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L’ALIMENTAZIONE NELLA PREVENZIONE




           pharma service srl
                 edizioni
Crediti




                     Introduzione                                                       5

                     Controllare il peso e mantenere un’abituale attività motoria       8

                     Cereali, legumi, ortaggi e frutta                                 10

                     Grassi                                                            12

                     Zuccheri, dolci e bevande zuccherate                              14

                     Acqua                                                             16

                     Sale                                                              18

                     Alcolici                                                          20

                     Le diverse età nell’alimentazione                                 22

                     Consigli                                                          26

                     La dieta mediterranea                                             28

pharma service srl   Il medico di famiglia e le strategie nell’educazione alimentare   30
      edizioni
INTRODUZIONE



    Il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie.

    Tra le tante analisi che possono riguardare la società moderna, una tra le più
    interessanti può essere rivolta alle abitudini alimentari che negli ultimi anni
    sono profondamente cambiate nelle popolazioni occidentali .

    Parallelamente il mondo scientifico ha iniziato ad occuparsi in modo sempre più
    stretto ed attento delle problematiche legate all’alimentazione ed alla correla-
    zione tra dieta e patologie con una particolare attenzione all’area cardiovascola-
    re ed oncologica oltre che al più scontato ambito metabolico.

    Tra i fattori che hanno favorito questi cambiamenti dobbiamo senz’altro pren-
    dere in considerazione il forte sviluppo dell’economia ed i miglioramenti delle
    condizioni di status di una gran parte della popolazione; la possibilità di contatto
    con altre culture favorita in particolare dal grande impulso del turismo di massa
    e dei viaggi oltre frontiera.

    Oltre a questi grandi mutamenti sociali ed al raggiungimento di un migliore
    tenore di vita, non vi è dubbio che la diffusione di messaggi pubblicitari attra-
    verso i media e le grandi opportunità offerte dagli strumenti di comunicazione
    di massa, hanno spostato l’attenzione e spinto i consumatori a considerare, con
    maggior frequenza e in più larga misura, una vasta gamma di generi alimentari
    meno usuali e considerati in precedenza esclusivi di una certa elite.

    Se per un verso la possibilità di usufruire di una grande e differente varietà di
    cibi ha portato al miglioramento del livello di nutrizione di molti individui ed ha
    favorito la pressocchè totale scomparsa di un gran numero di patologie legate
    alle carenze nutrizionali, d’altro canto sono emerse sempre più chiaramente una
    serie di problematiche legate agli eccessi alimentari, alla errata composizione
    della dieta, al conseguente sovrappeso ed agli squilibri metabolici associati.

    Il nuovo paradigma è diventato quello del rischio cardiocerebrovascolare e dello


4                                                                                   5
stile di vita che, come ben evidenziato da numerosi importanti trials clinici, sono
i fattori legati in modo diretto con i parametri di morbilità e mortalità.
                                                                                         Seven Countries Study
Dal famosissimo Seven Countries Study (vedi box a lato) ormai vecchio di molti
anni in poi, gli studiosi hanno dimostrato ad esempio sempre più chiaramente la          La prima intuizione a riguardo dell’importanza del-
relazione tra tassi di mortalità per cardiopatia coronarica e consumo di grassi sa-      l’alimentazione per la prevenzione delle malattie fu
turi, cosi come la correlazione con l’aumento della colesterolemia e della pres-         del fisiologo americano Ancel Keys che condusse
sione arteriosa legati a scorretti stili di vita e incongrue abitudini alimentari.       uno studio epidemiologico denominato, appunto,
                                                                                         “Seven Countries Study”, e negli anni ‘70 pubblicò
Con l’obiettivo di fornire chiare e semplici indicazioni per la popolazione, l’Istitu-   il libro “Eat well and stay well, the Mediterranean
to Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ha recentemente emanato         way”.
nuove direttive per una sana alimentazione.
                                                                                         Proprio per meglio sviluppare le sue teorie, Ancel
Queste linee guida, aggiornate alla luce dell’evoluzione delle conoscenze scien-         Keys decise di stabilirsi in un piccolo borgo di pesca-
tifiche e stilate con una particolare attenzione ai cambiamenti delle abitudini          tori (Pioppi) in provincia di Salerno dove visse per
di vita, vogliono anche essere un monito per sfatare miti e false convinzioni            quasi quaranta anni. È deceduto nel novembre 2004
sull’alimentazione ed un tentativo per modificare errate ‘’mode alimentari’’ che         all’età di cento anni.
sono ormai consolidate per molti.
                                                                                         Questo modello alimentare è basato su di un para-
Vediamo in modo semplice e sintetico una serie di regole da poter trasmettere            dosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo
per una alimentazione e per uno stile di vita più corretto.                              tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del
                                                                                         Mediterraneo consumano quantità relativamente
                                                                                         elevate di grassi animali, e ciò nonostante hanno
                                                                                         minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto agli
                                                                                         abitanti degli Stati Uniti, dove ci sono livelli simili di
                                                                                         grassi animali nell’alimentazione.

                                                                                         La spiegazione è che la gran quantità di olio di oliva
                                                                                         usata nella cucina mediterranea controbilancia al-
                                                                                         meno in parte i grassi animali. L’olio di oliva sembra
                                                                                         infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.

                                                                                         Inoltre, si pensa che il consumo di vino rosso sia un
                                                                                         altro fattore, in quanto contiene bioflavonoidi con
                                                                                         potenti effetti antiossidanti.




   6                                                                                                                                                  7
1
                             È opportuno pesarsi almeno una volta al mese controllando il proprio IMC (indi-
                             ce di massa corporea). L’IMC si calcola dividendo il proprio peso in chilogrammi
                             per il quadrato della propria altezza.

                             Se si è sovrappeso, ridurre le entrate energetiche (includendo comunque tutti gli
                             alimenti in modo equilibrato) e aumentare nel contempo le uscite.

                             Evitare le diete drastiche e sbilanciate, che non includono tutti gli alimenti. Se si
                             è sottopeso mantenere un giusto livello di attività, accompagnata da un’alimen-
                             tazione varia ed equilibrata, consumando tutti i pasti agli orari abituali.

                             Nell’anziano sembra che 3-5 kg in più rispetto al peso al suo peso forma da
                             adulto possano essere protettivi per la salute e la spettanza di vita.

                             Non è possibile seguire un’alimentazione corretta senza praticare un’attività
                             fisica continua e di intensità non trascurabile.

                             La misura della circonferenza della vita e dei fianchi consente di definire la di-
                             strettualizzazione dell’adipe, l’eccesso di peso distribuito prevalentemente sul
                             tronco è più rischioso per la salute di quello distribuito sui fianchi.



