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MERCATO
        ITALIANO
    DELL’ENERGIA
      ELETTRICA
    Oltre la grid parity
ISBN: 978-88-907760-0-7
Editore: enmoveme
Autori: Umberto De Martinis, Felice Lucia, Laura Crisci
Anno: ottobre 2012

 Mastergem                                                23/01/2012
1. Politiche energetiche
2. Mercato dell’energia elettrica

3. Sviluppo della rete elettrica

4. Incentivi per la produzione di energia
   elettrica da fonte rinnovabile
5. Valutazione degli investimenti in impianti a
   fonte rinnovabile
6. Grid parity
  EUROPA
Piano 20 20 20 Pacchetto clima-energia
Direttiva 2009/28/CE
Energy Roadmap 2050
 ITALIA

Piano d’Azione Nazionale (PAN)
D. lgs. 28/11
Burden sharing
Piano strategico per il triennio 2012-2014
Strategia energetica nazionale (SEN)
Piano 20 20 20 Pacchetto clima-energia (2008)
Obiettivo: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al
    20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti
    rinnovabili (rispetto al 1990) e il 10% sull'uso di bio-combustibili.
Sei le misure proposte: Sistema di scambio di quote di emissione,
    Ripartizione degli sforzi di riduzione tra gli Stati membri, Cattura e
    stoccaggio di CO2, Promuovere le energie rinnovabili, Riduzione del
    CO2 delle auto, Riduzione dei gas a effetto serra nella ciclo di vita dei
    combustibili.

Direttiva 2009/28/CE (2009)
Fissa obiettivi vincolanti per ogni paese membro in termini di quota di
    energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia.
Tale obiettivo per l’Italia è fissato pari al 17%.

Energy Roadmap 2050 (2009-2011)
Si esaminano diversi scenari finalizzati a conseguire una riduzione
    (rispetto al 1990) dell’80% delle emissioni di gas a effetto serra che
    comportano un calo dell’85% delle emissioni di CO2 legate all’energia,
    entro il 2050.
Emissioni di gas serra dell'UE - verso una riduzione interna dell'80%
                       (fonte: COM(2011)0885)
PAN-Piano d’Azione Nazionale (2010)
Illustra la strategia nello sviluppo delle FER e disegna le principali linee d’azione per ciascuna
      area di intervento (Elettricità, Riscaldamento - Raffreddamento e Trasporti) sul consumo
      energetico lordo complessivo. Per conseguire l’obiettivo nazionale , opera su due fronti: la
      riduzione del Consumo Finale Lordo (CFL) e l’incremento dell’impiego delle FER. Prevede
      che il CFL al 2020 sia pari a 133 Mtep e conseguentemente l’obiettivo del 17% richiede uno
      sviluppo delle FER pari a 22,6 Mtep.
D. lgs. 28/11 (2011)
Recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti
    rinnovabili.
Burden sharing (2012)
Il DM 15 marzo 2012 definisce, per ciascuna regione e provincia autonoma, i valori di CFL e
    quindi gli obiettivi di sviluppo delle FER all’anno 2020 e negli anni intermedi.
Piano strategico triennio 2012-2014 (AEEG 2012)
Linee d’azione del processo di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica:
     Regolazione dei servizi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica; La transizione
     verso un nuovo di paradigma di mercato all’ingrosso dell’energia elettrica; Aumento della
     capacità del sistema elettrico di gestire variazioni di offerta e di domanda; Adeguatezza della
     capacità di generazione anche a fronte della crescente quota di produzione da fonti
     energetiche intermittenti; Miglioramento degli attuali sistemi di tutela di prezzo per i
     consumatori domestici e per le piccole imprese; Rafforzamento del meccanismo dei titoli di
     efficienza energetica .
SEN - Strategia energetica nazionale (consultazione 2012)
Il documento delinea un mix d’interventi sia nel settore della green economy (rinnovabili,
Il mercato elettrico all’ingrosso è composto dal mercato del giorno prima (DA day ahead),
dove i produttori, i grossisti ed i clienti finali idonei possono vendere/acquistare energia
elettrica per il giorno successivo ; dal mercato infragiornaliero (ID intra day), dove i
produttori, i grossisti ed i clienti finali possono modificare i programmi di immissione/prelievo
determinati su DA e dal mercato per il servizio di dispacciamento, sul quale Terna S.p.A si
approvvigiona dei servizi di dispacciamento necessari alla gestione ed al controllo del
sistema elettrico, che si articola in fase di programmazione (MSD ex-ante) e Mercato del
Bilanciamento (MB).
Il sistema elettrico




