2. Nel Prodotto Interno Lordo (PIL) ci sono le scarpe che porto ai piedi, la casa in cui abito, i vestiti che indosso, ... Ma ci sono anche... Cosa c’è nel PIL?
3. Acque minerali in bottiglia Fonti: Bewerfood 2006/2007 - AC Nielsen 2006 Contribuiscono al PIL con circa 2 miliardi di euro Escluse spese per sponsorizzazioni e testimonial Consumi indotti dalla pubblicità Cosa c’è nel PIL? anno pubblicità (milioni di euro) consumo (litri a testa) 1990 31 110 1995 50 138 2000 100 167 2005 124 188
4. Produzione energia elettrica Più della metà dell’energia contenuta nei combustibili viene sprecata Fonte: Maurizio Pallante, 2006 Sprechi Cosa c’è nel PIL? tipo di impianto efficienza centrale termoelettrica 35% centrale a ciclo combinato 55% cogenerazione diffusa (tecnicamente possibile, praticamente inesistente) 94%
5. Cosa c’è nel PIL? Sprechi negli usi finali Stand by apparecchi elettronici Fonte: Politecnico di Milano, end-use Efficiency Research Group, 2007 Consumi kWh/anno
6. Cosa c’è nel PIL? Traffico automobilistico incidenti commercio di armi riciclaggio denaro sporco Consumi che non incrementano il benessere
7. Eliminando: consumi inutili e dannosi indotti dalla pubblicità, sprechi e inefficienze nell’uso di risorse naturali, traffico automobilistico, commercio di armi, riciclaggio denaro sporco ... SI RIDUCE IL PIL MA NON LA QUALITA’ DELLA VITA! Crescita e qualità della vita
11. crescita del PIL decrescita economia della decrescita cibo babysitter impresa di pulizie badante per anziani cibo cibo cibo cura dei figli cura degli anziani giocattoli vestiti vestiti vestiti
12.
13. “ Senza crescita, c’è meno occupazione: è un’ovvietà” Rivista Anarchica, maggio 2005
14. 1960 423.828 1998 1.416.055 anno PIL (mld di lire) Occupazione % +334% 41,5% 35,8% -5,7% Fonte: ISTAT
15. “ Se la crescita non crea occupazione, figuriamoci la decrescita!”
16. Legge 10 Consumi per riscaldamento (Kwh/mq/anno) “ CasaClima” Casa “Passiva” 140 70 15 -50% -90% Quanta occupazione potrebbe generare la ristrutturazione energetica dell’intero patrimonio immobiliare italiano?
17. energie rinnovabili riduzione rifiuti Alcune imprese che riducono il PIL ... risparmio idrico noleggio beni strumentali ESCO alimentari in “filiera corta”
18. Molti imprenditori l’hanno già capito. Sono gli Imprenditori per la Decrescita Felice. Ridurre i consumi e aumentare l’occupazione è un’impresa possibile.
20. Ridurre il PIL: dalle merci ai beni non sempre sono BENI non necessariamente sono MERCI MERCI BENI BENZINA CONSUMATA STANDO IN CODA MARMELLATA FATTA IN CASA non sempre hanno una connotazione positiva posso produrre per me o per donare
21. Le merci hanno la crescita nel loro DNA vengono scambiate con denaro non vengono scambiati con denaro MERCI BENI ha senso produrne sempre di più non ha senso produrne più del necessario sono destinate alla vendita non sono destinati alla vendita
22. Dalle merci ai beni: qualche esempio lo yogurt acquistato lo yogurt fatto in casa MERCI BENI un oggetto nuovo un oggetto riparato la babysitter per i bambini la cura da parte dei genitori la badante per gli anziani la cura da parte dei figli
23. Ridurre il PIL: dalle merci ai beni fanno aumentare: Migliorano la qualità della vita! MERCI BENI il PIL il consumo di risorse naturali l’inquinamento riducono il PIL riducono sprechi e inquinamento
25. Stili di vita: la sobrietà La sobrietà può aiutare a ridurre la complessità della vita moderna: più cose possiedo, più ho bisogno di tempo e soldi per gestirli! La sobrietà è una scelta intelligente: evitare consumi i cui costi sono superiori ai benefici.
26. Stili di vita: l’autoproduzione Sostituire la maggior quantità possibile di merci con beni autoprodotti.
27. Stili di vita: l’autoproduzione Provate a iniziare dallo yogurt
29. Bicicletta Automobile Acqua del rubinetto Acqua minerale in bottiglia Stili di vita: sobrietà e autoproduzione in pratica Sapone di marsiglia Allume di potassio Shampoo e bagnoschiuma Deodorante spray Yogurt fatto in casa Latte crudo alla spina Biscotti fatti in casa Frutta bio da filiera corta Yogurt industriale Latte in brik Biscotti industriali Frutta da grande distribuzione Pane fatto in casa Formaggio fatto in casa Verdura del proprio orto Pane industriale Formaggio industriale Verdura da grande distribuzione sobrietà sobrietà autoproduzione sobrietà autoproduzione sobrietà sobrietà autoproduzione autoproduzione autoproduzione sobrietà 4,5 E 3,5 E 4,5 E/kg 1,4 E/lt 6 E/Kg 3,5 E/kg 4.000 E/anno 3,8 E/Kg 10 E/Kg 3,5 E/kg 0,5 E/lt 2 E 3 E 1,2 E/kg 1 E/lt 1,5 E/Kg 3,5 E/kg 20 E/anno 1 E/Kg 5 E/Kg 0 E/lt 0 E/lt Ci costringono a lavorare più del necessario per pagarne i costi Sono di maggiore qualità e costano meno migliorano la qualità della vita senza prevedere privazioni LE MERCI I BENI La loro mancanza ci rende “ poveri relativi”
31. decrescita crescita Tempo dedicato al lavoro Stili di vita: ridurre la sfera mercantile nella propria vita Autoproduzione Lavoro in ambiti non mercantili Lavoro salariato Lavoro salariato Lavoro in ambiti non mercantili Autoproduzione Tempo sottratto alle logiche mercantili
32. Crescita e occupazione: una “curiosità”. Per le statistiche economiche... ... lavora chi produce per il mercato. Non lavora chi produce per sè.
