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L'evoluzione dei mercati: la teoria della
 "coda lunga" e il marketing turistico



                 Amedeo Lepore
         Università degli Studi di Bari e Luiss

        22 marzo 2010 – Università “Sapienza” di Roma
1.1 La teoria della "coda lunga”
"La coda lunga tende ad emergere nel momento in cui si passa
dai canali di distribuzione con spazi limitati a canali in cui lo
spazio non è più una risorsa scarsa. Quanto più i canali sono
illimitati, tanto più i modelli a coda lunga riescono a svilupparsi
meglio. Ma per trovarsi in questa situazione, è necessaria anche
un'altra condizione: che gli spazi costino poco.
Internet è proprio questo: un luogo con spazi illimitati che
tendono a costare sempre meno, se non nulla. E' per questo che
il free sta cominciando a cambiare la cultura e le regole del
mercato, rendendo possibili sia i business grandi, che quelli di
nicchia.
Quella di internet è una delle più grandi economie al mondo e,
per di più, in gran parte basata sul modello del free (i software e
i servizi sono per lo più gratuiti). Fino ad ora non avevamo mai
avuto un mercato così grande interamente incentrato sul gratis.
Questo rappresenta una sfida non indifferente per la teoria
economica classica” (C. Anderson, World Marketing & Sales
Forum, 2008).
Il	
  conce(o	
  di	
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The Long Tail explained
The	
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   Create	
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                  4.     Filter	
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                                    Enable	
        Filter	
  



   1980	
           1995	
             2005	
        2008	
  
                                                                                   30
The three forces of the Long Tail



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                                                                                         29	
  
The Power Law (Long Tail)


                  Profit Threshold for
                  Physical Stores




                                             Profit Threshold for
Sales, Traffic




                                             Hybrid Stores
                                                                      Profit Threshold for
                                                                      Digital Stores




                                     Content (Books, Movies, Music)
The Power Law (Long Tail)


                  Bestsellers
Sales, Traffic




                                       Cult or Genre Hits

                                                                 Academic Press Books?




                                Content (Books, Movies, Music)
La	
  forbice	
  marshalliana	
  
                   Prezzo
                   del gelato


                                                                           Offerta


                        €2.00

Prezzo	
  di	
  	
  
equilibrio	
                                                                Domanda


                                              7                                       Quantità
                                                                                      di gelato
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                                                   equilibrio	
  
Vilfredo Pareto (1848 - 1923) studiò
la distribuzione del reddito in una
nazione e trovò che vi sono
pochissimi a basso reddito, che
aumenta il numero di coloro che
hanno un reddito medio e che
tornano ad essere pochi ad avere un
altissimo reddito.

Il grafico che rappresenta la
distribuzione del reddito è
caratteristico e si chiama curva
paretiana dei redditi.
Curva paretiana (del Pareto) della
   distribuzione dei redditi in una
     collettività - legge naturale
	
  
E’ importante osservare che
comunque si ordini uno Stato, si avrà
sempre questa distribuzione. E’ una
forma naturale di equilibrio che il
sistema economico assume
spontaneamente, dovuta al diverso
interesse che, rispetto al possesso
hanno i componenti della collettività
relativamente allo sforzo necessario
per conseguirlo.

Se si distribuissero pezzi di terra
uguali a 100.000 capifamiglia, dopo
un certo tempo quella collettività
mostrerebbe una piramide sociale con
una curva paretiana dei redditi.

Il reddito può essere: in natura, in
beni, misto, privato, pubblico,
ordinario e straordinario.
Le cause che intervengono nella
distribuzione dei redditi secondo la
Legge di Pareto sono considerate
"forze naturali", dipendono dalla
natura degli uomini piuttosto che
dall'organizzazione della società
stessa. La forma assunta dal
Diagramma di Pareto non è risultato
della casualità, in quanto se così
fosse coinciderebbe con una curva
delle probabilità, ben conosciuta agli
statistici con il nome di "curva degli
errori"; la curva della distribuzione è
al contrario completamente diversa
da quest'ultima ed è il risultato di una
legge universale.
Pareto attinge ai concetti di ofelimità, curva d'indifferenza,
massimo del piacere, ecc., per spiegare i diversi tipi di equilibrio, le
proprietà degli equilibri parziali, quelle dell'equilibrio generale, ma,
mentre le teorie tradizionali sull'interesse generale si concentrano
sulla capacità di confrontare il benessere individuale, il massimo
della somma complessiva del benessere e un'equa distribuzione dei
redditi, Pareto sostiene che non è possibile confrontare l'ofelimità di
diversi individui, da cui consegue un completo rifiuto di tutte le
leggi di distribuzione.
Non è più soddisfatto della sua analisi puramente economica e
teorica, tanto che nel suo Manuale scrive che, volendo operare uno
studio scientifico dei fatti sociali, bisogna tener conto della realtà e
non dei principi astratti. Infatti "le teorie operano pochissimo per
determinare gli atti dell'uomo, molto maggior forza hanno [...] il
tornaconto e le passioni, e sempre si trova qualche compiacente
teoria che li giustifica". Per di più "l'uomo ha una tendenza
spiccatissima a figurarsi come logiche le azioni non-logiche".


