1. 2010
Il mercato del vino
ad Hong Kong
Lo scenario e le opportunità per i piccoli
e medi produttori.
Hong Kong è un mercato costretto ad importare il 100% del vino che
consuma e che ri-esporta verso la Cina Continentale. La crescita da
qualche anno ha assunto ritmi vertiginosi grazie anche all’eliminazione di
dazi e barriere doganali e ha catalizzato l’attenzione dei Paesi produttori
che hanno compreso le enormi opportunità che offre questo piccolo
territorio.
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dicembre 2010
2. dicembre 2010 [IL MERCATO DEL VINO AD HONG KONG]
Indice dei contenuti
1. Premessa
2. Hong Kong: overview
3. La dimensione del mercato del vino a Hong Kong
4. La segmentazione per Paese fornitore
5. I modelli di consumo e i trend rilevati
6. Le opportunità di sviluppo
7. Marketing strategies
a) Il trade
b) Il consumatore
8. Consigli pratici
a) Le principali fiere di settore
b) I principali importatori/distributori
c) Istituzioni
Indice delle tabelle e dei grafici
• Importazioni di vino ad Hong Kong 2001-2009 (valore in USD)
• Importazioni totali in volume 2007-2009 (Tons)
• Importazioni dai primi 10 partner in volume 2007-2009 (Tons)
• I primi fornitori di Hong Kong. Confronto 2007-2009
• I primi 8 fornitori di Hong Kong. Confronto 2007-2009
• I primi 10 esportatori mondiali di vino. Quote di mercato 2009.
• I primi 8 fornitori di Hong Kong. Quote di mercato nel triennio 2007-2009.
• Le previsioni di crescita secondo un semplice modello statistico
• Le previsioni di crescita secondo un semplice modello statistico declinate per
country: Francia, Australia, USA, Cile, Italia, Spagna, Argentina.
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1. Premessa
Per i Paesi produttori di vino il 2009 è stato l’anno della crisi.
La Francia che nel 2008 aveva esportato vino per oltre 10 miliardi di dollari, nel 2009
non arriva a 8 miliardi registrando oltre il 23% di calo di fatturato sull’export.
L’Italia, secondo esportatore mondiale, passa da 5.2 miliardi di dollari a 4.8 (-7.7%);
la Spagna da 2.9 a 2.3 (-20%), l’Australia da 2,1 a 1.8 (-14%). Tra i grandi Paesi
esportatori solo il Cile registra performance positive portando la componente export
dei propri vini da 1.337 milioni di dollari a 1.381. Sono solo 44 milioni di dollari
aggiuntivi (pari a circa il 3% del totale 2008) ma in un mercato al ribasso come
quello del 2009 sono dei numeri estremamente interessanti e indicativi di una certa
vivacità del settore nell’individuare mercati alternativi.
Infatti il Cile è sopravvissuto al calo generalizzato grazie ad un doppio intervento: da
una parte la riduzione del prezzo di vendita (ma solo per il 14% contro il 16%
dell’Italia e della Francia e il 22% dell’Australia) ma soprattutto grazie alla scoperta di
nuovi mercati di sbocco che hanno dimostrato di sostenere la domanda di vino
quando tutto il resto del mondo è entrato in crisi).
Mercati geograficamente vicini quali Brasile e Argentina. Ma anche mercati asiatici
quali Cina, Vietnam o Hong Kong.
Ampliando il raggio d’osservazione all’intero pianeta scopriamo che nelle dinamiche
del mercato mondiale del vino solo una manciata di Paesi ha, nel corso del 2009,
aumentato le importazioni, tra questi quelli che segnano trend (e volumi) interessanti
sono ancora meno: Brasile (200 milioni di USD nel 2009), Cina (457 milioni), Hong
Kong (520 milioni), Macao (117 milioni), Malaysia (48 milioni), Nigeria (45 milioni),
Vietnam (27 milioni), Argentina (9 milioni).
Seguono un altro gruppo di Paesi che pur avendo performato male nel 2009
dimostrano nei 7 anni precedenti (dal 2002) un trend estremamente interessante:
Svezia (636 milioni nel 2009), Norvegia (333 milioni), Finlandia (221 milioni),
Repubblica Ceca e Polonia (rispettivamente 169 milioni e 164 milioni), Thailandia (32
milioni), Israele (20 milioni).