34. Ci vogliono più innovazione e tecnologia per produrre... ... una lampadina a risparmio energetico, ... o una lampadina a incandescenza?
35. Ci vogliono più innovazione e tecnologia per costruire... ... una casa ecologica che consuma 15 Kwh/anno ...o una casa convenzionale che consuma 150 Kwh/anno? <<<<
36. Per decrescere ci vogliono più innovazione e tecnologia di quelle necessarie per crescere!
37. Ridurre il PIL con l’innovazione tecnologica Il PIL si riduce anche utilizzando tecnologie più efficienti e innovative. L’innovazione deve essere mirata all’uso efficiente delle risorse, non all’incremento della produzione e dei consumi
39. Il 56% degli italiani vorrebbe fuggire dalle città e andare a vivere in campagna Almeno 1 milione di italiani ha spento la TV Sono decine i siti web sull’autoproduzione di pane, formaggio, yogurt, conserve, ... Si tratta di una maggiore consapevolezza che la qualità della vita non dipende dal PIL?
Bisogna cominciare a chiedersi se i nostri sistemi economici non possano decrescere. Decrescere vuol dire essenzialmente ridurre drasticamente i nostri consumi e le relative emissioni inquinanti (fumi, acque inquinate, rifiuti, scorie nucleari, ...). La crescita, infatti, è misurata e trainata dai consumi.
Il PIL da indicatore di statistica economica è diventato la misura fondamentale del benessere delle nazioni e del buon governo. Ci si dispera quando diminuisce anche di uno “zero virgola” e si esulta quando cresce. I politici si accusano a vicenda di non aver fatto abbastanza per far crescere l’economia... Il mondo è di fatto governato dal G8: gli 8 paesi che hanno i PIL tra i più alti del mondo Ma, la qualità della vita non dipende dal PIL. Il PIL misura il valore delle merci scambiate con denaro (anche un incidente automobilistico aumenta il PIL!)
Il primo passo per ridurre i consumi, e quindi l’invadenza delle merci nella propria vita, è quello di distinguere tra MERCI e BENI. Non sempre una MERCE è un BENE (cioè qualcosa che ha una connotazione positiva): non è un bene la merce benzina consumata facendo ore di coda in tangenziale. Le sigarette sono una MERCE ma non un BENE! I beni possono sottrarsi, a differenza dellle merci, alla logica dello scambio con denaro: possono produrre un BENE per me o per regalarlo a qualcuno. Il dono non è previsto nel mondo delle merci, al massimo c’è l’OMAGGIO (compri 3, paghi 2).
Le merci per la loro stessa natura portano alla crescita essendo destinate alla vendita: più ne vendo, più denaro incasso. I beni, non essendo destinati alla vendita, non spingono ad una crescita della produzione: se nel mio orto produco più melanzane di quante ne riesco a mangiare faccio solo una fatica inutile.
Se ci soffermiamo sull’acquisto di servizi da babysitter, asili, badanti e ospizi per la cura dei nostri figli e dei nostri genitori, ci accorgiamo di quale livello di mercificazione della nostra vita abbiamo raggiunto: abbiamo mercificato anche gli affetti familiari!
La sobrietà intesa come semplicità ed essenzialità dei propri consumi è stata cancellata dal mondo delle merci. La crescita economica ha bisogno di complessità e abbondanza, fino a proporci merci il cui costo è maggiore dei vantaggi che offre. Lavorare 4/5 mesi l’anno per pagarsi l’auto ultimo modello ed avere i problemi del traffico e del parcheggio è una scelta irrazionale. Meglio sarebbe usare il car sharing... Trasportarsi chili di acqua minerale in bottiglia pagandola molto più dell’acqua di rubinetto non ha senso. Come non ha senso riempirsi la casa di oggetti spesso inutili... fino a dover vivere in una casa abbastanza grande da contenere i propri oggetti.
L’autoproduzione è il fulcro della decrescita praticata nel quotidiano. È il momento più importante di un necessario processo di liberazione dalla schiavitù del PIL, dei consumi e delle merci. È la proposta principale del Movimento per la Decrescita Felice per ridurre drasticamente i nostri consumi, senza peggiorare le nostra condizioni di vita. Anzi, migliorando di molto la qualità della vita.
È semplicisssimo, ma serve per prendere coscienza di come si possa fare a meno di acquisare alcune merci e di quale possa essere l’impatto sul sistema economico di una tale scelta. leggendo Pallante, ci si accorge di quante implicazioni può avere il semplice gesto di autoprodursi lo yogurt in termini di riduzione del PIL e dell’impatto ambientale: imballaggi, trasporti, rifiuti, ...
Rifiuti e composizione chimica nelle merci per lavarsi, maggiore qualità del latte crudo e degli alimenti autoprodotti, enorme costo dell’auto, follia dell’acqua minerale in bottiglia, ... Poi c’è il capitolo energetico che vale il doppio: posso autoprodurmi l’energia che mi serve, su scala domestica o condominiale con fonti rinnovabili.
La riduzione della sfera mercantile dipende dal lavoro che si fa, da dove si vive, dall’età che si ha, ... ciascuno può scegliersi le modalità con le quali ridurre la sfera mercantile nella propria vita.