                    ATTOR
FUNZIO                 I
   NI

REGOLATO
  RI
Sicurezza del sistema
Il dispacciamento è il servizio che copre in ogni istante l'equilibrio tra la domanda e l'offerta di energia
      elettrica.
Garantire la sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale si traduce in servizi (ancillari) il cui obiettivo è di
      mantenere entro limiti prefissati la probabilità di interruzione del servizio e contenere al massimo le
      conseguenze negative dei disservizi qualora si verifichino.
I servizi ancillari includono tutti i servizi che si rendono necessari nel momento in cui l’energia elettrica
      viene immessa in rete: regolazione primaria di frequenza, regolazione di tensione, riaccensione, ecc.
Prevenire e contenere il rischio di disservizio significa per Terna effettuare una programmazione
      preventiva dell’esercizio
Nel mercato dei servizi ancillari, prima della fase di bilanciamento (che si svolge prima della chiusura delle
      contrattazioni sui mercati all’ingrosso), utilizzata per risolvere possibili squilibri del sistema dovuti
      principalmente a fuori servizio degli impianti e a relativamente modeste variazioni della domanda rispetto
      alle previsioni (chiamando i generatori a modulare in aumento o diminuzione le proprie immissioni per
      risolvere eventuali congestioni di rete), il Gestore del sistema provvede all’approvvigionamento di
      riserva di capacità da utilizzare per mantenere il sistema in equilibrio.
La scarsa prevedibilità della produzione rinnovabile (capacità intermittente e non programmabile) fino a
      pochi istanti prima della consegna dell’energia richiede una più elevata capacità di riserva nella fase di
      programmazione, con una quota sempre maggiore di capacità flessibile (da fonti tradizionali) mantenuta
      inutilizzata per fornire capacità di riserva.
Si rende necessario di un meccanismo di remunerazione della capacità produttiva (introdotto in Italia
      con il Decreto Sviluppo), tramite la creazione di appositi mercati o meccanismi incentivanti, utilizzato in
      particolare per mantenere in esercizio impianti obsoleti non più remunerativi (garantendo la copertura dei
      costi fissi ), ma ancora essenziali per coprire picchi di domanda.
Regolazione tariffaria
Generazione centralizzata                                    Generazione distribuita




GD: l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MW e connessi, di norma,
      alla rete di distribuzione.
La GD determina un impatto della sulle reti elettriche di distribuzione in media e bassa tensione, in riferimento
     alla regolazione della tensione, all’incremento del valore della corrente di guasto ed alla selettività delle
     protezioni.
Nel mercato liberalizzato, l’applicazione del modello radiale costituisce inevitabilmente una barriera allo
     sviluppo. Emergono dunque due esigenze prioritarie: come favorire le generazione di energia elettrica
     da FER tipicamente caratterizzata da discontinuità produttiva, piccole taglie e localizzazione decentrata,
     e come far partecipare anche i piccoli impianti o i carichi di modesta entità al bilanciamento della
Per risolvere questi problemi nell’immediato sono state prese misure regolatorie
      volte a prescrivere determinati requisiti agli inverter e alle protezioni di
      interfaccia (GD che si adatta alla rete radiale). Per eliminare gli ostacoli allo
      sviluppo della GD è necessario trasformare le reti in smart grid (reti
      intelligenti) mediante l’ausilio dell’ICT e dello storage.
Una smart grid è una rete attiva con molti nodi, la cui struttura combinata
     all’utilizzo delle tecnologie intelligenti, è capace di bilanciare e ridistribuire i
     flussi di produzione delle diverse fonti, compensando automaticamente gli
     sbalzi che possono portare a black-out. La rete dovrà assicurare, mediante
     comunicazione interna, automazione digitale diffusa , software per il
     bilanciamento delle tensioni e centri di controllo, la stessa identica stabilità di
     prima, prevedendo in tempo e poi correggendo ogni variabilità in pochi
     secondi. Può definirsi attiva una rete che non svolge la sola funzione passiva
     di alimentare gli utenti finali. L’intelligenza rappresenta dunque il fattore
     cruciale nell’adeguamento delle attuali reti di trasmissione e distribuzione
     elettrica.
I sistemi di accumulo svolgono un ruolo strategico nei Sistemi Elettrici:
       disaccoppiamento temporale tra produzione ed utilizzo dell’energia da fonti
       rinnovabili; consentono di immettere in rete l’energia prodotta secondo un
       profilo prevedibile; differimento degli investimenti di rete; gestione delle
       congestioni (riducono le perdite di produzione per congestioni di rete); servizi
       alla rete: riserva, bilanciamento, regolazione di frequenza e di tensione;
       riaccensione del sistema; gestione dei picchi di carico (peak shaving),
       permettendo di dimensionare la rete sulla potenza media; gestione ottimizzata
 FOTOVOLTAICO
Dm Sviluppo economico 5 luglio
  2012 (V conto energia)
 FER ELETTRICHE DIVERSE
  DAL FOTOVOLTAICO
Dm Sviluppo economico 6 luglio
  2012
    Concetti di base:
    1)  Bando con limiti e scadenze
    2)  Impianti e proponenti devono rispondere a precisi requisiti per l’accesso
    3)  Limiti di cumulabilità degli incentivi
V CONTO ENERGIA
Il DM 5 luglio 2012 si applica agli impianti entrati in esercizio
a partire dal 27 agosto 2012 e cesserà di applicarsi 30 giorni
dopo il raggiungimento di un costo indicativo annuo cumulato
degli incentivi pari a 6,7 Mld €/anno.
DM FER ELETTRICHE
Per ciascuna fonte, tipologia e classe di potenza è
      stabilita una Tariffa Base Incentivante che
      include sia l'incentivo sia la valorizzazione
      economica dell’energia immessa in rete (prezzo
      zonale dell'energia immessa in rete).
Alla Tariffa Base Incentivante si possono aggiungere
      specifici premi come per gli impianti: a
      bioenergie, cogenerativi ad alto rendimento, che
      diano luogo a specifiche riduzioni delle emissioni
      di gas serra, geotermoelettrici con reiniezione
      del fluido geotermico e con emissioni nulle




