2. L’articolo 45
L’articolo 45 sancisce che: "la Repubblica riconosce la
funzione sociale della cooperazione a carattere di
mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge
ne promuove e ne favorisce l'incremento con i mezzi
più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli il
carattere e le finalità".
In un periodo storico come il nostro caratterizzato dal
venir meno di certezze dal mondo del lavoro l'idea di
cooperativa può essere una proposta credibile e
vincente e può riaprire per i giovani opportunità di
collocazione nel lavoro.
MA E’ MOLTO DURA!!!!!!
Emilia Romagna
3. L’alleanza cooperativa internazionale.
DEFINIZIONE 1995
Una cooperativa è un’associazione
autonoma di individui che si uniscono
volontariamente per soddisfare i loro
comuni bisogni e aspirazioni di tipo
economico, culturale e sociale attraverso
un’ IMPRESA di proprietà condivisa e
controllata democraticamente
Emilia Romagna
4. L’alleanza cooperativa internazionale.
VALORI
Lecooperative sono basate sui valori
della mutualità
dell' autoresponsabilità,
della democrazia,
dell' eguaglianza,
dell' equità e solidarietà.
Secondo le tradizioni dei propri padri fondatori, i
soci delle cooperative credono nei valori etici
dell' onestà,
della trasparenza sociale
dell' attenzione verso gli altri.
Emilia Romagna
5. Alleanza cooperativa internazionale.
PRINCIPI
Principio:
1° Adesione libera e volontaria
2° Principio: Controllo democratico da parte dei
soci
3° Principio: Partecipazione economica dei soci
4° Principio: Autonomia ed indipendenza dei soci
5° Principio: Educazione, formazione ed
informazione
6° Principio: Cooperazione tra cooperative
7° Principio: Interesse verso la comunità
Emilia Romagna
6. Differenze tra una cooperativa e una società di
capitali
1. “Una testa, un voto” 1. Azionisti contano per
2. Scopo è soddisfare i il capitale investito
bisogni dei soci, del 2. Scopo primario è
territorio, delle produrre profitto per
future generazioni gli azionisti
3. I soci sono solo 3. Gli azionisti sono i
gestori proprietari
4. Si finanzia con 4. Si finanzia con
riserve indivisibili e capitale di rischio e
prestito sociale obbligazioni
5. La maggior parte 5. Gli utili sono ripartiti
degli utili va a riserva tra gli azionisti
(NO PROFIT)
7. Sintesi principali caratteristiche
Una testa un voto
La porta aperta
La contribuzione economica dei soci
La non ripartizione degli utili
L’ indivisibilità delle riserve
Interegenerazonalià
Imprese vere
Con obblighi di bilancio, fiscali, lavorativi
Vincolate da uno Statuto e da Regolamenti
Controllate sulla coerenza ai principi e ai valori
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8. Economia sociale…
Onlus
• La cooperazione
• Il volontariato
• Le associazioni
• Le Fondazioni
• Le ong
Pubbliche Amministrazioni
Imprese for profit
Emilia Romagna
9. COME FUNZIONA UNA COOPERATIVA
Gli organi di una cooperativa
Assemblea dei Soci-Il socio
Consiglio d’ Amministrazione
Presidente
Collegio Sindacale
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10. Assemblea dei Soci-Il socio
IL SOCIO DEVE CREDERE AI PRINCIPI E VALORI
COOPERATIVI NON E’ OBBLIGATO A DIVENTARE SOCIO…
PARTECIPA ALL’ ASSEMBLEA DEI SOCI E VOTA IL BILANCIO…
SE PARTECIPA
L’assemblea dei soci ha il compito principale di indirizzare l’attività
della società, approvare il bilancio preventivo e consuntivo,
eleggere le cariche sociali.
Per la natura delle decisioni che può prendere, è definito l’organo
sovrano.