Ofelimità: TS filos., nel pensiero dell’economista e sociologo
Vilfredo Pareto (1848–1923), il valore d’uso di un bene determinato
dal personale piacere che un individuo ne trae o crede di trarne.
1.2 La teoria della "coda lunga”e la
 “fortuna alla base della piramide”
La fortuna alla Base della Piramide (Prahalad)

La base della piramide (economica) consiste nei 4 miliardi di persone che
vivono con meno di $2 al giorno. Per più di 50 anni, la Banca Mondiale,
nazioni erogatrici, varie agenzie di sussidio,        governi nazionali e,
ultimamente, le organizzazioni sociali civili hanno tutte fatto del loro
meglio, ma non sono riuscite a sradicare la povertà.
C.K. Prahalad inizia il suo volume “La fortuna alla Base della Piramide”,
con una proposta semplice ma rivoluzionaria: Se smettiamo di pensare ai
poveri come vittime o come un fardello e cominciamo a riconoscerli come
imprenditori resilienti e creativi o consumatori attenti al valore, un nuovo
mondo pieno di opportunità si potrà aprire.
Prahalad suggerisce che quattro miliardi di poveri possono essere il
motore del prossimo turno del commercio e della prosperità globale e
possono essere fonte di innovazioni. Servire i clienti alla Base della
Piramide richiede che le grandi aziende lavorino in collaborazione con le
organizzazioni sociali civili e gli enti pubblici territoriali. Ancora, lo
sviluppo del mercato alla Base della Piramide creerà milioni di nuovi
imprenditori come fili di erba.
Prahalad presenta il suo punto di vista per affrontare il problema della
povertà come una soluzione di Co-Creazione verso lo sviluppo economico
e la trasformazione sociale, le cui parti in causa sono:
   * Imprese private
   * Agenzie di sussidio e sviluppo
   * Consumatori della Base della Piramide
   * Imprenditori della Base della Piramide
   * Organizzazioni sociali civili ed enti pubblici territoriali
12 principi di innovazione per i mercati della Base della Piramide

Prahalad fornisce le seguenti indicazioni per creare prodotti e servizi per
i mercati alla Base della Piramide:
1.  Concentrarsi (anzi tuffarsi) sulle performance dei prezzi.
2. Soluzioni ibride, miscelando nuove e vecchie tecnologie.
3. Funzionamenti scalabili e trasportabili attraverso paesi, culture e
     lingue.
4. Intensità ridotta delle risorse: prodotti ecologici.
5. Riprogettazione radicale del prodotto dall'inizio: cambiamenti
marginali per i prodotti esistenti occidentali non funzionerebbero.
6. Costruire infrastrutture logistiche e di produzione.
7. Dequalificare il lavoro (nei servizi).
8. Istruire i clienti all'uso del prodotto.
9. I prodotti devono funzionare in ambienti ostili: rumore, polvere,
circostanze antigieniche, abuso, mancanza di corrente elettrica,
inquinamento dell'acqua.
10. Interfaccia utente adattabile a basi eterogenee di consumatori.
11. I metodi di distribuzione vanno progettati per raggiungere sia i
mercati rurali altamente dispersi, che i mercati urbani altamente densi.
12. Concentrarsi su una vasta architettura, permettendo l'incorporazione
rapida e facile di nuove caratteristiche.
I presupposti della “Base della Piramide” sono i seguenti:


1. I poveri non possono partecipare ai benefici della globalizzazione
senza una partecipazione attiva del settore privato e senza accesso a
prodotti e servizi che rappresentano gli standard di qualità globale.
    2. Il mercato della Base della Piramide offre una nuova occasione di
sviluppo del settore privato e un forum per le innovazioni. Le vecchie e
provate soluzioni non possono creare mercati per la Base della Piramide.
    3. I mercati della Base della Piramide devono trasformarsi in parte
integrante del lavoro e del business centrale del settore privato. I mercati
della Base della Piramide non possono soltanto essere lasciati al regno
delle iniziative aziendali di Responsabilità Sociale (CSR).



Referenza Bibliografica: C.K. Prahalad, The Fortune at the Bottom of the
Pyramid: Eradicating Poverty through Profits, 2005.
Purchasing	
  Power	
  (US$)	
             Global	
  populaGon	
  (m)	
  

        >$20,000	
                                             75-­‐100	
  
                                    1	
  

   $1,500-­‐$20,000	
               2	
                      1,500-­‐1,750	
  


         $1,500	
                   3	
  
                                                                   4,000	
  
         <$1,500	
                  4	
  




=	
                                                               ?	
  
1.3 La teoria della "coda lunga”
      e la “freeconomics”
Freeconomics	
  è	
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Chris	
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della	
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  di	
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  che	
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  medio-­‐piccola	
  libreria:	
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  Sembra	
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  può	
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Da	
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sistema	
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Anche	
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  esempi	
  sono	
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portata	
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  tuF:	
  Google,	
  Skype,	
  Wikipedia,	
  la	
  TV	
  
