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COME RAGGIUNGERE TALI OBIETTIVI



Nell’ambito degli accessi venosi centrali a medio e lungo termine, e più
genericamente nell’ambito degli accessi venosi per terapie infusionali
intraospedaliere, è stato dimostrato che è possibile ottenere

una riduzione significativa del rischio di complicanze a carico del paziente,
…….PRIMA DEL 2007
  La politica istituzionale prevede:




PORT E CVC TUNNELIZZATI
…dopo il 2007

Febbraio 2007           primo corso GAVe CeLT :



«Indicazioni tecniche di posizionamento e
gestione degli accessi venosi a medio
termine ad impianto periferico in Oncologia»
Vantaggi di un Team dedicato
agli impianti di Picc e Middle-line


PICC team: esclusivamente      infermieristico

*Possibilità di rapido ‘shift’ ad accesso centrale
diretto (‘non infermieristico’), qualora richiesto
dalle condizioni cliniche

*Presenza all’interno del Team di ‘know-how’ per
la prevenzione e gestione di qualunque
complicanza infettiva, meccanica o trombotica
(multiprofessionalità ma anche
multidisciplinarietà: collaborazione con
chirurgo, anestesisti radiologo)
*salvataggio del presidio, grazie alla prevenzione o al trattamento efficace di
complicanze meccaniche (ostruttive) o infettive che normalmente
condurrebbero alla rimozione del presidio stesso

*attuazione del ‘proactive vascular planning’ mediante scelta oculata del
presidio con miglior rapporto di costo-efficacia aumento della efficienza:

*possibilità di implementazione di attività specifiche, quali quelle legate alla
gestione di day hospital oncologico , nutrizione artificiale domiciliare,
ottimizzazione della assistenza perioperatoria, attuazione di programmi di
cure palliative domiciliari.


*posizionamento sistematico di presidii a medio o lungo termine che
consentono al paziente di prolungare determinate terapie endovenose anche
in regime domiciliare o di day hospital

*posizionamento tempestivo di presidii adatti a trattamenti palliativi, in modo
da poter rapidamente dimettere il paziente e indirizzarlo alle cure
dell’hospice o domiciliari
Una serie di interventi organizzativi
(definizione di raccomandazioni locali per
la indicazione, l’impianto e la gestione
degli accessi vascolari + definizione di un
Team dedicato) sono provatamente
efficaci nel raggiungere i nostri obiettivi:

Sicurezza del paziente e riduzione delle
complicanze
il posizionamento tempestivo di
un accesso a medio termine
(PICC o Midline a livello
brachiale) in un paziente che
richiede una o più settimane di
terapia endovenosa
intraospedaliera consente la
riduzione delle complicanze
legate al progressivo
esaurimento delle vene
periferiche ed evita il ricorso
forzoso ad un accesso venoso
centrale a breve termine (gravato
da complicanze più rilevanti
rispetto ad un accesso brachiale);
in un paziente che debba
essere dimesso con un
accesso venoso perché
destinato a terapia domiciliare
o in ‘hospice’ per cure
palliative, per un periodo di
tempo di poche settimane o
mesi, il posizionamento di un
PICC comporterà un
significativo risparmio in
termini di costi e complicanze
rispetto ad un accesso a lungo
termine
in un paziente
tracheostomizzato o ad
alto rischio infettivo, il
posizionamento di un
catetere a livello
brachiale consentirà una
riduzione del rischio di
complicanze settiche
rispetto ad un catetere
posizionato a livello della
regione cervicale
La gestione dei pazienti critici ricoverati nelle U.O. ospedaliere di terapia
intensiva, oncologia ed ematologia, degenze riabilitative e cure palliative ed in tutti
quei casi in cui comunque l’approccio terapeutico è complesso, disporre di un valido
accesso venoso (A.V.) facilita il processo assistenziale e curativo. Processo curativo
che in maniera sempre più frequente non avviene solo in ospedale ma può avere
continuità presso le strutture deospedalizzate come gli Hospice, le Residenze
Sanitarie e Riabilitative, l’assistenza in ADI e in qualsiasi altra tipologia
organizzativa di assistenza al domicilio del malato.
Questo significa che tutti gli infermieri, a prescindere da quale sia l’ambito
lavorativo, che assistono una persona che necessita di terapie endovenose, devono
essere in grado di gestire un accesso venoso centrale e/o periferico. E’ necessario che gli Infermieri siano consapevoli del
ruolo che rivestono in
questo aspetto della loro professione, siano preparati ad agire con appropriatezza e
competenza e quando ritengono che questa non sia sufficiente sentano il
dovere/bisogno di formazione ed aggiornamento.
Una adeguata formazione e l’aggiornamento continuo consentiranno agli operatori
sanitari di:
  Ottenere conoscenze ed acquisire abilità pratiche nella gestione degli A.V.
  Essere in grado di prevenire le complicanze correlate alla presenza del presidio, di
riconoscerle precocemente ed attuare gli interventi adeguati.
  Essere in grado di elaborare ed implementare un protocollo scritto, basato sulle
evidenze scientifiche.
Queste sono le premesse per assicurare un servizio di qualità e per raggiungere e
mantenere i seguenti standard di risultato:
  Mantenimento del presidio venoso per tutto il tempo necessario alla cura del paziente