                             Quale attività fisica?

                             Per stile di vita fisicamente attivo si deve intendere innanzitutto un tipo di com-
                             portamento che dia la preferenza, nell’espletamento delle attività quotidiane,
                             all’uso dei propri muscoli piuttosto che all’uso delle macchine. Un adulto sano a
                             questo può aggiungere, 4 o 5 volte la settimana, un’attività fisica (per circa 20

     Controllare il peso e   secondi) di intensità sufficiente a provocare un evidente sudorazione.



    mantenere una abituale   Composizione corporea (media):

       attività motoria      80-85 % massa magra (liquidi corporei, scheletro, visceri); 15-20% massa magra
                             (tessuto adiposo). Nella donna adulta 20-30 %.

8                                                                                                            9
2
                        Incrementare l’assunzione quotidiana di ortaggi, frutta fresca e legumi, cercando
                        di raggiungere le cinque porzioni giornaliere.

                        È conveniente includere i legumi secchi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie) amplian-
                        do così la possibilità di scelte alternative.

                        Ciò perché i legumi oltre a rilevanti quantità di amido e fibra forniscono anch’es-
                        si quei nutrienti principali che sono caratteristici della carne, del pesce e delle
                        uova, come ferro e altri oligoelementi oltre a notevoli quantità di proteine di
                        buona qualità biologica.

                        Alcune sostanze ad azione protettiva contenute in frutta e verdura hanno azione
                        antiossidante (contrastano cioè l’azione dei radicali liberi i quali alterando la
                        struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico, aprono la strada al-
                        l’invecchiamento precoce e possono dare l’avvio a processi che sono all’origine
                        di diverse forme tumorali).




                        Antiossidanti

                        Acido ascorbico (vitamina C).

                        Carotenoidi: betacarotene: vegetali gialli,
                        arancione,frutti giallo-arancio

                        Licopene: vegetali rossi come il pomodoro

                        Composti fenolici: in quasi tutti gli alimenti
                        di origine vegetale (uva, vino)

     Cereali, legumi,   Tocoferoli: presenti nei semi oleosi e negli
                        ortaggi a foglia verde

     ortaggi e frutta   Consumare regolarmente anche pane,
                        pasta, riso e altri cereali, meglio se integrali,
                        limitando grassi e oli.

10                                                                                                      11
3       Condire preferibilmente con grassi di origine vegetale, soprattutto olio extraver-
              gine di oliva e oli di semi, a crudo, e sempre in quantità controllate. Non eccedere
              nel consumo di alimenti fritti, evitando di riutilizzare grassi e oli già cotti.

              Mangiare il pesce due o tre volte la settimana e, fra le carni, preferire quelle ma-
              gre, eliminando l’eventuale grasso visibile. Non consumare più di quattro uova
              alla settimana, distribuite nei vari giorni.

              Preferire il latte scremato o parzialmente scremato a quello intero e, per quanto
              riguarda i formaggi, scegliere quelli più magri oppure ridurne le porzioni. Abi-
              tuarsi a controllare le etichette per conoscere il contenuto in grassi dei vari cibi.

              È stato dimostrato che alcuni acidi grassi saturi che abbondano in certi grassi
              animali oltre che nell’olio di cocco e di palma, elevano il livello di colestero-
              lo totale e LDL nel sangue favorendo il processo aterosclerotico. L’acido oleico
              (monoinsaturo – olio di oliva) riduce il colesterolo LDL non modificando o au-
              mentando l’HDL.




     Grassi

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4
                                   Tra i dolci meglio sarebbe meglio scegliere i prodotti da forno della tradizione italiana,
                                   come biscotti, torte, ecc, che contengono meno grassi e zuccheri.

                                   Lo zucchero comune è costituito da saccarosio. Nell’alimentazione abituale una delle
                                   fonti importanti di zuccheri sono gli alimenti e le bevande dolci.

                                   È contenuto anche nella frutta e nel miele (che contengono anche glucosio e frutto-
                                   sio). Il latte contiene zuccheri semplici (lattosio).

                                   Gli zuccheri, specialmente se assunti da soli, sono facilmente assorbiti e utilizzati, sia
                                   pure con diversa rapidità. Alcuni zuccheri (glucosio) provocano in tempi brevi un bru-
                                   sco innalzamento della glicemia.

                                   Questo “picco glicemico”, mentre può attenuare fastidiose sensazioni legate alla ipo-
                                   glicemia (“calo degli zuccheri”) è controindicato per chi, come i soggetti diabetici, ha
                                   difficoltà ad utilizzare il glucosio a livello cellulare

                                   Lavarsi sempre i denti dopo il loro consumo. Informarsi sempre sul tipo di edulcoran-
                                   te artificiale addizionato ad un determinato alimento, per evitarne una assunzione
                                   eccessiva.




         Zuccheri, dolci e
      bevande zuccherate?
     Sì, ma nei giusti limiti...
14                                                                                                                      15
5
             È bene consumarne in abbondanza. Va sempre assecondato il senso di sete ten-
             tando anzi di anticiparlo, bevendo 1,5-2 litri al giorno di acqua: meglio bere
             frequentemente, piccole quantità a piccoli sorsi, soprattutto se appena fredda.

             I bambini e gli anziani,che sono abitualmente più esposti al rischio di disidra-
             tazione, dovrebbero bere frequentemente nell’arco della giornata, anche in as-
             senza di sete.

             Durante l’attività fisica e in determinate condizioni patologiche (es. stati febbri-
             li, diarrea) che determinano un aumento dell’eliminazione dell’acqua corporea,
             reintegrare tempestivamente e in quantità adeguata l’acqua perduta.

             È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente o di ingrassare:
             sudare è infatti indispensabile per regolare la temperatura corporea e l’acqua
             non apporta calorie.


             Ricordiamo: il fabbisogno (per adulti e anziani) e di 1 ml di acqua per ogni chi-
             localoria alimentare introdotta al giorno. Per i bambini circa 1,5 ml/ kcal/giorno.




     Acqua

16                                                                                          17
6
            In Italia si consuma sale in eccesso:
            in media dai 10 ai 14 grammi a testa al giorno.

            Preferire il sale arricchito con iodio (sale iodato).

            Cercare di ridurre progressivamente il sale
            che si aggiunge ai cibi, tutto il sale di cui
            abbiamo bisogno è già contenuto negli alimenti
            allo stato naturale.

            Abituarsi a salare progressivamente meno i cibi, tenendo in considerazione inol-
            tre le fonti di sale come dadi, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.

