1. Università degli Studi di Padova
Formati culturali ed educativi della produzione audiovisiva
a.a. 2011/2012
Analisi di “Manny tuttofare” - puntata “Il razzo di Pepe”
Sintesi della serie
Analisi degli aspetti educativi legati ai contenuti, alla forma, alle funzioni
Dimensione Appeal
Dimensione Comprensione
Dimensione Attenzione
Dimensione Qualità
Suggerimenti contenutistici per il miglioramento della trasmissione/
programma
Indicatori
Bibliografia
Sitografia
Gruppo 1 – P. Ballotta, I. Bencivenga, M. Bianchi, M. Bommassar,
S. Boscolo Nale, M. Buson, A. Cappelletto, S. Cappuccio, R. Carraro,
V. Carrieri, F. Cesari, F. Cicotto
Tutor - dottoressa S. Santonocito
2. Sintesi della serie
Il cartone animato “Manny Tuttofare”, programma televisivo creato da “The Walt
Disney Company”, è rivolto a bambini di età prescolare. Roger Bollen, Marilyn
Sadler, Rick Gitelson ne furono gli ideatori, diretto da Ted Bastien e Sue Blue,
venne realizzato negli studi di Toronto Nelvana; è un cartoon bilingue la cui lingua
originale è l’Inglese-americano e la seconda lingua lo Spagnolo. Viene trasmesso
in Italia a partire dal 2006, dal canale “Playhouse Disney”, nella versione italiana la
lingua principale diventa l’Italiano e la seconda l’Inglese. La durata media di ogni
episodio è di circa una ventina di minuti. Può essere considerato un giusto
connubio tra educazione e intrattenimento per bambini tra i tre e i sei anni.
Il protagonista Manny Garcia è un “tuttofare” che, insieme ai suoi amici attrezzi,
riesce a riparare qualunque cosa. Personaggio ottimista, volenteroso, determinato,
rispettoso, gentile e affabile, insegna ai bambini a risolvere con inventiva e ingegno
i piccoli problemi quotidiani, stimolandoli così a immaginare, imparare e crescere.
Impersona una figura paterna, è fratello di Lola, zio di Pepe e Chico, amico di
Kelly, quest’ultima competente e cordiale proprietaria del negozio di ferramenta nel
quale Manny si fornisce. Il suo vicino è Mr. Lopart, gestore di un negozio di
dolciumi, uno dei pochi adulti presenti nel racconto, un po’ imbranato e un po’
infantile, vive nel passato ed è sempre pronto a cacciarsi involontariamente nei
guai, è perennemente accompagnato dal suo fedele gatto Fluffy.
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3. Oltre ai personaggi umani vi sono degli attrezzi, la loro forte caratterizzazione fa
sì che ognuno abbia delle proprie peculiarità: Vito, cacciavite a taglio, serio e
sarcastico, è il veterano del gruppo, pensa sempre di sapere tutto. Philip,
cacciavite a stella, sempre lucido e attento, parla spesso a sproposito e sogna di
diventare un grande regista. Scatto, metro a nastro, molto intelligente, è
scrupoloso e perfezionista. Strizza, pinza, è curiosa e pimpante. Pim, martello, è
insicuro e un po’ imbranato, ma sempre disponibile, Manny crede nelle sue
grandi capacità. Becco, chiave a pappagallo, è ansioso e alquanto fifone, si crea
problemi inutili e non crede molto nelle proprie potenzialità. Dente, sega, è la più
intelligente e la più giocherellona del gruppo.
Brilla, torcia, è invece la più piccolina.
Il cartone è ambientato nella città immaginaria di Sheetrock Hills e le scene si
alternano tra interni ed esterni. Dal punto di vista grafico non vengono utilizzati
grandi effetti: si tratta di una grafica digitale tridimensionale, con colori forti e
vivaci in cui talvolta si percepiscono i movimenti della macchina da presa. I
personaggi hanno forme arrotondate, grandi teste e vestiti molto colorati.
La serie e le animazioni, attraverso la narrazione, favoriscono situazioni
d’apprendimento in situazioni di gioco, l’alternarsi delle vicende dei protagonisti
pongono un’attenzione particolare allo sviluppo sociale ed emotivo del bambino.