                                                           Gli impianti > 1 MW di potenza possono richiedere
                                                                 solo l’incentivo.
                                                           Gli impianti sino a 1 MW di potenza possono
                                                                 richiedere, in alternativa al solo incentivo, il
                                                                 rilascio di una tariffa onnicomprensiva
                                                                 corrispondente alla Tariffa Base incentivante più
                                                                 l'eventuale premio.
Requisiti per l’iscrizione alle aste

- titolo autorizzativo o, del titolo concessorio qualora si tratti di impianti:
      idroelettrici, geotermoelettrici ed eolici off shore.
- preventivo di connessione redatto dal gestore di rete accettato in via
      definitiva dal proponente (per gli impianti eolici offshore di qualsiasi
      potenza e per gli impianti con potenza non superiore a 20 MW, il
      possesso del titolo autorizzativo è sostituito dal giudizio di
      compatibilità ambientale)
- solidità finanziaria ed economica adeguata e dimostrata mediante una
      delle seguenti modalità:
-     a) dichiarazione di un istituto bancario o intermediario autorizzato, che
      attesti la capacità finanziaria ed economica del soggetto partecipante in
      relazione all’entità dell’intervento;
-     b)capitalizzazione (capitale sociale interamente versato e/o versamenti
      in conto futuro aumento capitale) pari ad almeno il 10%
      dell’investimento previsto (da Tab. I dell’Allegato 2 del DM)
- I soggetti che intendono partecipare alle aste devono presentare al GSE
      una cauzione provvisoria, in fase di iscrizione alle aste, e una definitiva
      in caso di esisto positivo della procedura (modalità specificate
      nell’allegato 3 al DM).
Cumulabilità degli incentivi
1.I meccanismi di incentivazione di cui al presente decreto non sono cumulabili con altri incentivi
     pubblici comunque denominati, fatte salve le disposizioni di cui all’articolo 26 del decreto
     legislativo n. 28 del 2011.
Il diritto agli incentivi e' cumulabile, nel rispetto delle relative modalità
applicative:  
a)     con l'accesso a fondi di garanzia e fondi di rotazione;  
b)     con altri incentivi pubblici non eccedenti il 40 per cento del costo dell'investimento, nel caso di
       impianti  di  potenza  elettrica fino a 200 kW, non eccedenti il 30 per cento, nel caso di impianti di potenza
       elettrica fino a 1 MW, e non eccedenti il 20 per  cento,  nel caso di impianti di potenza fino a 10 MW, fatto
       salvo quanto previsto alla lettera c); per    i   soli    impianti   fotovoltaici   realizzati   su scuole pubbliche o
       paritarie di qualunque ordine e grado ed il cui il soggetto responsabile sia la scuola ovvero il 
        soggetto  proprietario dell'edificio scolastico, nonché su strutture  sanitarie  pubbliche, ovvero su edifici che
       siano  sedi  amministrative  di  proprietà  di regioni, province autonome o enti locali, la soglia
       di  cumulabilità è stabilita fino al 60 per cento del costo di investimento;  
c)     per i soli impianti di potenza  elettrica  fino  a  1  MW,  di proprietà di aziende agricole o gestiti in
       connessione    con    aziende agricole, agro‐ alimentari, di allevamento e forestali, alimentati    da biogas,
       biomasse e bioliquidi sostenibili, a    decorrere    dall'entrata in esercizio commerciale, con altri incentivi
       pubblici non  eccedenti il 40% del costo dell'investimento;  
d)     per gli impianti di cui all'articolo 24, commi 3 e 4,  con  la
       fruizione  della  detassazione   dal   reddito  di   impresa   degli investimenti in macchinari e
       apparecchiature; 
e)     per gli impianti cogenerativi e  trigenerativi  alimentati  da fonte solare
       ovvero  da  biomasse  e  biogas  derivanti  da  prodotti agricoli, di allevamento e forestali,
       vi  inclusi  i  sottoprodotti, ottenuti nell'ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e
       10 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, oppure di
       filiere  corte,  cioè  ottenuti  entro  un  raggio  di  70
       chilometri  dall'impianto  che  li  utilizza  per  produrre   energia elettrica, a decorrere
       all'entrata  in  esercizio   commerciale,   con altri  incentivi  pubblici   non   eccedenti   il   40%   del   costo
Cumulabilità degli incentivi
2. Il premio per la produzione in assetto cogenerativo ad alto endimento di cui in
      Allegato 1, ivi incluso il premio per la cogenerazione abbinata al
      teleriscaldamento, non è cumulabile con ulteriori incentivi all’efficienza
      energetica e alla produzione di energia termica, ivi inclusi quelli di cui
      all’articolo 30, comma 11, della legge n. 99 del 2009.
     Il regime di sostegno previsto per la cogenerazione ad alto rendimento di cui al secondo
     periodo del comma 1 dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, è
     riconosciuto per un periodo non inferiore a dieci anni, limitatamente alla nuova potenza
     entrata in esercizio dopo la data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo, a
     seguito di nuova costruzione o rifacimento nonché limitatamente ai rifacimenti di impianti
     esistenti. Il medesimo regime di sostegno è riconosciuto sulla base del risparmio di energia
     primaria, anche con riguardo all'energia autoconsumata sul sito di produzione, assicurando
     che il valore economico dello stesso regime di sostegno sia in linea con quello riconosciuto nei
     principali Stati membri dell'Unione europea al fine di perseguire l'obiettivo
     dell'armonizzazione ed evitare distorsioni della concorrenza. Con decreto del Ministro dello
     sviluppo economico, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente
