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Cari amici,
da oggi e fino a domenica si vota a Milano per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine
degli Psicologi della Lombardia.
Ci sono le solite liste e ci sono gli indipendenti, come me. I candidati delle liste, di
solito, col sistema di votazione corrente che prevede la possibilità di esprimere più
preferenze, prendono sempre molti più voti rispetto ai candidati indipendenti, proprio
per il sistema di preferenza multipla. Cioè, invitano a votare tutti i candidati “in lista”,
per cui anche chi prenderebbe da sé soltanto 10 voti, se riesce a infilarsi nella lista
giusta può ritrovarsene magicamente 800, traslati dagli altri candidati più pesanti di lui.
Gli indipendenti, che possono contare soltanto su voti veraci espressi a loro e basta,
totalizzando autenticamente magari 500 voti da soli, alla fine restano fuori dai giochi
vedendosi passare davanti i candidati che da soli avrebbero preso soltanto 10 voti.
Mecccanismi strani, da rivedere sicuramente. Magari consentendo una sola e unica
preferenza. Così davvero si corre partendo tutti dagli stessi blocchi di partenza. Non
tanto per il candidato in sé, ma per il suo programma. Ritengo infatti che la quantità
non abbia mai garantito la qualità dei programmi. Ci sono molte cose su cui discutere,
da rivedere, da riformare. E non sono – a mio avviso – questioni marginali, perché alla
fine sono proprio questi meccanismi fini a decidere quali programmi vanno avanti e
quali programmi (magari molto più utili per gli interessi generali della professione e
non degli interessi parziali delle varie aggregazioni) restano indietro.
Per quanto mi riguarda, e sono sincero come sempre, non ho mai avuto la fregola della
poltrona in sé. Se l'avessi avuta, probabilmente mi sarei già “seduto”, anni fa. Ero e
continuo a essere indipendente dentro. Non riesco a farmi andare bene le cose
turandomi il naso e spegnendo il pensiero. Per questo posso dare l'idea di essere un
ostinato, un utopista a volte. Credo però che anche l'esempio, la testimonianza, l'uno
che si mette davanti ai carri armati e con il dito dice no, può fare la differenza, sul
lungo periodo. Magari lui si prende una bastonata sulla testa (come a me è successo in
più occasioni), ma con la soddisfazione profonda di essersi mantenuto libero e
coerente, di aver lasciato qualche seme sulla strada, che altri potranno far germogliare,
insomma di aver fatto qualcosa di importante per sé stesso e per gli altri.
Per tornare al tema di questi giorni, intanto spero di non avere troppo abusato della
vostra pazienza usando BrainFactor come piattaforma di lancio. Se così è stato, me ne
scuso, ma l'intento era quello di diffondere idee su cui discutere, oggi e in futuro, non
certo di portare i riflettori sulla mia persona. Il voto è scuramente importante, perché –
nelle condizioni che prima ho cercato di mettere in luce – rappresenta davvero un patto
di reciproca fiducia espressa guardandosi negli occhi e un riconoscimento di valore.
Ma non tanto della mia persona, del mio ego – ripeto –, ma dei contenuti del
programma, che dai tanti feedback disinteressati che ho ricevuto risulta essere davvero
un programma ben fatto, un programma chiaro e deciso che tocca temi fondamentali
per la professione.
Un programma che non consiste in una carrellata di proclami o di trastulli per allocchi,
ma chiama all'impegno tutti quanti in un momento difficile per l'Italia intera, ma che
può costituire una reale opportunità per guardarci allo specchio, per confrontarci con
ciò che serve davvero e ciò che possiamo anche lasciar andare. I nonni dopo due
guerre hanno ritirato in piedi il Paese, con qualche aiuto da oltre Oceano in verità, ma
rimboccandosi le maniche, lavorando sodo e senza pensare di essere “in diritto” di
alcunché. Il loro futuro se lo sono ricostruito (e guadagnato) mattone su mattone,
quando guardandosi intorno c'erano solo macerie. E noi dovremmo fermarci qui a
piangerci addosso? Ma non scherziamo.