privata	
  generalista…	
  
Nelle	
  sei	
  pagine	
  che	
  il	
  Guardian	
  gli	
  dedica	
  oggi	
  
afferma	
  che	
  pressochè	
  tu(o	
  sia	
  servizio	
  può	
  
essere	
  dato	
  via	
  per	
  cosG	
  marginali,	
  
recuperando	
  i	
  cosG	
  a(raverso	
  vie	
  traverse	
  
(pubblicità,	
  corsie	
  preferenziali,	
  etc…).	
  Parla	
  di	
  
Ryanair,	
  dove	
  grazie	
  al	
  taglio	
  di	
  qualsiasi	
  costo	
  
non	
  necessario	
  si	
  può	
  volare	
  quasi	
  a	
  costo	
  
zero.	
  Parla	
  della	
  musica	
  via	
  internet,	
  con	
  un	
  
trend	
  crescente	
  di	
  band	
  rassegnate	
  alla	
  
pirateria	
  che	
  regalano	
  la	
  versione	
  digitale	
  
dell’album	
  cercando	
  di	
  guadagnare	
  sui	
  
concerG.	
  Parla	
  dei	
  libri,	
  il	
  suo	
  libro	
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  disponibile	
  
via	
  internet	
  graGs,	
  lui	
  guadagnerà	
  dalle	
  
conferenze.	
  Parla	
  delle	
  fotocopierie	
  giapponesi	
  
dove	
  si	
  possono	
  fare	
  fotocopie	
  graGs	
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  pa(o	
  di	
  
avere	
  pubblicità	
  sul	
  dorso	
  del	
  foglio.	
  Parla	
  di	
  
tante	
  altre	
  cose.	
  Tu(o	
  può	
  essere	
  graGs.	
  
2. Il marketing turistico
   della “coda lunga”
L’archivio di film
Articoli e saggi nel web
Siti web con grafici
Siti web e turismo della “coda lunga”
3. La teoria della "coda lunga”
    e l’economia della conoscenza.
Il paradigma della società postfordista
Il World Wide Web 1
Il World Wide Web, acronimo WWW, spesso abbreviato in web, è uno dei servizi di
Internet, la più grande rete di computer mondiale ad accesso pubblico mai realizzata. In
particolare, il web è, insieme alla posta elettronica, il servizio di Internet più utilizzato e
conosciuto.
Il servizio mette a disposizione degli utenti uno spazio elettronico e digitale per la
pubblicazione di contenuti multimediali, oltre che un mezzo per la distribuzione di
software e la fornitura di servizi particolari, sviluppati dagli stessi utenti.
Il web è stato creato da Tim Berners-Lee, ricercatore del CERN di Ginevra, sulla base
delle idee sue e di quelle di un suo collega, Robert Cailliau. Oggi, gli standard su cui è
basata la rete, in continuo sviluppo, sono mantenuti dal World Wide Web Consortium
(W3C). La nascita del web risale al 6 agosto 1991, giorno in cui Berners-Lee mise on-
line su Internet il primo sito web.
Il primo sito web
creato da Tim Berners-Lee - online il 6 agosto 1991
Il Web 2.0: Internet interattivo
Il Web 2.0 è un locuzione utilizzata per indicare genericamente uno stato di
evoluzione di Internet (e, in particolare, del World Wide Web), rispetto alla
condizione precedente del Web 1.0. Si tende ad indicare come Web 2.0
l’insieme di tutte quelle applicazioni online, che permettono uno spiccato
livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi come Wikipedia,
Youtube, Facebook, Myspace, Gmail, ecc.).

La locuzione pone l’accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0,
diffuso fino agli anni novanta del secolo scorso e composto prevalentemente
da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l’utente, eccetto
la normale navigazione tra le pagine, l’uso delle e-mail e l’impiego dei motori
di ricerca.
I social networks
e i dati sulla loro attività
La	
  società	
  della	
  conoscenza	
  
                                                                                   Intellectual	
  Capital	
  
                                           Intellectual	
  Capital	
  
                                                                                           Intellectual	
  Capital	
  
                             Intellectual	
  Capital	
                                                                        Intellectual	
  Capital	
  
                                                                       Intellectual	
  Capital	
  




Converged	
  people:	
  	
                                         Converged	
                                                        Converged	
  content,	
  data	
  
Social	
  networking,	
  Blogs,	
  Wikis,	
                        communica1ons:	
  	
                                               &	
  applica1ons:	
  	
  
Personas,	
  Knowledge	
  communi1es	
                             VOIP,	
  advanced	
  collabora1on,	
  	
                           RSS,	
  Widgets,	
  Situa1onal	
  
	
                                                                 Digital	
  Assistants,	
  RSS	
                                    Applica1ons,	
  
                                                                                                                                      Dashboards,	
  	
  Online	
  Media	
  
                                                                                                                                      Analysis	
  
                      Intellectual	
  Capital	
  
                                                                                                       Intellectual	
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                                                           Intellectual	
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Fonte:	
  h(p://xkcd.com/256/	
  
	
  
L‘Open	
  Innova*on	
  
                                                                         Intellectual	
  Capital	
  
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  Capital	
  
                                                                                 Intellectual	
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un	
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            Intellectual	
  Capital	
  
                                                                                             Intellectual	
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L‘Open	
  Innova*on	
  
                                                          Intellectual	
  Capital	
  
                      Intellectual	
  Capital	
  
                                                                  Intellectual	
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In	
  sintesi,	
  quello	
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  -­‐	
  una	
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                                                                  Intellectual	
  Capital	
  
                                Intellectual	
  Capital	
  
Innovazione                        Open
                                      tradizionale                    Innovation
                                  Le menti più brillanti del      Poiché i cervelli migliori
                                  settore                         non lavorano tutti nella
                                  lavorano nella nostra           nostra azienda, è
                                  azienda.                        necessario cercare la
                                                                  collaborazione di
                                                                  persone "illuminate" sia
                                                                  dentro sia fuori
                                                                  l'azienda.