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Entrambi questi due gruppi di Paesi presentano caratteristiche e dinamiche
sull’import di vino estremamente interessanti da analizzare. In questa sede ci
limiteremo però a descrivere un solo Paese, rimandando la fotografia degli altri
mercati ai prossimi report.
In particolare focalizzeremo l’attenzione su un mercato che presenta dinamiche
estremamente interessanti in quanto funge (da sempre) da porta per introdurre
merci e servizi in Estremo Oriente.
Il riferimento è ad Hong Kong.
2. Overview
Hong Kong è un territorio appartenente alla Repubblica Popolare Cinese che controlla
attraverso uno speciale statuto detto HKSAR: Hong Kong Special Administrative
Region.
La storia recente di Hong Kong affonda le radici nel 1841 quando fu occupata dalle
truppe inglesi durante la Prima Guerra dell’Oppio. Col Trattato di Nanchino dell'anno
seguente Hong Kong e Kowloon nel 1860, furono formalmente ceduti dalla Cina alla
Gran Bretagna.
Il 30 giugno 1997, allo scadere del periodo di controllo britannico, tutto il territorio
tornò alla Repubblica Popolare Cinese. Questo fu il frutto di un accordo tra Cina e
Gran Bretagna, la Dichiarazione Congiunta Sino-Britannica del 19 dicembre 1984, in
cui si stabiliva che tutto il territorio sarebbe diventato dal 1º luglio 1997 una Regione
Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese.
Nella Dichiarazione Congiunta, Deng Xiaoping formulò il principio di "Un paese, due
sistemi" in cui si lasciava libertà amministrativa a Hong Kong, pur delegando alla Cina
i compiti di politica estera e difesa per un periodo di 50 anni, fino al 2047.
Hong Kong è una delle regioni più densamente popolate al mondo, con una
popolazione di 7 milioni di abitanti residenti in un’area di soli 1.092 kilometri quadrati.
Secondo alcune recenti proiezioni la popolazione dovrebbe aumentare fino a
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raggiungere gli 8 milioni entro il 2015 e i 9 milioni entro il 20301. L’aumento della
popolazione è essenzialmente legato alle iniziative del Governo che favoriscono
l’immigrazione dalle zone limitrofe per combattere il progressivo invecchiamento della
forza lavoro di Hong Kong. Forza lavoro che ad oggi è composta da individui attorno
ai 40 anni ed è il frutto delle ondate migratorie degli ultimi 10 anni. Dal punto di vista
etnico la popolazione di Hong Kong è per il 95% cinese (ma con dinamiche di
consumo di cibo e bevande molto simili ai modelli occidentali) con un rimanente 5%
che si divide tra europei e americani; osservata dall’angolazione degli stili di vita è
altissima la proporzione di famiglie doppio reddito senza figli con i suoi componenti
che lavorano nei settori trainanti dei servizi. Dunque famiglie relativamente giovani
entrate decisamente alte. Al punto che Hong Kong registra uno tra i più alti redditi
procapite del mondo: 42.653 USD2, più alto addirittura di Svizzera (40.484 USD),
Australia (38.663), Canada (37.947) o Italia (29.068)3.
L’economia è dominata dal settore dei servizi che si sta espandendo a vista d’occhio,
in particolare il settore finanziario vede Hong Kong come la quinta piazza finanziaria
mondiale. Nonostante la vocazione al terziario, Hong Kong ha comunque saputo
sviluppare le infrastrutture dedicate agli scambi realizzando in breve tempo il secondo
più grande porto commerciale al mondo nonché il primo aeroporto.
Tutto questo rende Hong Kong una piattaforma ideale per attivare scambi
commerciali con l’Asia. In particolar modo verso la Cina da parte delle piccole e
medie imprese che non sono strutturate con un ufficio export interno (grazie alla
presenza in loco di quasi 4.000 importatori professionisti)4.
A chiusura di questa breve nota si ricordi inoltre che Hong Kong è ormai un porto
franco con nessun tipo di dazio o tariffa doganale. L’ultima accisa è stata abolita nel
2008 ed era, guarda caso, legata all’importazione di vino.