Ecco, questo è lo spirito col quale io ho pensato il programma, cercando di farvi
rientrare fatti e concetti raccolti nel tempo operando in contesti differenti, parlando con
persone le più diverse, ascoltando anche i punti di vista meno popolari, ragionando
insieme e immaginando (sì, immaginando insieme) il da farsi, concretamente. I nuovi
giovani (dico nuovi perché tutti lo siamo stati un tempo e possiamo conservare in noi
quello spirito di "anima bella") devono essere messi in condizione di poter discutere
senza essere imbeccati, decidere in autonomia e organizzare il loro futuro. Devono
essere lasciati liberi di sperimentare modi nuovi di fare le cose, perché possono avere
davvero molto da insegnare a un mondo che segna il passo.
Non dobbiamo mettere loro paletti e ostacoli “all'ingresso”, anzi mai, ma spalancare
loro le porte, delle univeristà, del lavoro ecc., lasciando che possano accedere alla
formazione, lasciando che possano mettersi in competizione non prima per poi sedersi
pensando di essere già arrivati, ma da quel momento lì in poi – da quando varcano la
soglia di quella porta – tutti i giorni, prima nella scuola e poi nella professione, in
modo da potersi migliorare esponenzialmente e per necessità, per davvero, non per
aver messo una firma su un elenco e aver collezionato una serie di certificati di un bel
niente. Per questo mi esprimo vivamente per una libera professione in un libero
mercato, senza barriere e dazi, in cui poter / dover dimostrare nei fatti e non sulla carta
di essere competenti ed efficaci.
Ma non voglio entrare nei temi specifici del programma, che lascio a disposizione di
chi abbia la pazienza e il piacere di leggerlo e abbia anche la passione per ribaltarlo
completamente muovendo passi personali in direzioni che a lui sembrano più
interessanti. Ecco, anche in quel caso mi sentirò soddisfatto, perché sarò servito da
stimolo, da enzima di accelerazione di un processo latente. Anche nel caso di una sola
persona, sarà servito a qualcosa di grande.
Ringrazio di cuore tutti i colleghi, gli amici, gli autorevoli professori che in questi
giorni mi hanno scritto apprezzamenti e note di discussione sulle “12 Tesi” del
programma.
Ringrazio inoltre quanti vorranno esprimermi la loro fiducia fra oggi e domenica col
voto, che riterrò patto vincolante.
Ringrazio infine quanti avranno modo di essere presenti domani mattina a Milano al
confronto fra candidati, a cui certo non mancherò.
Memento Audere Semper!
Marco Mozzoni
MILANO 10-1-2014

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La persona al centro
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Lettera aperta di Marco Mozzoni in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia

  • 1. Cari amici, da oggi e fino a domenica si vota a Milano per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia. Ci sono le solite liste e ci sono gli indipendenti, come me. I candidati delle liste, di solito, col sistema di votazione corrente che prevede la possibilità di esprimere più preferenze, prendono sempre molti più voti rispetto ai candidati indipendenti, proprio per il sistema di preferenza multipla. Cioè, invitano a votare tutti i candidati “in lista”, per cui anche chi prenderebbe da sé soltanto 10 voti, se riesce a infilarsi nella lista giusta può ritrovarsene magicamente 800, traslati dagli altri candidati più pesanti di lui. Gli indipendenti, che possono contare soltanto su voti veraci espressi a loro e basta, totalizzando autenticamente magari 500 voti da soli, alla fine restano fuori dai giochi vedendosi passare davanti i candidati che da soli avrebbero preso soltanto 10 voti. Mecccanismi strani, da rivedere sicuramente. Magari consentendo una sola e unica preferenza. Così davvero si corre partendo tutti dagli stessi blocchi di partenza. Non tanto per il candidato in sé, ma per il suo programma. Ritengo infatti che la quantità non abbia mai garantito la qualità dei programmi. Ci sono molte cose su cui discutere, da rivedere, da riformare. E non sono – a mio avviso – questioni marginali, perché alla fine sono proprio questi meccanismi fini a decidere quali programmi vanno avanti e quali programmi (magari molto più utili per gli interessi generali della professione e non degli interessi parziali delle varie aggregazioni) restano indietro. Per quanto mi riguarda, e sono sincero come sempre, non ho mai avuto la fregola della poltrona in sé. Se l'avessi avuta, probabilmente mi sarei già “seduto”, anni fa. Ero e continuo a essere indipendente dentro. Non riesco a farmi andare bene le cose turandomi il naso e