                                  Per approfittare al massimo     L'area R&S esterna
                                  dei vantaggi dell'area          genera notevole valore
                                  Ricerca e Sviluppo occorre      per l'azienda; l'area R&S
                                  trovare soluzioni innovative,   interna contribuisce in
                                  svilupparle e                   parte alla creazione del
                                  commercializzarle senza         valore aziendale.
                                  chiedere l'intervento di
                                  persone esterne all'azienda.

                                  Un'azienda è vincente           Un'azienda è vincente
                                  quando trova e mette a          quando utilizza in modo
                                  punto idee rivoluzionarie       efficace le idee
Fonte:	
  www.wikipedia.org	
  
                                  nel proprio ambito di           provenienti da dentro e
                                  attività.                       fuori l'azienda.
Dove si utilizza la Open Innovation
Crowdsourcing



                                               Innovation Brokers	
  


               Continente: Social Networking 	
  


Crowdsourcing	
  

                                                      Innovation
                                                    Crowdsourced
COINVOLGIMENTO INTERNO	
  
                             Innovation Seeker




                               COINVOLGIMENTO ESTERNO
                                                        (c) 2005-2009 BASI Corporation All rights reserved
Ciclo di sviluppo di un prodotto nella Open Innovation


Risorse interne
       Dipendenti
        Database                                                                                                               $	
  
                                                          Sviluppo prodotto                                                                    $	
  
Risorse esterne                                                                                                  $	
  
                                                                                                Lancio                   $	
  
                                                                                                                                       $	
  
             Clienti              Fase propedeutica                                                            $	
                               $	
  
           Partner
                                                                                                                 $	
             $	
                   $	
  
           Internet                                                                                                                    $	
   $	
  
      Ricerche di                                                                                                      $	
  

           brevetti
  Dati competitivi                          CASO	
                              TEST	
  E	
  
       SCOPERTA	
         OBIETTIVO	
                         SVILUPPO	
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L'evoluzione dei mercati: la teoria della "coda lunga" e il marketing turistico