     legge, sono definiti i criteri e le modalità per il riconoscimento dei benefìci di cui al presente
     comma, nonché, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il
     Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare entro la medesima
     data, dei benefici di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20,
     garantendo la non cumulabilità delle forme incentivanti.
Strumenti di finaziamento
Valore Attuale Netto (VAN) è il valore che assume la somma dei flussi di cassa
Analisi economica             futuri attesi dal progetto, nell’istante in cui viene effettuata la valutazione.
  degli investimenti          Il VAN viene calcolato scontando sino al tempo presente tutto il flusso di
                              cassa netto del progetto, calcolato come differenza tra i flussi positivi e
                              quelli negativi di ciascun periodo, e sommando i singoli valori così ottenuti.
                              Il VAN rappresenta l’incremento o la diminuzione del valore di un
                              investimento iniziale.
                       Il tasso interno di rendimento (TIR), o Internal Rate of Return(IRR), è il tasso
                              di attualizzazione che rende nullo il VAN di un determinato flusso
                              finanziario, ovvero che rende il valore attuale dei flussi di cassa in entrata
                              uguale al valore attuale dei flussi in uscita. Il TIR rappresenta pertanto il
                              massimo tasso d’interesse che un investitore è disposto a pagare per
                              raccogliere risorse con cui finanziare il progetto. Infatti, se le fonti di
                              finanziamento hanno un costo (tasso d’interesse pagato ai finanziatori o
                              costo opportunità nel caso di capitali di rischio) maggiore del tasso interno
                              di rendimento, l’investitore non avrà convenienza a realizzare l’opera, in
                              quanto il progetto non sarebbe in grado di realizzare un VAN positivo.
                       Il “tempo di ritorno dell’investimento” (pay back period) denota l’istante di
                              tempo che segna l’equivalenza tra i flussi in uscita e i flussi in entrata
                              nascenti da un progetto.
                       Debt Service Cover Ratio (DSCR), per ciascuno degli anni della fase operativa di
                              gestione del progetto, è pari al rapporto tra il flusso di cassa operativo e il
                              servizio del debito per quota capitale e quota interessi. In uno qualsiasi
                              degli esercizi di fase operativa, le risorse finanziarie generate dal progetto,
                              rappresentate dal numeratore, devono essere in grado di coprire il servizio
                              del debito nei confronti dei finanziatori (rappresentato dal denominatore
                              del quoziente).
                       Loan Life Cover Ratio (LLCR), rappresenta il quoziente tra la somma attualizzata
                              dei flussi di cassa operativi tra l’istante di valutazione (s) e l’ultimo anno
                              per il quale è previsto il rimborso del debito (s+n) e il debito residuo allo
                              stesso istante s di valutazione. Il livello di questo coefficiente di copertura è
                              una funzione diretta della rischiosità del progetto.
Due diligence
Due Diligence (DD) sta ad indicare un processo finalizzato a indagare e accertare i contenuti di un’attività di
impresa allo scopo di permettere una valutazione finale, analizzando lo stato dell’azienda, compresi i rischi di
eventuale fallimento dell’operazione e delle sue potenzialità future. In particolare, si tratta dell’analisi di tutte
le informazioni riguardanti l’impresa che promuove l’operazione e all’operazione stessa, con particolare
riferimento alla struttura societaria e organizzativa, al business e al mercato, ai fattori critici di successo, alle
strategie commerciali, alle procedure gestionali e amministrative, ai dati economico-finanziari, agli aspetti
fiscali e legali e ai rischi potenziali.
Due Diligence Tecnica
Analisi della tecnologia proposta, Analisi del processo di produzione dell’energia, Analisi dei materiali, Analisi dei fornitori, Analisi
della gestione dell’impianto, Verifica degli aspetti economici
Due Diligence Legale
Due Diligence Assicurativa
                                                          Risk Analisys
Eseguire solo la DD per verificare la validità e la solidità finanziaria di un investimento non è sufficiente.
Infatti ad essa si accompagna sempre una Risk Analysis, al fine di individuare ed analizzare le criticità che
caratterizzano il progetto per ciascuno scenario di riferimento, considerando sia la fase di costruzione sia la
fase di gestione. In corrispondenza di ogni rischio individuato vengono indicati gli strumenti/modalità con cui
esso può essere mitigato..
Fase progettazione
Rischio di pianificazione delle attività, Rischio tecnologico, Rischio di costruzione o di completamento
Fase realizzazione
Rischio di domanda (o rischio di mercato), Rischio di approvvigionamento, Rischio operativo (o di performance), Rischio di
mancata erogazione degli incentivi, Rischio ambientale, Rischio di inflazione, Rischio amministrativo, Rischio politico, Rischio
paese, Rischio legale, Rischio di credito, Rischio di tasso di interesse, Rischio di cambio
Fase gestione
Rischio ambientale, Rischio di inflazione, Rischio amministrativo, Rischio politico, Rischio paese, Rischio legale, Rischio di
credito, Rischio di tasso di interesse, Rischio di cambio
FINE DEGLI                                                    GRID
   INCENTIVI                                                     PARITY

