1. IL PIANETA MARTE
Di: Giulia Tassinari
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei
pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene inoltre chiamato il
Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di
ferro che lo ricoprono.
Il pianeta, pur presentando un' atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali
piuttosto basse (tra -140 °C e 20 °C), è, tra i pianeti del sistema solare, quello più simile alla
Terra: infatti, nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e
della Luna (il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un
decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e Durata del giorno simili a quelle
terrestri; inoltre la sua superficie presenta ,formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e
deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano
passato, di un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a
causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica, atmosferica e
idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità
dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi
raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
•Perché Marte è chiamato anche “Il pianeta rosso?”
Il suolo di Marte è ricco di componenti ferrosi che esposti per milioni d’anni all’ossigeno ed
al vapore acqueo della sua atmosfera hanno reagito ossidandosi.
La massiccia presenza di ferro su Marte è dovuta al fatto che, essendo più piccolo della
Terra, durante le prime fasi della nascita del sistema solare ha avuto, in termini planetari, un
raffreddamento molto veloce al punto che i minerali ferrosi sono in parte rimasti mescolati
alla superficie e al mantello, il contrario di quanto accaduto al nostro pianeta dove i
composti metallici sono precipitati verso il nucleo attraverso le fratture del mantello spinti
dalla gravità, dalle dimensioni e dalla massa.
Oltre alla "ruggine rossa", sulla Terra e su Marte troviamo anche la "ruggine grigia"
aggregata in un minerale chiamato ematite. L’ematite si forma in pozze stagnanti d’acqua
oppure dove attività vulcaniche sotterranee generano acque in pressione.
L’ematite grigia è sicuramente un componente che nessuno penserebbe di trovare in un
arido deserto marziano ma Marte non è poi così arido come vuole far sembrare. Il pianeta
presenta molti segni di una antica presenza d’acqua che, forse, ancora oggi esiste.
2. •Connessioni storiche.
Marte prende il suo nome dal dio romano della guerra, Mars, infatti ha anche due satelliti
che prendono il nome di Deimos = terrore e Phobos = paura. Gli astronomi Babilonesi lo
nominavano Nergal, divinità del fuoco, della distruzione e della guerra, molto
probabilmente proprio per la sua colorazione rossastra. Quando i Greci identificarono
Nergala con il loro dio della guerra Ares, lo chiamarono Ἄρεως ἀστἡρ (Aeros aster) o
"Stella di Ares". A seguito della successiva identificazione presso gli antichi romani di Ares
con Mars, la denominazione venne tradotta in stella Martis o semplicemente Mars. I greci lo
chiamavano anche Πυρόεις (Pyroeis) o "infuocato".
Il simbolo del pianeta, derivante dal simbolo astrologico di Marte è un cerchio con una
freccia che punta in avanti. Simboleggia lo scudo e la lancia che il dio romano usava in
battaglia. Lo stesso simbolo è usato in biologia per identificare il genere maschile e in
alchimia per simboleggiare l'elemento ferro a causa del colore rossastro del suo ossido che
corrisponde al colore del pianeta.
•Geologia.
La crosta, il mantello e il nucleo di Marte si formarono entro circa 50 milioni di anni dalla
nascita del Sistema Solare e rimasero attivi per il primo miliardo. Il mantello fu la regione
rocciosa interna che trasferiva il calore generato durante l'accrescimento e formazione del
nucleo. Si ritiene che la crosta sia stata creata dalla fusione della parte superiore del
mantello mutando nel corso del tempo a causa di impatti con oggetti estranei, vulcanismo,
movimenti successivi del mantello stesso ed erosione.
Grazie alle osservazioni della sua orbita attraverso lo spettronomo TES del Mars Global
3. Surveyor e l'analisi dei meteoriti, è possibile sapere che Marte ha una superficie ricca di
basalto. Alcune zone però mostrano quantità predominanti di silicio che potrebbe essere
simile all'andesite sulla Terra. Gran parte della superficie è coperta da ossido ferrico che gli
conferisce il suo peculiare colore rosso intenso. La crosta ha uno spessore medio di 50 km
con un picco di 125 km. Per fare un confronto con quella terrestre, che ha uno spessore di
circa 40 km, si potrebbe dire che la crosta marziana è tre volte più spessa, considerando le
dimensioni doppie del nostro pianeta.
Il mantello, più denso di quello terrestre (di circa 2,35 volte), è composto soprattutto da
silicati e, benché sia attualmente inattivo, è all'origine di tutte le testimonianze di fenomeni
tettonici e vulcanici sul pianeta.
