Manuale teorico - pratico per il recupero del calciatore infortunato. Con riabilitazione da lesione muscolare.
Fabrizio Perroni
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Pagine da perroni manuale recupero calciatore infortuni
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capitolo
EPIDEMIOLOGIA
all’analisi della letteratura possiamo notare quanto siano numerosi gli autori interessati all’individualizzazione statistica di traumi nel gioco del calcio, alla sua origine ed evoluzione e, soprattutto, ai
tempi dei processi di recupero fondamentali per il proseguo della stagione agonistica del calciatore.
Sassi e altri* hanno analizzato 71 partite della squadra spagnola Valencia (40 National League, 9 pre-season match, 6 National selection,
16 Champion League) riuscendo a individuare statisticamente i traumi muscolari:
D
• 44% nella stagione 2000-2001;
• 33% nel 2001-2002;
• 37% nel 2002-2003.
Con una media di 69 traumi muscolari pari al 38%, dei quali:
• il 36% era rappresentato da DOMS per un corrispondente 4.3 sessioni di riabilitazione;
* Isokinetics, The rehabilitation of Sport Muscle and Tendon Injuries, International Congress, 2004.
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ANATOMIA
DELL’APPARATO
MUSCOLOTENDINEO
l muscolo è una forma contrattile di tessuto biologico. È uno dei
quattro tipi principali di tessuto, presenti nell’organismo umano;
gli altri sono epitelio, tessuto connettivo e tessuto nervoso, la cui contrazione muscolare viene usata sia per muovere le parti del corpo,
che per muovere le sostanze all'interno del corpo.
Vi sono tre varianti di muscolo:
I
• liscio (involontario),
• cardiaco,
• scheletrico (volontario).
Il muscolo liscio è presente nella parete degli organi interni e in
molti organi cavi; il muscolo cardiaco lo si trova soltanto nel cuore
dove è responsabile della contrazione.
Il muscolo scheletrico è quel muscolo responsabile del movimento
delle leve ossee ed è formato da due porzioni: il ventre muscolare e i
tendini, che nel loro insieme rappresentano l’unità muscolotendinea.
Il ventre muscolare è costituito da fibre elastiche parallele separate le
une dalle altre, chiamate miofibrille, che, a loro volta, sono formate da
migliaia di piccoli sarcomeri, le unità funzionali del muscolo.
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capitolo
LESIONI MUSCOLARI
eziopatologia del danno muscolare può essere di due tipi:
L’
• trauma diretto: il danno può essere causato da una collisione con
un avversario, un oggetto o il terreno, e la sua severità può essere
determinata dalla violenza del trauma e dallo stato del muscolo,
rilassato o contratto. La diagnosi è basata sulla descrizione dell’evento, sull’esame clinico e sulla visione della Risonanza Magnetica
ad Immagini;
• trauma indiretto senza meccanismo di contatto: il danno è specifico
dell’attività sportiva ed è causato dalla grande richiesta del muscolo
alle sue proprietà elastiche e di contrazione. I meccanismi di trauma possono essere ricondotti a stretching passivo e/o a una brusca
contrazione durante lo stretching, ad accelerazioni o decelerazioni
in massima velocità. Salti, corsa a zig-zag calci o movimenti contro
resistenze possono incrementare il rischio trauma. Altri fattori predisponenti il trauma possono essere:
a) perdita e/o errori di allenamento (numerosi autori indicano un
basso Massimo Consumo di Ossigeno come un alto fattore di
rischio): sbagliato riscaldamento e defaticamento, sbagliata scelta
di materiali;
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capitolo
RUOLO
DEL PREPARATORE
ATLETICO
a figura del preparatore atletico negli ultimi dieci anni ha avuto
un’importanza sempre maggiore nell’ambito del gioco del calcio: si è passati da un ruolo di secondo piano, come semplice collaboratore dell’allenatore, ad una figura professionale sempre maggiormente apprezzata, preparata, specializzata e con un inserimento
sempre più importante nella programmazione della struttura dell’allenamento.