La "Dynamic grid parity" è definita come il momento in cui il fatturato (considerando i ricavi,
risparmi, costi e ammortamenti) di un impianto a fonte rinnovabile risulta uguale ai costi di
generazione di un impianto tradizionale. Ad essa è associata il concetto di "Competitività del
valore della produzione", definito come il momento in cui un investitore aggiungere al proprio
portafoglio di scelte un impianto a fonte rinnovabile, avendo raggiunto la stessa attrattività di
un impianto tradizionale, con tecnologia di solito basata su combustibili fossili.
Grazie per l’ascolto



        Contatto
       Laura Crisci
 lauracrisci@enmoveme.com

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Libro "Mercato italiano dell'energia elettrica"

  • 1. MERCATO ITALIANO DELL’ENERGIA ELETTRICA Oltre la grid parity ISBN: 978-88-907760-0-7 Editore: enmoveme Autori: Umberto De Martinis, Felice Lucia, Laura Crisci Anno: ottobre 2012 Mastergem 23/01/2012
  • 2. 1. Politiche energetiche 2. Mercato dell’energia elettrica 3. Sviluppo della rete elettrica 4. Incentivi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile 5. Valutazione degli investimenti in impianti a fonte rinnovabile 6. Grid parity
  • 3.  EUROPA Piano 20 20 20 Pacchetto clima-energia Direttiva 2009/28/CE Energy Roadmap 2050  ITALIA Piano d’Azione Nazionale (PAN) D. lgs. 28/11 Burden sharing Piano strategico per il triennio 2012-2014 Strategia energetica nazionale (SEN)
  • 4. Piano 20 20 20 Pacchetto clima-energia (2008) Obiettivo: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili (rispetto al 1990) e il 10% sull'uso di bio-combustibili. Sei le misure proposte: Sistema di scambio di quote di emissione, Ripartizione degli sforzi di riduzione tra gli Stati membri, Cattura e stoccaggio di CO2, Promuovere le energie rinnovabili, Riduzione del CO2 delle auto, Riduzione dei gas a effetto serra nella ciclo di vita dei combustibili. Direttiva 2009/28/CE (2009) Fissa obiettivi vincolanti per ogni paese membro in termini di quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia. Tale obiettivo per l’Italia è fissato pari al 17%. Energy Roadmap 2050 (2009-2011) Si esaminano diversi scenari finalizzati a conseguire una riduzione (rispetto al 1990) dell’80% delle emissioni di gas a effetto serra che comportano un calo dell’85% delle emissioni di CO2 legate all’energia, entro il 2050.
  • 5. Emissioni di gas serra dell'UE - verso una riduzione interna dell'80% (fonte: COM(2011)0885)
  • 6. PAN-Piano d’Azione Nazionale (2010) Illustra la strategia nello sviluppo delle FER e disegna le principali linee d’azione per ciascuna area di intervento (Elettricità, Riscaldamento - Raffreddamento e Trasporti) sul consumo energetico lordo complessivo. Per conseguire l’obiettivo nazionale , opera su due fronti: la riduzione del Consumo Finale Lordo (CFL) e l’incremento dell’impiego delle FER. Prevede che il CFL al 2020 sia pari a 133 Mtep e conseguentemente l’obiettivo del 17% richiede uno sviluppo delle FER pari a 22,6 Mtep. D. lgs. 28/11 (2011) Recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Burden sharing (2012) Il DM 15 marzo 2012 definisce, per ciascuna regione e provincia autonoma, i valori di CFL e quindi gli obiettivi di sviluppo delle FER all’anno 2020 e negli anni intermedi. Piano strategico triennio 2012-2014 (AEEG 2012) Linee d’azione del processo di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica: Regolazione dei servizi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica; La transizione verso un nuovo di paradigma di mercato all’ingrosso dell’energia elettrica; Aumento della capacità del sistema elettrico di gestire variazioni di offerta e di domanda; Adeguatezza della capacità di generazione anche a fronte della crescente quota di produzione da fonti energetiche intermittenti; Miglioramento degli attuali sistemi di tutela di prezzo per i consumatori domestici e per le piccole imprese; Rafforzamento del meccanismo dei titoli di efficienza energetica . SEN - Strategia energetica nazionale (consultazione 2012) Il documento delinea un mix d’interventi sia nel settore della green economy (rinnovabili,
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  • 10. Il mercato elettrico all’ingrosso è composto dal mercato del giorno prima (DA day ahead), dove i produttori, i grossisti ed i clienti finali idonei possono vendere/acquistare energia elettrica per il giorno successivo ; dal mercato infragiornaliero (ID intra day), dove i produttori, i grossisti ed i clienti finali possono modificare i programmi di immissione/prelievo determinati su DA e dal mercato per il servizio di dispacciamento, sul quale Terna S.p.A si approvvigiona dei servizi di dispacciamento necessari alla gestione ed al controllo del sistema elettrico, che si articola in fase di programmazione (MSD ex-ante) e Mercato del Bilanciamento (MB).
  • 11. Il sistema elettrico ATTOR FUNZIO I NI REGOLATO RI
