7. Bullismo Diretto
Il bullismo diretto,può essere
fisico,verbale,psicologico o cyberbullying.
8. Il Bullismo fisico è quando il bullo colpisce la vittima
con colpi, calci o spintoni, o la molesta
sessualmente.
9. Il Bullismo verbale è quando il bullo ferisce la
vittima con le parole,le minacce e con battute
sull’aspetto fisico.
10. Il bullismo psicologico è quando il bullo ignora o
esclude la vittima completamente dal suo gruppo
11. Cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia
messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o
la fotografa/filma in momenti in cui non desidera
essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per
diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
Mail SMS
Blog
23. Meno visibile di quello diretto, ma non meno
pericoloso: tende a danneggiare la vittima nelle
sue relazioni con le altre persone, escludendola e
isolandola per mezzo soprattutto del bullismo
psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul
suo conto.
24. Le cause che più frequentemente si attribuiscono al
fenomeno del bullismo sono: la personalità del
bullo, i fattori ambientali, i modelli familiari, gli
stereotipi imposti dai mass-media e la società poco
attenta alle relazioni sociali.
25. Depressione
Ansia
Problemi psicosomatici
Mal di testa Enuresi
Mal di pancia Spossatezza Disturbi del sonno
E’ emerso di conseguenza che le vittime di bullismo
sono più vulnerabili e sviluppano problemi
psicosomatici e psicosociali rispetto ai loro coetanei.
26. A scuola durante gli intervalli non rimanere mai
isolato, se vedi qualcun altro subire prepotenza
parlane con un adulto, cerca di ignorare il
bullo,impara a dire “NO” con fermezza e non
mostrarti MAI impaurito.
28. • La campagna antibullismo deve essere forte
prestandosi in maniera efficace in particolare nella
sfera educativa: sono diversi infatti gli approcci
educativi siano essi scolastici, televisivi e familiari.
29. La scuola è la prima vera istituzione sociale
dove gli studenti devono essere incoraggiati a
denunciare episodi di bullismo.
Genitori e istituzioni sono chiamati per primi.
alle responsabilità che il loro ruolo comporta.
30. La famiglia non può e non deve rimanere sola nella
lotta al bullismo, bensì deve essere accompagnata
nel percorso educativo dalla scuola e dai media.
31. ATTENZIONE ai pensieri errati!
E’ sbagliato,credere che sia soltanto un fenomeno
facente parte della crescita, pensare che sia una
semplice “ragazzata”, ritenere che si riscontri
soltanto nelle zone abitative più povere e arretrate
e giudicare colpevole la vittima, poiché non è in
grado si sapersi difendere.
32. Si! Denuncialo!
Il Bullismo è un reato, denunciate penalmente e
civilmente i bulli. Agite in giudizio contro i bulli, le
loro famiglie e la scuola. Ottenere il risarcimento
del danno ed una giusta rivincita.
34. Telefono: 800 66 96 96
(Numero verde)
- Rispondono operatori qualificati che ricevono
segnalazioni di atti di bullismo, forniscono informazioni
sul fenomeno e consigliano comportamenti possibili da
tenere in situazioni critiche.
36. Comportamenti “quasi” aggressivi, e quindi giochi
o attività di qualsiasi genere con un livello di
aggressività minimo e in cui vi è una relazione
paritaria e quindi non asimmetrica tra gli individui.
38. Se si vuole fare qualcosa per fermare la violenza
che ovunque minaccia la nostra società, non si
può che cominciare dai più piccoli.
39. La violenza e l’inclinazione a delinquere vengono
infatti da lontano.
I loro semi sono stati gettati, in genere,sul terreno
fertile dell’infanzia.
40. Se si vuole fermare il bullismo, si deve riuscire a
stabilire un’alleanza con la scuola e la comunità,
perché i ragazzi meritano di vivere ogni istante
della loro vita senza dover temere di subire un
abuso di qualsiasi genere
41. Se saprete impegnarvi a sviluppare e a trasmettere
loro i modelli di comportamento più efficaci e più
gratificanti, riuscirete davvero a cambiare il corso
della loro vita.
42. 1. Serenella Pisciotta, Bullismo, in AA.VV. Lessico oggi. Orientarsi nel mondo che
cambia, Catanzaro, Rubbettino, 2003, p. 30.
2. Anna Civita, Il bullismo come fenomeno sociale, Milano, Franco Angeli, 2007, p. 31.