È un cartone animato semplice e di facile fruizione, la sceneggiatura è lineare e
dotata di un linguaggio facilmente comprensibile ai bambini. Facendo rientrare
alcune parole inglesi, come parte naturale del dialogo e dello sviluppo di un
discorso, permettono ai piccoli di accrescere il proprio bagaglio linguistico, di
acquisirne il significato e di arricchire il lessico personale.
Le canzoncine che fanno da leit motiv al cartone animato, alternano parole
italiane a parole inglesi, facilitandone così la memorizzazione.
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4. Il merchandising legato al prodotto mediale fa sì
che i bambini possano cogliere gli stimoli e a loro
volta produrre soluzioni creative (tavolo da lavoro
di Manny, attrezzi, puzzle, disegni, etc. etc.) così
come i collegamenti esterni forniti da una serie di
siti che proseguono e sviluppano i temi del
cartone:
http://www.disney.it/disney-junior/manny-tuttofare/
http://family.go.com/disney/pkg-disney-character-
fun/pkg-disney-handy-manny/
http://www.coloring-
book.info/coloring/coloring_page.php?id=198
http://www.top-coloriages.com/coloriages/143-
coloriage-manny-et-ses-outils.html
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5. Dimensione Appeal
L’episodio propone una passeggiata al parco per assistere ad una gara di razzi e
la sfida consiste nel realizzare un razzo artigianale, visto che quello posseduto
da Pepe viene smarrito dopo il primo lancio.
L’attenzione dei bambini è catturata dal dinamismo di Manny e di Kelly, dalla
goffaggine di Mr. Lopart, dall’attivismo degli attrezzi antropomorfi prima nella
ricerca del razzo perso e in seguito nella realizzazione di quello artigianale.
La puntata prevede il superamento di una prova, tale problema da risolvere crea
la suspance necessaria a catturare l’attenzione dei bambini, risolvendosi
chiaramente con un lieto fine. L’attività è prosociale in quanto Pepe decide di
partecipare alla gara coinvolgendo Mr. Lopart, il quale parteciperà con il razzo di
Pepe che egli stesso ha ritrovato.
Una delle peculiarità che emerge è la capacita e l’importanza di lavorare in
gruppo, è fondamentale la coralità e l’impegno di tutti per raggiungere i risultati
richiesti.
La storia di Manny è adatta all’età a cui è indirizzata la serie. Considerando il tipo
di mansione svolta dal protagonista e la particolare tipologia di oggetti,
impersonata dagli amici attrezzi, è possibile che sia più seguita dai maschi che
dalle femmine.
VideoTutti dentro Le scelte tecnico-stilistiche, i colori, le musiche e i suoni in genere risultano ben
Video definiti e armonici. Con le forme rotondeggianti dai colori vivaci, non ridondanti
Lo aggiustiamo noi nei particolari ma neppure troppo stereotipate, catturano l’attenzione della fascia
d’età prescolare e facilitano la comprensione. I jingle cantati quando Manny
raduna gli attrezzi “Tutti dentro, come on let’s go!” e “Let’s work together now!”,
rendono accattivante l’ascolto poiché orecchiabili, inoltre anticipano e
5 concludono la soluzione del problema non solo in questo episodio.
6. Gli elementi formali che caratterizzano il cartoon determinano una grafica
accattivante ma essenziale per l’infanzia, viene data molta importanza all’uso di
colori accesi e vivaci. I personaggi sono curati, presentano forme arrotondate,
adatte quindi a un pubblico infantile ma nonostante questo sono ben disegnati,
definiti nei particolari. I personaggi Manny e Pepe sono persone di giovane età,
che permettono sicuramente ai bambini un processo di identificazione, sono
vestiti con pantaloncini, maglietta a maniche corte. Manny porta sempre in testa
il capellino da football, Chico invece viene prevalentemente raffigurato in braccio
alla mamma Lola.
Anche la grafica delle ambientazioni rispecchia un paesaggio reale e ben curato:
l’episodio inizia nel laboratorio di Manny, dove lui e i suoi strumenti decidono di
partecipare a una gara di razzi, alla quale poi si unirà anche Pepe. La bottega
presenta alcuni elementi decorativi tra i quali un piccolo cactus sopra la
scrivania; nella bottega agisce anche il piccolo cane-robot, Fido, che si relaziona
con Manny e con gli attrezzi.