Ogni socio ha un voto, qualunque sia la quota di capitale
sottoscritto, l’unica eccezione è rivolta alle persone giuridiche
socie, cui l’atto costitutivo può attribuire fino a 5 voti.
Emilia Romagna
11. LE COOPERATIVE SOCIALI
Nascono a metà degli anni 70 generando un
fenomeno che è stato riconosciuto nel 1991 con la
realizzazione della legge 381 che all’ art 1 che ne
definisce l’ identità: “le cooperative sociali hanno
lo scopo di perseguire l’ interesse generale della
comunità alla promozione umana e all’
integrazione sociale attraverso la gestione di
servizi socio-sanitari ed educativi o lo svolgimento
di attività diverse – agricole industriale
commerciali o di servizi finalizzate all’ inserimento
lavorativo di persone svantaggiate”
Emilia Romagna
12. Le Cooperative sociali-la legge 381
Le cooperative sociali sono una speciale categoria di cooperative,
caratterizzata dal fatto di "perseguire l'interesse generale della comunità
alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso:
• a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi;
• b) lo svolgimento di attività diverse - agricole, industriali, commerciali o di
servizi - finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate".
Questa è la definizione che dà l'articolo 1 della Legge 8/11/1991 n° 381,
http://it.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_sociale la quale disciplina le
cooperative sociali e alla quale occorre fare riferimento per conoscere gli
specifici obblighi e divieti (art. 3) cui queste cooperative sono sottoposte
e che ne giustificano il particolare regime tributario (art. 7).
La stessa legge disciplina la figura del socio volontario (art. 2) e del socio
svantaggiato (art.4) e prevede convenzioni (art.5) stipulabili tra Enti
pubblici e cooperative sociali. Le cooperative sociali che rispettino la
normativa della Legge 381/1991 sono ONLUS di diritto. Sono inoltre
sempre considerate ope legis cooperative a mutualità prevalente.
LA 381, LEGGE quadro è STATA RECEPITA NEGLI ANNI SUCESSIVI DALLE
LEGGI REGIONALI
Emilia Romagna
13. Le cooperative sociali. Caratteristiche
Le cooperative sociali (principalmente
cooperative di lavoro) in relazione alla
legge 381 del 1991 possono essere:
Cooperative di tipo a
Cooperative di tipo b
Cooperative a scopo plurimo
Consorzi
• Altre cooperative…
Emilia Romagna
14. Le cooperative sociali di tipo a
Gestiscono servizi socio-sanitari-educativi-assistenziali
atttraverso il lavoro di lavoratori (quasi tutti soci) che
dispongono di adeguate qualifiche professionali
(Assistenti ed educatori in particolare) costantemente
formati e regolarmente retribuiti attraverso il
Contratto di lavoro delle cooperative sociali.
I servizi sono rivolti per lo più ad anziani, disabili,
minori in difficoltà, prima infanzia, salute mentale e
dipendenze patologiche
Operano in strutture residenziali o semiresidenziali, a
domicilio nel tempo libero o… “in strada”
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15. Le cooperative sociali di tipo b
Svolgono attività diverse dalle coop di tipo a in
particolare negli ambiti agricolo, industriale,
commerciale o di servizi, attività finalizzate
all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Si considerano persone svantaggiate
• gli invalidi fisici, psichici e sensoriali,
• i soggetti in trattamento psichiatrico,
• i tossicodipendenti,
• gli alcolisti,
• i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare,
• i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione
Almeno il 30% dei LAVORATORI devono essere persone
svantaggiate
Emilia Romagna
19. Punti deboli
• Eccessiva dipendenza dalle P.A.