            Per esaltare il sapore dei cibi preferire succo di limone, aceto, spezie ed erbe
            aromatiche.

            Durante l’attività sportiva moderata è sufficiente reintegrare i liquidi persi attra-
            verso la sudorazione con la semplice acqua.

            Il Ministero della Salute ha promosso nel 1997 una Campagna di educazione
            alimentare su “Sale nell’alimentazione per la profilassi della carenza iodica e la
            prevenzione dell’ipertensione”.

            La necessità di effettuare una Campagna informativa è derivata dalla constata-
            zione che la domanda ed il consumo di sale arricchito con iodio non raggiunge-
            vano livelli di mercato significativi (circa 2% della produzione globale di sale),
            poiché i consumatori non erano consapevoli dei disturbi legati alla carenza ali-
            mentare di iodio e della possibilità di prevenirli con l’uso di sale arricchito.

            Il proposito è stato quello di conseguire il duplice obiettivo:

            l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, attraverso una forte promozione

     Sale   dell’uso del sale arricchito scarsamente utilizzato dai consumatori;

            la riduzione del consumo medio globale di sale al di sotto dei 6 g/die, per la
            correlazione sodio-ipertensione, nell’ambito della prevenzione della patologia
            cardiovascolare.


18                                                                                          19
7
                 Se si desidera bere alcolici, è preferibile assumerli durante o vicino ai pasti, in
                 quantità controllata, prediligendo quelli a basso tenore alcolico, come birra e
                 vino. Evitare l’assunzione di alcol durante l’infanzia, l’adolescenza, la gravidan-
                 za, l’allattamento e se ci si deve mettere alla guida di veicoli o macchinari che
                 richiedono attenzione.

                 Ridurre o eliminare l’assunzione di bevande alcoliche se si è obesi o in sovrappe-
                 so, ma anche se si presenta una familiarità per diabete, obesità, ipertrigliceride-
                 mia, ecc. o se si stanno assumendo farmaci che potrebbero interagire.

                 Il costituente fondamentale e caratteristico di ogni bevanda alcolica è l’etanolo.
                 Il corpo umano è per lo più in grado di sopportare l’etanolo senza evidenti danni
                 purchè si rimanga entro i limiti di un consumo moderato. Per l’uomo questo con-
                 sumo è calcolato in 2-3 unità alcoliche (U.A.) mentre per la donna è di 1-2.


                 A quanto ammonta una unità alcolica?

                 1 U.A. = 12 g di etanolo = 1 bicchiere di vino = 1 lattina di birra = 1 bicchierino
                 di superalcolico.


                 Nella tabella sottostante sono riportati i Valori indicativi di alcolemia (g di alcol/
                 ml di sangue) in funzione della quantità di alcol ingerita (U.A.) e tempo trascorso
                 dall’ingestione (a digiuno). In giallo sono contrassegnati i tassi consentiti dalla
                 legge per la guida

                                            Ore dall’assunzione (uomini)
                      U.A            1              2             3             4              5
                       1            0,13          0,01            0             0              0


     Alcoolici
                       2            0,38          0,26          0,14           0,02            0
                       3            0,63          0,51          0,39           0,27          0,15
                       4            0,88          0,76          0,64           0,52          0,40
                       5            1,13          1,01          0,89           0,77          0,65


20                                                                                                  21
9
                          In gravidanza

                          È bene evitare aumenti eccessivi di peso, facendo nel contempo attenzione a
                          soddisfare gli aumentati fabbisogni nutritivi, in particolare di proteine, calcio,
                          ferro e acido folico. Non assumere cibi crudi o poco cotti e bevande alcoliche.
                          Un’adeguata assunzione di acido folico è consigliabile anche durante tutta l’età
                          fertile.


                          Durante l’allattamento

                          Le necessità nutritive sono addirittura superiori rispetto alla gravidanza. Un’ali-
                          mentazione varia, ricca di vegetali freschi, pesce, latte e derivati aiuta a stare
                          bene e a produrre un latte adatto alle esigenze del neonato. Evitare gli alimenti
                          che possono conferire odori o sapori sgradevoli al latte. Assumere con cautela
                          i prodotti che contengono sostanze eccitanti, come the, caffè, cacao, coca cola.
                          Evitare gli alcolici.




       Le diverse età
     nell’alimentazione
22                                                                                                      23
Bambini e ragazzi

Non saltare mai la prima colazione e suddividere opportunamente gli alimenti
nel corso della giornata, aumentando l’assunzione di ortaggi e frutta. Non ec-
cedere con dolci, bibite gassate e piatti dei fast food. Dedicare almeno 1 ora al
giorno all’attività fisica e al movimento (camminare, giocare all’aperto, ecc.).


Adolescenti

Cercare di evitare schemi alimentari squilibrati e monotoni, solo perché di moda.
Soprattutto per le ragazze, è importante soddisfare i propri fabbisogni alimentari
di ferro e di calcio. Non escludere dalla dieta cibi come carne o pesce, pane e
pasta o latte e formaggi, così come impongono alcune ‘’mode alimentari’’ at-
tualmente molto seguite.




                                                                                     In menopausa

                                                                                     Aumentare l’attività motoria e curare di più l’alimentazione, senza eliminare
                                                                                     indiscriminatamente alcun gruppo di alimenti a favore di altri. Non esagerare
                                                                                     con latte e formaggi prediligendo comunque quelli magri e a basso contenuto di
                                                                                     sale. Assumere ortaggi e frutta fresca in abbondanza, conditi con olio extraver-
                                                                                     gine di oliva. Limitare o evitare condizioni quali sovrappeso o obesità, sedenta-
                                                                                     rietà, stitichezza, fumo e abuso di alcol, che rappresentano importanti fattori di
                                                                                     rischio per diverse malattie.


                                                                                     Anziani

                                                                                     Rendere la propria dieta varia e appetibile, evitando il più possibile i piatti freddi,
                                                                                     precucinati e riscaldati. Scegliere gli alimenti in relazione allo stato di salute
                                                                                     dell’apparato masticatorio e digerente: ad esempio tritare le carni, grattugiare la
                                                                                     frutta, preparare minestre, puree e frullati. Evitare i pasti abbondanti, frazionan-
                                                                                     do l’alimentazione in più occasioni durante la giornata.

  24                                                                                                                                                                   25
11
                La prima colazione dovrebbe essere abbondante e comprendere latte o yogurt.
                Consumare spesso legumi, frutta e ortaggi freschi. Ridurre i grassi animali, sce-
                gliendo carni magre come pollo, coniglio, tacchino. Aumentare il consumo di
                pesce e ridurre quello di formaggi, di alcolici e del sale da cucina.