La vicenda prosegue anche verso l’esterno, l’ambiente è la città, le forme degli
oggetti e degli alberi sono piuttosto arrotondate. Mentre Manny, Pepe e gli
strumenti si dirigono alla gara incontrano Mr. Lopard che sta andando con il suo
gatto Fluffy a fare un bel pic-nic nel parco. Nell’episodio incrociano anche Kelly
che dà loro una mano a costruire un nuovo razzo.
Le vicende legate a Il razzo di Pepe fanno divertire il fruitore, stimolano al gioco,
in tutte le occasioni il protagonista fa partecipare gli attrezzi a ogni attività
attraverso una modalità ludica ripetibile (vedi merchandising e collegamenti
esterni). Il linguaggio verbale e non verbale interagiscono nella decodifica della
logica progettuale proposta dal protagonista.
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7. Nonostante l’ambiente e le storie siano
completamente inventate e permettano
un’evasione dal reale, l’approccio proposto da
questo cartone è piuttosto pragmatico, infatti il
protagonista, con molta semplicità ed efficienza
guida, supporta, stimola i suoi attrezzi alla
soluzione cooperativa di tutti i problemi.
L’importanza del metodo progettuale viene
erogata con molta semplicità e fatta comprendere
attraverso l’esempio pratico e l’individuazione del
bisogno.
L’uso del testo musicale semplice, ripetitivo e
replicabile, riempie tempi morti e fa compagnia,
inoltre linguaggio e movimento interagiscono nella
comprensione e nella riproduzione del gesto.
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8. Dimensione Comprensione
I concetti sono familiari, gli ambienti della storia semplici. Non essendoci
flashback o foreward la narrazione è lineare e semplifica la fruizione. Diversi
momenti divertenti riattivano l’attenzione e facilitano la comprensione. Il
montaggio e la colonna sonora sono lineari. Tutte le componenti della storia
svolgono una funzione diegetica. Si comprende immediatamente che in questa
puntata la finalità è partecipare alla gara e lo strumento è il razzo, con cui poter
competere, si capisce che lo smarrimento di quest’ultimo costituisce il problema,
al quale però si riesce a trovare soluzione. Costruito un nuovo razzo, il
ritrovamento del primo diventa superfluo, se non perché questo permette di
coinvolgere nel gioco anche Mr. Lopart.
I personaggi umani che compaiono all’interno della storia sono numericamente
limitati, oltre a Manny compaiono Pepe, Chico, Lola, Mr. Lopart e Kelly. Tutti loro
diventano familiari grazie alle loro caratteristiche.
L’episodio parte dalla necessità di Lola di affidare Pepe al fratello per
accompagnare il piccolo Chico dal pediatra, situazione consueta a molti bambini.
Come in tutte le storie deve esserci un problema da risolvere, infatti Pepe ha
smarrito il razzo finito casualmente nel cestino di Mr. Lopart, perciò Manny
propone di realizzarne uno di nuovo e nella costruzione concorrono tutti gli
attrezzi con il materiale fornito da Kelly. Il ruolo dei personaggi è coerente con la
serie e in questo caso corrisponde a quello che ai bambini piace: fare un gioco in
chiave di gara, dove non è previsto un vincitore perché tutti partecipano.
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9. Le ambientazioni (il negozio di Manny, la casa di Lola e il parco cittadino, etc…)
sono ben definite nei colori e nei tratti, sono illustrate attraverso disegni le cui
linee semplici mettono in risalto i personaggi. Anche le situazioni narrative sono
lineari, molto vicine alla vita dei bambini, una gara di razzi al parco esiste
nell’immaginario di tutti i piccoli. I personaggi sono coerenti agli ambienti nei
quali si collocano e risultano molto credibili, come per esempio Kelly, l’amica del
negozio di ricambi.
Anche la grafica delle ambientazioni rispecchia un paesaggio reale e ben curato,
come per esempio lo studio di Manny che è ben studiato in ogni particolare.
