Linfedema torino 4 e 5 marzo cazzoli stefania [modalità compatibilità]
1. CHINESITERAPIA DECONGESTIVA
E
ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA
NEL LINFEDEMA :
ESPERIENZE A CONFRONTO
TORINO
4-5 marzo 2011
Aula Magna Cesare Lombroso
Via Pietro Giuria 15 – Torino
Attività fisica adattata
e linee guida per
l’acquisizione di stili di vita
attivi
5000 a.C - Danzatore bendato
Immagine rupestre –
Grotte del Tassilli (Sahara)
Stefania Cazzoli (Torino)
stefania.cazzoli@libero.it MIUR – UST Torino - UNITO
1
Ministero Istruzione Università Ricerca
2. Attività fisica adattata
e
linee guida per l’acquisizione
di stili di vita attivi
UN APPROCCIO MULTISISTEMICO
ALLA SALUTE
2
3. ATTIVITA’ FISICA
Perché? (1)
Evidenza scientifica indica i positivi effetti
ATTIVITA’ FISICA per la PREVENZIONE:
. Malattie cardiovascolari
. Ipertensione
. Ipercolesterolemia
. Sindrome metabolica
. Recidive CA mammario
. Osteoporosi
. Ansia e depressione
. Disturbi del sonno (Council of Europe Resolution , 2007; Ministero della salute ITA, 2009)
3
4. ATTIVITA’ FISICA
Perché? (2)
ATTIVITA’ FISICA E LA SALUTE PUBBLICA
L’in-attività fisica è stata identificata come
il quarto fattore rischio (6%) della mortalità globale,
dopo ipertensione (13%),
uso del tabacco (9%),
iperglicemia (6%) .
Il sovrappeso ed obesità sono responsabili
del 5% della mortalità globale.
(WHO, Global recommendations on Physical activity for Health, 2010)
L’ in-attività fisica (o perdita dell’attività fisica)
è uno dei fattori rischio per le malattie croniche
ed è stimato che causi globalmente 1.9 milioni dei decessi/y. 4
(WHO, 2009)
5. ATTIVITA’ FISICA
E’....
Ogni movimento del corpo prodotto dai muscoli
con dispendio di energia
(Bouchard 1990, WHO 2009)
L’attività fisica è espressione delle componenti:
1. Meccanica (forza, velocità, accelerazione …)
2. Fisiologica (dispendio energetico)
3. Comportamentale
(tipo di attività, luogo, uso di attrezzi, …)
4. L’attività fisica … è anche in relazione al contesto culturale e
personale in cui si vive
(Malina R.M., Bauchard C., Bar-Or O.,2004)
5
6. Attività fisica adattata (APA)
è l’attività fisica
Adattata a “speciali popolazioni”:
. persone con disabilità
. persone con patologie croniche
. persone con disagio sociale ...
lungo l’arco della vita (IFAPA, 2008)
... Che richiedono adattamenti di tipo:
- Metodologico-didattico (riguarda la didattica, la metodologia di approccio e di lavoro)
- Tecnico (riguarda tecniche e regolamenti)
- Strutturale 6
(Consiglio d’Europa, Carta europea dello sport per tutti, 1987)
7. STILI DI VITA ATTIVI PER LA SALUTE
Sono condotte e comportamenti della vita quotidiana che
promuovono ottimali livelli di efficienza fisica ottenuti e
mantenuti attraverso:
- Educazione alla pratica dell’attività fisica lungo l’arco di tutta la
vita, per tutti i cittadini anche in situazione di patologie
croniche (WHO, Global recommendations of PA for health, 2010)
- Politiche dei trasporti che promuovano metodi attivi e sani di
spostamento nel contesto ambientale (urbano ed extraurbano)
- Pratica di attività fisica in ambienti sani (Who, 2010)
... Basati sull’ evidenza scientifica.