  • 12. Sicurezza del sistema Il dispacciamento è il servizio che copre in ogni istante l'equilibrio tra la domanda e l'offerta di energia elettrica. Garantire la sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale si traduce in servizi (ancillari) il cui obiettivo è di mantenere entro limiti prefissati la probabilità di interruzione del servizio e contenere al massimo le conseguenze negative dei disservizi qualora si verifichino. I servizi ancillari includono tutti i servizi che si rendono necessari nel momento in cui l’energia elettrica viene immessa in rete: regolazione primaria di frequenza, regolazione di tensione, riaccensione, ecc. Prevenire e contenere il rischio di disservizio significa per Terna effettuare una programmazione preventiva dell’esercizio Nel mercato dei servizi ancillari, prima della fase di bilanciamento (che si svolge prima della chiusura delle contrattazioni sui mercati all’ingrosso), utilizzata per risolvere possibili squilibri del sistema dovuti principalmente a fuori servizio degli impianti e a relativamente modeste variazioni della domanda rispetto alle previsioni (chiamando i generatori a modulare in aumento o diminuzione le proprie immissioni per risolvere eventuali congestioni di rete), il Gestore del sistema provvede all’approvvigionamento di riserva di capacità da utilizzare per mantenere il sistema in equilibrio. La scarsa prevedibilità della produzione rinnovabile (capacità intermittente e non programmabile) fino a pochi istanti prima della consegna dell’energia richiede una più elevata capacità di riserva nella fase di programmazione, con una quota sempre maggiore di capacità flessibile (da fonti tradizionali) mantenuta inutilizzata per fornire capacità di riserva. Si rende necessario di un meccanismo di remunerazione della capacità produttiva (introdotto in Italia con il Decreto Sviluppo), tramite la creazione di appositi mercati o meccanismi incentivanti, utilizzato in particolare per mantenere in esercizio impianti obsoleti non più remunerativi (garantendo la copertura dei costi fissi ), ma ancora essenziali per coprire picchi di domanda.
  • 14. Generazione centralizzata Generazione distribuita GD: l’insieme degli impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MW e connessi, di norma, alla rete di distribuzione. La GD determina un impatto della sulle reti elettriche di distribuzione in media e bassa tensione, in riferimento alla regolazione della tensione, all’incremento del valore della corrente di guasto ed alla selettività delle protezioni. Nel mercato liberalizzato, l’applicazione del modello radiale costituisce inevitabilmente una barriera allo sviluppo. Emergono dunque due esigenze prioritarie: come favorire le generazione di energia elettrica da FER tipicamente caratterizzata da discontinuità produttiva, piccole taglie e localizzazione decentrata, e come far partecipare anche i piccoli impianti o i carichi di modesta entità al bilanciamento della
  • 15. Per risolvere questi problemi nell’immediato sono state prese misure regolatorie volte a prescrivere determinati requisiti agli inverter e alle protezioni di interfaccia (GD che si adatta alla rete radiale). Per eliminare gli ostacoli allo sviluppo della GD è necessario trasformare le reti in smart grid (reti intelligenti) mediante l’ausilio dell’ICT e dello storage. Una smart grid è una rete attiva con molti nodi, la cui struttura combinata all’utilizzo delle tecnologie intelligenti, è capace di bilanciare e ridistribuire i flussi di produzione delle diverse fonti, compensando automaticamente gli sbalzi che possono portare a black-out. La rete dovrà assicurare, mediante comunicazione interna, automazione digitale diffusa , software per il bilanciamento delle tensioni e centri di controllo, la stessa identica stabilità di prima, prevedendo in tempo e poi correggendo ogni variabilità in pochi secondi. Può definirsi attiva una rete che non svolge la sola funzione passiva di alimentare gli utenti finali. L’intelligenza rappresenta dunque il fattore cruciale nell’adeguamento delle attuali reti di trasmissione e distribuzione elettrica. I sistemi di accumulo svolgono un ruolo strategico nei Sistemi Elettrici: disaccoppiamento temporale tra produzione ed utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili; consentono di immettere in rete l’energia prodotta secondo un profilo prevedibile; differimento degli investimenti di rete; gestione delle congestioni (riducono le perdite di produzione per congestioni di rete); servizi alla rete: riserva, bilanciamento, regolazione di frequenza e di tensione; riaccensione del sistema; gestione dei picchi di carico (peak shaving), permettendo di dimensionare la rete sulla potenza media; gestione ottimizzata
  • 16.  FOTOVOLTAICO Dm Sviluppo economico 5 luglio 2012 (V conto energia)  FER ELETTRICHE DIVERSE DAL FOTOVOLTAICO Dm Sviluppo economico 6 luglio 2012 Concetti di base: 1) Bando con limiti e scadenze 2) Impianti e proponenti devono rispondere a precisi requisiti per l’accesso 3) Limiti di cumulabilità degli incentivi
  • 17. V CONTO ENERGIA Il DM 5 luglio 2012 si applica agli impianti entrati in esercizio a partire dal 27 agosto 2012 e cesserà di applicarsi 30 giorni dopo il raggiungimento di un costo indicativo annuo cumulato degli incentivi pari a 6,7 Mld €/anno.
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  • 22. Per ciascuna fonte, tipologia e classe di potenza è stabilita una Tariffa Base Incentivante che include sia l'incentivo sia la valorizzazione economica dell’energia immessa in rete (prezzo zonale dell'energia immessa in rete). Alla Tariffa Base Incentivante si possono aggiungere specifici premi come per gli impianti: a bioenergie, cogenerativi ad alto rendimento, che diano luogo a specifiche riduzioni delle emissioni di gas serra, geotermoelettrici con reiniezione del fluido geotermico e con emissioni nulle Gli impianti > 1 MW di potenza possono richiedere solo l’incentivo. Gli impianti sino a 1 MW di potenza possono richiedere, in alternativa al solo incentivo, il rilascio di una tariffa onnicomprensiva corrispondente alla Tariffa Base incentivante più l'eventuale premio.