La conoscenza del corpo umano fornita dall’anatomia, dalla fisiologia
e da tutta la medicina dello sport ha consentito di sperimentare
forme sempre più individualizzate di allenamento volte al miglioramento della performance ed, allo stesso tempo, alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione motoria degli infortuni derivanti da essa.
Proprio per questo nuovo concepimento globale di allenamento
sportivo, l’attenzione data fino a poco tempo fa al solo miglioramento
della performance è stata bilanciata dall’attenzione degli ultimi anni
alla prevenzione e al recupero degli infortuni.
Quando si parla di riabilitazione si parla di un processo di recupero
di durata abbastanza lunga in cui intervengono più persone. Nel processo di recupero sono coinvolti tutti i membri dello staff tecnico
(medico, terapista della riabilitazione, preparatore atletico, allenatore
e calciatore stesso) che interagiscono tra loro scambiandosi cono-
L
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capitolo
TRATTAMENTO
FISIOTERAPICO
l trattamento fisioterapico delle lesioni muscolari sarà affrontato in
maniera differente in relazione alla gravità del trauma tessutale, al
tipo di muscolo interessato, all’entità dell’ematoma e alla sua localizzazione. Il trattamento, caratterizzato da un continuo interscambio
d’informazioni da parte di tutto lo staff (medico, terapista della riabilitazione, preparatore atletico e allenatore), sarà suddiviso in quattro
fasi che partiranno da un immediato trattamento post-traumatico fino
al ritorno all’attività specifica con la squadra.
I
1a Fase
I principi cardini della prima fase, riguardante l’immediato trattamento post traumatico (72 ore), saranno riposo, crioterapia, compressione
ed utilizzo di stampelle per la deambulazione, mentre le modalità di
intervento saranno focalizzate con l’aiuto di macchinari, quali:
LASER (light amplification by stimulated emission of radiation).
È una sorgente di luce che si propaga con onde elettromagnetiche
e che ha delle caratteristiche del tutto particolari:
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capitolo
IDROKINESITERAPIA
egli ultimi dieci anni l’interesse per la terapia acquatica è sensibilmente cresciuto, tanto da divenire rapidamente una tecnica
riabilitativa molto utilizzata dai terapisti sportivi.
L’efficacia terapeutica su un corpo in immersione è legata ai principi
della termodinamica e dell’idrodinamica. Dallo studio dell’idrodinamica possiamo definire la pressione P come il rapporto fra l’intensità
della forza F che si esercita su una superficie S, sulla quale è uniformemente distribuita in direzione ad essa perpendicolare, e l’area
della superficie stessa A.
Dallo studio delle leggi dell’idrodinamica possiamo affermare che i
fluidi esercitano una pressione su ogni parte di un corpo in essi
immerso, che un corpo immerso nell’acqua riceve una pressione
identica in tutte le direzioni, e che in un liquido la pressione è direttamente proporzionale alla densità del fluido e alla profondità d’immersione.
Dunque, una superficie (S) immersa in un liquido è sottoposta alla
pressione P = F/S dove
N
• F è il peso della colonna di liquido che agisce su di essa.
• F = mg dove m è la massa del liquido che agisce sulla superficie (S)
e g l’accelerazione di gravità.
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capitolo
TRATTAMENTO
ATLETICO
a fase riabilitativa motoria per il recupero del giocatore dopo la
lesione muscolare, che data la specificità dello sport interessa
prettamente gli arti inferiori, deve cominciare in acqua immediatamente dopo la prima fase del trattamento fisioterapico (in funzione
della caratteristica della lesione) e proseguire successivamente sul
campo.
L
L’intensità di esecuzione degli esercizi di recupero deve essere
impostata seguendo il principio del S. A. I. D. (Specific Adaptation
to Impose Demand), ovvero adattamento specifico al carico imposto, in cui lo stress imposto dagli esercizi di recupero non deve
essere tale da aggravare la lesione prima che vi sia stata la possibilità di adattarsi opportunamente all’incremento di prestazione
richiesto.
Quindi, gli esercizi dovranno essere svolti nel seguente ordine (vedi
la pagina 36).