7
8. ATTIVITA’ FISICA:
CA mammario e Linfedema (1)
Dall’ evidenza scientifica,
LA PRATICA DELL’ ATTIVITÀ FISICA
RIDUCE
IL RISCHIO DI SVILUPPARE
CARCINOMA MAMMARIO
E LE RECIDIVE SECONDARIE
La maggior parte degli studi indicano una riduzione del rischio tra il 20%
l’80% del CA mammario nelle donne che praticano l’Attività Fisica
(Fraser GE, Shavlik D, 1997- Dallal CM, Sullivan-Halley J, RossRk, Wang Y, Deapen D, Horn-Ross PL,
Reynolds P. Stram Do, Clarke CA, 2007) 8
9. ATTIVITA’ FISICA:
CA mammario e Linfedema (2)
L’attività fisica fa parte dei fattori fondamentali
della terapia fisica
(compressione esterna, esercizio, cura della pelle, massaggio)
del linfedema secondario nella fase cronica.
L’attività fisica ciclica,
di bassa intensità ed impatto
praticata costantemente induce:
. la vasodilatazione,
. aumenta il tono venoso grazie alla pompa venosa della
contrazione isotonica dei muscoli,
. migliora l'ossigenazione dei tessuti
(Wilmore J.H, Costill D.L., 1994, Physical activity Guidelines Advisory Commitee report, USA Departement of health
and human Services, 2008)
9
10. ATTIVITA’ FISICA
& CA mammario/Linfedema (2)
Il VOLUME dell’attività fisica
è determinato da:
frequenza, durata e intensità
(OMS/WHO, 2009; Recommendation and Guide line of American College
of Sport Medicine/ American Heart Association, 2007; Strong et al,
2005)
10
11. VOLUME ATTIVITA’ FISICA (1)
frequenza/durata/intensità
La letteratura scientifica indica come VOLUME ottimale:
- Attività fisica che richieda un dispendio energetico
da 14,3 MET (Uej M. Ueno E. Osei-Hyiaman D. Takahashi H, Kano
K, 1998) a 17 MET per ora (Carpenter CL, Ross RK, Paganini –
Hill A, Bernstein L. 1999)
- da 4 a 7 ore per settimanali di Attività Fisica vigorosa
(Thune I, Brenn T, Lund E, Gard M, 1997)
- Attività Fisica che richiede un dispendio energetico di
almeno 1500 Kcal per settimana (Lee IM, Rexrode KM, Cook
NR, Hennekens CH, Burin JE, 2001) 11
12. ATTIVITA’ FISICA & Prassi (1)
ATTIVITA’ FISICA
Può essere praticata in contesto:
NON FORMALIZZATO
FORMALIZZATO
Pratica sportiva e
nella vita quotidiana partecipazione a programmi
di allenamento e/o
competitivi presso strutture
(palestre) o associazioni
(Federazioni sportive)
12
13. CAMMINARE
• Chiunque, da una condizione di sedentarietà, desideri iniziare
un programma di attività fisica, anche molto complesso, deve
procedere gradualmente.
• Il cammino rappresenta il primo livello per tutti coloro che
desiderano iniziare a dedicarsi alla propria salute.
• Camminare ogni volta che è possibile, ricordandoci che i
benefici maggiori si ottengono con la continuità, il nostro
corpo, infatti, risponde alle continue sollecitazioni sempre
meglio, adattandosi a carichi di lavoro sempre più intenso
(OMS/WHO, 2009; Recommendation and Guide line of American College of Sport Medicine/ American Heart
Association, 2007; Strong et al, 2005)
13
14. ATTIVITA’ FISICA
&
Prassi – Attività Fisica NON FORMALIZZATA e Stli di vita attivi (2)
• Chiunque, da una condizione di sedentarietà, desideri iniziare un
programma di attività fisica, anche molto complesso, deve procedere
gradualmente.
CAMMINARE • Il cammino rappresenta il primo livello per tutti coloro che
desiderano iniziare a dedicarsi alla propria salute. Camminare ogni
volta che è possibile, ricordandoci che i benefici maggiori si
ottengono con la continuità, il nostro corpo, infatti, risponde alle
continue sollecitazioni sempre meglio, adattandosi a carichi di lavoro
sempre più intenso.