Si può quindi affermare che in questa animazione 3D il disegno dei personaggi e
quello degli ambienti semplici e quasi essenziali, sia una scelta particolarmente
adeguata al target di riferimento, inoltre sia il messaggio visivo che quello
verbale sono caratterizzati dall’essenza, da elementi pertinenti: tutti i personaggi
non eccedono in dettagli, ma si caratterizzano dal cambio cromatico (Vito e
Philip) o da alcuni elementi simbolici (Manny quando lavora indossa i guanti e la
cinta gialla). Queste scelte contribuiscono al riconoscimento e all’attribuzione
valoriale degli elementi oltre che all’educazione estetica del fruitore.
Tale puntata si può catalogare come un genere d’avventura ed azione per bimbi:
inizia con una sigla molto allegra e vivace che richiama l’attenzione, poi si
introducono i personaggi all’interno dello studio di Manny, i quali decidono di
partecipare alla gara di razzi.
Il razzo di Pepe trasmette regole comportamentali che, anche se ripetute,
vengono ben distribuite all’interno di tutta la storia, per questo motivo non
possono essere percepite come forzature educative, si può inoltre osservare
come siano evidenziate dai termini in inglese o da elementi sonori e visivi che
spesso fanno riferimento ad azioni quotidiane semplici.
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10. Delegittimare violenza e modelli scorretti risponde ai valori del bene e del male già noti ai
bambini. Più che a parole la delegittimazione è resa evidente da semplici azioni ed è sviluppata
utilizzando il sistema del paragone, modalità di semplice comprensione per i più piccoli. Un
esempio lo si ha quando Mr. Lopart scaccia via la farfalla e subito dopo Pim ne rimane
affascinato osservandola da sopra l’albero. Tutti gli attrezzi socializzano e sono ugualmente
amici nonostante siano differenti per caratteristiche e competenze, socializzano tra pari, questo
è messo in evidenza da elementi sonori o momenti particolari della vicenda.
Manny ha una forte identità positiva, la tranquillità con la quale riesce a gestire ogni problema
fa comprendere che con un approccio pragmatico e progettuale si ottengono possono ottenere
risultati e si risolvere molti problemi, come per esempio dopo la telefonata di Lola, Manny
propone al nipote Pepe di andare a vedere la gara di razzi.
Il razzo di Pepe si sviluppa attorno a delle attività e a degli oggetti graditi ai bambini, la
conoscenza della realtà, del mondo, sono occupazioni non consuete e per questo generano
curiosità, riguardano oggetti che loro già conoscono o il cui utilizzo è facilmente deducibile dal
contesto di riferimento. Le vicende presentano numerose situazioni creative e giocose, che
sviluppano la fantasia e l’immaginazione generando curiosità, come la ricerca del razzo sparito
nel parco e la costruzione del nuovo razzo. Il rapporto tra problema e soluzione, fulcro della
vicenda, è noto e presente nelle esperienze preadolescenziali fornendo così modelli di analisi e
d’interpretazione della realtà. Le modalità di lettura e soluzione ai problemi non sono consuete
e fanno largamente riferimento ai valori sociali. Il processo attraverso il quale vengono risolti i
problemi è immediato e chiaro, la sparizione del razzo non è vista in maniera negativa, piuttosto
come occasione per fare nuove esperienze insieme agli amici. Le conclusioni degli avvenimenti
sono inaspettati in modo che anche le soluzioni, potenzialmente meno accreditate dagli
spettatori, siano apprezzate e vengano inoltre messe in rilievo dai personaggi. La rottura degli
schemi tradizionali porta alla riflessione ed ad una visione multiprospettica della realtà.
Il razzo di Pepe, attraverso canzoni e dialoghi, presenta in modo dichiaratamente formale, una
serie di utili conoscenze scolastiche proposte grazie al divertimento; i contenuti vengono offerti
attraverso il sistema del contrasto, sono ben amalgamati all’interno della storia, semplici, pratici
e immediati, supportano l’apprendimento della lingua straniera attraverso l’utilizzo ripetuto di
10 parole semplici come “Hello”, “Rocket”, “Light”.
11. Dimensione Attenzione
Ciò che il cartone propone, in modo chiaro e convinto, è un vero e proprio lavoro
di squadra cooperativo, vedi ritrovamento del razzo e costruzione di uno nuovo.
La movimentazione che ne consegue attira l’attenzione. La storia si sviluppa con
la partenza verso la destinazione, la prova del lancio del razzo e il suo
smarrimento, la costruzione e il ritrovamento.