• Bassa redditività e scarsi capitali
• Ccnl
• Frammentazione e autoreferenzialità
20. Punti forti
• Imprese vere. No profit. Cooperative
• Efficiente e meno costose
• Flessibilità organizzativa gestionale
(personale, controllo di gestione)
• Adesioni a reti
• Agevolazioni fiscali (Irap, Iva, Utili)
• Ccnl
21. Welfare in er
Forte tradizione nel disporre di servizi
sanitari, sociali,assisistenziali,socio
sanitari, educativi
Coesione sociale-sviluppo economico
Innovazione: accreditamento-gare d’
appalto
22. Il mercato regionale: parametri economici
Salute mentale e dipendenze patologiche
10
§ 60 milioni a Infanzia e nidi
Regione 5 strutture residenziali
Utenti sociali-sanitarie : 9696
Convenzioni con 35
sanità privata 2/3 salute mentale Comuni
§ 286 milioni
Regione Dipendenze 75 1/3 dipendenze Famiglie
Patologiche - SSN § 420 milioni patologiche
§ 420 milioni
190
238 190
41
Regione Piano attività
Regione Salute Più 3 milioni/anno
Salute Mentale - SSN
Mentale - SSN Anziani e disabili di voucher
regionali per 3
Comuni-Ctss anni, …
250 Badantato
Contributo privato
300
1.100
2.000-2.500
milioni
FRNA
Minori in difficoltà
320 Disagio sociale e immigrazione
5,14 0,86
0,86
5,14
1818
600
§ 42 milioni
Assegni
§ 42,8 milioni accompagnamento
3 (2,8-3,4)
3 (2,8-3,4) 24
24
36,80
36,8 § miliardi di
§ miliardi di
Comuni Comuni
euro
euro 22
23. IL QUADRO NAZIONALE. La dinamica del finanziamento dei
fondi statali in area sociale. Proiezione al 2013.
FONDI NAZIONALI AREA SOCIALE 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Fondo nazionale poltiche sociali 929,3 583,9 435,3 275,3 70,0 44,6
Fondo politiche famiglia 346,5 186,6 185,3 52,5 52,5 31,4
Fondo servizi socio-educativi prima infanzia 100,0 100,0 - - - -
Fondo pari opportunità 64,4 30,0 3,3 17,2 17,2 17,2
Fondo non autosufficienze 300,0 400,0 400,0 - - -
Fondo servizio civile 299,6 171,4 170,3 113,0 113,0 113,0
Fondo politiche giovanili 137,4 79,8 94,1 13,4 13,4 10,6
Fondo inclusione immigrati 100,0 100,0 - - - -
Fondo per l'affitto 205,6 161,8 143,8 33,5 33,9 14,3
TOTALE 2.482,8 1.813,5 1.432,1 504,9 300,0 231,1
(Milioni di euro)
3.000
2008
2.500
2.000
2009
2010
1.500
1.000
2011
500 2012
2013
-
24. Lavoro e welfare (servizi socio-sanitari
educativi-assistenziali)
Dipendenti Asp 4.500
Dipendenti P.A
Cooperatrici sociali 40.000
• 90% in “produzione” 10% in “ufficio”
Assistenti familiari 120.000
25. Il lavoro nelle coop sociali
Breve storia del Ccnl.
Il lavoro è condizionato
• Dalle condizioni date dalle Pubbliche
Amministrazioni
• Dalla dimensione organizzativa della
cooperativa sociale
Modalità d’ accesso nelle coop sociali
• Curriculum, colloqui, ecc
26. Il lavoro sociale
Breve storia
• Ancora oggi poco riconosciuto come un lavoro
vero per l’ assenza di Lea (livelli essenziali di
assistenza), schiacciato dalle professioni
sanitarie e dal volontariato.
• Si afferma a metà degli anni 70 grazie alle
cooperative-imprese sociali (ccnl, percorsi
formativi, titoli)
27. Prospettive del lavoro sociale e delle coop sociali
Le motivazioni che sostengono la scelta
• Affermazione dei diritti degli utenti
• Sapere, saper fare saper essere
Esseresocio – essere lavoratore
COMUNICARE E VALORIZZARE IL VALORO
DEL LAVORO SOCIALE