• Sfruttare al meglio il tempo a nostra disposizione anche ad esempio
andando in ufficio:
• prendendo i mezzi pubblici per andare al lavoro
IN CITTA’ •
•
scendendo una fermata prima della destinazione
passeggiando durante le pause lavorative
• utilizzando le scale al posto dell’ascensore
• andando a parlare di persona con il collega anziché utilizzare il
telefono o l’e-mail
NEL TEMPO • In vacanza approfittare della possibilità che talvolta vengono inserite
nel pacchetto, sfruttando l’occasione per iniziare uno sport nuovo e
LIBERO usufruendo di tutte le possibilità offerta dall’animazione.
14
15. *
ATTIVITA’ FISICA & Prassi – (1)
300 MINUTI
A SETTIMANA ATTIVITA’ 150 MINUTI
CARDIOVASCOLARE A SETTIMANA ATTIVITA’
MODERATA: CARDIOVASCOLARE
INTENSA:
. Ballare . Praticare sport
. Camminare . Correre
. Ginnastica a basso . Ginnastica ad alto
impatto impatto
2 GIORNI
A SETTIMANA
POTENZIAMENTO MUSCOLARE
(arti inferiori, bacino, schiena, addominali, spalle
e arti superiori) con carichi sotto massimali
(12 ripetizioni tra 65-85% della forza massimale)
*METs 1 MET = 3,5 kcal per kg per min. Il valore è comparato al consumo calorico seduti tranquillamente, 15
l’attività fisica moderata è 3-6 volte superiore (3-6 METs), l’attività fisica vigorosa è oltre 6 volte superiore (>6 METs). (Wilmore J.H, Costill D. L.
1988) (5)
16. ATTIVITA’ FISICA
&
Prassi (2)
• Misurata con :
300 minuti a settimana • - il rilevamento della frequenza cardiaca, circa 60-65% della
frequenza cardiaca massima in relazione all’età
ATTIVITA’ (rilevazione: diretta con cardiofrequenzimetri; indiretta
formula di KARVONEN)
CARDIOVASCOLARE
MODERATA • - contapassi (10. 000 passi al giorno)
o • Misurata con :
150 minuti a settimana • - il rilevamento della frequenza cardiaca, circa 80-85% della
ATTIVITA’ frequenza cardiaca massima in relazione all’età
(rilevazione: diretta con cardiofrequenzimetri; indiretta
CARDIOVASCOLARE formula di KARVONEN)
• - contapassi (10. 000 passi al giorno)
INTENSI
+ • POSTURA: Retroversione del bacino (tonificazione addominali e glutei)
2 giorni a • MOBILIZZAZIONE E FLESSIBILITA’: mobilizzare lentamente le varie articolazioni con lo
settimana stretching statico (raggiungere la massima escursione e tenere la posizione per 10-15
secondi) o PNF
ATTIVITA’
TONIFICA- • TONIFICAZIONE: Esercitazioni a carico naturale o bassi sovraccarichi dei i maggiori gruppi
muscolari (arti inferiori, bacino, schiena, addominali, spalle e arti superiori) con 8/12 16
ZIONE ripetizioni da incrementare giorno per giorno
17. 300 minuti a settimana
ATTIVITA’ CARDIOVASCOLARE MODERATA
Intensità ATTIVITA’ FISICA MODERATA
Misurata con :
- il rilevamento della frequenza cardiaca,
circa 60-65% della frequenza cardiaca massima in relazione all’età
(rilevazione: diretta con cardiofrequenzimetri; indiretta formula di
KARVONEN)
Formula Karvonen:
Freq card target= [( freq card max – freq card rip) X 65/85%] + freq card a rip
- contapassi (10. 000 passi al giorno) (JAMA, 2007; 298(19):2296-2304)
*METs unità di misura del dispendio energetico richiesto da un lavoro.