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capitolo
PREVENZIONE
fattori predisponenti questi tipi di lesione, appena analizzati nella
loro totalità, danno una giusta indicazione sulla linea da seguire
per impostare un lavoro di prevenzione.
L’impostazione del lavoro di natura preventiva sul giocatore di calcio
deve essere improntato sulle riduzione degli eventi stressanti sia di natura personale quali riservatezza, indifferenza, apprensione, superprotezione o distrazione con inibizione della capacità di superare lo stress, che
di natura fisica.Andersen e Williams (in J Sport Exer Physiology; 1988)
hanno dimostrato che i fattori stressanti negativi (es. un calcio di rigore
sbagliato) causano una perdita di concentrazione influenzando negativamente lo stato di tensione con conseguente infortunio da stress.
Per quanto riguarda lo stress fisico, deve essere controllato improntando la programmazione delle unità di allenamento su:
I
• scelta dei giusti tempi di recupero tra le competizioni. Il giocatore
dovrebbe essere messo nelle condizioni migliori per smaltire lo
stress derivante dall’attesa della partita da giocare, della partita giocata, e dei trasferimenti a/da la sede di gioco;
• programmazione del giusto equilibrio tra volume ed intensità di
allenamento dall’inizio della periodo preparatorio ma soprattutto
durante quello competitivo (vedi figura 6, pagina 50);
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capitolo
LE POSTURE
ualsiasi atleta durante lo svolgimento di sedute di allenamento
e la disputa di partite va incontro al manifestarsi di traumi di
qualsiasi genere, sia muscolo-tendineo che articolare, che possono
influenzare il decorso della propria carriera sportiva. Infatti, proprio
la ripetizione continua degli stessi sforzi porta ad un affaticamento
delle componenti muscolari ed articolari portando il corpo a ricorrere all’assunzioni di atteggiamenti di compensazione sempre identici.
La colonna vertebrale, oltre ad avere un funzionamento complesso
dovuto alle innumerevoli inserzioni muscolari che agiscono su essa, è
strumento molto importante per i meccanismi di difesa. Con le sue
24 ossa mobili e le sue enormi possibilità di torsioni in tutti i sensi,
permette compensare gli squilibri dovuti ad un gesto tecnico mal
riuscito e, successivamente, adattarsi. Quindi, nella fase di pianificazione delle sedute di allenamento, una particolare accuratezza deve essere data agli squilibri muscolari dovuti agli errati atteggiamenti assunti
dalla colonna vertebrale.
La pianificazione dell’organizzazione dell’allenamento dovrebbe essere improntata in maniera tale da lavorare evitando squilibri muscolari
nella regione lombare, pelvica e delle anche, attraverso il rafforzamento funzionale della muscolatura addominale e dorsale, l’allungamento
sistematico degli stessi arti ed evitando sollecitazioni errate, dovute
Q
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capitolo
DISCUSSIONE
el calcio il movimento viene dominato da procedimenti motori
tipici di accelerazione e di decelerazione come salti, tiri, scatti,
cambiamenti di direzione; tutti movimenti che come abbiamo visto
stressano notevolmente il muscolo a livello della giunzione muscolotendinea.
Dunque, l’intensità dell’allenamento, il carico e il tempo di recupero
devono essere adattati al calciatore in funzione del livello di efficienza fisica raggiunto.
Una lesione muscolare può essere considerata completamente guarita quando non è presente dolore spontaneo e alla contrazione del
muscolo.
Se la riabilitazione è iniziata precocemente, la guarigione sarà più
rapida, grazie al ripristino della circolazione e al recupero della forza.
L’atleta può iniziare gli esercizi muscolari statici in accordo con il
medico per poi passare a rafforzamento dinamico ed esercizi di allungamento.
Il tentativo di tornare all’attività in tempi troppo brevi è frequentemente causa di recidiva dell’infortunio. Il processo di guarigione, in
questo caso, dovrà ripartire nuovamente dall’inizio.
Dunque, il fatto che un muscolo in una determinata situazione riesca
ad esercitare una determinata forza non è garanzia che l’atleta sia in
N