  • 1. L'evoluzione dei mercati: la teoria della "coda lunga" e il marketing turistico Amedeo Lepore Università degli Studi di Bari e Luiss 22 marzo 2010 – Università “Sapienza” di Roma
  • 2. 1.1 La teoria della "coda lunga”
  • 3.
  • 4.
  • 5.
  • 6. "La coda lunga tende ad emergere nel momento in cui si passa dai canali di distribuzione con spazi limitati a canali in cui lo spazio non è più una risorsa scarsa. Quanto più i canali sono illimitati, tanto più i modelli a coda lunga riescono a svilupparsi meglio. Ma per trovarsi in questa situazione, è necessaria anche un'altra condizione: che gli spazi costino poco. Internet è proprio questo: un luogo con spazi illimitati che tendono a costare sempre meno, se non nulla. E' per questo che il free sta cominciando a cambiare la cultura e le regole del mercato, rendendo possibili sia i business grandi, che quelli di nicchia. Quella di internet è una delle più grandi economie al mondo e, per di più, in gran parte basata sul modello del free (i software e i servizi sono per lo più gratuiti). Fino ad ora non avevamo mai avuto un mercato così grande interamente incentrato sul gratis. Questo rappresenta una sfida non indifferente per la teoria economica classica” (C. Anderson, World Marketing & Sales Forum, 2008).
  • 7.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16.
  • 17. Il  conce(o  di  "lunga  coda"  è  stato  proposto   per  la  prima  volta  nel  2004  da  Chris  Anderson,   dire(ore  di  Wired  e  autore  del  libro  The  Long   Tail.     Nel  grafico  che  rappresenta  questa  teoria,  la   parte  alta  della  curva  della  domanda   rappresenta  il  consumo  di  massa,   preponderante  fino  a  qualche  anno  fa,  in  cui   pochi  prodoF  raggiungevano  alG  volumi  di   vendita  e  in  cui  alcuni  big  players  dominavano   il  mercato  sforzandosi  di  interpretarne   globalmente  gusG,  necessità  e  consumi.  
  • 18.
  • 19. Poiché  i  cosG  di  produzione  e  distribuzione   diminuiscono  drasGcamente  online,  la   necessità  di  raggruppare  prodoF  e   consumatori  in  pochi  segmenG  molto  ampi  è   minore.  La  lunga  coda  cosGtuisce  pertanto  la   parte  di  curva  della  domanda  -­‐  potenzialmente   infinita  -­‐  che  so(ende  tu(a  quella  molGtudine   di  nicchie  di  mercato  che  prima  restavano   invisibili  e  non  servite,  e  che  ora  diventano   invece  target  economicamente  a(raenG.     In  questo  nuovo  scenario,  è  l’utente  stesso  a   trarne  più  uGlità,  avendo  la  possibilità  di   raggiungere  e  di  scegliere  ciò  che  davvero  gli   interessa,  non  più  costre(o  a  un  consumo  di   massa.  
  • 20.
  • 21. Google  dà  la  possibilità  a  tuF  i  contenuG  di   essere  facilmente  reperiG  dai  consumatori,  con   beneficio  sia  dei  big  players  della  coda  alta,  che   dei  molteplici  della  lunga  coda.  In  secondo   luogo  ha  creato  una  serie  di  servizi  che   perme(ono  ai  divulgatori  di  contenuto  -­‐  dai   blog  alla  foto  -­‐  di  ritagliarsi  uno  spazio   all’interno  della  rete  e  aumentare  la  loro   popolarità.  Con  Google  è  possibile  anche   moneGzzare  la  Long  Tail  per  tu(e  le  piccole   realtà  commerciali  che  altrimenG  non   sarebbero  state  in  grado  di  fare  campagne   pubblicitarie  nemmeno  a  livelli  locali.     Il  se(ore  Entertainment  ha  tra(o  molG   benefici  dallo  sviluppo  del  web;  un  esempio  su   tuF  il  se(ore  Musica,  dove  gruppi  sconosciuG   o  di  nicchia  sono  riusciG  a  ritagliarsi  uno  spazio   nel  web,  e  possono  essere  seguiG  dai  loro  fans.   Un  sito  “non  ufficiale”  è  spesso  più  credibile  di   uno  ufficiale,  inoltre  riesce  anche  a   moneGzzare  inserendo  spazi  pubblicitari.  
  • 22.
  • 23.
  • 24.
  • 25.
  • 26.
  • 27. The Long Tail explained
  • 28.
  • 29.
  • 30. The  Long  Tail  of  Map  Crea1on   Create   1.  Create  your  own  content.   2.  Compile,  verify  &  normalize  3rd-­‐party  content.   3.  Develop  enabling  tools  &  do  more  of  #2.   4.  Filter  user  &  community  content.   Compile   Enable   Filter   1980   1995   2005   2008   30
  • 31. The three forces of the Long Tail Minimize  the   transac1on  costs   of  consump1on   Democra1ze  the   tools  of  produc1on  
  • 32. Connect  consumers   to  amplify  word  of   mouth  
  • 33.
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  • 35. Il  “prosumer”  di  D.  Tapsco@   -­‐  Nel  suo  testo  “Wikinomics:  How  Mass   CollaboraGon  Changes  Everything”  Don  Tapsco(   introduce  il  conce(o  di  “prosumer”  per  riferirsi  alla   creazione,  in  una  sorta  di  di  ciclo  virtuoso,  di   prodoF  /  servizi  da  parte  delle  stesse  persone  che  li   useranno.     -­‐  Sempre  più  a(raverso  l’uso  di  risorse  interne,   strumenG  Open  Source  &  capitale  intelle(uale   disperso  nel  Web  gli  utenG  finali  sono  gli  stessi  che   sviluppano  i  servizi  di  cui  essi  per  primi  faranno  uso.   In  questo  senso  il  “prosumer”  è  il  consumatore  e  il   produ@ore  dei  servizi  che  egli  stesso  usa.       29  
  • 36. The Power Law (Long Tail) Profit Threshold for Physical Stores Profit Threshold for Sales, Traffic Hybrid Stores Profit Threshold for Digital Stores Content (Books, Movies, Music)
  • 37. The Power Law (Long Tail) Bestsellers Sales, Traffic Cult or Genre Hits Academic Press Books? Content (Books, Movies, Music)
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  • 40. La  forbice  marshalliana   Prezzo del gelato Offerta €2.00 Prezzo  di     equilibrio   Domanda 7 Quantità di gelato QuanGtà  di     equilibrio  
