo grandi non consentono di discutere in maniera efficace e di assumere decisioni collegiali. Un partito VERAMENTE democratico
20. Quella che potrebbe apparire come una democrazia “allargata” rischia infatti di tramutarsi in un meccanismo plebiscitario , dove centinaia (a volte addirittura migliaia) di persone si trovano a ratificare per acclamazione una serie di decisioni assunte in altra sede. Un partito VERAMENTE democratico
21. La sovranità nel partito appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Agli iscritti sono riconosciuti diritti fondamentali come la partecipazione alle decisioni ai vari livelli e l’elezione degli organismi dirigenti. Organizzazione e PRIMARIE
22. Il Pd coinvolge gli elettori, attraverso le primarie, per selezionare le candidature alle cariche elettive, con particolare riferimento alle elezioni in cui non sia presente il voto di preferenza. Organizzazione e PRIMARIE
23. La discussione tra partito degli iscritti e partito degli elettori è di per sé priva di fondamento. Il nostro PD è il partito di entrambi con diverse responsabilità e diversi impegni. Il punto vero è che il partito deve riscoprire il senso e il modo di una forte partecipazione, fondamentale per radicarsi sul territorio e per contribuire alla crescita civile e democratica del Paese. Organizzazione e PRIMARIE
24. Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L'albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato. Primarie organizzate in maniera migliore
25. Per tutte queste ragioni, con tutti questi impegni vogliamo costruire insieme un Paese da amare, un’Italia dove sia bello vivere, lavorare, crescere i propri figli. Con il Partito Democratico. 1° congresso del Partito Democratico