spegnendo il pensiero. Per questo posso dare l'idea di essere un ostinato, un utopista a volte. Credo però che anche l'esempio, la testimonianza, l'uno che si mette davanti ai carri armati e con il dito dice no, può fare la differenza, sul lungo periodo. Magari lui si prende una bastonata sulla testa (come a me è successo in più occasioni), ma con la soddisfazione profonda di essersi mantenuto libero e coerente, di aver lasciato qualche seme sulla strada, che altri potranno far germogliare, insomma di aver fatto qualcosa di importante per sé stesso e per gli altri. Per tornare al tema di questi giorni, intanto spero di non avere troppo abusato della vostra pazienza usando BrainFactor come piattaforma di lancio. Se così è stato, me ne scuso, ma l'intento era quello di diffondere idee su cui discutere, oggi e in futuro, non certo di portare i riflettori sulla mia persona. Il voto è scuramente importante, perché – nelle condizioni che prima ho cercato di mettere in luce – rappresenta davvero un patto di reciproca fiducia espressa guardandosi negli occhi e un riconoscimento di valore. Ma non tanto della mia persona, del mio ego – ripeto –, ma dei contenuti del programma, che dai tanti feedback disinteressati che ho ricevuto risulta essere davvero un programma ben fatto, un programma chiaro e deciso che tocca temi fondamentali per la professione. Un programma che non consiste in una carrellata di proclami o di trastulli per allocchi, ma chiama all'impegno tutti quanti in un momento difficile per l'Italia intera, ma che può costituire una reale opportunità per guardarci allo specchio, per confrontarci con
  • 2. ciò che serve davvero e ciò che possiamo anche lasciar andare. I nonni dopo due guerre hanno ritirato in piedi il Paese, con qualche aiuto da oltre Oceano in verità, ma rimboccandosi le maniche, lavorando sodo e senza pensare di essere “in diritto” di alcunché. Il loro futuro se lo sono ricostruito (e guadagnato) mattone su mattone, quando guardandosi intorno c'erano solo macerie. E noi dovremmo fermarci qui a piangerci addosso? Ma non scherziamo. Ecco, questo è lo spirito col quale io ho pensato il programma, cercando di farvi rientrare fatti e concetti raccolti nel tempo operando in contesti differenti, parlando con persone le più diverse, ascoltando anche i punti di vista meno popolari, ragionando insieme e immaginando (sì, immaginando insieme) il da farsi, concretamente. I nuovi giovani (dico nuovi perché tutti lo siamo stati un tempo e possiamo conservare in noi quello spirito di "anima bella") devono essere messi in condizione di poter discutere senza essere imbeccati, decidere in autonomia e organizzare il loro futuro. Devono essere lasciati liberi di sperimentare modi nuovi di fare le cose, perché possono avere davvero molto da insegnare a un mondo che segna il passo. Non dobbiamo mettere loro paletti e ostacoli “all'ingresso”, anzi mai, ma spalancare loro le porte, delle univeristà, del lavoro ecc., lasciando che possano accedere alla formazione, lasciando che possano mettersi in competizione non prima per poi sedersi pensando di essere già arrivati, ma da quel momento lì in poi – da quando varcano la soglia di quella porta – tutti i giorni, prima nella scuola e poi nella professione, in modo da potersi migliorare esponenzialmente e per necessità, per davvero, non per aver messo una firma su un elenco e aver collezionato una serie di certificati di un bel niente. Per questo mi esprimo vivamente per una libera professione in un libero mercato, senza barriere e dazi, in cui poter / dover dimostrare nei fatti e non sulla carta di essere competenti ed efficaci. Ma non voglio entrare nei temi specifici del programma, che lascio a disposizione di chi abbia la pazienza e il piacere di leggerlo e abbia anche la passione per ribaltarlo completamente muovendo passi personali in direzioni che a lui sembrano più interessanti. Ecco, anche in quel caso mi sentirò soddisfatto, perché sarò servito da stimolo, da enzima di accelerazione di un processo latente. Anche nel caso di una sola persona, sarà servito a qualcosa di grande. Ringrazio di cuore tutti i colleghi, gli amici, gli autorevoli professori che in questi giorni mi hanno scritto apprezzamenti e note di discussione sulle “12 Tesi” del programma. Ringrazio inoltre quanti vorranno esprimermi la loro fiducia fra oggi e domenica col voto, che riterrò patto vincolante. Ringrazio infine quanti avranno modo di essere presenti domani mattina a Milano al confronto fra candidati, a cui certo non mancherò. Memento Audere Semper! Marco Mozzoni MILANO 10-1-2014