1 MET = 3,5 kcal per kg per min. Il valore è comparato al consumo calorico seduti tranquillamente,
attività fisica moderata è 3-6 volte superiore (3-6 METs),
attività fisica vigorosa è oltre 6 volte superiore (>6 METs) (Wilmore J.H, Costill D. L. 1988) (5)
17
18. 150 minuti a settimana
ATTIVITA’ CARDIOVASCOLARE INTENSA
Intensità ATTIVITA’ FISICA INTENSA
Misurata con :
- il rilevamento della frequenza cardiaca,
circa 80-85% della frequenza cardiaca massima in relazione all’età
(rilevazione: diretta con cardiofrequenzimetri; indiretta formula di
KARVONEN)
Formula Karvonen:
Freq card target= [( freq card max – freq card rip) X 65/85%] + freq card
a rip
- contapassi (10. 000 passi al giorno)
*METs 1 MET = 3,5 kcal per kg per min. Il valore è comparato al consumo calorico seduti
tranquillamente, l’attività fisica moderata è 3-6 volte superiore (3-6 METs), l’attività fisica vigorosa è
oltre 6 volte superiore (>6 METs).
(Wilmore J.H, Costill D. L. 1988) (5)
18
19. 2 giorni a settimana
ATTIVITA’ TONIFICAZIONE
• POSTURA del RACHIDE:
Retroversione del bacino (tonificazione addominali e glutei)
appaggio plantare a terra arto inferiore
• MOBILIZZAZIONE E FLESSIBILITA’:
mobilizzare con esecuzione lenta dei singoli segmenti corporei raggiungendo
le massime escursioni dei vari distretti ed articolazioni (stretching statico,
tenendo la posizione per 10-15 secondi) o PNF
• TONIFICAZIONE:
Esercitazioni a carico naturale o bassi sovraccarichi
(65-85% della forza massimale)
dei maggiori gruppi muscolari (arti inferiori, bacino, dorso, addominali, spalle
e arti superiori)
con 8/12 ripetizioni da incrementare nel tempo
In base allo stato generale di salute ed allenamento della persona
19
20. ATTIVITA’ TONIFICAZIONE
e CA mammario/linfedema
Alcuni studi hanno messo in evidenza
che programmi di tonificazione
con piccoli e crescenti sovraccarichi
hanno diminuito l’incidenza della comparsa di linfedemi secondari
in donne con esito Ca Mammario,
rispetto a gruppi di donne sedentarie.
. Weight Lifting for Women at Risk for Breast Cancer-Related Lymphedema: A Randomized Trial
SCHMITZ Kathryn H. ; AHMED Rehana L. ; TROXEL Andrea B. ; CHEVILLE Andrea ; LEWIS-
GRANT Lorita ; SMITH Rebecca ; BRYAN Cathy J. ; WILLIAMS-SMITH Catherine T. ;
CHITTAMS Jesse
JAMA, the journal of the American Medical Association 2010, vol. 304, no24, pp. 2699-2705
. Slowly progressive weight lifting may be helpful in breast cancer survivors with lymphedema
BARCLAY Laurie
N Engl J Med. 2009, 361:664-673; 710-711
20
21. Considerazioni finali:
Abbiamo analizzato l’attività fisica
e
la relazione con prevenzione recidive CaMammario/linfedema
dal punto di vista de:
1. Meccanica (forza, velocità, accelerazione …)
2. Fisiologica (dispendio energetico)
3. Comportamentale
(tipo di attività, luogo, uso di attrezzi, interazione…)
E per quanto riguarda il
... contesto culturale in cui si vive ??