1
The Wine Market in Hong Kong: Opportunities for Canadian Wine Exporters; July 2008. Agri-
Food Trade Service, Agriculture and Agri-Food Canada.
2
United States Dollars
3
I dati sono forniti dall’International Monetary Fund, 2009, e sono calcolati secondo il
principio della PPP, Purchasing Power Parity
4
Hong Kong Government Statistics, 2009
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3. La dimensione del mercato del vino ad Hong Kong
A causa della sua conformazione fisica produrre vino a Hong Kong sarebbe
impensabile e troppo oneroso. Per questo motivo il mercato del vino a Hong Kong
dipende al 100% dalle importazioni.
Queste a partire dal 27 febbraio 2008 sono cresciute notevolmente a causa
dell’eliminazione dei dazi effettuata dal Governo per facilitare il commercio.
Eliminazione che ha seguito una riduzione del 50% delle tasse di importazione
effettuate solo un anno prima.
L’abolizione delle accise ha anche favorito il fenomeno della ri-esportazione mediante
la quale molti commercianti di HK comprano vino dai tradizionali produttori mondiali
(europei, americani, neozelandesi, australiani, sud africani) e ri-esportano verso la
Cina o Macao trasformando di fatto Hong Kong in un hub asiatico del vino, cioè
esattamente secondo le intenzioni del Governo che vuole fare del territorio speciale
cinese una zona di libero scambio.
In particolare la posizione strategica di Hong Kong e l’assenza di tasse sull’import di
vino fanno prevedere che questo territorio possa diventare nel giro di pochi anni un
punto transito per il vino diretto in Cina, punto di transito del valore di quasi un
miliardo di dollari5.
Ma non solo. La riduzione delle accise ha permesso ai produttori europei di vino di
ridurre il prezzo contrastando in tal modo la crescita del valore dell’Euro mentre a
tutti gli altri di ridurre ulteriormente il prezzo favorendo (teoricamente) l’espansione
dei produttori Sud Africani e Americani.
Ciò nonostante i produttori francesi guidano ancora saldamente la classifica dei
maggiori esportatori di vino a Hong Kong, un mercato nel quale quasi il 90% della
5
“… Hong Kong is the logical distribution point for the Chinese mainland market, which is
forecast to reach US$870 million within the next decade...”, Hong Kong and China to become
world's eighth largest market for wine, Press Release by Hong Kong Trade Development
Council (HKTDC), Aug, 18, 2010.
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KONG
domanda è rappresentato da vino rosso (86% per l’esattezza)6 seguito dallo
Champagne e dal vino bianco frizzante in genere (12.4%)7.
Nel corso degli ultimi anni le importazioni di vino a Hong Kong hanno seguito un
trend di sviluppo elettrizzante, soprattutto se confrontato con mercati che nello
stesso periodo mostravano il segno meno o al massimo una sostanziale stabilità.
ano
Grafico 1.3, importazioni in valore (migliaia di USD)8
,
600000
500000
400000
300000
200000
100000
0
In soli 9 anni la dimensione del mercato è passata da poco più di 60 milioni di dollari
a oltre mezzo miliardo con una accelerazione negli anni 2007, 2008 e 2009. Come era
immaginabile la riduzione prima e l’eliminazione delle accise poi ha di fatto triplicato il
mercato passando dai 204 milioni del 2007 ai 367 del 2008 e i 520 del 2009. E nei
primi 9 mesi del 2010 l’import di vino ha già raggiunto i 600 milioni di dollari9.
raggiunto
Dal punto di vista delle quantità la crescita pare ancora più marcata. Se nel 2007 in
Hong Kong sono arrivate 23.357 tonnellate di vino nel 2008 le tonnellate importate,
grazie anche all’eliminazione dei dazi, subiscono un boom e crescono del 30%.
6
Datamonitor, Wine in Hong Kong in 2011 – Market Databook, 2007
7
Idem
8
Per i trend rappresentati la fonte, ove non specificamente indicato, è lo United Nations
Commodity Trade Statistics Database
9
Hong Kong to be region's wine hub, channelnewsasia.com, Nov. 2010
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