  • 23. Requisiti per l’iscrizione alle aste - titolo autorizzativo o, del titolo concessorio qualora si tratti di impianti: idroelettrici, geotermoelettrici ed eolici off shore. - preventivo di connessione redatto dal gestore di rete accettato in via definitiva dal proponente (per gli impianti eolici offshore di qualsiasi potenza e per gli impianti con potenza non superiore a 20 MW, il possesso del titolo autorizzativo è sostituito dal giudizio di compatibilità ambientale) - solidità finanziaria ed economica adeguata e dimostrata mediante una delle seguenti modalità: - a) dichiarazione di un istituto bancario o intermediario autorizzato, che attesti la capacità finanziaria ed economica del soggetto partecipante in relazione all’entità dell’intervento; - b)capitalizzazione (capitale sociale interamente versato e/o versamenti in conto futuro aumento capitale) pari ad almeno il 10% dell’investimento previsto (da Tab. I dell’Allegato 2 del DM) - I soggetti che intendono partecipare alle aste devono presentare al GSE una cauzione provvisoria, in fase di iscrizione alle aste, e una definitiva in caso di esisto positivo della procedura (modalità specificate nell’allegato 3 al DM).
  • 24. Cumulabilità degli incentivi 1.I meccanismi di incentivazione di cui al presente decreto non sono cumulabili con altri incentivi pubblici comunque denominati, fatte salve le disposizioni di cui all’articolo 26 del decreto legislativo n. 28 del 2011. Il diritto agli incentivi e' cumulabile, nel rispetto delle relative modalità applicative:   a) con l'accesso a fondi di garanzia e fondi di rotazione;   b) con altri incentivi pubblici non eccedenti il 40 per cento del costo dell'investimento, nel caso di impianti  di  potenza  elettrica fino a 200 kW, non eccedenti il 30 per cento, nel caso di impianti di potenza elettrica fino a 1 MW, e non eccedenti il 20 per  cento,  nel caso di impianti di potenza fino a 10 MW, fatto salvo quanto previsto alla lettera c); per    i   soli    impianti   fotovoltaici   realizzati   su scuole pubbliche o paritarie di qualunque ordine e grado ed il cui il soggetto responsabile sia la scuola ovvero il   soggetto  proprietario dell'edificio scolastico, nonché su strutture  sanitarie  pubbliche, ovvero su edifici che siano  sedi  amministrative  di  proprietà  di regioni, province autonome o enti locali, la soglia di  cumulabilità è stabilita fino al 60 per cento del costo di investimento;   c) per i soli impianti di potenza  elettrica  fino  a  1  MW,  di proprietà di aziende agricole o gestiti in connessione    con    aziende agricole, agro‐ alimentari, di allevamento e forestali, alimentati    da biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili, a    decorrere    dall'entrata in esercizio commerciale, con altri incentivi pubblici non  eccedenti il 40% del costo dell'investimento;   d) per gli impianti di cui all'articolo 24, commi 3 e 4,  con  la fruizione  della  detassazione   dal   reddito  di   impresa   degli investimenti in macchinari e apparecchiature;  e) per gli impianti cogenerativi e  trigenerativi  alimentati  da fonte solare ovvero  da  biomasse  e  biogas  derivanti  da  prodotti agricoli, di allevamento e forestali, vi  inclusi  i  sottoprodotti, ottenuti nell'ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, oppure di filiere  corte,  cioè  ottenuti  entro  un  raggio  di  70 chilometri  dall'impianto  che  li  utilizza  per  produrre   energia elettrica, a decorrere all'entrata  in  esercizio   commerciale,   con altri  incentivi  pubblici   non   eccedenti   il   40%   del   costo
  • 25. Cumulabilità degli incentivi 2. Il premio per la produzione in assetto cogenerativo ad alto endimento di cui in Allegato 1, ivi incluso il premio per la cogenerazione abbinata al teleriscaldamento, non è cumulabile con ulteriori incentivi all’efficienza energetica e alla produzione di energia termica, ivi inclusi quelli di cui all’articolo 30, comma 11, della legge n. 99 del 2009. Il regime di sostegno previsto per la cogenerazione ad alto rendimento di cui al secondo periodo del comma 1 dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, è riconosciuto per un periodo non inferiore a dieci anni, limitatamente alla nuova potenza entrata in esercizio dopo la data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo, a seguito di nuova costruzione o rifacimento nonché limitatamente ai rifacimenti di impianti esistenti. Il medesimo regime di sostegno è riconosciuto sulla base del risparmio di energia primaria, anche con riguardo all'energia autoconsumata sul sito di produzione, assicurando che il valore economico dello stesso regime di sostegno sia in linea con quello riconosciuto nei principali Stati membri dell'Unione europea al fine di perseguire l'obiettivo dell'armonizzazione ed evitare distorsioni della concorrenza. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità per il riconoscimento dei benefìci di cui al presente comma, nonché, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare entro la medesima data, dei benefici di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, garantendo la non cumulabilità delle forme incentivanti.