Il nucleo di Marte è composto principalmente da ferro con il 14-17% di solfuro di ferro e si
estende per un raggio di circa 1480 km. Molto probabilmente il nucleo non è liquido, ma
allo stato viscoso; di conseguenza Marte non presenta un campo magnetico apprezzabile
(massimo 5 nT, nanoTesla) né attività geologica di rilievo. Questo comporta la mancanza di
protezione del suolo del pianeta dall'attività di particelle cosmiche ad alta energia; tuttavia la
maggiore distanza dal Sole rende meno violente le conseguenze della sua attività. Anche se
Marte non dispone di un campo magnetico intrinseco, è possibile provare che parti della sua
crosta siano state magnetiche e che si sia avuta una polarità alternata attorno ai suoi due
poli. Una teoria, pubblicata nel 1999 e rivista nel 2005 assieme alle ricerche del Mars
Global Surveyor, deduce dal paleomagnetismo marziano che fino a circa 4 miliardi di anni
fa esistevano movimenti tettonici su Marte e la loro scomparsa è la causa di una
magnetosfera quasi inesistente.
La storia geologica di Marte è stata divisa in tre ere. A tale scopo si è ricorso all'analisi della
densità dei crateri d'impatto presenti sulla sua superficie, allo studio dei meteoriti marziani
rinvenuti sulla Terra e dei flussi lavici superficiali:
• Epoca Noachiana (così nominata dalla Noachis Terra): si colloca tra 3,8 miliardi e
3,5 miliardi di anni fa. Vede la formazione della superficie più antica di Marte ed è
riconoscibile per le numerose cicatrici lasciate dai crateri.
• Epoca Hesperiana (da Hesperia Planum): da 3,5 miliardi a 1,8 miliardi di anni fa.
Nelle sue fasi iniziali si formarono Hellas e Argyre Plantitia. Degna di nota inoltre
4. per la formazione di ampie pianure laviche.
• Epoca Amazzoniana (da Amazonis Plantitia): da 1,8 miliardi di anni fa al presente.
Tra gli aspetti salienti la formazione in questo periodo dell'Olympus Mons e di altre
grandi strutture vulcaniche. Si distingue inoltre una tarda epoca Amazzoniana iniziata
tra i 600 e i 300 milioni di anni fa.
•Il clima.
Tra tutti i pianeti del Sistema Solare, Marte è quello con il clima più simile a quello terrestre
per via dell'inclinazione del suo asse di rotazione. Le stagioni tuttavia durano circa il doppio
dato che la distanza dal Sole lo porta ad avere una rivoluzione di poco meno di 2 anni. Le
temperature variano dai -140 °C degli inverni polari a 20 °C dell'estate. La forte escursione
termica è dovuta anche al fatto che Marte ha un'atmosfera sottile (e quindi una bassa
pressione atmosferica) e una bassa capacità di trattenere il calore del suolo.
Una differenza interessante rispetto al clima terrestre è dovuta alla sua orbita molto
eccentrica. Infatti Marte è prossimo al periastro quando è estate nell'emisfero meridionale (e
l'inverno in quello settentrionale) e vicino all' afastro nella situazione opposta. La
conseguenza è un clima più estremo nell'emisfero sud rispetto a quello nord. Le temperature
estive dell'emisfero meridionale possono essere fino a 30 °C più calde di quelle di
un'equivalente estate in quello nord.
Rilevanti sono anche le tempeste di sabbia che possono estendersi su una piccola zona così
come sull'intero pianeta. Solitamente si verificano quando Marte si trova prossimo al Sole
ed è stato dimostrato che aumentano la temperatura atmosferica del pianeta.
Entrambe le calotte polari sono composte principalmente da acqua ricoperta da uno strato di
circa un metro di anidride carbonica solida al polo nord, mentre lo stesso strato raggiunge
gli otto metri in quello sud. Entrambi i poli presentano dei disegni a spirale causati
dall'interazione tra il calore solare disomogeneo e la sublimazione e condensazione del
ghiaccio. Le loro dimensioni variano inoltre a seconda della stagione.
•C'è acqua su Marte?
Le fotografie scattate dalla sonda Viking rilevano inequivocabilmente la presenza di antiche
isole fluviali in quelli che oggi sembrano letti asciutti di corsi d'acqua.
Secondo alcuni, si tratta di prove evidenti che su Marte, una volta, doveva esistere un ciclo
idrologico attivo, simile a quello terrestre.
Ulteriori prove a sostegno di questa ipotesi sono state raccolte nel 2004, quando il veicolo
spaziale Mars Opportunity ha registrato la presenza di alcuni tipi di sedimenti che si
formano solo in presenza di acque e sulla Terra sono associati all'evaporazione di laghi o di
mari poco profondi.
Finora non esistono osservazioni dirette di acqua allo stato liquido sulla superficie di Marte.
Tuttavia è possibile trovare acqua sotto forma di ghiaccio a partire dai 30° di latitudine in
5. direzione dei poli, fino ad un metro di profondità.
Inoltre , come abbiamo anticipato, in corrispondenza delle regioni polari i ghiacci formano
due piccole calotte permanenti.
Oggi la maggior parte dei geologi planetari è concorde nell'ammettere che è stata l'acqua
corrente a formare almeno alcune delle valli presenti su Marte, come i canali riconoscibili
nelle immagini inviate dalla sonda Mars Global Surveyvor.
Poiché l'acqua è un “ingrediente” essenziale per lo sviluppo ed il mantenimento della vita,
gli scienziati sono molto interessati al ruolo che può aver svolto nello sviluppo del
paesaggio di Marte.