Manny, quando ci sono dei problemi da risolvere, raduna i suoi amici attrezzi
animati per dipanare la situazione. Gli interventi di Manny hanno carattere
prosociale e a sfondo altruistico, infatti Pepe, dopo il ritrovamento del razzo
smarrito, convince Mr. Lopart a partecipare alla gara con il suo razzo.
I codici sonori di questa puntata si svelano in musiche ben curate e allegre che
attirano e ri-sintonizzano l’attenzione del giovane pubblico: sono canzoncine
orecchiabili, strutturate con semplici parole in italiano, poi ripetute in lingua
inglese, rappresentano un semplice strumento per l’acquisizione basilare di
parole straniere.
Anche l’intonazione dei personaggi è importante, caratterizzata da una tonalità
normale e scandita in dialoghi semplici, non troppo lunghi. La colonna sonora
sottolinea lo stato d’animo della vicenda, e spesso è una musica vivace e
allegra.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnico-formali, viene data importanza alla
definizione dell’immagine, ricorrendo all’uso dell’interattività per attirare
l’attenzione dei bambini e impartire loro insegnamenti sulla vita e sull’amicizia.
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12. La vicenda Il razzo di Pepe rassicura e
tranquillizza grazie alla forte valenza
tranquillizzante del protagonista. Il momento di
squilibrio nella narrazione desta l’attenzione del
fruitore facendolo partecipare, emozionare sino
alla fase di riequilibrio in cui il protagonista
prospetta una soluzione accettabile per tutto il
gruppo, come ad esempio quando dopo il lancio,
il razzo atterra lontano e accidentalmente si
perde.
Il momento di squilibrio non è mai violento, la
partecipazione emotiva è sempre giocata
sull’identificazione, il riequilibrio è una motivata
soluzione ad un problema, come quando Pepe ha
bisogno di essere accudito e lo zio lo fa volentieri
proponendogli un’attività appetibile: la gara dei
razzi.
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13. Dimensione Qualità
La storia è accattivante e non noiosa, propone un’attività pratica, la costruzione
di un razzo.
C’è assoluta assenza di violenza ed è costellata di gag e di humour.
La terminologia usata è facilmente accessibile, molto vicina all’età del target di
riferimento, inoltre, la semplice narrazione correlata alla rappresentazione visiva,
facilita il processo di comprensione del messaggio e della situazione. Non vi
sono buchi narrativi né metafore o interruzioni della storia. I tempi di visione sono
piuttosto brevi e i tempi della narrazione sono composti da un prima, un adesso
e un dopo, quindi da una sequenza di tre tempi ravvicinati e ben definiti.
La storia permette di focalizzare l’attenzione sulla collaborazione e sul rispetto
dell’Altro, oltre che sul problem solving. Essa entusiasma i bambini, li tiene
incollati allo schermo per vedere quale possibile soluzione possono trovare i
protagonisti.
Il risultato è visibilmente ottimo, se non per la perfezione stilistica dell’oggetto,
quanto per l’efficacia raggiunta grazie alle differenti abilità sinergicamente messe
in gioco con la collaborazione di tutti.
Infatti, pur avendo ritrovato il razzo perduto, Pepe preferisce partecipare alla
gara con quello costruito dai suoi amici. Vi è verosimiglianza con ciò che avviene
con le costruzioni Lego o i Meccano. La situazione è piuttosto familiare,
linguaggio semplice, ma non banale; molte e non casuali sono le ripetizioni
verbali con l’introduzione di alcune parole o frasi in inglese che motivano la
normale propensione dei bambini verso le lingue.
L’immedesimazione può avvenire più per la situazione che per le espressioni
facciali, giacché i personaggi sono abbastanza rigidi anche se ben definiti. Le
musiche convogliano l’attenzione verso lo spirito del cartoon e ne caratterizzano i
personaggi, dando significato ai loro ruoli e alle loro funzioni.
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14. Ne Il razzo di Pepe la situazione presentata sottoforma di racconto,
riprende quello che può essere un gioco divertente dei bambini e
un’ambientazione, il parco giochi, riconoscibile da tutti.
Le inquadrature sono ben scandite e i personaggi, durante le azioni,
vengono inquadrati senza ambiguità.
