Slides intervento Avv. Fabio Brusa Convegno Asdd 16.10.2014 - Agenzia delle Entrate - Mestre (Ve) Italy :COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA ITALIA NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA STATO E IMPRESE - www.assd.it
1. NORME SUL “MADE IN ITALY” :
SI TRATTA DI VERA TUTELA ?
Logos Avvocati Associati
AVV. FABIO BRUSA
16 ottobre 2014
2. 49. L’importazione e l’esportazione a fini di
commercializzazione ovvero la commercializzazione o
la commissione di atti diretti in modo non equivoco alla
commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci
indicazioni di provenienza o di origine costituisce reato
ed è punita ai sensi dell’art. 517 del codice penale.
3. - in realtà più che di introduzione di norme a tutela del
made in Italy, si deve parlare di rafforzamento della tutela
stessa, come si può facilmente evincere dalla
equiparazione quo ad poenam all’art. 517 c.p.;
- l’obiettivo manifesto è supportare gli investimenti e quindi
la competitività delle imprese italiane nel mercato
globale;
- non si parla di tutela del consumatore;
- manca una definizione di cosa si intenda per made in
Italy ovvero la definizione dovrebbe ricavarsi per via
indiretta dal richiamo alla normativa europea all’origine.
4. «MADE IN ITALY»
non significa
«FATTO IN ITALIA»
L’Uso dell’espressione anglofona significa che il legislatore
ha inteso riferirsi a qualcosa di diverso.
In effetti si è inteso tutelare non una mera provenienza
territoriale ma una generica aspettativa il prodotto cui si
riferisce è espressione dello stile (buon gusto, fantasia,
creatività) italiano.
6. Necessità di una interpretazione adeguatrice
rispetto all’ordinamento comunitario
… segue PROCEDIMENTI DI INFRAZIONE
7. DENUNCIA INDICAM
(proc. EU/Pilot – rif. 4265/12/ENTR)
Ai sensi dell’art. 258 TFUE
1.per violazione della direttiva 98/34/CEE;
2.in quanto misura equivalente a restrizioni quantitative di cui
all’art. 34 TFUE non giustificate da una delle ragioni di cui
all’art. 36 TFUE;
3.in quanto sottopone al regime in essa previsto soltanto i
prodotti di apparente origine italiana, discriminandoli rispetto a
quelli di apparente origine di un altro paese della Comunità.
DENUNCIA ASSICA
(proc. EU/Pilot – rif. 5938/13/SNCO)
Caso «prosciutto»
8. Sentenza CIA – Security International
(causa c-194/94 30 aprile 1996)
Obbligo di disapplicazione delle norme interne
non conformi all’ordinamento comunitario.
12. CASSAZIONE 46886/07
(abstract)
1) Il marchio “Made in Italy” non tutela soltanto le
produzioni interamente effettuate in territorio italiano e
si riferisce anche a quelle produzioni che, in parte
delocalizzate, trovano però il proprio elemento
qualificante nelle caratteristiche che ad esse vengono
conferite dal produttore italiano.
2) Tali caratteristiche possono consistere in plurimi
elementi, che variano a seconda della natura dei
prodotti e che non possono essere codificate in via
generale ed astratta.
13. CASSAZIONE 46886/07
(abstract)
3) In alcuni casi l’elemento preponderante, che qualifica il
prodotto come “italiano” deriverà dalla sua progettazione o
dal design, in altri dalla brevettazione della scoperta che
costituisce “l’anima” del prodotto, e cioè il suo elemento
qualificante, in altri dalla qualità della materia prima
impiegata, in altri ancora dalla qualità e specializzazione
della lavorazione.
4) Ogni modello di occhiale oggetto del provvedimento di
sequestro esige specifiche lavorazioni, con la conseguenza
che una valutazione complessiva e indifferenziata dell’intero
materiale in relazione a tutti i modelli di occhiale, non appare
corrispondente alla eterogeneità delle situazioni di fatto.
14. CASSAZIONE 46886/07
(abstract)
5)Va poi tenuto conto del fatto che, a parere di questa Corte,
il giudizio circa la correttezza del marchio “Made in Italy” deve
avere riguardo non solo alle attività svolte dal produttore
italiano successivamente all’importazione delle componenti,
ma all’intero processo produttivo, ivi ricomprendendo, ad
esempio, la progettazione, le istruzioni impartite per le
lavorazioni svolte altrove, la qualità dei materiali impiegati ed
il livello di tecnologia necessario per giungere al risultato
finale.
15. CASSAZIONE 46886/07
(abstract)
6) Escluso che la “semplice riunione di parti di prodotti
per costituire un prodotto completo” sia considerabile
sufficiente per conferire il “carattere originario”, e che
possano costituirlo le operazioni di confezionamento e
marchiatura del prodotto finale.
7) Ciò che occorre verificare è se dall’intero processo di
produzione emerga o meno la specificità essenziale
dell’apporto dell’impresa italiana.
16. ETEROGENESI DEI FINI
DIFESA
della produzione nazionale
delle piccole e medie imprese
della manodopera nazionale
MA SEMPRE
tutela del consumatore
17. ESEMPI LEGISLATIVI
- «Made in Lazio»
- «Kilometro zero»
«100% Made in Italy»
In contrasto con 23 Cda e 36,1 Cdac
Ingannevole per il consumatore perché induce a ritenere che
le materie prime siano italiane.
Legge 55/2010 (c.d. Legge Reguzzoni)
Fasi di lavorazione specificamente individuate per settori
(tessili, pelletteria, arredamento) che non prevedono design
e progettazione.
18. inutilità della legge 350/03 ai fini della tutela del
consumatore perché le norme sanzionatorie già
esistono (art. 517 c.p. che è anche reato presupposto
per la responsabilità della persona giuridica ex art.
231/01 e norme sulle pratiche commerciali
ingannevoli);
nocività ai fini competitivi sul mercato globale perché
impone agli operatori nazionali oneri non imposti agli
operatori degli altri stati membri.
19. Contrasto tra la tendenza dello stato italiano ad emanare norme
di carattere protezionistico a stampo sanzionatorio che mal si
concilia con le esigenze di chi deve competere sul mercato
globale, dove le norme hanno una matrice liberistica.
Esempio in materia di indicazione di origine obbligatoria:
contrasto tra Commissione e Stato Italiano.
20. Lo Stato supporti le imprese aiutando gli investimenti in
qualità a cominciare dalla formazione del capitale umano e
non con la emanazione di norme a carattere
protezionistico.
21. GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Logos Avvocati Associati
Viale Ancona n. 17
30172 – Mestre (Ve)
Tel. 041/5322601 Fax 041/5322606
E-mail: legali@logostudi.it
Web: www.logostudi.it