  • 41. Vilfredo Pareto (1848 - 1923) studiò la distribuzione del reddito in una nazione e trovò che vi sono pochissimi a basso reddito, che aumenta il numero di coloro che hanno un reddito medio e che tornano ad essere pochi ad avere un altissimo reddito. Il grafico che rappresenta la distribuzione del reddito è caratteristico e si chiama curva paretiana dei redditi.
  • 42. Curva paretiana (del Pareto) della distribuzione dei redditi in una collettività - legge naturale  
  • 43. E’ importante osservare che comunque si ordini uno Stato, si avrà sempre questa distribuzione. E’ una forma naturale di equilibrio che il sistema economico assume spontaneamente, dovuta al diverso interesse che, rispetto al possesso hanno i componenti della collettività relativamente allo sforzo necessario per conseguirlo. Se si distribuissero pezzi di terra uguali a 100.000 capifamiglia, dopo un certo tempo quella collettività mostrerebbe una piramide sociale con una curva paretiana dei redditi. Il reddito può essere: in natura, in beni, misto, privato, pubblico, ordinario e straordinario.
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  • 45. Le cause che intervengono nella distribuzione dei redditi secondo la Legge di Pareto sono considerate "forze naturali", dipendono dalla natura degli uomini piuttosto che dall'organizzazione della società stessa. La forma assunta dal Diagramma di Pareto non è risultato della casualità, in quanto se così fosse coinciderebbe con una curva delle probabilità, ben conosciuta agli statistici con il nome di "curva degli errori"; la curva della distribuzione è al contrario completamente diversa da quest'ultima ed è il risultato di una legge universale.
  • 46. Pareto attinge ai concetti di ofelimità, curva d'indifferenza, massimo del piacere, ecc., per spiegare i diversi tipi di equilibrio, le proprietà degli equilibri parziali, quelle dell'equilibrio generale, ma, mentre le teorie tradizionali sull'interesse generale si concentrano sulla capacità di confrontare il benessere individuale, il massimo della somma complessiva del benessere e un'equa distribuzione dei redditi, Pareto sostiene che non è possibile confrontare l'ofelimità di diversi individui, da cui consegue un completo rifiuto di tutte le leggi di distribuzione. Non è più soddisfatto della sua analisi puramente economica e teorica, tanto che nel suo Manuale scrive che, volendo operare uno studio scientifico dei fatti sociali, bisogna tener conto della realtà e non dei principi astratti. Infatti "le teorie operano pochissimo per determinare gli atti dell'uomo, molto maggior forza hanno [...] il tornaconto e le passioni, e sempre si trova qualche compiacente teoria che li giustifica". Per di più "l'uomo ha una tendenza spiccatissima a figurarsi come logiche le azioni non-logiche". Ofelimità: TS filos., nel pensiero dell’economista e sociologo Vilfredo Pareto (1848–1923), il valore d’uso di un bene determinato dal personale piacere che un individuo ne trae o crede di trarne.
  • 47. 1.2 La teoria della "coda lunga”e la “fortuna alla base della piramide”
  • 48. La fortuna alla Base della Piramide (Prahalad) La base della piramide (economica) consiste nei 4 miliardi di persone che vivono con meno di $2 al giorno. Per più di 50 anni, la Banca Mondiale, nazioni erogatrici, varie agenzie di sussidio, governi nazionali e, ultimamente, le organizzazioni sociali civili hanno tutte fatto del loro meglio, ma non sono riuscite a sradicare la povertà. C.K. Prahalad inizia il suo volume “La fortuna alla Base della Piramide”, con una proposta semplice ma rivoluzionaria: Se smettiamo di pensare ai poveri come vittime o come un fardello e cominciamo a riconoscerli come imprenditori resilienti e creativi o consumatori attenti al valore, un nuovo mondo pieno di opportunità si potrà aprire. Prahalad suggerisce che quattro miliardi di poveri possono essere il motore del prossimo turno del commercio e della prosperità globale e possono essere fonte di innovazioni. Servire i clienti alla Base della Piramide richiede che le grandi aziende lavorino in collaborazione con le organizzazioni sociali civili e gli enti pubblici territoriali. Ancora, lo sviluppo del mercato alla Base della Piramide creerà milioni di nuovi imprenditori come fili di erba.
  • 49. Prahalad presenta il suo punto di vista per affrontare il problema della povertà come una soluzione di Co-Creazione verso lo sviluppo economico e la trasformazione sociale, le cui parti in causa sono: * Imprese private * Agenzie di sussidio e sviluppo * Consumatori della Base della Piramide * Imprenditori della Base della Piramide * Organizzazioni sociali civili ed enti pubblici territoriali
  • 50. 12 principi di innovazione per i mercati della Base della Piramide Prahalad fornisce le seguenti indicazioni per creare prodotti e servizi per i mercati alla Base della Piramide: 1.  Concentrarsi (anzi tuffarsi) sulle performance dei prezzi. 2. Soluzioni ibride, miscelando nuove e vecchie tecnologie. 3. Funzionamenti scalabili e trasportabili attraverso paesi, culture e lingue. 4. Intensità ridotta delle risorse: prodotti ecologici. 5. Riprogettazione radicale del prodotto dall'inizio: cambiamenti marginali per i prodotti esistenti occidentali non funzionerebbero. 6. Costruire infrastrutture logistiche e di produzione. 7. Dequalificare il lavoro (nei servizi). 8. Istruire i clienti all'uso del prodotto. 9. I prodotti devono funzionare in ambienti ostili: rumore, polvere, circostanze antigieniche, abuso, mancanza di corrente elettrica, inquinamento dell'acqua. 10. Interfaccia utente adattabile a basi eterogenee di consumatori. 11. I metodi di distribuzione vanno progettati per raggiungere sia i mercati rurali altamente dispersi, che i mercati urbani altamente densi. 12. Concentrarsi su una vasta architettura, permettendo l'incorporazione rapida e facile di nuove caratteristiche.