La sequenza e il suo ritmo inducono a mantenere alti il
coinvolgimento e l’attenzione dei piccoli telespettatori, al punto di
stimolare il desiderio di aiutare i protagonisti, di fatto collaborando,
come nel nostro caso, suggerendo a quest’ultimi, mentre si
affannano nella ricerca, il luogo in cui si trova il razzo.
L’episodio è positivo, la presenza di personaggi di etnie e forme
diverse, permette di focalizzare l’attenzione sulla conoscenza del sé,
sulla collaborazione e sul rispetto dell’Altro, oltre che sul consueto
problem solving.
Gli attrezzi, con le loro caratteristiche, danno movimento e allegria
alla storia e contrastano con la tranquilla compostezza di Manny,
rendono il cartone non solo più facile da seguire, ma persino più
attraente, grazie anche alla presenza di personaggi buffi e un po’
goffi. L’animismo richiamato dai personaggi antropomorfi coinvolge e
cattura l’attenzione dei bambini. Manny, anche in questo episodio,
funge da leader, ma non da eroe, la differenza è sostanziale poiché
lui coordina e aiuta l’unione, ma non ha poteri soprannaturali. Questo
facilita nel considerarlo reale e più vicino ai bambini che ne seguono
le avventure.
Il tutto risulta piacevole, rilassante e coinvolgente al tempo stesso.
Un mix di componenti che favoriscono un processo di imitazione e di
identificazione positive. Crea, citando il libro di Personeni (pag. 155)
“… la possibilità di provare emozioni, attraverso un’identificazione
mediata”. (Oatley, 1994; Morin, 1962).
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15. Suggerimenti contenutistici
per il miglioramento della trasmissione/programma
Riguardo al miglioramento del programma sarebbe stato interessante riproporre
l’idea originale con cui era nato: un ispanico negli USA.
Molto valide sono la tematica e le finalità educative centrate sulla collaborazione,
sul rispetto, sull’intercultura e sul problem solving. Meno efficace l’inferenza
linguistica. L’utilizzo della lingua inglese parlata da un ispanico non è una delle
scelte migliori. Forse sarebbe stata più efficace la scelta dello spagnolo, in
quanto lingua madre di Manny. In questo caso si è voluto cadere nell’uso di una
lingua veicolare, doppiata da italiani e messa in bocca a uno spagnolo.
I personaggi e i ruoli sono molto azzeccati anche se, come detto
precedentemente, l’aspetto culturale aveva una valenza più educativa nella
versione originale.
Inoltre, osservando attentamente, la situazione del parco così strutturato non è
propriamente italiana, l’Italia è famosa per i giardini non per i parchi in città. Sono
state fatte alcune forzature che non esistevano nella lingua di realizzazione e nel
contesto di produzione originale, riportati in un ambiente italiano stridono un po’ e
possono “ostacolare” una decodifica corretta del messaggio. Per questo motivo,
oltre alla difficoltà dei bambini in questa età di distinguere il reale dal fantastico,
si aggiunge il problema di far ritenere in un ambiente italiano qualcosa che con
meno incidenza trova nelle nostre città. Proprio in merito a questa dimensione si
intravede l’errore culturale, inteso in senso antropologico. Lo stesso vale per
edifici e strade.
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16. Indicatori
Gli indicatori che abbiamo preso in considerazione possono così essere sintetizzati:
1. si approccia a una lingua diversa dalla lingua madre,
2. formula ipotesi,
3. gestisce problemi,
4. cerca soluzioni,
5. ascolta,
6. ascolta, vede e comprende,
7. decodifica messaggi televisivi,
8. comprende e ricostruisce una sequenza temporale (prima, adesso, dopo),
9. riconosce se stesso,
10. riconosce l’altro,
11. affina spirito collaborativo,
12. comprende le emozioni altrui,
13. sviluppa atteggiamenti imitativi e di identificazione.
I traguardi educativo/formativi che possono essere raggiunti con l’utilizzo di questa
serie di cartoon riguardano “il sé e l’altro, i linguaggi, l’espressione e la
comprensione, l’organizzazione, l’autonomia”.
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17. Bibliografia
Personeni, F. (2011). Tv, cartoon e bambini. Criteri produttivi e valutativi di
qualità. Lecce: Pensa MultiMedia Editore
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