                Seguire un’alimentazione varia riduce anche le possibilità di ingerire sostanze
                dannose eventualmente contenute negli alimenti, consumare molta verdura e
                frutta ben lavata (funzione protettiva) è il miglior strumento di difesa.

                Le persone anziane, i bambini e le donne in gravidanza devono evitare il consu-
                mo di alimenti di origine animale crudi o poco cotti.

                Le conserve casalinghe devono essere preparate osservando scrupolose norme
                igieniche per scongiurare il rischio che si sviluppino microrganismi dannosi per
                la salute.

                È bene non lasciare raffreddare gli alimenti già cotti fuori dal frigorifero per più
                di due ore (una in estate) e senza coperchio. Quando riutilizzati, dovranno essere
                scaldati fino a quando saranno molto caldi anche all’interno.

                Non scongelare gli alimenti di origine animale a temperatura ambiente, meglio
                cucinarli direttamente oppure scongelarli nel frigorifero o nel forno a microonde.

                Nel frigorifero evitare il contatto tra alimenti diversi; conservare i cibi già cucinati
                in recipienti chiusi, le uova nel contenitore d’origine, ecc.

                Ricordare sempre che l’etichetta alimentare è uno strumento di tutela del consu-
                matore e che sarebbe quindi utile leggerla con attenzione.




     Consigli

26                                                                                                 27
12
                             Una brevissima nota conclusiva sul modello alimentare mediterraneo; ci rife-
                             riamo in questo caso non solo all’Italia (e non tutta l’Italia), ma anche ad altri
                             paesi come Francia, Spagna, Grecia, ai paesi settentrionali dell’Africa e del vicino
                             Oriente che geograficamente si trovano in un ambiente simile.

                             Usi e consumi alimentari ed i prodotti tipici di questi luoghi hanno dato origine al
                             modello alimentare mediterraneo. Prodotti tipici di questo modello sono il pane,
                             la pasta, l’olio di oliva,il vino, la frutta e tutta la vasta gamma degli ortaggi fra i
                             quali primeggia il pomodoro.

                             Non si tratta di una dieta ad impronta vegetariana, ma questi prodotti, ben
                             combinati fra loro (come insegna la cucina mediterranea)
                             con l’aggiunta di modeste quantità di prodotti
                             di origine animale (formaggio, latte, uova, carne
                             e pesce) sono in grado di assicurare
                             un’alimentazione valida, equilibrata, adatta a
                             qualsiasi età e anche in grado di ridurre il rischio
                             di insorgenza di patologie (diabete, obesità,
                             malattie cardiovascolari).

                             Vi sono importanti prove scientifiche in favore della
                             validità del modello alimentare mediterraneo
                             nel proteggere la salute basate sulla somiglianza
                             con modelli alimentari proposti nel mondo
                             (suddivisione ideale in calorie e
                             principi nutritivi) e sui principi
                             della dieta mediterranea (riduzione
                             dei grassi saturi a favore dei grassi
                             monoinsaturi, adeguato apporto
                             di acidi grassi essenziali,
                             apporto di fibra, prevalenza
                             di carboidrati complessi), oltre

     La dieta mediterranea   a prove derivanti da importante
                             ricerche epidemiologiche come
                             ad esempio il già citato
                             “Seven Countries Studio”
                             (vedi box a pagina 9).


28                                                                                                             29
12
                              Non si può mantenersi in salute basandosi soltanto sul tipo di alimentazio-
                              ne, ma a questa bisogna affiancare anche degli esercizi fisici” (Ippocrate:
                              “Il regime”, metà del IV sec. AC)

                              Negli ultimi anni si sta finalmente sviluppando la cultura della nutrizione e della
                              prevenzione di alcune patologie attraverso una corretta alimentazione.

                              Il medico di medicina generale per il proprio ruolo e profilo professionale intera-
                              gisce con il paziente nell’ambito di un rapporto fiduciario e conosce la sua storia
                              clinica e personale oltre che socio-famigliare e psicologica, ed è la figura medica
                              che può vantare il contatto più frequente e diretto con il paziente.

                              È quindi necessario che il medico di famiglia risponda con competenza alle
                              richieste di salute e prevenzione che sempre più frequentemente gli vengono
                              rivolte. Ciò implica anche l’acquisizione di conoscenze in campo nutrizionale
                              che, costantemente aggiornate, andranno applicate al soggetto sano o affetto
                              da patologia.

                              La promozione di una corretta alimentazione richiede, però, non solo conoscenze
                              specifiche, ma anche disponibilità da parte del medico a fornire indicazioni e
                              strategie di comportamento e contemporaneamente da parte della famiglia la
                              disponibilità ad effettuare eventuali variazioni alimentari e dello stile di vita.

                              L’anamnesi nutrizionale costituisce un primo approccio importante e consente
                              una conoscenza approfondita della famiglia, delle sue abitudini non solo diete-
                              tiche ma anche di vita; permette inoltre di evidenziare le dinamiche all’interno
                              del nucleo familiare e la presenza di contrasti, incomprensioni e insoddisfazioni
                              spesso causa di scorrette abitudini dietetiche.


 Il medico di famiglia e le   Proprio in sede di colloquio è opportuno che vengano messi in luce precocemen-
                              te oltre agli errori nutrizionali anche eventuali comportamenti a rischio per svi-
                              luppo di patologie del comportamento alimentare e che si cerchi di intervenire
strategie nella educazione    per un tentativo di correzione degli stessi.


        alimentare            Questo approccio si può realizzare attraverso la metodica del Counseling che
                              può spesso costituire un’efficace metodo di intervento ma che necessita tut-
                              tavia di una serie di requisiti peculiari quali: qualità personali, conoscenze

30                                                                                                          31
specifiche,abilità e strategie comunicative e relazionali finalizzate all’attivazione    Lasciando ai più motivati il compito di approfondimento su questa tecnica è
delle risorse personali dell’individuo. Il termine deriva dalla lingua inglese “to       opportuno, riprendendo alcune considerazioni tratte da G.Bert e S.Quaglino (Il
counsel” e spesso viene erroneamente tradotto con il verbo “consigliare”, in             medico e il counseling, 1993) ricordare che:
realtà fare counseling significa ben altro. Si tratta infatti di un processo che ha
il fine di rendere possibili scelte e cambiamenti, nel rispetto dei valori e della       il counseling non è un obbligo morale (un suo utilizzo strutturato va riservato
capacità di autodeterminarsi del paziente.                                               alle situazioni in cui è veramente possibile il coinvolgimento del paziente)