  • 51. I presupposti della “Base della Piramide” sono i seguenti: 1. I poveri non possono partecipare ai benefici della globalizzazione senza una partecipazione attiva del settore privato e senza accesso a prodotti e servizi che rappresentano gli standard di qualità globale. 2. Il mercato della Base della Piramide offre una nuova occasione di sviluppo del settore privato e un forum per le innovazioni. Le vecchie e provate soluzioni non possono creare mercati per la Base della Piramide. 3. I mercati della Base della Piramide devono trasformarsi in parte integrante del lavoro e del business centrale del settore privato. I mercati della Base della Piramide non possono soltanto essere lasciati al regno delle iniziative aziendali di Responsabilità Sociale (CSR). Referenza Bibliografica: C.K. Prahalad, The Fortune at the Bottom of the Pyramid: Eradicating Poverty through Profits, 2005.
  • 52. Purchasing  Power  (US$)   Global  populaGon  (m)   >$20,000   75-­‐100   1   $1,500-­‐$20,000   2   1,500-­‐1,750   $1,500   3   4,000   <$1,500   4   =   ?  
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  • 54. 1.3 La teoria della "coda lunga” e la “freeconomics”
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  • 59. Freeconomics  è  la  nuova  strabiliante  teoria  di   Chris  Anderson,  dire(ore  di  Wired.  Lo  stesso   che  due  anni  fa  sosteneva  The  Long  Tail   Theory,  la  teoria  della  coda  lunga:  un  nuovo   business  che  punta  tu(o  sulla  capacità  di   immaganizzazione,  l’esempio  lampante  è   Amazon  che  grazie  a  immensi  deposiG  può   perme(ersi  di  mantenere  in  catalogo  roba  la   cui  richiesta  è  bassissima  ma  che  nel  suo   complesso  fa  circa  il  50%  del  fa(urato  grazie   alla  quanGtà  di  varietà;  un  po’  il  ribaltamento   della  filosofia  di  storaggio  che  possiamo  notare   in  qualsiasi  medio-­‐piccola  libreria:  scaffali  pieni   di  best-­‐seller.  Sembra  una  scemata  ma  è  un   trend  che  può  rivoluzionare  l’economia   mondiale:  lo  scaffale  infinito.  
  • 60. Da  qualche  mese  parla  di  Freeconomics:   rivolizionaria  teoria  economica  secondo  cui  il   sistema  economico  può  reggere  servizi  che   non  richiedono  un  pagamento  in  cambio:  tu(o   graGs  e  il  sistema  regge.     Anche  in  questo  caso  gli  esempi  sono  alla   portata  di  tuF:  Google,  Skype,  Wikipedia,  la  TV   privata  generalista…  
  • 61. Nelle  sei  pagine  che  il  Guardian  gli  dedica  oggi   afferma  che  pressochè  tu(o  sia  servizio  può   essere  dato  via  per  cosG  marginali,   recuperando  i  cosG  a(raverso  vie  traverse   (pubblicità,  corsie  preferenziali,  etc…).  Parla  di   Ryanair,  dove  grazie  al  taglio  di  qualsiasi  costo   non  necessario  si  può  volare  quasi  a  costo   zero.  Parla  della  musica  via  internet,  con  un   trend  crescente  di  band  rassegnate  alla   pirateria  che  regalano  la  versione  digitale   dell’album  cercando  di  guadagnare  sui   concerG.  Parla  dei  libri,  il  suo  libro  è  disponibile   via  internet  graGs,  lui  guadagnerà  dalle   conferenze.  Parla  delle  fotocopierie  giapponesi   dove  si  possono  fare  fotocopie  graGs  a  pa(o  di   avere  pubblicità  sul  dorso  del  foglio.  Parla  di   tante  altre  cose.  Tu(o  può  essere  graGs.  
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  • 70. 2. Il marketing turistico della “coda lunga”
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  • 78. Articoli e saggi nel web
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  • 126. Siti web con grafici
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  • 154. Siti web e turismo della “coda lunga”
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  • 294. 3. La teoria della "coda lunga” e l’economia della conoscenza. Il paradigma della società postfordista
  • 295. Il World Wide Web 1 Il World Wide Web, acronimo WWW, spesso abbreviato in web, è uno dei servizi di Internet, la più grande rete di computer mondiale ad accesso pubblico mai realizzata. In particolare, il web è, insieme alla posta elettronica, il servizio di Internet più utilizzato e conosciuto. Il servizio mette a disposizione degli utenti uno spazio elettronico e digitale per la pubblicazione di contenuti multimediali, oltre che un mezzo per la distribuzione di software e la fornitura di servizi particolari, sviluppati dagli stessi utenti. Il web è stato creato da Tim Berners-Lee, ricercatore del CERN di Ginevra, sulla base delle idee sue e di quelle di un suo collega, Robert Cailliau. Oggi, gli standard su cui è basata la rete, in continuo sviluppo, sono mantenuti dal World Wide Web Consortium (W3C). La nascita del web risale al 6 agosto 1991, giorno in cui Berners-Lee mise on- line su Internet il primo sito web.
  • 296. Il primo sito web creato da Tim Berners-Lee - online il 6 agosto 1991
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  • 301. Il Web 2.0: Internet interattivo Il Web 2.0 è un locuzione utilizzata per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e, in particolare, del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente del Web 1.0. Si tende ad indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online, che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi come Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Gmail, ecc.). La locuzione pone l’accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni novanta del secolo scorso e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l’utente, eccetto la normale navigazione tra le pagine, l’uso delle e-mail e l’impiego dei motori di ricerca.