  • 27. Valore Attuale Netto (VAN) è il valore che assume la somma dei flussi di cassa Analisi economica futuri attesi dal progetto, nell’istante in cui viene effettuata la valutazione. degli investimenti Il VAN viene calcolato scontando sino al tempo presente tutto il flusso di cassa netto del progetto, calcolato come differenza tra i flussi positivi e quelli negativi di ciascun periodo, e sommando i singoli valori così ottenuti. Il VAN rappresenta l’incremento o la diminuzione del valore di un investimento iniziale. Il tasso interno di rendimento (TIR), o Internal Rate of Return(IRR), è il tasso di attualizzazione che rende nullo il VAN di un determinato flusso finanziario, ovvero che rende il valore attuale dei flussi di cassa in entrata uguale al valore attuale dei flussi in uscita. Il TIR rappresenta pertanto il massimo tasso d’interesse che un investitore è disposto a pagare per raccogliere risorse con cui finanziare il progetto. Infatti, se le fonti di finanziamento hanno un costo (tasso d’interesse pagato ai finanziatori o costo opportunità nel caso di capitali di rischio) maggiore del tasso interno di rendimento, l’investitore non avrà convenienza a realizzare l’opera, in quanto il progetto non sarebbe in grado di realizzare un VAN positivo. Il “tempo di ritorno dell’investimento” (pay back period) denota l’istante di tempo che segna l’equivalenza tra i flussi in uscita e i flussi in entrata nascenti da un progetto. Debt Service Cover Ratio (DSCR), per ciascuno degli anni della fase operativa di gestione del progetto, è pari al rapporto tra il flusso di cassa operativo e il servizio del debito per quota capitale e quota interessi. In uno qualsiasi degli esercizi di fase operativa, le risorse finanziarie generate dal progetto, rappresentate dal numeratore, devono essere in grado di coprire il servizio del debito nei confronti dei finanziatori (rappresentato dal denominatore del quoziente). Loan Life Cover Ratio (LLCR), rappresenta il quoziente tra la somma attualizzata dei flussi di cassa operativi tra l’istante di valutazione (s) e l’ultimo anno per il quale è previsto il rimborso del debito (s+n) e il debito residuo allo stesso istante s di valutazione. Il livello di questo coefficiente di copertura è una funzione diretta della rischiosità del progetto.
  • 28. Due diligence Due Diligence (DD) sta ad indicare un processo finalizzato a indagare e accertare i contenuti di un’attività di impresa allo scopo di permettere una valutazione finale, analizzando lo stato dell’azienda, compresi i rischi di eventuale fallimento dell’operazione e delle sue potenzialità future. In particolare, si tratta dell’analisi di tutte le informazioni riguardanti l’impresa che promuove l’operazione e all’operazione stessa, con particolare riferimento alla struttura societaria e organizzativa, al business e al mercato, ai fattori critici di successo, alle strategie commerciali, alle procedure gestionali e amministrative, ai dati economico-finanziari, agli aspetti fiscali e legali e ai rischi potenziali. Due Diligence Tecnica Analisi della tecnologia proposta, Analisi del processo di produzione dell’energia, Analisi dei materiali, Analisi dei fornitori, Analisi della gestione dell’impianto, Verifica degli aspetti economici Due Diligence Legale Due Diligence Assicurativa Risk Analisys Eseguire solo la DD per verificare la validità e la solidità finanziaria di un investimento non è sufficiente. Infatti ad essa si accompagna sempre una Risk Analysis, al fine di individuare ed analizzare le criticità che caratterizzano il progetto per ciascuno scenario di riferimento, considerando sia la fase di costruzione sia la fase di gestione. In corrispondenza di ogni rischio individuato vengono indicati gli strumenti/modalità con cui esso può essere mitigato.. Fase progettazione Rischio di pianificazione delle attività, Rischio tecnologico, Rischio di costruzione o di completamento Fase realizzazione Rischio di domanda (o rischio di mercato), Rischio di approvvigionamento, Rischio operativo (o di performance), Rischio di mancata erogazione degli incentivi, Rischio ambientale, Rischio di inflazione, Rischio amministrativo, Rischio politico, Rischio paese, Rischio legale, Rischio di credito, Rischio di tasso di interesse, Rischio di cambio Fase gestione Rischio ambientale, Rischio di inflazione, Rischio amministrativo, Rischio politico, Rischio paese, Rischio legale, Rischio di credito, Rischio di tasso di interesse, Rischio di cambio
  • 29. FINE DEGLI GRID INCENTIVI PARITY La "Dynamic grid parity" è definita come il momento in cui il fatturato (considerando i ricavi, risparmi, costi e ammortamenti) di un impianto a fonte rinnovabile risulta uguale ai costi di generazione di un impianto tradizionale. Ad essa è associata il concetto di "Competitività del valore della produzione", definito come il momento in cui un investitore aggiungere al proprio portafoglio di scelte un impianto a fonte rinnovabile, avendo raggiunto la stessa attrattività di un impianto tradizionale, con tecnologia di solito basata su combustibili fossili.
  • 30. Grazie per l’ascolto Contatto Laura Crisci lauracrisci@enmoveme.com