21
23. CONCLUSIONI e CONSIDERAZIONI PER IL FUTURO
La pratica dell’ attività fisica come pratica di uno stile di attivo
si basa su un’ampia evidenzia scientifica per le componenti:
1. Meccanica
2. Fisiologica
3. Comportamentale
Le componenti personali e culturali necessitano di
implementazione attraverso le azioni di:
• Informazione
• Formazione
• Supporto strutturale
e accompagnamento a medio-lungo termine attraverso
continuo tutoraggio e un approccio multisistemico
23
24. Bibliografia
1. Bouchard , Bouchard, Bar-Or (1990) Growth, Maturation and Physical Activity, Human
Kinetics, Champaign-Il
2. OMS/WHO, 2009
3. Cazzoli S., Cecchin S., Griseri G., Scaglia R. (2008) Health in Physical Education Teacher
Education curricula and best practices: an Investigation of status of art in the last three
years (2004-2007) in Italian secondary school, European College of Sport Science, ISBN
978 972 735 156 5
4. Recommendation and Guide line of American College of Sport Medicine/ American Heart
Association, 2007; Strong et al, 2005
5. Wilmore J.H, Costill D. L. (1988) Training for sport and activity. The Physiological Basis of
Conditioning Process, 3rd edition, Human Kinetics, Champaign-Il pp350-354
6. www.ministerosalute.it consultazione 03/02/2009
7.Weight Lifting for Women at Risk for Breast Cancer-Related Lymphedema: A Randomized
Trial SCHMITZ Kathryn H. ; AHMED Rehana L. ; TROXEL Andrea B. ; CHEVILLE Andrea ;
LEWIS-GRANT Lorita ; SMITH Rebecca ; BRYAN Cathy J. ; WILLIAMS-SMITH Catherine
T. ; CHITTAMS Jesse,
JAMA, the journal of the American Medical Association 2010, vol. 304, no24, pp. 2699-
2705
.8. Slowly progressive weight lifting may be helpful in breast cancer survivors with lymphedema
BARCLAY Laurie N Engl J Med. 2009, 361:664-673; 710-711
9. Cazzoli S The physical activity and health: the world health organization global
recommendation (2010-2013), FIEP Europe (In press)
10. Cazzoli S. , Mano MP Physical activity and prevention breast cancer, European College 24
Sport Science (In revision)
25. • Alcuni sport aiutano la circolazione venosa (ed anche quella arteriosa), mentre altri, pur attivandola,
favoriscono picchi di ipertensione e sbalzi di pressione non salutari, specie in presenza di iniziale insufficienza
venosa.
Nell'ambito dell'invito a svolgere un'attività motoria, la pratica di uno sport deve essere incoraggiata, purché lo
sport praticato sia appropriato.
"Fare sport" è un aspetto della vita sociale tipico degli ultimi 20 anni, conseguenza del benessere sociale
raggiunto (tempo libero), ma anche della necessità di attivare il fisico (sedentarietà).
Lo sport fa bene perché induce ad una attività regolare, ordinata, cadenzata, controllata, purché non portato
all'eccesso.
Durante l'attività sportiva aumenta la portata cardiaca ed il flusso di tutta la circolazione del corpo. Le vene
reagiscono attivandosi: vasodilatazione ed aumento del tono venoso. Migliora l'ossigenazione dei tessuti
perché tutti i più piccoli capillari vengono messi in moto. L'esercizio prolungato provoca la turgescenza delle vane
superficiali, tipiche degli atleti di alto livello. Queste vene sono "normali", ma nei pazienti predisposti possono
essere indotte ad una dilatazione eccessiva (specie nelle gambe).
Gli sport "buoni"
Lo sport ideale, per favorire la circolazione venosa degli arti inferiori, deve essere caratterizzato da
movimenti ritmici della caviglia con appoggio plantare completo, contrazioni muscolari dinamiche
(piuttosto che isometriche), accompagnato da respirazione regolare e profonda.
Si tratta in genere di uno sport "dinamico", in cui alla contrazione dei muscoli consegue uno
spostamento armonico del corpo, in contrasto con gli sport "statici", in cui la contrazione dei muscoli
avviene in una posizione fissa senza movimento
In ogni caso l'allenamento è importante specie per chi svolge vita sedentaria, per consentire alla
muscolatura scheletrica di riattivarsi ed alla parete venosa di adattarsi alla distensione.