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  • 306. I social networks e i dati sulla loro attività
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  • 315. La  società  della  conoscenza   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Converged  people:     Converged   Converged  content,  data   Social  networking,  Blogs,  Wikis,   communica1ons:     &  applica1ons:     Personas,  Knowledge  communi1es   VOIP,  advanced  collabora1on,     RSS,  Widgets,  Situa1onal     Digital  Assistants,  RSS   Applica1ons,   Dashboards,    Online  Media   Analysis   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital  
  • 317. L‘Open  Innova*on   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Open  innova*on  è  un  termine  coniato  da  Henry  Chesbrough,  per  indicare  un   nuovo  paradigma  dell’innovazione  industriale,  ma,  più  in  generale,  una   visione  aggiornata  della  diffusione  e  gesGone  della  conoscenza  a  livello   globale.  In  un  mondo  sempre  più  aperto,  grazie  alla  generalizzazione  delle   reG  e  delle  connessioni  in  tempo  reale,  diventa  possibile  non  solo  la  fruizione   senza  limitazioni  delle  fonG  universali  della  conoscenza,  ma  anche  l’avvio  di   un  processo  di  partecipazione  alla  costruzione  del  sapere,  che  veda  coinvolG   contemporaneamente  gli  utenG  di  Internet,  gli  esperG  e  gli  interessaG  ad  una   determinata  temaGca.     Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital  
  • 318. L‘Open  Innova*on   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   Intellectual  Capital   In  sintesi,  quello  che  viene  definito  come  crowdsourcing  -­‐  una  parola  che  non   ha  ancora  un  corrispeFvo  nella  lingua  italiana  e  che  sta  a  indicare  un   modello  di  aFvità,  nel  quale  un’azienda  o  un’isGtuzione  richiede  lo  sviluppo   di  un  proge(o,  di  un  servizio  o  di  un  prodo(o  ad  un  insieme  decentrato  di   persone,  a(raverso  lo  strumento  del  web  -­‐  rappresenta  la  fronGera  più   avanzata  e,  allo  stesso  tempo,  semplice  dello  sviluppo  dei  collegamenG   telemaGci.  I  creatori  e  i  realizzatori  di  un’idea,  di  un’innovazione  o  anche  di   uno  scambio  di  conoscenze  non  sono  più  un  numero  molto  ristre(o  di   ricercatori,  chiusi  in  un  ufficio  aziendale,  magari  denominato  di  “ricerca  e   sviluppo”,  ma  diviene  la  popolazione  di  Internet,  ovvero  le  competenze  e  i   cervelli  diffusi  su  territori  reali  molto  ampi,  che  nel  sistema  virtuale  possono   essere  facilmente  raccolG,  connessi  tra  loro  e  messi  in  grado  di  interagire  per   la  soluzione  di  problemi  o,  quanto  meno,  per  la  loro  individuazione.     Intellectual  Capital   Intellectual  Capital  
  • 319.
  • 320.
  • 321.
  • 322. Innovazione Open tradizionale Innovation Le menti più brillanti del Poiché i cervelli migliori settore non lavorano tutti nella lavorano nella nostra nostra azienda, è azienda. necessario cercare la collaborazione di persone "illuminate" sia dentro sia fuori l'azienda. Per approfittare al massimo L'area R&S esterna dei vantaggi dell'area genera notevole valore Ricerca e Sviluppo occorre per l'azienda; l'area R&S trovare soluzioni innovative, interna contribuisce in svilupparle e parte alla creazione del commercializzarle senza valore aziendale. chiedere l'intervento di persone esterne all'azienda. Un'azienda è vincente Un'azienda è vincente quando trova e mette a quando utilizza in modo punto idee rivoluzionarie efficace le idee Fonte:  www.wikipedia.org   nel proprio ambito di provenienti da dentro e attività. fuori l'azienda.
  • 323. Dove si utilizza la Open Innovation
  • 324. Crowdsourcing Innovation Brokers   Continente: Social Networking   Crowdsourcing   Innovation Crowdsourced
  • 325. COINVOLGIMENTO INTERNO   Innovation Seeker COINVOLGIMENTO ESTERNO (c) 2005-2009 BASI Corporation All rights reserved
  • 326. Ciclo di sviluppo di un prodotto nella Open Innovation Risorse interne Dipendenti Database $   Sviluppo prodotto $   Risorse esterne $   Lancio $   $   Clienti Fase propedeutica $   $   Partner $   $   $   Internet $   $   Ricerche di $   brevetti Dati competitivi CASO   TEST  E   SCOPERTA   OBIETTIVO   SVILUPPO   LANCIO   OTTIMIZZAZIONE   AZIENDALE   CONVALIDA   Pianificazi La Nuova Idea Prototipo Partnership one Creativita’ BerryShout! BerryQuest! TecnoBacheca CrowdFunding
  • 327. L’EcoSistema per implementare l’Open Innovation partendo da un reparto Escalation a gruppi di solver piu’ numerosi ed eterogenei o a community Alla migliore soluzione è assegnato un premio solo se si ottiene un risultato Probabilita’ di successo Consorzio ü  Training Azienda ü Tailoring Reparto ü Lancio La diversita’ dei solver
  • 328.
  • 329.
  • 330. Il Web 3.0: gli aggregatori e il Web semantico Con il termine web semantico, termine coniato dal suo ideatore, Tim Berners- Lee, si intende la trasformazione del World Wide Web in un ambiente dove i documenti pubblicati (pagine HTML, file, immagini, ecc.) siano associati ad informazioni e dati (metadati), che ne specifichino il contesto semantico in un formato adatto all’interrogazione, all’interpretazione e, più in generale, all’elaborazione automatica. Con l’interpretazione del contenuto dei documenti che il web semantico intende perseguire, dovrebbero essere possibili ricerche molto più evolute delle attuali, basate sulla presenza nel documento di parole chiave, ed altre operazioni specialistiche, come la costruzione di reti di relazioni e connessioni tra documenti, secondo logiche più elaborate del semplice link ipertestuale.