Qualche definizione di Counseling: “...una pratica o prestazione professionale           il counseling non è una psicoterapia (è fondamentale che il medico sappia deli-
atta a guidare un individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi            mitare con attenzione il proprio intervento senza sconfinare)
e potenzialità attraverso l’uso di principi e metodi psicologici moderni in partico-
lare raccolta dei dati storici del caso, uso di varie tecniche di intervista personale   il counseling non è un’imposizione di valori (l’obiettivo è un obiettivo educativo,
e individuazione di interessi e attitudini”.                                             non bisogna convincere nessuno ma aiutare e favorire un percorso di cambia-
                                                                                         mento)
Secondo l’OMS “...è un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta
le persone a risolvere e gestire problemi e prendere decisioni; esso coinvolge           il counseling si impara (è una tecnica che si deve apprendere e non una improv-
un “cliente” e un “operatore”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di            visazione, si basa sulla relazione e richiede motivazione, impegno, riflessione,
essere aiutato, il secondo una persona esperta, imparziale, non legata al cliente,       esercizio).
addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida”.
                                                                                         Uno strumento quindi complesso, relativamente nuovo per il medico di famiglia,
Fare counseling significa dunque entrare strategicamente nei meccanismi deci-            ma che può essere di grande aiuto in un ambito di intervento così difficile come
sionali del paziente ed aiutarlo a trovare il suo modo per cambiare.                     quello della educazione alimentare e del cambiamento del lifestyle.