Camminare
Camminare é la forma migliore di attivazione della pompa venosa, avendo tutti i caratteri positivi sopra
descritti. La velocità e la modalità della marcia possono essere regolate in base all'esigenza, senza
sovraccaricare il cuore a la respirazione. Può essere di conseguenza l'attività ideale anche per un
cardiopatico, od in età avanzata. L'uso di una calzatura adeguata è fondamantale.
25
26. Camminare nell'acqua
L'acqua aggiunge un elemento di compressione esterna molto salutare. Il risultato è un "massaggio"
costante e delicato, ad una temperatura più bassa, con la richiesta di un "lavoro" maggiore ai muscoli, ma
eseguito più lentamente. Altro vantaggio è legato al minor peso, nell'acqua, del corpo sulle articolazioni,
che a parità di lavoro, subiscono un carico minore, per cui questo tipo di attività motoria è utile nel
recupero delle lesioni articolari. La ginnastica in acqua (acquagym) sfrutta lo stesso principio.
Correre
E' il gradino successivo nella classifica della attività ideale. Qui un ruolo chiave è giocato dalle calzature
(che devono proteggere il piede assorbendo il microtrauma sul terreno) e dal buonsenso (che deve
suggerire il giusto grado di intensità). La velocità e la durata dell'esercizio si devono adattare al singolo
individuo; la costanza dell'esercizio è più importante della intensità di questo.
Nuotare
Ai benefici effetti dell'acqua, già citati, il nuoto aggiunge il fatto di attivare la muscolatura di tutto il corpo,
in maniera dinamica e con movimenti morbidi, in una posizione orizzontale che elimina il peso del sangue
sulle gambe.
La bicicletta
Attiva in modo energico la circolazione venosa delle gambe, è divertente, e consente gli spostamenti. La
sua versione "domiciliare"(cyclette) in genere giace in cantina dopo le prime settimane di entusiasmo.
Questa attività sportiva non è adatta a chi soffre di incontinenza della piccola safena o presenta varici
importanti del polpaccio, a meno di non indossare adeguate calze elastiche.
Sci di fondo
Al contrario dello sci di discesa, lo sci di fondo crea un buon movimento delle articolazioni della gamba,
accompagnato da una respirazione profonda, in ambiente salutare.
26
27. • Golf
E' il tipico sport di élite che è consentito a tutte le età, poiché costringe a lunghe passeggiate.
Danza
Il ballo tradizionale è molto popolare soprattutto per le generazioni non più giovanissime. La danza è un
ottimo esercizio sotto tutti gli aspetti, in particolare perché armonico, divertente ed alla portata di tutti.
Gli sport meno indicati
Come accennato, si tratta di attività sportive prevalentemente statiche che sovraccaricano il sistema
venoso degli arti inferiori bloccando la respirazione (a diaframma chiuso) come il sollevamento di pesi, il
canottaggio; il tennis, la palla a volo, il calcio anch'essi bloccano il diaframma in maniera intermittente e
ripetuta, ma in più bloccano le articolazioni creando accelerazione e rallentamento della colonna di
sangue, sottoponendo le valvole ad un duro lavoro. Questi sport non devono essere considerati "nocivi"
in assoluto, soprattutto se praticati con entusismo. Sono solo possibilmente dannosi se eseguiti in
maniera esagerata e senza allenamento.
Le competizioni
Con la diffusione delle attività sportive si sono diffuse anche le competizioni, come stimolo a ottenere
prestazioni sempre migliori ed a mantenere uno stato di forma costante. In alcuni casi però la tendenza ad
esagerare può rivelarsi negativa, rendendo dannose attività altrimenti ottimali. Tipico è l'esempio della
corsa (maratona), del tennis, del calcetto.
La compressione
L'uso di gambaletti compressivi può essere utile agli sportivi che presentano varici o tendenza alle varici,
specie se praticano sport non favorevoli alla loro situazione (ciclismo, tennis, palla a volo). Alcuni studi
inoltre mostrano una migliore eliminazione della stanchezza con l'uso di calze durante e dopo lo sforzo.