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Gli effetti collaterali delle terapie mediche in oncologia

  • 1.
  • 2.
  • 3. COME RAGGIUNGERE TALI OBIETTIVI Nell’ambito degli accessi venosi centrali a medio e lungo termine, e più genericamente nell’ambito degli accessi venosi per terapie infusionali intraospedaliere, è stato dimostrato che è possibile ottenere una riduzione significativa del rischio di complicanze a carico del paziente,
  • 4. …….PRIMA DEL 2007 La politica istituzionale prevede: PORT E CVC TUNNELIZZATI
  • 5. …dopo il 2007 Febbraio 2007 primo corso GAVe CeLT : «Indicazioni tecniche di posizionamento e gestione degli accessi venosi a medio termine ad impianto periferico in Oncologia»
  • 6. Vantaggi di un Team dedicato agli impianti di Picc e Middle-line PICC team: esclusivamente infermieristico *Possibilità di rapido ‘shift’ ad accesso centrale diretto (‘non infermieristico’), qualora richiesto dalle condizioni cliniche *Presenza all’interno del Team di ‘know-how’ per la prevenzione e gestione di qualunque complicanza infettiva, meccanica o trombotica (multiprofessionalità ma anche multidisciplinarietà: collaborazione con chirurgo, anestesisti radiologo)
  • 7. *salvataggio del presidio, grazie alla prevenzione o al trattamento efficace di complicanze meccaniche (ostruttive) o infettive che normalmente condurrebbero alla rimozione del presidio stesso *attuazione del ‘proactive vascular planning’ mediante scelta oculata del presidio con miglior rapporto di costo-efficacia aumento della efficienza: *possibilità di implementazione di attività specifiche, quali quelle legate alla gestione di day hospital oncologico , nutrizione artificiale domiciliare, ottimizzazione della assistenza perioperatoria, attuazione di programmi di cure palliative domiciliari. *posizionamento sistematico di presidii a medio o lungo termine che consentono al paziente di prolungare determinate terapie endovenose anche in regime domiciliare o di day hospital *posizionamento tempestivo di presidii adatti a trattamenti palliativi, in modo da poter rapidamente dimettere il paziente e indirizzarlo alle cure dell’hospice o domiciliari
  • 8. Una serie di interventi organizzativi (definizione di raccomandazioni locali per la indicazione, l’impianto e la gestione degli accessi vascolari + definizione di un Team dedicato) sono provatamente efficaci nel raggiungere i nostri obiettivi: Sicurezza del paziente e riduzione delle complicanze
  • 9. il posizionamento tempestivo di un accesso a medio termine (PICC o Midline a livello brachiale) in un paziente che richiede una o più settimane di terapia endovenosa intraospedaliera consente la riduzione delle complicanze legate al progressivo esaurimento delle vene periferiche ed evita il ricorso forzoso ad un accesso venoso centrale a breve termine (gravato da complicanze più rilevanti rispetto ad un accesso brachiale);
  • 10. in un paziente che debba essere dimesso con un accesso venoso perché destinato a terapia domiciliare o in ‘hospice’ per cure palliative, per un periodo di tempo di poche settimane o mesi, il posizionamento di un PICC comporterà un significativo risparmio in termini di costi e complicanze rispetto ad un accesso a lungo termine
  • 11. in un paziente tracheostomizzato o ad alto rischio infettivo, il posizionamento di un catetere a livello brachiale consentirà una riduzione del rischio di complicanze settiche rispetto ad un catetere posizionato a livello della regione cervicale
  • 12.
  • 13. La gestione dei pazienti critici ricoverati nelle U.O. ospedaliere di terapia intensiva, oncologia ed ematologia, degenze riabilitative e cure palliative ed in tutti quei casi in cui comunque l’approccio terapeutico è complesso, disporre di un valido accesso venoso (A.V.) facilita il processo assistenziale e curativo. Processo curativo che in maniera sempre più frequente non avviene solo in ospedale ma può avere continuità presso le strutture deospedalizzate come gli Hospice, le Residenze Sanitarie e Riabilitative, l’assistenza in ADI e in qualsiasi altra tipologia organizzativa di assistenza al domicilio del malato. Questo significa che tutti gli infermieri, a prescindere da quale sia l’ambito lavorativo, che assistono una persona che necessita di terapie endovenose, devono essere in grado di gestire un accesso venoso centrale e/o periferico. E’ necessario che gli Infermieri siano consapevoli del ruolo che rivestono in questo aspetto della loro professione, siano preparati ad agire con appropriatezza e competenza e quando ritengono che questa non sia sufficiente sentano il dovere/bisogno di formazione ed aggiornamento. Una adeguata formazione e l’aggiornamento continuo consentiranno agli operatori sanitari di: Ottenere conoscenze ed acquisire abilità pratiche nella gestione degli A.V. Essere in grado di prevenire le complicanze correlate alla presenza del presidio, di riconoscerle precocemente ed attuare gli interventi adeguati. Essere in grado di elaborare ed implementare un protocollo scritto, basato sulle evidenze scientifiche. Queste sono le premesse per assicurare un servizio di qualità e per raggiungere e mantenere i seguenti standard di risultato: Mantenimento del presidio venoso per tutto il tempo necessario alla cura del paziente