  32                                                                                                                                                                   33
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  • 1. L’ALIMENTAZIONE NELLA PREVENZIONE pharma service srl edizioni
  • 2. Crediti Introduzione 5 Controllare il peso e mantenere un’abituale attività motoria 8 Cereali, legumi, ortaggi e frutta 10 Grassi 12 Zuccheri, dolci e bevande zuccherate 14 Acqua 16 Sale 18 Alcolici 20 Le diverse età nell’alimentazione 22 Consigli 26 La dieta mediterranea 28 pharma service srl Il medico di famiglia e le strategie nell’educazione alimentare 30 edizioni
  • 3. INTRODUZIONE Il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie. Tra le tante analisi che possono riguardare la società moderna, una tra le più interessanti può essere rivolta alle abitudini alimentari che negli ultimi anni sono profondamente cambiate nelle popolazioni occidentali . Parallelamente il mondo scientifico ha iniziato ad occuparsi in modo sempre più stretto ed attento delle problematiche legate all’alimentazione ed alla correla- zione tra dieta e patologie con una particolare attenzione all’area cardiovascola- re ed oncologica oltre che al più scontato ambito metabolico. Tra i fattori che hanno favorito questi cambiamenti dobbiamo senz’altro pren- dere in considerazione il forte sviluppo dell’economia ed i miglioramenti delle condizioni di status di una gran parte della popolazione; la possibilità di contatto con altre culture favorita in particolare dal grande impulso del turismo di massa e dei viaggi oltre frontiera. Oltre a questi grandi mutamenti sociali ed al raggiungimento di un migliore tenore di vita, non vi è dubbio che la diffusione di messaggi pubblicitari attra- verso i media e le grandi opportunità offerte dagli strumenti di comunicazione di massa, hanno spostato l’attenzione e spinto i consumatori a considerare, con maggior frequenza e in più larga misura, una vasta gamma di generi alimentari meno usuali e considerati in precedenza esclusivi di una certa elite. Se per un verso la possibilità di usufruire di una grande e differente varietà di cibi ha portato al miglioramento del livello di nutrizione di molti individui ed ha favorito la pressocchè totale scomparsa di un gran numero di patologie legate alle carenze nutrizionali, d’altro canto sono emerse sempre più chiaramente una serie di problematiche legate agli eccessi alimentari, alla errata composizione della dieta, al conseguente sovrappeso ed agli squilibri metabolici associati. Il nuovo paradigma è diventato quello del rischio cardiocerebrovascolare e dello 4 5
  • 4. stile di vita che, come ben evidenziato da numerosi importanti trials clinici, sono i fattori legati in modo diretto con i parametri di morbilità e mortalità. Seven Countries Study Dal famosissimo Seven Countries Study (vedi box a lato) ormai vecchio di molti anni in poi, gli studiosi hanno dimostrato ad esempio sempre più chiaramente la La prima intuizione a riguardo dell’importanza del- relazione tra tassi di mortalità per cardiopatia coronarica e consumo di grassi sa- l’alimentazione per la prevenzione delle malattie fu turi, cosi come la correlazione con l’aumento della colesterolemia e della pres- del fisiologo americano Ancel Keys che condusse sione arteriosa legati a scorretti stili di vita e incongrue abitudini alimentari. uno studio epidemiologico denominato, appunto, “Seven Countries Study”, e negli anni ‘70 pubblicò Con l’obiettivo di fornire chiare e semplici indicazioni per la popolazione, l’Istitu- il libro “Eat well and stay well, the Mediterranean to Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ha recentemente emanato way”. nuove direttive per una sana alimentazione. Proprio per meglio sviluppare le sue teorie, Ancel Queste linee guida, aggiornate alla luce dell’evoluzione delle conoscenze scien- Keys decise di stabilirsi in un piccolo borgo di pesca- tifiche e stilate con una particolare attenzione ai cambiamenti delle abitudini tori (Pioppi) in provincia di Salerno dove visse per di vita, vogliono anche essere un monito per sfatare miti e false convinzioni quasi quaranta anni. È deceduto nel novembre 2004 sull’alimentazione ed un tentativo per modificare errate ‘’mode alimentari’’ che all’età di cento anni. sono ormai consolidate per molti. Questo modello alimentare è basato su di un para- Vediamo in modo semplice e sintetico una serie di regole da poter trasmettere dosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo per una alimentazione e per uno stile di vita più corretto. tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi animali, e ciò nonostante hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto agli abitanti degli Stati Uniti, dove ci sono livelli simili di grassi animali nell’alimentazione. La spiegazione è che la gran quantità di olio di oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia al- meno in parte i grassi animali. L’olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Inoltre, si pensa che il consumo di vino rosso sia un altro fattore, in quanto contiene bioflavonoidi con potenti effetti antiossidanti. 6 7
  • 5. 1 È opportuno pesarsi almeno una volta al mese controllando il proprio IMC (indi- ce di massa corporea). L’IMC si calcola dividendo il proprio peso in chilogrammi per il quadrato della propria altezza. Se si è sovrappeso, ridurre le entrate energetiche (includendo comunque tutti gli alimenti in modo equilibrato) e aumentare nel contempo le uscite. Evitare le diete drastiche e sbilanciate, che non includono tutti gli alimenti. Se si è sottopeso mantenere un giusto livello di attività, accompagnata da un’alimen- tazione varia ed equilibrata, consumando tutti i pasti agli orari abituali. Nell’anziano sembra che 3-5 kg in più rispetto al peso al suo peso forma da adulto possano essere protettivi per la salute e la spettanza di vita. Non è possibile seguire un’alimentazione corretta senza praticare un’attività fisica continua e di intensità non trascurabile. La misura della circonferenza della vita e dei fianchi consente di definire la di- strettualizzazione dell’adipe, l’eccesso di peso distribuito prevalentemente sul tronco è più rischioso per la salute di quello distribuito sui fianchi. Quale attività fisica? Per stile di vita fisicamente attivo si deve intendere innanzitutto un tipo di com- portamento che dia la preferenza, nell’espletamento delle attività quotidiane, all’uso dei propri muscoli piuttosto che all’uso delle macchine. Un adulto sano a questo può aggiungere, 4 o 5 volte la settimana, un’attività fisica (per circa 20 Controllare il peso e secondi) di intensità sufficiente a provocare un evidente sudorazione. mantenere una abituale Composizione corporea (media): attività motoria 80-85 % massa magra (liquidi corporei, scheletro, visceri); 15-20% massa magra (tessuto adiposo). Nella donna adulta 20-30 %. 8 9
  • 6. 2 Incrementare l’assunzione quotidiana di ortaggi, frutta fresca e legumi, cercando di raggiungere le cinque porzioni giornaliere. È conveniente includere i legumi secchi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie) amplian- do così la possibilità di scelte alternative. Ciò perché i legumi oltre a rilevanti quantità di amido e fibra forniscono anch’es- si quei nutrienti principali che sono caratteristici della carne, del pesce e delle uova, come ferro e altri oligoelementi oltre a notevoli quantità di proteine di buona qualità biologica. Alcune sostanze ad azione protettiva contenute in frutta e verdura hanno azione antiossidante (contrastano cioè l’azione dei radicali liberi i quali alterando la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico, aprono la strada al- l’invecchiamento precoce e possono dare l’avvio a processi che sono all’origine di diverse forme tumorali). Antiossidanti Acido ascorbico (vitamina C). Carotenoidi: betacarotene: vegetali gialli, arancione,frutti giallo-arancio Licopene: vegetali rossi come il pomodoro Composti fenolici: in quasi tutti gli alimenti di origine vegetale (uva, vino) Cereali, legumi, Tocoferoli: presenti nei semi oleosi e negli ortaggi a foglia verde ortaggi e frutta Consumare regolarmente anche pane, pasta, riso e altri cereali, meglio se integrali, limitando grassi e oli. 10 11