27
28. • Titre du document / Document title
• Weight Lifting for Women at Risk for Breast Cancer-Related Lymphedema: A Randomized Trial
• Auteur(s) / Author(s)
• SCHMITZ Kathryn H. (1) ; AHMED Rehana L. (2) ; TROXEL Andrea B. (1) ; CHEVILLE Andrea (3 4) ; LEWIS-
GRANT Lorita (1) ; SMITH Rebecca (4) ; BRYAN Cathy J. (1) ; WILLIAMS-SMITH Catherine T. (1) ; CHITTAMS Jesse
(1) ; Affiliation(s) du ou des auteurs / Author(s) Affiliation(s)
• (1) Center for Clinical Epidemiology and Biostatistics, University of Pennsylvania School of Medicine and Abramson
Cancer Center, Philadelphia, ETATS-UNIS
(2) Department of Dermatology, University of Minnesota Medical School, Minneapolis, ETATS-UNIS
(3) Physical Medicine and Rehabilitation, Mayo Clinic, Rochester, Minnesota, ETATS-UNIS
(4) Department of Physical Medicine and Rehabilitation, University of Pennsylvania School of Medicine,
Philadelphia, ETATS-UNIS
Résumé / Abstract
• Context Clinical guidelines for breast cancer survivors without lymphedema advise against upper body exercise,
preventing them from obtaining established health benefits of weight lifting. Objective To evaluate lymphedema
onset after a 1-year weight lifting intervention vs no exercise (control) among survivors at risk for breast cancer-
related lymphedema (BCRL). Design, Setting, and Participants A randomized controlled equivalence trial (Physical
Activity and Lymphedema trial) in the Philadelphia metropolitan area of 154 breast cancer survivors 1 to 5 years
postunilateral breast cancer, with at least 2 lymph nodes removed and without clinical signs of BCRL at study
entry. Participants were recruited between October 1, 2005, and February 2007, with data collection ending in
August 2008. Intervention Weight lifting intervention included a gym membership and 13 weeks of supervised
instruction, with the remaining 9 months unsupervised, vs no exercise. Main Outcome Measures Incident BCRL
determined by increased arm swelling during 12 months (≥5% increase in interlimb difference). Clinician-defined
BCRL onset was also evaluated. Equivalence margin was defined as doubling of lyphedema incidence. Results A
total of 134 participants completed follow-up measures at 1 year. The proportion of women who experienced
incident BCRL onset was 11 % (8 of 72) in the weight lifting intervention group and 17% (13 of 75) in the control
group (cumulative incidence difference [CID], -6.0%; 95% confidence interval [CI], -17.2% to 5.2%; P for
equivalence=.04).
28
29. Among women with 5 or more lymph nodes removed, the proportion who experienced incident BCRL onset was 7% (3
of 45) in the weight lifting intervention group and 22% (11 of 49) in the control group (CID, -15.0%; 95% CI, -18.6%
to -11.4%; P for equivalence=.003). Clinician-defined BCRL onset occurred in 1 woman in the weight lifting
intervention group and 3 women in the control group (1.5% vs 4.4%, P for equivalence=.12). Conclusion In breast
cancer survivors at risk for lymphedema, a program of slowly progressive weight lifting compared with no exercise
did not result in increased incidence of lymphedema.Revue / Journal Title
JAMA, the journal of the American Medical Association ISSN 0098-7484 Source / Source
2010, vol. 304, no24, pp. 2699-2705 [7 page(s) (article)] (40 ref.)Langue / Language
Anglais
Editeur / Publisher
• American Medical Association, Chicago, IL, ETATS-UNIS (1960) (Revue)
Mots-clés anglais / English Keywords
• Lymphatic vessel disease
• ; Cardiovascular disease
• ; Breast disease
• ; Mammary gland diseases
• ; Surgery
• ; Human
• ; Cancer
• ; Lifting
• ; Treatment
• ; Medicine
• ; Randomization
• ; Clinical trial
• ; Mammary gland
• ; Adult
• ; Lymphedema
• ; Female
29
• ; Breast cancer
• ; Woman