  • 7. 3 Condire preferibilmente con grassi di origine vegetale, soprattutto olio extraver- gine di oliva e oli di semi, a crudo, e sempre in quantità controllate. Non eccedere nel consumo di alimenti fritti, evitando di riutilizzare grassi e oli già cotti. Mangiare il pesce due o tre volte la settimana e, fra le carni, preferire quelle ma- gre, eliminando l’eventuale grasso visibile. Non consumare più di quattro uova alla settimana, distribuite nei vari giorni. Preferire il latte scremato o parzialmente scremato a quello intero e, per quanto riguarda i formaggi, scegliere quelli più magri oppure ridurne le porzioni. Abi- tuarsi a controllare le etichette per conoscere il contenuto in grassi dei vari cibi. È stato dimostrato che alcuni acidi grassi saturi che abbondano in certi grassi animali oltre che nell’olio di cocco e di palma, elevano il livello di colestero- lo totale e LDL nel sangue favorendo il processo aterosclerotico. L’acido oleico (monoinsaturo – olio di oliva) riduce il colesterolo LDL non modificando o au- mentando l’HDL. Grassi 12 13
  • 8. 4 Tra i dolci meglio sarebbe meglio scegliere i prodotti da forno della tradizione italiana, come biscotti, torte, ecc, che contengono meno grassi e zuccheri. Lo zucchero comune è costituito da saccarosio. Nell’alimentazione abituale una delle fonti importanti di zuccheri sono gli alimenti e le bevande dolci. È contenuto anche nella frutta e nel miele (che contengono anche glucosio e frutto- sio). Il latte contiene zuccheri semplici (lattosio). Gli zuccheri, specialmente se assunti da soli, sono facilmente assorbiti e utilizzati, sia pure con diversa rapidità. Alcuni zuccheri (glucosio) provocano in tempi brevi un bru- sco innalzamento della glicemia. Questo “picco glicemico”, mentre può attenuare fastidiose sensazioni legate alla ipo- glicemia (“calo degli zuccheri”) è controindicato per chi, come i soggetti diabetici, ha difficoltà ad utilizzare il glucosio a livello cellulare Lavarsi sempre i denti dopo il loro consumo. Informarsi sempre sul tipo di edulcoran- te artificiale addizionato ad un determinato alimento, per evitarne una assunzione eccessiva. Zuccheri, dolci e bevande zuccherate? Sì, ma nei giusti limiti... 14 15
  • 9. 5 È bene consumarne in abbondanza. Va sempre assecondato il senso di sete ten- tando anzi di anticiparlo, bevendo 1,5-2 litri al giorno di acqua: meglio bere frequentemente, piccole quantità a piccoli sorsi, soprattutto se appena fredda. I bambini e gli anziani,che sono abitualmente più esposti al rischio di disidra- tazione, dovrebbero bere frequentemente nell’arco della giornata, anche in as- senza di sete. Durante l’attività fisica e in determinate condizioni patologiche (es. stati febbri- li, diarrea) che determinano un aumento dell’eliminazione dell’acqua corporea, reintegrare tempestivamente e in quantità adeguata l’acqua perduta. È sbagliato evitare di bere per il timore di sudare eccessivamente o di ingrassare: sudare è infatti indispensabile per regolare la temperatura corporea e l’acqua non apporta calorie. Ricordiamo: il fabbisogno (per adulti e anziani) e di 1 ml di acqua per ogni chi- localoria alimentare introdotta al giorno. Per i bambini circa 1,5 ml/ kcal/giorno. Acqua 16 17
  • 10. 6 In Italia si consuma sale in eccesso: in media dai 10 ai 14 grammi a testa al giorno. Preferire il sale arricchito con iodio (sale iodato). Cercare di ridurre progressivamente il sale che si aggiunge ai cibi, tutto il sale di cui abbiamo bisogno è già contenuto negli alimenti allo stato naturale. Abituarsi a salare progressivamente meno i cibi, tenendo in considerazione inol- tre le fonti di sale come dadi, ketchup, salsa di soia, senape, ecc. Per esaltare il sapore dei cibi preferire succo di limone, aceto, spezie ed erbe aromatiche. Durante l’attività sportiva moderata è sufficiente reintegrare i liquidi persi attra- verso la sudorazione con la semplice acqua. Il Ministero della Salute ha promosso nel 1997 una Campagna di educazione alimentare su “Sale nell’alimentazione per la profilassi della carenza iodica e la prevenzione dell’ipertensione”. La necessità di effettuare una Campagna informativa è derivata dalla constata- zione che la domanda ed il consumo di sale arricchito con iodio non raggiunge- vano livelli di mercato significativi (circa 2% della produzione globale di sale), poiché i consumatori non erano consapevoli dei disturbi legati alla carenza ali- mentare di iodio e della possibilità di prevenirli con l’uso di sale arricchito. Il proposito è stato quello di conseguire il duplice obiettivo: l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, attraverso una forte promozione Sale dell’uso del sale arricchito scarsamente utilizzato dai consumatori; la riduzione del consumo medio globale di sale al di sotto dei 6 g/die, per la correlazione sodio-ipertensione, nell’ambito della prevenzione della patologia cardiovascolare. 18 19
  • 11. 7 Se si desidera bere alcolici, è preferibile assumerli durante o vicino ai pasti, in quantità controllata, prediligendo quelli a basso tenore alcolico, come birra e vino. Evitare l’assunzione di alcol durante l’infanzia, l’adolescenza, la gravidan- za, l’allattamento e se ci si deve mettere alla guida di veicoli o macchinari che richiedono attenzione. Ridurre o eliminare l’assunzione di bevande alcoliche se si è obesi o in sovrappe- so, ma anche se si presenta una familiarità per diabete, obesità, ipertrigliceride- mia, ecc. o se si stanno assumendo farmaci che potrebbero interagire. Il costituente fondamentale e caratteristico di ogni bevanda alcolica è l’etanolo. Il corpo umano è per lo più in grado di sopportare l’etanolo senza evidenti danni purchè si rimanga entro i limiti di un consumo moderato. Per l’uomo questo con- sumo è calcolato in 2-3 unità alcoliche (U.A.) mentre per la donna è di 1-2. A quanto ammonta una unità alcolica? 1 U.A. = 12 g di etanolo = 1 bicchiere di vino = 1 lattina di birra = 1 bicchierino di superalcolico. Nella tabella sottostante sono riportati i Valori indicativi di alcolemia (g di alcol/ ml di sangue) in funzione della quantità di alcol ingerita (U.A.) e tempo trascorso dall’ingestione (a digiuno). In giallo sono contrassegnati i tassi consentiti dalla legge per la guida Ore dall’assunzione (uomini) U.A 1 2 3 4 5 1 0,13 0,01 0 0 0 Alcoolici 2 0,38 0,26 0,14 0,02 0 3 0,63 0,51 0,39 0,27 0,15 4 0,88 0,76 0,64 0,52 0,40 5 1,13 1,01 0,89 0,77 0,65 20 21
  • 12. 9 In gravidanza È bene evitare aumenti eccessivi di peso, facendo nel contempo attenzione a soddisfare gli aumentati fabbisogni nutritivi, in particolare di proteine, calcio, ferro e acido folico. Non assumere cibi crudi o poco cotti e bevande alcoliche. Un’adeguata assunzione di acido folico è consigliabile anche durante tutta l’età fertile. Durante l’allattamento Le necessità nutritive sono addirittura superiori rispetto alla gravidanza. Un’ali- mentazione varia, ricca di vegetali freschi, pesce, latte e derivati aiuta a stare bene e a produrre un latte adatto alle esigenze del neonato. Evitare gli alimenti che possono conferire odori o sapori sgradevoli al latte. Assumere con cautela i prodotti che contengono sostanze eccitanti, come the, caffè, cacao, coca cola. Evitare gli alcolici. Le diverse età nell’alimentazione 22 23
  • 13. Bambini e ragazzi Non saltare mai la prima colazione e suddividere opportunamente gli alimenti nel corso della giornata, aumentando l’assunzione di ortaggi e frutta. Non ec- cedere con dolci, bibite gassate e piatti dei fast food. Dedicare almeno 1 ora al giorno all’attività fisica e al movimento (camminare, giocare all’aperto, ecc.). Adolescenti Cercare di evitare schemi alimentari squilibrati e monotoni, solo perché di moda. Soprattutto per le ragazze, è importante soddisfare i propri fabbisogni alimentari di ferro e di calcio. Non escludere dalla dieta cibi come carne o pesce, pane e pasta o latte e formaggi, così come impongono alcune ‘’mode alimentari’’ at- tualmente molto seguite. In menopausa Aumentare l’attività motoria e curare di più l’alimentazione, senza eliminare indiscriminatamente alcun gruppo di alimenti a favore di altri. Non esagerare con latte e formaggi prediligendo comunque quelli magri e a basso contenuto di sale. Assumere ortaggi e frutta fresca in abbondanza, conditi con olio extraver- gine di oliva. Limitare o evitare condizioni quali sovrappeso o obesità, sedenta- rietà, stitichezza, fumo e abuso di alcol, che rappresentano importanti fattori di rischio per diverse malattie. Anziani Rendere la propria dieta varia e appetibile, evitando il più possibile i piatti freddi, precucinati e riscaldati. Scegliere gli alimenti in relazione allo stato di salute dell’apparato masticatorio e digerente: ad esempio tritare le carni, grattugiare la frutta, preparare minestre, puree e frullati. Evitare i pasti abbondanti, frazionan- do l’alimentazione in più occasioni durante la giornata. 24 25
  • 14. 11 La prima colazione dovrebbe essere abbondante e comprendere latte o yogurt. Consumare spesso legumi, frutta e ortaggi freschi. Ridurre i grassi animali, sce- gliendo carni magre come pollo, coniglio, tacchino. Aumentare il consumo di pesce e ridurre quello di formaggi, di alcolici e del sale da cucina. Seguire un’alimentazione varia riduce anche le possibilità di ingerire sostanze dannose eventualmente contenute negli alimenti, consumare molta verdura e frutta ben lavata (funzione protettiva) è il miglior strumento di difesa. Le persone anziane, i bambini e le donne in gravidanza devono evitare il consu- mo di alimenti di origine animale crudi o poco cotti. Le conserve casalinghe devono essere preparate osservando scrupolose norme igieniche per scongiurare il rischio che si sviluppino microrganismi dannosi per la salute. È bene non lasciare raffreddare gli alimenti già cotti fuori dal frigorifero per più di due ore (una in estate) e senza coperchio. Quando riutilizzati, dovranno essere scaldati fino a quando saranno molto caldi anche all’interno. Non scongelare gli alimenti di origine animale a temperatura ambiente, meglio cucinarli direttamente oppure scongelarli nel frigorifero o nel forno a microonde. Nel frigorifero evitare il contatto tra alimenti diversi; conservare i cibi già cucinati in recipienti chiusi, le uova nel contenitore d’origine, ecc. Ricordare sempre che l’etichetta alimentare è uno strumento di tutela del consu- matore e che sarebbe quindi utile leggerla con attenzione. Consigli 26 27
  • 15. 12 Una brevissima nota conclusiva sul modello alimentare mediterraneo; ci rife- riamo in questo caso non solo all’Italia (e non tutta l’Italia), ma anche ad altri paesi come Francia, Spagna, Grecia, ai paesi settentrionali dell’Africa e del vicino Oriente che geograficamente si trovano in un ambiente simile. Usi e consumi alimentari ed i prodotti tipici di questi luoghi hanno dato origine al modello alimentare mediterraneo. Prodotti tipici di questo modello sono il pane, la pasta, l’olio di oliva,il vino, la frutta e tutta la vasta gamma degli ortaggi fra i quali primeggia il pomodoro. Non si tratta di una dieta ad impronta vegetariana, ma questi prodotti, ben combinati fra loro (come insegna la cucina mediterranea) con l’aggiunta di modeste quantità di prodotti di origine animale (formaggio, latte, uova, carne e pesce) sono in grado di assicurare un’alimentazione valida, equilibrata, adatta a qualsiasi età e anche in grado di ridurre il rischio di insorgenza di patologie (diabete, obesità, malattie cardiovascolari). Vi sono importanti prove scientifiche in favore della validità del modello alimentare mediterraneo nel proteggere la salute basate sulla somiglianza con modelli alimentari proposti nel mondo (suddivisione ideale in calorie e principi nutritivi) e sui principi della dieta mediterranea (riduzione dei grassi saturi a favore dei grassi monoinsaturi, adeguato apporto di acidi grassi essenziali, apporto di fibra, prevalenza di carboidrati complessi), oltre La dieta mediterranea a prove derivanti da importante ricerche epidemiologiche come ad esempio il già citato “Seven Countries Studio” (vedi box a pagina 9). 28 29
  • 16. 12 Non si può mantenersi in salute basandosi soltanto sul tipo di alimentazio- ne, ma a questa bisogna affiancare anche degli esercizi fisici” (Ippocrate: “Il regime”, metà del IV sec. AC) Negli ultimi anni si sta finalmente sviluppando la cultura della nutrizione e della prevenzione di alcune patologie attraverso una corretta alimentazione. Il medico di medicina generale per il proprio ruolo e profilo professionale intera- gisce con il paziente nell’ambito di un rapporto fiduciario e conosce la sua storia clinica e personale oltre che socio-famigliare e psicologica, ed è la figura medica che può vantare il contatto più frequente e diretto con il paziente. È quindi necessario che il medico di famiglia risponda con competenza alle richieste di salute e prevenzione che sempre più frequentemente gli vengono rivolte. Ciò implica anche l’acquisizione di conoscenze in campo nutrizionale che, costantemente aggiornate, andranno applicate al soggetto sano o affetto da patologia. La promozione di una corretta alimentazione richiede, però, non solo conoscenze specifiche, ma anche disponibilità da parte del medico a fornire indicazioni e strategie di comportamento e contemporaneamente da parte della famiglia la disponibilità ad effettuare eventuali variazioni alimentari e dello stile di vita. L’anamnesi nutrizionale costituisce un primo approccio importante e consente una conoscenza approfondita della famiglia, delle sue abitudini non solo diete- tiche ma anche di vita; permette inoltre di evidenziare le dinamiche all’interno del nucleo familiare e la presenza di contrasti, incomprensioni e insoddisfazioni spesso causa di scorrette abitudini dietetiche. Il medico di famiglia e le Proprio in sede di colloquio è opportuno che vengano messi in luce precocemen- te oltre agli errori nutrizionali anche eventuali comportamenti a rischio per svi- luppo di patologie del comportamento alimentare e che si cerchi di intervenire strategie nella educazione per un tentativo di correzione degli stessi. alimentare Questo approccio si può realizzare attraverso la metodica del Counseling che può spesso costituire un’efficace metodo di intervento ma che necessita tut- tavia di una serie di requisiti peculiari quali: qualità personali, conoscenze 30 31
  • 17. specifiche,abilità e strategie comunicative e relazionali finalizzate all’attivazione Lasciando ai più motivati il compito di approfondimento su questa tecnica è delle risorse personali dell’individuo. Il termine deriva dalla lingua inglese “to opportuno, riprendendo alcune considerazioni tratte da G.Bert e S.Quaglino (Il counsel” e spesso viene erroneamente tradotto con il verbo “consigliare”, in medico e il counseling, 1993) ricordare che: realtà fare counseling significa ben altro. Si tratta infatti di un processo che ha il fine di rendere possibili scelte e cambiamenti, nel rispetto dei valori e della il counseling non è un obbligo morale (un suo utilizzo strutturato va riservato capacità di autodeterminarsi del paziente. alle situazioni in cui è veramente possibile il coinvolgimento del paziente) Qualche definizione di Counseling: “...una pratica o prestazione professionale il counseling non è una psicoterapia (è fondamentale che il medico sappia deli- atta a guidare un individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi mitare con attenzione il proprio intervento senza sconfinare) e potenzialità attraverso l’uso di principi e metodi psicologici moderni in partico- lare raccolta dei dati storici del caso, uso di varie tecniche di intervista personale il counseling non è un’imposizione di valori (l’obiettivo è un obiettivo educativo, e individuazione di interessi e attitudini”. non bisogna convincere nessuno ma aiutare e favorire un percorso di cambia- mento) Secondo l’OMS “...è un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta le persone a risolvere e gestire problemi e prendere decisioni; esso coinvolge il counseling si impara (è una tecnica che si deve apprendere e non una improv- un “cliente” e un “operatore”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di visazione, si basa sulla relazione e richiede motivazione, impegno, riflessione, essere aiutato, il secondo una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, esercizio). addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida”. Uno strumento quindi complesso, relativamente nuovo per il medico di famiglia, Fare counseling significa dunque entrare strategicamente nei meccanismi deci- ma che può essere di grande aiuto in un ambito di intervento così difficile come sionali del paziente ed aiutarlo a trovare il suo modo per cambiare. quello della educazione alimentare e del cambiamento del lifestyle. 32 33